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   Esperienze & Riflessioni
  Psichedelico - ciò che svela la mente

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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Psichedelico - ciò che svela la mente
#8
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
Messaggi: 5691
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Sono una "piccola donna" ma paragonare la mente ad un sistema operativo multitasking che gira su un hardware biologico,mi scombussola , disorienta e intristisce forse perchè dò un valore molto più alto al pensiero ed all'uomo.
Forse nella mia pazzia mi sento normale perchè ho la presunzione di essere riuscita a scavare nel mio intimo e non ho più segreti,ho trovato le cause,le conseguenze ed i rimedi anche se a volte per pigrizia o comodità mi prendo il lusso di sorvolare.
Castellaneda l'ho letto,è interessante ma pericoloso e fuorviante in mano di giovani inesperti ed impreparati psicologicamente. Stà di fatto comunque che come al solito,queste pippe mentali trovano terreno fertile in soggetti che hanno tempo a disposizione per dissertare e non sono alle prese di impellenti necessità di sopravvivenza giornaliera.
Certe domande non me le ponevo fino a qualche tempo fà perchè una giornata di 24 ore non mi bastava mentre ora ho più tempo per me.
Quanto sopra per chiedere a quale individuo ti riferisci,a quello che ha tempo a disposizione a vario titolo sia per disoccupazione,per malattia,per pensione, ma non ha nessun potere decisionale,o a quello che ha tempo e potere ?
Quest'ultimo credo che la realtà se la sia già manipolata a suo uso e consumo,con o senza "strisciate" ed il problema esistenziale non gli si pone,casomai stà elaborando nuove strategie per abbindolare il prossimo.
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 31/10/2006 0:09
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Re: Psichedelico - ciò che svela la mente
#7
Mi sento vacillare
Iscritto il: 14/11/2005
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Messaggi: 639
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Visto che nessuno ha espresso commenti sulla lunga introduzione mi permetto di rivolgere una domanda provocatoria alla variegata collettività di luogocomune.

Dato per vero che il mondo per come lo conosciamo

-deriva dall'integrazioni delle simulazioni-rappresentazioni di ciascun individuo all'interno in una realtà condivisa

- che questa realtà condivisa seppure rassicurante e apparentemente rigida, manipola e rinforza i programmi mentali dei singoli per mantenere una propria stabilità e coerenza interna di fronte all'assoluta incomprensibilità dell'universo

- che le recenti scoperte, all'interno di questa stessa realtà condivisa, indirizzano verso un'importante ruolo svolto dall'attività autocosciente nella modellazione della simulazione stessa - vedi thread sulla fisica quantistica

- che in definitiva è l'attività autocosciente il prodotto che garantisce all'individuo il senso immediato della propria esistenza.

Può la stessa comunità che garantisce l'esistenza della realtà di consenso accettare il tentativo degli individui di oltrepassare i limiti stessi da lei stessa imposti ? o sarà sempre solo lo sforzo del singolo, che isolandosi dal mondo, o cercando , nell'illegalità, di modificare la propia mente con sostanze o strumentazioni psichedeliche, permetterà il riconoscimento di nuove simulazioni per la mente altrettando e forse anche più ricche di significato dei prodotti della realtà condivisa?
O si dovrà solo e semplicemente aspettare un'ulteriore, forse casuale,darwiniano potenziamento del'hardware?

Insomma ciò che è psichedelico può essere legittimamente perseguito come potenziale fonte di sviluppo o meno?
_________________
"Il vero Big Bang è la nascita di una coscienza"

"Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem"
Inviato il: 30/10/2006 23:02
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Re: Psichedelico - ciò che svela la mente
#6
Mi sento vacillare
Iscritto il: 14/11/2005
Da
Messaggi: 639
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Ciao, sono appena tornato da un weekend di lauti banchetti dove ho abusato dell’unico allucinogeno presente…dell’ottimo cabernet veneto.
Spero quindi di essere comunque abbastanza lucido per delucidare meglio gli originali e non immediati concetti a cui ho velocemente accennato visto che solo clausneghe mi sembra aver colto le conseguenze delle premesse citate nel post iniziale.

In effetti nonostante mi sia sempre interessato, più o meno dilettantisticamente, di filosofie orientali e del loro tentativo escatologico di andare al di là del velo di Maya, dell’illusione fenomenica (opposta al noumeno Kantiano), di Matrix etc, solo recentemente sono approdato ad alcuni autori occidentali che, ravvivando l’antico interesse, mi hanno fornito una chiave di lettura dell’esperienza umana che si concilia anche con gli esiti di alcuni sviluppi tecnologici e scientifici. Uno di questi autori è citato nell’avatar e il suo libro Programming e metaprogramming in the Human BioComputer di John Lilly.

