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  IL DIO D'AMERICA 2

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IL DIO D'AMERICA 2
#1
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 20/4/2005
Da Costantinopoli
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US Capital Building, Washington D.C.STATI UNITI - Secondo un sondaggio sull'osservanza religiosa condotto dall'Istituto Gallup la fede religiosa negli «States» supera nettamente quella in Europa e lo stesso vale per la pratica religiosa.
Il 62 % degli americani dichiara di credere in un Dio personale, mentre gli europei sono all'incirca il 35 %.
In America, inoltre, si reca in «chiesa» almeno una volta alla settimana una percentuale superiore del doppio rispetto a quella degli europei.
Irrilevante, poi la percentuale di «atei», che in Europa raggiunge il 15 %.
Ecco perché l'America appare oggi a molti «conservatori» di casa nostra come un modello da imitare: una profonda religiosità ne impregnerebbe il popolo e le stesse istituzioni.
Nessuno nega che vasti strati della società americana considerino la dimensione spirituale centrale o almeno molto rilevante nella propria vita.
Occorre precisare tuttavia che la frammentazione di questa spiritualità è enorme (specie nell'ambito delle denominazioni protestanti ed evangeliche) e in ogni caso si estende dal cattolicesimo ultratradizionalista alla «Religione della Forza», nata a seguito della saga cinematografica di «Star War» di George Lucas: «may the force be with you!»
Anche sotto questo profilo l'America è dunque inevitabilmente in un «meltig-pot pneumatico» (1) , esatta corrispondenza di quello etnico-razziale e linguistico, sicchè oggi - e soprattutto in prospettiva - il carattere W.A.S.P. (white, anglo-saxon, protestant) degli Stati Uniti è destinato a modificazioni profonde e le stesse identità religiose presenti sono inevitabilmente avviate a contaminazioni reciproche.
Se tuttavia è all'anima cristiana dell'America che un certo cattolicesimo italiano guarda con attenzione, occorre subito fare una precisazione.
La base della religiosità americana è biblico-veterotestamentaria e «Christ» è inteso sovente come una figura consolatoria nei momenti di crisi o di fallimento, più che il «logos» di Dio.
Come è stato da più parti rilevato, gli americani sono i discendenti dei puritani, quegli inglesi del XVI secolo che nell'ideologia del Vecchio Testamento avevano ritenuto di trovare la copertura teologico-morale del loro individualismo materialistico e la giustificazione del loro impulso esistenziale ad essere un popolo più ricco degli altri.
A questa condizione essi ne avrebbero il diritto, poichè Dio li avrebbe scelti come popolo eletto: «i puritani si consideravano come il popolo scelto da Dio, paragonando il loro stato a quello degli antichi ebrei». (2)
Contrariamente a quello che si potrebbe credere, la religione è divenuta negli Stati Uniti assai più strumentalmente utile che nelle vecchie monarchie.
Scriveva Tocqueville: «la religione è molto più necessaria nella repubblica che essi preconizzano, che nella monarchia che attaccano, nelle repubbliche democratiche, che nelle altre. Come potrebbe non perire la società se, mentre il legame politico si allenta, non si rinsaldasse il legame morale?
E che fare di un popolo signore di se stesso, se non è sottomesso a Dio?». (3)
Ma la Bibbia come simbolo morale della nazione americana non deve ingannare.
L'esaltazione del Vecchio Testamento in ambito cristiano è assai spesso la maschera dietro la quale si nasconde il rifiuto del Cristo e riemerge o il rischio di una rigiudaizzazione o, dietro l'allettamento di un umanesimo monoteista, l'antica tentazione gnostica.
Se veramente il Dio d'America (intesa come nazione, non già come popoli che la compongono) fosse un Dio cristiano, sarebbe legittimo pensare di ritrovarne traccia all'interno dei simboli, delle monete, dei monumenti della nazione americana: e invece no.
