Re: Film e propaganda...

Inviato da  Giano il 4/11/2011 16:58:33
Dalla premessa dell’articolo di Kleeves:
LA SOTTILE LINEA ROSSA
OGNUNO COMBATTE LA SUA GUERRA, ANCHE HOLLYWOOD

“Riduco all’estremo la mia solita premessa : nei film di Hollywood io cerco la propaganda
intenzionale che vi inserisce l’USIA, United States Information Agency, l’ente federale istituito
nel 1953 al fine di creare all’estero una ben precisa e falsa immagine degli Stati Uniti, per
agevolare le politiche estere della Nazione. Hollywood infatti è controllata completamente
dall’USIA.”

La premessa di Kleeves avrebbe potuto aiutare a leggere la sua analisi per quella che è:
una analisi per niente distaccata, per niente obbiettiva, una analisi che nasce dal suo odio per gli stati uniti, odio che non tenta mai di nascondere o camuffare ma di cui va fiero, che usa come proclama nei suoi scritti e nei suoi libri che sono, guarda caso, praticamente monotematici(anti-USA).
Avevo già letto qualcosa del fu signor Anelli, e leggendo questa analisi l’ho fatto alla luce dell’idea che mi son fatto di chi scrive.
Faccio un esempio stupido che riesco meglio:
mettamo che un israeliano faccia un film su piombo fuso e mettiamo che a commentarlo sia un palestinese. Ipotizziamo che il film sia un film dove si analizza la psicologia di un soldato israeliano, un soldato che capisce che quello che sta facendo non è giusto, che analizzi le crisi di questi ragazzi in guerra. Ci sono altissime possibilità che al palestinese
passi del tutto inosservata la psicologia del soldati. Si accorgerà, invece, che nel film in questione non c’è traccia del fosforo bianco, non c’è traccia di bombardamenti sui civili,
probabilmente l’azione non viene neanche rappresentata a Gaza.
La sua critica sarà concentrata su quello che ha vissuto e che nel film non è riferito. Anche se il soldato David si pente di quello che sta facendo, il critico palestinese cercherà di vedere del male anche nel pentimento, lo traviserà, perché per quello che ha visto lui, il film racconta una realtà fasulla e questo lo porta a giudicare, sbagliando, a senso unico.
Per me Kleeves è come il critico palestinese. Pur prendendo degli abbagli fa un’analisi corretta e spietata di quello che c’è, di quello che non c’è e di quello che viene modificato per creare una “storia”.
A me, confermo, pare una spietata analisi di come è costruito il film, ma confesso che ho visto “La sottile linea rossa” una sola volta e circa dieci anni fa per cui rimando il giudizio sul cosa volesse trasmettere.
Al più presto mi regalerò una seconda visione e non faccio fatica a credere che annuirò ripensando ai passaggi criticati da Calvero.

@Calvero, se non sei ancora abbastanza irritato, Kleeves ha “analizzato” anche Forrest Gump:

http://blogghete.altervista.org/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=147:gianluca-freda&catid=42:letteratura-e-spettacolo

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