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  Il rifiuto dell’autorità

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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Il rifiuto dell’autorità
#481
Sono certo di non sapere
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Da ROMA
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scusami per il lapsus Prealbe
Citazione:
se un gruppo vuole sopravvivere (“obiettivo”) su un’isola non civilizzata dopo un naufragio, chi abbia competenze relative alla caccia, all’accensione del fuoco, alle piante commestibili e a qualunque altra cosa pertinente al fine perseguito sarà più importante degli altri. E il resto del gruppo SE ci tiene a sopravvivere (“obiettivo”) farà bene, nel suo proprio interesse, a dargli retta (obbedirgli).

non sarebe meglio che insegnasse ad altri e poi collaborare senza usare "obbedirgli "
Ecco l'esempio della frammentazione delle competenze,la settorializzazione ed invenzione delle gerarchie primordiali riassumibili sotto la voce gelosia "professionale"
Citazione:
Cooperazione + gerarchia = palazzo. Se ci interessa un palazzo (obiettivo complesso), ci serve la gerarchia.
il palazzo è necessario al potere per vari scopi (urbanizzazione,raggruppamenti di ceti etc)
Citazione:
cooperazione - gerarchia = casetta? Forse.
fine più utilitaristico e senza speculazioni ,infatti è difficile che crollino
Citazione:
Comunque, Fiammifero, ovviamente, rispetto a certi obiettivi, che “Siamo tutti utili e nessuno è indispensabile” è semplicemente falso. Ad esempio, se su un piccolo aereo da turismo l’unico pilota muore d’infarto, vedi poi gli altri a bordo come sono utili.

certamente a creare panico visto che non sanno pilotare
_________________
Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 27/4/2007 21:26
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#482
Mi sento vacillare
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PikeBishop
Citazione:
Ti ho appena dimostrato - nella pratica,

In UNA pratica, Pike, in UNA pratica. La tua. Perdonami se non ti assumo a summa universale dell’esperienza umana.

Si parlava di EGO ipertrofico, nevvero?

Citazione:
...il peggiore dei mondi possibili...la lotta, lo sfruttamento e tutte le forze disgregatrici... squassano il mondo…

Mi fai venire un’ansia, Pike!

Citazione:
Tu non ti rendi conto di quello che leggi e come al solito sei offensivo: non che sia una sorpresa, l'unico scopo tuo per scrivere su questo sito e' offendere e piantare casino.

Poi, con calma, mi metto a contare i tuoi post in cui sono dovuti intervenire i moderatori, va bene, campione del “savoir faire”?

Citazione:
solo perche' si e' pecoroni

Che stile! Che classe!! Che argomenti!!!
E l’offensività è sempre e solo quella degli altri.
Pike è sempre innocente, poverino.

Citazione:
una struttura sociale che non mette alla pari il bene del singolo individuo con quello della comunita' e semplicemente un abominio.

Si da il caso, caro Pike, che talvolta i casi della vita creino situazioni in cui il bene della comunità e del singolo siano in contrasto, che ti piaccia o meno. Quello che dici tu è di una superficialità degna dello slogan che é.

Citazione:
e chi ti ha chiesto un parere?

E’ gratis, Pike, non ti preoccupare. Tutto gratis.

Citazione:
E' inutile che ci sottoponga le frasi dei tuoi numi ispiratori, li conosciamo gia'.

Frasona ad effettone. Da brivido. Shakespeare era un poveraccio, al confronto.


Prealbe
Inviato il: 27/4/2007 21:35
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  •  NERONE
      NERONE
Re: Il rifiuto dell’autorità
#483
Mi sento vacillare
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il problema NON E’ la gerarchia ma qualcos’altro

e considerato che


2) Ho ragione quando dico che c’è un pregiudizio culturale in merito

e considerato che

Non credo proprio che si possa prescindere da qualcosa che è parte costitutiva di uno dei fattori (l’uomo) del problema.

ritengo che il problema non sia la gerarchia , non sia il potere di gestirla attraverso le regole. ma piuttosto la

giustizia

di chi è Responsabile .
Inviato il: 27/4/2007 21:41
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#484
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Ma cosa succede all'uomo sedotto dal potere e che si sente "intoccabile", semplicemente non ascolta, non dà retta a chi considera inferiore, perchè è già corrotto.

Se fosse solo cosi' non sarebbe malaccio: basterebbe che non si sviluppasse la sindrome del superuomo in chi e' al comando e zacchete Prealbe sarebbe riuscito ad instaurare la sua societa' di illuminati al timone.

E' molto peggio.

Il fatto e' che il subalterno non parla e quando parla non dice la verita', perche' se dice la verita' e' in un mare di guai.
Se e' troppo sveglio sara' visto come un competitore ed isolato o discriminato, se non lo e' abbastanza verra' ignorato dopo la prima cazzata e discriminato, se critica spesso (a ragione) verra' classificato come rompicoglioni e discriminato.
E' chiaro come mai tutti i capi e capetti finiscono circondati da leccaculo: non esiste in realta' altra possibilita' e lo sidice non in base a fumose teorie sulla natura umana che lasciano il tempo che trovano, ma bensi' in base alla logica - leggere Parkinson's Law, per esempio, se non si hanno abbastanza esperienze di prima mano (vedrai, prealbe, quando comincerai a lavorare.....).

