Informazioni sul sito
Se vuoi aiutare LUOGOCOMUNE

HOMEPAGE
INFORMAZIONI
SUL SITO
MAPPA DEL SITO

SITE INFO

SEZIONE
11 Settembre
Questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego.
 American Moon

Il nuovo documentario
di Massimo Mazzucco
 Login
Nome utente:

Password:


Hai perso la password?

Registrati ora!
 Menu principale
 Cerca nel sito

Ricerca avanzata

TUTTI I DVD DI LUOGOCOMUNE IN OFFERTA SPECIALE

ATTENZIONE: Chiunque voglia scrivere su Luogocomune è pregato di leggere prima QUESTO AVVISO (aggiornato 01.11.07)



Indice del forum Luogocomune
   Commenti liberi
  Atlantide.

Naviga in questo forum:   1 Utenti anonimi

 

 Vai alla fine   Discussione precedente   Discussione successiva
<123>
  •  Vota discussione
      Vota questa discussione
      Eccellente
      Buona
      Discreta
      Scadente
      Terribile
Autore Discussione Votata:  1 Voti
  •  temponauta
      temponauta
Re: Atlantide.
#31
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 1/4/2010
Da
Messaggi: 2040
Offline
Citazione:

Freeanimal ha scritto:
Non vorrei sbagliarmi, ma la teoria delle razze gialla, rossa e nera, è uscita dalla fervida fantasia di Rudolf Steiner. Con il rispetto dovuto al fondatore dell’antroposofia, dell’agricoltura biodinamica e del metodo educativo che porta il suo nome, le razze summenzionate non esistono, non sono mai esistite e non esisteranno mai.
......
Temponauta dice che la razza nera era quella dei giganti. Bene, quando ho chiesto un parere al curatore del museo di storia naturale di Milano, inviandogli la foto di quell’austriaco che se ne va in giro a tenere conferenze mostrando un presunto dente di gigante di provenienza colombiana, (http://mystero.forumcommunity.net/?t=29889435)
il paleontologo è andato su tutte le furie, e aveva perfettamente ragione.
......
E allora, invece di cimentarsi in voli pindarici e di dare libero sfogo alla fantasia, nel caso dei giganti o in quello di Atlantide, perché non si consultano gli esperti, archeologi e paleontologi? Perché non tenere conto delle conoscenze di gente che studia queste cose da un’intera vita?
Risposta: perché la versione ufficiale della storia dell’uomo è falsa! Ovvero funzionale a un certo tipo di “establishement”.
Ma allora, se qualcosa è stato cambiato o tenuto nascosto, dobbiamo rifiutare in blocco l’intero patrimonio di conoscenze, cioè buttar via l’acqua sporca con tutto il bambino?



Bello sfogo.
E' giusto sdegnarsi quando qualcuno mette in dubbio la conoscenza con cui sei cresciuto, ma sarebbe più giusto ancora sdegnarsi se quella conoscenza ha ingannato sia te che i tuoi insegnanti.
Non ti dimenticare che il tuo amico paleontologo è diventato tale studiando sui libri, e non è detto che questi dicano la verità per quella che è.
Del resto neanche i vangeli dicono la verità: e se io ti dicessi che avrebbero dovuto fare santo Ponzio Pilato perchè, affascinato da Gesù non gli ha fatto spezzare le ossa sulla croce e ha ritirato la guardia per permettere ai suoi di soccorrerlo.
A già la resurrezione: sacrilegio!
Se la guardia se ne è andata è perchè il cielo ha tuonato e la terra ha tremato.
Lo stesso dicasi per tutta la conoscenza in genere, e la storia dell'uomo in particolare.
Le razze umane esistono e non perchè lo dice Steiner (che tra l'altro non è neanche un mio riferimento preferito): esistono perchè sono state create/introdotte esattamente così e non si sono evolute per l'ambiente o perchè discendevano da razze di scimmie diverse.
Ogni razza ha la sua caratteristica primaria e corrisponde ad un chacra della specie umana terrestre.
Sette razze, sette colori e sette chakra: ognuna apporta la propria energia alla coscienza dell'umanità come specie unica.
Non c'è ne una migliore o una peggiore: ognuna ha la sua funzione e per questo fonderle eliminando le caratteristiche native significa allontanarsi dallo scopo astrale.
I giganti sono esistiti: il paleontologo lo sa ma recita.
Ci sono prove in tutto il mondo: costruzioni ciclopiche con scale ciclopiche per piedi ciclopici.
E sono le più antiche: almeno duecentomila anni fa.
Persino nella Piramide di Cheope ci sono le conchiglie, perchè era coperta dall'acqua.
Infatti furono costruite dai lemuriani, i veri inventori delle piramidi: oggi gli ultimi lemuriani sono i watussi e loro lo sanno molto bene.
Le ossa dei lemuriani (alti oltre tre metri) ogni tanto compaiono ma finiscono immediatamente in qualche magazzino militare (ti dice niente l'arca dell'alleanza con Indiana Jones?).
Accontentiamoci perciò dei "giganti" moderni, anche di pelle chiara, come re Artù, alto due metri e quaranta, o il cavaliere medievale francese sepolto con il suo cavallo (che sembra il suo cane).
Per cui non bisogna buttare via niente, ma solo pretendere che i nostri maestri (non spirituali ovviamente) non smettano mai di percorrere la via della conoscenza.
Altrimenti sono solo vuoti ripetitori di una conoscenza decisa da altri, e non certo a favore del prossimo.

@ manfred

Ma non lasci mai che le tue idee vedano la luce del sole?
Inviato il: 28/7/2010 0:32
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  ahmbar
      ahmbar
Re: Atlantide.
#32
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 25/3/2007
Da Milano
Messaggi: 1785
Offline
Non c’è una sola prova archeologica dell’esistenza di Atlantide.

Vero, ma ci sono molti indizi di (almeno) una cultura mondiale:
quando non esistevano contatti di nessun genere fra popolazioni lontane anche decine di migliaia di km, "qualcuno" ha costruito piramidi su tutto il globo, ha diffuso le stesse storie sul diluvio e sull'arca, ha "scoperto" l'agricoltura e le scienze grazie ad un illuminato/santone/leggenda o chiamalo come preferisci


Le piramidi, in particolare...
"Tombe dei faraoni", ci dicono gli esperti il cui parere a te sembra tanto autorevole (ma quando gli si chiede di almeno 1 faraone ritrovato in una di queste tombe il silenzio si fa' assordante...)

E dove non c'erano i faraoni, oltretutto?
In Cina, in Africa, in America del nord e del sud, in Giappone, in Europa, ovunque qualcuno costrui' le stesse strutture architettoniche
Quale miglior prova che qualcosa non torna in come ci hanno raccontato la diffusione della civilta' umana?





E allora, invece di cimentarsi in voli pindarici e di dare libero sfogo alla fantasia, nel caso dei giganti o in quello di Atlantide, perché non si consultano gli esperti, archeologi e paleontologi? Perché non tenere conto delle conoscenze di gente che studia queste cose da un’intera vita?

Questa tua frase e' emblematica
Uno dei maggiori freni attuali alla diffusione del sapere e' proprio la divisione in "orticelli", la compartimentazione della scienza in cui l'archeologo non vuole che un geologo metta il naso nel suo campo, un paleontologo sbuffa se un archeologo dimostra i suoi errori, etc etc


Il caso piu' eclatante che ti posso portare come esempio e' quello che suscito' John Anthony West, l'autore di Serpent in the sky (Il serpente celeste), archeologo dilettante che per primo noto' le insolite erosioni della Sfinge
Fece esaminare al piu' importante e rispettato geologo americano dell'epoca, Robert Scoch, i reperti raccolti in loco a Giza senza dirgliene la provenienza e chiedendogli se l'erosione che le pietre mostravano fosse di origine eolica o piovana
Senza nessuna esitazione Scoch rispose piovana, tanto erano evidenti le scanalature verticali (orizzontale= eolica, verticale= piovana)

Allora West aggiunse il sito di provenienza, ottenendo il classico "Impossibile!" da parte del decano della geologia, in quanto "sapeva" che le piramidi e la sfinge sono state costruite nella IV dinastia, quando nella regione pioveva ormai pochissime volte all'anno

Costretto pero' dalla sua stessa ammissione, si reco' quindi a Giza con West, dove raccolse numerosi reperti che analizzo' poi con tutta l'esperienza di una vita, presentando i risultati al congresso di geologia del 1993 (o 94?...boh!) dove 300 geologi confermarono il suo lavoro:
quelle pietre presentavano un'erosione piovana di millenni

Le sue scoperte, con le devastanti implicazioni per la "storiografia ufficiale", vennero trasmesse in tv e furono viste da oltre 50 milioni di americani, scatenando un vero putiferio, ma.... dato che nelle scuole insegnano ancora che le piramidi sono le tombe dei faraoni, sai gia' come ando' a finire


Emblematica, per tornare alla tua richiesta del "lasciamo che se ne occupino gli esperti", la risposta che forni' una delle piu' autorevoli egittologhe dell'epoca:
"Impossibile, perche' dovremmo rivedere tutto cio' che conosciamo degli egizi che sappiamo essere giusto"

Nemmeno di fronte alla "prova delle prove", dato che proviene da un altro campo di studi, puoi schiodare dalle sue convinzioni uno di questi signori





Il lavoro di Barbiero mi affascino' proprio per questo, dato che forniva spiegazioni piu' che convincenti a numerosi enigmi in molti campi della scienza, accordandoli in una visione di insieme che proprio la parcellizzazione (e le gelosie) attuale degli studi rende invece impossibile

La scienza, nei suoi vari campi, e' come il pezzo di un puzzle, che puo' assumere molte posizioni se lo prendi a se stante, ma che puo' invece averne una ed una sola se lo devi inserire assieme agli altri


Atlantide o altro nome non so, ma "qualcuno" c'era ben prima della nostra civilta'
_________________
Per chi desidera informarsi sulla piu' grande menzogna dell'era moderna
FAQ 11 settembre 2001
Inviato il: 28/7/2010 4:52
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  sitchinite
      sitchinite
Re: Atlantide.
#33
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/6/2007
Da Roma - Pomezia
Messaggi: 3270
Offline
Citazione:

temponauta ha scritto:
esistono perchè sono state create/introdotte esattamente così e non si sono evolute per l'ambiente o perchè discendevano da razze di scimmie diverse.
Ogni razza ha la sua caratteristica primaria e corrisponde ad un chacra della specie umana terrestre.
Sette razze, sette colori e sette chakra: ognuna apporta la propria energia alla coscienza dell'umanità come specie unica.
Non c'è ne una migliore o una peggiore: ognuna ha la sua funzione e per questo fonderle eliminando le caratteristiche native significa allontanarsi dallo scopo astrale.


