Mc: scusa il ritardo nella risposta, vedo che nel frattempo la discussione si è ulteriormente sviluppata, ma non riuscivo ad entrare nel sito...
prima di tutto voglio specificarti che ritengo che "il passaggio sia revertibile", cioè che la metafora serva sia a fornire concretezza ad entità astratte, ma anche attribuire concetti astratti a "cose" concrete (se poi dio sia solo astratto è un altro discorso...). questo passaggio -da concreto ad astratto- è chiamato più propriamente anagogia e evindenzia il senso anagogico delle cose e dei fatti.
Non credo affatto che esistano degli dei cui "bisognava comporre ogni volta un raccontino metaforico per farsi capire" ma che il linguaggio metaforico servisse - e serva- a mettere in più stretto contatto dio e uomo. se dio, come dovrebbe essere, non è solo astratto, allora è evidente che egli si debba manifestare anche nel concreto, nel cosmo (il Libro della Natura dei mediavali, sacro quanto o forse più della Bibbia stessa) e quindi in alcuni oggetti. Nel momento in cui io applico il linguaggio metaforico questi oggetti smettono si essere solo tali ma diventano anche altro. e non è idolatria, perchè io non penso che l'oggetto sia dio ma che MI RIMANDI a dio...inoltre le metafore non sono rivolte da dio a noi, ma anche da noi a dio, un punto d'incontro appunto.
C'è una parola per definire questo essere di dio nel cosmo sotto forma di metafora, ed è "cosmoteandria". cosmoteandrica è quella visione del mondo che unisce il cosmo dio e l'uomo, separati l'uno dall'altro ma uniti, nel senso che in ognuno dei tre vi è un "qualcosa" dell'altro. Inoltre io credo che dio desideri lasciarsi capire, altrimenti, che c'avrebbe creato a fare? come si può credere in qualcosa che non è neanche un poco riconoscibile?
A proposito delle masse: metafora non è parabola, non è esempietto, non rende necessariamente più facile la comprensione di qualcosa, anzi spesso è quasi impossibile riuscire a tenere insieme il senso letterale, il metaforico, l'analogico! Le masse si fanno abbindolare, purtroppo è vero, ma non è colpa delle metafore...e se si fanno abbindolare da metafore pseudo religiose, beh, quello è colpa nostra che svuotiamo le metafore dalla loro potenza iniziale per ridurle ad esempietto!
ciao m
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Una donna soletta che si gia, danzando e scegliendo fior da fiore, ond'era pinta tutta la sua via...Pg XXVIII
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