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  La cospirazione dietro l'Unità d'Italia

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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#151
Sono certo di non sapere
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ivan ha scritto:
Quei due ovviamente non sono la Letizia travestita (almeno così voglio sperare), sono lo stesso filone di pensiero che ha portato alle meraviglie scolastiche che oggi ammiriamo.

Non hai capito un tubo ivan, piantala di abbaiare ad un secchio pensando che sia il postino

Io, ma penso anche Linucs, anzi, ne sono sicuro, sono esattamente nel filone opposto di quello che ha portato alle odierne meraviglie scolastiche.
Se invece di leggere quello che non e' scritto leggessi quello che abbiamo scritto (e ormai ci dovresti conoscere piuttosto bene a meno che tu non abbia passato tutto il tempo solo a litigare con Drive e compagnia per la questione lunare) e magari togliendoti gli occhiali ideologici, lo sapresti molto bene.

Non e' certo che il filone di pensiero precedente fosse molto meglio, solo un poco, visto che di base insegnava solo PROPAGANDA, palle, ancora palle rosse, verdi e gialle (a seconda della situazione).

Il filone di pensiero a cui appartengo e' il mio personale stesso medesimo, ma trovo delle corrispondenze, naturalmente, anche in altri, in primis il Buon Zietto Linucs, che mi pare che come me odi le PALLE che hanno tramutato questa penisola, un tempo abitata dalla gente migliore, piu' intelligente e sveglia del pianeta (e ci credo profondamente), in un Luna-Park per disperati nuovi cittadini.
E, con i sistemi che tu sembri approvare, cioe' una dose massiccia di PALLE, ne hanno anestetizzato la popolazione, trasformandola in una ammasso budinoso tremolante che sta seguendo ciecamente, belando solo un po', le direttive che la porteranno direttamente al macello equo e solidale, a farsi bollire nel melting pot, individui ormai privati del senso comune per cui gli avi erano famosi ed inutili oramai, senza diritto di avere un posto nella storia, e il susseguente diritto alla respirazione, in primis perche' quella VERA se la sono fatta scippare gia' ai tempi che furono.

Gore Vidal, personaggio per alcuni versi equivoco - ma non in questo frangente - si era trasferito a vivere in Italia perche' gl'italiani erano il popolo, a suo parere, piu' sveglio del mondo; se n'e' andato qualche anno fa, perche' si era ritrovato a vivere fra coglionazzi piu' piatti di quelli del Nebraska

Sveglia Ivan, ci hanno COGLIONATI, e non dalla Moratti in poi!!!

Io sono fuggito, ma Dio sa se non vorrei essere ancora li', a parlare di tutto nelle piole come ai bei tempi andati. Ora ti mostrano il telefonino e la piola si e' trasformata in un bar delirio di lusso, con clienti che non consumano.....
Inviato il: 5/11/2006 10:03
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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#152
Ho qualche dubbio
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accidenti mi pare di sentire dei SOVVERSIVI CONATI DI SECESSIONISMO e di federalismo !

la questione lingua o dialetti (vi servo la definizione che mi hanno dato al corso di linguistica generale dell'uni che calza a pennello in questa discussione: il dialetto è una lingua senza esercito e senza marina): io non vedo nulla di drammatico nella scomparsa dei dialetti (e in parte nemmeno delle tradizioni locali, in quanto inevitabile storicamente) semplicemente per una questione di comunicazione e di scambio di idee.. il dialetto lo vivo veramente come un provincialismo, come una forma di chiusura.. piuttosto che fare la fine dei catalani che studiano catalano e castigliano e non sanno l'inglese (parlo x esperienza) preferisco l'estinzione del grazioso dialetto bresciano-bergamasco..

lo stato federale non serve per tutelare le lingue, per scrivere i cartelli in dialetto o per far credere ai bresciani di essere migliori dei veronesi e vice versa. Serve per adattarsi alle realtà (ad esempio ai vari costi della vita) e perchè i governi locali sono più vicini agli elettori e quindi -almeno in teoria- più controllabili. Senza nulla togliere all'esistenza di un'entità sovranazionale e a forme di solidarietà nazionale.
Inviato il: 5/11/2006 11:25
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#153
Sono certo di non sapere
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Gli Italiani ancora si devono fare,non diciamo cavolate,per il semplice fatto che esiste la "nazionale cantanti" o la "Nazionale Calcistica"
Tutti campanilistici,tutti arroccati alle proprie usanze,tradizioni,DOC,DOP,"io ce l'ho più duro" o la mia città è più bella e storica della tua,polentone e/o terrone,burino o provinciale e via dicendo
I dialetti,come lo slang,o il gergo giovanile,o il linucsese,servono per "non farsi capire" da orecchie indiscrete o da chi non è del giro per mandarlo elegantemente a quel paese
L'Italiano così come ogni altra lingua assolvono al compito di "obbedire senza fraintendere",poi esiste il politichese, il giornalistico,l'ampolloso,per non far capire di nuovo a tutti indistintivamente
Haug,fiammifero seduto ha parlato
Inviato il: 5/11/2006 11:45
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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#154
Sono certo di non sapere
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Citazione:

fiammifero ha scritto:
I dialetti,come lo slang,o il gergo giovanile,o il linucsese,servono per "non farsi capire" da orecchie indiscrete o da chi non è del giro per mandarlo elegantemente a quel paese
L'Italiano così come ogni altra lingua assolvono al compito di "obbedire senza fraintendere"


