Re: Film e propaganda...

Inviato da  ivan il 30/10/2011 19:59:56
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Star wars è fondamentalmente una favola di estrema semplicità, con tutti gli stereotipi del caso, e che si fonda su tutta una serie di archetipi principali. Lucas infatti fece una ricerca su tutti gli archetipi maggiori che utilizzo abbondantemente nel suo film; e sono questi che fanno leva sull'immaginario e sull'emotività del pubblico.

Non da soli ovviamente; l'originalità di Star wars che non è appunto nella storia, sta tutta nell'universo immaginato da Lucas: il futuro per la prima volta non è pulito e asettico ma è sporco; nella letteratura inglese sono rimaste famose espressioni della sceneggiatura come la battuta di Luke Skywalker alla vista del Millenium Falcon: "Ma è un pezzo di ferraglia"

L'universo di Lucas è un universo usato e sporco di grasso e olio; nessuno aveva mai visto niente del genere al cinema e questo colpi l'immaginario colletivo in modo dirompente; un paio di anni dopo, forte di questa esperienza, Ridley Scott rilancerà il concetto creando i "camionisti" dello spazio per il suo Alien; gente che non aveva divise ma lavorava in camicia Hawaiana.


Condiviso questa analisi.

Purtuttavia ...

Star wars è una favola semplice, nulla di male in ciò, ma quel che manca è il "valore" aggiunto, quel di piu' che il creatore del film deve mettere di suo proprio perchè è il suo mestiere craere film.

Faccio un paragone con il film "il mostro" di Benigni: c'è un filo conduttore che lega tutte le scene del film ed il risultato è che gli equivoci creati dai diversi punti di vista dei vari personaggi fanno scaturite quel che deve scaturire: la comicità.

In un film di fantascienza dovrebbe esserci qualcosa di analogo: è fanta-scienza, quindi ci si aspetta che la "scienza" leghi con un filo conduttore le diverse scene, le diverse situazioni che man mano si susseguono.

Invece cosa osserviamo in s.w.? I mitra laser dei miliziani che non fanno mai bersaglio (ma non si addestravano al tiro ? ), bel risulato tecnologico, non c' è che dire, ovvio che l'impero perdeva se non colpivano mai il bersaglio; con cosa combattono alla fine i protagonisti principali ? Con quello che è la materializzazione del proprio livello di testosterone (e in effetti vince il piu' giovane); come si salvano quando sono inseguiti nei corridoi dell'astronave ? Buttandosi nella botola dei rifiuti, di cui ovviamente i padroni dell'astronave ignoravano l'esistenza; con che mezzo vincono alla fine ? Con la tecnologia? Con la strategia ? No, con una cosa mistica, con "la forza" che non si sa bene cosa sia.


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La voglia poi di uscire da un periodo di depressione in cui anche al cinema si vedevano visioni del futuro postatomiche e sempre assolutamente negative (il pianeta delle scimmie - 2022 i sopravissuti etc) fecero il resto;.



Il pianeta delle scimmie.

La saga de "il pianeta delle scimmie" sono forse i films piu' inquietanti che siano mai stati prodotti, solo un'epoca di chiara decadenza che aspetta l'apocalisse li poteva produrre.

Il film "master" è ancora passabile; si basa sul paradosso dei gemelli di albertiana memoria: degli astronauti rirtornano sulla terra dopo un lungo viaggio spaziale e si ritrovano appunto nel futuro, futuro che è peggio di quello descitto da Lukas: l'umanità fatta schiava dei suoi servi -le scimmie- (la mitologia del servo che diventa padrone del suo padrone) , le scimmie che sono autoritarie e cattive ad eccezione di due scienziati, i personaggi non hanno scampo e uno solo riesce a fuggire e a salvarsi solo per scoprire che il suo mano è andato perduto per sempre.

I successivi episodi hanno una caratteristica in comune: sono via via sempre piu' ingurdabili tanta è la paranoia profusa in essi.

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la gente si innamorò della favola



E' una favola che forse voleva anticipare il futuro che viviamo adesso: il futuro descritto da s.w. è un futuro guerrafondaio, con i potenti ipertecnologici e i poveri lì giu', vestiti di starcci, che stanno ad abbrutirsi nelle bettole e a vivere di contrabbando.


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Incontri ravvicinati del terzo tipo inoltre, senza scendere sull'analisi tecnica (credo che nessuno abbia dubbi sulla qualità artistica del film) esce anch'esso al momento giusto; dopo 20 anni di fantascienza in cui gli alieni sono dei megacattivi (retaggio della fobia del comunismo) che invadono la terra, ecco arrivare Spielberg con il primo film in cui gli alieni sono una civiltà evoluta e non interessata a distruggerci.

In quegli anni il polso della situazione ufologica stava cambiando velocemente grazie all'interessamento di molti personaggi a questa tematica e all'esplosione mediatica della casistica ufologica; Spielberg che ha sempre saputo cogliere questi momenti di cambiamento ha piazzato la pellicola che la gente sperava di vedere in quel particolare momento storico in cui si stava concretizzando il movimento new age, le dottrine orientali e i concetti di fratellanza cosmica.


Analisi piu' che condivisibile.

Ma vale sempre lo stesso discorso: data una storia, dov'è il valore aggiunto dato da chi la materializza in un film ?

I.R.T.T. è pieno appunto di effetti speciali, ma in definitiva non c'è nulla di nuovo: una raccolta delle cronache ufologiche e nulla in piu' di concreto: gli alieni che sono timidi, che non hanno un traduttore nonostante magari ci stessero spiando da secoli, che non si sa che forma hanno, che non si sa come parlano, e così via.

Insomma un altro film il cui successo è legato solo e soltanto al tam-tam mediatico che allora si fece.

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