E’ generalmente accettato a livello filosofico, fin dai tempi del buon Immanuel Kant, che l’uomo non possa percepire la realtà quale essa è veramente, ma solo i suoi aspetti fenomenici.
A separare l’uomo dal reale si pongono sia il suo sistema percettivo (che filtra solo alcune parti del reale ,esempio , per quel che conosciamo,solo un range limitato dello spettro elettromagnetico, e lo trasdusce in segnali elettrici per il cervello) ma soprattutto la mente che necessariamente deve aprioristicamente incasellare e dare un significato agli impulsi percepiti e trasdotti dai sensi sulla base di informazioni ereditate e/o acquisite.

[ N.B Il paragone che verrà esposto potrebbe essere impreciso in alcuni punti per le modeste nozioni informatiche del sottoscritto…ma i concetti di fondo dovrebbero cmq essere pertinenti]

Proprio a causa di questi filtri aprioristici della mente di elaborare le informazioni, è diventato concetto abbastanza comune il paragonarla a un sistema operativo multitasking che gira su un hardware biologico, il cervello. La mente, come i effetti i comuni sistemi operativi attuali, possiede un numero di programmi essenziali che per l’uomo sono ereditati, un numero di processi sempre attivi che gli permettono di interagire con il mondo a un livello di base, un numero di programmi che stanno in background e pronti ad essere avviati solo in determinate circostanze e un numero di programmi capaci di manipolare le informazioni raccolte e filtrare dai programmi più elementari.
Oltre ai programmi ereditati, che derivano dalla struttura stessa dell’hardware, che gli permettono l’iniziale interazione con l’ambiente esterno e l’acquisizione dei primi mattoni di informazione, esistono un’infinità di programmi acquisiti che , a partire dall’attività dei programmi di base, riescono, nell’essere umano, a organizzare le informazioni acquisite fino a un livello di complessità che permette lo sviluppo di concetti, simulazioni e in definitiva di un corpo di conoscenze utili a spiegare il funzionamento dei fenomeni esterni che chiamiamo con il nome di scienza. Oltre a questi programmi ce sono ovviamente altri che non riguardano l’acquisizione e la manipolazione delle informazione, quanto la connessione emotiva a loro connessa.
Questi programmi per la mente sono soggetti a un continuo rimodellamento e possono essere più o meno funzionali al loro scopo. Inoltre esiste un flusso bidirezionale fra l’hardware il software, cioè entrambi sono in grado di modellarsi a vicenda. Come già accennato numerose condizioni organiche e sostanze sono in grado di modificare lo stato mentale ( e quindi quali programmi vengono attivati e il loro rimodellamento), così come lo stato mentale (cioè i programmi che vengono appropriatamente o meno lanciati dal sistema operativo) può agire sul rimodellamento neuronale, sull’attivitò ormonale, sul sistema immunitario etc.
Potrremmo dire che questi programmi sono open-source e il loro codice può essere continuamente modificato.

Ma qual è la peculiarità di questo sistema operativo? E’ quella di possedere un’autocoscienza, un programma supervisore definito da John Lilly, il metaprogrammer in grado di supervisionare l’attività degli altri programmi e di utilizzare una funzione propria solo di un essere autocoscienze che è quella di impare ad imparare, cioè di imparare a modificare i programmi ereditati/acquisiti della mente.

Per Lilly tutti gli esseri umani sono dei biocomputer programmati e programmabili e quando questi imparano,autocoscientemente, ad imparare sono in grado di produrre simulazioni della realtà, di usare simboli, analogie, metafore, un linguaggio e tutta una serie di operazioni da lui definite metaprogramming. Il metaprogramming è (parole di Lilly) un operazione nella quale un sistema di controllo centrale (il metaprogrammer) gestisce migliaia di programmi operanti simultaneamente in parallelo, cioè al capacità da parte dell’io cosciente di manipolare le numerose informazioni acquisite e già metabolizzate dai programmi più elementari (link al libro http://futurehi.net/docs/Metaprogramming.html). Forse si potrebbe paragonare in maniera riduttiva l’attività autocosciente a una peculiare forma di kernel


Partendo da queste premesse estrapoliamo il concetto che la realtà o il mondo per l’individuo, non è altro che il prodotto di una simulazione autocosciente autoprodotta organizzata secondo capacità ereditate e acquisite su base adattativa. Il termine adattativo è utilizzato per chiarire il fatto che esiste un quid esterno che continuamente manipola la simulazione dell’individuo, premesso che ai fini dell’individuo è ininfluente la storia di cosa abbia prodotto le sue condizioni di base, ma è fondamentale il riconoscimento di cosa modifichi i suoi programmi verso una determinata direzione. Questa direzione è data dalla realtà di consenso collettiva all’interno della quale tutte le simulazioni autocoscienti degli individui cercano di integrarsi più o meno felicemente.