A parte l'evidenza del fatto che L'ITALIANO E' LA LINGUA CHE CI DIVIDE - difatti questo forum ne e' una dimostrazione, uno dice "dove?" e l'altro risponde "e' colpa del tuo partito", stare a sentire cosa dicono gli altri e' ormai un optional in diverse lingue - lo sai bene dove va a parare il tuo discorso: all'introduzione della cara LINGUA MONDIALE, con gran goduria degli Esperantisti che sperano di non passare il resto della vita a parlarsi fra di loro, sono dei tali noiosi.......
Inviato il: 5/11/2006 11:59
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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#155
Sono certo di non sapere
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Citazione:

Mnz86 ha scritto:
accidenti mi pare di sentire dei SOVVERSIVI CONATI DI SECESSIONISMO e di federalismo !

Ho la cura per i conati: leggi attentamente quel che e' stato scritto, ma in piccole dosi, per non strafogarsi e poi avere gli sforzi di vomito. Fai una pausa riflessiva di un paio di minuti dopo ogni frase e un pausone di almeno mezz'ora dopo aver letto tutto. Togliti gli occhiali ideologici mentre lo fai, mi raccomando.

Cosi' capirai cosa si sta dicendo e che il secessionismo ce l'hai tu piantato davanti agli occhi come il toro ha la muleta che viene agitata dal torero che gli tagliera' le orecchie, e nessun'altro l'ha mai proposto, ora come ora.

La scuola e' proprio ridotta allo schifo, se questa e' l'aristocrazia del pensiero italiano (perche' LC lo e').......stiamo freschi!
Inviato il: 5/11/2006 12:05
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#156
Sono certo di non sapere
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Non ci penso proprio alla nuova lingua mondiale,non conoscono ancora bene l'italiano,figurati!
Era solo una constatazione di fatto,comunque con il mio vernacolo sapessi come mi faccio capire quando ci vuole
(forse il romanesco è il dialetto più comprensibile e non dà adito a fini disquisizioni )
Inviato il: 5/11/2006 12:07
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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#157
Sono certo di non sapere
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Citazione:
preferisco l'estinzione del grazioso dialetto bresciano-bergamasco..

Ehi amici, va bene tutto, ma non esageriamo
Innanzitutto si parla di due lingue diverse, in secondo luogo il bergamasco da queste parti ha una storia di 1000 anni, l'italiano di 40 (leggi tv).

Niente nostalgie, ma la "lingua" imposta dall'alto è un qualcosa che non finirà mai di mettere i brividi.

Blessed be
Inviato il: 5/11/2006 12:09
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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#158
Sono certo di non sapere
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Quei due ovviamente non sono la Letizia travestita (almeno così voglio sperare), sono lo stesso filone di pensiero che ha portato alle meraviglie scolastiche che oggi ammiriamo.

Ma data la tua nota comprensione per i filoni di pensiero, direi che possiamo tranquillamente smettere di preoccuparci.
Inviato il: 5/11/2006 12:26
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  •  ivan
      ivan
Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#159
Sono certo di non sapere
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Citazione:

Linucs ha scritto:
Quei due ovviamente non sono la Letizia travestita (almeno così voglio sperare), sono lo stesso filone di pensiero che ha portato alle meraviglie scolastiche che oggi ammiriamo.

Ma data la tua nota comprensione per i filoni di pensiero, direi che possiamo tranquillamente smettere di preoccuparci.


...













Inviato il: 5/11/2006 15:02
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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#160
Sono certo di non sapere
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Inviato il: 5/11/2006 15:04
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  •  ivan
      ivan
Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#161
Sono certo di non sapere
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Vedo che ti è piaciuta ... sono contento, la stavo per rimuovere ...


Ciao.
Inviato il: 5/11/2006 15:32
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  •  noreprez
      noreprez
Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#162
Mi sento vacillare
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moment! moment! inanzitutto il dialetto "fiorentino" perchè quello è stato preso a modello per la costituzione di una lingua italiana non è un prodotto autoctono. Bisogna far risalire tutto al cosidetto filone medioevale "dell'amor cortese" che veniva espresso in francia nella lingua d'Oc e Oil. Subito dopo le persecuzioni religiose nei confronti dei valdesi e le crociate emesse dai papi per estirpare questo filone poetico "il quale poneva chiaramente la donna su un piano superiore allo stesso Dio", i trovatori vennero accolti nelle corti possiamo cosi dire più "progressiste d'europa". Federico II ne era il campione e perciò molti esponenti provenzali affluirono in sicilia, contagiando la corte di allora dove i poeti locali presero a rimare seguendo gli schemi della lingua d'Oc, che in seguito si mescolarono con l'idoma autoctono per dare vita a il volgare-palermitano.
Questa corrente venne ripresa sul finire del XIII secolo dai poeti toscani che dettero vita al "dolce stil novo" tra i cui esponenti c'erano Dante Alighieri,Lapo Gianni e il Guido Cavalcanti. Nel suo "De vulgari elocventia" Dante mette a risalto la completa maturazione del volgare rispetto al latino, ma a mio modesto parere si poteva estendere l'idea anche a tutti i dialetti in quanto erano usati correntemente tanto quanto il toscano. Quest'ultimo venne mutuato per la formazione dell'Italiano (e forzatamente imposto alle popolazioni) solo per opportunismo e per utilizzare la fama mondiale dell'Alighieri in modo da legittimarne l'uso.
Inviato il: 5/11/2006 15:46
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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#163
Ho qualche dubbio
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Ho la cura per i conati: leggi attentamente quel che e' stato scritto, ma in piccole dosi, per non strafogarsi e poi avere gli sforzi di vomito. Fai una pausa riflessiva di un paio di minuti dopo ogni frase e un pausone di almeno mezz'ora dopo aver letto tutto. Togliti gli occhiali ideologici mentre lo fai, mi raccomando.

