per me la Fede non è altro che la convinzione che la realtà vada oltre il mondo sensibile, e mi sembra un mio diritto avere tale convinzione.
Scusate se mi intrometto, volevo solo ribadire che questa convinzione è anche la mia, e credo che non sia confutabile: noi non abbiamo che la possibilità di sperimentare, e comprendere, che una minima parte di ciò che esiste, limitatamente a ciò che chiamiamo mondo materiale. A differenza di Santa, non mi spiego questo ignoto con la fede, ma certamente non pretendo di dare una mia spiegazione con strumenti del mondo materiale, sarebbe un assurdo. Semplicemente, come credo dovrebbe essere normale per qualsiasi non credente, accetto il mio limite e considero prioritario ciò che attiene alla mia esistenza materiale, cosciente però di come essa rappresenti solo un dettaglio al cospetto del tutto, nel quale non posso avere certezza del ruolo destinatomi: la vita terrena potrebbe esserne solo una "fase", il corpo una forma larvale e il mondo una crisalide. Conscio di questa possibilità, cerco di ottemperare nel migliore dei modi alle esigenze della larva, che è il modo migliore per preparare la farfalla futura, se mai dovesse nascere. Ora, chi ha fede, crede fermamente nella "farfalla", ha un'idea precisa di com'è fatta e della sua vita: chi sono io per impedirgli di crederci? Che scopo ottengo? La fede degli altri non mi impedisce di nutrire la mia larva: solo in quel caso me ne dovrei occupare, e infatti lo faccio e con rabbia quando le istituzioni ecclesiastiche collaborano con quelle statali per rubarmi le foglioline più tenere, e via via tutta la pianta...
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