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  moriremo democristiani

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  •  padegre
      padegre
moriremo democristiani
#1
Mi sento vacillare
Iscritto il: 28/11/2007
Da
Messaggi: 496
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- moriremo democristiani -
di Paolo De Gregorio, 4 giugno 2013

C’è un evento nuovo in Parlamento, che però sa tanto di antico: gli eletti di PD e PDL, ora alleati nel governo Napolitano-Letta, costretti dalle circostanze ad annusarsi da vicino e frequentarsi anche fuori dagli emicicli, hanno scoperto di non essere poi così diversi tra loro, e forse sono pronti anche ad ammettere ciò che è evidente da anni, che entrambi sono partiti di CENTRO, condividono entrambi il liberismo, le alleanze internazionali, il ruolo del Vaticano e che hanno da tempo immemorabile abbandonato le ideologie di sinistra e di destra.

Certo sentire la Mussolini che osserva: “noi e loro anima e corpo” e sentire Cicchitto sostenere che “le sentenze non si commentano” fa una certa impressione, ma colpisce soprattutto il totale disinteresse di questi due partiti per le promesse fatte agli elettori, che vengono considerati stupidi sudditi che devono continuare a farsi guidare dalla solita CASTA illuminata.

Prima o dopo però ci sarà un piccolo pegno da pagare, un 30% del PD ancora di sinistra se ne andrà, e anche una parte della destra berlusconiana si radicalizzerà e abbandonerà il PDL.
Ciò rafforzerà il progetto centrista, ma ho l’impressione che ci sia anche un’altra contraddizione di cui tener conto: il Caimano, ormai un po’ sdentato, comincia ad essere un ingombro anziché una risorsa, e i soliti strali, contro la sinistra illiberale e manettara, le toghe rosse, la favola che vogliono rubargli le aziende, comincerebbero ad apparire ridicoli e superati, fuori contesto, e le minacce di far cadere il governo se condannato, potrebbero cadere nel vuoto e il declino finale inevitabile.
Inutile dire che molti della nomenklatura del PDL sarebbero ben felici di uscire dalla squallida sudditanza al re di Arcore, e questo governo Letta-Napolitano rischia di durare a lungo, soprattutto se indica il vero nemico: il M5S, ovvero l’antipolitica populista che vuole distruggere i partiti che hanno così ben governato negli ultimi 20 anni.

PD e PDL hanno unito il loro destino, sono la nuova democrazia cristiana e nulla vieta che possano unirsi anche formalmente: la famiglia Letta, nel senso di Gianni e il nipote può essere riunita. Resta l’ostacolo di rottamare Silvio ormai “dead man walking” e dedicarsi a contrastare con tutti i mezzi Grillo e i suoi seguaci.
Sarà una bella battaglia, ma vedere Berlusconi cucinato a puntino dalla raffinata tecnica democristiana e reso inoffensivo e ininfluente, naturalmente in nome della governabilità e della responsabilità verso il paese, sarà uno spettacolo per intenditori, una sceneggiata epica da non perdersi.
Paolo De Gregorio
Inviato il: 4/6/2013 20:37
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  •  padegre
      padegre
Re: moriremo democristiani
#2
Mi sento vacillare
Iscritto il: 28/11/2007
Da
Messaggi: 496
Offline
- PD: il trionfo dell’antipolitica -
di Paolo De Gregorio, 6 luglio 2013

Anche se dovremmo essere tutti assuefatti e cloroformizzati dal bla.bla della politica, sempre falso e inconcludente, stupisce che il dibattito all’interno del PD sia la cosa più vecchia e ripetitiva che si possa immaginare. I vari capicorrente, gli stessi da 40 anni, quotidianamente fanno e disfanno progetti e alleanze, disegnano scenari che il giorno dopo abbandonano all’insegna del tatticismo politico più spinto, senza ancorare la propria politica a una strategia, né alle promesse elettorali.
L’immagine finale che ne viene fuori è quella di un partito vecchio, spaccato almeno in tre (renziani, dalemiani, barcaroli di sinistra), che pretende di far convivere liberisti di destra, ex-democristiani, ex-comunisti, che resta unito solo perché è un partito di potere e di apparato e se si facesse un congresso vero sparirebbe lasciando un pezzo a Forza Italia, un pezzo al centro, un pezzo a sinistra.

Bisogna aggiungere a questo simpatico quadretto il peggior delitto che si può fare in democrazia, ingannare gli elettori e non sentirsi vincolati al programma elettorale, come ha fatto il PD andando al governo con B, dimenticandosi di avere escluso solennemente questa ipotesi.
Questi sono i comportamenti che generano l’antipolitica, la gente rifiuta chi la prende in giro e ormai meno del 50% degli elettori va a votare.

Ma la situazione può farsi pericolosa, perché se anche il governo Letta, quello delle larghe intese, con numeri tali da poter legiferare a spron battuto, appare bloccato dai veti incrociati di una classe dirigente vecchia e inadeguata, eterodiretta da B. e dalla nomenklatura del PD, ecco che la democrazia comincia ad apparire inadeguata e da lì a passare all’uomo forte o al presidenzialismo il passo è breve.
Tra l’altro il protrarsi della crisi economica segnala il fallimento del governo tecnico di Monti e di quello Letta, entrambi voluti e sostenuti da sua maestà Napolitano, la cui credibilità e presunta saggezza vengono profondamente intaccate dal sostanziale stallo della politica e della economia.

Il M5S, pur avendo dato importanti segnali di novità con la restituzione di ben 42 milioni di euro di rimborsi elettorali, con la restituzione di un milione e mezzo di euro risparmiati sulla diaria di spettanza dei parlamentari, pur avendo applicato la rotazione (ogni tre mesi) dei portavoce dei gruppi parlamentari, pur avendo proposto moltissime leggi, pur avendo proposto al PD di votare per l’applicazione della legge 361 del 1957 per l’ineleggibilità di B., pur avendo proposto al PD di abolire la legge elettorale attuale e tornare al Mattarellum, viene costantemente attaccato, denigrato, ed è oggetto di “scouting” (ossia cercano di dividerlo per comprarsi deputati e senatori).
La grave colpa è quella di avere introdotto nelle istituzioni un pericoloso virus, temutissimo dalla casta politica, quello di attenersi al programma elettorale, per il quale il M5S ha avuto il 25% delle preferenze degli italiani, in cui era scritto che non si sarebbe mai alleato né col PD, né col PDL, perché ritenuti pienamente responsabili dell’attuale situazione di crisi.

Sta agli italiani comprendere e giudicare chi merita il loro voto. In presenza di una alternativa di persone nuove, espresse dal basso e dai territori, che invece di intascare soldi li restituiscono alla collettività, se i cittadini italiani continuano nell’astensione o nel voto ai vecchi partiti responsabili del disastro, il problema dell’Italia sono gli italiani.
Paolo De Gregorio
Inviato il: 6/7/2013 17:13
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