In una struttura gerarchica, percio' le comunicazioni sono sempre interrotte in ambo le direzioni, e si finisce per avere conflittualita', gente che rema contro e capi convinti di avere sempre a che fare con delinquenti idrocefali e traditori dei quali non potra' percio' curarsi di meno.
Citazione:
Mica si sta parlando dell’Imperatore dell’Universo, che diamine. Se io parlo di “gerarchia” e quello che viene recepito è “Imperatore dell’Universo”, allora:
1) Si capisce perché Pike un post si e l’altro pure parla di “flames”
2) Ho ragione quando dico che c’è un pregiudizio culturale in merito
3) Bisogna rilassarsi e riallineare i dizionari

Stai effettivamente parlando dell'Imperatore dell'Universo, e' dall'inizio che ti moccolo contro e non l'hai ancora capito: l'Imperatore dell'Universo e' esattamente al termine del tuo percorso logico.
Ora capisci anche perche' la prendo come la prendo: non c'e' un pregiudizio culturale, c'e' un pregiudizio dettato dal fatto che si sa fin troppo bene, praticamente, dove si va a finire, e sebbene il riallineamento dei dizionari sia d'obbligo - ma se continui a dare del deficiente ai tuoi interlocutori 7 volte per ogni intervento dicendo che non capisci, sara' dura - non ci si puo' rilassare con qualcuno che arriva e ci ripropina la merda che ci ha soffocati per tutta la vita "perche' ci ha meditato tanto" come una cosa ottima e risolutiva.
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Inviato il: 27/4/2007 21:41
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#485
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Si da il caso, caro Pike, che talvolta i casi della vita creino situazioni in cui il bene della comunità e del singolo siano in contrasto, che ti piaccia o meno. Quello che dici tu è di una superficialità degna dello slogan che é.

Talvolta? Casi della vita?
Stai parlando di qualcosa da usarsi in maniera episodica e circonstanziata ad alcuni casi precisi?
Ma nemmeno per sogno, siccome shit happens, stiamo in mezzo alla merda, cosi' non ci alteriamo quando i gabbiani dovessero cagarci sul berretto!

Stupendo: eri tu che parlavi di quel tale che per far dispetto alla moglie.....

PS
Citazione:
Pike è sempre innocente, poverino.

Sai qual'e' la differenza? Che io oltre che rispondere alle tue offese con le rime, rispondo anche controbattendo pertinentemente al discorso: tu lanci slogan e insulti, ma dopo 400 posts non hai portato niente in aggiunta al tuo primo post, solo considerazioni personali sulla pochezza del resto del mondo.
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Inviato il: 27/4/2007 21:46
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  •  NERONE
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#486
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ma dopo 400 posts non hai portato niente in aggiunta al tuo primo post, solo considerazioni personali sulla pochezza del resto del mondo.

credo abbia portato un contributo culturale non da poco , poi, che le sue tesi siano condivisibili o no è normale che sia. Per fortuna non la pensiamo tutti allo stesso modo.
Che questo 3D abbia quasi 500 commenti sta a significare che non sta parlando di "aria fritta" perche' se cosi' fosse, ci sarebbero degli intervenuti alle osservazioni di prealbe che si dilettano di "aria fritta" o quanto meno si dimostrano ricercatori instancabili di "aria fritta" ( e includo me cosi' evito il rimando).
Il 3D lo ha aperto prealbe, ogni intervenuto ha portato dei contributi, a favore o contro le tesi di prealbe, se dopo 400 post qualcuno si accorge che questo 3D non ha apportato nessun contributo.....credo che perseverare sia diabolico
Inviato il: 27/4/2007 22:08
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#487
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Fiammifero
Citazione:
non sarebbe meglio che insegnasse ad altri e poi collaborare senza usare "obbedirgli"

Non sarebbe meglio che non avessero naufragato, ‘sti imbecilli?
Fiammifero, il meglio (un po’ come il peggio) può anche non avere fine.
Però potrebbero esserci almeno tre problemi (ma probabilmente assai di più) a realizzare “il meglio”:
1) Potrebbe, almeno per un certo tempo, non esserci tempo di trasmettere le conoscenze (non credo che in caso di naufragio la prima priorità sia mettersi a fare corsi di riqualificazione per naufraghi meno competenti; magari la seconda o la terza, ok? )
2) Non è detto che ogni membro del gruppo abbia le capacità (o attitudine) di imparare tutto
3) Non è detto che voglia imparare (ebbene, si, esistono anche persone illogiche a questo mondo; o le incontro solo io? )

Citazione:
Ecco l'esempio della frammentazione delle competenze,la settorializzazione ed invenzione delle gerarchie primordiali riassumibili sotto la voce gelosia "professionale"

Insomma, la presunzione di malafede da parte di tutti è obbligatoria, neh? Thomas Hobbes era uno smodato ottimista, un allegrone, al confronto.

Citazione:
il palazzo è necessario al potere per vari scopi (urbanizzazione,raggruppamenti di ceti etc)

Capito! Solo villette singole, nel mondo perfetto!

Citazione:
fine più utilitaristico e senza speculazioni ,infatti è difficile che crollino

certamente a creare panico visto che non sanno pilotare

Fiammifero, ti do atto della simpatia , ma stai svicolando alla grande.


Prealbe
Inviato il: 27/4/2007 23:06
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#488
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Citazione:

NERONE ha scritto:
ma dopo 400 posts non hai portato niente in aggiunta al tuo primo post, solo considerazioni personali sulla pochezza del resto del mondo.

credo abbia portato un contributo culturale non da poco , poi, che le sue tesi siano condivisibili o no è normale che sia. Per fortuna non la pensiamo tutti allo stesso modo.
Che questo 3D abbia quasi 500 commenti sta a significare che non sta parlando di "aria fritta" perche' se cosi' fosse, ci sarebbero degli intervenuti alle osservazioni di prealbe che si dilettano di "aria fritta" o quanto meno si dimostrano ricercatori instancabili di "aria fritta" ( e includo me cosi' evito il rimando).
Il 3D lo ha aperto prealbe, ogni intervenuto ha portato dei contributi, a favore o contro le tesi di prealbe, se dopo 400 post qualcuno si accorge che questo 3D non ha apportato nessun contributo.....credo che perseverare sia diabolico


NERONE, non infierire con Pike; credo stia già soffrendo abbastanza di suo per la lunghezza e longevità di questo 3D.

