Citazione:
Prealbe, mi fai domande a cui ho già risposto, forse non leggi attentamente?
Forse. O forse l’esposizione non è così chiara. O forse un po’ di entrambe le cose. O forse nessuna delle due. Lasciamo la questione nell’indeterminato, và!
Citazione:
Se è un principio dev'essere universale, ergo nessuno lo può infrangere legittimamente.
Finché un individuo non si rende responsabile di tale violazione, ovvio: a quel punto chiunque ne abbia la facoltà può intervenire.
Qui avrei da chiederti diverse cose, ma per il momento passo oltre.
Citazione:
Ti ripeto che la questione non c'entra granché con l'argomento della discussione, che il mio tempo è scarso e – di conseguenza – prezioso, e che la descrizione di Rothbard mi va più che bene. A lui, che è molto più colto e preparato di me, è servito un intero capitolo, forse sopravvaluti le mie capacità se ti aspetti da me, in questa sede, un sunto preciso e sintetico (anzi, tu lo vorresti esteso... "e per me un martini con due ulivine, grazie!") degli stessi concetti da lui in fondo così chiaramente espressi.
Mi dispiace, Pax, ma se non hai tempo puoi naturalmente non intervenire. Detto questo, io desidero confrontarmi con i partecipanti al forum, con le loro idee e caratteristiche espressive. D’altra parte capisci da te che il continuo rinvio a fonti esterne ammazzerebbe qualunque discussione. Inoltre che moltissimi 3D affrontino questioni probabilmente al di là delle competenze del più dei partecipanti è cosa piuttosto scontata, ma questo è il bello e il brutto dei forum. O così, o pomì.
Citazione:
Io piuttosto aspetto di sapere da te se hai qualche obiezione da fare al principio di non aggressione come unico limite alla libertà dell'individuo. È valido o no? Perché se è valido tutto il resto è conseguente.
No. Non è valido. Finalmente hai formulato la tua idea in un modo in cui mi appare chiaro il suo limite. Ci sono molti casi di espressione dell’individuo che, senza infrangere il principio di non aggressione come da te esposto (inviolabilità fisica della controparte e della sua proprietà), non sono accettabili in un contesto sociale.
In primis gli infiniti casi possibili di aggressione psicologica, il cui effetto può essere anche ben più devastante di un pestaggio fisico, specialmente se praticato nei confronti di soggetti deboli.
Poi i comportamenti di “disturbo della quiete pubblica”.
Poi i comportamenti che potrebbero
potenzialmente comportare, con un certo margine di probabilità, la violazione del principio suddetto (guidare ubriachi, per dirne una; oppure circolare armati e sotto l’effetto di sostanze psicotrope, per dirne un’altra).
Poi, ulteriormente, l’omissione di soccorso.
Questi pochi rapidi esempi che mi sono venuti in mente costituiscono una casistica di ulteriore e opportuna limitazione alla libertà dell’individuo in un contesto sociale, in cui il principio applicato deve essere anche quello di
prudenza preventiva.
Prealbe