Re: messaggi subliminali sull

Inviato da  florizel il 12/3/2011 20:07:36
In effetti solo ora che leggo la caterva di cose che ruotano intorno alla mia domanda, mi rendo conto di quanto ampio sia il campo di riflessioni relative.

Makk

Citazione:
Devi "agganciarlo" fuori dall'ambiente lavorativo per capire quanto abbia ceduto alla pressione normalizzatrice del lavoro


Ecco le giuste parole, in merito all’ipotesi che un lavoro “necessario” e non necessariamente “scelto” possa appiattire certe peculiarità individuali: “pressione normalizzatrice”. E’ qualcosa che comprende tutto, non solo il sacro fuoco dell’arte…

Non mi riferivo certo solo all’arte messa a tacere, ma anche (e soprattutto) alla forma mentale acquisita a discapito di quella peculiare di ognuno… ai modi di procedere nei ragionamenti, ai punti di visuale da cui si guarda alle cose, al cambiamento in termini di priorità che vengono date a determinati aspetti piuttosto che ad altri…
In effetti, dentro quella domanda c’era anche l’ipotesi che un lavoro di cui si ha necessità possa reprimere certe particolarità individuali, pur “compensando” quell’appiattimento con il senso della “utilità” nella dimensione sociale dell’individuo…
Un tema senza fine…

Tuttle

Citazione:
Almeno da come ne parli, a me pare tu identifichi l'artista come, appunto, una persona con una capacità. Una specie di "eccellenza".


No, no, io non parlavo nemmeno dello specifico dell’artista… Parlavo di attitudini peculiari individuali… Ma nel caso degli artisti, l’esempio calza pure bene per indicare una versatilità, o una modalità di pensiero particolare che “cede” spazio ad un’altra nel percorso lavorativo quotidiano…

Citazione:
Credo di averti già consigliato la lettura del Codice dell'anima di Hillam.


Ho trovato un'intervista fattagli , e devo dire che mi prende.

Ho trovato di grande dolcezza queste parole: "Siamo avviliti perché abbiamo solo un dio, e questo è l'economia.
L'economia è un aguzzino. Nessuno ha tempo libero; nessuno ha riposo. L'intera cultura è sotto una pressione terribile, intessuta com'è di preoccupazioni. E' difficile uscire da questa prigione.
Inoltre, vedo la felicità come la conseguenza di ciò che fai.
E' impossibile cercare d'ottenerla direttamente."


Molto bello, molto "empatico".

In merito al tuo ragionamento circa il fatto che

Citazione:
le brutture dell'uomo vengono dal NON seguire questa vocazione, piuttosto che dall'azione livellante ed aberrante che un qualsiasi mestiere porta con se.


sono d’accordo, ma a mio parere l'azione livellante del mestiere fatto unicamente per "campare" è scongiurata solo se l’individuo può, parallelamente, dedicarsi alle due cose: il suo lavoro come necessità, e la sua passione.
La mia domanda iniziale (giuro che l’avevo buttata lì senza razionalizzare troppo… ) era se l’individuo potesse diventare ciò che fa, se lo fa (per necessità) per tutta la vita, senza mai sperimentare l’effetto liberatorio e gratificante di dare voce alle sue vere passioni.

Comunque, è un bellissimo argomento.

Poi il libro di Hillman lo cerco e lo prendo.

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=7&topic_id=6201&post_id=190106