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   Scienze Economiche
  Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie

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Autore Discussione
Re: Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie
#31
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
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I coreani (del nord):

N. Korea Suggests It Can Strike U.S. First

I cinesi:

China's "COSCO" Building Tsunami Class Submarines for Pier J, Long Beach, CA

E la situazione interna:

Death raises concern at police tactics

Traccia una linea, unisci i puntini...

Se il dollaro esplode tira tutti nella cacca, e prima che esplode ci puoi giurare che quei pazzoidi faranno la guerra anche al diavolo

Guarda che il crollo dell'economia statunitense è proprio ciò che "i pazzoidi" vanno cercando, pensavo fosse ormai chiaro. Sbagli se consideri la supremazia USA come loro obiettivo: a loro interessa solo la loro supremazia.
Inviato il: 22/3/2006 15:27
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  •  ziomao
      ziomao
Re: Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie
#32
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/10/2005
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Pax,

Io i puntini li ho uniti...
ma mi esce di nuovo il contenuto del mio post

Non capisco cosa vuoi dire, se hai un minuto perche' non ti spieghi meglio ?

Ciao
Mao
Inviato il: 22/3/2006 15:43
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  •  Ashoka
      Ashoka
Re: Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie
#33
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 11/7/2005
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Citazione:
Il valore del dollaro e' enormemente sovravalutato, per farla breve gli usa hanno con successo linkato il dollaro al petrolio ( una sorta di gold linked ) con le buone e sopratutto con le cattive come in irak.



Citazione:
Possono valere le equazioni economiche ( +denaro = +inflazione ) se nella realta' il mondo gira diversamente ?


Non gira diversamente: semplicemente non vi è così tanta inflazione (rispetto a quanto dovrebbe esserci) negli USA perché sono riusciti a distribuire in giro per il mondo tutti questi dollari extra. Prima utilizzando la gold window come fattore di credibilità, e poi.. beh lo sapete no? :)

Citazione:
I coreani, i giapponesi, buona parte dei paesi asiatici ( massimi detentori di dollari spazzatura ) , tutti ( meno la cina ) bene o male con diverse basi americane sul territorio armate con testate nucleari !


Una parola... Imperialismo

Citazione:
Non penso che domani questi andranno dallo zio tom e gli diranno :

EHY vecchio bastardo ! ripigliati tutta la tua carta straccia e pulisciti il c...o !!!!


Ehh i bei tempi di De Gaulle che mandava camionate di dollari dall'altra parte dell'Oceano per chiedere oro in cambio...

Resta da chiedersi: per quanto andrà avanti? Per non far scoppiare la bolla ci gonfiano dentro ancora di più (posticipandone ma aggravandone gli effetti).


Ashoka
Inviato il: 22/3/2006 20:04
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  •  ziomao
      ziomao
Re: Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie
#34
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/10/2005
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Ciao ashoka,

bel casino...

Certo che da un lato abbiamo dei bei libroni pieni di teorie, dall'altro abbiamo una nazione imperiale zeppa di basi per il mondo e bombe atomiche un tanto al kilo...

la logica vorrebbe che il dollaro finisca nella spazzatura... ma se il mondo funzionasse con la logica forse non saremmo arrivati in queste condizioni paradossali.

E allora... Come andra' a finire !?!?!

Boh ! io non azzardo una risposta.

Nel frattempo cambio i soldi in oro e lo sepellisco nel giardino; chiamala old economy.

Ciao
Mao
Inviato il: 23/3/2006 14:32
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Re: Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie
#35
Sono certo di non sapere
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Da Atene
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E allora... Come andra' a finire !?!?!

Forse con l'ONU buona che aiuterà gli americani oppressi a liberarsi del loro dittatore cattivo, in un tripudio di bandiere arcobaleno?

Inviato il: 23/3/2006 15:23
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  •  Ulisse86
      Ulisse86
Re: Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie
#36
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 12/1/2006
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Citazione:
E allora... Come andra' a finire !?!?!


Forse sanno che non c'è futuro

Citazione:
Nel frattempo cambio i soldi in oro e lo sepellisco nel giardino; chiamala old economy


Mi raccomando, non metterlo in banca
Inviato il: 23/3/2006 21:06
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  •  ziomao
      ziomao
Re: Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie
#37
Mi sento vacillare
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PAX .... Mmhmmmm ..

Bellissimo murales di denuncia ! ad occhio direi sicuramente di scula messicana.
Autore David Siqueiros ?!?!?!


Mao
Inviato il: 24/3/2006 3:08
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Re: Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie
#38
Sono certo di non sapere
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Inviato il: 24/3/2006 3:31
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  •  Dusty
      Dusty
Re: Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie
#39
Dubito ormai di tutto
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ZioMao:
Citazione:
Nel frattempo cambio i soldi in oro e lo sepellisco nel giardino; chiamala old economy.


Ciao Mao,
è proprio quello che avevo intenzione di fare anche io :)

Mi sono un po' informato però e l'oro che si trova in giro, anche se in lingottini da 50 o 100g ha un sovrapprezzo (rispetto al suo valore di riferimento) intorno al 10% a causa di commissioni varie, lavorazione etc.

Come alternativa intelligente mi hanno consigliato di acquistare "azioni" GLD, metto azioni tra virgolette perchè non si tratta di azioni convenzionali, ma di quote direttamente legate ad una riserva aurifera come descritto qui.

Un'ulteriore altra possibilità è quella di acquistare azioni di aziende che estraggono oro e metalli preziosi come NEM, GLD, HL, NEM, AGT o GOLD.
In questo caso però il rischio valuta è forte, nel senso che in caso di crash del dollaro sicuramente queste azioni volerebbero alle stelle, ma con un $ che varrebbe poco.