Temponauta sei per caso damanhuriano?
Inviato il: 28/7/2010 9:53
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Freeanimal
      Freeanimal
Re: Atlantide.
#34
Mi sento vacillare
Iscritto il: 17/5/2009
Da Codroipo (UD)
Messaggi: 705
Offline
A Temponauta:
I tuoi interventi trasudano stile e saggezza (non ti sto prendendo in giro!).
Tuttavia, se sono d’accordo con te che molte menzogne sono state propalate dalla cultura dominante, è anche vero che non dobbiamo fare l’errore contrario, andando cioè a finire in uno stagno melmoso di concetti inconcepibili, inverosimili e inesatti. Sai qual è il problema? E’ quello di dove porre la linea di demarcazione tra verità (sempre inseguita) e menzogne preconfezionate. Ovvero, quanto è falso e quanto invece è vero, di ciò che ci è stato insegnato?
Sia tu che il paleontologo di Milano (che oltre a studiare i libri, li scrive e va – beato lui – sui siti paleontologici a fare spedizioni scientifiche) siete animati da intenti sinceri. E di questo ne prendo atto. Ma la differenza tra te e lui, è che lui ha a disposizione migliaia di testi (che sono il risultato degli studi e delle riflessioni di altrettanti studiosi), mentre tu hai a disposizione pochi testi, che sono, a loro volta, il risultato di studi e riflessioni dei loro autori, con la differenza che, per istinto, mi danno meno affidabilità i tuoi autori preferiti, che non quelli su cui il mio “amico” paleontologo si è formato. E’ una questione di stagionatura!
Se mi parli di
a) Terra cava;
b) razze umane
e io scopro che:

a) prima di una tale data la teoria della Terra cava non esisteva e abbiamo nome e cognome del teosofo che l’ha inventata;

b) e poi leggo le descrizioni minuziose di Steiner o di Elena Blavatsky su com’erano i Lemuriani e come sono i venusiani o i marziani, allora mi dico: “Okay, signori teosofi e antroposofi, avete una fervida fantasia: vi leggo volentieri come un romanzo, ma se pretendete che io vi creda, scordatevelo!”.
Se tu vuoi che io sottoponga a giudizio critico i testi accademici della scuola e dell’università, permetterai che faccia la stessa cosa con i testi esoterici di coloro che (avranno avuto le loro ragioni) dissero cose che…..non stanno né in cielo né in terra. Del resto, mi sono imposto di indugiare il più possibile prima di emettere un verdetto di condanna, perché prove archeologiche o paleontologiche potrebbero sempre saltar fuori, ma, per il momento, scelgo di dar credito al “mio amico” paleontologo.
Per inciso, puoi dirmi su quali testi ti sei formato? Grazie.


Ad Ahmbar:
Il tuo gentile e documentato intervento, per il quale ti ringrazio, non contraddice quanto da me affermato. E’ noto alla scienza, infatti, che anticamente il deserto del Sahara fosse un’immensa foresta e dove ci sono foreste ci sono precipitazioni. Sembra pertanto che anche nella cultura ufficiale, a dispetto dell’umanissimo atteggiamento conservatore dell’egittologa che hai menzionato e di molti – troppi – suo colleghi, la datazione delle piramidi debba essere retrocessa di diversi millenni.
Non c’è dubbio, almeno per me, che in un lontano passato ci sia stata una comune civiltà altamente tecnologica, ma erano i greci dell’epoca di Platone a chiamarla Atlantide. Vai a sapere come si chiamava realmente!
L’idea non è nuova: molto prima di Barbiero (che, in tutta sincerità, non conosco), Kolosimo, Von Daniken e Charroux arrivavano addirittura a ipotizzare l’esistenza di sei o sette civiltà che ebbero il loro corso e poi scomparirono per le loro colpe e non necessariamente per aver fatto adirare gli Dei. Se così stanno le cose, dobbiamo constatare che l’uomo non impara dai suoi errori e magari prepararci a fare la stessa fine. Lo so, mi sento un po’ ridicolo a impersonare il ruolo del profeta di sventura, della serie: “Pentitevi, che la fine del mondo è vicina”, ma almeno sono in buona compagnia, dato che da una quarantina d’anni gli scienziati, proprio quegli scienziati tanto invisi e accusati di nascondere la verità, stanno lanciando proclami in stile Cassandra. Che, per una volta tanto, abbiano ragione?
Dici che a un certo punto la cultura che dominava il pianeta (quella che costruì piramidi un po’ dappertutto) scoprì l’agricoltura (e la metallurgia). Alcuni, specie i tre autori citati prima, arrivarono a sostenere che furono alieni a insegnarcele. Sitchin dice che furono gli Anunnaki. Ma io ti chiedo: forse non sarebbe stato possibile che l’ominide, che poi si sarebbe chiamato Homo sapiens, non ci arrivasse da solo? Se una scimmietta su un isola giapponese riuscì a capire che le patate dolci erano più gustose se lavate nell’acqua di mare, e a insegnarlo alle altre, vuoi che Homo sapiens, con un encefalo ancora più grande, non sia stato capace di scoprire le virtù magiche delle piante, in primis la loro riproducibilità? Vuoi che i nostri antenati, mediante l’osservazione, non siano stati capaci di scoprire che i minerali soggetti a calore cambiano natura e forma e diventano metalli? Abbiamo per forza avuto bisogno che ce lo insegnassero gli alieni? Tempo ne avevamo a volontà, intelligenza pure. Che poi siamo stati visitati e contattati, è possibile. I nostri antenati viaggiavamo per lunghe distanze. Basti vedere i Polinesiani a bordo dei loro gusci di noce, che facevano viaggi incredibili. Questa fantastica capacità di spostamento può essere alla base del fatto che si trovino piramidi da un capo all’altro della Terra: non è necessario che si spostassero interi popoli, ma bastava che lo facessero gli architetti. E quindi, a ben scavare, si trova sempre una spiegazione terrestre, senza far ricorso agli alieni. Quando lo si fa, è perché non ne sono state trovate di altre. Gli alieni come una specie di “passe partout”, una chiave universale che apre tutte le porte. Non c’è dubbio che gli argomenti siano intriganti, ma vanno presi…..cum grano salis.
Inviato il: 28/7/2010 11:02
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Davide71
      Davide71
Re: Atlantide.
#35
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 8/7/2006
Da
Messaggi: 2108
Offline
Ciao a tutti:

purtroppo una volta che si scopre che la scienza ufficiale non spiega i fenomeni, ma che l'interpreta alla luce di certi pregiudizi, si rimane interdetti di fronte alla complessità del mondo e impauriti dal fatto che la pretesa civiltà moderna non lo conosca affatto come vorremmo. In questo caso la prima cosa da fare è capire quale errore commettono gli scienziati nel cercare di comprendere il mondo. Purtroppo ne commettono molti, e te li elenco in ordine:
1) razionalismo: essi non credono all'esistenza di ciò che non capiscono;
2) meccanicismo: i fenomeni hanno cause che dipendono esclusivamente da altri fenomeni avvenuti PRIMA;
3) materialismo: la causa dei fenomeni va cercata in fenomeni dello stesso ordine;
4) evoluzionismo: noic siamo gli uomini più intelligenti che l'umanità abbia mai prodotto, e in futuro ne produrrà di più intelligenti.
Esiste una certa consequenzialità nei 4 errori, ma sarebbe un discorso troppo lungo da fare qua.
Interessarsi di Atlantide, di Sumeri, di UFO, di cancro e via discorrendo deve solo servire a liberarsi di quegli errori che ci portiamo dietro dalla scuola. Purtroppo i professori universitari vengono accuratamente scelti tra coloro che più sono affetti da quegli errori, perché sono funzionali ad una certa linea ideologica e politica.
_________________
Non date le perle ai cani e ai porci perchè non le mangeranno e vi si rivolteranno contro.
Inviato il: 28/7/2010 11:51
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Freeanimal
      Freeanimal
Re: Atlantide.
#36
Mi sento vacillare
Iscritto il: 17/5/2009
Da Codroipo (UD)
Messaggi: 705
Offline
A Davide:
Sono d’accordo con te. Sui primi tre punti non ci sono dubbi che abbiano influenzato il pensiero e portato a fallaci conclusioni, ma sull’evoluzione non credo che ci stiamo sbagliando. Quale scopo aveva Darwin a formulare la sua teoria (che ormai teoria non è più) se non quello di avvicinarsi il più possibile alla verità su come ebbe inizio la vita sul pianeta? Forse ebbe vantaggi materiali? O non andò piuttosto incontro a offese e denigrazione?
Inviato il: 28/7/2010 12:12
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  temponauta
      temponauta
Re: Atlantide.
#37
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 1/4/2010
Da
Messaggi: 2040
Offline
Citazione:

Freeanimal ha scritto:

Sia tu che il paleontologo di Milano (che oltre a studiare i libri, li scrive e va – beato lui – sui siti paleontologici a fare spedizioni scientifiche) siete animati da intenti sinceri. E di questo ne prendo atto. Ma la differenza tra te e lui, è che lui ha a disposizione migliaia di testi (che sono il risultato degli studi e delle riflessioni di altrettanti studiosi), mentre tu hai a disposizione pochi testi, che sono, a loro volta, il risultato di studi e riflessioni dei loro autori, con la differenza che, per istinto, mi danno meno affidabilità i tuoi autori preferiti, che non quelli su cui il mio “amico” paleontologo si è formato.
Se mi parli di
a) Terra cava;
b) razze umane
e io scopro che:

a) prima di una tale data la teoria della Terra cava non esisteva e abbiamo nome e cognome del teosofo che l’ha inventata;

b) e poi leggo le descrizioni minuziose di Steiner o di Elena Blavatsky su com’erano i Lemuriani e come sono i venusiani o i marziani, allora mi dico: “Okay, signori teosofi e antroposofi, avete una fervida fantasia: vi leggo volentieri come un romanzo, ma se pretendete che io vi creda, scordatevelo!”.