Ma che succede se un quid esterno altera drasticamente questa simulazione, premesso che ogni simulazione individuale è facilmente manipolabile e inaspettatamente lassa? E’possibile che l’autocoscienza si ritiri dalla sua simulazione, e cosa succederebbe?
Possono essere simulati altri modelli di mondo? E questi altri modelli di mondo, che per la realtà consensuale sarebbero fittizi, non andrebbero anche loro a manipolare i programmi del singolo? E allora dove sarebbe la differenza fra le simulazioni?


Per chi fosse interessato si consiglia inoltre la lettura oltre che dei libri di Lilly, i libri di Carlos Castaneda e gli aforismi-sutra di Patanjali, nonchè la filosofia del vedanta indiano

Sono cotto…lo sforzo è stato eccessivo…spero di essermi fatto capire…dopo queste delucidazioni sarò più personale
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"Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem"
Inviato il: 29/10/2006 23:26
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Psichedelico - ciò che svela la mente
#5
Sono certo di non sapere
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le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 29/10/2006 19:42
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Re: Psichedelico - ciò che svela la mente
#4
Sono certo di non sapere
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La realtà di consenso collettiva è un limite per la mente, e può essere trasceso? La mente può esperire al di là del binomio soggetto/oggetto?

Plausibile, ma ciò si può avverare solo estrinsecando l'intrinseca consapevolezza radicata nel territorio, originata da un'officina di diritti ed un laboratorio di pace, in un contesto antagonista e autogestito che rivendica un proprio vibrante spazio socioculturale applicando l'antropologia evolutiva ai nuovi ma fasulli canoni della percezione occidentale, cioè porcozzio no ma veramente è un trip da sballo, ci sto troppo dentro, sento collassare intorno a me un'energia positiva.
Inviato il: 29/10/2006 19:20
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Psichedelico - ciò che svela la mente
#3
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
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Personalmente di psicadelico conosco solo le luci della discoteca,e mi hanno sempre fatto innervosire,forse proprio perchè alterano la visualità,soprattutto a chi è miope come me
A parte gli scherzi,non ho mai provato sostanze che alterano la mia coscienza e percezione proprio perchè trovo la realtà ed il mio vissuto "esperienze alienanti" ed ho fatto un'enorme fatica a tirarmene fuori,figuriamoci con le droghe
Non riesco a capire perchè mai uno dovrebbe aiutarsi con sostanze psicadeliche per entrare in contatto con se stessi,non basta una sana autointrospezione o il più semplice Gioco del Perchè che si faceva da bambini e che esasperava i ns.genitori quando non sapevano più cosa rispondere ?
Citazione:
Ma fra queste cos’è psichedelico? Che cosa svela al sistema interpretativo qualcosa di nuovo e coerente su se stesso?

è un'altro espediente per creare nuovi mostri,fobie,paure.
Citazione:
Esistono dei programmi per la mente che ancora non conosciamo ma di cui sentiamo la necessità?

basta con i programmi,con le linee guide,con l'istruzioni per l'uso,e poi da chi e per chi?
Citazione:
Che valore possiamo attribuire alle esperienze mistiche, gli effetti delle sostanze psichedeliche, gli stati di liberazione ricercati nello yoga e nel buddismo?

fantasie,utopie,farneticazioni per chi non ha altro di meglio da fare e per chi non è assillato dal problema di sopravvivere.(vallo a dire a un biafrano,ad un'afghanistano sotto le bombe ) magari all'indios un po' di coca da masticare serve per non senire la fame e la fatica in miniera.
Citazione:
La realtà di consenso collettiva è un limite per la mente, e può essere trasceso? La mente può esperire al di là del binomio soggetto/oggetto? E’ possibile una coscienza espansa oltre i propri limiti fisici o sarebbe solo un’originale simulazione del cervello/mente