Voi cosa ne pensate?

Dusty
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Il portico dipinto
Inviato il: 24/3/2006 9:21
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie
#40
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Ragazzi,a questo punto conviene fare debiti ,( a tasso fisso) ,così i creditori pregano che tu non muoia e ti allungano la vita
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 24/3/2006 9:21
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  •  ziomao
      ziomao
Re: Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie
#41
Mi sento vacillare
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Dusty..

Molto ma Mooooolto interessante il discorso !

Certo che il 10% e' tantissimo ! sono dei ladri figli d'androcchia !!!!

Supponendo di prendere questo oro fisico, poi per rivenderlo come funziona ?
magari tolgono un'altro 10% ? oppure non lo rivendono affatto !?!?!

Dando un'occhiata a quelle azioni;

Ho visto un 0,4 % annuo di spese che effettivamente non e' pochino !
Ce' da dire che almeno sembrano dichiarate, al contrario dei fondi propinati dalla banche in cui il costo e' nascosto. Anche se per maggiori garanzie sarebbe da vedere il contratto.

Il mio dubio da malfidente e ' che nessuno al mondo ci puo' garantire che la "streetracks" rimanga in piedi e i suoi amministratori non scappino in uganda con il bottino

Ho dato un'occhio alle loro garanzie... belle ma con tanti condizionali.

Ma secondo voi... l'oro salira' ancora o scendera' rovinosamente ?
La politica UsA e' sempre stata accorta nello svalutare l'oro per dirottare gli investimenti sul dollaro basti vedere le vendite massiccie di oro delle varie banche centrali.

In realta' l'oro dovrebbe avere un valore inferiore al "reale", percio' sarebbe naturale aspettarsi una sua rivalutazione. Anche se bisogna ammettere che nell'ultimo anno sembra cresciuto in modo pazzo, ma per quale motivo ?

Sicuramente la guerra in irak ha avuto il suo bel perche', ma la cosa preoccupante e' il valore simbolico dell'oro. Se l'oro e' salito perche' i dollari si stanno scavando la fossa ne vedremo delle belle, inoltre se il dollaro crollasse non e' detto che gli usa stiano a guardare... ricordiamoci che sino a pochi decenni fa' in usa era vietato possedere e vendere oro !

che fare !?!?

Mao

Pax

Citazione:
di denuncia ?


Boh ! posti una parte del murales grande come un francobollo... ci vuole un po' di fantasia !

Se e' l'autore che ho detto ( e dalla mano pare lui ), era un'autore marxista che passo i suoi bei guai per il suo lavoro che non e' mai stato molto "allineato".

Ciao
Mao
Inviato il: 24/3/2006 10:24
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  •  Dusty
      Dusty
Re: Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie
#42
Dubito ormai di tutto
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Da Mondo
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ziomao:
Citazione:
Molto ma Mooooolto interessante il discorso !

Certo che il 10% non e' tantissimo ! sono dei ladri figli d'androcchia !!!!

Supponendo di prendere questo oro fisico, poi per rivenderlo come funziona ?
magari tolgono un'altro 10% ? oppure non lo rivendono affatto !?!?!


Non sono pratico perchè non lo ho mai fatto, io ho capito che i lingottini si comprano da banche come il Credit Suisse che li conia (con il loro sovrapprezzo, chiamiamolo signoraggio ), ma non so esattamente come funziona in caso di vendita.
Allo stato attuale delle cose penso dovresti andare in uno dei tanti negozi che pubblicizzano "compriamo oro", però immagino che le loro quotazioni siano tutt'altro che favorevoli per il venditore.
Non ho idea se la banca è tenuta o interessata a (ri)comprare i lingottini, mi piacerebbe saperne di più.
In caso di grossi problemi economici globali (guerre, grosse depressioni, etc) immagino dovrebbe essere ancora più semplice rivenderlo (a grosse istituzioni), ma anche qui, annaspo nell'ignoranza.

Citazione:
Per quel fondo legato all'oro, sarebbe utile saperne qualche cosa di piu' !
Hai qualche infos aggiuntiva ?


Sul loro sito è spiegato tutto e c'è un documento di diverse decine di pagine che spiega nel più completo dettaglio come funziona il meccanismo.
Per puntualizzare non è un fondo, ma ogni azione equivale (garantisce) esattamente 1/10 di oncia d'oro. Almeno sull'acquisto originale.

Io ho letto quasi tutto il documento in oggetto, la loro iniziativa sembra decisamente innovativa e, nei fatti, è sicuramente la prima volta nella storia che accade. Proprio a seguito di questa novità, i rischi che corre una iniziativa del genere sono soprattutto legati alla novità ed alla mancanza di esperienza nel settore (che ancora non esiste).
Volendo riassumere il funzionamento in poche parole ti posso dire che il magazzino con l'oro, l'organizzazione che gestisce il tutto etc ha delle spese, e tali spese vengono pagate vendendo man mano parti di oro del magazzino stesso (al valore dell'oro del momento della vendita, che avviene man mano nel tempo).
Quindi evidentemente nel tempo la tua quota di oro garantita dalle azioni in tuo possesso diminuisce nel tempo.
E' evidente che una azione del genere la compra solo qualcuno che crede fortemente in un rincaro dell'oro nel tempo (i motivi, come sappiamo, possono essere diversi, ad esempio a causa della quantità di carta straccia (dollaro) immessa in maniera sempre più incontrollata nel circuito monetario).
Questo non toglie che il costo potrebbe essere (anzi, effettivamente sembra lo sia parecchio) minore di quello che pagheresti tu se in prima persona ti muovessi per:
- comprare oro fisico
- pagare il posto dove conservarlo (es. cassetta di sicurezza bancaria)
- rivenderlo
con tutte le commissioni di compravendita annesse.