Cosi' capirai cosa si sta dicendo e che il secessionismo ce l'hai tu piantato davanti agli occhi come il toro ha la muleta che viene agitata dal torero che gli tagliera' le orecchie, e nessun'altro l'ha mai proposto, ora come ora.

La scuola e' proprio ridotta allo schifo, se questa e' l'aristocrazia del pensiero italiano (perche' LC lo e').......stiamo freschi!




buongiorno pike, questo commento me lo spieghi per favore? mi sa che stai prendendo un granchio
Inviato il: 5/11/2006 15:48
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  •  ivan
      ivan
Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#164
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Pike, bè non continui ?

La cosa mi affascina e mi intriga.

Ad esempio,uno delle cose poco chiare del risorgimento è la fine di Garibaldi: eroe dei Mondi, "liberatore" del meridione d'Italia, etc, etc; bè, dopo l'unità d'Italia viene in pratica messo ai domiciliari in un isoletta sperduta della Sardegna.
Perchè? Cosa era mai successo?
Inviato il: 5/11/2006 15:50
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  •  ivan
      ivan
Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#165
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Rimosso ...
Inviato il: 5/11/2006 15:52
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      noreprez
Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#166
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Citazione:

ivan ha scritto:
Pike, bè non continui ?

La cosa mi affascina e mi intriga.

Ad esempio,uno delle cose poco chiare del risorgimento è la fine di Garibaldi: eroe dei Mondi, "liberatore" del meridione d'Italia, etc, etc; bè, dopo l'unità d'Italia viene in pratica messo ai domiciliari in un isoletta sperduta della Sardegna.
Perchè? Cosa era mai successo?


che c'è di poco chiaro?? il Cavour e Vittorio Emanuele II avevano paura che il Garibaldi dopo aver liberato il mezzogiorno, lo desse nelle mani dei repubblicani mazzianiani (e per evitargli di marciare su Roma). L'incontro di teano non fu nient'altro che l'espressione della volontà del re a prevenire le mosse del Nizzardo. Senza contare che quest'ultimo aveva chiesto per ben due volte la concessione della dittatura sul meridione per ancora un anno.
Inviato il: 5/11/2006 15:56
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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#167
Sono certo di non sapere
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Esattamente, noreprez.

Garibaldi era l'equivalente di Snake di "Fuga da New York".

Non dimentichiamo che pendeva su di lui una condanna alla forca in contumacia spiccata dai giudici compaesani piemontesi. Era un uomo disperato con sbirri che lo braccavano ovunque.
Una volta svolto (brillantemente) il compito suo (anche grazie al fatto di avere un hit-man spaventoso, il caro Bixio a seguirlo come un'ombra) era diventato pericoloso, ingombrante ed imbarazzante, sia in Italia che in Inghilterra.

Immagino che non debbano avere insistito neanche tanto per deportarlo come Napoleone. E lui, che la fine di Napoleone non la voleva fare (ma forse l'ha fatta, chi lo sa) se ne e' rimasto nella sua isoletta personale.

Se lo proponessero a me, ho gia' le valigie pronte

Era in fondo un personaggio tragico, come Lawrence of Arabia, solo molto piu' simpatico ed attraente.
Inviato il: 5/11/2006 16:13
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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#168
Sono certo di non sapere
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___________

Da Juravit, rivista massonica, disponibile sul sito del grande oriente.
Numero vecchio, dicembre 1978, ma non per questo meno interessante.

Michele Coppino

...Michele Coppino (1822- 1901), il ministro che legò il nome alla citata legge del 1877 e che al governo dell'istruzione pubblica dell'Italia unita impresse un impulso di durevole efficacia.[...]
...questo insigne letterato e uomo politico, che in Parlamento fece segnare la sua presenza dal 1860 al giugno 1900, quando, ottantenne e malato, accorse a pronunziare il suo assenso per la ' svolta liberale ' guidata dal governo Zanardelli-Giolitti, incoraggiato dal conforto delle forze ispirate dal Grande Oriente di Ernesto Nathan.[...]

Dell'Uomo è presto detto.
Cinque volte ministro dell'istruzione pubblica (una prima volta con Rattazzi, nell'anno di Mentana; poi sempre con Agostino Depretis e nel primo governo Crispi: 1876-78 e 1884-88) Coppino resse il governo della scuola italiana per un periodo di oltre sette anni: per pochi mesi inferiore alla durata in carica di Guido Baccelli — a sua volta autorevole dignitario massonico [...]

