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  Anarchia

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  •  Zelan
      Zelan
Anarchia
#1
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 22/3/2006
Da Neverwhere
Messaggi: 184
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ANARCHIA

Cos'è? Quando e dove è nata? Come si presenta ai giorni nostri?

Questo topic, dalle prospettive funzionali molto ampie, si presenta come una raccolta di dati, teorizzazioni, idee e pensieri sull'anarchia. Un'enciclopedia anarchica, nel vero senso della parola.

Per chi vuol essere abbastanza ambizioso da contribuire...
Inviato il: 10/4/2006 20:52
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  •  florizel
      florizel
Re: Anarchia
#2
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 7/7/2005
Da dove potrei stare meglio.
Messaggi: 8195
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Rispondere a domande come quelle che poni comporta l'indagine appassionata che non si lascia veicolare dalle convenzioni,nè irretire nei dogmi,nè tantomeno ripiegare su se stessa.

Poichè Anarchia è un sentimento,prima ancora di essere una forma di organizzazione sociale.E' un istinto,prima di essere una teoria.E' un'esigenza di autosuperamento,prima di essere una lotta.

Tali istanze non hanno scadenza,finchè esiste uno spazio ancora vivo,negli esseri umani,uno spazio dove sia possibile sperimentare il proprio divenire,liberamente,e ricordare chi siamo per immaginare chi saremo.
Nasce dal rifiuto dell'autorità,delle gerarchie,della delega,ma ad esso non si ferma,perchè il solo rifiuto non è automaticamente "vivere".

Questo,un piccolo "cappello" d'entrata alla discussione di questo forum,di non facile elaborazione,ma sicuramente affascinante e coinvolgente.

Un link,per cominciare a rifletterci sopra.

Una FAQ Anarchica

_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 10/4/2006 22:22
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  •  nessuno
      nessuno
Re: Anarchia
#3
Mi sento vacillare
Iscritto il: 30/7/2005
Da Albino (BG) - Bassa Valle Seriana
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Per quanto riguarda la storia dell'idea anarchica, questo credo sia uno degli scritti europei più antichi sull'argomento:

Etienne de la Boetie: Discorso Della Schiavitù Volontaria (Sec. XIV)

Citazione:
Io bramerei soltanto di sapere per ora s'egli è possibile, e in qual modo può accadere, che tanti uomini, tante città, tante nazioni sopportino talvolta un solo tiranno, che non ha verun'altra autorità fuori di quella che gli vien conferita nè altro potere di nuocere, se non in proporzione di quanta volontà hanno eglino di tollerarlo: che in fine non potrebbe lor fare alcun male, se non allorch'essi preferiscono di soffrire piuttosto, che di contraddirgli. Gran cosa per verità (e pure sì ordinaria, ch'è forza di tanto più dolersene, e di meno maravigliarsene) di vedere un milione di milioni d'uomini servire miserabilmente sottoponendo il collo al giogo, non già costrettivi da una forza superiore, ma sembrando in certa maniera incantati, ed ammaliati al solo nome di uno, del quale non avrebbono in conto alcuno a temer la possanza, essendo solo, nè ad amare le qualità, essendo egli a loro riguardo barbaro, ed inumano. Tal'è la debolezza di noi altri uomini, che spesso è necessità d'obedire alla forza, fa d'uopo allora di temporeggiare, giacchè non si può sempre essere il più forte. Per la qual cosa una Nazione è costretta talvolta dalla forza della guerra d'obedire ad un solo, come la Città d'Atene ai trenta tiranni, non bisogna stupirsi, ch'ella serva, ma compiangere un sì funesto caso; o piuttosto non dovrassi nè stupirsene, nè dolersene; ma soffrire una tanta calamità con pazienza, riserbandosi ad una miglior sorte in avvenire.
_________________
"Quieremos organizar lo entusiasmo, no la obediencia" - Buenaventura Durruti
Inviato il: 10/4/2006 22:30
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  •  Zelan
      Zelan
Re: Anarchia
#4
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 22/3/2006
Da Neverwhere
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Grazie per i link, che sono entrambi molto interessanti.

Partiamo ora con l'analisi di due questioni, che mi sembrano importanti per gettare le premesse della discussione: 1) cosa significa "anarchia"? e 2) perchè l'"anarchia" è spesso associata al caos?.
Inviato il: 10/4/2006 23:20
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  •  florizel
      florizel
Re: Anarchia
#5
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 7/7/2005
Da dove potrei stare meglio.
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Zelan,possiamo procedere liberamente?

Anche perchè spiegare cos'è l'anarchia significa in qualche modo rispondere anche alla seconda domanda.

I link sono molto articolati,prendiamo un po' di tempo per documentarci?

_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 11/4/2006 0:03
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  •  Zelan
      Zelan
Re: Anarchia
#6
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 22/3/2006
Da Neverwhere
Messaggi: 184
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Direi di procedere liberamente.
I link li sto guardando con calma, soprattutto la wiki che consta di cose notevoli, ma richiede tempo.

Nel mentre volevo sondare il terreno con un veloce brainstorming... mi piacerebbe che intervenissero anche persone non "anarch-oriented" (per dirla all'anglosassone) in modo da avere una varietà di contributi più ampia.
Inviato il: 11/4/2006 14:43
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Re: Anarchia
#7
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 13/10/2004
Da Sud Europa
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La questione Anarchia è veramente vasta e complessa.

Apporto un piccolo contributo, degli interrogativi più che altro emersi in una vecchia discussione.
Riporto questo vecchio post che potrebbe dare una prima possibilità di specificare alcuni aspetti di quelo che l'Anarchia è.

____

Sarebbe opportuno specificare se con niente stato si intenda anche “nessuna forma di governo”, poiché anche in passato sono esistite diverse forme di governo senza che esistessero degli stati, come ad esempio le Polis greche, gli imperi o il sistema feudale.

Nel medioevo europeo ad esempio l’imperatore governava pro forma, mentre le singole comunità, spesso piccoli gruppi autosufficienti, si davano delle norme proprie per il quieto vivere, poche regole approvate da tutti necessarie per organizzare il lavoro occorrente per la sopravvivenza della comunità stessa.