Ti porto un estratto di quello che intendevo riguardo alle spese di gestione del servizio:
Citazione:
Fees & Expenses

Ongoing Expenses of the Trust
The Trust’s estimated ordinary operating expenses are accrued daily and are reflected in the NAV of the Trust. The ordinary operating expenses of the Trust include (1) fees paid to the Sponsor, (2) fees paid to the Trustee, (3) fees paid to the Custodian, (4) fees paid to the Marketing Agent, and (5) various Trust administration fees, including printing and mailing costs, legal and audit fees, registration fees and NYSE listing fees. For the period ending seven years from the date of the Trust Indenture or upon the earlier termination of the Marketing Agent Agreement, if at the end of any month during such period the estimated ordinary expenses of the Trust exceed an amount equal to 0.40% per annum of the daily ANAV of the Trust for such month, the fees payable to the Sponsor and the Marketing Agent from the assets of the Trust for such month will be reduced by the amount of such excess in equal shares up to the amount of their fees.

The ordinary operating expenses of the Trust accrue daily and are reflected in the NAV of the Trust. The Trustee sells gold held by the Trust on an as-needed basis to pay the Trust's expenses. As a result, the amount of gold represented by each share will be reduced over time, from an initial 1/10th of one ounce of gold.

Because the expenses of the Trust will be offset by the sale of Trust gold, the amount of gold backing each share (Ounces Per Share) will decrease gradually.

Each share will initially represent 1/10th of one ounce of gold, but this will decline over time. This reduction in ounces per share will be reflected in the NAV of the Trust.


Per quanto riguarda invece questa tua considerazione:
Citazione:
Per l'investimento in azioni delle aziende di estrazione mi pare una mezza sola.

Ti posso solo dire che ho acquistato alcune azioni (purtroppo poche) della Gold Fields Limited (ticker: GFI) intorno al 2000, quando ho cominciato ad interessarmi di finanza, moneta e suo (non) legame ai metalli preziosi.
Al tempo pagai circa 3$ ad azione. Ora ogni azione ne vale circa 20, senza dimenticare i dividendi che ho percepito nel frattempo: non mi posso lamentare
Il fatto è che il costo di estrazione dell'oro è fondamentalmente fisso e (mi pare di ricordare) sia intorno ai 300$.
Se l'oro sul mercato vale meno di 300$ in pratica l'azienda produce una cosa che costa più di quanto si vende, ed è per questo che intorno al 2000, dove l'oro costava molto meno di adesso, la considerazione di tale azienda era molto bassa, ma sarebbe stato sufficiente che il prezzo dell'oro si alzasse che automaticamente le potenzialità di guadagno sarebbero aumentate di conseguenza in modo lineare: questo ha prodotto l'innalzamento del valore delle azioni, in questo caso più legato che altre alla quantità dei dividendi (come in realtà dovrebbe essere sempre!).
Quando il prezzo dell'oro era così basso, tenuto artificialmente a quei livelli con diverse tecniche tra le quali:
- dichiarazioni da parte delle banche di avere più oro di quello che era in realtà
- vendita di nascosto delle riserve aurifere
le aziende che estraevano oro rischiavano di fallire e molte di queste per tutelarsi aprivano delle posizioni short per garantirsi di poter vendere a prezzi fissi i metalli preziosi più in la nel tempo.
La Gold Fields era una delle poche aziende che non aveva posizioni short aperte (o comunque minime), e per questo la ho scelta, ne avrebbe beneficiato maggiormente nel caso (come pensavo e speravo) il prezzo dell'oro sarebbe salito nel tempo.

Comunque, come potreste avere intuito , il discorso mi piace ed interessa parecchio quindi se qualcuno avesse informazioni/ragionamenti in proposito mi piacerebbe conoscerli.

Saluti,
Dusty
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Inviato il: 24/3/2006 11:19
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  •  ziomao
      ziomao
Re: Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie
#43
Mi sento vacillare
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Dusty,

Scusa, avevo aggiornato il post dopo aver letto parte dei link che hai messo a disposizione.

Detta papale papale
Secondo te', visto l'aumento notevole del valore in quest'anno, l'oro salira' ancora ?

Certo che se succede qualche casino in iran ... dovrebbe volare alle stelle !

mao
Inviato il: 24/3/2006 12:43
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  •  Dusty
      Dusty
Re: Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie
#44
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Mao:
Citazione:
Detta papale papale
Secondo te', visto l'aumento notevole del valore in quest'anno, l'oro salira' ancora ?


Secondo me ti stai aspettando un po' troppo da me, non sono un oracolo
Cerco solo di fare i conti della serva, e sebbene mi sembri piuttosto logico che prima o poi tutto ciò che sta intorno al dollaro debba implodere in una bolla senza precedenti, ho paura che nessuno sia in grado di predire quando questo possa avvenire.
Esistono, a mio avviso, anche degli scenari per cui non è detto che ciò debba succedere, ma la mia conoscenza della finanza internazionale e del modo in cui tante diverse realtà sono interconnesse tra loro non rende semplice una previsione.

Citazione:
Certo che se succede qualche casino in iran ... dovrebbe volare alle stelle !