Candidato 'democratico' nelle elezioni del 1857, con le quali Cavour sbaragliò la presenza clericale nel Parlamento
subalpino, solo nel 1860 — in occasione della prima elezione del Parlamento nazionale — Coppino venne eletto deputato.
Due mesi prima (17 febbraio 1860) egli aveva fatto ingresso nella prestigiosa Loggia madre della risorgente
Massoneria italiana: l'« Ausonia ».

Fervore civile e rinnovamento individuale andavano
di pari passo: ed entrambi si fondevano in una vigorosa capacità d'iniziativa pubblica, d'impegno culturale e, infine, di azione politica intesa ad aprire una nuova età
storica.[...]

Il programma di scolarizzazione di massa — sancito dalla legge del. 15 luglio 1877, che coronò il prolungato sforzo legislativo di De Sanctis, Bargoni, Scialoia, Correnti e dello stesso prudente Bonghi — si prospettò — in tal guisa, quale grande operazione di pedagogia politica in direzione della liberazione dai convergenti ceppi
dell'analfabetismo e della devozione superstiziosa.

L'opera dal Coppino svolta al Ministero dell'istruzione pubblica può venire sintetizzata nella lapidaria sentenza da lui stesso pronunziata sui propri obiettivi di civiltà, il 4 aprile 1872:
« Clericali non siamo. Siamo uomini i quali pensiamo che la libertà non va desiderata solamente per noi, ma per tutti».
Perciò negli anni dei governi Crispi — quando provvide al riordinamento degli Statuti di numerose Università e, mentre gettò le basi dell'istruzione professionale moderna, costruì le stabili for tune dei licei classici — Coppino si distinse per equilibrio, e lungimiranza, tanto da esercitare un vero e proprio magistero intellettuale e morale[...]

Coppino pose in opera con più incisiva efficacia la fervida vocazione a superare i confini dello Stato nazionale e ad inverare il messaggio di fratellanza universale in due direzioni ugualmente preziose e feconde:
coltivare l’uomo nel cittadino e sublimare la spiritualità creativa nell'uomo positivo, faber, della società industriale.[...]
Attorno a Coppino, in quell'ora decisiva della storia italiana, confluirono Zanardelli, Giolitti e decine di figure di primo piano della Libera Muratoria, mentre da parte sua il Gran Maestro Ernesto Nathan sviluppava un'azione consonante per mettere al sicuro da ritorni integralistici e dal rischio di blocchi clerico-reazionari le nascenti
alleanze liberal-democratiche e radicalsocialiste.
Tanto l'anziano statista quanto il più giovane Gran Maestro erano mossi dalla convinzione che l'attribuzione di
responsabilità amministrative alle più giovani ed animose forze politiche «progressive » del Paese avrebbe contribuito ad accelerarne l'accostamento allo Stato e a
completare il disegno di educazione politica e di moralità pubblica tracciato da Cavour,
proseguito da Coppino sino agli anni di Giolitti, ma poi inceppato e rimasto a mezza
via.[...]

_________

Sempre a proposito di istruzione, nell’articolo seguente intitolato La prima cura dei Massoni dopo l'Unità: l'istruzione si può leggere:

Nella tornata del dì 19 agosto 1864 E.'. V.'. il Fr.'. Secretario Oscar Pio faceva alla R.'. L.'. Libbia
d'oro la seguente proposta.
« CC.'. FF.'., la Mass.'. si ridurrebbe alla meschinità delle forme accademiche o al più si
svilupperebbe nelle egoistiche proporzioni di una società di mutuo soccorso quando non estendesse la
sua sfera d'azione nel campo sociale, volgendo tutte le sue forze ad affrettare lo svolgimento del
benessere progressivo nella Umanità.
È perciò che io credo strettissimo dovere dei LL.'. MM.'. di
concretare le aspirazioni massoniche.
Ciò posto, io non credo che alcuno possa mettere in dubbio che bisogno supremo dell'epoca nostra
e del nostro paese non sia quello di sviluppare quella istruzione popolare ch'è fonte prima di concordia e
libertà vera e di moderanza civile.
Non anderemo errati adunque se noi Massoni Italiani volgeremo i nostri sforzi al conseguimento di questo scopo.

La istruzione popolare è tale un intento da raggiungersi più presto colle forze intime della nazione che coi provvedimenti officiali del governo.

__________

Dopo l’unità d’Italia quindi le forze massoniche occupano i più alti posti di governo, e si impegnano in primis per una decisa riforma dei programmi scolastici, impegnati ad eliminare i residui superstiziosi della precedente egemonia clericale ed a diffondere il verbo del laicismo.
In un articolo successivo della stessa rivista, intitolato Simbolismo, Diabolismo e Bibbia, si legge però quanto segue:

Altrettanto semplicistico, per quanto dicemmo, ci sembra il considerare l'iniziazione massonica un tentativo di rinverdire le iniziazioni precristiane od una derivazione dalle stesse già surrogate nel cristianesimo da una semplice abluzione nel Giordano, vademecum per passare dal regno delle ombre — il limbo — a quello dell'Eternità.[...]
Considerando che la prima scomunica è seguita, non alla istituzionalizzazione dell'Ordine, ma a quella del Grado di Maestro ed alla adozione della Cerimonia della morte di Hiram, non è escluso che l'atteggiamento della Chiesa di Roma sia in parte attribuibile al sospetto balenato ad un Papa che nella terra della Albione di Blake fosse per nascere un nuovo sistema di religione cristiana che celebrasse misteri analoghi a quelli della messa.
E può anche essere che, per altro verso, analoghe considerazioni siano state fatte dai cosiddetti atei — era facile allora considerarsi atei più di quanto sia oggi considerarsi credenti — che si sono associati alla Massoneria.
È comunque unanimemente ammesso che sia sempre esistita in Massoneria una componente antroposofica, almeno in senso lato, e certo prima che fosse codificata in disciplina o in setta misteriosofica.
Non mancò inoltre chi, sia dagli inizi, sostenne, non smentito, che la Massoneria, pur proclamandosi cristiana, è la Scienza e la Religione dell'Uomo.

