Citazione:
audisio ha scritto:
In genere, i pazzi sono il livello appunto più avanzato della evoluzione umana.
Ma non è più semplice pensare che, siccome attuano dei percorsi logici decisamente alternativi alla norma,
può capitare che ti sorprendano con intuizioni e ragionamenti del tutto affascinanti?
Ma "può capitare" non significa che
sempre lavorino a un livello di consapevolezza superiore.
Inoltre, escono dagli schemi e in questo sono dei
potenziali EscherGödelBach (cit.).
Ma poi SANNO sfruttare questa ellitticità del pensiero come EscherGödelBach? Sanno uscire e rientrare nell'orbita del pensiero condiviso dei "normali"?
Se non lo sanno fare, ecco che
non sono più simili a quei genii assoluti.
Eddàisù...
Oh, e:
Basaglia non c'entra un'ostrega, non avrebbe difficoltà a relazionarsi con Tuttle o Red
Ha "solo" cassato il rigido dualismo positivistico malato/sano, ridefinendo la psicopatologia come un range di possibilità che non permette di ospedalizzare a cazzo i "non conformi" a uno standard sociale (già di suo in continua evoluzione e quindi poco affidabile come standard per decretare limiti e confini precisi).
Ovviamente "solo" è fra virgolette, perché si tratta di un'acquisizione di portata enorme, paragonabile alla rivoluzione copernicana di Erasmo, che ridefinisce (di fatto "crea") la condizione di "bambino".
Ma Basaglia non si è MAI sognato di dire che la sofferenza psicopatologica non esiste, né TANTOMENO che sia una condizione di superiorità esistenziale.
Quindi non arruolarlo fra i sostenitori di curiose teorizzazioni...
né affidati a come alcune culture primitive integrano i "pazzi" in comunità facendosi molte meno pippe mentali di noi progrediti.
Non significa che li considerino superiori, ma che gli attribuiscono un ruolo possibile e compatibile con la società.
I nativi americani li considerano sacri, possono essere sciamani in mongolia, oracoli in grecia. Ma sono atteggiamenti religiosi coi quali si "recupera" l'idiota (<- in senso etimologico: "idios" -> fuori dalla comunità).
Basaglia converte in termini scientifici questo atteggiamento. Cioè accomoda alla modernità concetti antichi, sottraendoli al misticismo e attirandoli nell'alveo della
razionalità.
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