Eppure da che mondo e mondo è stato così: in ogni civiltà che si è succeduta, dall'antichità ai giorni nostri, in assenza di documenti scritti, sono stati proprio i simboli e i monumenti a consentire di identificarla, classificarla e di comprenderne l'intima essenza.
Anzi l'inizio di una nuova era storica, di un nuovo regime politico, di un nuovo ordine sociale si accompagna proprio con la necessità di segnare l'architettura, l'arte, la moda, le monete con il proprio stile, i nuovi valori, la cultura specifica, la propria fede, la propria ideologia, la propria estetica.
Andate Roma e, dalle antiche vestigia romane fino al quartiere EUR, vi farete una carrellata attraverso l'architettura della storia dell'urbe, dalla fondazione al fascismo.
Provate a pensare alla Francia: quella medievale rimanda alle cattedrali, quella rinascimentale e settecentesca ai castelli, quella post-rivoluzionaria al berretto frigio, al gallo, all'Arco di Trionfo, alla torre Eiffel.
E l'America?
C'è un solo monumento cristiano, un solo simbolo significante che rimandi al cristianesimo nell'estetica degli Stati Uniti d'America?
No.
Quando si dice America si pensa alla statua della libertà, al Campidoglio, alla Casa Bianca, al Pentagono, al palazzo della Corte Suprema, al palazzo dell'ONU, all'«obelisco», al Jefferson Memorial, al Rockfeller Center, al dollaro, al «sigillo» USA, a Mc Donald's, alla Coca Cola e una volta alle Twin Tower's.
Nessun riferimento cristiano.
E la costituzione parla forse di Dio?
Neanche per sogno.
Di Dio non v'è traccia, di Cristo ancor meno e della religione si stabilisce che: «nessuna professione di fede religiosa sarà mai imposta come necessaria per coprire un ufficio od una carica pubblica degli Stati Uniti» (articolo VI) e che «il Congresso non potrà fare alcuna legge per il riconoscimento di qualsiasi religione, o per proibirne il libero culto…» (I emendamento)
E i padri fondatori erano forse celebrati per la loro fede cristiana?
Per la fede no, ma per l'affiliazione alla massoneria sì.
Alfred Miller, storico delle religioni, scriveva che «George Washington era un gran maestro della massoneria; dopo di lui abbiamo avuto altri tredici presidenti massoni. Gli ultimi sono stati Harry Truman negli anni '40 e Gerry Ford in quelli '70… [oltre alla famiglia Bush, subentrata nel frattempo]. Washington insistette perché le fondamenta dei primi palazzi, dalla Casa Bianca al Campidoglio, fossero gettate con riti massonici».
Un caso?
Forse no e forse non è neppure un caso che si siano affastellate parecchie interpretazioni della simbologia americana, tutte in chiave esoterica.
Molti già le conosceranno, ma proviamo a riassumerle.
Il Gateway Arch di Saint Louis, ad esempio, alto 192 metri, posizionato di fronte al Missisipi, la porta d'Oriente, aperta verso il mitico West, altro non rappresenterebbe che la stilizzazione
dell'«arco reale», 13° grado del rito massonico scozzese antico e accettato.
Vero? Mah...
Di sicuro invece c'è che è dall'affiancamento di «due archi d'oro» che nasce il logo di Mc Donald's, quella strana M su campo rosso (il colore proprio della massoneria dell'«arco reale»)
che caratterizza il simbolo della diffamatissima catena di fast food globali.
E che dire delle Twin Towers, in origine chiamate con il nome dei due fratelli e finanzieri ebrei David e Nelson Rockefeller, che portarono a termine il progetto?
Secondo Frances Yates, prestigiosa studiosa del Warburg Institute, sarebbero state costruite secondo la geometria templare che sfrutta il modulo di base della «misura aurea» e rivestivano il ruolo simbolico di indicare a chi arrivava da oriente che si entrava in territorio imperiale.
Il sigillo delle due colonne, infatti, ancora presente sulla bandiera spagnola e adottato quale simbolo dell'impero planetario da Carlo V, tornava a rivestire il significato originario di simbolo della superpotenza che domina le terre, i cieli e i mari.