Questo mondo fu sconvolto con l’organizzazione e la nascita degli stati moderni che necessitando di denaro per il mantenimento degli eserciti e della burocrazia iniziarono ad esigere tasse in moneta, per procurarsi le quali i contadini dovettero trasferirsi nelle città rompendo così il millenario equilibrio città - campagna e dando origine al fenomeno dell’urbanizzazione che tuttora persiste.

Ora, specialmente nell’ottocento ci sono stati diversi esperimenti di un ritorno alle vecchie comunità, con la fondazione delle cosiddette città giardino utopiche che avrebbero dovuto ricreare delle entità autosufficienti e autoamministrate.

Solitamente il tutto finiva a malo modo, e questo perché probabilmente ogni forma di organizzazione sociale si sviluppa in un determinato periodo ed in determinate situazioni, così il volerle ricreare artificiosamente conduce sempre ad un fallimento.

La domanda quindi rimane quale organizzazione sia migliore per la situazione attuale, e nel caso dell’assenza totale di uno stato, come prospettato sia dal pensiero liberista puro che da quello anarchico, se questo coincida anche con l’assenza di regole e di un ente che le faccia rispettare.

Blessed be
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-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
Inviato il: 11/4/2006 18:21
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  •  Pausania
      Pausania
Re: Anarchia
#8
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 6/4/2006
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Altro spunto: "il pensiero anarchico come antagonista del pensiero socialista e più specificamente marxista" o "della specificità del socialismo libertario (all'interno del socialismo) come alternativa al liberalismo".
Che poi non è vero nemmeno questo, perché negli USA l'anarchismo è molto più liberista che in Europa, perché secondo molti in America non c'è vero liberismo, c'è uno statalismo militarista che imprigiona le naturali libertà, anche economiche, del popolo.
Insomma, mi sembra che sia il caso di notare come l'anarchismo, nel battersi contro lo stato, individui come statalisti sia la dottrina marxista-leninista che la struttura capitalista.
Non male come alternativa di pensiero: gli USA come economia di Stato pianificata (tesi che peraltro sposo con entusiasmo).
Che dite, mi sono incartato?
Inviato il: 11/4/2006 21:49
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  •  Zelan
      Zelan
Re: Anarchia
#9
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 22/3/2006
Da Neverwhere
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Inizio con le opinioni personali, e ribadisco l'invito a visionare le FAQ Anarchiche postate da florizel qualche post fa: sono un piccolo bignami dell'ideologia anarchica, e, seppur non condiviso in tutte le parti da me, riporta un quadro generale e storicamente accettabile dell'ideale in questione.

(x Florizel: da quello che ho capito è una traduzione, ma non riesco a trovare il link all'originale, nè l'autore!)

Santaruina Citazione:
Sarebbe opportuno specificare se con niente stato si intenda anche “nessuna forma di governo”, poiché anche in passato sono esistite diverse forme di governo senza che esistessero degli stati, come ad esempio le Polis greche, gli imperi o il sistema feudale.


La differenza sostanziale dall'Anarchia e dalle altre forme di aggregazione sociale, è che la prima comporta l'autogoverno del singolo nella comunità, le seconde il governo delle comunità sul singolo.
Anche le antiche forme organizzative (prestatali, ossia precedenti al 1600) richiedevano una struttura di potere organizzata: che il potere fosse accentrato nelle mani di uno, di pochi o del popolo (per decisione diretta, com'è stato nell'Atene antica), che fosse teocratico o laico, in ogni caso dipendeva da qualcuno, e qualcuno era vincolato ad esso.
L'Anarchia esclude la dipendenza dal potere. Il significato intrinseco della parola, infatti, non implica l'assenza di ordine (si parlerebbe allora di akosmia) ma l'assenza di un potere esterno. L'Anarchia afferma l'autogoverno dell'individuo per la convivenza civile e pacifica.

Santaruina Citazione:
La domanda quindi rimane quale organizzazione sia migliore per la situazione attuale, e nel caso dell’assenza totale di uno stato, come prospettato sia dal pensiero liberista puro che da quello anarchico, se questo coincida anche con l’assenza di regole e di un ente che le faccia rispettare.


Qui in realtà i punti sono due:
- quale organizzazione è la migliore per la situazione attuale?
Personalmente (ci tengo a sottolineare, è la mia visione) ritengo che il salto dalla società contemporanea ad una struttura anarchica sia impossibile. Le vie più auspicabili sono due, e dovrebbero agire di pari passo: via riformistica (disgregazione degli istituti statali dall'interno, sostituzione dei metodi economici, abolizione della proprietà privata come "stato nello stato", etc.) e via rivoluzionaria ('violenza' psicologica sulla massa: mettere di fronte all'evidenza di tutti la fallacità e l'inganno dei sistemi istituzionali moderni, e fare leva su argomentazioni moralmente ed eticamente convincenti, per modificare la mentalità comune; liberazione dai vincoli autoritari, sia in ambito materiale che spirituale).

- l'assenza di un'organo Statale equivale ad assenza di regole?
Ho già spiegato in breve sopra, ma qui voglio ribadire e approfondire: la mancanza di un governo centrale non è il punto di partenza, ma il punto di arrivo dell'Anarchia. Il punto di partenza sono i valori fondamentali per la convivenza civile (ergo: rispetto della persona, della vita, del pianeta, riconoscimento della sfera privata e pubblica dell'individuo, collaborazione, libera associazione organizzata, e potrei andare avanti... questo è di sicuro un altro punto da discutere), che una volta assunti a livello globale, dovrebbero portare al Nuovo Ordine Mondiale (scusate, non ho saputo resistere ): una società basata sull'autogoverno degli individui, dove ogni uomo è libero di esprimere sè stesso e le proprie potenzialità al meglio senza l'imposizione di un potere esterno; la vera e finale uguaglianza, senza privazione alcuna.
Inviato il: 11/4/2006 21:52
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Re: Anarchia
#10
Ho qualche dubbio
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Da aldilà
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scusate, butto lì una provocazione: ma a me tutto quello che ho letto e sto leggendo a riguardo mi fa frullare continuamente nel cervello l'equazione anarchia=egoismo

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Inviato il: 11/4/2006 22:09
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Anarchia
#11
Sono certo di non sapere
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Da ROMA
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Cazzarola io pensavo di essere già in anarchia
lo Stato esiste sulla carta e per pochi
la Costituzione idem
La Legge pure
la Cultura idem con patate
Ognuno fà quello che cazzo vuole,si intende il ricco,a scapito del più debole.
Viste le elezioni forse siamo in giungla anarcodittatura

_________________
Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 11/4/2006 22:13
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Re: Anarchia
#12
Ho qualche dubbio
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Da aldilà
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mi spiego: non c'è più un noi ma solo un io (rispettoso, educato, solidale,.. ma pur sempre io e basta che convive pacificamente con altri uguali a se)
non siamo più mossi da un sogno, ideale, valore comune (giusti o sbagliati che siano) ma dovremmo solo pensare al nostro orticello atto alla mera sussistenza.
a che pro? per me questo non è vivere ma sopravvivere.
so di aver sicuramente mal interpretato e mostrusamente semplificato il tutto, ma questo è ciò che mi resta più di tutte le belle parole e gli artifici sofistici.

