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Re: Donna congelata torna in vita: la criogenia quindi è possibile? | #1 |
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 1/4/2010
Da
Messaggi: 2040
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Purtroppo il problema della cristallizzazione delle molecole d'acqua esiste, indipendentemente dalla velocità di ibernazione del corpo: è una questione fisica. Quello che può essere interessante è invece una valutazione del contenuto d'acqua nel corpo umano, che non è uguale per tutti. E' possibile che una disidratazione del corpo umano porti ogni cellula ad essere un po' meno "acquosa" e quindi più robusta a sopportare un incremento di misura non eccessivo, evitando così la distruzione. In effetti nelle persone disidratate si nota subito una diminuzione dei volumi corporei. Detto questo, ovvero che in particolari condizioni il corpo potrebbe non essere danneggiato dal (con/sur)gelamento aggiungiamo un altro elemento fondamentale, che è quello del mantenimento in vita delle cellule, in particolare quelle della corteccia celebrale, essenziali per il ripristino delle funzioni vitali dopo il processo di rianimazione cardiopolmonare. Per chi non lo sapesse, esiste già a condizioni di ipotermia (4-7 gradi) un meccanismo cellulare automatico di protezione per il quale le cellule conservano all'interno l'ossigeno senza lavorarlo nel normale processo osmotico. Quando sovviene l'arresto cardiorespiratorio in ambiente freddo, il corpo è come se si mettesse in stand-by, con un tempo di sopravvivenza-recuperabilità di alcune ore (negli Usa un bambino che è uscito da casa gattonando sulla neve è stato "recuperato" dopo circa sei ore di arresto cardiaco). Ma gli stessi protocolli sanitari prevedono di praticare tentativi di ripristino cardiocircolatorio in persone rimaste soffocate da valanghe o annegate in acque ghiacciate anche se sono passate diverse ore dalla scomparsa. Sul tema della ipotermia indotta ho un brevetto in corso di perfezionamento.
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