Re: UNDICI SETTEMBRE: IL DRAMMA E LA FICTION

Inviato da  lalalipuy il 6/6/2006 14:04:20
Cara Gianna, rispondo ai tuoi dubbi con quello che è il mio primo post su Luogocomune. Perché postare proprio qui e oggi, dopo mesi che accedo quotidianamente al sito leggendo le parole degli altri? Perché in ciò che scrivi mi riconosco parecchio.
Anche io, come te, trovo di difficile comprensione numeri, leggi fisiche, elucubrazioni sulla temperatura di fusione dell'acciaio e chi più ne ha più ne metta. Anche io, come te, trovo difficile spiegare le dinamiche di una demolizione controllata, il "come" chiunque possa avere minato dalle fondamenta gli edifici, il "perché" governanti sani di mente possano avere fatto ciò che su queste pagine si imputa loro.
Ma per capire il senso di questo mio post occorre forse che ti racconti di me, e di come mi sono avvicinato a LC, Comedonchisciotte e tutte le altre fonti di controinformazione. O piuttosto di come e perché hanno iniziato a insinuarsi nella mia mente seri dubbi sul fatto che quanto ci è stato detto sull'evento più drammatico del millennio può, forse, non corrispondere alla verità dei fatti.
Capitando per caso sul sito in inglese di Al Jazeera iniziai a leggere qualche articolo sulla guerra irakena; così, tanto per vedere cosa "l'altra parte" diceva a proposito di una guerra che ci vedeva impegnati in prima persona. Era l'epoca dei primi rapimenti, quando ancora la nostra stampa parlava di pochi "terroristi" che prendevano di mira le nostre truppe inviate a liberare un popolo oppresso dal dittatore che tanto a lungo li aveva vessati. Ti ricordi? Era il periodo in cui gli orrori e le torture nelle carceri erano appena un sospetto, il periodo in cui Berg era appena stato ucciso e filmato, scioccando tutto l'occidente per la barbarie di cui erano capaci gli assassini di Al Qaeda.
Ebbene, su Al Jazeera la guerra era presentata in tutt'altro modo. C'erano resoconti dei reporter che raccontavano cose di cui in Occidente non giungeva neanche l'eco. C'erano approfondimenti e commenti che presentavano una realtà di cui in Italia si ignorava l'esistenza. "E' normale, mi dicevo, che in tempo di guerra si faccia propaganda. E' normale che ciascuno dei due mondi, che mi avevano raccontato come contrapposti a causa di un inesorabile scontro di civiltà, interpreti gli eventi sulla base della sua ideologia. E' ovvio che sia noi che loro tendiamo, nel riferire gli eventi, a presentare la realtà come più ci aggradi". Più leggevo, però, più mi rendevo conto che, in ogni caso, la realtà così come ci veniva raccontata era deformata.
Di certo non eravamo i buoni liberatori che credevamo di essere, ma la nostra presenza lì rispondeva a interessi decisamente meno elevati dell'"esportare giustizia e democrazia".
Fu approfondendo la questione che sulle pagine di Al Jazeera lessi qualcosa a proposito di Al Quaeda, sulla sua storia come emanazione delle attività coperte degli USA in terra afghana, sui rapporti economici tra i Bush e la famiglia Bin Laden, sull'oleodotto afghano come ragione principale della prima guerra contro il terrorismo, sui rapporti diplomatici tra i talebani e gli USA prima dell'11 settembre, sui dubbi sulla stessa presenza di Al Zarkawi in Iraq. E, infine, lessi qualcosa sulla difficile attendibilità circa la versione ufficiale degli eventi del 911, sull'esistenza di associazioni dei familiari delle vittime che non si accontentavano della spiegazione dei fatti così come era stata illustrata da una commissione sulla cui attendibilità e serenità di giustizio molti, gli stessi familiari delle vittime in primis, nutrivano forti dubbi.
Fu allora che decisi di documentarmi un po'. Usando google trovai parecchi forum e siti web in cui giravano le teorie più strampalate. Strampalate, si, ma segnali comunque che anche in Occidente c'era chi non si accontentava di una versione
ufficiale non proprio convincente. E una messe incredibile di spiegazioni alternative che tiravano in ballo complotti, cospirazioni, colpi di stato.
E, leggendo qua e là, trovai resoconti cronologici di quella giornata che mi lasciarono a bocca aperta. Tra tanto ciarpame comparivano infatti dati inequivocabili che non era possibile ignorare. Il primo? Nessun aereo militare intercettò quegli aerei. Un paio si levarono in volo, a dire il vero, ma furono dirottati altrove. Il secondo? Perché la famiglia Bin Laden fu evacuata in tutta fretta dagli Usa? E ancora, perché non esistono filmati dell'aereo del Pentagono né dei terroristi all'imbarco degli aerei? Come hanno fatto i terroristi a pilotare (senza alcuna esperienza) quei mostri di metallo fino a destinazione (compiendo almeno uno di loro una manovra al limite dell'impossibile) senza che nemmeno un caccia si mettesse sulla loro scia? Perché non c'è traccia delle scatole nere? Perché nessuno dei piloti ha comunicato la presenza di dirottatori a bordo? Perché è crollata la terza torre?Queste domande (e le tante altre espresse da alcuni familiari delle vittime, che trovi proprio in questo sito
http://www.luogocomune.net/site/modules/911/index.php?filename=911/100dom/100dom2.html) non hanno risposta. E sono state sufficienti a farmi sorgere seri dubbi. Avere un dubbio, bada bene, non vuol dire accusare l'amministrazione USA di complotti e cospirazioni. Il fatto che gli eventi di quel giorno non possono essersi svolti come ci è stato detto non significa accusare di strage chi è responsabile di omissioni o distorsioni nello spiegare e raccontare fatti.
Certo, tante cose che ho letto anche su questo sito non mi hanno convinto: né tante teorie cospirazionistiche né tanti discorsi che intendono porre in crisi la versione ufficiale tramite dati tecnici (l'impossibilità della "scomparsa" dell'aereo nel Pentagono, l'impossibilità del crollo delle torri grazie al solo impatto dell'aereo). Ma i dubbi si, quelli restano. E non possono essere tutti miracolosamente fugati dal fatto che con maggiore o minore fallacia il "cospirazionista" ricorra a discorsi sulla temperatura di fusione o sulla solidità delle ali di un aereo. E ciò vale per me come per quegli stessi americani che, quel giorno, persero i loro cari.

