Partendo dal presupposto che siamo quello che impariamo, e' l'esperienza l'origine, nasce tutto da li'... Ma proprio tutto. Anche i pensieri sono esperienze, perche' analizzando si riesce a "smontare e rimontare" concetti pratici ed astratti, e da queste analisi se ne traggono nuovi spunti. Per questo, per definire come si puo' imparare, oserei dire che basta vivere... (un pensiero, lo vorremo fare... almeno uno...eheheh... anche senza stimoli esterni, chiuso in una buca, staro' imparando qualcosa...).
Questo esplica anche le possibilita' di un 30enne, che mediamente e' vissuto per 946080000 secondi, in ognuno dei quali, probabilmente (...probabilmente sono molte di piu') ha dovuto gestire ed imparare almeno una informazione (anche mentre si dorme...) che sono diventate, poi, concetti unendosi ad altre informazioni... E cosi' via, si formano vere e propri conglomerati di dati, che organizzati ordinatamente o meno, formano idee, ideali, credenze, valori, etc...
L'empatia, non dovrebbe sfuggire a questo schema di sviluppo. Naturalmente, non tutti, posseggono tale caratteristica, ma e' raro trovare individui che non hanno voluto bene a qualcuno o a qualcosa, nel corso della propria vita... Quindi, aver amato qualcuno o qualcosa, e' sufficiente per creare un processo di condivisione a vari livelli: del dolore, della felicita', della recriminazione ... quello che vi viene in mente, guardando determinate scene, credo derivi da cio' che avete imparato... cioe', cio' che siete... Piu' si ha avuto esperienze di questo tipo, piu' informazioni si gestiscono, piu' sono incontrollabili le emozioni che ne possono derivare... Postavo qualche tempo fa, a chi mi chiedeva dell'amore, che potrebbe essere la riminescenza di tutte le esperienze dai grandi amori della vita, fino ai piu' squallidi insuccessi, scatenata da una sollecitazione di tipo esterno... o anche interno suppongo...
Quando io vedo una bella ragazza che mi crea disappunto (per motivi indefiniti), probabilmente sto rivivendo esperienze precedenti attraverso qualche richiamo non definito ... a volte, capita, anzi, che si riesce (di solito e' fortuna) a risalire (mai facilmente) all'evento o alla situazione, o alla parola scatenante, per arrivare a ricordare, i motivi per cui si ricordino quelle cose, e soprattutto perche' si ripropongano in quel momento.
Ecco perche' e' fondamentale tenere sotto controllo se stessi, perche' tutte le spiegazioni che ci riguardano, stanno in quello che siamo, e che siamo stati.
Come diceva bianca, capire, il meglio possibile, se stessi, e' la strada migliore per arrivare a capire gli altri (a mio parere).
Spero di avere spiegato cosa intendo per empatia, e le sue origini...
p.s.: capire se stessi migliora senza dubbio la qualita' dei rapporti... non autocelebrarsi, naturalmente, ma piuttosto "farsi le pulci"... mettere in rassegna pregi e difetti... e cercare (mai facile) di capirne le origini...
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