Re: Corrado Malanga

Inviato da  invisibile il 4/1/2014 9:43:46
alroc

Perché la tecnica di Malanga è sbagliata.
Tre aspetti basilari.

Fondamentalmente è una meditazione che si basa sulla visualizzazione.

Queste pratiche possono essere genuine o no, dipende molto dalla purezza, conoscenza e consapevolezza di chi le crea.
Una delle cose fondamentali è che l'attribuire qualità molto specifiche alle visualizzazioni è un errore grave. Questo perché si impone qualcosa, è una forzatura e siccome nelle meditazioni niente deve essere eseguito con forza, di nessun tipo, il farlo preclude l'accesso alle parti profonde in noi stessi, perché si può entrare in contatto con quelle parti solo con un rispetto totale, solo con dolcezza, Amore, fiducia ed ignoranza.
Decidere a priori che una lampada rappresenta la mente è una imposizione e, giustamente, il nostro essere rifiuta il contatto.
Siamo delicatissimi (immagina la cosa più delicata del mondo, noi siamo infinitamente più delicati), e qualsiasi uso della forza viene istantaneamente rifiutato. E' una protezione dell'Essere.
Ne consegue che l'esperienza non è minimamente affidabile e, nella maggior parte dei casi, una semplice fantasia.
Questo non vuol dire che non possa anche avere effetti benefici. Certe persone, magari particolarmente sensibili e/o che hanno gìà un buon rapporto con se stessi, possono in qualche modo bypassare questa imposizione istintivamente, ed entrare in contatto con le parti profonde di se stessi. Oppure qualcuno di molto bisognoso, per il semplice fatto di calmarsi e di dirigere la propria mente in modo calmo, può trarne beneficio. Ma questo vale per qualsiasi meditazione.
Qui abbiamo una serie di forzature, che iniziano con il definire la stanza mentale, come è questa stanza, le tre lampade, cosa sono queste lampade, quale colore hanno, quale è quella in cui mettere il braccio etc. bloccando sin dall'inizio "l'esplorazione" autentica di se stessi.
Un grande condizionamento che inficia sin dall'inizio la validità della pratica.
A mio avviso questo succede perché Malanga parte da una teoria, molto articolata e definita, e ha inevitabilmente costretto la tecnica nei confini della sua teoria.
Il suo errore è che crede di sapere.

Le meditazioni genuine definiscono il meno possibile, a livello mentale, gli elementi di esse, invece qui abbiamo uno stretto corridoio dove si forza il praticante a percorrerlo.
Un errore di impostazione di base.


Il secondo elemento che è sbagliato è la parte che riguarda l'Anima.
Noi non possiamo "vedere" l'Anima, è impossibile.
Io posso vedere te, non posso vedere me stesso, cioè la mia Anima.
Tu puoi vedere me, la mia Anima, non la tua.
E' così che il mondo è.

Io posso vedere la mia mente, il mio corpo, non la mia anima perché è quello che SONO, e per poterla "vedere" dovrei uscire da me stesso, non essere più me stesso. "Me stesso" non è la mia mente ne il mio corpo.
E' una legge invalicabile.

Ma posso "sentire" a mia Anima. Posso conoscere il suo stato. Lei può comunicarmi molte cose e io posso decidere di cambiare il mio comportamento per soddisfare le sue esigenze (che poi sono le mie).
L'Anima è un mistero che rimarrà per sempre tale, alle nostre menti.

Per cui quando visualizzi la luce che dovrebbe essere l'Anima, non lo è, non può esserla.
Questo significa che è una semplice fantasia e come tale non può avere nessun risultato concreto.

Il terzo aspetto è il non considerare la realtà del livello umano, soprattutto in occidente, per quanto riguarda la disciplina mentale.
Praticamente nessuno è in grado anche solo di mettere la propria mente in stato di quiete se non per pochi istanti, in uno stato dove non ci sono pensieri (i motivi di questo aprirebbero un'altra lunga discussione e per cui mi fermo qui).
Partendo da questa realtà, è assurdo pensare che una tecnica di meditazione possa avere una qualche validità se fatta una volta sola, da persone che non hanno nessun controllo sulla propria mente, se non quello insegnato con l'educazione, che è assolutamente insufficiente (e spesso totalmente in opposizione di quello che sarebbe adatto) per praticare queste tecniche nel modo giusto.

Qui stiamo parlando di "arte".
E' come pretendere che una persona che non abbia mai preso un pennello in mano faccia la cappella Sistina.
Intendiamoci, siamo tutti Michelangelo, Leonardo Da Vinci, Beethoven, ma questa arte che è dentro ognuno di noi non è disponibile a noi stessi e, per far si che lo sia, in genere è richiesto un lungo e serio lavoro su se stessi.

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