Per inciso, puoi dirmi su quali testi ti sei formato? Grazie.





Il valore (reale) di una informazione è inversamente proporzionale alla sua circolazione.
Esistono libri della conoscenza talmente rari da essere redatti in un solo esemplare e custoditi con cura assoluta, direi mistica.
Altri testi sono fatti sparire dalla circolazione già all'atto del ritrovamento (come ad es. la raccolta di scritti nella stanza "atlantidea" sotto la zampa della sfinge) e sepolti in magazzini militari e caveu blindati.
E' giusto che la parte razionale del tuo intelletto (non certo l'istinto) dia più affidamento alla conoscenza convenzionale (i testi del tuo amico), ma non dimenticarti che la conoscenza è composita così come lo è la natura dell'uomo (corpo, mente, anima // materia, etere, coscienza astrale).
Credo invece che l'istinto ti porta a interessarti dei territori che il tuo amico rifiuta di esplorare, perchè senti che puoi trovarci i tasselli che ti mancano per completare il mosaico.
Con riguardo alla Terra cava e al regno sotterraneo di Agarthi (e alle città di shamballah e shangrillah) i teosofi hanno pescato a piene mani dalle religioni orientali, in particolare induismo e buddismo, appropriandosi di idee che non sono loro.
Taluni monasteri buddisti tibetani, tra cui quello famoso di Lasha, sono stati costruiti appositamente per nascondere gli ingressi verso Agarthi.
Ma gli ingressi li conoscevano anche i Maya (scomparsi, appunto) e altri popoli di maggior valore spirituale.
Per quanto riguarda le razze umane è un dato di fatto, confermato dalla storia dei popoli e dalle loro connotazioni socioculturali.
Però c'è anche una informazione tecnica che dimostra la diversità razziale e si coglie nella razza bianca, o caucasica, originata dai supersiti della distruzione di Marte che arrivarono profughi sulla Terra, proprio nel Caucaso (da qui il racconto di Noè e dell'arca).
Il ritmo circadiano (orologio biologico della veglia e del sonno) della razza bianca è tarato oltre le 24 ore, precisamente 24 ore e 40', che corrisponde al periodo di rotazione di Marte (24 ore e 39').
Tutte le altre razze (quella blu degli iperborei è transitata in 5^ densità) sono invece accomunate da un ritmo circadiano di 24 ore esatte).
Per ultimo i testi su cui mi sono formato.
Tanti e spesso in contraddizione tra loro.
Se devi partire da qualcosa parti dalle religioni induista e buddista: ti fanno capire che la visione occidentale del mondo è materialmente potente ma spiritualmente insignificante, con l'unica eccezione del logos cristico (che non corrisponde al Gesù tramandato).
Poi lascia che siano i libri a scegliere te e non viceversa.
Quindi impara a liberare la mente da preconcetti e a far fluire liberamente il pensiero.
Spesso quando scrivo è come se fossi un terminale collegato a un server posto in un'altra realtà e certe idee si formano da sole sulla tastiera: forse ho scoperto la scrittura automatica con il computer.
Inviato il: 28/7/2010 15:11
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Freeanimal
      Freeanimal
Re: Atlantide.
#38
Mi sento vacillare
Iscritto il: 17/5/2009
Da Codroipo (UD)
Messaggi: 705
Offline
A Temponauta:
Anzitutto grazie per la tua puntuale risposta, anche se non mi hai citato alcun testo in particolare. Lessi anni fa tutti i libri di Lobsang Rampa (a cominciare da “Il terzo occhio”), un monaco tibetano che raccontava cose incredibili dei suoi confratelli del monastero di Lhasa, per poi venire a sapere che l’autore di quei libri non era un monaco e neppure tibetano, ma un “impostore” inglese. Molto bravo, del resto.
Che le teosofesse Annie Besant ed Elena Blavatsky abbiano attinto a idee molto antiche lo sapevo, ma cominciare da buddismo e induismo, come tu mi suggerisci di fare, è per me, al momento attuale, improponibile: non riesco a smaltire nemmeno le scorte dei libri che maggiormente m’interessano. Bisognerebbe avere cento vite!
Dici che i monaci tibetani hanno proprio lo scopo di nascondere ai profani uno degli ingressi alla Terra Cava e che anche i Maya facevano la stessa cosa. Definisci questi ultimi “popoli spirituali”. Sui tibetani, la definizione, ci può stare. Avevano e forse hanno sviluppato molte doti speciali, ovvero facoltà mentali che noi occidentali ce le sogniamo, ma i Maya? Non facevano anche loro sacrifici umani? Non sgozzavano anche loro i lama (il camelide, non il capo spirituale tibetano)?
Dici che gli ariani, altrimenti detti caucasici, vengono da Marte! Ti rendi conto di averne sparata un’altra? Bella grossa! E chi avrebbe misurato il ritmo circadiano più lungo di 40 minuti dei caucasici, rispetto alle altre popolazioni umane? Ha una base scientifica questa tua affermazione? A me sembra che si voglia a tutti i costi trovare qualche cosa di diverso nella “razza” bianca rispetto alle altre, ma questo, oltre a puzzare un po’ di nazismo, è molto pericoloso, perché porta verso una deriva di tipo eugenetico: settanta anni fa, in Germania, ne abbiamo avuto le estreme conseguenze. Non vorremo mica rifare gli stessi errori?
Che i bianchi abbiano qualcosa in più rispetto ai “coloured”, sono d’accordo anch’io, ma tutte le volte che lo affermo, mi espongo ad aspre critiche di razzismo. Eppure, fra tutti i popoli della Terra, solo i bianchi amano i cani. Tutti gli altri o li odiano (vedi Corano) o per essi non nutrono alcun sentimento. Come me lo spieghi? E, sempre in Occidente (il barbaro Occidente, come diceva Gandhi), è nato il sentimento della zoofilia, conosciuto meglio come Animalismo. Non mi risulta che africani, latino americani e asiatici provino la stessa cosa verso gli animali, la stessa empatia. Anche qui, come me lo spieghi? Potrei fare a chiunque questa domanda, e non solo a un tipo speciale come te (lo dico seriamente), ma nessuno finora è stato in grado di darmi una risposta esauriente. Cosa ci rende diversi, noi bianchi, nel momento in cui riconosciamo agli animali i diritti alla vita e alla libertà (parlo come ipotesi velleitaria e non mi riferisco a ciò che anche noi bianchi facciamo nella realtà)?
Infine, se mi dici che la razza blu iperborea è finita nella quinta dimensione, non ti seguo più e te l’avevo già fatto notare. Dunque, vuoi farti capire o continui a parlare come un iniziato incomprensibile? Hai già dimostrato abbastanza di essere un tipo in gamba, senza bisogno di infierire su noi comuni (e ignoranti) mortali!
Inviato il: 28/7/2010 17:30
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  temponauta
      temponauta
Re: Atlantide.
#39
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 1/4/2010
Da
Messaggi: 2040
Offline
@ freeanimal

