Ho come l'impressione che stia montando una bonaccia che durerà un po',
magari con qualche piccolo scossone, sia positivo che negativo: tanto
da dare una parvenza di normalità. Dopodiché un altro gran temporale
non ce lo negherà nessuno!
Ma torno a bomba sugli argomenti del thread che stanno diventando
molto interessanti.
Innanzitutto parliamo di "denaro creato col debito": non ho la
possibilità di guardare il filmato consigliatomi ma credo di aver
capito cosa intendete (devo aver letto qualche altra cosa in proposito)
e non sono d'accordo. Non sono d'accordo perché per alcune cose mi
ritengo in sintonia col vecchio Marx (e, in fondo, con l'economia
"classica") che riteneva il denaro un "equivalente universale", nei
fatti una merce scambiata per scambiarsi merci. In soldoni questo
significa che il denaro è un segno del valore e il valore è dato, per
Marx, dalla quantità sociale media di lavoro necessario per produrre
una X merce. Il denaro creato a debito non è vero denaro è solo
anticipazione di un valore futuro che DEVE venir creato (col lavoro):
qui casca l'asino attuale poiché se quell'anticipazione non anticipa
nulla, cioè non corrisponde ad un valore creato realmente, c'è il
patatrac. La creazione di valore mediante lavoro può venir posticipata
con catene di debiti (come succede adesso) ma nel momento in cui vi è,
da qualche parte, una richiesta di valore reale, cioè di merci, tale da
giustificare il debito anticipato e questo valore non viene prodotto o
non è sufficiente, allora la catena dilatoria si spezza e succede, come
dicevo, il patatrac, che sarà maggiore tanto maggiore era la
anticipazione di valore fatta col debito. Cioè il denaro "virtuale" si
mostra come non-denaro e i valori che sosteneva come pseudo-valori: di
qui fallimenti a catena. Cosa vale oggi la Lehman Bros? A parte
palazzi, uffici e altre merci materiali di cui è proprietaria il suo
valore è praticamente nullo o è dato da crediti corrispondenti a valori
di merci esigibili -- non di pezzi di carta (che hanno solo il valore
della carta...).
Le catene di debiti/crediti costruite ad esempio sui subprime, cioè su
mutui a rischio, ad un certo punto crollano perché il valore di quei
debiti/crediti, punto a punto, non è sorretto da un valore reale: se,
per dire, la casa pignorata fosse nel frattempo diventata un condominio
allora probabilmente avrebbe garantito tutti i debiti/crediti costruiti
a partire da essa. Nei fatti è come se su ogni casa si fosse anticipato
il valore di un intero condominio o quartiere: appena si va a "vedere"
la merce reale crolla il sistema -- giustamente. Tutti i crediti fatti
a partire dal mutuo sulla casa sarebbero dovuti essere concessi al suo
proprietario perché con essi costruisse un palazzo...
Ho scritto alla grossa ma credo che il senso sia chiaro.
Poi a Mande voglio dire che io non ho affatto fiducia nel "mercato" o
nella sua bontà o autoregolazione perché ritengo che il mercato sia,
semplicemente, la forma moderna in cui alcuni pochi sfruttano i molti:
è così sin dalle prime civiltà organizzate, cambia la forma e questo
cambiamento però è assai importante per noi. Non è che adesso c'è
l'economia di mercato, che sarebbe l'ECONOMIA tout curt e che, che so,
nel Medioevo o al tempo dei romani ci fosse una non economia o una
economia non naturale. Malgrado molte apparenze l'economia capitalista
(e ogni altra) non è qualcosa di "naturale" come la metereologia (HAARP
a parte...
) o il moto dei gravi, è invece un fatto primariamente
sociale e politico, forma di riproduzione della società nei suoi
particolari rapporti di forza. Il capitalismo, come la schiavitù o la
servitù della gleba, serve a far lavorare la gente -- naturalmente ad
un livello molto superiore di efficienza, il che fa anche una
differenza qualitativa e non solo quantitativa.
Amen