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RedPill ha scritto:
L'origine delle due forme č da ricercarsi nella parola ebraica nezer, scritta in ebraico NZR:
N (nun) + Z (zayn) + R (resh). Anche essa deriva dalla radice nazar. Il significato corrisponde a qualcosa di separato, qualcosa di consacrato, oppure si riferisce al simbolo della consacrazione stessa, come il diadema sacerdotale o la capigliatura.
Torniamo un momento su questa sparata senza capo nč coda sul termine nezer.
In is 11,1 si trova il termine netzer, quello da te riportato, tradotto comunemente come "rampollo", o "ramo. Č un nome che in Matteo si trova associato al messianesimo.
Sono in molti a ritenere che l'esegesi di Matteo, che congiunge "Nazareno" con "Nazaret" va considerata come un espediente caro agli haggadisti, i rabbini narratori del tempo. Un modo di spiegare che nel Talmud si chiama "appoggio generico" (una delle cosidette regole ermeneutiche rabbiniche), cioč accenno di carattere puramente allusivo. Nulla di nuovo sotto il sole insomma, e nessuna puzza di complotto.
Tra l'altro č l'unico passo di tutti i vangeli in cui il termine Nazareno č associato alla cittą di Nazaret, e che ha fatto pensare ad un collegamento tra i vocaboli. Collegamento che alimenta tesi come quelle da te riportate su un'improbabile cover-up di un termine scomodo.
Non sarebbe stato meglio chiamare Gesł "il Betlemita" dal momento che č nato a Betlemme e che questa č pure un'importante cittą messianica?
Nel talmud invece Gesł viene associato alla parola notzeri, e c'č chi associa questa a natzor (che corrispondeva all'aramaico "netar"). Questa significherebbe "osservante", e non "nezar" che riporti tu.
"ma allora, si puņ forse dire che Gesł e i suoi discepoli siano stati degli esponenti autentici di osservanza religiosa? Gesł, che interpreta la proibizione del lievito durante la Pasqua come una cosa secondaria di fronte al lievito del livore conservato nei cuori?"
Non sta in piedi questa cosa degli osservanti.
Boh...