gli "Stati disuniti" d'Europa

Inviato da  padegre il 14/3/2016 17:09:56
- gli “Stati disuniti” d’Europa -
di Paolo De Gregorio, 14 marzo 2016

Sulla questione ormai endemica della immigrazione in Europa, il pericolo è quello di reagire solo a livello emozionale, per le immagini di bambini affogati e spiaggiati, di migliaia di disperati respinti dietro le barriere di filo spinato, nel fango e nel freddo, il tutto accompagnato dall’invito del Papa ad accogliere comunque queste persone, esercitando la misericordia in questo anno giubilare.

Se però cerchiamo di uscire dalla emotività e valutiamo il fenomeno nei suoi effetti geopolitici globali, il risultato più vistoso appare quello di spaccare l’Europa e spostare a destra gli equilibri politici di molti paesi europei i cui cittadini sono preoccupati da questa continua invasione di migranti, in una fase della economia che non crea posti di lavoro.

Cercando sempre di analizzare freddamente questo fenomeno, vi è certamente una strategia islamica che ad ogni costo vuole insediare i propri correligionari in Europa, dove si pretendono moschee, si fanno molti figli, e, come è stato dimostrato dai fatti terroristici accaduti in Inghilterra e Francia, i terroristi si fabbricano in Europa, nei paesi ospitanti.

Se non si ferma questa invasione si farà un favore gigantesco a chi non vuole che l’Europa diventi una sola nazione, gli Stati Uniti d’Europa, capaci di far concorrenza a chiunque, di aprirsi verso la Russia, di sciogliere la Nato, e tra coloro che godrebbero di una frantumazione dell’Europa i primi sono gli americani.

Vi è dunque una convergenza di strategie inconfessabili tra movimento islamico e USA, entrambi interessati a destabilizzare l’Europa, pur con fini diversi, ma con risultati visibili, come lo spostamento a destra in Polonia, Ungheria, Austria e ieri Germania, e con il Regno Unito ormai con un piede fuori dall’Europa. Terrorismo e immigrazione di massa sono indubbiamente i due maggiori fattori che determinano la destabilizzazione e non mi sembra che si reagisca a questo disegno se non con la frantumazione del progetto europeo.

Anche la Chiesa cattolica penso abbia delle responsabilità, anche se indirette, nel predicare l’accoglienza. Siccome non credo alla ingenuità dei preti, penso che uno scenario di sempre maggior disagio delle classi popolari, nel convivere con questa immigrazione, determini una reazione nel senso politico di destra e di identità religiosa capace di riportare la Chiesa protagonista di una rifondazione nazionalista e conservatrice degli Stati europei.

In questo scenario, in cui si inseriscono anche le componenti armate dell’Isis, di Al Qaeda e del progetto del Califfato, che unisce sotto le sue bandiere nere la nazione islamica, mi pare folle il progetto di attaccare la Libia e continuare con la politica dei droni, che crea le condizioni per ritorsioni terroristiche e odi ancora più profondi, senza contare che tali operazioni giustificano la fuga di massa verso l’Europa.

So bene che è utopia, ma le cose cambieranno solo se finirà l’ingerenza occidentale nello scacchiere del Medioriente e dell’Africa con operazioni di forniture di armi, di prelievo di materie prime ad opera di multinazionali di tutto l’Occidente, che si muovono corrompendo i politici per ottenere concessioni e, a livello militare, con droni e truppe speciali dei servizi segreti.

Quanto alla sovrappopolazione e alla migrazione, vanno risolte con mezzi diversi: anche se ne accogliessimo milioni, l’Africa col suo miliardo di nativi non avrebbe nessun significativo risultato di diminuire le bocche da sfamare, risultato che si potrebbe ottenere solo come è stato ottenuto in Occidente, con l’abbandono dei diktat delle religioni e con la diffusione libera di tutti i contraccettivi che la scienza ci ha messo a disposizione.
Ma questa è una battaglia che le donne del terzo mondo devono giocare in casa, contro preti e uomini che si sentono tali solo se fanno tanti figli.
Paolo De Gregorio

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