Sulla qualità dei miei interventi, non c'é bisogno di dirlo, non sta a me pronunciarmi; sarebbe quantomeno inelegante.


Prealbe
Inviato il: 27/4/2007 23:11
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  •  NERONE
      NERONE
Re: Il rifiuto dell’autorità
#489
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Sulla qualità dei miei interventi, non c'é bisogno di dirlo, non sta a me pronunciarmi; sarebbe quantomeno inelegante.

spudoratamente immodesto
Inviato il: 27/4/2007 23:17
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#490
Sono certo di non sapere
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Almeno 200 su 400 sono di un ammiratore cosi' incredibilmente acriticamente e supinamente innamorato che al posto di Prealbe comincerei a preoccuparmi seriamente, almeno che non abbia tendenze promiscue.
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  •  bifidus
      bifidus
Re: Il rifiuto dell’autorità
#491
Ho qualche dubbio
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In un sito come LC, in cui si punta quotidianamente il dito verso le varie "gerarchie", ritengo questo thread di fondamentale importanza. Confrontarsi sul tema è estremamente stimolante. Bene ha fatto dunque prealbe a proporre l' argomento e bene ha fatto nel corso della discussione a sottolineare la mancanza di logica in molti degli interventi che cercavano di contrapporsi alle sue osservazioni. Tutt' altro che "piantare casino" insomma.

Cercherò di usare un linguaggio semplice e livellato verso il basso, nel tentativo di non rendere "difficili" concetti "semplicissimi", di modo che nessuno abbia modo di lamentarsi di finezze linguistiche fini a sè stesse .

Venendo al tema:
Per chi sostiene che la gerarchia non possa essere cooperativa, vorrei portare l' esempio di una orchestra sinfonica: i musicisti collaborano con il direttore pur "ubbidendo" al suo gesto. Lo scopo è univoco: creare musica. Senza dimenticare poi, che nella struttura gerarchica (piramidale) di una orchestra c'è anche un "primo violino", il cosiddetto konzertmeister che, oltre ad essere responsabile della compattezza (unità di intenti) della propria fila, si cura di "concertare" con le "prime parti" degli altri strumenti, altresi' "asimmetricamente" relazionate alle relative file.
Gerarchia indiscutibilmente cooperativa quindi. E non si dica che "l' eccezione conferma la regola".

Prealbe:
Penso che l' "elemento fin' ora mancante" ora non lo sia più. Con "l' occasione fa l'uomo ladro" (in altri termini espresso da altri) purtroppo si è fatto presente che quandanche la tendenza alla gerarchia fosse insita nell' uomo, (usando la tua stessa argomentazione) nel corso della sua storia l' uomo stesso non è mai riuscito ad andare oltre il suo "ego ipertrofico" una volta giunto al vertice della piramide. Per cui, quando cosi' ti poni rispetto alla "relazione asimmetrica":
Citazione:
"E’ senz’altro uno strumento potente, e quindi pericoloso. Va utilizzato con criterio e attenzione. Va controllato, non buttato via. "

... mi vien da risponderti con le tue stesse parole di qualche post addietro: "...è una astrazione? Una utopia? Ehm, una cazzata?"
"It doesn't matter how beautiful your theory is, it doesn't matter how smart you are. If it doesn't agree with experiment, it's wrong." (Richard Feynman) (Te lo traduco in PM se veramente ne hai bisogno )

OT:
Citazione:
"Il fatto e' che il subalterno non parla e quando parla non dice la verita', perche' se dice la verita' e' in un mare di guai.
Se e' troppo sveglio sara' visto come un competitore ed isolato o discriminato, se non lo e' abbastanza verra' ignorato dopo la prima cazzata e discriminato, se critica spesso (a ragione) verra' classificato come rompicoglioni e discriminato.
E' chiaro come mai tutti i capi e capetti finiscono circondati da leccaculo..."

Vorrei sottolineare i concetti espressi da Pike con tutta la rude forza delle sue parole e osservare quanto perfettamente siano riportabili in questo meraviglioso microcosmo che è Luogocomune, in cui spesso si ha dimostrazione inconfutabile di quanto "gerarchia" ed "ego ipertrofico" vadano di pari passo.
Saluti.
Inviato il: 27/4/2007 23:39
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#492
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Cercherò di usare un linguaggio semplice e livellato verso il basso, nel tentativo di non rendere "difficili" concetti "semplicissimi", di modo che nessuno abbia modo di lamentarsi di finezze linguistiche fini a sè stesse

Avremmo potuto stupirvi con effetti speciali ma non ce li avevamo.
Citazione:
E non si dica che "l' eccezione conferma la regola".

Giammai. E' l'eccezione che conferma la regola.
Citazione:
quandanche la tendenza alla gerarchia fosse insita nell' uomo, (usando la tua stessa argomentazione) nel corso della sua storia l' uomo stesso non è mai riuscito ad andare oltre il suo "ego ipertrofico" una volta giunto al vertice della piramide. Per cui, quando cosi' ti poni rispetto alla "relazione asimmetrica":

E' bello sapere che quando scrivi ci saranno molti che non potranno leggerle per una sorta di vista selettiva: vedi anche l'impossibilita' di comunicazione delle strutture gerarchiche, mo, passame Ringhio....
Citazione:
Vorrei sottolineare i concetti espressi da Pike con tutta la rude forza delle sue parole

Stai cercando di dire che non sono checca? Grazie, obrigado.
Citazione:
e osservare quanto perfettamente siano riportabili in questo meraviglioso microcosmo che è Luogocomune, in cui spesso si ha dimostrazione inconfutabile di quanto "gerarchia" ed "ego ipertrofico" vadano di pari passo.