_____________

La Massoneria scienza e Religione dell’Uomo (maiuscola).
Qualcosa non quadra.
Una forza laica e progressista che combatte l’oscurantismo clericale e superstizioso che tuttavia va fiera delle sue componenti misteriosofiche e non nega il suo carattere di religione.

Qualcosa non quadra a dovere.

Blessed be
Inviato il: 5/11/2006 16:25
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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#169
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

ivan ha scritto:
Ad esempio,uno delle cose poco chiare del risorgimento è la fine di Garibaldi: eroe dei Mondi, "liberatore" del meridione d'Italia, etc, etc; bè, dopo l'unità d'Italia viene in pratica messo ai domiciliari in un isoletta sperduta della Sardegna.
Perchè? Cosa era mai successo?

Era successo che la marionetta aveva guardato in alto e si era accorta che c'erano dei fili a muoverla. I burattinai, per paura che li tagliasse, l'hanno messa in deposito: non sia mai che rovinasse uno spettacolo così ben sceneggiato!
Inviato il: 5/11/2006 16:25
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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#170
Sono certo di non sapere
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Citazione:

Turbonegro ha scritto:
Era successo che la marionetta aveva guardato in alto e si era accorta che c'erano dei fili a muoverla. I burattinai, per paura che li tagliasse, l'hanno messa in deposito: non sia mai che rovinasse uno spettacolo così ben sceneggiato!

Inviato il: 5/11/2006 16:50
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  •  ivan
      ivan
Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#171
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Se lo proponessero a me, ho gia' le valigie pronte


"Quoto".
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  •  ivan
      ivan
Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#172
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A proposito di vernacolo, questa è una pagina di Wikipedia:

http://scn.wikipedia.org/wiki/Canzuna:Vitti_na_crozza

(la canzone la si può ascoltare qui:
qui.).

Iniziativa lodevole, senz'altro ma ... chi riesce a leggerla tutta d'un fiato ?

Alla fine è solo una paginetta simaptica, ma è ovvia la necessità di una lingua madre unica prontamente comprensibile a tutti.

Che poi abbiano scelto il firoentino come lingua madre e sul perchè proprio quello si può discutere a lungo.

Io non ci vedo nulla di strano, voi che ne pensate ?
Inviato il: 5/11/2006 18:16
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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#173
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ivan ha scritto:
Che poi abbiano scelto il firoentino come lingua madre e sul perchè proprio quello si può discutere a lungo.
Io non ci vedo nulla di strano, voi che ne pensate ?


La risposta risiede negli ultimi 40 post.
Inviato il: 5/11/2006 18:33
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  •  ivan
      ivan
Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#174
Sono certo di non sapere
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Inviato il: 5/11/2006 19:17
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  •  fiammifero
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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#175
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Bisogna far risalire tutto al cosidetto filone medioevale "dell'amor cortese" che veniva espresso in francia nella lingua d'Oc e Oil. Subito dopo le persecuzioni religiose nei confronti dei valdesi e le crociate emesse dai papi per estirpare questo filone poetico "il quale poneva chiaramente la donna su un piano superiore allo stesso Dio



