Re: Quanto tempo serve ad affiancare un aereo che non risponde alle comunicazioni

Inviato da  pierone il 4/10/2006 22:17:53
CRONACHE
IL RACCONTO IL PILOTA DELL’F16 CHE HA SCORTATO IL JET DELLA TURKISH AIRLINES
E il top gun confessa:
«ero pronto a sparare»
4/10/2006
Francesco Grignetti




Dirottamento Brindisi
Dei controlli di polizia all'aereoporto di Brindisi
ROMA. L’ordine era chiaro e terribile: se quei dirottatori provano a fare i furbi, se non atterrano subito a Brindisi, e magari cercano di forzare il blocco per dirigersi verso una città italiana, il Boeing turco va abbattuto. Erano le 17,16 di ieri quando a Trapani hanno allertato il capitano Francesco Miranda. «Dirottamento in corso». In gergo lo chiamano «scramble». Il ventottesimo di quest’anno. E magari anche questa volta poteva essere un falso allarme. Invece no. Il Boeing 737 della Turkish rispondeva agli ordini di misteriosi pirati dell’aria che chiedevano di cambiare rotta. Non più Turchia, ma Italia. «Ho impiegato meno di 10 minuti a decollare. E poi mi sono precipitato a Brindisi. Ho volato a velocità supersonica oltre i 1800 km orari. Non so, avrò impiegato otto, forse dieci minuti, ed ero già al di là della Puglia». Il capitano Miranda, 28 anni, in aeronautica da dieci, di Ercolano, è uno dei top gun italiani. Gli hanno affidato un aereo supermoderno come l’F16. E l’hanno preparato a dovere.

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Dunque racconti, capitano. «Il bang si dev’essere sentito lontano. Ma bisognava fare presto». E infatti il caccia aggancia il velivolo civile in mare aperto, al largo di Brindisi. Attraversa d’un fiato tutto lo spazio aereo dell’Italia meridionale: Sicilia, Calabria, Puglia, e finalmente l’Adriatico. L’Albania era già in vista. «Non era la prima volta, quest’anno, che mi alzavo in volo per un allarme del genere. Ma oggi s’è fatto sul serio».

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«Mi sono avvicinato con molta attenzione all’aereo della Turkish. Mi avevano detto di non farmi vedere dai passeggeri e così ho fatto. Credo che nessuno a bordo si sia accorto di me. Mi sono avvicinato fino a leggere la loro targa di identificazione. Ma gli sono sempre stato sotto la pancia o dietro la coda. Ci addestrano anche a queste tecniche». Il pilota c’era, insomma. Anche se i dirottatori (e i passeggeri) a bordo del Boeing non se ne sono resi conto. C’era ed era pronto al peggio. Il che significa che era pronto a sparare un missile e a tirar giù l’aereo di linea. «Siamo pronti... Siamo pronti. Quando ci dicono di decollare per andare a “prendere” un aereo mica sappiamo prima di che si tratta. Se è un’avaria alla radio e perciò c’è un volo che non risponde alla torre di controllo oppure se è un dirottamento, o se per caso è un velivolo ostile che ci sta attaccando. Mi danno l’ordine e io vado. Pronto a tutto». Pronto, cioè, anche a sparare.

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Miranda racconta ancora: «Non ho mai avuto dubbi che volessero scendere a terra». Il pilota della Turkish Airlines ha pienamente collaborato: ha lanciato lui il primo allarme alla torre di controllo di Tirana. «Ho due dirottatori a bordo». Aveva poi lanciato un messaggio criptato, il «7500», che confermava la comunicazione verbale. Poi ha seguito docilmente le indicazioni che gli venivano via radio. «Dopo che è atterrato a Brindisi non me ne sono andato subito. Sono rimasto in zona, volando basso, per altri dieci minuti. Ho visto che l’aereo si sistemava in una pista laterale. E quando ho capito che spegnevano i motori, e che era ormai circondato dalla polizia, il mio lavoro era finito».

L'intera intervista

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