non è una guerra, nessuno certamente qui desidera l'annientamento del pensiero altrui...o sì?
scrivi: " io me lo chiedo, e mi rispondo che non ho nessuna intenzione di subordinare a questa visione tutte le altre, lette e che mi possano venire in mente in pieno iter esistenziale o sotto l'effetto di droghe psichedeliche, solo perche' qualche scrittore prima di me, s'e' sentito in obbligo di credervi".
Pure io me lo chiedo, e pure mi rispondo!!! io -noi- non accetto un bel niente dall''alto, se prima non passa al vaglio del mio senso critico!! E, ti sconvolgerà forse quello che sto per dire, questo è proprio quello de Dio desidera dall'uomo! Non un uomo misero e incapace di pensare, soggiogato dai poteri religiosi e temporali, triste e prono. Se alcuni credenti si fanno sodomizzare da Dio, in realtà si sodomizzano da soli, Dio c'entra poco o nulla in tutto questo...non è questo ciò che è richiesto all'uomo. Anzi, l'uomo è invitato a farsi sempre più Uomo, a potenziare l'immagine a la somiglianza. A farsi umile (e umile deriva da humus, terra, quindi colui che è umile è colui che è in contatto con la terra), ma unico. Pauper sum, sed unicus.
La tua analisi su Bach -molto bella davvero- è esattamente identica a quella della Weil, seppur con parole diverse. Lei dice che ascoltandolo "tutte le facoltà dell'anima si tendono e tacciono", "non vi si trova nulla da affermare o negare, ma se ne nutre (l'intelligenza)". quindi, come scrivi tu, "dove trovasse ispirazione Bach è veramente irrilevante". Infatti non si "tratta di stabilire uno scenario", "ma si tratta di composizione, di psicoacustica, di creazioni emotive. Di cervello". Ovvero, di "nutrirsi di essa".
e non c'è alcuno Dio da vederci dietro, se tu non vuoi -non sei mica obbligato a vedere Dio ovunque- ma solo di vedere questa bellezza, contemplarla -ascoltarla- così com'è. osservare "il lavoro d'intelletto", e vedere "le fantastiche costruzioni gotiche".
E tu questo lo fai, lo hai scritto. Forse per questo ti ho dedicato una poesia!
Il punto, e tu l'hai centrato, è che arrivati a un certo livello, a certe vette di bellezza, non è più importante chiedersi il perchè in quanto la cosa è più importante. Non perchè sia così e non in un altro modo, non perchè questo sì e altro no, ma osservare ciò che E', e contemplarlo, nutrirsene, farlo proprio e fondersi con esso. E', e questo basta a se stesso.
m.
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Una donna soletta che si gia, danzando e scegliendo fior da fiore, ond'era pinta tutta la sua via...Pg XXVIII
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