Le due colonne sono poi presenti in ogni loggia massonica e prendono il nome di Jachin, quella di destra e Boaz quella di sinistra, nomi loro attribuiti dall'architetto Hiram, mitico costruttore del tempio di Salomone.
Ora, secondo queste ricostruzioni, le Twin Towers, fissavano la città di New York quale tempio di Salomone e gli USA quale nuovo Israele e nuovo popolo di Dio.
Dicerie, dirà qualcuno, sciocchezze: non c'è alcuna valenza esoterica in questi due edifici realizzati dai Rockefeller.
Se in assoluto sia vero è difficile dirlo, che non sia del tutto inverosimile lo potrebbe dimostrare il fatto che almeno una certa familiarità con l'esoterismo è riscontrabile nella vicina Lower Plaza, quello del Rockefeller Center (ancora loro, i medesimi finanzieri ebrei delle Twin Towers), attorno alla quale sventolano - in un gran pavese mondialista - le bandiere dei Paesi membri dell'ONU.
E' lì che si può ammirare il Prometheus, una statua in bronzo dorato del 1934 dello scultore Paul Manship, dietro la quale campeggia in caratteri d'ottone una scritta in inglese dall'indiscutibile carattere luciferiano e gnostico: «Prometeo maestro di ogni arte portò il fuoco che ai mortali si è rivelato un mezzo per intenti possenti. Saggezza e conoscenza saranno la stabilità dei tempi».
Ed è vero che anche il Pentagono sarebbe costruito secondo una geometria esoterica e templare precisa?
Vi è chi sostiene che esso sia allineato con la costellazione del Toro (che astrologicamente presiede ai conflitti militari) e che la forma geometrica del numero 5, legato a Marte, dio della guerra, costituirebbe il perimetro del pentacolo, cioè la stella a 5 punte, simbolo anch'esso gnostico e massonico, votato alla realizzazione dell' «opera» alchemica partendo dal mondo profano.
Allusione alchemica avrebbe anche la Casa Bianca, il cui colore corrisponderebbe ad uno degli stadi di realizzazione dell'«opera» alchemica e le cui sale interne blu, rossa e verde sarebbero giocate su varianti cromatiche corrispondenti a precisi passi simbolici dell'ascesi ermetica.
Lo stesso numero civico della «White House» sarebbe «inspiegabilmente» il 1733, forse in onore del numero 17, fondamentale nell'interpretazione numerologica ermetica, che equivale alla privazione (a causa della rivolta di Lucifero?) della perfezione celeste, rappresentata dal numero 18 e del 33 il massimo grado della massoneria scozzese di rito antico e accettato.
E passiamo a Capitol Hill, il luogo che ospita il Congresso degli Stati Uniti e la cui architettura si richiama al Campidoglio e alla tradizione pagana di Roma.
Esso si inserirebbe armonicamente all'interno della mappa urbanistica di Washington, che sarebbe ispirata ai principi della geografia sacra e massonica.
Vero, falso?
Indizi ce ne sono, visto che la mappa urbanistica di Washington DC fu realizzata dall'architetto francese massone Pierre Charles l'Enfant, su ispirazione di Jefferson e dello stesso George Washington.
Secondo taluni tutti i simboli della dottrina massonica troverebbero una collocazione precisa e intenzionale nel corpo della città e inoltre gli angoli delle vie confluenti a quelle principali misurerebbero quasi sempre 33°, come il più alto grado massonico di rito scozzese antico e accettato.
A Washington risiede anche la Corte Suprema, il massimo organo giudiziario della nazione americana.
All'ingresso dell'edificio vigilano due sfingi, simboli di origine egizia che furono fatti propri dalla tradizione massonica di quel rito.
Il sottotimpano, in corrispondenza dell'ingresso della Corte, rappresenta il sole nascente, simbolo esoterico massonico, che rappresenta la meta dell'ascesi alchemica che conduce alla «luce» e, al tempo stesso, una figurazione della deità egizia Horus.
