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Re: Cossiga colpisce ancora | #1 |
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 21/6/2006
Da Christ = Sun God
Messaggi: 1087
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In vista delle recenti discussioni sul ruolo chiave della figura di Giancarlo Elia Valori nella massoneria italiana (si vedano gli articoli: GIANCARLO ELIA VALORI IL POTERE E IL DOMINIO , De Magistris: “Ho scoperto una nuova P2″ e La massoneria è un cancro che affligge PDL e PD), ho trovato interessante ripescare questa vecchia intervista a Cossiga, dove l'ex presidente lo dichiara uno dei suoi migliori amici. Cossiga: non scherziamo, Stay Behind era una cosa seria Il presidente emerito della Repubblica: due cialtroni, mi inquieta la coincidenza con il caso dell’ imam rapito
L’ INTERVISTA
- Presidente Cossiga, visto cosa combinano i suoi gladiatori? - «Lei mi onora. I gladiatori sono patrioti. Sono fiero di averli protetti e di continuare a farlo». - Ne hanno arrestati due. - «Non è vero. Gladio, Stay Behind, era una cosa seria, concepita e realizzata in momenti serissimi. Questa sedicente polizia segreta è palesemente una frescaccia. Infatti nessuno dei due arrestati ha mai fatto parte di Stay Behind». - Loro dicono di sì. - «Mentono. In compenso uno dei due ha indicato in Andreotti il mandante dell’ assassinio di Dalla Chiesa. Un’ altra frescaccia. Creda a me: quelli sono due matti». Matti? - «Matti e cialtroni. Talmente pericolosi per i terroristi islamici da raccontare le loro tecniche di antiterrorismo su Internet. Eppure, la vicenda del loro arresto mi inquieta molto». - Perché? - «Per una serie di motivi. Innanzitutto, chi ha fatto filtrare la falsa notizia secondo cui sarebbero gladiatori? Mi auguro siano stati i magistrati; che la magistratura faccia filtrare notizie false e tendenziose è ormai nella norma. Sarei più preoccupato se fosse stata la Digos di Genova. Vorrebbe dire che la Digos ha paura dei giudici». - Per quale motivo la Digos dovrebbe aver paura? - «Perché ha sotto gli occhi i 47 incriminati per il G8». - Che cosa altro la inquieta? - «La coincidenza tra il caso delle spie immaginarie, dei poliziotti fai-da-te, e il caso Abu Omar. Non vorrei che a scatenare la concomitanza sia il fatto che finalmente il Parlamento sta affrontando la questione del riconoscimento dei gladiatori come volontari». - La sua visione di Gladio è molto contestata. - «E’ contestata da imbecilli e da uomini malati di dietrologia e di ideologia, persuasi che le cose debbono essere come loro le desiderano. I gladiatori sono sempre stati assolti. Assolti! L’ ultimo è stato l’ ammiraglio Martini. Assolti dal giudice Pellegrino che non aveva nulla da farsi perdonare, a differenza da quel repubblicano che voleva condannarli per ingraziarsi i comunisti... ma lasciamo perdere. Sono storie vecchie, e riguardano morti». - Sono morti anche i carabinieri di Peteano. Uccisi da un’ autobomba i cui inneschi, come ha provato il giudice Casson, venivano da un nascondiglio di Gladio. - «Uno dei motivi per cui ammiro Cacciari è che ci ha evitato di avere Casson sindaco di Venezia. Anche se devo confessare che ho contribuito per via indiretta a costruire la candidatura Casson, allo scopo di bruciarlo». - Per via indiretta? - «Abbiamo un amico comune». - Chi? -«Giancarlo Elia Valori è uno dei migliori amici di Casson e miei». - Lei collega l’ arresto delle «spie immaginarie» alla polemica sul rapimento di Abu Omar. Ma qui siamo in presenza di una violazione della sovranità nazionale. - «L’ indignazione italiana non sarebbe compresa in nessuna parte del mondo. Anche perché i governi di tutti gli altri Paesi teatro di operazioni segrete americane sono stati avvertiti. Tutti, compreso quello della civilissima socialdemocrazia svedese. Tranne il nostro». - Gli americani non si fidano? - «Non si fidano. E forse non si sbagliano. Tra tutte queste inchieste, alcune cominciate due anni fa, nessuno ha pensato ad arrestare l’ imam; e ora siamo di fronte alla ridicola farsa dell’ ordine di custodia cautelare, per interrogare l’ egiziano non sulle sue eventuali responsabilità, ma sul suo rapimento. Altra fregnaccia». - Quindi ha ragione il governo degli Stati Uniti? - «Non dico né ho mai detto questo. Il problema resta quello che denunziai a suo tempo: gli agenti Cia che hanno rapito Abu Omar erano protetti dalle leggi americane». - Resta il fatto che gli Stati Uniti non hanno avvertito l’ Italia. - «Conoscendo il mio Paese, meglio così. Si rende conto che l’ ordinanza di custodia cautelare per l’ imam non era conosciuta né dal Sismi, né dal Sisde, né dai carabinieri? In Italia il segreto istruttorio prevale sulla difesa dal terrorismo. Considero la tortura ingiustificabile, a differenza della Corte suprema di Israele che ha giustificato moderate torture per evitare il compimento di atti terroristici. Ma cosa sarebbe accaduto in Italia se il mite Letta, il mite Pollari e il meno mite ma mio amico Mori fossero stati informati dell’ azione della Cia?». - Cosa sarebbe accaduto? - «Il rapimento dell’ imam sarebbe diventato il punto centrale della campagna elettorale. Si conferma l’ insegnamento del caso Calipari: gli americani si considerano in guerra; noi no. Noi armiamo le truppe di cacciavite e le incarichiamo di ricostruire acquedotti. Gli Usa non ci capiscono, e si regolano di conseguenza. Con queste regole di ingaggio meglio sarebbe stato restare a casa e non andare né a Kabul né a Nassiriya». - Sta dicendo che il prezzo di sangue è stato pagato inutilmente? - «Purtroppo è così. Prendiamo atto che la guerra non è cosa per noi. Non siamo abbastanza coraggiosi e siamo troppo furbi. Ad esempio, quelli che si lamentano per l’ azione della Cia dovrebbero sapere che noi abbiamo fatto lo stesso. Quand’ ero ministro dell’ Interno, con la collaborazione di una potenza straniera riportammo in Italia quattro terroristi neri dal Sud America, senza estradizione. Ce li consegnò la polizia sulla scaletta dell’ aereo». - Quale potenza? - «La Spagna». - Quali terroristi? - «Non me lo ricordo. Né ricordo il nome di quel terrorista rosso che fu preso dai nostri agenti a Nizza, con la collaborazione della polizia criminale francese. E quando una magistrata di Nizza aprì il fascicolo, il ministero della Giustizia di Parigi le ordinò di ritirare l’ azione penale. Ma questo accade nella patria di Robespierre e del terrore di Stato. Noi siamo solo la patria di Prodi e di Berlusconi».
fonte: http://www.almanaccodeimisteri.info/p22005.htm
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