infatti alle donne la cintura di castità ed a Dio la museruola
Inviato il: 5/11/2006 19:17
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  •  noreprez
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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#176
Mi sento vacillare
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Garibaldi cerco' prima di combattere sotto le insegne della Casa Reale Sabauda nel '48 ma già nel '49 accorse alla costituzione e alla difesa della Roma repubblicana. Possiamo ben dire che era una specie di cane sciolto.
Inviato il: 6/11/2006 9:43
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  •  fiammifero
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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#177
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Durante il Risorgimento San Marino costituì un rifugio sicuro per molti dei personaggi che parteciparono ai moti di quegli anni, ai quali tra l'altro presero parte anche alcuni cittadini Sammarinesi. Ci fu un totale appoggio verso coloro che si battevano per l'affermazione dei principi di libertà e indipendenza da sempre difesi in Repubblica.
Una tale posizione non era tuttavia semplice da mantenere di fronte all'Austria e allo Stato Pontificio, ecco perché la richiesta di Garibaldi di poter transitare all'interno di San Marino, giunta il 23 Luglio 1849, non fu subito accolta.
Garibaldi stava tentando di raggiungere Venezia, unica città che ancora riusciva a resistere agli Austriaci, ma nei pressi di Macerata Feltria si trovò circondato da quattro eserciti. L'unica possibilità di salvezza era di riparare nella piccola Repubblica. Perciò ripeté la richiesta inviando due messaggeri e senza aspettare risposta oltrepassò i confini con i millecinquecento uomini rimasti. Andò egli stesso al Palazzo Pubblico per presentare domanda di asilo.
L'allora Capitano Reggente Domenico Maria Belzoppi accolse e soccorse Garibaldi ed i suoi uomini, chiedendo in cambio che venisse adoperata ogni cautela onde evitare che San Marino fosse coinvolto in scontri armati.
Garibaldi accompagnò i suoi uomini fino al convento dei frati cappuccini dove sciolse l'esercito. Alcuni militari trovarono rifugio presso le famiglie sammarinesi, altri si allontanarono a piccoli gruppi, Garibaldi con centocinquanta fedelissimi nella notte del 31 Luglio uscì dal paese, ed eludendo la sorveglianza dei dodicimila soldati Austriaci che circondavano il Titano si mosse verso Venezia.
Il fatto non passò senza conseguenze per la Repubblica: l'esercito Austriaco violò i confini cercando i rifugiati nelle case ed intimando la consegna delle armi dei garibaldini.
In seguito San Marino continuò a dare asilo ai rifugiati e ad appoggiare le rivolte, ma questo comportamento attirò un clima di sospetto da parte dello Stato Pontificio e dell'Austria, che sfociò nel tentativo di mettere in discussione la libertà del paese e di progettare un'occupazione armata. Fu grazie all'intervento della Francia nella figura di Napoleone III se esso non ebbe esito.
Questa Antica Repubblica suscitò velleità in Garibaldi,tali da essere defenestrato dagli allori ministri?
Inviato il: 6/11/2006 10:08
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  •  noreprez
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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#178
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bisogna rivedere un pochino il quadro politico. Nel 48' scoppiò in Francia una rivoluzione di natura repubblicana che depose il re Luigi Filippo e mise al comando l'allora presidente della repubblica Napoleone (il nipote del famoso corso) che in seguito rivelò le sue vere intenzioni autoritarie proclamandosi egli stesso imperatore. Gli avvenimenti francesi si ripercossero in prussia e addirittura i democratici-repubblicani austriaci organizzarono una sollevazione popolare anti-asburgica a Vienna. Di riflesso tutti gli stati italiani si dettero alle riforme e la casa savoia vedendo un indebolimento austriaco,sconfinò il ticino ed entrò nel lombardo-veneto (lo stesso garibaldi combattè per i savoia anche se i suoi legionari non vennero inquadrati nelle truppe regie). Dopo la sconfitta dei piemontesi, la situazione internazionale mutò di nuovo ritornando nel corso datogli nel 1815. Il garibaldi si trovò esautorato e lo stesso Carlo Alberto dette l'ordine di arrestarlo qual'ora non fosse rientrato nei confini del regno di sardegna. Promosso generale dall'allora governo provvisorio di Milano combattè contro le forze soverchianti austriache sul lago maggiore dove ottenne qualche risultato,ed entrando in Bergamo e Brescia lanciò uno dei suoi soliti proclami agli italiani per una rivolta popolare. I proclami furono accolti con freddezza e il nizzardo dovette rinunciare alla guerriglia riponendo le sue speranze nell'Italia centrale e nella repubblica romana.
Contemporaneamente, il papa si ritirò dalla coalizione anti-asburgica avendo timore di una scissione dei cattolici austriaci. Tutti gli altri sovrani dei ducati dell'Italia centrale e nel mezzogiorno ritirarono le riforme (lo stesso Federico II "il re bomba"sospese la carta costituzionale e riconquistò nello stesso anno Palermo,bombardata dal mare).
Dunque, alla fine del 48' avvenne in Italia la cosidetta restaurazione che ricostruì il precedente status-quo.
L'Austria era arbitro della situazione e la Francia si assunse l'onore di difendere gli stati pontifici.
Inviato il: 6/11/2006 10:24
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Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#179
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Discussione interessante. Ne approfitto per chiedere se qualcuno ha letto questo libro:

Cecilia Gatto Trocchi
"Storia esoterica d'Italia"


Garibaldi presidente di società spiritiche, Mazzini profeta della reincarnazione e della vita negli altri mondi, D'Azeglio che evoca il fantasma di Cavour: documenti alla mano, la storia d'Italia è intessuta da un filo sotterraneo di interessi per la magia, il sapere occulto e la dimensione sapienziale e misterica. Le vicende dei fondatori dell'Italia unita permettono di recuperare le fondamenta oscure dell'esoterismo italiano per scoprire che l'attuale ritorno all'occultismo, allo spiritismo, alla medicina alternativa affonda le proprie radici nel cuore del mondo laico, liberale e razionalista per eccellenza
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  •  Descartes
      Descartes
Re: La cospirazione dietro l'Unità d'Italia
#180
Dubito ormai di tutto
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Interessante articolo che collega Garibaldi, L'unità d'italia, Il risorgimento e la storia dei briganti:


NON FU COLPA DI GARIBALDI. FU COLPA NOSTRA

Nei giorni scorsi sono stati celebrati dalla RAI i duecento anni dalla nascita di Giuseppe Garibaldi. Parlare di Garibaldi significa parlare dell’unità italiana. Non ho visto il servizio, ma a stare al racconto di coloro che l’hanno seguito, più che di Garibaldi, si è parlato del disastro meridionale – un fatto concreto, innegabile, sputtanante, irreversibile. E strano a dirsi, il critico più vivace della malefica unità è stato l’ultimo rampollo dei malefici Savoia, grandi beneficiari dell’evento unitario. In verità, l’unità italiana fu, politicamente, una truffa, socialmente una beffa.

