Ah, che maialino che sei (in senso affettuoso)! "Diciamo" che ho confuso, le varie "sorgenti" di pensiero...
(... no... niente frenzy... e comunque non per il solo leggere "dio"... tranquillo...)
Ora e' un po' piu' chiaro ...
Pero': Se dicessi direttamente cio' che pensi tu senza esporre il pensiero di altri (se non si usa correttamente il tool "quote" puo' creare scompiglio nelle interpretazioni), eviteremmo "incidenti" di interpretazione, a monte... (...frenzy?... forse...)
Poco male. Siamo al punto che il cervello crea tutto. Questo mi sembra, abbastanza accettato, da tutti.
Vediamo le ipotesi in seguito alle scoperte che vedrebbero "partizionato" il cervello in aree specifiche di elaborazione informazioni. Si ipotizzerebbe, appunto, che trascurando una determinata parte, l'emisfero destro, l'altra abbia potuto prendere il sopravvento, precludendo progressivamente, nel corso evolutivo, l'utilizzo della stessa a favore dell'altra (emisfero sinistro, razionale).
Se questa e' la rilettura che fai dello psichiatra, non mi convince per nulla.
A parte le ipotesi che elencavo a raffica prima, che andrebbero sgrossate un po', trovo che sia del tutto naturale il passaggio (che comunque non si puo' considerare definitivo, come se l'emisfero destro fosse ormai in disuso!!...) da un emisfero ad un altro. Solo per il fattore temporale che in molti secoli ha visto incrementare le esperienze collettive importanti (passaggi sociali, scambi tra culture, nuove tecniche di vita, etc... tutto insomma) se non altro nel numero. Questo, sia in termini di strade evolutive percorse collettivamente (una strada particolare per ogni collettivita' particolare), e sia in termini demografici generali.
Le informazioni, (che siano giuste, sbagliate, razionali o poco sensate, e' IRRILEVANTE) creano nel cervello una coscienza in base alla quale vengono interpretati i fatti.
La mia ipotesi e' che il concetto di dio e' uno dei tanti "scudi", o gusci, che la nostra mente elabora, in continuo, proprio per una questione evolutiva. Nessun problema se non fosse che, questa presa di coscienza collettiva sull'argomento, e' un "affare" interessante per alcune altre "coscienze", formatesi con altre strutture....
Queste "ipotesi esistenziali" sono necessarie, e' indubbio. E' indubbio anche che si continuera' a cercare le risposte alle domande sull'argomento. E' difficile, lo e' sempre stato, e probabilmente lo sara' ancora per molto... Convincersi di essere arrivati finalmente a delle conclusioni e', indubbiamente, un meta da ambire a tutti i costi. D'accordo. Ma ...Tutto e' lecito tranne forzare la verita' in un compromesso.
Perche' e' ovvio (nell'ottica che tutto parta dal cervello...) :
1) se cerco la verita', e ad un certo punto, accortomi che non la riesco a trovare, me la "invento", cioe', trovo una "versione" della verita' che in qualche modo mi soddisfi, sto snaturando, nel modo piu' profondo, la mia ricerca (e' ovvio, perche' mi riferisco ad un iter individuale, quasi impossibile mentire a se stessi....*) 2) Ne accetto i vantaggi, ma anche gli svantaggi (del compromesso). Ed essendo, poi, appunto, un compromesso, e' intrinseco che vi sia da pagare un prezzo (sia in ambiti "consci" che in ambiti "inconsci").
3) Il compromesso crea anche una serie di "subroutine" (se mi e' concesso) automatiche, insite nelle strutture logiche di formazione. Mi riferisco, per esempio, agli accenni che facevo sul "contro natura", inteso come forza che sovrasta il tutto, che puo' prevedere addirittura la subordinazione di principii condivisi, percepiti come "in assoluto, giusti", perche' messe a confronto con la divinita', a cui io stesso (cioe' il mio cervello), ho accettato di dare la priorita', accettandola come dogma... questo forse spiega meglio il discorso sul compromesso....
Fatto alla "luce del sole" questo ragionamento, lucidamente, non crea problemi. Subito inconsciamente, cioe' processato ma non messo in "ordine concettualmente" e messo a confronto con la propria coscienza, e' un come interruttore nascosto pronto ad essere attivato, da noi stessi, quando va bene, o da altri, quando va male. O anche dagli eventi a cui ci esponiamo.
scusate ... mi sono dilungato....
* : e' possibile, ma essendo tutto creato in ambiti cerebrali, va de se', che in una delle aree preposte all'analisi, conscia o inconscia, ci sara' l'informazione che serve a stabilire la realta' dei pensieri, l'informazione che serve a risolvere i problemi, quello che conferma la mia menzogna a me stesso o che mi conforta nella verita'. Da un "processo" del genere, a volte, probabilmente, si possono creare sovrastrutture di coscienza. Parallele, convergenti, divergenti, ad altre strutture non importa, comunque, indipendenti tra di loro... o se dipendenti, determinate, localizzate per zona, e per costituzione sinaptica. Conflitti tra queste strutture sono frequenti in ognuno di noi.
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