Re: La Fine degli Antichi Astronauti

Inviato da  martian il 23/9/2013 21:39:06
E' un peccato che la teoria degli "antichi astronauti" sia così legata a Sitchin, che è un dannatissimo cavallo di Troia (i suoi legami con i Rockefeller sono ben documentati, tra l'altro).
Il suo compito consiste(va) nel promuovere l'idea che noi umani siamo tutti schiavi, creati appositamente con questo scopo (come dire..."meet the new Cetriolone, same as the old one"). E infatti tanti boccaloni internauti e adam-kadmoniosi l'hanno subito presa per buona.

Concordo con Maksi, è riduttivo usare il termine "antichi astronauti". E' probabile che ci siano stati sì astronauti-esploratori solo di passaggio (soprattutto nell'ondata UFO anni Cinquanta), ma anche e soprattutto "parenti lontani" che ci tengono d'occhio-- e che tengono d'occhio qualche stirpe furbetta e sotterranea (nel senso che stanno proprio all'interno della terra).

Facile e sacrosanto è debunkare Sitchin e pattume vario proveniente da History-Channel. Un po' meno giusto è ignorare certi indizi sparsi per quei (pochi) millenni di storia a noi noti...
Ma capisco che se si vuole essere degli "studiosi" accreditati e ben pagati certi argomenti sono tabù a prescindere. Ricordo il mio prof di Storia dell'arte indiana che fin dalla prima lezione ci disse che qualsiasi ritrovamento archeologico non conforme con le classiche posizioni accademiche viene IGNORATO completamente...

Tra gli indizi, è interessante trovare in piu' parti del mondo questo uomo bianco disceso dal cielo che cerca di fermare la pratica dei sacrifici umani e porta varie conoscenze alla popolazione locale (Quetzalcoatl, Viracocha, "Pahana" il "lost white brother" dei nativi americani...).
Analogo è il "mito" dei gemelli di alta statura che a bordo di un drago volante costruiscono enormi strutture nell'area dell'Oceano Pacifico (Nan Madol, Lelu)..
Si trovano variazioni di questi miti un po' ovunque, ma chi ha il tempo e i fondi per scrivere libri sull'argomento *stranamente* propone solo tesi cetriolose del tipo "gli umani sono creati dagli alieni per essere schiavi", o tesi opposte del tipo "Non c'é nulla da sapere oltre a quello che trovi nel sussidiario di terza media."

Passando alla storia più recente, secondo me è essenziale questo caso:



Una tipica navicella discoidale ("saucer shaped" direbbero gli anglofoni) comparsa in Giappone nel 1803
Cito da: http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.3500
"Su stampe antiche del periodo EDO appare una storia con allegato un manuale tecnico dettagliato che ha dell’incredibile e venne chiamato Utsuro Fune. Un giorno, una barca sferica è stata trovata nei pressi di un villaggio giapponese dopo essere apparso sulla spiaggia. All’interno è stata trovata una donna che sembrava piu o meno come la gente del posto: aveva la pelle bianca, capelli rossi e bianchi, parlava una strana lingua ed aveva una scatola che sembrava di vetro vicino a lei con simboli sconosciuti. La ‘barca’ aveva strani simboli su di essa, come mai la popolazione locale aveva mai visto.Il dr Kazuo Tanaka dell’ Università di Gifu ha studiato questa storia su questo ‘ donna straniera’ ed i suoi gadget artigianali e sono giunti alla conclusione che quasi sicuramente era di origine extra-terrestre. La storia della Utsuro-Fune (o Utsuro-bune) è apparsa più volte nel 19 ° secolo anche nella letteratura giapponese e molte rappresentazioni della donna e il suo artigianato sono stati impresse in stampe antiche su carta di riso con dettagli stupefacenti, tutte molto simili, come fossero fotografie di un tempo che fu ed alla fine un vero manuale dettagliato di tutte le parti dell’oggetto."

Utsurofune dimostra che le cosiddette navicelle discoidali non sono invenzione dei nazzzisti, non sono pura invenzione di science-fiction americana--- sono qualcosa che esiste da prima, molto prima.

Io ritengo che in passato ci siano stati molti incontri di questo tipo...
Nel libro “Relazione del primo viaggio intorno al mondo” (1524), Pigafetta racconta: “…Partendo de qui arrivassemo fino a 49 gradi a l'Antartico. Essendo l'inverno le navi intrarono in uno bon porto per invernarse. Quivi stessemo dui mesi senza vedere persona alcuna. Un dì a l'improvviso vedessemo un uomo, de statura de gigante, che stava nudo ne la riva del porto, ballando, cantando e buttandose polvere sovra la testa. Il capitano generale mandò uno de li nostri a lui, acciò facesse li medesimi atti in segno di pace, e, fatti, lo condusse in una isoletta dinanzi il capitano generale. Quando fu nella sua e nostra presenzia, molto se meravigliò e faceva segni con un dito alzato, credendo venissemo dal cielo."

Perché un uomo di Patagonia dovrebbe pensare che uno straniero sia arrivato dal cielo? Forse perché nei secoli passati certi "incontri ravvicinati" accadevano più spesso e non erano occultati? Forse.

Quante cose ancora non sappiamo, e quanti pezzi di puzzle da ricomporre.

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