Nel 1859, la Penisola era divisa in sette Stati, tra Stati regionali come la Toscana, appena provinciali come il ducato di Parma e quello di Modena, pluriregionali come il Lombardo-Veneto, che si estendeva da Pavia a Trieste, come lo Stato Pontificio, che comprendeva il Lazio, le Marche, le Romagne e l’Umbria, come le Due Sicilie, che comprendevano sette regioni il cui none attuale è Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Lucania, Calabria e Sicilia, e come il Regno di Sardegna, che ne comprendeva quattro: Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Sardegna.

Ora, più che chiedersi - come si fa solitamente sin dal tempo di Dante e di Petrarca - perché l’Italia fosse divisa, e lo fosse ancora nel 1859, sei secoli dopo la morte di Manfredi e altrettanti dalla nascita di Dante, più utile e corretto è domandarsi come mai, alla data 1850, paesi come la Spagna, la Svizzera, il Regno Unito, l’Olanda, e persino la Russia fossero degli Stati nazionali da secoli e la Francia quasi da un millennio. La risposta è che tutti questi paesi si sono formati dopo più di mille anni da quando Roma aveva unificato l’Italia. L’orda barbarica arrivò a farsi Stato in una terra d’Europa in quanto favorita dal precedente vuoto, dalla tabula rasa giuridica e culturale, fra gentes i cui re non sapevano né leggere né scrivere; tutte gentes dalla vita elementare e quasi belluina, il cui numero complessivo, dal Mar Atlantico alla steppa russa, non raggiungeva i quindici milioni in tutto. L’idea di Stato e di legge vi nacquero per imitazione dell’Esarcato d’Italia dell’Impero Romano d’Oriente, con sede tra Roma e Ravenna. E se i barbari acquisirono una cultura di tipo occidentale (greca-romana), fu perché i monaci e i chierici ve la portarono come in terra di missione.

Anche l’Italia romanizzata s’imbarbarì parecchio, ma non contemporaneamente. Dalla Palude Padana fino a Roma l’imbarbarimento si svolse durante l’Alto Medioevo, dal 500 al 1000/1100 d. C., mentre l’imbarbarimento del Sud fu voluto dai papi e dai re di Francia e d’Inghilterra per ragioni politiche: per troncare la presenza, in questo confine d’Europa della tolleranza religiosa, della Chiesa ortodossa, della cultura classica e del diritto privato. Oggi i meridionali non fanno che elogiare i Normanni, ma in verità essi furono (forse senza saperlo) la causa prima di tutte le nostre disgrazie. In entrambe le parti d’Italia la digestione della barbarie impegnò tempi lunghi. Il Centronord ci uscì al tempo del Libero Comune (1100 circa). Il Sud cominciò a liberarsene intorno al 1700, ma con l’unità d’Italia ci è ricaduto dentro. Infatti l’unità d’Italia ha dato al Sud uno Stato finto, una legge finta e una libera economia finta. Tante parole e una sequela di fatti negativi, un’eguaglianza ‘coloniale’ con gli altri italiani.

Garibaldi fu l’ignaro artefice di tante disgrazie passate e presenti? Forse Cavour non avrebbe mai pensato di estendere al Sud il Regno di Sardegna, se i siciliani, stuzzicati dagli ammiragli inglesi, non avessero fatto pressioni per una spedizione di Garibaldi in Sicilia, senza che La Farina, La Masa, Crispi si mettessero a implorare Cavour, Vittorio Emanuele II e Garibaldi. La spedizione dei Mille fu una passeggiata militare. Garibaldi vinse tutto, perché nessuno lo contrastò veramente prima della battaglia sul Volturno. Per altro, Garibaldi non sarebbe divenuto un eroe, se non avesse fatti ciò che l’Inghilterra e la Francia volevano, eliminare quei rompiscatole dei Borbone di Napoli. L’unità, i cui risultati vengono rifiutati persino dall’erede dei Savoia, l’abbiamo voluta. Non fu colpa di Garibaldi, ma dei nostri avi. I Siciliani la invocavano per liberasi del predominio napoletano. Furono d’accordo non solo il poetico Principe di Salina, il famoso Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (l’isola poco lontana da Tripoli e da Tunisi, che oggi fa da porta d’entrata degli extracomunitari), ma anche i principi in carne ossa, i cui nomi nessuno più ricorda, le grandi famiglie borghesi - celebri quelle degli Orlando e dei Florio, che appena fatta l’Italia troveranno ampi spazi negli intrallazzi genovesi e milanesi - ma anche la media e piccola borghesia, mentre campieri e contadini furono sollevati a furor di mafia e con l’ausilio di oro massonico. Certo appena sei anni dopo Palermo si solleverà contro l’Italia, e l’Italia, gloriosa di sconfitte militari, la farà eroicamente bombardare dall’eroico generale Raffaele Cadorna.