E quanti sono i membri della Corte Suprema?
Manco a dirlo, tredici: un numero che ha un preciso significato esoterico e che è disseminato nella simbologia nazionale.
Il 13 è un numero sacro per la numerologia esoterica, composto dal numero della perfezione mondana (12) e dal numero dell' «uno» a cui tutto tende.
Numero fortunato e fatale a seconda dell'idoneità iniziatica di chi lo riveste.
La simbologia del 13 diviene esplicita nella decodificazione del «grande sigillo» della nazione americana: 13 sono le stelle che sovrastano il capo dell'aquila (a forma di stella di David o sigillo
di Salomone, altro simbolo giudaico ed esoterico; i due motti «e pluribus unum» e «annuit coeptis», contano 13 caratteri ciascuno; l'aquila stringe nelle zampe 13 foglie di ulivo con 13 olive da una parte e 13 frecce dall'altra.
Non è superfluo evidenziare che l'aquila non rientrava nel progetto iniziale del «sigillo»: al suo posto, nel sigillo elaborato dal disegnatore e architetto massone William Barton, nel maggio del 1782 (e poi scartato) campeggiava la «fenice», mitico animale rientrante nella più classica simbologia ermetica.
Sul retro del «sigillo» è posta la piramide monca di 13 ordini orizzontali o tredici scalini, con l'occhio onniveggente che lo sovrasta, simbolo secondo taluni degli Illuminati di Baviera, la loggia segreta fondata da Adam Weishaupt .
Sotto la base della piramide la scritta «novus ordo seclorum» sembra contenere un evidente errore ortografico, poiché risulta composta di 17 lettere (con il significato sopraccennato) invece di 18. La scritta corretta dovrebbe essere così: «novus ordo sæcolorum».
Tralascio molti altri dettagli che potrete agevolmente trovare in una vastissima letteratura.
Concludiamo invece col simbolo dei simboli dell'America: la statua della libertà, un regalo della massonica Francia alla massonica America, copia dell'icona che campeggia sulla Senna. Secondo la mitologia massonica, le statue della libertà simboleggiano la regina Semiramide e Iside.
Vero o falso tutto cio?
Falso, dicono in molti, frutto delle manie complottiste e visionarie di certuni.
Paccottiglia, ciarpame da televendita, minutaglia da mago di Arcella.
Spazzatura insomma, alimentata dalla pseudo-scienza di trasmissioni come Stargate o dai romanzi alla Dan Brown.
In effetti chi fossero gli Illuminati di Baviera fino a poco fa lo sapevano in pochi.
Ma dopo «Angeli e Demoni», persino le impiegate dell'ufficio anagrafe o le cassiere dell'Ipercoop si avventurano a parlare dei seguaci di Adam Weishaupt.
Da quando poi è uscito il film «Il mistero dei Templari», qualcuno ha cominciato a guardare la banconota americana con più attenzione.
Che ci fa là sopra il simbolo degli Illuminati?
Che c'entra la massoneria con l'America? Della simbologia misterica del dollaro si è scritto spessissimo.
Tutti visionari?
Sì, stando almeno a Massimo Introvigne: «il simbolo con la piramide tronca e l'occhio nel triangolo non si ritrova affatto presso gli Illuminati. In realtà non è neppure un simbolo massonico, anche se nella massoneria del XVIII e XIX secolo, che è affascinata da tutto quanto riguarda l'Egitto, si trovano talora simboli simili. La specifica piramide usata nel simbolo americano è tratta dalla Pyramidographia, un volume pubblicato nel 1646 a Londra da John Greaves (1602 - 1652) dopo un viaggio in Egitto. L'occhio nel triangolo è presentato dal segretario del Congresso americano, Charles Thomson (1729 – 1824), che tra l'altro non è mai stato massone, nel suo discorso nel 1792 che precede il voto con cui il Congresso adotta ufficialmente il Sigillo, come un simbolo cristiano, l''occhio della Provvidenza' trinitaria che presiede ai destini degli Stati Uniti. Come tale, il simbolo si ritrova nell'iconografia cristiana non solo a prescindere ma anche ben prima del suo uso in alcune fonti massoniche».