Cosa intendi per "casino"? Da quello che ho capito una possibile guerra in Iran sarebbe espressamente per evitare che possa diventare un fenomeno di rilievo la sua idea di vendere petrolio in €, come del resto casualmente già successo per Saddam.
Probabilmente, come del resto è stato già detto, il motivo per cui al giorno d'oggi il dollaro non è completa carta straccia è che grazie ad esso è possibile comprare il petrolio, per ora necessario per qualunque forma di "civiltà" e "sviluppo". Metto tra virgolette quelle che sono parole il cui significato può essere decisamente controverso.

Ho letto che il giorno in cui l'Iran avrebbe dovuto comiciare a vendere in € il petrolio sarebbe dobuto essere Lunedì scorso. E questo potrebbe portare a conseguenze non indifferenti, qualcuno ha notizie più precise in proposito?
Teniamo però presente che la stragrande maggioranza dell'industria petrolifera mondiale (90% ? non conosco con esattezza i dati, sono gradite correzioni) è in mano ad aziende statunitensi che quindi hanno tutto l'interesse a mantenere il $ come valuta di compravendita del greggio.

Altri ragionamenti da prendere in considerazione sono il fatto che in un futuro (non si sa quanto distante) è possibile che si usi meno petrolio, vuoi perchè finisce vuoi perchè si cominceranno a sfruttare fonti di energia alternative, e quindi minando ancor più le fondamenta del dollaro stesso.

Da qui a capire quello che succederà (e quando) penso che ne passi parecchio, ma spero di poter avere qualche indizio anche continuando a seguire le vostre interessanti argomentazioni

Ciò detto... a mio avviso l'oro è ancora parecchio sottovalutato quindi ci farei un pensierino...

Un saluto,
Dusty
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Inviato il: 24/3/2006 15:36
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  •  Ulisse86
      Ulisse86
Re: Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie
#45
Ho qualche dubbio
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Ecco un articolo che ho trovato abbastanza interessante:

[ tratto da www.movisol.org ]

Il sistema finanziario mondiale entra nella “curva di Weimar”

di Lyndon LaRouche
La truffa compiuta dalla gestione uscente di Alan Greenspan, nascondendo le cifre M3 [il volume monetario, di cui la Fed non rende più disponibili le cifre al pubblico - Ndr] evidentemente è intesa a nascondere il fatto che l'accelerazionedell'aumentodei prezzi delle materie prime più importanti ripercorre la stessa curva iperinflazionaria che afflisse la Germania di Weimar nella seconda metà del 1923.

Facendo il confronto tra la l'accelerazione dell'aumento dei prezzi delle principali materie prime con l'impennata tedesca del 1923, si può concludere che con tutta probabilità, ferme restando le attuali politiche vigenti negli USA e in Europa, il sistema mondiale potrebbe raggiungere la fase di collasso non più tardi del settembre 2006, e forse anche prima”. (...)

Qui non si tratta di prevedere ciò che accadrà in autunno, ma che occorre somministrare ai dirigenti del partito democratico USA il trattamento riservato agli asini quando si impuntano, e che occorre farlo subito, decisamente e ripetutamente affinché si mettano in moto le riforme di emergenza che potrebbero bloccare una crisi altrimenti inevitabile, una crisi che interessa non solo gli Stati Uniti ma l'intero sistema mondiale.

C'è un gruppo ristretto di persone, come quelle che partecipano al «Progetto Hamilton» negli ambienti del Brooking Institution, che è in grado di capire questo fatto, che ha una certa padronanza dei fatti più importanti di cui tener conto. Ci sono professionisti in altre parti del mondo che potrebbero condividere rapidamente tale comprensione, se fossero sollecitati adeguatamente affinché si rendano conto di come stanno le cose…

Il mondo versa, ora, nella fase terminale di un collasso iperinflativo, che non coinvolge soltanto il sistema del dollaro, ma il mondo intero. Per mettere a fuoco questa questione si considerino gli aspetti più elementari di come Greenspan ha orchestrato il ciclo iperinflativo, nel periodo 1987-2006. Si considerino quindi i tre grafici: 1) Quello delle “tre curve”, con il quale rappresento, dal gennaio 1996 le caratteristiche generali del collasso in corso; 2) L’andamento dell’iperinflazione nella Germania del 1923, la repubblica di Weimar e 3) L’attuale accelerazione dell’iperinflazione dei prezzi delle materie prime principali, con petrolio e metalli in testa. (...)










Ciò che Greenspan ha fatto, in sostanza, è stato un continuo rifinanziamento delle banche rimaste con le casse vuote a seguito del crac dell’ottobre 1987, riciclando pacchetti di titoli emessi sui mutui ipotecari di Fannie Mae e Freddie Mac. La vera bolla immobiliare è stata gonfiata fino alle attuali dimensioni cancerose esclusivamente a questo scopo. Questo, a sua volta, ha costituito la base dell’emissione monetaria e finanziaria per quella che sarebbe diventata un’espansione iperinflazionistica di un’economia altrimenti in fase di contrazione fisica (Vedi sopra il grafico delle tre curve).

Alla fine questo è diventato il nucleo di una bolla finanziaria-monetaria paragonabile a quella dei banchieri Lombardi medievali, strumenti di Venezia, che sprofondò l’Europa del XIV secolo in una epoca buia. In questo caso però, la fase conclusiva di questo processo iperinflazionistico sta nel completo controllo che si stabilisce sulle materie prime principali nei mercati mondiali.

Chi è abbastanza furbo da riconoscere che l'attuale sistema finanziario mondiale è irrimediabilmente condannato, si renderà conto che il branco dei predatori ha messo gli occhi su dei 'beni rifugio' che si collocano al di fuori della sfera finanziaria-monetaria interessata dal collasso. Le materie prime più importanti rappresentano proprio questo bene rifugio.

