Re: Disastro o cospirazione? Discussione sulla crisi economica in corso
#1
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 8/6/2006
Da
Messaggi: 199
Il thread sta diventando sempre più interessante tanto che la marea di spunti è così grande che non è possibile star dietro a tutti se non scrivendo un trattato!
Dividiamo in 2:
1) Cos'è il denaro
2) Topic del thread: siamo, nei fatti, dinanzi ad un evento pilotato da tempo.
Sul punto 1) sono in larga misura d'accordo con paxtibi anche se siamo in disaccordo sul punto di partenza. Tralascio ciò su cui siamo d'accordo e torno invece sul disaccordo . Lui dice che il valore è soggettivo e che il denaro è solo un mezzo di scambio. Io invece dico che il denaro è una misura di valore, il valore di una merce che è, inteso alla Marx, la quantità sociale media di tempo di lavoro necessario a produrre un bene in un ben determinato contesto produttivo (valore che non è misurabile in ogni istante con metro e cronometro ma solo dal "mercato" -- ci torno dopo). Tralaltro è con questo concetto che si spiegano efficamente le crisi come quella in corso: se il valore fosse qualcosa di solamente soggettivo con una campagna pubblicitaria ad hoc si potrebbero risolvere tutte le crisi convincendo la gente di certi valori di certe merci!
Il denaro, secondo quanto cerco di dire, è una merce che viene scambiata come misura del valore delle altre merci: si può benissimo immaginare che il denaro sia sostituito da un'altra merce, ad es. il sale o il petrolio oppure, com'è sempre stato, dall'oro. In questo senso è una "misura" (cosa che qui alcuni sembrano non capire) e il fatto difficile da comprendere è che la misurazione dei valori non viene fatta a priori con un metro o una bilancia ma attraverso quel meccanismo che definiscono "mercato" e che sta dinanzi e "sopra" di noi, nel senso che ognuno di noi singolarmente non può prevederne a priori i risultati, cioè le valutazioni precise (un po' come per la metereologia) se non le tendenze -- e spesso male anche quelle. Cioè noi come individui siamo strettamente in balia del mercato come siamo in balia del tempo atmosferico (anche in tal senso Marx parlava di "alienazione"). Il mercato appare come una sorta di grande meccanismo omeostatico che tende a riportare sempre il valore di ogni merce al suo "giusto" valore in rapporto alle condizioni di produzione -- queste ultime sono importanti perché decidono quanto lavoro sociale medio è necessario per una determinata merce, dunque per il suo valore (un'azienda poco innovativa che produca un prodotto X impiegando molto più della media di lavoro, inteso come lavoro umano vero e proprio e lavoro incorporato nei mezzi di produzione, andrà fuori mercato, fallirà).
Anche se, come oggi, il denaro inteso come banconote, non è garantito da una somma d'oro il discorso non cambia: esso "segna" un valore dal momento che è scambiabile con ogni cosa, dunque ogni cosa può essere "denaro". Il prezzo non è la stessa cosa del valore: il prezzo può essere qualcosa di soggettivo, cioè di scelto da un individuo (inteso anche come azienda) ma la cui oscillazione definisce, alla fine, il valore come una sorta di media in un lasso di tempo o, che è lo stesso, una "tendenza" verso un valore attorno cui si può oscillare anche senza toccarlo se non per momenti (si può pensare ad un'onda che oscilli in maniera disordinata attorno ad una curva che ha un certo andamento nel tempo). Sono naturalmente queste oscillazioni il sale del capitalismo e l'origine delle crisi.
Sul punto 2) (origine artefatta della crisi) ho poco da dire se non che credo poco a questa idea se essa comprendesse anche i dettagli di ciò che accade: che invece grossi gruppi valutassero la situazione e intravedessero l'andamento intervendo poi per dare delle spinte e trovarci un tornaconto è piuttosto probabile -- anche perché è ciò che succede di norma in questo sistema!
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"In powerful rain, they laid down their heads to die" (My Dying Bride)
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