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Inviato il: 11/4/2006 22:14
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  •  Pausania
      Pausania
Re: Anarchia
#13
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 6/4/2006
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scusate, butto lì una provocazione: ma a me tutto quello che ho letto e sto leggendo a riguardo mi fa frullare continuamente nel cervello l'equazione anarchia=egoismo

E' vero ed è legittimo il dubbio. Per esempio alcuni considerano Max Stirner un anarchico e aveva scritto "L'unico e la sua proprietà", esaltando l'egoismo come unica cifra morale accettabile. Ma non è così per tutti. In realtà è molto difficile dire: l'anarchismo dice questo e questo, perché l'anarchismo è per sua natura non ideologico, quindi non è che trovi il libro X scritto da Y. Alcuni anarchici erano egoisti (in senso filosofico) ma non tutti. Le forme più elevate del pensiero anarchico (insomma i padri spirituali dell'anarchismo) predicano solo e soltanto uguaglianza, pace e libertà per tutti. Pensa che cento anni prima che in Italia le donne avessero il voto gli anarchici predicavano la parità tra i sessi, mentre nel 1946 il PCI si opponeva al voto femminile.
Inviato il: 11/4/2006 22:18
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Re: Anarchia
#14
Mi sento vacillare
Iscritto il: 9/4/2005
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..citazione..... Solitamente il tutto finiva a malo modo, e questo perché probabilmente ogni forma di organizzazione sociale si sviluppa in un determinato periodo ed in determinate situazioni, così il volerle ricreare artificiosamente conduce sempre ad un fallimento.

Sei certo di questo? Mi sembra un (il) punto debole
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"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuovi orizzonti ma nell'avere nuovi occhi." Marcel Proust
Inviato il: 11/4/2006 22:34
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  •  Dusty
      Dusty
Rilfessioni sulla democrazia
#15
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 3/10/2005
Da Mondo
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Ciao Santa,
ho pensato di rispondere qui perchè il thread sul "voto del 9/10 Aprile" dove hai postato il messaggio a cui sto rispondendo penso sia poco indicato a proseguire la discussione (oltre che inflazionato).
Spero che non sia troppo offtopic, nel caso ditemelo che lo sposto da qualche parte.

Mi ha fatto molto piacere leggere il tuo mega-post con vari riassunti delle cose che hai scritto in proposito della democrazia.
In particolare mi affascina la tua idea per la quale potrebbe essere un "grande inganno" il fatto che "L’idea con cui da millenni i poteri ci alimentano è che gli uomini lasciati liberi sono un branco di animali selvaggi che si scannano tra loro, e per evitare questo è necessario un governo autoritario che protegga i sudditi da loro stessi."

Essendo di idee fortemente liberali, mi interrogo spesso su domande del genere (devo anche ammettere di non aver ancora letto nulla riguardo la gestione della polizia o forze analoghe nelle varie faq di anarchia -- lacuna questa che colmerò quanto prima mi sarà possibile), e per quanto cerchi di accettare il fatto che "l'uomo è fondamentalmente pacifico" (per dirla alla Pax), non posso che scontrarmi con la realtà che vedo tutti i giorni.
Basta assistere ad una riunione di condominio per capire che è impossibile mettere d'accordo una ventina di persone in modo "semplice" anche riguardo ad una stupidaggine. Poco ci manca che non si mettano le mani addosso.
Metterle d'accordo su qualcosa di impegnativo è pura utopia (almeno per la mia esperienza).

In generale, vedo sempre una certa difficoltà ad auto-mettersi d'accordo per la divisione/sfruttamento di risorse finite (cosa purtroppo tipica del mondo reale, a differenza di quello virtuale). E sempre in generale una autorità più o meno riconosciuta come tale serve a mettere in accordo le parti.

Io sono contro il sistema democratico, poiché anche se si dovesse manifestare “puro” non sarebbe altro che la dittatura dei molti sui pochi, nella migliore delle ipotesi.

Su questo invece non sono d'accordo: nonostante sia ben chiaro che la "democrazia" attuale (in cui di democrazia però io vedo ben poco) è quanto di peggio abbia prodotto la politica da quando esiste, a mio avviso nella migliore delle ipotesi la democrazia potrebbe essere usata come sistema per mettersi d'accordo per lo sfruttamento/divisione di risorse limitate e non per imporre agli altri delle limitazioni arbitrarie (come avviene ora, e sempre più).
Ed in generale mi sembra evidente che una soluzione che sia uguale per tutti è quella che alla fine è più giusta nel senso che non avvantaggia una minoranza a discapito di tutti gli altri.

Per me la naturale misura per la convivenza degli uomini sono piccole comunità autosufficienti che hanno rapporti di scambio con quelle circostanti.

Sono completamente d'accordo.
Anche qui però, mi pare che questa "utopia" cozzi un pochino con la storia: tu puoi organizzarti in una piccola comunità autosufficiente, ma non puoi imporre gli altri a fare altrettanto (pena la negazione delle ipotesi iniziali) e quindi è molto facile (almeno per quel poco che so di storia) che si formi una vicina comunità organizzata ma non così piccola che, principalmente per il fatto che non è più piccola, si è data una organizzazione più gerarchica con tutte le conseguenze e che prima o poi ti attaccherà per poterti dominare.
Forse l'esempio più recente di questa situazione è quello avvenuto ai danni dei nativi americani: loro avevano raggiunto un certo equilibrio, ma ci hanno pensato gli altri a distruggerlo.