Così l'accelerazione del tasso d'inflazione nel mercato delle commodities più importanti è la curva caratteristica dell'attuale sistema finanziario e monetario mondiale. Quest'accelerazione, come lascia capire il fatto che l'M3 sia tenuto nascosto, è la curva che corrisponde all'iperinflazione che imperversò nella Germania di Weimar tra il giugno ed il novembre 1923.

Alla base di tutto ciò opera il principio dell’azione minima associato da Leibniz alla curva catenaria, il principio fondamentale del calcolo infinitesimale dello stesso Leibniz come anche la sua scoperta della funzione logaritmica naturale. Quest’ultima è derivata dalla caratteristica di catenaria doppia del principio di azione minima. Una comprensione generale di questi sistemi è esposta nell’opera di Riemann sulle ipergeometrie.

Qualche dato a sostegno dell’analisi di La Rouche

I prezzi sui mercati delle commodities – dai metalli preziosi a quelli per l'industria, al greggio – stanno esplodendo in maniera incontrollabile.

Nel corso del 2005 molti metalli hanno registrato un aumento dei prezzi tra il 25 ed il 50 per cento. Altri, come lo zinco, hanno quasi raggiunto un aumento del 100%. Nel primo trimestre del 2006 la maggior parte dei metalli ha registrato un aumento del 25-50 per cento! Nelle prime due settimane di aprile sono stati registrati questi aumenti: alluminio 5%; petrolio 12%, oro 9%, argento 25%, stagno 11%, rame 20%, zinco, 22%, nickel 22%, platino 6%, materie plastiche da stampaggio 9%, benzina alla pompa 14%.

Questo corrisponde approssimativamente ad un'inflazione dei prezzi dell'1% al giorno! Se l'andamento persiste, i prezzi dei futures delle commodities si moltiplicheranno per 10 o per 20 nel corso del 2006, raggiungendo la curva di Weimar alla metà del 1923.






La terza settimana di aprile rappresenta forse la fase più turbolenta dei mercati delle commodities nell'ultimo quarto di secolo. Dal 17 al 20 aprile il prezzo dell'oro è aumentato di 49 dollari, toccando quindi i 649 dollari l'oncia, il massimo dal dicembre 1980. Mercoledì pomeriggio l'impennata iperiflativa è stata temporaneamente bloccata da un'improvvisa svendita “di realizzo”, che secondo alcuni osservatori va attribuita ad un intervento delle autorità in vista del vertice semestrale G7/FMI a Washington.

L'intervento è riuscito in poche ore ad abbassare di trenta dollari il prezzo dell'oro, che però ha ripreso a correre il giorno successivo concludendo la settimana con un aumento di 35 dollari. Anche l'argento ha raggiunto il 20 aprile il massimo in 23 anni, perdendo il 14% nella frenata di mercoledì, ma recuperando l'8,6% già il giovedì. Nonostante l'intervento di contenimento del 20 aprile tutti i metalli industriali hanno registrato un aumento incredibile nell'arco settimanale: rame 10,4%, zinco 6,3%, nickel 4%, alluminio 3,2%, piombo 3%. Anche il greggio ha chiuso la settimana superando la soglia dei 75 dollari il barile.

Il fattore contingente dell'esplosione dei prezzi, che non è la causa alla radice, è la corsa degli hedge funds e dei commodity index funds, che hanno riversato il loro denaro nella speculazione sulle materie prime a prescindere dai “fondamentali” della domanda e dell'offerta. Le previsioni davano un aumento di investimenti dei fondi speculativi nelle commodities di 80 miliardi di dollari nel 2005 e di 120 nel 2006, ma ad aprile pare che si sia già raggiunta la quota di 100 miliardi di dollari.

Il secondo fattore sono le fusioni. Il rapporto settimanale sui metalli preziosi per il Nord America che la Merrill Lynch ha diffuso il 27 marzo riferisce che dal settembre 2005 ci sono state almeno 20 fusioni o scalate importanti nel solo settore dell'oro (rispetto alle cinque della prima metà del 2005). Alluminio: la Alcan, secondo produttore mondiale, ha acquisito Pechiney Metals (Montreal) e Novellis Metals, ha quindi chiuso molti suoi impianti creando una situazione in cui si prospetta un deficit di 300 mila tonnellate di alluminio per il 2006.

Per il rame ed il nickel si prospetta un nuovo monopolio mondiale dalla fusione della Inco Ltd. britannica con la Falconbridge Ltd. Di Toronto. Ambedue producono meno rame e nickel di quanto ne hanno prodotto nel 2004, nonostante l'aumento dei prezzi. Sul fronte dell'energia c'è il fenomeno della fusione dei fondi puramente speculativi con altri fondi, come quella tra la Petrofund con la Penn West Energy Funds, che ha dato vita al “trust energetico” del Canada.

Si aggravano i guai nel mercato ipotecario
Dopo i primi passi intrapresi dalle banche centrali per aumentare i tassi d'interesse a breve, c'è stato un aumento del rendimento dei titoli di stato decennali negli USA, in Giappone ed in Europa. Questo ha provocato anche il rialzo dei tassi sui mutui ed ha messo sotto pressione il mercato della casa, ad esempio con il fenomeno del “negative equity”, quando cioè la proprietà acquistata a credito finisce per avere un valore inferiore al debito ancora da pagare.