???????? non capisco cosa vuoi dire.
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Inviato il: 28/10/2006 20:37
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Re: Psichedelico - ciò che svela la mente
#2
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 17/4/2006
Da nordcentro
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Ciao Timor(di Dio?) di carne al fuoco ne hai messa parecchia,ma ci vorrebbbe un'intera PIRA per illuminare esaustivamente l'argomento.... Coincidenza:l'anno in cui fù coniato il neo-logismo( che se non vado errato significa nella sua accezione originale:"lo schiudersi dell'anima" di cui al 3d da Osmond e poi amplificato da Aldus Huxley è anche l'anno della mia nascita... amenità a parte,credo che le tecniche e le sostanze in grado di attivare un mondo che è comunque dentro di noi,agiscano come delle chiavi chimiche in grado di aprire le "porte della percezione" e permettere così all'occhio della mente che "vede" per il puro spirito che ci anima e contempla una diversa realtà che nel momento in cui si vive è assolutamente concreta e coinvolgente,e ci mostra le dimensioni "altre",i Territori nel lato oscuro dell'Universo personale...
Inviato il: 28/10/2006 19:45
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Psichedelico - ciò che svela la mente
#1
Mi sento vacillare
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Il termine psichedelico è un neologismo, coniato dal ricercatore Osmond nel 1956, che deriva dalla fusione di due parole greche: anima, ψυχή (psiche), e manifestare, δήλος (delos).
Quindi psichedelico è ciò che svela l’anima o la mente.
Nella corrente cultura occidentale questa parola è utilizzata come sinonimo di allucinogeno, di sostanza che, alterando la normale biochimica del SNC, altera e distorce il sistema percettivo a tal punto da ricreare percezioni che non esistono nella realtà (allucinazione, dal greco ἁλύσκειν=scappare ) e di conseguenza rende disfunzionale anche il sistema interpretativo che sottoposto a stimoli fasulli crea ideazioni e pensieri incoerenti con la realtà conosciuta (delirio dal latino delirium (de = fuori, lira = solco tracciato dall'aratro)).
Premesso che non è mia intenzione dilungarmi sul concetto di realtà, vorrei però sottolineare che con questo termine viene intesa la dimensione esperenziale che è condivisa fra gli esseri umani, cioè l’insieme di interpretazioni, elaborazioni,simulazioni che gli uomini attuano sulle proprie percezioni che per loro natura sono già delle trasduzioni di segnali che nulla ci dicono sulla realtà degli oggetti percepiti. La natura della mente è di produrre continuamente simulazioni della realtà, spesso intrise di componenti emozionali, a partire dall’immagine del proprio schema corporeo fino a rappresentazioni elaborate di situazioni future o rielaborazioni del passato. In questo il nostro cervello/mente non si discosta assolutamente da un elaboratore informatico che geneticamente determinato viene continuamente programmato dall’esterno e dalle sue stesse simulazioni.
Infatti mentre il sistema di trasduzione (i sensi) si accontenta di generare impulsi elettrici successivamente elaborati dal binomio cervello/mente, la mente quale sistema intepretativo è influenzato/modellato da condizioni ormonali, ambientali, culturali, genetiche, metaboliche che possono incidere profondamente sulla capacià del singolo di ricreare una realtà condivisa o di mantenersi all’interno di parametri accettati da una comunità.
Allucinogeno, in senso lato, è, dunque, tutto ciò che alterando il sistema interpretativo porta a una marcata alterazione dei comuni parametri di esperienza determinando un mancato adeguamento a questa consensus reality. Sono allucinogeni la febbre, la mancanza di sonno, la schizofrenia, altre svariate condizioni neurologiche e psichiatriche, l’isolamento, lo stress, i farmaci, l’arte, i sogni, le droghe, le esperienze mistiche, le esperienze di pre-morte, lo yoga.
Ma fra queste cos’è psichedelico? Che cosa svela al sistema interpretativo qualcosa di nuovo e coerente su se stesso? Esistono dei programmi per la mente che ancora non conosciamo ma di cui sentiamo la necessità? Che valore possiamo attribuire alle esperienze mistiche, gli effetti delle sostanze psichedeliche, gli stati di liberazione ricercati nello yoga e nel buddismo? La realtà di consenso collettiva è un limite per la mente, e può essere trasceso? La mente può esperire al di là del binomio soggetto/oggetto? E’ possibile una coscienza espansa oltre i propri limiti fisici o sarebbe solo un’originale simulazione del cervello/mente..


Mi sembra di aver messo un po’ di carne al fuoco, spero che questa piccola introduzione possa essere stimolante e fonte di discussione per chi è interessato a questi argomenti…
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Inviato il: 28/10/2006 11:55
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