Cioe' ho ragione e qualcun altro ci ha l'ego ipertrofico per via del tappo proverbiale da togliere per evitare svolazzamenti dirigibileschi? Lo sapevo .
O magari intendeva l'opposto? Boh!
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Inviato il: 27/4/2007 23:56
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  •  NERONE
      NERONE
Re: Il rifiuto dell’autorità
#493
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tu lanci slogan e insulti, ma dopo 400 posts non hai portato niente in aggiunta al tuo primo post, solo considerazioni personali sulla pochezza del resto del mondo

Almeno 200 su 400 sono di un ammiratore cosi' incredibilmente acriticamente e supinamente innamorato che al posto di Prealbe comincerei a preoccuparmi seriamente, almeno che non abbia tendenze promiscue.

Avremmo potuto stupirvi con effetti speciali ma non ce li avevamo.


mo, passame Ringhio....

Stai cercando di dire che non sono checca? Grazie, obrigado.


per via del tappo proverbiale da togliere per evitare svolazzamenti dirigibileschi?

------------------


Quando si dice ...valore aggiunto....


contributo aggiunto

Una traccia: vai a lavare i panni nel Po.
Inviato il: 28/4/2007 0:02
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#494
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Ciao, Bifidus.

Abbi pazienza, ti rispondo domani.

Chiedo cortesemente a te e a NERONE di non farvi portare in giro da mister Simpatia. Davvero non ne vale la pena.

Arrivare ai 500 post mi fa piacere, ma non a qualunque prezzo.

Buonanotte.


Prealbe
Inviato il: 28/4/2007 0:09
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#495
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Arrivare ai 500 post mi fa piacere,

E questo la dice lunga sulla sostanza di tutta l'operazione.
Se non si fosse comunque capito dal sorvolare come un dirigibile sui contenuti, comunque.
Citazione:
per via del tappo proverbiale da togliere per evitare svolazzamenti dirigibileschi?

Vero che non hai idea di cosa stia parlando ma copi ugualmente? Non riesci a dire proprio niente di testa tua? Scusa era una domanda tendenziosa.

Una traccia: vai a lavare i panni nel Po.
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Inviato il: 28/4/2007 0:19
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#496
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Grazie Prealbe, oggi mi hai fatto scoprire Foucault.

Penso che, qualora tu non abbia ancora approfondito il suo pensiero, possa tornare utile al tuo studio sull'autorità e sul potere.
http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_della_sessualit%C3%A0

Il tema diventa sempre più complesso e seppure Pike mi abbia, come al solito, anticipato.....penso che dovrò ancora approfondire meglio, prima di esprimere altri giudizi.

Un saluto

PS: com'è che questi grandi pensatori sono sfuggiti al mio indottrinamento scolastico?.
La domanda è retorica, si prega Pike e Linucs di non rispondere
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"Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem"
Inviato il: 28/4/2007 10:20
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#497
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Eccomi qua, Bifidus.

Bifidus
Citazione:
Penso che l' "elemento fin' ora mancante" ora non lo sia più. Con "l' occasione fa l'uomo ladro" (in altri termini espresso da altri) purtroppo si è fatto presente che quandanche la tendenza alla gerarchia fosse insita nell' uomo, (usando la tua stessa argomentazione) nel corso della sua storia l' uomo stesso non è mai riuscito ad andare oltre il suo "ego ipertrofico" una volta giunto al vertice della piramide. Per cui, quando cosi' ti poni rispetto alla "relazione asimmetrica":
Citazione:
"E’ senz’altro uno strumento potente, e quindi pericoloso. Va utilizzato con criterio e attenzione. Va controllato, non buttato via. "

... mi vien da risponderti con le tue stesse parole di qualche post addietro: "...è una astrazione? Una utopia? Ehm, una cazzata?"
"It doesn't matter how beautiful your theory is, it doesn't matter how smart you are. If it doesn't agree with experiment, it's wrong." (Richard Feynman) (Te lo traduco in PM se veramente ne hai bisogno)

Ok, Bifidus. Non ho capito una sega della parte in inglese , ma ti rispondo comunque. Magari ci azzecco lo stesso!

Dovrò necessariamente ripetermi, perché tanto le questioni sono sempre quelle.

Innanzitutto, quella della gerarchia non è una “beautiful theory” ma una (bella o brutta) realtà. Aggiungerei, per la felicità di molti astanti, l’unica realtà finora manifestatasi nei contesti sociali umani. E ciò, mi secca insistere, non lascia spazio a interpretazioni alternative a considerarla connaturata all’uomo. Finora nessuno ha portato alcuna argomentazione significativa in contrasto, che io sia “smart” o meno.

Quindi, anche se io l’ho definita “strumento”, non si tratta esattamente di un arnese che si può decidere di usare o meno; bisogna ineludibilmente farci i conti, come con la socialità, l’affettività, la sessualità e tante altre cose che, volenti o nolenti, ci portiamo dentro. Semmai, come questi ultimi, può essere gestita. Altra strada non c’è, e le fantasticherie tipo l’anarchia - ma anche altro - sono semplicemente un balocco intellettuale che, per di più, si é anche finora risparmiato (prudentemente) la fase dell’experiment; e siccome “Chi non fa, non falla.”, si è ancora noiosamente costretti a dibatterne come possibilità.

Ritengo tra l’altro che l’affermazione “nel corso della sua storia l' uomo stesso non è mai riuscito ad andare oltre il suo "ego ipertrofico" una volta giunto al vertice della piramide.” (a parte che l’ego ipertrofico si riferiva ad altro ) sia all’ingrosso e non esatta. In tempi storici ci sono stati un’infinità di contesti sociali - inevitabilmente gerarchici, come dicevo - certamente molto distanti dagli apocalittici tratti con cui in questo 3D si stanno dipingendo le organizzazioni gerarchiche, e molti “capi” di tali ambiti non sono stati certo classificati storicamente come pazzi maniaci; la tua frase continua secondo me a testimoniare l’attuale insofferenza verso l’autorità di cui ho detto.