La società ideale che io avrei in mente non so se sia fattibile oggi, ma consisterebbe in un mondo in cui l’economia si regge prevalentemente sull’autoproduzione, in cui i limiti dei sistemi sociali ed economici rispecchiano quella che è la visuale delle persone.

D'accordissimo, è un po' come pensare una famiglia ma leggermente più in grande.
Il problema però è: gli altri te lo lascerebbero fare?

Se nessuno votasse il sistema “stato-democrazia parlamentare” verrebbe messo in discussione, non sarebbe più legittimato, e magari si potrebbe ripensare l’intera organizzazione sociale in nome della Libertà del Singolo, senza che questa sia concessa magnanimamente da qualche “ente” superiore.

Se nessuno votasse per scelta consapevole probabilmente non ci sarebbe da aggiungere altro nel senso che probabilmente tutti avrebbero già raggiunto le nostre stesse conclusioni. Cosa che però reputo poco probabile in quanto la mentalità delle persone è quanto di più vario si possa trovare e quindi impensabile che tutti vogliano impiegare le loro energie per ricercare la stessa cosa (questa).

Potrei rispondere, parlando per me, che tre anni in cui il mio tempo libero lo passavo in biblioteca invece che guardare la defilippi, e da lì in poi nottate intere a scandagliare siti su siti nella rete alla ricerca di informazioni non sono proprio inerzia.

E' proprio questo che intendo: per poter arrivare a certe conclusioni è necessario molto studio e dedizione, cosa che, penso lo riconoscerai, è impossibile demandare a tutti in quanto ognuno ha le sue passioni e le sue priorità.

Per questo io penso che sia un dilemma difficilmente sanabile.

Perché poeticamente devo ammettere che mi rattrista che da una parte qualche nichilista si sbatta a cercare, a catalogare, a tradurre e dall’altra si liquidi il tutto quale “paccottiglia” senza nemmeno aver dato un’occhiata al lavoro dell’altro.

Per liquidare tutto con poche parole ci vuole poca fatica, per approfondire tutto ci vuole tempo e pazienza, e purtroppo l'umano è pigro... La scelta tipica quindi purtroppo IMHO è inevitabile :(

Ci vogliono veramente gli attributi per guardare in faccia l’enormità del marcio che ci circonda, e le dimensioni dell’inganno.

Altro che “inerzia”, altro che “nichilismo”, bisogna essere forti per resistere a quella visione, mano a mano che diventa più chiara.


Condivido al 100% !!!!

Il mio tempo libero ormai è un’ ossessiva ricerca degli aspetti oscuri che mi sono ancora ignoti nella realtà che mi circonda, ed è per questo che sentirmi dare del nichilista o dell’inerte mi riempie di rabbia e delusione.

Io non so a chi ti riferisci in particolare (non so da dove sia uscita fuori sta cosa del nichilista), ma per uno che ti da del nichilista a mio avviso ce ne sono almeno due che apprezzano il tuo lavoro, quindi quale è il problema? Non vorrai mica che siano tutti d'accordo nel giudicarti, allora altro che democrazia

Ciao,
Dusty
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"Tu non ruberai, se non avendo la maggioranza dei voti"
-- Dal Vangelo Secondo Keynes, Capitolo 1, verso 1.
Il portico dipinto
Inviato il: 11/4/2006 23:05
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Re: Rilfessioni sulla democrazia
#16
Sono certo di non sapere
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Da Sud Europa
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Bene, mi piacciono le considerazioni emerse.

Parlando per me, devo premettere che non mi posso definire anarchico, primo perché ancora dell’Anarchia non ne so abbastanza, e secondo perché sto ancora riflettendo sulla possibilità dell’esistenza di una forma di governo che possa agire per il bene della gente.

Ma ho le idee molto confuse, ancora.

Detto questo, direi che Zelan ha toccato dei punti importanti, e vorrei soffermarmi su questo:

- l'assenza di un'organo Statale equivale ad assenza di regole?
Ho già spiegato in breve sopra, ma qui voglio ribadire e approfondire: la mancanza di un governo centrale non è il punto di partenza, ma il punto di arrivo dell'Anarchia. Il punto di partenza sono i valori fondamentali per la convivenza civile (ergo: rispetto della persona, della vita, del pianeta, riconoscimento della sfera privata e pubblica dell'individuo, collaborazione, libera associazione organizzata, e potrei andare avanti... questo è di sicuro un altro punto da discutere),


Mi pare un’opinione interessante.
Direi anche che la presenza di uno Stato impedisce sul nascere la possibile crescita di una tale organizzazione che parta dal basso.

Mi pare inoltre da sottolineare il fatto che la proprietà privata rientri nei diritti fondamentali della persona, a mio parere, e la sua abolizione, presuppone la presenza di un “ente” che imponga tale decisione, quindi contraddirebbe il fondamento stesso dell’ Anarchia.

Sul liberismo invece, Pausania ha fatto un’osservazione giusta: il sistema cosiddetto capitalistico occidentale è molto lontano dalle teorie liberali ortodosse, intendo Mises e la sua scuola.

Il vero liberismo è anarchico per definizione, poiché non prevede stati od organi superiori che decretino leggi e impongano vincoli, come oggi accade.

Walhalla:
ma a me tutto quello che ho letto e sto leggendo a riguardo mi fa frullare continuamente nel cervello l'equazione anarchia=egoismo

Forse è più corretto dire che l’opposto dell’Anarchia, il collettivismo socialista, è una sorta di altruismo imposto, una contraddizione in termini, in cui il cittadino è costretto a rinunciare a parte della sua libertà a beneficio della collettività.

Nell’anarchia l’essere egoisti o meno sarebbe una libera scelta dell’individuo, e nulla imporrebbe di rinunciare ad atti di altruismo o di collaborazione sociale spontanea.

Infine, rispondendo a Polidoro, devo ammettere che la misera conclusione di tutti gli esperimenti, in particolar modo ottocenteschi, di costruzione di una società libertaria che si organizza dal basso è il fattore che più mi fa riflettere sulla possibilità di riuscita di una organizzazione di tale tipo ai giorni nostri.

Pongo infatti una domanda:

non potrebbe succedere che in una società che si è liberata da tutti i vincoli di un qualsivoglia governo la stessa organizzazione gerarchica si ripresenti spontaneamente dal basso?

