Re: Zucconi

Inviato da  javaseth il 6/6/2006 21:48:18
Questa è per Teodori, ma mi sembrava a tema...

Da effedieffe
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=1211¶metro=cultura


Alcuni lettori mi chiedono cosa rispondo a Massimo Teodori, che mi ha citato su Il Giornale come «complottista» e «clericofascista impenitente».
Ma vale la pena di rispondere?
Anzitutto parla lui stesso molto di sé, e basta vedere il suo sito: la gattina Tea, la vita privata «caotica», la figlia Raissa che gli pare «simpatica e bizzarra»… fatti suoi esibiti come interessantissimi.
La cosa stupefacente è che questa non è la homepage di un’attricetta, bensì di un docente universitario.
Teodori è infatti docente di storia degli Stati Uniti a Perugia, in una delle troppe sub-università italiane che hanno rinunciato ad ogni ambizione d’eccellenza e sono ripiegate sul mestiere di dare diplomi senza troppo studio.
Penso con compassione ai suoi studenti.
Una delle prime cose che fanno in genere i docenti di queste università, appena ottengono la cattedra, è di smettere di studiare.
Nessuno li controlla, nessuno glielo chiede.
Faccio un altro esempio alquanto sgradevole.



Cossiga è stato a lungo docente a Sassari di diritto costituzionale.
In anni lontani, quando divenne ministro degli Interni, ebbe un'idea luminosa: nominare prefetti tutti i parlamentari o candidati DC trombati alle elezioni.
Un funzionario ministeriale gli spiegò, pazientemente, che i prefetti sono gli occhi e le orecchie dello Stato nelle province.
Che la nomina di politici di parte al posto di funzionari avrebbe portato tutti gli altri partiti ad esigere la loro «quota» di prefetti di riferimento.
Avremmo avuto prefetti lottizzati e tesserati, rispondenti al loro partito e alle sue esigenze di propaganda, non allo Stato e al suo bisogno di conoscenza oggettiva.
Risultato: lo Stato sarebbe diventato sordo e muto.
L’esimio costituzionalista Cossiga non ci aveva mai pensato.
Per fortuna, rinunciò all’idea: segno che dopo anni, almeno, sapeva ancora imparare qualche lezione.
Sui principii della sua specifica materia, di cui aveva vissuto felicemente ignaro.
I docenti cattedratici prendono un ottimo stipendio e non hanno alcun obbligo di lezione, di aggiornamento, di cura degli studenti.
La loro, come quella di molti alti pubblici dipendenti, è una rendita.
Perciò hanno molto tempo libero.



Teodori, dopo essere stato parlamentare radicale, è oggi molto invitato in certe TV come americanista.
Certe TV sono di bocca buona.
Nemmeno si accorgono che l’americanista non è al corrente dei fatti americani più recenti, che non ha letto i giornali USA di ieri… anche questo è normale.
Da giornalista, mi è capitato spesso di intervistare docenti in economia alla Bocconi, editorialisti del Sole 24 Ore.
Spesso, esordivo così: «Professore, il Wall Street Journal di oggi dice che… come reagisce? Come risponde?».
La «reazione» dei noti professori era di altissimo stupore, seguita dall’immancabile richiesta: «mi può faxare il ritaglio del Wall Street Journal?».
Alla Bocconi, pare, non si leggeva o non si trovava.
In Italia si può essere docenti di economia senza leggere i giornali finanziari internazionali.
Anche Teodori rientra in questa regola generale.
L'articolo che ha scritto per fulminare i complottisti che mettono in dubbio la versione ufficiale sull’11 settembre rivela una serena ignoranza, per esempio, dei sondaggi secondo cui 42 americani su 100 chiedono una nuova inchiesta sull’attentato, sospettando che il loro governo non abbia detto la verità.
Teodori è rimasto al 2001, quando l’America traumatizzata era tutta unita nel chiedere vendetta e guerra.



Ignora per esempio che due autentici professori, di nome Walt e Maersheimer, hanno scritto un saggio dal titolo «The Israeli Lobby», in cui affermano che gli interessi della lobby ebraica distorcono l’interesse nazionale americano, e che sta creando un ampio doloroso dibattito fra neocon e «realisti».
Ignora o non prende atto che ben sei generali hanno chiesto le dimissioni di Rumsfeld.
Ignora che noti editorialisti USA criticano apertamente la gestione di Bush e Cheney dall’11 settembre in poi.
Che si interrogano a voce alta sulle atrocità commesse in Iraq.
Insomma: un medio lettore di questo sito è molto meglio informato su quel che accade in USA del cosiddetto «americanista» accademico.
Poveri studenti.
Teodori ripete una tesi che apparentemente è stata dettata una volta per tutte.
Chi contesta la «verità ufficiale», scrive, è affetto da «una vera e propria malattia psicologica». Anche il KGB seguiva la stessa linea: i dissidenti venivano internati in ospedale psichiatrico.
Voler conoscere la verità sui nostri politici è un segno di squilibrio mentale.