Per concludere: no, l’elemento mancante non era quello, ché anzi in forma esplicita o sottintesa in questo 3D è un “must”.


Prealbe


P.S. Insisto nell’invito ad ignorare fermamente gli eventuali disturbatori, per quanto molesti.
Inviato il: 28/4/2007 17:35
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  •  arturo
      arturo
Re: Il rifiuto dell’autorità
#498
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Carissimo Prealbe

escludendo che l’ elemento mancante a cui ti riferisci sia L’ETICA - poichè il suo inserimento in questa discussione, visto lo svolgimento della stessa, sarebbe a dir poco ingestibile e deflagrante – potresti gentilmente, darmi “un aiutino” ( come dicono le persone acculturate e”ciovili “) perchè da solo non ci arrivo ?
Grazie
Inviato il: 28/4/2007 19:27
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  •  NERONE
      NERONE
Re: Il rifiuto dell’autorità
#499
Mi sento vacillare
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l’elemento mancante non era quello, ché anzi in forma esplicita o sottintesa in questo 3D è un “must”


se è un "must" non puo' che essere che l'autorevolezza della leaderschip

Inviato il: 28/4/2007 21:24
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#500
Sono certo di non sapere
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Non ho capito una sega della parte in inglese , ma ti rispondo comunque. Magari ci azzecco lo stesso!

Ecco, questo e' il punto: non capisci una fava d'inglese, non sai il francese, non hai mai letto Focault, non hai mai lavorato ai gradini bassi di una struttura gerarchica, non hai mai lavorato ai vertici di una struttura gerarchica (magari non hai mai lavorato del tutto), non conosci la storia del pensiero e della prassi anarchica, non conosci la storia medievale, non sai niente dell'etnologia, non leggi i post di quelli che ti stanno antipatici (quelli che non la pensano come te) non ritieni valide le esperienze altrui (e non si capisce perche' le tue esperienze o teorie dopo "averci pensato molto" debbano essere piu' valide), non dimostri neanche di conoscere gli ispiratori delle tue tesi sulla natura umana, pero' magari ci azzecchi lo stesso.

Oltre a cio', non hai neanche provato a cominciare a leggere altri forum su argomenti analoghi, come ad esempio quello lunghissimo sull'anarchia.

Come si fa a prenderti sul serio?

E nonostante cio' fai pure il furbo, con "l'elemento mancante" e ripetendo per centinaia di volte la stessa cosa.

Quando poi qualcuno, come il buon Timor introduce qualcosa di veramente nuovo, non rispondi, ma invece tieni serrate le fila dei tuoi "prodi" invitandoli a ignorare i disturbatori: volete parlare solo in tre? Si?

Ci riuscirete certamente.

Ma a questo punto: tra tutti i luoghi virtuali da impiastrare, perche' siete venuti proprio qui? Non vedo una sola ragione, brigadiere, tranne che questo posto e' totalmente inviso a certa gente che, spinta da altri, viene qui a sputare per terra e a fumarsi tutte le sigarette lasciate nel portasigarette al centrotavola, insultando gli altri avventori.

Dite a chi vi manda che sappiamo di lui.
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Inviato il: 28/4/2007 22:33
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  •  prealbe
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#501
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Carissimo Prealbe

escludendo che l’ elemento mancante a cui ti riferisci sia L’ETICA - poichè il suo inserimento in questa discussione, visto lo svolgimento della stessa, sarebbe a dir poco ingestibile e deflagrante – potresti gentilmente, darmi “un aiutino” ( come dicono le persone acculturate e”ciovili “) perchè da solo non ci arrivo ?
Grazie


Salve, Arturo.

Effettivamente, visto il livello emotivo che circola (che mi lascia davvero, sinceramente assai perplesso ; colgo sintomi di un disagio psicologico assolutamente sproporzionato al contesto, con qualche sprazzo di preoccupante scollamento dalla realtà; io suggerisco seriamente ad ognuno un bel respiro profondo e di recuperare il senso delle misura della situazione, che è uno scambio di idee su un forum, non la battaglia finale del “Signore degli Anelli”; relax, please) non credo sia il caso di introdurre altre “parole detonatore”, quindi evitiamo accuratamente la parola che dicevi tu.

Cercherò dunque di introdurre indirettamente il concetto cui mi riferisco, ma, visto l’orario, non adesso; temo mi mancherebbero sia la lucidità sia la misura stilistica . Ma ci lavorerò sopra, promesso.

Per adesso, buonanotte a tutti nessuno escluso. E, per favore, se possibile cerchiamo di tranquillizzarci un po’.


Prealbe
Inviato il: 29/4/2007 1:20
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  •  bifidus
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#502
Ho qualche dubbio
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prealbe:
Citazione:
"Ok, Bifidus. Non ho capito una sega della parte in inglese"

Figurati: non l' ho capita neanche io! Ho solo fatto copia/incolla di una frase a caso, che probabilmente nulla c' entra, ma cercavo di giocare sulla tua ostentata ignoranza della lingua
Nonostante ciò...
Citazione:
"Innanzitutto, quella della gerarchia non è una “beautiful theory” ma una (bella o brutta) realtà."

Se è la pura realtà (dato "oggettivo", ma ora non filosofeggiare sul termine), come potrebbe essere "YOUR THEORY" (che è quindi soggettivo)? Considerato ciò, mi sembra evidente che io non contestassi la REALTA' della gerarchia, ma qualcosa d' altro. Che è TUO. E ciò che è TUO sta qui:
Citazione:
"E così dovrebbe fare una società di uomini: esprimere una scala di valori, e su tale base relazionarsi con i propri membri, dirigendo, decidendo, interferendo, premiando e punendo"

E qui:
Citazione:
"Certo, è rischioso, difficilissimo, come no; ma credo che fare diversamente porterebbe solo a disumani limbi sociali, asettici laboratori sociologici a cielo aperto. Rimedi assai peggiori del male."

