Re: Corrado Malanga

Inviato da  alroc il 24/9/2013 20:03:26
Citazione:

invisibile ha scritto:

Per cui sono reali sia il duale che i processi di consapevolezza, i sentimenti, e quant'altro il duale provoca. Per forza.
Se non fosse reale non potrebbe avere nessun effetto reale. Se il duale non fosse reale allora anche i sentimenti non sarebbero reali.


Non ho spiegato bene, quindi riprovo.

Non c'è nulla di reale perché viviamo in uno stato di apprendimento tramite simulazione.

Faccio l'esempio di un pilota d'aereo.
Il pilota prova a manovrare l'aereo con un simulatore. Conosce a livello teorico ogni operazione che serve a guidare il proprio velivolo, ma non sa materialmente manovrare i comandi, perché gli manca la "pratica". Si affida ad una esercitazione simulata per verificare la sua capacità di guida.

Il processo che noi compiamo è lo stesso, solo che dimentichiamo di essere in un "simulatore di esperienze".

Se il pilota non avesse consapevolezza di guidare un aereo "finto", comincerebbe a sudare freddo perché sentirebbe tutto il peso e la responsabilità di avere delle vite nelle sue mani, temerebbe di sbagliare, sarebbe incerto e ansioso ad ogni manovra difficile mai provata.

Noi siamo come il pilota. Siamo in una simulazione, ma abbiamo dimenticato di esserlo. Quindi viviamo tutte le nostre esperienze (duali) con angoscia, ogni scelta comporta conseguenze anche gravi e ci tormentiamo per ogni episodio, drammatizzando le difficoltà, assumendo dei ruoli e prendendoci troppo sul serio.

Tutto questo significa che è reale l'ambiente in cui viviamo le esperienze?
No.

Ogni operazione duale ci serve come simulazione per capire:

Cosa avrei fatto in quella circostanza?

Quali sentimenti provo prendendo quella decisione?

Cosa ho imparato da quella esperienza?

Ogni stato d'animo vissuto si realizza in un ambiente di apprendimento (il nostro ologramma), per cui è reale la consapevolezza che noi acquisiamo in ogni esperienza, non l'ambiente di apprendimento (duale).
L'esperienza in sè è una circostanza che ci è utile per capire, ma non è il centro della nostra esistenza. Lo scopo vero è apprendere nel simulatore (duale) in cui siamo immersi, così come fa il pilota.

La fregatura è che noi non ricordiamo di essere in una simulazione e tutto ci appare ai nostri sensi come reale.

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