Se ad esempio è stata acquistata una casa con un mutuo da 300 mila dollari, ma poi quella casa verrà valutata 250 mila dollari, si avrà un “negative equity” di 50 mila dollari. Sul totale dei mutuatari negli USA sono il 9,4% coloro che hanno un “negative equity”. La cosa più indicativa però è la rapidità con cui la gente si ritrova con questo buco rispetto alla sottoscrizione del contratto. Tra coloro che contrassero un mutuo nel 1985 per acquistare la casa, il 6% oggi ha un “negative equity”. Tra coloro che contrassero il mutuo nel 2003 si sale a 8,4%. Ma per coloro che hanno acceso un mutuo nel 2005 sono il 29% coloro che si ritrovano con il “negative equity”.

Ciò provoca un'instabilità notevole perché anche se questi sfortunati finissero per vendere e lasciare la casa, dovrebbero comunque continuare a pagare il mutuo. Un altro fattore da tenere in considerazione è quello degli espropri. RealtyTrac, centro di monitoraggio del fenomeno, dà un totale di 117.259 procedure di esproprio in corso a febbraio, con un aumento del 58% rispetto al febbraio 2005.

Bloomberg ha dedicato al fenomeno un editoriale che spiega come non siano soltanto i giganti del mercato ipotecario secondario Fannie Mae e Freddie Mac ad essere esposti alle insolvenze sui mutui, ma anche l'intero sistema bancario USA. Riferisce che nell'ultimo trimestre del 2005 i mutui rappresentavano il 32% degli assets finanziari delle banche commerciali. L'esposizione complessiva delle banche nel settore della casa sale al 44%.

Se poi si escludono le banche straniere attive negli USA, le cose stanno anche peggio. Le sole banche commerciali USA hanno assets per 6.910 miliardi di dollari, di cui 2900 miliardi di mutui e 993 miliardi di titoli emessi da Fannie Mae e Freddie Mac (cartolarizzando i mutui). Così il 42% degli assets delle banche USA sono mutui e un altro 14,4% sono titoli dei due enti, per un totale di 56,4%.

Inviato il: 8/5/2006 13:50
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Re: Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie
#46
Mi sento vacillare
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Ulisse 86Citazione:
Ecco un articolo che ho trovato abbastanza interessante:



Segnalo anch'io altri articoli, spero interessanti anche per voi, che mi è capitato di leggere.

Ho trovato curioso vedere che anche il buon Turani che scrive su Repubblica,
da qualche tempo diciamo da un paio di mesetti scriva in modo più trasparente, o meglio coerente; molto strano che stia andando controcorrente, o l’ hanno fatto bere perché dica qualche cosa di più di quel che dice sempre,

o la minaccia di una guerra in Iran metterebbe in crisi l’ economia più di quello che a prima vista potrebbe sembrare,

o si vuole fare propaganda di terrore?

Nel suo articolo che ho segnalato più sotto ne deduco tra le righe che stia consigliando molto velatamente di “comprarsi un ombrello” (possibilmente d’oro dato che le commodities stanno spopolando) sempre per il concetto : “ è in arrivo uno tsunami di letame”.

Strano molto strano che il mainstream consigli di vendere, mentre Wall Street sta facendo i fuochi artificiali.
La guerra è già iniziata o è iniziato lo spolpamento “ al ribasso”?


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WALL STREET A UN PASSO DAL RECORD STORICO

di Vittoria Puledda


La distanza rispetto allo scoppio della bolla è solo dell´1%. Ma Buffett mette in guardia: insidie nel rally delle commodity, nei prezzi degli immobili e nello spaventoso debito delle partite correnti Usa, che «minaccia di provocare danni a catena».

8 Maggio 2006 7:23 MILANO

Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.


(WSI) – Chissà se la manciata di mesi di ritardo con cui la maggior parte delle Borse mondiali ha raggiunto i rispettivi massimi storici - grosso modo tutte insieme tra marzo e aprile del 2000 - basterà per recuperare il terreno perduto nei confronti del Dow Jones, che ormai ha archiviato la bolla speculativa e il relativo sboom tornando finalmente al punto di partenza.

Dopo sei anni e quattro mesi, infatti, Wall Street sta per archiviare il lungo purgatorio, riconquistando i livelli da cui era cominciata la discesa, dal punto più alto cui era stata fissata l´asticella:

quota 11.722,98 punti, segnati il 14 gennaio del 2000 e mai più rivisti. Venerdì scorso lo stesso indice si è fermato a 11.577,74 punti; dunque, un misero rialzo dell´1,23% separa ormai le quotazioni da quei valori di riferimento, toccati all´inizio del secolo.


[…]



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La 'diplomazia del dollaro'
e la corsa del prezzo dell'oro



Il potere assoluto della valuta americana non durerà all'infinto e questo spiega il boom del metallo giallo.

di F. ARCUCCI

Da Affari & Finanza, La Repubblica,
di lunedì 8 maggio 2006


MILANO - Cento anni fa si parlava di “diplomazia del dollaro”: una politica iniziata dal Presidente Taft e dal suo segretario di stato Philander C. Knox (dal cui nome deriva il famoso deposito di oro di Fort Knox).

Poi, con la guerra contro la Spagna del 1898 con cui si applicava fino alle estreme conseguenze la dottrina di Monroe del 1821 (“l’America agli americani”), Teddy Roosvelt di fatto stabiliva il principio che anche un intervento armato era giustificato, allorché uno Stato americano era soggetto al potenziale controllo di Paesi europei.

Ma in generale l’uso della forza non era necessario: bastava utilizzare il dollaro per assicurare l’influenza diplomatica e politica degli Stati Uniti.