This is your theory! Questa TUA teoria, per via della mia velocissima considerazioni fatta (che in seguito "aggiornerò"), mi sembra una poco "beautiful theory", nonostante tu sia innegabilmente "smart".
Riconsidera quindi in base a questo la citazione fatta in inglese. (Sono sempre disponibile a tradurtela in privato, perchè temo a questo punto che l' ignoranza dell' inglese sia tutt' altro che solo affettata .) E prenditi pure tutto il tempo che vuoi prima di rispondere le prossime volte, soppesando ogni virgola. Nel dubbio: chiedi! .
A proposito di indovinelli:
Citazione:
"Per concludere: no, l’elemento mancante non era quello"

Insisto: è proprio quello. Nel senso che nella TUA teoria, è proprio questo aspetto connaturato (temo nuova "battaglia" sul termine) all' uomo che sembra tu voglia ignorare a tutti i costi. Se poi disponi di ulteriori MUST da inserire in questo contesto, passati i 500 post, mi sembra che i tempi siano maturi. Tu che dici?
Tornando a noi:
Citazione:
"Ritengo tra l’altro che l’affermazione “nel corso della sua storia l' uomo stesso non è mai riuscito ad andare oltre il suo "ego ipertrofico" una volta giunto al vertice della piramide.” ... sia all’ingrosso e non esatta."

Non mi hai deluso ! Ho con coscienza formulato la frase in questo modo: all' ingrosso. Ti contesto il "non esatta" però:"nel corso della sua storia" mi sembra che indichi ESATTAMENTE l' arco temporale che va da Adamo ai giorni nostri ! Mi aspettavo comunque, oltre alla bacchettata (puntualmente arrivata) per una esternazione tanto "imprudente" da apparire sciocca, una vigorosa e precisa smentita, con esatta indicazione di tempi e modi in cui l' uomo è riuscito ad elevarsi spiritualmente talmente tanto da aborrire la prevaricazione su un suo simile gerarchicamente "inferiore". Invece:
Citazione:
"In tempi storici ci sono stati un’infinità di contesti sociali - inevitabilmente gerarchici, come dicevo - certamente molto distanti dagli apocalittici tratti con cui in questo 3D si stanno dipingendo le organizzazioni gerarchiche, e molti “capi” di tali ambiti non sono stati certo classificati storicamente come pazzi maniaci"

Permettimi il facile "pan per focaccia" ma: mi pare una risposta un pò... all' ingrosso. (E qui un pò mi hai deluso, ma so che ti rifarai! )
Ti concedo il beneficio di un "aiutino": ricordiamoci che stiamo parlando di UOMINI, non dell' Imperatore dell' Universo . Per cui, oltre alla figura di rilevanza storica che vorrai citare, tieni presente che sotto di esso ci saranno stati "capetti" (che qualcuno qui non ha esitato a definire "leccaculo" del "capo"). E ancora altri "capetti" sotto questi (con relativo corteo a seguito di lecchini). Il punto a cui voglio arrivare (con scienza evitando "gli effetti speciali"): l' elevazione "spirituale" che vorrai indicare, per essere un esempio credibile, dovrebbe essere stata "di massa". Impresa alquanto ardua in base alla mia personalissima esperienza del mondo, in cui osservo che basta indossare una "divisa", essere un capoufficio o un miserrimo moderatore di forum per cedere alla tentazione di "manganellare" a sproposito (non mancando mai nel contempo di "leccare" al proprio "capetto"), con buona pace della "gerarchia cooperativa". Per inciso: tutti coloro che in qualche modo approfittano della propria superiorità gerarchica sono da classificare come "pazzi maniaci" oppure corrono un rischio perfettamente "umano" al quale "soccombono"?
Citazione:
"...(a parte che l’ego ipertrofico si riferiva ad altro )"

Perdona la mia suscettibilità, ma questa è da ammonizione (nonostante l' occhiolino).

Pikebishop:
Citazione:
"tieni serrate le fila dei tuoi "prodi" invitandoli a ignorare i disturbatori"

"Prodi" a chi? "Fila" a chi?
In base a quale "scala di valori" hai deciso che prealbe è al vertice di una qualsivoglia struttura piramidale (implicitamente affermando che io gli sia inferiore e pertanto subordinato)? E poi anche se fosse: il thread è "Il rifiuto dell' autorità" e non è proprio un caso che io sia qui !

prealbe:
Citazione:
"visto l’orario, non adesso; temo mi mancherebbero sia la lucidità sia la misura stilistica "

"Un bel respiro profondo" e cerca di "recuperare il senso della misura" anche tu: in fin dei conti questo è solo "uno scambio di idee su un forum". Non si tratta di scrivere un seguito alla "Critica della ragion pura", per cui ritengo che la "misura stilistica" possa anche passare in secondo piano (certo però che se si rischia di sentirti parlare di "seghe" in ogni frase, è bene che tu perseveri nel cercare di darti un contegno !). La lucidità invece cerca di mantenerla
Inviato il: 29/4/2007 5:37
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#503
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In base a quale "scala di valori" hai deciso che prealbe è al vertice di una qualsivoglia struttura piramidale

Bifidus, non l'ho deciso.

Lo ha deciso lui, infatti divulga istruzioni e contrordini, principalmente al tale che usa la tastiera quasi unicamente per lodarlo indiscriminatamente e quell'altro che gli chiede umilmente lumi.
In se stesso e' l'abbozzo classico della piramide: uno che si crede vertice e altri due che glielo fanno credere: naturalmene il proseguo classico che Mr Parkinson prospettava e' che solo uno, quello meno arguto, quindi meno minaccioso per chi voglia restare in cima, verra' favorito e mai redarguito. Va da se che gli altri due si trattengono a dire tutto quel che pensano, per paura di essere scaricati dalla piramide improvvisata: il non essere sinceri, in un mondo dove e' la regola, gli da inoltre un senso di familiarita' e protezione che la' fuori (negli altri 3d)nella foresta, esposti alla feroce "claque" di quelli che mai se la mandano a dire, li trova spiazzati.

