Re: Film e propaganda...

Inviato da  ivan il 4/11/2011 3:52:17
Non conoscevo John Kleeves e la sua storia link .

Incuriosito ho fatto due click con un motore di ricerca.

Ad un certo punto è uscito un pdf, questo qui link "Divi di stao - le balle spaziali di Holliwood"

L'introduzione dice

Citazione:



La realtà degli Stati Uniti ha molti lati negativi, sia nei suoi aspetti attuali che storici. A chi la conosce, anche poco, ma quel poco con esattezza, immancabilmente capita prima o poi di notare come la filmografia di tale paese - per antonomasia Hollywood - sia al riguardo puntualmente mistificatoria. Non in modo plateale: i film di Hollywood non stravolgono completamente i fatti né fanno omissioni evidenti per i non iniziati. Con disinvoltura essi evitano di citare gli eventi più significativi, o dei particolari rivelatori, e distorcono i fatti quel tanto che basta per indurre lo spettatore a trarre conclusioni sbagliate su certe situazioni, o comunque a non trarre quelle giuste. Gli esempi sono infiniti
...


Ossia in sintesi è l'argomento di questo 3ad, cioè di come i films siano diventati strumento di propaganda.

Triste epoca questa se anche i films hanno perso la loro innocenza.

A quanto pare non c'è modo di sfuggire alla propaganda, essa ti insegue ovunque, come il monolite nel film di Kubrik che è li a seguirti fino alla fine dei tuoi giorni anche all'altro capo dell'universo.

Infine, sul web si trova pure quel'altar opera di J. K: Link PDF Breve storia non romanzata degli Stati Uniti d’America .

Due letture interessanti, ma alla fine son cose che si son sempre sapute.

In quest' ultima opera è interessante questo pezzo [

Citazione:


La Dichiarazione di Indipendenza americana, e la retorica di Stato che l’ha sempre avvolta, ha ingannato molte persone. Essa in effetti costituì il primo esempio di quella che sarebbe diventata una costante della politica estera americana: l’enunciazione di slogan di alto contenuto ideale coi quali nascondere intenti inconfessabili e meramente e sistematicamente economici. Lo slogan del caso fu il Principio
dell’Autodeterminazione dei Popoli. Ma era appunto uno slogan per coprire le mire al Mercato dell’Oriente. Infatti gli americani mai riconobbero quel principio a nessun altro, quando non conveniente sul piano economico. Molti giovani rivoluzionari che combattevano per liberare il loro paese da una dominazione coloniale identificarono invece le loro aspirazioni di indipendenza, di autodeterminazione, con quelle degli
americani del 1776. Il giovane Ho Chi Minh, sino ai primi anni ‘50 teneva addirittura il frontespizio della Dichiarazione di Indipendenza americana appeso incorniciato dietro la scrivania. La Dichiarazione di Indipendenza del Vietnam dai francesi da lui scritta così iniziava: « Tutti gli uomini sono creati uguali. Essi sono dotati dal loro Creatore di certi inalienabili diritti, fra i quali sono Vita, Libertà e ricerca della Felicità...»
Nel momento decisivo della lotta di liberazione contro i francesi si
rivolse proprio agli americani per ottenere aiuto, scrivendo in tal senso diverse lettere al presidente Truman, che non rispose neanche: gli americani avevano deciso di aiutare invece la Francia, per i soliti motivi politico-economici, e nel 1954 si offrirono addirittura di rompere l’assedio vietnamita a Dien Bien Phu con un bombardamento nucleare, logicamente rifiutato dalla Francia
Anche il giovane Patrice Lumumba sembra avesse il culto della Dichiarazione di Indipendenza americana: appena ottenuta l’indipendenza del Congo dai belgi, pure lui si rivolse proprio agli americani chiedendone l’aiuto. Invece gli Stati Uniti avevano di mira le ricchezze minerarie del suo paese. Nel 1962 il presidente Eisenhower lo fece assassinare.



A quanto pare cedere alla propaganda a volte è anche pericoloso, perlomeno negli ambiti delle ragioni di stato.

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