[….]


Questa diplomazia del dollaro continuò nei decenni, ma fu solo a partire dalla fine della seconda guerra mondiale che si trasformò in “supremazia del dollaro”: con
la creazione del sistema monetario internazionale di Bretton Woods.

Esso prevedeva rapporti fissi fra oro, dollaro e monete degli altri principali Paesi, le cosiddette monete convertibili: il rapporto oro/dollaro in particolare era fissato a 35 dollari ogni 30,10 grammi di metallo giallo (un’oncia).


[…]


Ma questa volta, appunto, lo squilibrio è ben maggiore per cui ben più sensibile dovrà essere la rivalutazione del metallo giallo. Occorrerebbe portare il valore dell’oro a 3500, forse a 5000 dollari l’oncia.

[…]


È questa la prospettiva in cui si muovono i più avveduti investitori internazionali ed è per questo, e non per banali considerazioni legate all’inflazione, che il prezzo dell’oro sale.

Se ciò costituisce l’inevitabile punto di arrivo, non aspettiamoci però che gli Stati Uniti accettino tutto questo senza combattere:

la posta in gioco (mantenere il signoraggio oppure perdere questo privilegio e avere gli stessi vincoli esterni degli altri Paesi) è talmente alta che essi faranno
sforzi immani per contrastare il rialzo del prezzo dell’oro

e per cercare di dimostrare che anche l’oro, e non soltanto il dollaro, non si presta ad essere la base del sistema monetario internazionale.



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Sell in may



Si deteriora il rapporto tra rischio e rendimento. Anticipare le vacanze non danneggerà molto i portafogli.

di A. FUGNOLI (Strategist Abaxbank)

da il Rosso e il Nero (Settimanale di Strategia)


MILANO – Quelli che la vita è una cosa meravigliosa…. hanno la seguente teoria sulla relazione tra tassi e borse. Quando i tassi salgono è perché l’economia va bene, anzi benissimo, come è stato del resto in questi due anni passati, allietati da 15 rialzi da parte della Fed.

Ovvio che, con un’economia florida, le azioni non possano che salire. Quando i tassi smettono di salire, o stanno per smettere di salire, le borse stappano lo champagne migliore. Non c’è più da camminare in salita, si va in piano, si può andare più spediti. Le azioni non possono che apprezzarsi.


Quando i tassi scendono vuol dire che le condizioni dell’economia stanno per migliorare. La Fed strizza l’occhio agli investitori reali e finanziari e li incoraggia a gettarsi nella mischia con i loro spiriti animali. Presto o tardi sarà boom.

Le azioni, in ogni caso, è meglio comprarle subito, perché non potranno che salire.

Nel paese di Bengodi, dunque, la borsa sale con i tassi in salita, fermi o in discesa.
Negli Stati Uniti, al contrario, l’ultima volta che i tassi hanno smesso di salire la borsa è scesa per 26 mesi di seguito e alla fine si è ritrovata dimezzata di valore.

[…]

Lo stesso vale per il petrolio e per le materie prime in generale. Se salgono per shock da domanda è un segno di salute, al contrario dei rialzi per shock da offerta, assai malsani (l’ultimo rialzo del greggio, a proposito, è metà da domanda e metà da offerta ed è quindi meno sano dei precedenti degli ultimi due anni).


[…]


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Per contro bilanciare invece…..


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Roach (Morgan Stanley): 'Il mondo sta correggendo gli squilibri'


Anche il più pessimista dei guru di Wall Street si è convertito: "per la prima volta da molti anni mi sento più fiducioso sull'economia globale", scrive oggi il capo economista della banca americana.

MILANO - Anche Stephen Roach, il più pessimista dei guru di Wall Street, si è convertito: "per la prima volta da molti anni mi sento più fiducioso sull'economia globale", scrive oggi in una nota il capo economista di Morgan Stanley.


L'economia globale, osserva Roach, sta correggendo gli squilibri che in passato avevano contribuito a rendere l'economista così pessimsita sul futuro. Quattro in particolare le tendenze in atto che fanno propendere l'economista per una visione più serena del futuro (anche se non priva di rischi).


1) La globalizzazione sta mantenendo bassa l'inflazione: a questo riguardo, i più recenti dati americani sul mercato del lavoro sono particolarmente incoraggianti;

2) le maggiori banche mondiali hanno capito la necessità di normalizzare la politica monetaria: di recente si sono mosse in questa direzione anche Cina e Giappone unendosi nella tendenza generale di rialzo dei tassi;

3) i rappresentanti della globalizzazione - in
particolare il G-7 e il Fondo monetario internazionale - stanno finalmente affrontando, come un imperativo, l'obbligo di imporre riforme strutturali;

4) l'Asia - e specialmente la Cina - sta riconoscendo l'insostenibilità di un modello di crescita sostenuto dall'export e sta muovendo verso una crescita guidata dai consumi interni.

Tutto questo dovrebbe contribuire a riequilibrare gli squilibri che fino ad ora avevano minacciato una crescita sana dell'economia globale.

I rischi però restano: petrolio, tensioni geopolitiche e protezionismo sono le principali minacce che secondo Roach pongono ancora pericoli di un mondo economicamente sbilanciato.

Il problema Iran e le revendicazioni di Washington sulla Cina sono al momento le situazioni più problematiche.



(02 maggio 2006)


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Altri invece come Benetazzo più esplicitamente consigliano di andare su ebay e acquistare “mutande d’ acciaio” prima che vadano in esaurimento scorte…



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TUTTI A PECORA
Martedì, 02 maggio


DI EUGENIO BENETAZZO



La festa è finita. Vi siete divertiti, vi siete strafogati, avete cantato e ballato fino all’inverosimilie e vi siete indebitati.

