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mc ha scritto:
In maniera molto piu' superficiale rispetto all'approccio spiritualista, individuo, come accenna Timor, nel sogno, per esempio, una assenza di "corpo". Intendendo come attivita' cerebrale inconsapevole quello che una subcoscienza genera durante il sonno. E' una distinzione intuitiva, per quanto mi riguarda, che in realta', pensandoci bene, sembra piu' avvicinarsi alla definizione di "stimolazione interna" e "stimolazione esterna". Quando dormo subisco delle stimolazioni interne, quando son sveglio le subisco dall'esterno.
(sono sostanzialmente d'accordo con chi sostiene che derivi tutto dal cervello... che i pensieri siano manifestazioni fisiche e poco altro di indefinito... )
mc
Ciao mc.
Per la verità nel sogno non c'è assenza di "corpo", nel senso che a livello elettrofisiologico il cervello continua a lavorare incessantemente (e per fortuna sennò stiamo apposto) e il sogno, quello più vivido, dove si possono individuare e dunque ricordare e ricostruire dei contenuti, avviene proprio in quella fase, la REM, dove l'attivazione cerebrale è più simile allo stato di veglia, anche proprio nell'aspetto più fisico, sebbene il corpo sia fermo e di fatto "inerte/inerme". E' una struttuta sottocorticale, la formazione reticolare ascendente, che è meno attivata e fa si che subentri lo stato di sonno, ma sogniamo perchè la corteccia è attiva.
Tra l'altro, una miriade di processi cognitivi e fisiologici in genere hanno luogo sotto livello di coscienza; affinchè noi siamo consapevoli di un determinato processo l'informazione deve passare per la corteccia ed è li che poi possiamo dar luogo a dubbi, idee, pensieri e ragionamenti e anche disquisire su argomenti complessi e affascinant come questi fino a esperire di essere composti di due entità che in diversi gradi e a diversi livelli interagiscono tra esse, come appunto la mente e il corpo, che invece secondo me sono due diversi termini con diverso valore semantico che pertengono comunque ad una sola cosa: l'organismo (o almeno io lo chiamo così perchè alla fine, il nostro lessico, o almeno il mio, non è così ricco ed evoluto da rendere conto sempre dei nostri pensieri e delle nostre idee, a volte mancano proprio i termini per riferirsi a specifici concetti, o meglio per essere in grado di renderli espliciti).Le stesse emozioni sono in buona parte veicolate dal corpo, prima ancora che la nostra "mente" le decodifichi, vi dia un significato e possa anche inibire o modulare le reazioni che alle emozioni si associano: quindi mi pare di poter dire, diversi step, diversi livelli di organizzazione di uno stesso "meccanismo" che poi nel linguaggio comune si rendono in locuzioni del tipo "a mente fredda mi sono controllato, a caldo gli avrei scassato la faccia".
Ci sono molti fenomeni, come la visione cieca, il priming semantico, l'utilizzo della via rettino tettale, in caso di danno o agenesia delle vie visive principali, che rendono conto di comportamenti che a noi sfuggono a livello cosciente eppure il corpo riesce comunque a far si che questi si realizzino basandosi sempre e comunque sulla relazione con l'esterno e dunque con l'ambiente.
Lo stato di trance ad esempio è caratterizzato da una condizione di attivazione elettrofisiologica assai diversa da quella del sonno, ma anche li in teoria non dovrebbe esserci un grosso influsso delle stimolazioni esterne, gli stessi deja vu (eddai, siate clementi, non conosco il francese) sono caratterizzati da attivazioni di strutture sottocorticali come l'ippocampo, che, deputato alle funzioni mnestiche soprattutto di tipo visuospaziale e di eventi in successione temporale, sembra riproporre attraverso il riverbero neurale, dei pattern di stimolazione esperiti in momenti e periodi diversi della nostra vita, un po quello che succede nei sogni, dove le stimolazioni esterne riprendono forma anche se fisicamente assenti grazie a meccanismi di memoria e riverbero delle scariche elettro-chimiche delle nostre amatissime sinapsi.
Tutta sta sbrodaglia per dire che in effetti, ci sono molti esempi di dissociazione automatico/volontario implicito/esplicito coscienza/consapevolezza e che dunque, in base ad essi, questa "mente" come spesso viene intesa sia più che altro un aspetto legato all'attività cerebrale, ossia rientri nella sfera delle funzioni cognitive superiori fino ad inglobarle e a poterne metacomunicare, ma che non si possa disgiungere dal corpo e secondo me, non è nulla di diverso, da un punto di vista anche ontologico, da esso. Penso ci sia una circolarità che va oltre la linearità della logica di causa effetto e che i livelli su cui diversi fenomeni si inseriscono siano in continuo rapporto reciproco, continua trasformazione, continua influenza.