Inoltre, la tesi dettata consiglia di collegare coloro che sospettano la «verità ufficiale» sull’11 settembre ai «Protocolli dei Savi di Sion».
Costoro, come gli antisemiti zaristi, «vogliono scatenare il pogrom contro gli americani e gli israeliani», dice il docente.
Sono dunque antisemiti.
Brillante analisi storica, non c’è che dire: il sottoscritto Blondet, Giulietto Chiesa e molti cittadini americani, riuniti in un convegno a Chicago, vogliono e possono scatenare il pogrom contro due indifese comunità, l’una la sola superpotenza rimasta, l’altra con 300 bombe atomiche.
Queste tesi, Teodori le espose anche in una trasmissione de La 7, molti mesi fa, in cui fui per caso irripetibile invitato.
Già allora gli spiegai che queste asserzioni - squilibrio mentale, antisemitismo - non erano efficaci per smentire le posizioni di noi «complottisti».
Che noi, portavamo dei dati di fatto che - a nostro parere - non quadravano con la versione ufficiale. Il miglior modo per sbugiardarci era: smentire i fatti.
Dire che ce li eravamo inventati.
E portarne le prove.
Risultò che sia Teodori sia l’altro ospite illustre, il generale Jean, i fatti, li ignoravano completamente.



Non si erano informati, ritenendo che la loro teoria - squilibro psichico, antisemitismo - fosse sufficiente a spiegare tutto.
Di fronte alla mia ovvia obiezione che i «terroristi» non potevano aver imparato a guidare così bene un Boeing nelle scuole di volo della Florida, dove non erano riusciti a guidare da soli un Cessna da turismo, Jean replicò: «avranno imparato su simulatori di volo».
Ignorando che la versione ufficiale evita accuratamente questo argomento: simulatori di volo per guidare un Boeing non sono disponibili nelle scuole domenicali della Florida, costano centinaia di milioni di dollari, e sono qualche decina nel mondo.
Se i terroristi si erano addestrati su tali simulatori, non possono che averlo fatto in installazioni sotto il controllo del governo, del Pentagono o della CIA.
Anche Jean è un docente universitario.
Poveri anche i suoi studenti.
Ma non è questo il peggio.
Docenti non documentati, in Italia, sono la norma a cui ci rassegniamo.
Il peggio è quel che disse Teodori alla fine: proclamò che non si doveva dare alcuno spazio alle tesi non-ufficiali, ma semplicemente metterle a tacere, negare loro ogni cittadinanza nel mondo dell’informazione.



Teodori il trasgressivo radicale, che ammette la «libera discussione» sull’eutanasia, ha i suoi tabù, su cui vieta la discussione.
La sua trasgressività ha un limite: in ciò che spiace ai poteri costituiti.
Al servizio di questi poteri, di fronte ad idee, ipotesi e costruzioni intellettuali che non sono funzionali ad essi, l’impulso di Teodori è chiudere la bocca, sopprimere, chiamare la psico-polizia contro i disturbatori.
In un’intellettuale, questo è particolarmente spregevole.
Infine, un ultimo appunto.
Teodori mi attribuisce la frase seguente: «tutte le associazioni massoniche debbono alla Cabala ebraica i propri simboli e i propri segreti».
Non ricordo di avere scritto questa frase, quando e come; magari è stata letta frettolosamente su qualche dossier che esiste sul mio conto.
Ma la frase, comunque, enuncia un semplice, oggettivo dato di fatto.
Il «tempio» massonico è palesemente il tempio di Gerusalemme, da ricostruire.



Nel «tempio» in cui si riuniscono i massoni, ci sono due colonne all’entrata, che si chiamano Jachim e Boaz, come quelle del tempio ebraico, secondo la Bibbia; nonché 12 colonne tutto intorno, come le 12 tribù d’Israele.
La sezione orientale del «tempio» è chiamata Debhir, l’occidentale Hikhal.
Il mito fondante è basato sulla narrazione della morte di Hiram, l’architetto del tempio di Salomone citato nella Torah.
Fra i gradi iniziatici, se ne trovano alcuni detti «eletti cohen» e «cavalieri kadosh».
Teodori ha idea a che lingua appartengono le parole sopra citate?
O crede che siano di Bob Dylan?
Perché Teodori di Bob Dylan è davvero un esperto.
Come motto programmatico del suo sito cita un verso di una canzonetta di costui, che dice: «Non hai bisogno del metereologo per sapere da che parte tira il vento».
Teodori, da che parte tira il vento, lo sa benissimo.
Questa è la sua vera specialità.
Questo dovrebbe insegnare ai suoi studenti, a fiutare il vento: così almeno potranno trovar lavoro nelle TV ufficiali.

Maurizio Blondet




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