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  La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana

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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#151
Mi sento vacillare
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Citazione:
il CLN voleva Mussolini vivo e i partigiani sul posto temevano fosse poi liberato.

mi sa che ti stai confondendo toussant,oppure stiamo facendo confusione entrambi

Citazione:
La situazione era questa: quelli del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale, ndr) di Como erano più terrorizzati che onorati della cattura di Mussolini. Sollevavano ogni possibile eccezione per non guidare Lampredi e Valerio dove si trovava Mussolini. Si capiva che era giunto qualche agente americano per fare valere particolari diritti sulla persona di Mussolini. Valerio chiedeva istruzioni. La risposta che diedi fu semplice: <O fate fuori lui o sarete fatti fuori voi>. Non ci fu, conclude Longo, bisogno di altro. <Sentii sbattere il ricevitore sull’apparecchio telefonico e mi immaginai il colonnello Valerio filare dritto, dritto, senza più esitazione alcuna per la missione cui era stato comandato>”.

il CLN voleva si mussolini vivo ma per ucciderlo(che poi era anche del CLN chi lo catturo')non per consegnarlo,i partigiani sul posto (secondo la versione di audisio)al contrario avevano paura di ucciderlo perchè saputo che gli alleati lo volevano

Citazione:
La decisione era già stata presa dal Comando generale del CVL in uno scambio di opinioni avvenuto all’inizio dell’insurrezione

i CLN all'inizio dell'insurrezione aveva gia' deciso nel caso fose stato catturato l'uccisione di mussolini

io sapevo che poi il CLN si difese con gli alleati dicendo che mussolini era stato fucilato(dai partigiani che lo catturarono agendo di testa loro) appena catturato e non avevano potuto far niente per consegnarlo

Citazione:
e dunque che gli Alleati volessero Mussolini può voler dire che volevano assicurarsi non parlasse del suo rapporto con Churchill e in questo senso la cosa più pericolosa per loro sarebbe stato un processo al fascismo, processo al fascismo che invece avrebbe significato il rafforzamento dell'odio popolare verso i gerarchi e probabilmente l'eliminazione definitiva di questi personaggi dalla vita del paese.
Invece l'oblio ne favorì l'infame amnistia da parte di Togliatti e il riciclaggio come agenti della CIA nella strategia dellla tensione.
tornando all'esecuzione, gli Alleati rendendosi conto successivamente di non poter comunque arrivare a farsi consegnare Mussolini, potrebbero aver deciso di metterlo a tacere comunque con un'esecuzione sul posto per tramite di uno dei numerosi infiltrati che avevano tra i partigiani.

e anche vero questo
Citazione:
Come ebbe a scrivere Churchill nelle sue memorie, "l'uccisione di Mussolini ci risparmiò una Norimberga italiana".



Citazione:
ma questa storia potrebbe avere una diversa lettura, perchè 'sta storia del carteggio Mussolini/Churchil è reale.



sicuramente interessante,non capisco pero' perchè dovrebbe dare una lettura diversa alla morte di mussolini

Citazione:
ricapitolando, abbiamo partigiani comunisti che si vendono per quattro soldi, che fanno favori alla famiglia reale e che collaborano con i servizi inglesi e americani, ossia del nemico capitalista (del resto, Ferrara era un agente CIA, come suo padre e tutti i miglioristi, del resto).
e De Gasperi che ordina il bombardamento di San Lorenzo.
direi, una perfetta fotografia del compromesso storico ante litteram che è arrivato fino ai giorni nostri, quel compromesso storico di cui fu cantore proprio quel Guareschi querelato da De Gasperi, con la saga di Peppone e Don Camillo, dove il rivoluzionario anticonformista era il prete e il bigotto conservatore e baciapile era in realtà il baffone stalinista...


quoto in pieno
Inviato il: 13/11/2013 18:06
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  •  ivan
      ivan
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#152
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Inviato il: 25/2/2014 2:45
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  •  gronda85
      gronda85
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#153
Dubito ormai di tutto
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" si impicca alla maniglia della porta del bagno"

se la legge franceschetti, viene
Inviato il: 26/2/2014 10:26
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  •  black
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#154
Mi sento vacillare
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ieri ascoltano il discorso di renzi ho notatato che ha voluto citare prima Aldo Moro e poi subito dopo Giorgio La Pira.

ai piu' smaliziati l'accostamento di quei due nomi ha ricordato qualcosa.

quando romano prodi insieme ad altri fece la famosa seduta spiritica in cui venne fuori il nome gradoli.
stiamo ovviamente parlando in riferimento al rapimento moro.
come risulterà dal verbale, gli spiriti di Don Sturzo e La Pira,avrebbe indicato “Gradoli” come luogo in cui era tenuto prigioniero Aldo Moro.