Grazie della stima e della simpatia che ricambio sinceramente.
Come te sono un animalista convinto: anzi ho elaborato una mia religione personale che fa diventare ogni angolo della natura una chiesa dove pregare e ogni animale un sacerdote cui confidarsi.
Neanche a dirti che Molly, la mia cagnetta beagle di due anni, vive incollata a me (nel vero senso della parola).
Non farti un'idea sbagliata sul discorso delle razze umane: non sono razzista nè potrei esserlo.
Semplicemente perchè il razzismo è ignoranza, ovvero l'opposto della conoscenza.
E poi se c'è una razza che non merita di abitare questo pianeta è proprio la razza bianca: tanto intelligente quanto falsa, tanto materiale quanto egoista.
Come dici te fa le leggi per tutelare gli animali, ma quali? Quelli da compagnia (i pet).
E gli altri?
Non riesco neppure ad avvicinarmi ad un mattatoio perchè sento la vibrazione di paura e sangue di quei poveri animali.
Cresciuti per essere ammazzati, senza un minimo di amore nella loro breve esistenza.
Molto meglio gli indiani americani che cacciavano solo quello che gli serviva e madre natura, generosa e amorevole, gli faceva sempre trovare un animale pronto a sacrificarsi.
Poi arrivò l'uomo bianco e sterminò tutto quello che poteva trasformarsi in denaro: e il cibo mancò, e mancarono pure quegli esponenti di una cultura spirituale meravigliosa.
Da loro ho imparato ogni tanto ad abbracciare un albero e cercare di armonizzare il suo fluido con la mia energia: è una esperienza che non si può descrivere, ma solo provare.
Molto meglio dell'uomo bianco sono africani e orientali che mandano un bimbo ad uccidere l'animale con un colpo di machete alla gola, senza che questo debba soffrire per il destino che gli è riservato.
E poi l'inquinamento, i veleni, gli OGM, le armi nucleari, batteriologiche: l'ultima guerra mondiale, la più spaventosa, è stato tutto un affaire dell'uomo bianco.
Scrive musiche meravigliose con Mozart, Beethoven e uccide e consuma con altrettanta capacità.
I nazisti volevano diventare tutti biondi con gli occhi azzurri?
Il male minore.
I negri mi stanno antipatici?
Vero, quando esprimono subculture (rap, ecc.) che vengono santificate in nome del denaro, che tutto sporca.
Ma hai mai visto la bellezza del popolo somalo?
E la dignità con cui patiscono fame e privazioni.
E quale altra razza potrebbe integrarsi così armonicamente con l'energia selvaggia e senza confini dell'Africa?
Solo l'uomo bianco accumula oltre le proprie necessità: riempie il frigorifero e butta quello che è andato a male.
Lascia i soldi a marcire in un caveu mentre potrebbe trasformarli in un atto d'amore.
Come dice bene l'agente Smith in Matrix, l'uomo è un virus (e si riferiva certamente all'uomo bianco).
Per me, invece, la principale caratteristica dell'uomo bianco è che è instabile: sembra quasi che non riesce a cogliere come insieme (razza) il destino per cui è stato creato.
E forse dipende dal fatto che su questo pianeta è un ospite e non riesce a trovare il suo equilibrio (forse è colpa del ritmo circadiano sfasato).
A proposito di ritmo circadiano, ti confermo che è un concetto scientifico è ha un suo valore non indifferente: in previsione di una colonizzazione di Marte gli scienziati si stanno ponendo il problema di come adattare l'uomo al tempo di quel pianeta in caso di lunghe permanenze.
Non immaginano che l'uomo bianco è già predisposto.
Comunque è una scienza che si muove border line rispetto alla biologia ufficiale, che non vuole sentir parlare di tempo variabile e energie sottili che sottendono l'organismo fisico.
Per quanto riguarda il discorso delle densità te lo spiego con il prossimo post, visto che questo si è allungato molto.
Per finire, giusto per rilassarsi con l'uomo bianco:
seeds of love
Un saluto
Inviato il: 28/7/2010 21:32
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  benitoche
      benitoche
Re: Atlantide.
#40
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 30/9/2006
Da
Messaggi: 1941
Offline
_________________
la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inviato il: 4/1/2011 9:32
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  benitoche
      benitoche
Re: Atlantide.
#41
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 30/9/2006
Da
Messaggi: 1941
Offline
Una teoria che circolava nel XVII era quella secondo la quale l’Atlantide sarebbe esistita ad occidente di Gibilterra, ed inoltre si affermava che le isole Canarie e l’arcipelago delle Azzorre devono considerarsi avanzi dell’antico continente atlanteo. Bory de Saint-Vincent dichiara che, dopo aver compiuto lunghe crociere per studiare lo stato geologico delle isole ad occidente dell’Africa settentrionale, Madera, le Azzorre e le isole del Capo Verde appaiono come resti di un antico continente. Inoltre, secondo la sua teoria, la scomparsa dell’Atlantide sarebbe stata causata da un lago immenso, chiamato Tritonide, anticamente esistito in Africa settentrionale, che in conseguenza di un violento terremoto avrebbe rotto la sua breve diga, rovesciando le sue enormi masse d’acqua prima nel canale che separava il continente africano da quello atlantico, e poi sulla stessa Atlantide, lasciando così a secco il suo letto, che non è altro che il deserto del Sahara.
Nel XVIII geologi e naturalisti tratti, dalla modificazione fisica dei terreni e dalla somiglianza tra le razze animali e la flora del nuovo e dell’antico continente, ammisero la necessità di un continente intermedio, che fosse loro servito da ponte naturale. Inoltre la presenza della vita di animali e insetti continentali nelle Azzorre, nelle Canarie e a Madera implica che le Azzore facevano un tempo parte di un continente.

Anche il naturalista francese Luigi Germain, dopo attenti studi sulla fauna e la flora delle Azzorre, di Madera, delle Canarie e del Capo Verde, concluse che verso la metà dell’evo terziario questi quattro arcipelaghi formavano una sola terra unita a nord con la penisola iberica, a sud con la Mauretania, ad ovest con le Bermude e con le Antille. Alla fine del terziario, a causa di vasti movimenti orogenici, ci fu lo spezzamento: da prima è una larga frattura occidentale che isola definitivamente l’Antico e il nuovo continente, poi è un profondo avvallamento che lo separa dall’Africa attuale.

Dunque, sia la geologia che la paleontologia, ammettono ufficialmente l’esistenza dell’Atlantide, un vastissimo continente dell’epoca terziaria che man mano si riduce di estensione dalla fine del terziario all’inizio del quaternario.
L’archeologo e paleontologo francese De Morgan constata che “al principio del post-glaciale dei ponti esistevano molto certamente nel mar mediterraneo, e fosse per mezzo dell’Atlantide o di qualche terra scomparsa il Nuovo mondo comunicava con la nostra Europa “.
Le isole Canarie, dove venne trovata e sterminata un’antica razza di sopravvissuti, e le Azzorre, dove si dice siano state ritrovate statue, lapidi e rovine sommerse, vengono considerate da alcuni ricercatori come le come delle montagne del sommerso continente di Atlantide.
Secondo gli scandagli fatti in epoca recente sul fondo dell’Atlantico il livello medio è di 4800 metri sotto la superficie liquida, ma con una voragine di 7137 metri. Immaginando l’Atlantico senza acqua vedremmo due vallate che si allungano da nord a sud e separate da una ruga mediterranea e a lato di questo solco, del quale la sommità resta soltanto a 1800 metri sotto il livello delle acque, con due fossati, larghi e profondi.

Nel 1898 una nave posacavi, nel tentativo di recuperare un cavo che si era spezzato a nord delle Azzorre, portò in superficie frammenti di tachilite, una specie di lava vetrosa che si forma esclusivamente sopra il livello delle acque e in presenza dell’ atmosfera.
Da qui la certezza di immensi inabissamenti, nei quali delle isole e forse dei continenti sono scamparsi.
Da qui la certezza che la terra che costituisce oggi il fondo dell’Atlantico, a 900 chilometri dalle Azzorre, fu coperta da colate di lava quando ancora era sommersa.

In conclusione, possiamo affermare che lo studio e la ricerca delle vicende di una terra, che vari popoli dicono essere esistita con una sua civiltà, affascina ancor oggi e spinge ad intraprendere sempre più nuove indagini.

tratto da: http://umsoi.org/2008/11/30/atlantide-chissa-cosa-ce-di-vero/
_________________
la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inviato il: 8/9/2014 15:56
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Merio
      Merio
Re: Atlantide.
#42
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 15/4/2011
Da
Messaggi: 3677
Offline
io invece ho terminato di leggere questo libro qui:

http://www.ebay.it/itm/Mavor-Atlantide-il-continente-ritrovato-Platone-Creta-Oceano-Atlantico-Egitto-/230804342901

Detto in breve Atlantide sarebbe davvero esistita e aveva sede nientepopodimeno che...

A Tera, ovvero Santorini !

E la popolazione atlantidea = micenei

Distruzione atlantide = un mix di eruzioni vulcaniche, terremoti e fenomeni correlati avvenuto tipo verso il 1'500 a.C.

E siccome il botto è stato grande s'è formato uno tsunami (della madonna) che avrebbe lasciato il segno un po' per tutto il mediterraneo, ma ovviamente nelle zone adiacenti santorini ci sono stati gli effetti maggiori.

Io non so quanto sia corretto, ma il libro è interessante secondo me.

Qua trovate il bio dell'autore:

James W. Mavor
_________________
La libertà di parola senza la libertà di diffusione è come un pesce rosso in una vasca sferica...
Ezra Pound
Inviato il: 8/9/2014 20:12
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  benitoche
      benitoche
Re: Atlantide.
#43
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 30/9/2006
Da
Messaggi: 1941
Offline
_________________
la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inviato il: 8/9/2014 20:35
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Pyter
      Pyter
Re: Atlantide.
#44
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 15/9/2006
Da Sidonia Novordo
Messaggi: 6250
Offline
Spiace dover dare delle delusioni, ma Atlantide non è altro che la Sardegna.
Le colonne d'Ercole sono state spostate di nascosto durante le vacanze di ferragosto.




http://www.lamiasardegna.it/files/storia-atlantide.htm
_________________
"Nessuno ha il diritto di fare quel che desidera, ma tutto è organizzato per il meglio." (Antico decreto reale tolemaico)
Inviato il: 8/9/2014 21:53
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Merio
      Merio
Re: Atlantide.
#45
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 15/4/2011
Da
Messaggi: 3677
Offline
Nel libro citato da me le Colonne d'ercole non sono a gibilterra, ma tipo vicino alla Turchia, comunque nel mediterraneo orientale...

Sarebbe bello leggere pure Sergio Frau.

Se una civiltà atlantidea è esistita, deve aver aver lasciato tracce del suo passaggio...
_________________
La libertà di parola senza la libertà di diffusione è come un pesce rosso in una vasca sferica...
Ezra Pound
Inviato il: 8/9/2014 23:13
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Mrexani
      Mrexani
Re: Atlantide.
#46
Mi sento vacillare
Iscritto il: 23/6/2014
Da
Messaggi: 432
Offline
Citazione:
Sarebbe bello leggere pure Sergio Frau.

Se una civiltà atlantidea è esistita, deve aver aver lasciato tracce del suo passaggio...


Bhé se Atlantide fosse la Sardegna, come prospettato dal lavoro di Frau e citato da Pyter, le traccie non mancherebbero di sicuro; in Sardegna in ogni ''metro quadrato'', vi è almeno una costruzione pre-storica (nuraghi,tombe dei giganti, pozzi sacri, case delle fate, dolmen, menhir, ecc).