Adesso è il momento che cominciate ad aprire gli occhi ed a svegliarvi dal torpore innocente del tanto qualcuno ci penserà. Ma soprattutto è il caso che cambiate. Che vi cambiate. A cominciare proprio dalle mutande.

Un copioso stock di mutande d’acciaio è il miglior investimento che potete fare per il vostro benessere e per la consistenza del vostro portafoglio nei mesi ed anni a venire.


[…]


- indebitamento statunitense ai massimi storici con livello di crescita senza alcun freno inibitorio e conseguente svalutazione del dollaro (ipotesi del cambio euro/dollaro a 1,5 molto verosimile);

- livello dei prezzi delle materie prime (commodities) senza paragoni con la storia (tanto per ridere una monetina da un centesimo di euro vale più del suo valore facciale in virtù del suo contenuto di rame);

- corsa silenziosa delle banche centrali all’aquisto di oro ed alla svendita di dollari;

- outlook inquitante sul prezzo del petrolio per i prossimi mesi/anni in conseguenza del raggiungimento del picco di produzione mandiale di greggio e all’ormai imminente conflitto iraniano;

- mercati borsistici ai massimi storici relativi degli ultimi anni (si è recuperato in tre anni quello che si è perduto in nove mesi);

- proiezione di un preoccupante rialzo dei tassi in eurolandia dopo il raggiungimento di uno storico minimo dell’EURIBOR a due punti percentuali;

- indebitamento di grandi multinazionali, banche, fondi e grandi speculatori in yen giapponesi in virtù del loro ridicolo tasso di sconto (meno dello 0,25 %);


Sono sette punti che meriterrebbero ognuno fior di pagine di esposizione e commento: messi assieme rappresentano in ottica congiunturale una vera e propria serie di ordigni esplosivi ad orologeria,

[…]


Il greggio sale ogni giorno sempre più e le borse che fanno ?

Salgono anch’esse, come a voler premiare il fatto che pagheremo tutto di più e pertanto questo comporterà maggiori utili e dividendi. Illusioni e fantasie da fantafinanza.



Non da meno il rialzo dei tassi provocherà una lenta ed inesorabile migrazione di liquidità dai mercati azionari a quelli obbligazionari in seguito ad un aumento dei rendimenti obbligazionari, rendendo gli strumenti obbligazionari molto più appetibili di oggi.


[…]


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Crollo del dollaro, l'Asia si prepara

Lunedì, 17 aprile




La Banca asiatica di sviluppo invita i paesi membri a creare una moneta comune sul modello dell'euro. I «deficit gemelli» spingono gli Usa a stampare moneta per pagare i debiti

[…]


I soci della Adb non sono dei privati con gli occhi a mandorla, ma 64 stati. I principali, con una quota del 15% a testa, sono Stati uniti e Giappone. Ma ne fanno parte anche Australia, Francia, Inghilterra, Svizzera, Italia e Germania, oltre che, naturalmente, Cina, India, Indonesia, Pakistan, ecc.


[…]


Perché il dollaro potrebbe crollare? Perché l'economia Usa è minata da due deficit enormi e crescenti: quello della bilancia commerciale e quello statale. Il primo indica che gli Usa importano (sempre di) più di quanto esportano;

il secondo che l'amministrazione Bush sta caricandosi oltremisura di debiti per finanziare, in primo luogo, la guerra in Iraq.

Come potranno ripagare i creditori se producono meno di quanto consumano? Stampando dollari,
secondo la pessima abitudine presa durante la guerra in Vietnam quando, nel 1971, sospesero il «gold standard» e la parità fissa tra dollaro e oro.

In parole semplici, la Adb teme che ancora una volta gli Usa si stiano preparando a scaricare sugli alleati e i partners i propri guai.

[…]

. La moneta Usa è l'unità dei pagamenti internazionali, soprattutto nel settore energetico. Qui sta cambiando molto. Il Venezuela ha appena ricomprato sui mercati americani i bond emessi da Pdvsa, la compagnia petrolifera nazionale, in modo da non dover più rendere pubblici i propri bilanci;

ma Chavez vuole anche cominciare a cambiare in euro e yuan i dollari introitati grazie al petrolio. L'Iran, dopo qualche timida smentita, ha ammesso di star lavorando alla creazione di una «borsa petrolifera» sull'isola di Kish, nel Golfo Persico; Agip e Total vi hanno già aperto propri uffici.


[…]


I paesi del Golfo, da parte loro, stanno lavorando per integrare le proprie economie e dotarsi di una moneta unica, sul modello dell'euro. La motivazione ufficiale è interessante:

sanno di non avere risorse infinite di petrolio e, quindi, invece di investire i surplus in infrastrutture per aumentare l'estrazione di greggio, preferiscono cercare occasioni di investimento all'estero.

Non si fidano più molto dei fondi comuni Usa (lo scherzo giocato alla Dubai Ports, esclusa dalla gara per acquisire le attività di sei porti della costa est degli Stati uniti, non è stato digerito), e quindi guardano all'Europa


[…]


Bella situazione, vero? Ci mancherebbe solo che qualcuno, alla Casa bianca, volesse provare a bombardare l'Iran...



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P.S. Chiedo scusa per il post lunghino.



_________________
Citazione:
Quelli che creano sono duri di cuore. Nietzsche, Friedrich. Così parlò Zarathustra: II, Dei compassionevoli
Inviato il: 9/5/2006 19:10
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