Il Sud continentale, il regno borbonico di qua del Faro, le Provincie napoletane, come si affrettarono a chiamarle Cavour e i suoi, non invocò Garibaldi, ma neanche lo combatté. Come è tuttora nella nostra indole, si arrese per pigrizia. Un gesto nobile lo fece don Liborio Romano, andando incontro all’Eroe dei Mondi Due fino a Salerno su un treno borbonico e facendolo scortare dalla camorra borbonica fino al Palazzo Reale, a Largo ‘e Palazzo come modestamente si chiamava l’odierna Piazza Plebiscito, prima che un Campano Governator bassolino e furfantino vi inaugurasse il Rinascimento napoletano, che esprime la sua più illustre e proficua attività artistica nel taglio della droga colombiana.

Dopo esser stato preso per i fondelli da Cavour, da Napoleone III, da suo cognato, l’imperatore d’Austria, nonché dai suoi ministri e generali, Francischiello s’incazzò e volle combattere per riscattare almeno l’onore; i cafoni, fedeli a lui e alla Chiesa, si fecero briganti e vollero combattere anche loro, ma i nostri avi non mossero un dito. Né con gli uni né con gli altri, occupati solamente a rubare al nuovo governo, come avevano rubato con quello precedente.

I soldi che i garibaldini si fotterono prima a Palermo e poi a Napoli, nessuno sa conteggiarli perché si fece in modo che chi aveva i conti perisse in un naufragio, durante una tempesta che non ci fu. Neppure i soldi che il Nord ha fatto e fa al Sul è facile metterli in colonna. Il mio conto è questo: ogni meridionale morto o vivente ha pagato e paga ai settentrionali il sessanta per cento del valore aggiunto che ha realizzato o realizza lavorando. In termini marxiani, la cosa si chiama accumulazione selvaggia. Calcolato su venti milioni di viventi e su circa sette/otto generazioni di nati e defunti, viene fuori una cifra che raddoppierebbe il Prodotto Interno Lordo degli Stati Uniti d’America.

Il sistema capitalistico, in un secolo e mezzo, ha arricchito l’Europa e il Nordamerica. Lo ha fatto a spese dell’Africa, dell’Asia e del Sudamerica. Nella storia del capitalismo ci sono solo due esempi d’ingresso laterale: il Giappone, prima della Prima Guerra Mondiale, e la Russia, con la Rivoluzione d’Ottobre (perché comunismo russo, tutto sommato, fu capitalismo, anche se di Stato). Ma Giappone (35/40 milioni di abitanti al momento) e Russia (80/90 milioni di abitanti al momento) erano frazioni numeriche del grande numero delle popolazioni occidentali (circa 550/600 milioni di abitanti al momento). Con l’ingresso della Cina e dell’India sul mercato mondiale la cosa è completamente diversa. I due paesi assieme fanno quattro volte l’Europa e l’America del Nord. Il meccanismo Occidente è andato in tilt e non è in alcun modo riparabile, come per altro nessun sistema storicamente conosciuto. In economia, vige la regola che quando un sistema finisce, non si può più usare. Il Sud, i Normanni e la nostra odierna vicenda insegnano.

Su questa base di fatto, il problema non è più se celebrare positivamente o negativamente i duecento anni dalla nascita di Garibaldi, ma come liberarsi di Bassolino, di Loiero, della Vedova, di Bova e dintorni, di Prodi e Vili, di Frafessino e Berlusca, di Tre Monti e Tre Valli, di Bruno Vespa, Riccardo Jacona, Paolo Mieli, Eugenio Scalari; e di quel corvo di Padova scoppia, dei medici, dei professori, dei sindaci, degli esperti; della Bocconi, delle grandi banche italiane, della Normale di Pisa, dell’Università della Calabria, dell’assessore Principe e dei suoi scudieri, magari anche di Rai3 Cosenza e del neo laureato, Pino Nano.

Dobbiamo decidere se uscire dalla trappola in cui ci siamo messi con le nostre mani. o forse dormire, come hanno fatto Amleto e i nostri avi. E’ questa la scelta. Ma guai a immaginare che la cosa possa farsi diventando una nazione guidata dai capitalisti, che punta al capitale e al profitto. L’organizzazione mondiale che conosciamo sta per finire. Siamo uno dei popoli più antichi della Terra, siamo sopravvissuti a tre millenni di sventure e di battagliere orde d’invasori. E’ fra di noi che è nato uno che si chiamava Tommaso Campanella (io venni a debellar tre mali estremi/ tiraddide, sofismi, ipocrisia…). Possiamo dare un contributo a far nascere bene il mondo che si avanza. Ormai è utile e doveroso lasciar stare David Hume e Adam Smith e riflettere su un’utopia che ha incantato grandi pensatori, da ultimo Noberto Bobbio, che l’intellighenzia italiana considera la punta più avanzata dell’evoluzione democratica.

Nicola Zitara

fonte: http://www.ilbrigante.com/modules.php?name=News&file=article&sid=13880

La cosa mi ha ricordato l'importantissimo e osteggiatissimo film "Li Chiamarono Briganti" di Pasquale Squitieri (vedi questa recensione), che ha rivelato la grande menzogna e per questo è stato ritirato e censurato.

Se non riuscite a trovare il film, guardate almeno questo video su YouTube:

http://it.youtube.com/watch?v=RjYZtxMhMHs
Inviato il: 4/9/2007 14:16
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