Blessed be

p.s.: Dusty, arrivo
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Inviato il: 11/4/2006 23:16
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Re: Rilfessioni sulla democrazia
#17
Sono certo di non sapere
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Da Sud Europa
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Ciao Dusty

la verità è che come ho scritto sopra ho le idee molto confuse a proposito.

Hai fatto una considerazione molto importante, di cui solitamente quando si "immaginano" delle organizzazioni sociali differenti non si tiene conto:

mi pare che questa "utopia" cozzi un pochino con la storia: tu puoi organizzarti in una piccola comunità autosufficiente, ma non puoi imporre gli altri a fare altrettanto (pena la negazione delle ipotesi iniziali) e quindi è molto facile (almeno per quel poco che so di storia) che si formi una vicina comunità organizzata ma non così piccola che, principalmente per il fatto che non è più piccola, si è data una organizzazione più gerarchica con tutte le conseguenze e che prima o poi ti attaccherà per poterti dominare.

Direi che hai ragione, in passato abbiamo avuto molti esempi di piccole comunità autosufficienti che venivano surclassate da civiltà più vaste e gerarchicamente organizzate.

Anche i contadini europei medioevali che si ripresero a fatica dopo il crollo dell'Impero vennero poi sottomessi dall'arrivo delle popolazioni dette barbariche.

Un conto se si discute infatti di utopiche società perfette, un conto se si tenta di capire se esista un modo per migliorare la nostra situazione adesso, nel XXI secolo, per quello che siamo noi come uomini.

Una mia convinzione è che esistano gruppi di potere che riescono in qualche modo ad influenzare il modo di pensare delle persone, e penso anche che abbiano saputo inculcare la convinzione della necessità di un padrone e la convinzione che gli esseri umani siano pericolosi l'uno per l'altro.

E' per questo che cerco di individuare queste persone e cerco di capire come agiscono, non perdendo occasione per parlarne.
Un po' come con i trucchi dell'illusionista: una volta che te li spiegano anche tu riesci a vederli.

E qui rispondo a questa tua considerazione:
per poter arrivare a certe conclusioni è necessario molto studio e dedizione, cosa che, penso lo riconoscerai, è impossibile demandare a tutti in quanto ognuno ha le sue passioni e le sue priorità.

Magari io ci ho messo un anno per scoprire il trucco di un illusionista, indagando di qua e di là, ma quando lo spiego a te, mettiamo, tu ne sai quanto me, e l'hai imparato in cinque minuti.
Per questo resto ottimista.
La conoscenza sa trasmettersi bene.

Se tu però credi che quell'illusionista non usa nessun trucco, io non riuscirò mai a convincerti, e questo è il primo grande ostacolo.

Infine, l'esempio che fai del condominio è emblematico, però è altrettanto vero che esseri umani in caso di grave pericolo comune tendono anche ad aiutarsi a vicenda.
Questo credo sia vero, e credo che sia da questo spirito che bisognerebbe ripartire.

Blessed be
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Inviato il: 11/4/2006 23:35
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Re: Rilfessioni sulla democrazia
#18
Sono certo di non sapere
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Basta assistere ad una riunione di condominio per capire che è impossibile mettere d'accordo una ventina di persone in modo "semplice" anche riguardo ad una stupidaggine. Poco ci manca che non si mettano le mani addosso.

Non consideri le condizioni esterne: non puoi giudicare l'essenza dell'uomo osservandolo soltanto nell'attimo presente.
L'uomo è cambiato, cambia nel corso della storia, trascinato dal corso degli eventi che egli stesso ha messo in moto.
L'uomo moderno è preda delle nevrosi, in quanto sente di non avere più il proprio destino nelle mani.
Per tutta la vita è oppresso da un'autorità che si è convinto ad accettare per naturale, ma nell'inconscio le bugie hanno le gambe corte.
L'uomo liberato dal dominio dell'autorità sarebbe un uomo diverso (per niente nuovo, tra l'altro), è innegabile: eliminando la causa della nevrosi, migliori la condizione psicologica e, di conseguenza, la capacità di rapportarti con gli altri.

E sempre in generale una autorità più o meno riconosciuta come tale serve a mettere in accordo le parti.

L'abitudine al pastore... un atteggiamento tipicamente infantile, direi.

Ed in generale mi sembra evidente che una soluzione che sia uguale per tutti è quella che alla fine è più giusta nel senso che non avvantaggia una minoranza a discapito di tutti gli altri.

Avvantaggia chi preferiva la data soluzione dal principio. A meno di non scegliere quella che nessuno vuole, se c'è.

Io non so a chi ti riferisci in particolare (non so da dove sia uscita fuori sta cosa del nichilista), ma per uno che ti da del nichilista a mio avviso ce ne sono almeno due che apprezzano il tuo lavoro, quindi quale è il problema? Non vorrai mica che siano tutti d'accordo nel giudicarti, allora altro che democrazia

Inviato il: 11/4/2006 23:41
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Rilfessioni sulla democrazia
#19
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Per tutta la vita è oppresso da un'autorità che si è convinto ad accettare per naturale, ma nell'inconscio le bugie hanno le gambe corte.


Giusto,si incomincia da bambini ad ubbidire a mamma e papà,poi alla maestra,poi al professore,poi al datore di lavoro,poi al senso del dovere,poi ........ma quando possiamo fare quello che cazzo ci piace?
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 11/4/2006 23:51
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  •  Pausania
      Pausania
Re: Rilfessioni sulla democrazia
#20
Sono certo di non sapere
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Mi pare inoltre da sottolineare il fatto che la proprietà privata rientri nei diritti fondamentali della persona, a mio parere, e la sua abolizione, presuppone la presenza di un “ente” che imponga tale decisione, quindi contraddirebbe il fondamento stesso dell’ Anarchia.

Questo è il grande imbroglio: nessuna teoria socialista vuole l'abolizione della proprietà privata, ma della proprietà privata dei mezzi di produzione. Di conseguenza la collettivizzazione non del possesso del singolo, ma dei mezzi di produzione, altrimenti non si potrebbe sostenere che il capitalista ruba ciò cha appartiene al proletario e che tutti devono avere secondo i bisogni e secondo il lavoro.
Per inciso, questo è il motivo per cui l'URSS era tutto il male possibile, ma non socialista: non c'era nessuna collettivizzazione, tutto era dello Stato.