Prudenza è d'obbligo, ma questo sminuire, questo affermare che non c'è nulla di oscuro se non nella mente di chi si interroga su queste cose, che la storia segreta non esiste affatto, che la simbologia è inventata o l'interpretazione arbitraria, che al massimo nella storia ci sono dei microcomplotti, che il divenire storico è quello che ci si presenta o poco più, che le categorie delle scienze ordinarie sono sufficienti spiegarne lo sviluppo, ad intenderne il senso e prevederne la direzione, mi pare funzionale a voler sopire e sedare anche solo l'ansia di conoscere, di approfondire, di interpretare fatti, uomini, avvenimenti, vicende: un atteggiamento dogmatico, ripiegato sulle versioni ufficiali, in linea con le veline della «storiografia ufficiale», molto comodo al potere dominante.
Se però dobbiamo fermarci all'ufficialità, almeno diciamola tutta: la creazione del «The great seal», il «gran sigillo», inserito sul retro del dollaro nel 1935, ebbe inizio il 4 luglio 1776.
I creatori furono i massoni Benjamin Franklin e Thomas Jefferson, che ne affidarono la elaborazione ad un comitato che portò a termine il suo lavoro nel giugno 1782, dopo avere scartato
i tre precedenti modelli del 1776, del 1780 e del maggio del 1782.
Il motto «novus ordo seclorum», deriva dal quinto verso dell'Egloga IV di Virgilio.
La frase è parte della profezia circa i destini dell'impero romano.
Charles Thomson, che era uno dei membri del comitato spiega: «la data sotto [la piramide] è quella della Dichiarazione d'Indipendenza e le parole sotto di essa significano l'inizio di una nuova Era Americana, che comincia da questa data».
Anche l'espressione «annuit coeptis» (che significa: «ha favorito le cose intraprese») è usata da Virgilio, tanto nell'Eneide (IX, 625) che nelle Georgiche (I, 40).
Sempre Thomson afferma : «la piramide indica la resistenza e la durata: l'occhio sopra di esso e il motto alludono ai vari segni di provvidenza intervenuti per la causa americana».
La traduzione potrebbe dunque essere: «la provvidenza ha favorito le nostre imprese».
Tutto qui? No.
Qual è la caratteristica di ogni simbolo esoterico?
Quella di nascondersi dietro l'exoterismo, cioè dietro un simbolo di significato comune.
Il monogramma cristiano I.N.R.I., ad esempio, che sta per «Jesus Nazarenus rex iudaeorum» (cioè Gesù di Nazareth re dei giudei), sottende invece nella tradizione alchemica rosacruciana una delle massime chiavi dell'alchimia: «igne natura renovatur integra» (4), mentre nella tradizione della Carboneria risorgimentale repubblicana corrispondeva a «iustum necare reges Italiae». (5)
E in quanti sanno che l'«incipit» dell'inno di Mameli, il celeberrimo verso «fratelli d'Italia», si riferisce in realtà ai «fratelli massoni?». (6)
Come diceva Albert Pike, fondatore del rito scozzese antico e accettato: «i simboli e le cerimonie della massoneria hanno più di un significato. Più che svelarla, essi nascondono la verità». (7)
Leggete qui: «è significativa la querelle per la nuova capitale degli Stati Uniti. L'idea di una 'città nuova federale', sostenuta da Washington e Jefferson, riuscirà ad affermarsi anche nel segno dell'ideologia massonica; […] mentre Jefferson pensava ad un piano urbanistico a scacchiera [come il pavimento di loggia], emblema di uguaglianza tra i cittadini, Washington promosse invece, attraverso il piano dell'architetto francese l'Enfant, l'idea di una città che rispecchiasse e rispettasse il policentrismo degli States e che costituisse l'immagine vivente della nazione e del mondo in chiave massonica».
