Re: Pearl Harbour

Inviato da  Paxtibi il 15/10/2005 2:49:41
Citazione:
I generali e gli ammiragli non contano molto; chi decide sono altre persone.


Chiaro. Se poi andiamo a vedere i generali della Germania nazista troviamo che la maggior parte sono nobili, così come tra gli Inglesi sono molti i sir. A chi credete che obbedisse un Von Schweppenburg, alla sua cerchia di simili, o ad un parvenu esaltato come Hitler? A chi era rivolta la sua fedeltà, mentre sabotava i piani di Rommel per contrastare l'offensiva alleata ad ovest? Basterebbe leggere Proust per capire che il nobilato può nutrire grandi rivalità al suo interno, ma si considererà sempre un mondo a parte rispetto a quello abitato da tutti noi.
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Ricordavo anch'io quel famoso attacco in cui in cinque minuti gli americani distrussero due portaerei giapponesi, anch'io però non ricordavo il nome di quell'ufficiale. Sono andato allora sul sito, bellissimo, della USS Enterprise (non quella di Star Trek, eh!), dove si può leggere una cronaca dettagliata della battaglia. Il nome dell'ufficiale è McClusky, ma che la sua azione sia quella che più di altre ha determinato la sconfitta giapponese è forse un'esagerazione. Così come il guasto alla pedana di lancio dell'idrovolante del Tone, che tra l'altro causò un ritardo non di un'ora ma della metà, che alla fin fine non è così determinante: in fondo lo scout rilevò la presenza di una squadra, la Task Force 17, con ogni probabilità, ma c'era anche la Task Force 16, laddove i giapponesi non si aspettavano di trovare alcuna nave nemica. Il fatto è che le forze giapponesi non erano assolutamente sufficienti per lo scopo prefissato di colpire l'atollo e, allo stesso tempo, confrontarsi con le portaerei statunitensi: a mio avviso fu questo, più di ogni altro elemento, a decidere l'esito della battaglia.

L'attacco di McClusky ebbe successo perché i ponti delle navi erano ingombri degli aerei ancora armati per un attacco terrestre, mentre gli zero stavano ricaricando dopo aver abbattuto le prime due squadriglie di aerosiluranti, che - senza scorta - si erano immolate in un attacco che non causò danni alla flotta imperiale, ma la costrinse a manovre diversive che ne scompigliarono l'assetto.
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Ma tant'è, il fatto è che stiamo sempre parlando di una battaglia, non di una guerra, e nell'economia di una battaglia le decisioni degli uomini sul campo (a proposito, nel sito citato non si parla di una deviazione istintiva di McClusky, solo di un avvistamento all'ultimo momento, ma sulla rotta stabilita) possono cambiare il corso degli eventi, e talvolta deciderne anche l'esito finale. In una guerra, che è un insieme di battaglie ma in cui va considerata anche la dimensione "verticale" citata da Paki, un singolo evento non riesce ad essere decisivo perché si può contrastarne l'effetto con un evento opposto, ristabilendo gli equilibri desiderati.

Per farla breve: il potere economico di pochi soggetti influenza l'andamento dell'economia mondiale in tempo di pace, perché mai non dovrebbe farlo in tempo di guerra quando gli utili si possono moltiplicare esponenzialmente (sempre a mente Halliburton dal 2001 ad oggi)?
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Quando si permette alla tecnologia di travalicare la strategia e la tattica ottieni l'esercio USA di oggi che possiede armi ultra moderne ed in quantità ma che di fatto non gli servono a niente, se non nell'indulgere la sua classe dirigente in azioni belliche convinte che basti l'uso di una surclassante tecnologia per combattere le guerre. In altre parole ottieni l'iraq, un paese con una superficie pari a quella della francia controllato da 140000 soldati delle tre armi.

Ripeto, l'Iraq per me è una guerra che gli americani, almeno quelli che comandano in questo momento, non vogliono vincere. Io non credo affatto che il fatto che la forza d'occupazione non sia adeguata sia dovuto alla stupidaggine della junta statunitense: perché il problema non è solo il numero di soldati insufficiente a controllare un simile territorio (e chissà se sarebbe un problema se per caso gli americani smettessero di aizzare l'odio iracheno contro se stessi comportandosi come ad Abu Ghraib). Il problema è anche tecnologico, e siamo di nuovo lì: mentre agli insurgents arrivano regolarmente forniture di missili di fabbricazione russa e di ordigni al laser, gli USA si guardano bene dal fornire ai propri soldati la stessa qualità di armatura riservata per le forze della polizia antisommossa in patria, e spediscono al massacro i loro figli in Iraq su di una trappola a quattro ruote come gli Hummer, che i marines corrazzano artigianalmente con metallo di scarto, appesantendoli e rendendoli quindi ancora più vulnerabili.

Guarda che tecnologia usano in casa e paragonala con gli Hummer:





Che dite, passiamo alla guerra del Mediterraneo come suggerito da SirPaint, che mi sembra bello carico?
Questo giro lo offro io...


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