Citazione:
ANTEFATTO: Il 3 aprile 1978, nel corso di una seduta spiritica a cui partecipa il futuro presidente dell’Iri, Romano Prodi, una “entità” [nella fattispecie, e come risulterà dal verbale, gli spiriti di Don Sturzo e La Pira, n.d.r] avrebbe indicato “Gradoli” come luogo in cui era tenuto prigioniero Aldo Moro.
Sulla base della segnalazione dall’aldilà, il 6 aprile viene organizzata una perlustrazione a Gradoli, un paesino in provincia di Viterbo. Al ministero dell’Interno, che aveva in precedenza ricevuto la segnalazione su via Gradoli, nessuno mette in collegamento le due cose. E’ la moglie di Moro, Eleonora, a chiedere se non potrebbe trattarsi di una via di Roma. Cossiga in persona, secondo la testimonianza resa in commissione da Agnese Moro, risponde di no. In realtà via Gradoli esiste, e sta sulle pagine gialle.
In seguito alla seduta il professor Prodi si reca a Roma – solo due giorni dopo, il 4 aprile -, per trasmettere l’indicazione ad Umberto Cavina, capo ufficio stampa dell’on. Benigno Zaccagnini.


e con tutto il parlare che si è fatto di romani prodi al quirinale in questi giorni e in aggiunta il ritorno della falange armata con quella strana lettera

Citazione:
Falange Armata: ‘Riina chiudi la bocca’. Dopo 20 anni ricompare la sigla del terrore
Per quattro anni ha rivendicato ogni singola operazione criminale andata in scena tra Milano e la Sicilia. "Chiudi quella maledetta bocca – è scritto nella lettera indirizzata a Riina e mai pervenuta al boss – ricorda che i tuoi familiari sono liberi. Per il resto ci pensiamo noi". Già 20 anni fa, si era prospettata la presenza dei servizi dietro le operazioni dei falangisti


sta succedendo qualcosa?


ps:secondo franceschetti quel nome gradoli si riferiva al grado51 della massoneria,la aggiungo come curiosita'

http://www.macchianera.net/2006/02/01/il-caso-moro-romano-prodi-via-gradoli-e-la-seduta-spiritica/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/24/mafia-lettera-di-falange-armata-a-riina-chiudi-quella-maledetta-bocca/892181/
Inviato il: 26/2/2014 16:34
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  •  Fabyan
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#155
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Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/09/dopo-23-anni-crolla-lennesimo-falso-mito-sul-moby-prince-il-salone-de-lux-non-era-la-muster-room/930110/

Moby Prince: su internet verbali, audio e video: “Così chiunque può capire”

L'intera documentazione sulla tragedia del 1991 su www.mobyprince.it: "Vogliamo proseguire nel nostro obiettivo di comprendere perché da cittadini, dopo 23 anni di indagini, con tutte le prescrizioni, interventi di legge, questa vicenda debba in nome del popolo italiano, riemergere e trovare la verità"

Moby Prince: su internet verbali, audio e video: “Così chiunque può capire”
L'intera documentazione sulla tragedia del 1991 su www.mobyprince.it: "Vogliamo proseguire nel nostro obiettivo di comprendere perché da cittadini, dopo 23 anni di indagini, con tutte le prescrizioni, interventi di legge, questa vicenda debba in nome del popolo italiano, riemergere e trovare la verità"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 9 aprile 2014
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Moby Prince: su internet verbali, audio e video: “Così chiunque può capire”

Più informazioni su: Livorno, Moby Prince.

Le carte, gli audio, i video. Tutto in un sito internet – gestito da una delle associazioni dei familiari, 10 aprile – che racconta l’intera storia della tragedia del Moby Prince con il materiale a disposizione, tutto depositato nei tribunali che si sono occupati del disastro. Per una vicenda che in questi 23 anni ha dovuto fare spesso i conti con una memoria distratta, un’attenzione flebile e un atteggiamento di sufficienza, diventa centrale rimettere in testa a tutto i documenti, lo strumento più efficace contro dicerie e false sicurezze come quella invenzione infamante che a poco a poco è diventata patrimonio diffuso: “La tragedia è avvenuta perché sul Moby guardavano la partita della Juve”.[...]

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/09/dopo-23-anni-crolla-lennesimo-falso-mito-sul-moby-prince-il-salone-de-lux-non-era-la-muster-room/930110/
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#156
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#157
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#158
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#159
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
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ma pensa te.
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
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Bisogna fidarsi dei governi ?
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Bisogna fidarsi dei governi quanto della società di cui essi sono l'immagine .
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
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Citazione:

ohmygod ha scritto:
ma pensa te.


Davvero.
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
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Davvero
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
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Citazione:
Bisogna fidarsi dei governi quanto della società di cui essi sono l'immagine.


Con scappellamento a destra ?

