a Giulietto ho mandato questa mail:
Egr. Dott. Chiesa,
Ieri 22 sett., in occasione dell'incontro di cagliari sono intervenuto allacciandomi al suo discorso sulle nuove armi che gli USA stanno sviluppando per dominare qualunque avversario.
A questo proposito ho citato il progetto HAARP ed un documento del parlamento europeo che le allego.
Ieri ho dimenticato di aggiungere che questo progetto è in atto da circa 10 anni e la sua manifestazione più evidente è l'attività degli aerei che passano ad alta quota rilasciando scie persistenti che tendono ad aprirsi e velare il cielo. Queste scie sembrerebbero composte da solfati di bario e alluminio e sarebbero disperse in atmosfera con lo scopo di mantenere la "giusta" conducibilità elettrica necessaria per l'uso dei sistemi d'arma e di comunicazione USA.
Il fatto paradossale è che pur essendo evidenti (tali scie anomale e persistenti), non vengono rilevate dall'apparato visivo dei...giornalisti! A nulla sono valse infinite forme di sollecitazione nei loro confronti...per loro le scie chimiche sono normalissime scie di condensazione...e chi le vede in modo diverso è un ...monatto.

Qui in sardegna un gruppo di persone che fanno riferimento al sito www.sciesardegna.it e più in generale siti come www.sciechimiche.org , www.sciechimiche.com e luogocomune, portano (tentano di portare), all'attenzione delle persone questi fenomeni.
Inoltre su www.arcoiris.tv è disponibile un video sull'argomento (dura circa 20 minuti), che può spiegare alcuni aspetti di questa realtà.

Le implicazioni per la salute sono notevoli perchè questi metalli ricadono nell' atmosfera che respiriamo, beviamo e di cui ci nutriamo.

Le mando questa mail perchè dal fatto che lei non ha sviluppato questo discorso nella sua risposta, ho dedotto forse erroneamente, che lei non abbia informazioni in proposito.

Per quanto riguarda il documento che le ho allegato, le consiglio di leggere (perchè direttamente legati ad HAARP):
pag. 10 punto 27 e 28
pag. 21, 22, 23
pag. 34 punto 11

cordiali saluti ed auguri di buon lavoro,
Edoardo Pilia