Per finire: pure Marx voleva l'abolizione dello Stato, ma secondo lui era sufficiente modificare la struttura economica, mentre gli anarchici volevano la contemporanea distruzione del potere politico e nessuna dittatura del proletariato. Infine pure Lenin scrisse che anarchici e i bolscevichi avevano di fatto lo scopo unico di abolire lo Stato, solo che per Lenin bisognava ricorrere al "terrorismo" (sic) di Stato. [di Stato l'ho aggiunto io per puro spirito polemico con Lenin]
Inviato il: 12/4/2006 0:10
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  •  fedor
      fedor
Re: Rilfessioni sulla democrazia
#21
So tutto
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Saluti a te,Santaurina!
Anch'io temo che il mio intervento non sia l'ideale per chiarire il concetto di anarchia, ma forse potrà gettare luce sul processo che ne auspica (o meno) l'avvento.
Ti ringrazio innanzitutto della pazienza che hai avuto, ora mi è decisamente più chiaro come tu la pensi, anche se, di fondo, non mi hai convinto.
Penso che gli ideali sono simili, ma le personalità diverse, dunque questo ci porta a cercare le soluzioni in modo diverso..

Capisco (e stimo) la coerenza tra ciò che pensi e ciò che fai, ma forse sono più preoccupato di te.. e forse aver votato è una cosa che è servita più a me stesso che ad altro..

Dicendo questo, esprimo anche la frustrazione per non aver IN NESSUN MODO la possibilità di CREARE alternative praticabili SUBITO.

A questo punto, divergono i nostri obiettivi, che per te (come per altri) vanno verso un'anarchia di cui non sappiamo l'esito, mentre per me vanno verso una società di democrazia effettivamente partecipata, in cui un nutrito gruppo di persone con obiettivi comuni, dettati dalla CONOSCENZA di determinati meccanismi possa PRETENDERE da chi si occupa della cosa pubblica dei cambiamenti sostanziali.

Non ti dò dunque del nichilista (come magari hai pensato), però penso che il tuo ragionamento e ideale abbia scarse possibilità di cambiarci la vita a breve termine..

Diceva Radiguet "il vero innovatore è chi esce di casa con l'ombrello quando fuori c'è il sole" (la pubblicità di MauriNo e mastercard ha rovinato anche questa chicca): però oggi piove di brutto, e da buon innovatore sei uscito senza ombrello

Non intendo, davvero, pormi sul piedistallo della ragionevolezza o altro, semplicemente vedo la radice di molti mali non solo nello Stato, ma anche e soprattutto nella concezione economica che plasma le decisioni dello Stato, a partire dal concetto stesso di "moneta".

Come economista (non mi saltate addosso, mi sono laureato vergognandomi del titolo che mi davano..) sono forse portato a indagare nei campi che conosco meglio, tutto qua.

A proposito, sarebbe interessante un forum su questo argomento, sempre che ci fosse gente interessata a discuterne, come si fa ad aprirlo?


Un'ultima cosa: un certo fastidio lo provo anch'io se la mia intenzione di votare è presa come un segno di dabbenaggine o peggio come un tentativo di ostacolare le discussioni vere. Spero di aver chiarito che un ragionamento alla base delle mie decisioni ce l'ho anch'io.
Inviato il: 12/4/2006 0:44
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  •  Dusty
      Dusty
Re: Rilfessioni sulla democrazia
#22
Dubito ormai di tutto
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Santa:
Magari io ci ho messo un anno per scoprire il trucco di un illusionista, indagando di qua e di là, ma quando lo spiego a te, mettiamo, tu ne sai quanto me, e l'hai imparato in cinque minuti.
Per questo resto ottimista.
La conoscenza sa trasmettersi bene.


Sono d'accordissimo.
Io penso però che per poter trovare la conoscenza bisogna per prima cosa cercarla, e quello che noto è che questo procedimento richieda un tipo di impegno che poco si concilia con le persone che conosco (non voglio generalizzare e mi limito ad analizzare le mie esperienze).
Per dire questo mi baso su alcune osservazioni, una un po' complessa, che non riesco ad esprimere bene e che riguarda il tipo di prodotti che vengono sempre più consumati dalla società (prodotti intesi anche come trasmissioni televisive) sempre più superficiali e che non richiedano nessun tipo di studio/impegno intellettivo.
Un'altra osservazione (sempre personalissima) sono le persone a cui ho parlato dell'11 settembre: anche se moderatamente interessate, la maggior parte non prende assolutamente in considerazione la possibilità di leggersi un paio di paginette perchè "ci vuole troppo tempo".
IMHO in realtà il tempo lo hanno, solo che è troppo impegnativo intellettualmente affrontare uno studio sull'argomento che potrebbe mettere in dubbio le proprie certezze.

Infine, l'esempio che fai del condominio è emblematico, però è altrettanto vero che esseri umani in caso di grave pericolo comune tendono anche ad aiutarsi a vicenda.

Verissimo.
Ma mi sembra altresì vero che un certo spirito di dominazione/controllo faccia parte dell'animo umano e che quindi, in un modo o nell'altro sia necessario farci i conti.

Pax:
L'uomo liberato dal dominio dell'autorità sarebbe un uomo diverso (per niente nuovo, tra l'altro), è innegabile: eliminando la causa della nevrosi, migliori la condizione psicologica e, di conseguenza, la capacità di rapportarti con gli altri.

Il ragionamento di fondo lo condivido ma non si può prescidere dal fatto che esistono un numero non indifferente di persone che hanno bisogno dell'autorità per sapere cosa fare e cosa pensare, e che queste persone sicuramente troveranno qualcuno che li accontenta. E questo non è che il primo passo, il prossimo è quello di aumentare il proprio potere aumentando il numero di persone a cui imporre la propria autorità, e giù via a ruota. Il resto è storia.

Citazione:
Ed in generale mi sembra evidente che una soluzione che sia uguale per tutti è quella che alla fine è più giusta nel senso che non avvantaggia una minoranza a discapito di tutti gli altri.

Avvantaggia chi preferiva la data soluzione dal principio. A meno di non scegliere quella che nessuno vuole, se c'è.


Qui non capisco bene a cosa ti riferisci, probabilmente abbiamo in mente diverse situazioni.
Puoi farmi qualche esempio?

