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... azzzzz, avviso subito che ho scritto tanto e me ne sono accorto soltanto adesso che ho finito di scriverlo ...ma penso ne valga la candela, perché è un discorso particolareggiato che è nato man mano, e se già lo vedete noioso, lasciate perdere; al prossimo scriverò molto meno._______________
Andiamo nel campo minato per eccellenza quando parliamo di cinema, quello dei cartoni animati; anzi, peggio ancora - in quello dei film in CGI; anzi, peggio ancora - distribuito da Walt Disney ...
(va precisato che la produzione è PIXAR)
Lo dico subito e conscio di come negli anni che sono passati (si parla del novembre 2004, quindi una bella decade fa) la mia sensazione non è cambiata per nulla in proposito: parlo de
Gli Incredibili, poiché di questo film sono innamorato - né più né meno, e ne avrei veramente tante da dire. Ma tranquilli, non mi sgancio dal Topic e questa premessa rimane solo in nome e per conto delle sequenze perfette (e meno male). Più precisamente - di quella che si troverà alla fine di questa nota.
Domandina: - cosa più di in film in CGI può essere artificioso? Nulla: è la quintessenza della programmazione totale e della creazione (si potrebbe osare e chiamarla "creazione letterale") di un racconto audio-visivo; un artificio TOTALE e totalizzante; più del cartone animato classico, visto che comunque la "perfezione" è intrinseca alla programmazione, nelle immagini 3D. Se vero è che agli artisti e ai professionisti che vi operano, è concesso fare qualsiasi cosa e aggiustarla anche un milione di volte, cosa che col cazzo puoi fare in un film classico, quindi ci sono vantaggi enormi ...
... è anche vero che la responsabilità [artistica] di non POTER lasciare nulla, ma proprio nulla al caso (sarebbe impossibile), è comunque una ghigliottina metaforica che rimane perennemente sospesa sulla testa degli autori ...
... per dirla stupidamente, si può ipotizzare un esperimento. Prendete un film qualsiasi che avete a casa, classico s'intende, fatelo partire sulla vostra TV e - a caso - e a occhi chiusi, mentre il film "scorre", mettete un dito in un punto imprecisato del monitor e premete pausa sul telecomando. Bene, aprite gli occhi e guardate cosa c'è sotto il dito: orbene, quel punto virtuale che avete toccato, non è detto che fosse previsto in quella ripresa, anzi non lo è: - la luce, l'espressione dell'attore, un sasso sullo sfondo, una comparsa, un cespuglio che la natura ha fatto a quel modo, e che l'autore non certo ha fatto lui e a quel modo; ma anche l'attore stesso che è il risultato di una emotività che, sai tu - potrebbe avere quella faccia perché due anni prima gli era morto il gatto ...
.. insomma, una INFINITA serie di variabili che sono state ----> catturate, sicuramente, ma non ----> create; certo, in un contesto organizzato/pianificato (sempre non sia
nouvelle vague), ma sempre in una realtà chiamiamola senziente e che vive di vita propria ...
ORA ...
... se fate lo stesso esperimento con un film in CGI, potete farlo un milione di volte, per mille posizione diverse e per diecimila momenti diversi di quel film, in mille punti diversi del monitor e ... orbene: sotto il vostro dito, quel PIXEL - sarà lì, perché è stato messo lì, non è stato catturato ---> è stato
creato da zero. La sua luce, la sua forma, il suo colore, la sua compattezza, il suo contrasto, il suo movimento, l'animazione, la sua composizione: tutto assolutamente programmato.
Questa cosa dell'esperimento, se pur banale e sempliciotta come la scoperta dell'acqua calda, serve a dare una certa consapevolezza nell'osservare il lavoro artistico di una determinata sequenza e guadagnare una sensibilità nell'analisi di diversa sostanza. Molto diversa.
Ne
Gli Incredibili c'è una sequenza altamente simbolica dove tutto è stato orchestrato, neanche a dirlo, alla PERFEZIONE. Non solo simbolica, cioè inerente alla fotografia e ai colori e alla gestualità dei due personaggi principali che seguono i riti della quotidianità e della routine per eccellenza, ma anche alla squisitezza comunicativa di un montaggio a orologeria. Ovviamente se qualcuno non ha visto il film, non potrà cogliere la carica emotiva che sin lì era stata raggiunta dal personaggio principale (quello grosso), quindi sarà meno comprensibile ...
... ma ciò che può interessare è cogliere la maestria nella regia/regista (che è l'autore e scrittore del film) e dai "disegnatori/animatori" nel formulare in entrambi i personaggi (il supereroe in pensione, e il capufficio cinico) sentimenti non solo agli antipodi, ma anche (e questo è magnifico) in conflitto in ognuno dei due personaggi;
- dove quello che vorrebbero dire non possono dirlo apertamente, nessuno dei due, in nome delle convenzioni e dei ruoli; ognuno soffre tra i denti nel trattenere emozioni che sono eticamente divergenti, precisamente sul filo sottile della frustrazione. Sentimenti che, capiamoci, sono umani, e che sapientemente vengono messi in gioco in un crescendo di tensione drammatica e comica, alla fine pilotata da un evento esterno e indiretto, ma che darà la svolta alla scena ....
... è un duello dove si deve decidere cosa essere; decidere di essere o decidere di avere; decidere se perseguire ciò che ritieni giusto o ciò che serve a portare a casa la pagnotta.
La caratterizzazione precisamente stereotipata, i primi piani e i primissimi piani alternati e calibrati senza sbavature tra oggetti ed espressioni; la sensazione spaziale degli ambienti e l'atmosfera; la pantomima del capufficio e la sua psicologia che si rivela attraverso l'uso degli oggetti sulla scrivania, la misura dei dialoghi ...
... e molto ancora, rendono questa sequenza non solo eccellente in sé, ma anche cruciale - poiché è quella che in ogni film serve a dare la svolta inconscia ed emotiva alla storia; una fionda che lancia il pubblico insieme al protagonista verso l'avventura che lo aspetta ...