Ma...non è detto che una civiltà di quel tipo debba per forza di cose lasciare traccie del suo passaggio. A tal proposito ho appena iniziato a leggere ''l'Ardore'' di Calasso, dedicato al racconto della civiltà Vedica, anch'essa assimilabile per molti aspetti a quella Atlantidea se non altro per il mistero che la avvolge. Ecco, della civiltà Vedica Calasso, nelle prime pagine, scrive:


[Non lasciarono oggetti né immagini. Lasciarono soltanto parole. Versi e formule che scandivano rituali. Meticolose trattazioni che descrivevano e spiegavano quegli stessi rituali. ………L'India vedica non ebbe una Semiramide né una Nefertiti. E neppure un Hammurabi o un Ramses II. Nessun De Mille è riuscito a metterla in scena. Fu la civiltà dove l'invisibile prevaleva sul visibile. Come poche altre, fu esposta a essere incompresa. Per capirla, è inutile ricorrere agli eventi, che non hanno lasciato tracce. Rimangono solo testi: il Veda, il Sapere. Composto di inni, invocazioni, scongiuri, in versi. Di formule e prescrizioni rituali, in prosa. I versi sono incastonati in momenti delle complicatissime azioni rituali……Gli Àrya (« i nobili », così gli uomini vedici chiamavano se stessi) ignorarono la storia con una insolenza che non ha uguali nelle vicende di altre grandi civiltà. Dei loro re conosciamo i nomi soltanto attraverso accenni nel Rgveda e aneddoti narrati nei Brahmana e nelle Upanisad. Non si preoccuparono di lasciare memoria delle loro conquiste. E anche negli episodi di cui è giunta notizia non si tratta tanto di imprese - belliche o amministrative -, ma di conoscenza. Se parlavano di « atti », pensavano soprattutto ad atti rituali. Non meraviglia che non abbiano fondato - né abbiano mai tentato di fondare — un impero……Non c'erano templi, né santuari, né mura. C'erano re, ma senza regni dai confini tracciati e sicuri. Si muovevano periodicamente su carri con ruote provviste di raggi. Quelle ruote furono la grande novità che apportarono: prima di loro, nei regni di Harappa e Mohenjodaro si conoscevano solo le ruote compatte, solide, lente. Appena si fermavano, si curavano soprattutto di installare fuochi e accenderli…. Sapevano cuocere i mattoni, ma li usavano soltanto per costruire l'altare che stava al centro di un loro rito….La loro mente pullulava di immagini. Forse anche per questo non si curarono di intagliare o scolpire figure degli dèi. Come se, essendone già attorniati, non sentissero il bisogno di aggiungerne altre……Ben poco di tangibile rimane dell'epoca vedica. Non sussistono edifìci, né monconi di edifici, né simulacri. Al più, qualche frusto reperto nelle teche di alcuni musei. Edificarono un Partenone di parole: la lingua sanscrita, poiché samskrta significa « perfetto ». Così disse Daumal. Qual era il motivo profondo per cui non vollero lasciare tracce? Il solito supponente evemerismo occidentale subito si appellerebbe alla deperibilità dei materiali in clima tropicale. Ma la ragione era un'altra - e i ritualisti vi accennarono. Se l'unico evento imprescindibile è il sacrificio, che fare di Agni, dell'altare del fuoco, una volta concluso il sacrificio? Risposero: « Dopo il completamento del sacrificio, esso ascende ed entra in quello splendente [sole]. Perciò non ci si deve preoccupare se Agni viene distrutto, perché allora egli è in quel disco laggiù». Ogni costruzione è provvisoria, incluso l'altare del fuoco. Non è qualcosa di ferino, ma un veicolo. Una volta compiuto il viaggio, il veicolo può anche essere fatto a pezzi…..Enorme è il divario fra la rudimentale civiltà materiale vedica e la complessità, difficoltà e audacia dei testi. …..Per l'India vedica, la storia non era cosa di cui prendere nota. Il genere storiografico vi fa la sua apparizione ben più tardi, non soltanto molti secoli dopo Erodoto e Tucidide, ma quando in Occidente si scrivevano le cronache medioevali…..Ma, quanto più scarsi sono i riferimenti alla pura, dissolvente successione dei tempi, tanto più sconvolgente il loro effetto. E tanto più vano apparirà ogni tentativo di stabilire un rapporto immediato, semplice e univoco fra i testi dei ritualisti vedici e una qualsiasi realtà fattuale. A differenza degli Egizi, dei Sumeri, dei Cinesi della dinastia Zhou, evitarono di appendere agli anni ciò che accadeva. Verum ipsum factum non valeva per loro. Perché l'unico factum collegato a un verum era l'azione liturgica. Tutto ciò che si svolgeva prima e al di fuori del rito apparteneva al vasto regno sfrangiato della non-verità…mancando persino l'invenzione della « città», nagara, termine che è quasi assente dai testi più antichi - e comunque non corrisponde ad alcun dato documentabile: non esiste traccia di alcuna città vedica…..Perché gli uomini vedici erano così ossessionati dal rituale? Perché tutti i loro testi, direttamente o indirettamente, parlano di liturgia? Volevano pensare, volevano vivere soltanto in certi stati della coscienza. Scartato ogni altro, questo rimane l'unico motivo plausibile. Volevano pensare - e soprattutto: volevano essere coscienti di pensare. Questo avviene esemplarmente nel compiere un gesto. C'è il gesto - e c'è l'attenzione che si concentra sul gesto. L'attenzione trasmette al gesto il suo significato.(L’ardore,Calasso)]
Inviato il: 14/9/2014 12:54
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Oscar Jager
      Oscar Jager
Re: Atlantide.
#47
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 13/9/2014
Da
Messaggi: 35
Offline
Citazione:

Merio ha scritto:
Nel libro citato da me le Colonne d'ercole non sono a gibilterra, ma tipo vicino alla Turchia, comunque nel mediterraneo orientale...

Sarebbe bello leggere pure Sergio Frau.

Se una civiltà atlantidea è esistita, deve aver aver lasciato tracce del suo passaggio...



Ciao
non ho mai letto niente se non spizzichi qua' e la', credo cerchi di far combaciare in qualche modo la Sardegna con il mito di Atlantide ; purtroppo sul tema c'e' anche molta disinformazione, teorie bislacche, gente che cerca un palcoscenico etc
Mi interesserrebbe saperne di piu', google is my friend

Ecco, queste sono i risultati con google atlantide + sergio frau :

Un mini documentario in tre parti
Sardegna o atlantide? Con Mario Tozzi e Sergio Frau

(1a Parte) https://www.youtube.com/watch?v=j5oy5LGyOVQ
(2a Parte) https://www.youtube.com/watch?v=Hzjo-xxOob8
(3a Parte) https://www.youtube.com/watch?v=HwVPgjq5QC0

Lo ho in sottofondo proprio ora.

http://sardegnainblog.it/808/la-sardegna-era-atlantide-video/

Sin da quando nel 2002 uscì il libro del giornalista di origine sarda Sergio Frau, dal titolo “Le colonne d’Ercole-Un’inchiesta“, si sono aperte nella nostra isola – ma anche in Italia e più parzialmente nel resto del mondo – grandi discussioni sul ruolo che potrebbe aver avuto la nostra isola nel così detto Mito di Atlantide descritto da Platone (un simposio in proposito si tenne anche presso la sede Unesco di Parigi nel 2005). Una discussione che ha visto subito polarizzarsi su contrapposte posizioni i partecipanti, c’è chi ritiene possibile che la Sardegna sia stata davvero la favolosa Atlantide – tra i possibilisti rientra anche il geologo Mario Tozzi, che a più riprese ne ha parlato in tv e proprio in questi giorni nella nostra isola – e chi invece boccia con decisione l’ipotesi. Ricordo a tal proposito una raccolta di firme, molte illustri, a sfavore della diffusione delle sue tesi. Ad ogni buon modo nel 2006 si tenne un convegno in proposito nella sede romana della prestigiosa Accademia dei Lincei.

http://www.lamiasardegna.it/files/storia-atlantide.htm

http://www.nationalgeographic.it/popoli-culture/2010/11/18/news/la_sardegna_la_mitica_atlantide_-138420/

E la pagina wiki di Sergio Frau - http://it.wikipedia.org/wiki/Sergio_Frau
Si legge :

Ha scritto il saggio Le Colonne d'Ercole - Un'inchiesta[1] (2002) in cui riprende la teoria che le mitiche colonne di cui parla Platone andrebbero identificate man mano nel tempo non solo con lo Stretto di Gibilterra, ma anche con il canale di Sicilia. Secondo tale scenario la leggendaria isola di Atlantide, di cui parla Platone nei suoi dialoghi Timeo e Crizia, potrebbe far pensare anche alla Sardegna.

Tale suggestione si accompagna alla ripresa dell'altra, già popolare in Sardegna, che il popolo che edificò i nuraghi coinciderebbe con il misterioso popolo dei Šardana o Šerden, citati tra i "popoli del mare" che secondo le cronache degli antichi egizi tentarono di invadere il Regno d'Egitto. Altri sarebbero emigrati nella penisola italica, e questa sarebbe l'altrimenti misteriosa origine degli Etruschi.

edit

LOL
che bestia che sono, l'aveva gia' postato Pyter
scusate
Inviato il: 14/9/2014 14:47
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Merio
      Merio
Re: Atlantide.
#48
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 15/4/2011
Da
Messaggi: 3677
Offline
Purtroppo non ho tempo per indagare ulteriormente l'argomento Atlantide per ora.

Il libro da me citato è stato scritto da Mavor in seguito alle sue "avventure" greche per dimostrare quello che per lui era una corretta teoria ipotizzata da un altro archeologo greco chiamato Galanopulos.

Viene accennata in questo link:

Citazione:
Most of the historically proposed locations are in or near the Mediterranean Sea: islands such as Sardinia, Crete, Santorini, Sicily, Cyprus, and Malta; land-based cities or states such as Troy,[70] Tartessos, and Tantalus (in the province of Manisa, Turkey); Israel-Sinai or Canaan;[citation needed] and northwestern Africa.[71][72] The Thera eruption, dated to the 17th or 16th century BC, caused a large tsunami that some experts hypothesize devastated the Minoan civilization on the nearby island of Crete, further leading some to believe that this may have been the catastrophe that inspired the story.[73]
A. G. Galanopoulos argued that Plato's dating of 9,000 years before Solon's time was the result of an error in translation, probably from Egyptian into Greek, which produced "thousands" instead of "hundreds". Such an error would also rescale Plato's Atlantis to the size of Crete, while leaving the city the size of the crater on Thera; 900 years before Solon would be the 15th century BC.[74] In the area of the Black Sea the following locations have been proposed: Bosporus and Ancomah[75][76] (a legendary place near Trabzon).


wikia

Alla base di tutto ci sarebbe un errore di traduzione per le dimensioni di Atlantide: in breve certe lunghezze sono state amplificate e quindi Atlantide verrebbe molto più grossa di quello che sarebbe davvero.

