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Re: L'immagine mediatica della donna | #1 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/9/2011
Da località sconosciuta
Messaggi: 3281
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Giornata internazionale: SCIOPERO DELLE DONNE Lunedì 25 NovembreQuest’anno la Giornata internazionale contro la violenza alle donne si connota per un’iniziativa comune e condivisa: lo Sciopero Delle Donne. Se in Italia ogni due giorni ne è uccisa una, è evidente che non si tratti di una questione di ordine pubblico, ma una ferita aperta nella società civile. Lucia, Antonella, Maria Grazia, tanto per citare le ultime della lista, sono state ammazzate dall'ex fidanzato, dal marito e dal compagno nei giorni successivi al decreto varato dal governo il 9 agosto scorso. Sempre più la luttuosa realtà ci prova come misure soltanto repressive non siano la soluzione del problema, perchè il femminicidio non ha natura emergenziale bensì sistemica. Per questo occorrono, e con urgenza, iniziative di sensibilizzazione e prevenzione, finanziamenti ai centri antiviolenza, campagne istituzionali e mediatiche che mettano al bando ogni giustificazione e sottovalutazione del fenomeno. E che, soprattutto, favoriscano la percezione delle donne non come vittime e soggetti deboli bisognosi di tutele, ma persone in grado di autodeterminarsi e scegliere liberamente il proprio modo di vivere. Lo Sciopero Delle Donne va nella direzione di pretendere dalle istituzioni, dai mass media e dalla società tutta che si facciano carico della quotidiana ed inesorabile furia omicida contro le donne, che non accenna neanche per un giorno a fermarsi perché frutto di una cultura violenta e sessista. Per quanto riguarda le modalità, lo “Sciopero” si articolerà su tre azioni congiunte e/o separate (l’una non esclude le altre): 1. Lenzuola e/o pezzi di stoffa rossi esposti dai balconi e/o dalle finestre
2. 15 minuti di silenzio, in piedi, interrompendo qualunque attività di lavoro si stia svolgendo
3. Manifestazioni territoriali organizzate localmente.
L’idea è quella di stare dentro il 25 novembre, ma in un modo completamente diverso dal solito. Diciamo in un modo più attivo e visibile come “scioperanti”: non solo per far cadere l’attenzione sul femminicidio, a cui pare che l’opinione pubblica si sia irrimediabilmente rassegnata, ma, soprattutto, per allontanare da noi l’immagine di vittimismo che il tema, purtroppo, sottintende. Non a caso abbiamo scelto la parola “Sciopero”, e cioè una forma di protesta altamente sociale e politica di autotutela con l’obiettivo di esercitare pressioni sulla “controparte”, ossia la Politica. Siamo difatti dell’opinione che le donne non debbano più essere uccise, maltrattate, offese perché libere e padrone della loro vita, né in Italia né altrove, e che occorrano azioni forti e congiunte come questo “Sciopero” per iniziare tutte/i insieme a fermare la cultura della violenza.
Comitato Se non ora quando - Vallo di Diano
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Io non parlo come scrivo, io non scrivo come penso, io non penso come dovrei pensare, e così ogni cosa procede nella più profonda oscurità. Kepler
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