Fedor:
Come economista (non mi saltate addosso, mi sono laureato vergognandomi del titolo che mi davano..) sono forse portato a indagare nei campi che conosco meglio, tutto qua.
A proposito, sarebbe interessante un forum su questo argomento, sempre che ci fosse gente interessata a discuterne, come si fa ad aprirlo?


Anche io sono dell'idea che ripartire dall'economia sia una delle cose migliori da fare, c'è già questo forum in proposito.

Chissà, magari risolto un problema (che sicuramente è centrale), la soluzione per gli altri si presenta inaspettatamente

Ciao,
Dusty
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"Tu non ruberai, se non avendo la maggioranza dei voti"
-- Dal Vangelo Secondo Keynes, Capitolo 1, verso 1.
Il portico dipinto
Inviato il: 12/4/2006 9:55
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Re: Rilfessioni sulla democrazia
#23
Sono certo di non sapere
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Ma mi sembra altresì vero che un certo spirito di dominazione/controllo faccia parte dell'animo umano e che quindi, in un modo o nell'altro sia necessario farci i conti.

Certamente, ma il concetto di autorità, lungi dal costituire una limitazione a questo istinto, diventa lo strumento che lo amplifica.

Il ragionamento di fondo lo condivido ma non si può prescidere dal fatto che esistono un numero non indifferente di persone che hanno bisogno dell'autorità per sapere cosa fare e cosa pensare

Ma è la loro condizione naturale? Non mi dirai che anche tu credi a questa teoria? Non dimentichiamoci che l'umanità che osserviamo quotidianamente è un'umanità indottrinata dalla più tenera età, addestrata ad accettare l'autorità come evento naturale. Semmai, il fatto che, nonostante tutto, ci sia gente come me che l'autorità la rifiuta, è una prova evidente che questa accettazione non fa parte dell'animo umano ma è un'imposizione diventata abitudine.

Avvantaggia chi preferiva la data soluzione dal principio. A meno di non scegliere quella che nessuno vuole, se c'è. ...]
Qui non capisco bene a cosa ti riferisci, probabilmente abbiamo in mente diverse situazioni.
Puoi farmi qualche esempio?


Io voglio andare al cinema, tu in pizzeria e Santa al museo. Se si decide di andare tutti nello stesso posto, per esempio al cinema, io sarò felice perché era quello che volevo fin dal principio, Santa si annoierà e a te verranno i crampi per la fame; eppure, abbiamo applicato la stessa soluzione uguale per tutti.

Chissà, magari risolto un problema (che sicuramente è centrale), la soluzione per gli altri si presenta inaspettatamente

È impossibile risolvere il problema del signoraggio senza affrontare quello dell'autorità: l'uno giustifica l'altro.
Inviato il: 12/4/2006 13:09
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  •  Zelan
      Zelan
Re: Anarchia
#24
Ho qualche dubbio
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Ehm... vorrei riportare un attimo l'ordine in questo thread, e mi prendo un post intero per farlo (imporrò l'ordine, per una volta ): mi piacerebbe che questo rimanesse un luogo di dialettica, ma associato solo al concetto di Anarchia e non a derive su altri fattori.
Vorrei che fosse un topic informativo principalmente, e di dialogo sulle metodologie e le idee di fono dell'Anarchia. Altre cose, per cortesia, spostatele altrove (si potrebbe ideare una serie di topic interconnessi fra di loro, se da questo si sviluppano altre tematiche interessanti, che ne dite?).

Per inciso, quello che ha dato del Nichilista ai vari Santa, paxtibi etc. sono stato io ultimamente (anche altri prima e dopo di me, immagino), ma dal mio punto di vista posso mettere in chiaro che il mio non era un giudizio sulla persona (come ho già detto), ma sulle "modalità di reazione", se si possono definire così: non basta la ricerca dell'informazione, ma ci vuole, per me, un'azione più forte, una diffusione maggiore forse dei risultati della ricerca, uno spalancare gli occhi della gente con la forza (è brutto da dire, e soprattutto da un anarchico può risultare contraddittorio: si arriverà anche a questo nella discussione, mi riservo le spiegazioni per dopo!).
Detto questo, pregherei di chiudere con gli OT e di continuare la discussione sulle tematiche principali.
Inoltre, invito ancora una volta tutti a visitare la FAQ anarchica linkata nelle prime pagine del thread. Purtroppo è ancora in fase di elaborazione, ma potrebbe rispondere ad alcuni dubbi di base (io stesso mi sto "formando" su quella, per quanto riguarda soprattutto le parti storiche).

EDIT: il link alla versione originale in inglese è An Anarchist FAQ. Per chiunque sia abbastanza anglofilo da capirla tutta, e per chiunque voglia contribuire alla traduzione (credo che accettino aiuti, provate a contattare gli amministratori del sito italiano!)
Inviato il: 12/4/2006 14:20
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Re: Anarchia
#25
Sono certo di non sapere
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Vorrei che fosse un topic informativo principalmente, e di dialogo sulle metodologie e le idee di fono dell'Anarchia.

A parte il fatto che "metodologie dell'anarchia" per me è una frase senza senso, su LC siamo abituati a discutere liberamente, lasciando che sia la discussione a prendere il corso che vuole e seguendo la corrente.
Se alcuni interventi si allontanano da ciò di cui vorresti discutere, puoi riportare l'attenzione su ciò che ti preme ponendo questioni precise, qualcuno risponderà di sicuro.
Su LC siamo soliti ripetere che "l'OT non esiste".
Inviato il: 12/4/2006 14:33
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  •  Zelan
      Zelan
Re: Anarchia
#26
Ho qualche dubbio
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paxtibi Citazione:
A parte il fatto che "metodologie dell'anarchia" per me è una frase senza senso


Sì, è molto valida come argomentazione...

paxtibi Citazione:
Su LC siamo soliti ripetere che "l'OT non esiste".


1) LC non sei tu, quindi io ho tutto il diritto di richiedere un minimo di ordine in una discussione che ho creato con delle precise intenzioni (vedi post iniziale).
2) Parli di LC come se fosse una comunità cui solo tu appartieni. L'identificare il "noi - gruppo" con LC significa a priori escludere me, dato che l'intervento è diretto a me, dal gruppo. Bella prova di volontà dialettica.
3) Per me questo è OT, checchè se ne dica. Io credo nel rispetto, quindi non verrò mai a cancellarti i post (anche perchè non sono moderatore) nè a richiederne la cancellazione. D'altra parte, è anche evidente che ho fatto una richiesta motivandola con precise intenzioni, quindi come minimo dovresti prenderla in considerazione, e se non sei d'accordo motivare logicamente. Se non lo fai, per me è una mancanza di rispetto, fattore fondamentale per la creazione di una società anarchica.