Quindi nota anche, da una parte l'invito a prendere il thread per quello che e', una chiacchera (ma qui le chiacchere sono importanti) e dall'altra l'impegno spasmodico a produrre qualcosa che non lo faccia sfigurare e lo mantenga al vertice dei tre spigoli ("l'ora tarda", come break nell'attesa di produrre qualcosa che sia all'altezza del personaggio fittizio).

Ci sentiamo.
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Inviato il: 29/4/2007 8:02
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#504
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A proposito delle GRANDI LEGGI.

Sfruttate anche i links della pagina.

http://gandalf.it/offline/off41.htm
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"Il vero Big Bang è la nascita di una coscienza"

"Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem"
Inviato il: 29/4/2007 8:56
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#505
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Citazione:
prealbe:Citazione:
"Ok, Bifidus. Non ho capito una sega della parte in inglese"

Figurati: non l' ho capita neanche io! Ho solo fatto copia/incolla di una frase a caso, che probabilmente nulla c' entra, ma cercavo di giocare sulla tua ostentata ignoranza della lingua
Nonostante ciò...
Citazione:
"Innanzitutto, quella della gerarchia non è una “beautiful theory” ma una (bella o brutta) realtà."

Se è la pura realtà (dato "oggettivo", ma ora non filosofeggiare sul termine), come potrebbe essere "YOUR THEORY" (che è quindi soggettivo)?

IO dico che è un dato oggettivo; molti sono invece esattamente convinti che sia una mia bislacca teoria. Da qui il malinteso.

Citazione:
Considerato ciò, mi sembra evidente

Ora si.

Citazione:
che io non contestassi la REALTA' della gerarchia, ma qualcosa d' altro. Che è TUO. E ciò che è TUO sta qui:
Citazione:
"E così dovrebbe fare una società di uomini: esprimere una scala di valori, e su tale base relazionarsi con i propri membri, dirigendo, decidendo, interferendo, premiando e punendo"

E qui:
Citazione:
"Certo, è rischioso, difficilissimo, come no; ma credo che fare diversamente porterebbe solo a disumani limbi sociali, asettici laboratori sociologici a cielo aperto. Rimedi assai peggiori del male."

This is your theory! Questa TUA teoria, per via della mia velocissima considerazioni fatta (che in seguito "aggiornerò"), mi sembra una poco "beautiful theory", nonostante tu sia innegabilmente "smart".

Troppo buono.

Citazione:
Riconsidera quindi in base a questo la citazione fatta in inglese. (Sono sempre disponibile a tradurtela in privato, perchè temo a questo punto che l' ignoranza dell' inglese sia tutt' altro che solo affettata .)

TROPPO cattivo.

Citazione:
E prenditi pure tutto il tempo che vuoi prima di rispondere le prossime volte, soppesando ogni virgola. Nel dubbio: chiedi! .

Senz’altro. Sarà mia cura.

Citazione:
A proposito di indovinelli:
Citazione:
"Per concludere: no, l’elemento mancante non era quello"

Insisto: è proprio quello. Nel senso che nella TUA teoria, è proprio questo aspetto connaturato (temo nuova "battaglia" sul termine) all' uomo che sembra tu voglia ignorare a tutti i costi.

Manco per niente. Anzi, manco per niente.

Citazione:
Se poi disponi di ulteriori MUST da inserire in questo contesto, passati i 500 post, mi sembra che i tempi siano maturi. Tu che dici?

Io dico ancora di no, per il momento. Sorry.

Citazione:
Tornando a noi:
Citazione:
"Ritengo tra l’altro che l’affermazione “nel corso della sua storia l' uomo stesso non è mai riuscito ad andare oltre il suo "ego ipertrofico" una volta giunto al vertice della piramide.” ... sia all’ingrosso e non esatta."

Non mi hai deluso !

E meno male che, ogni tanto, qualcuno non lo deludo.

Citazione:
Ho con coscienza formulato la frase in questo modo: all' ingrosso. Ti contesto il "non esatta" però:"nel corso della sua storia" mi sembra che indichi ESATTAMENTE l' arco temporale che va da Adamo ai giorni nostri !

Mmmmhhh...

Citazione:
Mi aspettavo comunque, oltre alla bacchettata (puntualmente arrivata) per una esternazione tanto "imprudente" da apparire sciocca, una vigorosa e precisa smentita, con esatta indicazione di tempi e modi in cui l' uomo è riuscito ad elevarsi spiritualmente talmente tanto da aborrire la prevaricazione su un suo simile gerarchicamente "inferiore".

Stiamo sempre parlando dell’umanità, non del fatato mondo di Walt Disney, vero? No, perché della prevaricazione tra uomini non credo sia prevista la dismissione a breve (e neanche a lungo) termine. Non è lì la questione; semmai nella misura e nella ricorrenza del fenomeno.

Citazione:
Invece:
Citazione:
"In tempi storici ci sono stati un’infinità di contesti sociali - inevitabilmente gerarchici, come dicevo - certamente molto distanti dagli apocalittici tratti con cui in questo 3D si stanno dipingendo le organizzazioni gerarchiche, e molti “capi” di tali ambiti non sono stati certo classificati storicamente come pazzi maniaci"

Permettimi il facile "pan per focaccia" ma: mi pare una risposta un pò... all' ingrosso. (E qui un pò mi hai deluso, ma so che ti rifarai! )

Non parlare a me di delusioni in questo 3D, ché se no mi metto a singhiozzare e non sta bene.