E altrove: «si può affermare che anche in campo artistico, oltre che politico, la rivoluzione americana si innesta sul tronco dell'Illuminismo francese, e non soltanto perché in Francia si forgiano due padri della patria (e massoni) come Franklin e Jefferson. È significativa la scelta di simboli dell' 'arte regia' per il 'grande sigillo' degli USA, delineato nel 1776 e a tutti noto per la sua presenza nel dollaro. Sul recto del 'sigillo', la 'grande piramide' sormontata dal 'delta' divino irradiante equivale all'edificazione fisica ed etica della Confederazione dei primi tredici Stati (corrispondenti ai tredici filari di 'pietre levigate' della 'piramide'); sul retro, la 'costellazione' delle tredici stelle viene disposta secondo il disegno esoterico e sapienziale del sigillo di Salomone».
Provvidenza divina nel «Great Seal» come sostiene Massimo Introvigne?
Purchè si chiarisca che il termine non va inteso in senso cristiano, ma in quello esoterico spiegato
da Guenon: «il triangolo diritto si riferisce propriamente al Principio; ma, quando è rovesciato per riflesso nella manifestazione, lo sguardo dell'occhio che contiene appare in un certo modo diretto 'verso il basso', cioè dal Principio verso la manifestazione stessa, e, oltre al suo senso generale di 'onnipresenza', esso allora assume più chiaramente il significato particolare di 'Provvidenza'». (8)
Nel volume citato troverete anche rivendicazioni massoniche per Capitol Hill, la Casa Bianca, la statua della libertà, la pietra cubica di Washington, come per tutte quelle città europee dove, a partire dall'Umanesimo, l'arte e l'architettura si ispiravano oramai all' «arte regia» e rappresentavano (attraverso il Palladianesimo, il revival egizio, l'«architecture parlante», quella sapienziale, quella napoleonica, etc.) il nuovo linguaggio egemonico «spirituale» e culturale, oltrechè politico dei paesaggi urbani.
Dove sono scritte queste cose?
In un libro oramai fuori commercio, reperibile forse solo in quelle librerie che vendono volumi specialistici o «fuori catalogo».
Si intitola «Architettura e Massoneria», a cura di Marcello Fagiolo, Edizione Convivio/Cardini Editore, Firenze, 1988.
Non è un volume qualsiasi, è una voce ufficiale, pubblicato in occasione della mostra itinerante «Architettura e Massoneria» promossa dal Grande Oriente d'Italia… non una loggia qualunque!
Le scrivono loro, i massoni, queste cose!
Qui non si è inventato nulla e si è cercato di documentare tutto.
Come si dice in questi casi: «relata refero».
Un'ultima cosa: il simbolo della piramide, sovrastata da un occhio modificato graficamente in modo da renderlo ancora più «illuminante» mentre osserva e/o controlla il mondo intero, veniva usato anche dall'agenzia governativa per i programmi della difesa statunitense: la T.I.A. - D.A.R.P.A. (Total Information Awareness - Defense Advanced Research Projects Agency).
Poi la cosa è stata notata ed ora l'hanno tolto.
Francamente per la «divina Provvidenza» era un'allusione perlomeno imbarazzante.
Domenico Savino
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=710¶metro=religione
_________________
Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat
Inviato il: 26/10/2005 2:45
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  •  goldstein
      goldstein
Re: IL DIO D'AMERICA 2
#2
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 4/11/2004
Da
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Crociato, come ti ha gia' suggerito paxtibi nella notizia precedente che avevi postato, diversifica le fonti di informazione da cui le prendi e limitati a postarne uno stralcio (a meno che non siano traduzioni, o articoli brevissimi) se no sottrai loro delle visite preziose.
Oltretutto effedieffe.com è tra i miei siti preferiti, a cui fra l'altro daro' certamente sostegno economico (non posso comprare i libri di Blondet, li ho tutti!), dunque - come spero anche te - non voglio davvero che cio' succeda.
(ora non ci bombardare con "news" tgcom, please! )
Inviato il: 26/10/2005 10:20
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