Comunque se vuoi puoi leggere parte del libro di Mavor su gogle books:

A voyage to Atlantis...
_________________
La libertà di parola senza la libertà di diffusione è come un pesce rosso in una vasca sferica...
Ezra Pound
Inviato il: 14/9/2014 15:10
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Oscar Jager
      Oscar Jager
Re: Atlantide.
#49
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 13/9/2014
Da
Messaggi: 35
Offline
Dal primo video :

Racconta una leggenda, che in un epoca antichissima, precedente alle prime civilta' conosciute, un popolo inventore di tecnologie strabilianti vivesse su di un isola chiamata Atlantide.
Atlantide era pianeggiante e fertile, estesa come l'Asia e la Libia messe insieme ; al centro dell'isola sorgeva un palazzo circondato da fossati.
Era un isola piena di ricchezze, creata dalla discendenza del dio greco Poseidone.
Gli abitanti di Atlantide adoravano i tori, viaggiavano sugli elefanti e mangiavano noci di cocco. Quando le loro qualita' divine incominciarono a scemare, divennenro avidi e violenti.
Terremoti e inondazioni colpirono l'isola e Atlantide scomparve nelle profondita' del mare nel breve spazio di un giorno e di una notte.
Tutto cio' e' solo frutto di frantasia o si basa su qualcosa di realmente accaduto ?
E' Platone, il grande filosofo greco, a parlare di Atlantide ; in due dei suoi dialoghi filosofici, Il Timeo e Il Crizia, descrive il continente perduto di Atlantide.
I suoi dialoghi sono diventati una specie di mappa del tesoro, tramandata per generazioni. Platone descrive Atlantide come " Collocata davanti a uno stretto chiamato le Colonne di Ercole " tradizionalmente identificato con lo Stretto di Gilbiterra, che collega il Mediterraneo all'Oceano Atlantico.
Inviato il: 14/9/2014 15:14
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Merio
      Merio
Re: Atlantide.
#50
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 15/4/2011
Da
Messaggi: 3677
Offline
Il prossimo che dovrò leggere di "archeologia", ma credo sia più di complotti, parla del Titanic e di una ipotesi che se verificata sarebbe davvero davvero interessante.
_________________
La libertà di parola senza la libertà di diffusione è come un pesce rosso in una vasca sferica...
Ezra Pound
Inviato il: 14/9/2014 15:14
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  ahmbar
      ahmbar
Re: Atlantide.
#51
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 25/3/2007
Da Milano
Messaggi: 1785
Offline
Se si vuole discutere di Atlantide, e non di una generica civilta' antidiluviana dimenticata, si deve partire da chi per primo ne parlo', Platone, che nel "Crizia" descrisse diffusamente la civilta' atlantidea, compresi i confini geografici e le dimensioni

Cosa che ogni "riscopritore di Atlantide" tende sempre a dimenticare per adattare quelle parti del racconto platoniano (tipo Frau, per capirci) che coincidono con le loro effettive scoperte e trascurando quelle che non lo sono

L'unico che ho conosciuto negli anni che abbia esaminato (e vagliato con metodo galileiano: nulla è stato distorto dal racconto platoniano per piegarlo alla tesi di Barbiero: tutto doveva essere dimostrato con prove scientifiche, o nulla doveva essere accettato) le descrizioni di Platone e' stato Flavio Barbiero, nel suo immortale "UNA CIVILTÀ SOTTO GHIACCIO"
http://www.edicolaweb.net/am_0110s.htm

Le sue ipotesi hanno considerato TUTTE le scienze interessate nello studio del nostro passato, ricostruendo , a mio parere, ovviamente, l'unico scenario coerente con ognuna di esse

Ne abbiamo gia' parlato nel thread su Gobekli Tepe, per chi volesse leggere qualcosa di piu'
http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3829
_________________
Per chi desidera informarsi sulla piu' grande menzogna dell'era moderna
FAQ 11 settembre 2001
Inviato il: 14/9/2014 15:18
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  benitoche
      benitoche
Re: Atlantide.
#52
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 30/9/2006
Da
Messaggi: 1941
Offline
Citazione:

ahmbar ha scritto:
Flavio Barbiero ,Le sue ipotesi hanno considerato TUTTE le scienze interessate nello studio del nostro passato, ricostruendo , a mio parere, ovviamente, l'unico scenario coerente con ognuna di esse


Addirittura...

ATLANTIDE

. La terra di Posidone

Al di là dell’antico confine del mondo segnato dalle colonne d’Ercole che gli antichi avevano un sacro terrore a varcare, dove oggi si estende per piú di duemila miglia marine l’Oceano Atlantico, sorgeva in tempi immemorabili un grande continente, l’Atlantide, culla e teatro di una fiorentissima civiltà. Questo continente scomparve nel decimo millennio prima di Cristo, per opera di quel tremendo cataclisma acqueo che la Bibbia ricorda con il nome di diluvio universale. Prima però che la terraferma s’inabissasse del tutto, una parte degli Atlantidi si trasferí su altri continenti. Cosí tanto l’Africa, l’Europa, l’Asia, quanto le due Americhe, quella del Nord e quella del Sud, furono la mèta delle grandi ondate migratorie atlantiche. In questi discendenti degli Atlantidi, ma soprattutto nei popoli che posero piede in America, e le cui estreme propaggini sono costituite oggi dai cosiddetti Pellirosse, rimase vivo per molto tempo il ricordo del diluvio e tramandato di generazione in generazione dalla storia e dalla leggenda. Rivolgeremo perciò oggi la nostra attenzione quasi esclusivamente ai Pellirosse, perché le loro condizioni di vita sono una debole eco di quella che fu la veramente grande civiltà atlantidea. Diciamo subito che i Pellirosse sono gli ultimissimi discendenti delle prime razze atlantiche. Come la nostra evoluzione eurasiatica si svolge attraverso sette razze portatrici di cultura – l’indiana, la persiana, la semitica, la greco-latina, la germanica, la russa e l’americana – cosí anche la remotissima Atlantide vide fiorire successivamente sette culture, sette civiltà, ciascuna delle quali legata a una singola razza. Nella tradizione occulta, alle sette razze atlantiche si sogliono dare i seguenti nomi:
1. i Romohals
2. i Tlavatli
3. i Tolteki – da queste prime tre razze atlantiche discendono gli odierni Pellirosse
4. i Turani – da cui derivano i Cinesi
5. i Protosemiti – che furono i progenitori tanto dei Semiti che degli Ariani
6. gli Akkadi – da cui discendono i Camiti (popoli dell’Africa settentrionale da cui discendono Egiziani, Berberi, Somali, Nubiani ed altri; il nome, derivante dalla Bibbia indica i discendenti di Cam, figlio di Noè)
7. i Protomongoli – da cui derivano gli odierni mongoli asiatici ed europei.
Osserviamo che mentre le ultime razze si sono successivamente piú o meno ancora evolute, le prime sono rimaste in posizione statica. Perciò i Pellirosse, ed anche i Cinesi, ricordano piú che gli altri popoli le condizioni interiori di vita dell’uomo atlantideo.
Platone, nelle sue opere Timeo e Crizia, ha dato alla civiltà occidentale la prima notizia sulla esistenza dell’Atlantide. Egli dice di trarla da Solone, il quale l’ebbe a sua volta dai sacerdoti di Sais, città posta sul delta del Nilo. Dal Crizia ricaviamo una prima importante nozione. L’Atlantide era la terra di Posidone. Posidone è il nome greco di Nettuno, il dio delle acque. Ciò ci fa comprendere che l’acqua era l’elemento che per gli Atlantidi aveva la massima importanza.
Platone ci descrive la città capitale di un regno di Posidonia, l’Atlantide da cui ebbe poi il nome tutto il continente. La città era completamente circondata da un triplice fossato pieno d’acqua. I fossati comunicavano tra loro per mezzo di canali abbastanza larghi per permettere il passaggio di una nave, e i bastioni, che dividevano i fossati a loro volta, erano congiunti per mezzo di ponti. Tra il fossato esterno e il mare c’era un grande canale artificiale lungo circa dieci chilometri, largo trecento metri e profondo venti metri. Ogni città atlantidea aveva press’a poco questo aspetto, perché gli Atlantidi si davano cura di recingere le loro città con un complicato sistema di anelli d’acque. Una colonia atlantidea esisteva anticamente anche nell’Africa occidentale, dove si estende oggi il Marocco. La regione era allora amena e fiorente, e il lago Tritonide era pieno di acque azzurre. Nel centro del lago, su palafitte, i progenitori dei Berberi avevano costruito la città di Cernes, congiungendola alla riva con tanti ponti, a somiglianza dei raggi di una ruota che dal mozzo vanno al cerchio.
L’esploratore Désiré Charnay descrive le rovine di una gigantesca metropoli azteca nello Stato messicano di Tabasco. Egli, nel suo libro Le mie scoperte nel Messico, dice che le rovine, resti di colossali piramidi, di enormi palazzi, di templi superbamente decorati, si estendono nella laguna di Bellota e raggiungono il mare su una linea di venti chilometri.
Anche l’abate Brasseur de Bourbourg, nella sua Storia del Messico, ci fa sapere che le città indiane erano poste sulle acque e che perciò la valle d’Anahuac, ricca di grandi laghi e di corsi d’acqua, fu per molto tempo un fervido centro di vita.
Se dall’archeologia passiamo alla mitologia, troviamo subito riconfermato questo profondo legame tra gli Atlantidi e l’elemento acqueo. Le leggende e le favole che raccontano ancor oggi i Pellirosse fumando la pipa all’ombra delle loro tende, hanno quasi tutte per protagonista il colombo marino, il gabbiano. Nel gabbiano che erra su e giú lungo le coste e sorvola gli scogli flagellati dalle onde gettando il suo rauco grido selvaggio, i Pellirosse credono di vedere la loro stessa anima che piange per la scomparsa della terra d’origine. Nel gabbiano che nidifica sugli scogli e remiga incessantemente sul mare, anche noi possiamo avere un’immaginazione verace dell’anima atlantidea.
Ora chiediamoci: perché le città atlantiche erano cosí intimamente connesse con le acque? Il pensiero materialistico ci suggerirà subito una risposta: perché le acque difendevano gli abitanti dalle fiere e dai nemici. Lasciamo da parte questi luoghi comuni della mentalità pseudoscientifica e leggiamo invece una pagina dello scritto di Rudolf Steiner I nostri progenitori dell’Atlantide. «Gli Atlanti erano in grado di servirsi di quella che chiamiamo forza vitale. Come oggi si trae dal carbone la forza del calore, che si trasforma nell’energia dinamica dei nostri mezzi di locomozione, cosí gli Atlanti sapevano servirsi a scopi tecnici della forza germinatrice. …Gli Atlanti avevano degli apparecchi che trasformavano la combustione coi germi delle piante, trasformando la forza vitale di questi germi in energia applicabile alla tecnica. ...A quell’epoca l’acqua era su tutta la Terra assai piú fluida di ora; e per questa sua fluidità l’acqua poteva, mercé la forza germinatrice di cui gli Atlanti sapevano servirsi, essere diretta a usi tecnici tali che oggi sarebbero impossibili. Per il condensarsi dell’acqua, è divenuto impossibile guidarla e dirigerla con l’arte mirabile di allora. ...L’uomo atlantico assorbiva un’acqua che la forza vitale propria al suo corpo poteva elaborare ben diversamente da come è possibile nel corpo fisico d’oggi, e in virtú di ciò egli poteva servirsi volontariamente delle proprie forze fisiche altrimenti che non l’uomo attuale. Possedeva cioè il mezzo di aumentare in sé le proprie forze fisiche quando ne aveva bisogno per le proprie occorrenze»(1).
Senza questa spiegazione di Rudolf Steiner, molte cose che la scienza ufficiale riesce a scoprire sul conto della civiltà atlantidea e delle tracce lasciate da essa in Europa e in America, rimarrebbero completamente inesplicabili. I germi delle piante e l’acqua erano dunque le materie prime fondamentali dell’industria atlantidea. Gli Atlanti non usavano il fuoco. L’acqua serviva per ogni occorrenza sia dell’industria, sia della vita casalinga quotidiana.
Sui larghi bastioni che nelle città atlantidee separavano i canali circolari d’acqua, sorgevano grandiosi stabilimenti metallurgici, i quali però avevano un aspetto del tutto diverso dalle nostre fonderie, dalle nostre acciaierie, dai nostri altiforni. Non il fuoco difatti alimentava gli immensi stabilimenti metallurgici atlantici, ma l’acqua. A questo proposito si può affermare che la nostra industria, per quanto poderosa e perfetta possa apparirci, è ben misera cosa se paragonata alla incredibile perfezione dell’industria dell’Atlantide. Le testimonianze storiche, numerosissime e concordi, non lasciano ombra di dubbio in proposito. Ne sceglieremo soltanto alcune.
2. Le meraviglie della metallurgia atlantica