Direi che possiamo riprendere anche con questo spunto (e ritorno in topic).
Inviato il: 12/4/2006 14:46
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Re: Anarchia
#27
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walhalla Citazione:
scusate, butto lì una provocazione: ma a me tutto quello che ho letto e sto leggendo a riguardo mi fa frullare continuamente nel cervello l'equazione anarchia=egoismo


E' stata interpretata anche così (attendo di documentarmi al riguardo).
Per quella che è la mia opinione, l'anarchia non esclude la percezione dell'altro. Anzi, l'amplifica, pur mantenendo un equilibrio e non annullando l'individuo a favore dello Stato, come nei più radicali socialismi. L'anarchico per definizione dovrebbe avere interiorizzato dei valori come quello della vita, della dignità dell'individuo e del rispetto reciproco, che comportano un certo grado di conoscenza dell'altro come "essere vivente" e non come "oggetto", e quindi degno d'interesse e di preoccupazione. L'egoismo di per sè è una componente dell'essere umano: deriva dall'istinto di sopravvivenza più puro, non mediato. In una società anarchica tale istinto primitivo dovrebbe venir mediato da una coscienza razionale forte.
Inviato il: 12/4/2006 14:57
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Re: Anarchia
#28
Sono certo di non sapere
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1) Tu puoi chiedere quello che vuoi, gli altri possono scegliere se risponderti o meno.

2) Siamo soliti ripetere che "l'OT non esiste" non identifica alcun gruppo né sancisce un'esclusione. Ti rendo semplicemente partecipe di "un'usanza" di questo sito, visto che sei nuovo. Nessuno pretende che l'usanza ti piaccia, ma almeno ora sai perché altri iscritti hanno portato la discussione lontana dai binari che avevi tracciato.
Per inciso, a me non pare di aver letto interventi poco attinenti al tema, ma probabilmente hai una tua idea in testa che vorresti seguire: in tal caso, esplicala.

3) Che sia OT, è la tua opinione e basta. La mia è diversa, e quella degli altri intervenuti idem, visto che anche loro hanno allargato il discorso. Tu, come tutti, sei liberissimo di fare le richieste che vuoi, ma non certo di ottenere le risposte che vuoi: ognuno ragiona a suo modo, sei tu che manchi di rispetto se non accetti questa realtà.
Inviato il: 12/4/2006 15:04
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      Zelan
Re: Rilfessioni sulla democrazia
#29
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Pensieri sparsi:

fedor Citazione:
Dicendo questo, esprimo anche la frustrazione per non aver IN NESSUN MODO la possibilità di CREARE alternative praticabili SUBITO.


Frustrazione condivisibile, penso, da tutti quelli che si accorgono che c'è molto che non va e che vorrebbero migliorare "il mondo".
Per com'è la situazione adesso, non ci sono neanche le premesse per arrivare alla vera anarchia (al massimo si può arrivare a quella degli spaccavetrine). Sulle vie per arrivarci mi sono già pronunciato, ma sono ancora molto in dubbio sui metodi per attuarle...

paxtibi Citazione:
L'abitudine al pastore... un atteggiamento tipicamente infantile, direi.


Non direi, invece, soprattutto coniderando che qui "infantile=negativo".
Per me invece l'infanzia è una delle fasi più esplicative del percorso evolutivo umano. Condensa in pochi anni (4/5, di media, con una postfase a circa 8/9 anni) il percorso evolutivo di millenni.
Riguardo in particolare alla necessità di un modello, un controllo(re) esterno, è un comportamento connaturato all'uomo. Uno dei comportamenti che rivelano l'essenza dubitativa dell'uomo che, in quanto insicuro per via delle sue limitatezze conoscitive, si aggrappa all'ideologia o al comportamento che colpiscono di più la sua coscienza. E' un altro residuo degli istinti animali (il metodo educativo stesso dei mammiferi ne è la prova: essi imparano tutto dai genitori, esattamente come facciamo noi, hanno dei "modelli riferimento"). In questo senso, il "pastore" è colui che riporta alla "giusta via" che un uomo ricerca per condurre la propria esistenza, per questo ne ha bisogno.
Il passo successivo per un uomo, secondo me, dovrebbe essere il rendersi conto che è egli stesso "pastore di sè": interiorizzando dei valori di vita civile, il rapporto sociale e con la natura (le due cause scatenanti della necessità di un "metodo") diventerebbero di facile approccio, senza alcun bisogno di un'autorità esterna. L'uomo stesso, rendendosi conto di ciò che serve veramente al fine della convivenza, si autoimporrebbe delle regole, delle limitazioni (che in quanto autoimposte, non sono negative perchè naturali).
Inviato il: 12/4/2006 15:11
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Re: Anarchia
#30
Sono certo di non sapere
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L'egoismo di per sè è una componente dell'essere umano: deriva dall'istinto di sopravvivenza più puro, non mediato. In una società anarchica tale istinto primitivo dovrebbe venir mediato da una coscienza razionale forte.

Sul resto del tuo intervento nulla da eccepire, ma di questa parte non sono del tutto convinto.
Per me l'egoismo è sì un'istinto basilare, ma decisamente infantile, legato all'assenza di responsabilità che è delegata ai genitori fin da principio. Crescendo, l'uomo comprende la necessità della convivenza e della collaborazione, senza le quali la sua sopravvivenza nell'ambiente sarebbe impossibile. L'uomo è arrivato dove è arrivato collaborando, non c'era altro mezzo data la sua intrinseca debolezza: niente artigli, niente ali, niente zanne, troppo debole e troppo lento per la maggior parte dei predatori e delle sue potenziali prede.

Il problema attuale sta proprio nella delega allo stato della responsabilità individuale alla collaborazione ed alla solidarietà, che è anch'essa un'istinto, ma decisamente più maturo.
L'egoismo imperante è un segno dell'immaturità ormai congenita di gran parte del genere umano, immaturità però indotta e provocata scientemente dall'apparato statale.
Inviato il: 12/4/2006 15:14
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