Re: LA MIA OPINIONE SULLA PAGINA

Inviato da  Polidoro il 29/8/2005 0:06:01

I codici giapponesi, se non erro [erro?], erano stati decifrati, indi per kui gli amerikani sapevano tutto quelo ke si dicevano i gialli.

Per il Presidente Bush: tu ke kosa avresti fatto se attaccavano il tuo paese, stavi a rakkontare la novela della caprettina ai marmokki? o andavi subito a coordinare la difesa?
Ciao Ragazzi ciho da fare, vi mando un pupazzetto per uno, Ciao a tutti:

O no?

[Fiammifero Krudele]

Articolo
Lo stesso Roosevelt, parlando il 25 novembre 1941 con i suoi stretti collaboratori (la frase è riportata nel diario del ministro della guerra Henry L. Stimson, consultabile presso la biblioteca della Yale University), non ricorse a mezzi termini: “Dobbiamo manovrare i giapponesi in modo che sparino il primo colpo e appaiano quindi come aggressori ma senza arrecarci troppo danno”. E, come vedremo nelle prossime righe di questo articolo, proprio per impedire che i giapponesi arrecassero “troppo danno” le navi di maggior valore furono da Roosevelt nascoste lontano da Pearl Harbor. Un raffinato, Roosevelt, che non a torto lo storico Erik von Kuehnelt-Leddihn ha definito “il più grande creatore di tombe nella storia del mondo occidentale”.

Ancora:
Dai primi mesi del 1940 e sino al giorno dell’attacco giapponese (7 dicembre 1941) gli Stati Uniti intercettarono e decrittarono tutti i messaggi della diplomazia e della marina giapponesi, messaggi che regolarmente finivano sulla scrivania di Roosevelt. Ma per volontà dello stesso Roosevelt non raggiunsero mai Kimmel e Short: i due comandanti di Pearl Harbor, così, erano all’oscuro di tutto. Anzi alcune di quelle intercettazioni, che erano state inviate a Kimmel e Short dalla base di Corregidor, non giunsero mai a destinazione perché bloccate a metà strada dal comandante Joseph Rochefort e dal comandante Vincent R. Murphy che dirigevano i servizi di intelligence di Pearl Harbor e che, intimi amici di Arthur McCollum, facevano parte del clan Roosevelt.