Cominciamo da Platone. Egli dice che i tre bastioni della capitale atlantidea erano intonacati per tutta la loro estensione: il primo di rame, il secondo di stagno, il terzo d’oricalco dai riflessi di fuoco.
Se voi mi chiedeste che cosa sia l’oricalco, io non vi saprei rispondere. È una lega di oro, allo stesso modo che il peltro è una lega d’argento, ma gli altri componenti ci sono ignoti. Gli Atlanti, venendo in Europa, vi portarono la conoscenza della fucinazione dei metalli, ma molte delle loro nozioni andarono perdute.
Enrico Schliemann, il celebre archeologo scopritore di Troia, lasciò scritto d’aver trovato fra il tesoro del re Priamo un vaso con la scritta in geroglifici fenici: «Dal re Chronos di Atlantide». Il vaso era fatto di una lega di platino, alluminio e rame. E lo Schliemann annota: «Questa specie di lega non fu mai conosciuta dagli altri popoli antichi ed è sconosciuta oggi».
Queste testimonianze antiche forse non persuadono. Cerchiamone perciò delle altre, piú recenti e lampanti, riportate da coloro che misero piede in America e che videro con i loro occhi. Nel diario di Cristoforo Colombo troviamo scritto che il navigatore genovese riportò dall’America in Europa, come oggetto piú prezioso, un rasoio di rame temperato. Cristoforo Colombo ne era giustamente sbalordito, e sbalorditi ne siamo anche noi. Da allora sono passati quasi cinque secoli, ma la tecnica moderna non ha trovato ancora il modo di rendere duro alcun metallo, fuorché il ferro, ottenendone l’acciaio. L’idea di un acciaio di rame, proprio della civiltà atlantidea, sta per l’arte metallurgica moderna al di là di ogni immediata o remota possibilità.
Montezuma regalò a Cortez alcuni specchi di platino incorniciati d’oro, ciò che prova che la fusione e la lavorazione del platino erano ben note agli Indiani.
Il Carli, nelle sue Lettere americane, dice che tanto per il matematico quanto per il tecnico rimane un problema insolubile il fatto che i popoli d’America siano riusciti a fondere statue d’oro e d’argento, tutte d’un getto, vuote nell’interno, sottili e senza sostegni. Egli scrive: «Ho potuto ammirare dei piatti con otto riquadri, ciascuno d’un metallo diverso, cioè alternati d’oro e d’argento, senza alcuna apparente saldatura; pesci ed uccelli dei quali le scaglie e le pinne, ora d’oro, ora d’argento, si alternavano senza la minima traccia di saldatura artificiale».
Oviedo vide oggetti fatti di una lega di oro e rame ad altissima tempera, e perciò piú resistenti dell’acciaio. Cieza de Leòn ci lasciò una descrizione addirittura fiabesca di Cuzco del Perú, città reale degli Incas barbaramente saccheggiata e distrutta dai conquistatori spagnoli. Su di un’altura dominante la città sorgeva il grande tempio del Sole, circondato da sei templi minori per gli altri pianeti. Nello spiazzo fra i templi si elevavano alte colonne metalliche, sulle quali erano incise le osservazioni dei sacerdoti astronomi sui movimenti degli astri. Davanti al tempio del Sole si estendeva un meraviglioso giardino a terrazze, il quale terminava a picco sul fiume Huatanay. Questo veniva con ragione chiamato il giardino metallico. Ogni sua terrazza aveva per pavimento una lastra di oro puro, dalla quale si innalzavano alberi d’argento e messi di spighe fatte d’oro. Nel giardino metallico si vedevano inoltre farfalle posate sui fiori, uccelli nascosti tra le foglie, serpenti avvolti intorno ai rami, verdi lucertole, chiocciole, tutto in oro puro e in argento cesellato con arte mirabile e tempestato di gemme. Il vento piú impetuoso non poteva sradicare il piú sottile stelo di quel magico giardino, ma le soldataglie spagnole furono piú forti del vento.
Non credo che sia necessario spendere altre parole per mettere in rilievo la portentosa arte metallurgica degli Indiani. Per quanto meravigliosa ci possa apparire, ricordiamoci che essa non è che una fievole eco di quella che fu la tecnica e la scienza degli Atlanti. Di fronte a tanta meraviglia la nostra scienza ufficiale si mostra perplessa ed impotente. Non cosí la Scienza dello Spirito. Questa c’insegna che gli Atlanti e i loro discendenti lavoravano i metalli con le forze e i procedimenti che si basavano sull’impiego delle forze vitali e dell’acqua. Tutto ciò è divenuto impossibile all’uomo moderno, e da questa sua impotenza nasce in lui il senso della meraviglia e del miracolo. I giardini metallici degli Incas e degli Aztechi non sono però sorti per miracolo, ma per opera di una tecnica andata ormai perduta. Anzi a questo proposito bisogna dire che gli Aztechi e gli Incas non hanno costruito quei meravigliosi giardini metallici, quelle immense città longitudinali piene di piramidi, di templi e di palazzi, ma li hanno ricevuti in eredità e gelosamente conservati.
Montezuma disse a Cortez queste testuali parole: «Noi non siamo oriundi di questa terra. Non è passato che un piccolo numero di secoli da quando i nostri avi, venuti dalle regioni del Nord, si sono stanziati in questo paese. Io non sono che un viceré e governo le genti che mi sono sottoposte in nome di Quetzalcoatl e secondo l’autorità che da lui mi è stata conferita».
Secondo lo storico Montesinos, gli Incas giunsero nel Perú verso il 2450 prima dell’era cristiana e vi trovarono già il meraviglioso giardino metallico di Cuzco e le gigantesche rovine della civiltà preincaica. Ciò è confermato anche dalla tradizione occulta. Le costruzioni messicane e peruviane non poterono essere edificate che da uomini che avevano ancora in sé, almeno fino a un certo grado, forze e facoltà proprie degli Atlanti. Sono perciò dunque antichissime e coeve della civiltà egizia.
Benché ultimi e tardissimi discendenti degli Atlanti, i popoli dell’America ne conservano ancora le principali qualità interiori e i costumi. Gli Atlanti erano chiaroveggenti, questa facoltà spirituale mancava quasi del tutto ai tardi popoli americani, ma tuttavia essi si sentivano in stretto contatto con la divinità.
Quando Montezuma fece a Cortez il nome di Quetzalcoatl, lo Spagnolo gli chiese: «Chi è questo re supremo in nome del quale tu governi?». Montezuma rispose: «È un sacerdote vestito di nero che passeggia lungo le rive del mare. Il suo nome significa il serpente incoronato di piume. Egli è la perpetua guida del nostro popolo».«E tu sei in contatto con questo essere misterioso?» chiese allora Cortez. «Io non faccio nulla che non sia la sua volontà», rispose il re degli Aztechi.


................................................................................................................

Fonte archetipo
_________________
la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inviato il: 14/9/2014 22:50
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  PCornelio
      PCornelio
Re: Atlantide.
#53
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 5/11/2013
Da
Messaggi: 285
Offline
Anni fa mi sono molto appassionato al mito di Atlantide ed avevo letto moltissimo materiale al riguardo. Ho anche scoperto che molte delle sedicenti prove a sostegno della teoria dell'esistenza di Atlantide come un continente/stato sede di una civiltà progredita non erano altro che mistificazioni, spesso notizie false, scoperte non verificate, reperti dubbi e senza alcuna autorevolezza. C'è però un dettaglio che ancora oggi trovo estremamente interessante, avevo scritto una breve monografia al riguardo. L'ho trovata e ve la riporto, sottolineo che questo testo l'ho composto IO, fatene quel che volete. (C'erano anche delle immagini che non riesco a copiare).

