(fonte: progettohumus.it)
Nessuno conosce la verità. Nessuno di quelli che fanno un gran parlare conosce Maria e la sua storia, in pochi conoscono la realtà della Bielorussia, ma tutti sono unanimi nel condannare i responsabili dell’Internat - così si chiamano in russo - gli istituti che accolgono orfani e bambini abbandonati, dove la piccola ha sempre vissuto.
Giornalisti, politici, uomini di chiesa e di legge sono pronti a difendere il comportamento della famiglia di Cogoleto alla quale la bambina è stata affidata nel suo periodo di soggiorno in Italia, ma nessuno prima di parlare si è degnato di venire a vedere l’orfanotrofio, novanta chilometri a nord di Minsk. Qui Maria la ricordano come una bambina allegra e spensierata, con una gran voglia di giocare e sorridere, i suoi disegni raccontano di case, di uccellini, animali sorridenti, alberi e compagni di gioco. Non ci sono bambini legati mani e piedi a una sedia. Nessuna traccia di quel tormento, stenti e privazioni rimbalzati sulle colonne dei giornali in queste ultime settimane.
Ecco il resoconto fotografico di Simone Stefanelli, fotoreporter rientrato recentemente dalla Bielorussia, dove ha visitato l'internato di Vilejka. Un contributo sereno e senza speculazioni. L'articolo è pubblicato anche su diario.it. Le fotografie sono proprietà di Emblema, Società Fotografica Editoriale Italiana.
"Così è, figlia mia, e quanto più si prolungherà la tua vita, tanto più vedrai che il mondo è come una grande ombra che passa dentro al nostro cuore, per questo il mondo diventa vuoto e il cuore non resiste." José Saramago - Memoriale del convento