Cara Gianna, cerca di non fissarti su un solo particolare per trovare la certezza che nulla di strano sia avvenuto. Non sapremo mai se le tre torri sono crollate per puro caso o per un'azione deliberata, se nel foro del Pentagono c'é davvero
riuscito ad entrare un intero aereoplano, se davvero i piloti di tutti gli aerei hanno aperto gentilmente le porte delle cabine ai terroristi, se il quarto aereo è caduto per caso o è stato abbattuto, se l'acciao di un grattacielo colpito da un aereo di linea fonde a questa o quella temperatura. Cerca come me di guardare gli eventi da un'altra prospettiva. Fingi di essere più distante, di osservare quella giornata nel suo insieme, da lontano. Ecco: non lasciarti distrarre dalle teorie alternative, non addossare la responsabilità dei fatti né alla CIA, né a fantomatici massoni atlantici, né a un qualsiasi fantomatico gruppo terrorista. Guarda solo gli eventi e vedi come qualcosa di strano, in effetti, ci sia: coincidenze inspiegabili, omissioni imperdonabili da parte di chi era preposto alla sorveglianza dei cieli, miracolose manovre compiute dai terroristi al comando degli aerei, crolli contemporanei e spettacolari, una pianificazione folle dell'attentato (mi riferisco alla programmazione temporale degli impatti contro gli obiettivi prescelti), impossibile da attuarsi a meno che non si avesse la certezza di un blocco totale quel giorno della difesa aerea degli Stati Uniti.
Non ti fare distrarre dalle teorie alternative; probabilmente non c'è stato alcun complotto. E' vero però che la spiegazione ufficiale non può essere vera, che ciò che ci è stato detto non può corrispondere a verità.
E cerca poi di andare ancora più lontano, di osservare non solo gli eventi di quel giorno, ma quelli degli anni precedenti e successivi. Guarda cosa è successo prima e ciò che sta accadendo ancora oggi. Le stragi in Iraq e in Afghanistan, la brutalità e la violenza di questi giorni, gli orrori che avvengono e che avverrano.
Francamente non mi interesa se le torri sono crollate per miracolo, sono crollate a causa di esplosivi o sono crollate perché tutti i grattaceli colpiti da un'aereo devono per forza venire giù in quel modo (e anche quelli nelle vicinanze, per pura simpatia). Mi interessa vedere che il quadro completo mostra tante zone d'ombra, lascia aperti tanti interrogativi che la commissione ufficiale non ha chiarito. Resta solo il dolore di chi quel giorno ha perso un amico, un familiare, un compagno; e né io né te né loro sappiamo con certezza perché. Né siamo chiamati a fornirlo noi al mondo questo perché. Ma abbiamo il dovere morale di non chiudere gli occhi e, laddove possibile, di dubitare.
Un caro saluto

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