Citazione:
Le ipotesi dell’esistenza di una civiltà progredita antecedente a quelle mesopotamiche si fondano su elementi simbolici, leggende e miti comuni a diverse popolazioni lontanissime fra loro nel tempo e nello spazio. Per altro la memoria di un grande cataclisma che avrebbe spazzato via una grande civiltà lasciandone solamente pochi superstiti è condivisa dai popoli primitivi di tutti i continenti: il diluvio biblico, la storia indù di Manu, l’Epopea di Gilgamesh etc. etc. fino ad arrivare ai miti delle civiltà precolombiane e dell’Oceania, all’altro capo del globo rispetto a quella che è comunemente considerata la “culla” della civiltà umana.
Vi è un elemento, tuttavia, che per la sua diffusione ed alcune sue peculiarità affascina ed intriga perché potrebbe costituire la chiave di volta delle teorie riguardo l’esistenza di una civiltà atlantidea: il simbolo del labirinto.


Questo simbolo, composto da una croce greca i cui bracci si sviluppano in forma circolare a formare una traccia che ricorda un labirinto, compare misteriosamente in luoghi e culture lontanissime nel tempo e nello spazio. Lo si trova in varie raffigurazioni ed incisioni rupestri in Italia, ad esempio fra quelle dei Camuni risalenti al I-II millennio a.c., oppure sottoforma di stone circle sull’isola di Gotland, in Svezia:


Ma anche su vasellame etrusco, inciso in grotte della Cornovaglia, in un tempio egizio a Kon Omb, su alcune monete Cretesi, e in numerosi altri reperti dell’area mediterranea.
Ma i ritrovamenti più sensazionali riguardano questa incisione a Goa, in India:


probabilmente legato ad una rappresentazione del Manas Chakra, e ancor più la raffigurazione di un simbolo sacro degli indiani Hopi, come di altre ritrovate nel sud degli Stati Uniti, fino ad arrivare ad una controversa rappresentazione a Machu Picchu (controversa perché troppo poco documentata).

Le origini di questo simbolo sono pressoché sconosciute. Di certo si tratta di un simbolo complesso la cui rappresentazione in culture tanto distanti non può essere semplicemente spiegata come sviluppo spontaneo di archetipi simbolici, quali possono essere, invece, croci, triangoli rovesciati, simboli fallici e quant’altro.

Ebbene, torniamo per un momento alle origini del mito atlantideo, ovvero il dialogo in cui Platone descrive la città di Atlantide per bocca di Crizia, la più antica testimonianza scritta del mito di Atlantide. Poseidone, signore dell’isola di Atlantide, ha sposato una giovane donna dalla quale ha avuto cinque coppie di gemelli, e divide in questo modo il centro dell’isola:

Spaccando la terra inglobò la collina nella quale lei viveva con zone alternate di mare e terra, più larghe e più strette, l'una circoscritta dall'altra, ve ne erano due di terra e tre d'acqua, che egli formò come ruotando intorno ad un asse. Ognuno aveva la circonferenza sempre equidistante dal centro così che nessun uomo potesse arrivare all'isola, perché le navi e i viaggi non erano come ora. [....] E, iniziando dal mare, essi costruirono un canale di trecento piedi di grandezza, cento piedi di profondità e cinquanta stadi di lunghezza, che essi realizzarono attraverso la zona circostante, facendo un passaggio tra il mare e la città-palazzo, che divenne un porto, lasciando una apertura sufficiente atta a consentire ai più grandi vascelli di poter entrare.[...]noltre essi divisero, in corrispondenza dei ponti, le strisce di terra che erano interposte alle strisce di mare lasciando lo spazio necessario perché una singola trireme potesse passare da una zona all'altra, quindi ricoprirono i canali così da creare una strada sotterranea per le navi, in quanto i moli erano innalzati considerevolmente al di sopra del livello dell'acqua. Dunque, la zona più larga attraverso la quale fu realizzato un passaggio/canale sul mare era di tre stadi (circa 600 metri) e la striscia di terra che veniva dopo era della stessa larghezza, ma le due zone successive, una d'acqua e l'altra di terra erano di due stadi, e quella che circondava l'isola centrale era solo uno stadio di grandezza. L'isola in cui si trovava il palazzo aveva un diametro di cinque stadi (circa 1 chilometro). Tutto ciò, incluse le zone e i porti, i quali avevano una larghezza pari alla sesta parte di uno stadio, circondarono con mura di pietra su ogni lato, aggiungendo torri e porte sui ponti in cui passava il mare.

Ebbene, anche ad una lettura superficiale non si può fare a meno di notare come la descrizione della pianta della città riportata da Platone risulti affine agli elementi principali del simbolo del labirinto: i cerchi concentrici di terra e acqua, il grande canale che conduce alla cittadella, la cinta muraria. Una città con una pianta singolare, certamente originale, e risultato di opere monumentali che devono aver costituito l’orgoglio di una ipotetetica nazione atlantidea al punto, forse, di ispirare un logogramma che diventò il vessillo della città stessa: il simbolo del labirinto.
Questa teoria, che indulge molto alla fantasia e alla speranza di poter trovare una soluzione al mistero, spiegherebbe tuttavia la presenza di un simbolo piuttosto particolare in culture distanti e separate addirittura dagli oceani. E’ possibile supporre, infatti, che una città-stato situata su di un’isola al centro dell’Atlantico disponesse di una flotta in grado di visitare ambo le sponde dell’Oceano e, forse, spingersi fino all’Oceano Indiano. Se questa civiltà si fosse sviluppata, come asserisce Platone, fra il X ed il IX millennio a.c. il gap tecnologico con gli altri insediamenti umani del tempo sarebbe stato tale da far figurare gli atlantidei come semi-dei e tramandare così il mito di una civiltà altamente progredita.
Inviato il: 17/9/2014 17:19
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Falchetto
      Falchetto
Re: Atlantide.
#54
Mi sento vacillare
Iscritto il: 28/12/2005
Da Milano
Messaggi: 438
Offline
Citazione:

PCornelio ha scritto:


Questo simbolo, composto da una croce greca i cui bracci si sviluppano in forma circolare a formare una traccia che ricorda un labirinto, compare misteriosamente in luoghi e culture lontanissime nel tempo e nello spazio. Lo si trova in varie raffigurazioni ed incisioni rupestri in Italia, ad esempio fra quelle dei Camuni risalenti al I-II millennio a.c., oppure sottoforma di stone circle sull’isola di Gotland, in Svezia:


Ma anche su vasellame etrusco, inciso in grotte della Cornovaglia, in un tempio egizio a Kon Omb, su alcune monete Cretesi, e in numerosi altri reperti dell’area mediterranea.
Ma i ritrovamenti più sensazionali riguardano questa incisione a Goa, in India:


probabilmente legato ad una rappresentazione del Manas Chakra, e ancor più la raffigurazione di un simbolo sacro degli indiani Hopi, come di altre ritrovate nel sud degli Stati Uniti, fino ad arrivare ad una controversa rappresentazione a Machu Picchu (controversa perché troppo poco documentata).

Le origini di questo simbolo sono pressoché sconosciute. Di certo si tratta di un simbolo complesso la cui rappresentazione in culture tanto distanti non può essere semplicemente spiegata come sviluppo spontaneo di archetipi simbolici, quali possono essere, invece, croci, triangoli rovesciati, simboli fallici e quant’altro.


E' questo?

Image and video hosting by TinyPic
Inviato il: 17/9/2014 17:55
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Falchetto
      Falchetto
Re: Atlantide.
#55
Mi sento vacillare
Iscritto il: 28/12/2005
Da Milano
Messaggi: 438
Offline
Image and video hosting by TinyPic

Image and video hosting by TinyPic

Image and video hosting by TinyPic
Inviato il: 17/9/2014 18:29
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  horselover
      horselover
Re: Atlantide.
#56
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 1/9/2012
Da
Messaggi: 1898
Offline
chi ha deciso di chiamare atlantico l'oceano oltre lo stretto di gibilterra e quando?
Inviato il: 17/9/2014 20:16
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Merio
      Merio
Re: Atlantide.
#57
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 15/4/2011
Da
Messaggi: 3677
Offline
Sembra sia stato Erodoto:

Citazione:
The oldest known mention of "Atlantic" is in The Histories of Herodotus around 450 BC (Hdt. 1.202.4): Atlantis thalassa (Greek: Ἀτλαντὶς θάλασσα; English: Sea of Atlas).[...]


Citazione:
The Atlantic Ocean was named by the ancient Greeks after either Atlas the Titan or the Atlas Mountains named for him;[4][5] both involve the concept of holding up the sky.


Cultural significance
_________________
La libertà di parola senza la libertà di diffusione è come un pesce rosso in una vasca sferica...
Ezra Pound
Inviato il: 17/9/2014 20:25
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  PCornelio
      PCornelio
Re: Atlantide.
#58
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 5/11/2013
Da
Messaggi: 285
Offline
Sì Falchetto, è quello.
Inviato il: 17/9/2014 21:08
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  horselover
      horselover
Re: Atlantide.
#59
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 1/9/2012
Da
Messaggi: 1898
Offline
anche se erodoto non è affidabilissimo si può dedurre che gli antichi greci non credessero all'ipotesi santorini
Inviato il: 17/9/2014 21:38
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Merio
      Merio
Re: Atlantide.
#60
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 15/4/2011
Da
Messaggi: 3677
Offline
é un ipotesi come un'altra.

Quando indagherò meglio le altre teorie saprò fare un sunto della cosa.
_________________
La libertà di parola senza la libertà di diffusione è come un pesce rosso in una vasca sferica...
Ezra Pound
Inviato il: 17/9/2014 22:59
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
 Vai all'inizio   Discussione precedente   Discussione successiva
<123>

 


 Non puoi inviare messaggi.
 Puoi vedere le discussioni.
 Non puoi rispondere.
 Non puoi modificare.
 Non puoi cancellare.
 Non puoi aggiungere sondaggi.
 Non puoi votare.
 Non puoi allegare files.
 Non puoi inviare messaggi senza approvazione.

Powered by XOOPS 2.0 © 2001-2003 The XOOPS Project
Sponsor: Vorresti creare un sito web? Prova adesso con EditArea.   In cooperazione con Amazon.it   theme design: PHP-PROXIMA