O tarapia tapioco come se fosse antani ?
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
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Infatti la giustizia sociale non può essere soltanto principio correttivo di una logica di funzionamento informata esclusivamente dall’individualismo proprietario.
Ma sopratutto non si può restare prigionieri dei conservatorismi, bisogna smaltire le regole del gioco in modo innovativo e bisogna fare in modo di imbarcare i giovani andando controcorrente.
Questo perchè sia chiaro ai più che bisogna liberare gli intrecci anche a costo di scontentare chi non vuol cambiare.
Inviato il: 1/11/2014 0:51
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#167
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Così è se ti pare.
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#168
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Uno , nessuno e centomila.
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#169
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L'importante è l'equilibrio.

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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
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Giusto.
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  •  Fabyan
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
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Moro, pg Roma: “Gravi indizi di concorso in omicidio su ex funzionario Usa”

Nella richiesta di archiviazione di un nuovo filone su via Fani, il procuratore generale Ciampoli chiama in causa Steve Pieczenik, consulente del Dipartimento di Stato e di Cossiga, che in un libro aveva già "confessato" il suo ruolo nello spingere le Br ad assassinare lo statista.
di F. Q. | 12 novembre 2014

Nei confronti dell’americano Steve Pieczenik, ex funzionario del Dipartimento di Stato Usa e “superconsulente” del governo italiano ai tempi del sequestro di Aldo Moro, vi sono “gravi indizi circa un suo concorso nell’omicidio” dello statista democristiano. Lo sostiene il procuratore generale della Corte d’appello di Roma Luigi Ciampoli che chiede alla procura di procedere. Non solo. Per Ciampoli a carico del cololonnello Camillo Gugliemi, già in servizio al Sismi, presente in via Fani la mattina del 16 marzo 1978 quando venne rapito Moro, “potrebbe ipotizzarsi” il concorso nel rapimento e nell’omicidio degli uomini della scorta, ma nei suoi confronti non si può promuovere l’azione penale perché è morto.

Proprio oggi lo stesso Ciampoli è stato audito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro e ha rilanciato: “Bisogna prendere atto che in via Fani, con la moto, non c’erano solo le Br. Questi hanno successivamente sminuito queste presenze non conosciute all’epoca. Oggi sappiamo che su quel palcoscenico c’erano, oltre alle Br, agenti dei servizi segreti stranieri, interessati a destabilizzare l’Italia”.

Il ruolo del funzionario americano
Le presunte responsabilità di Pieczenik vengono messe in luce dal procuratore generale Ciampoli nella richiesta di archiviazione, inoltrata al gip del tribunale di Roma, dell’inchiesta sulle rivelazioni dell’ex ispettore di polizia Enrico Rossi che aveva ipotizzato la presenza di agenti dei Servizi, a bordo di una moto Honda, in via Fani, a Roma, quando Moro fu rapito dalle Brigate Rosse. Il pg ha quindi disposto la trasmissione della richiesta di archiviazione – un documento di cento pagine – al procuratore della Repubblica di Roma “perché proceda nei confronti di Steve Pieczenik in ordine al reato di concorso nell’omicidio di Aldo Moro, commesso in Roma il 9 maggio 1978″.

La figura dell’esperto Usa – consulente dell’allora ministro dell’Interno Francesco Cossiga nel comitato di crisi istituto il 16 marzo 1978, giorno del rapimento di Moro e dell’uccisione degli uomini della scorta – è da molto tempo, e da molti, considerata “centrale” nella vicenda del sequestro e dell’omicidio del presidente della Dc. La procura generale di Roma sottolinea che “sono emersi indizi gravi circa un suo concorso nell’omicidio, fatto apparire, per atti concludenti, integranti ipotesi di istigazione, lo sbocco necessario e ineludibile, per le Br, dell’operazione militare attuata in via Fani, il 16 marzo 1978, ovvero, comunque, di rafforzamento del proposito criminoso, se già maturato dalle stesse Br”. L’ipotesi dunque è che Pieczenik abbia fatto in modo che le Brigate rosse si convincessero, maturassero o rafforzassero la propria idea che la conclusione “ineludibile” del rapimento del leader democristiano era la sua uccisione.

Riprende quota la pista internazionale, con i servizi, italiani e stranieri, che si inseriscono in un’operazione genuinamente pensata e condotta dalle Brigate rosse, per pilotarne l’esito finale verso la morte dell’uomo del compromesso storico. “Sicuramente su quella moto non c’erano – ha spiegato il procuratore generale Ciampoli in Commissione parlamentare – né ‘Peppo’ né ‘Peppa’, i due autonomi che invece sono presenti in altri episodi. Questo è un dato sicuro. Il problema della moto non inquadrata nelle forze Br rimane”.

Chi era Guglielmi
Anche lo 007 Guglielmi è presente in via Fani al momento del rapimento. Ufficiale del Sismi, il servizio segreto militare, addetto all’Ufficio “R” per il controllo e la sicurezza, anni dopo ai magistrati offrirà la sua versione: “Stavo andando a pranzo da un collega che abitava in via Stresa, a pochi passi dal luogo della strage”.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11/12/moro-pg-corte-dappello-gravi-indizi-concorso-in-omicidio-ex-funzionario-usa/1207080/
Inviato il: 12/11/2014 17:16
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