Citazione:
Ti concedo il beneficio di un "aiutino":

Merci! (e anche “Foucault.”, “Paris” e “Oui! Je suis Catherine Deneuve.”, tanto per soddisfare lo spirito poliglotta del 3D.)

Citazione:
ricordiamoci che stiamo parlando di UOMINI, non dell' Imperatore dell' Universo .

Va bene, ma poiché avevi detto:
Citazione:
una volta giunto al vertice della piramide.

mi è venuto da guardare in alto.

Citazione:
Per cui, oltre alla figura di rilevanza storica che vorrai citare, tieni presente che sotto di esso ci saranno stati "capetti" (che qualcuno qui non ha esitato a definire "leccaculo" del "capo"). E ancora altri "capetti" sotto questi (con relativo corteo a seguito di lecchini).

Parlare con scontatezza assoluta di “capetti”, “leccaculo” e “lecchini” é pregiudizioso, ed è manifestazione sempre dello stesso rifiuto dell’autorità (e gerarchia), che assumono automaticamente attributi esclusivamente negativi. Prima o poi - forse - nella testa di qualcuno questo concetto entrerà.

Citazione:
Il punto a cui voglio arrivare (con scienza evitando "gli effetti speciali"): l' elevazione "spirituale" che vorrai indicare, per essere un esempio credibile, dovrebbe essere stata "di massa".

Si, certo. Ricordando al gentile pubblico che “massa” non indica la totalità degli individui.

Citazione:
Impresa alquanto ardua in base alla mia personalissima esperienza del mondo, in cui osservo che basta indossare una "divisa", essere un capoufficio o un miserrimo moderatore di forum per cedere alla tentazione di "manganellare" a sproposito (non mancando mai nel contempo di "leccare" al proprio "capetto"), con buona pace della "gerarchia cooperativa".

Si, attualmente le cose non vanno uno splendore, ma il problema continua a non essere la gerarchia, bensì il qualcos’altro di cui dicevo (e non dicevo ).

Citazione:
Per inciso: tutti coloro che in qualche modo approfittano della propria superiorità gerarchica sono da classificare come "pazzi maniaci" oppure corrono un rischio perfettamente "umano" al quale "soccombono"?

La seconda che hai detto. Ma, come dicevo prima, è un problema di misura, nel complesso e in dettaglio.

Citazione:
Citazione:
"...(a parte che l’ego ipertrofico si riferiva ad altro )"

Perdona la mia suscettibilità, ma questa è da ammonizione (nonostante l' occhiolino).

Te la perdono (ho fatto una certa pratica di perdono di suscettibilità, in questo 3D ) e ti perdono anche il fraintendimento. Quando è apparsa quell’espressione tu non ti eri ancora affacciato alla discussione, quindi stai sicuro che non riguarda te. Ma soprattutto non era intesa nel senso con cui l’hai utilizzata; da qui il mio commento.

Citazione:
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"visto l’orario, non adesso; temo mi mancherebbero sia la lucidità sia la misura stilistica"

"Un bel respiro profondo" e cerca di "recuperare il senso della misura" anche tu: in fin dei conti questo è solo "uno scambio di idee su un forum". Non si tratta di scrivere un seguito alla "Critica della ragion pura", per cui ritengo che la "misura stilistica" possa anche passare in secondo piano (certo però che se si rischia di sentirti parlare di "seghe" in ogni frase, è bene che tu perseveri nel cercare di darti un contegno !). La lucidità invece cerca di mantenerla

Mah! Sai, vista la serenità d’animo e la pacatezza che circolano, io preferisco mantenere alto il mio livello di attenzione alla "misura stilistica". E anche così, come si è visto, non sempre è sufficiente...


Prealbe
Inviato il: 29/4/2007 20:46
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#506
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Sai prealbe, dopo i tuoi numerosi post, mi sono chiesto come funziona la piramide gerarchica nel mio posto di lavoro. Fatta una analisi ho visto che tutto sommato funziona bene, salvo naturalmente chi crede di meritare di piu' o chi fa il meno che puo' prendendo il massimo che c'e' (l'uomo non è perfetto). Pero' mi facevo delle domande sulla figura del mio capo che, sebbene in misura estremamente ridotta, dovrebbe rappresentare nel mio ambito , il vertice della piramide. Consideravo che non ho nessun rapporto conflittuale con il mio capo, forse dipendera' dal fatto che entrambi siamo assoggettati a precise regole di contratto, lui in un modo ed io in un altro. Ogni anno c'e' un obiettivo da raggiungere , quindi siamo tutti coinvolti in questo, chiaramente ognuno con il suo ruolo ed il suo incarico. Succede a volte che qualcuno senta che il suo ruolo gli sta "stretto" rispetto alla qualita' del lavoro che produce, ma noi, queste lamentele , le riteniamo "fisiologiche", in quanto spesso il lavoro non è propriamente la realizzazione completa di un uomo in ogni ambito sia sociale che culturale che personale, e a volte scarichiamo cosi' le nostre insoddisfazioni personali. Abbiamo avuto anche capi con i quali non c'e' stata molta collaborazione, ma spesso abbiamo poi convenuto che il ruolo che avevano era lo stesso, era la personalita' diversa. Cioe' non tutti i capi ( mi si perdoni questa definizione che non amo particolarmente, ma è giusto per intenderci) partecipano al lavoro comune per l'obiettivo, si limitano a fare i capi. In questo modo noi, i restanti lavoratori, sentiamo questa persona che ci "comanda" lontana , quasi fosse solo una firma sui documenti. Quello che è mancato a qualche capo è stata l'autorevolezza e la partecipazione . Nessuno di noi è andato in paranoia per questo, ma è evidente che in un rapporto subalterno quando manca la reciproca fiducia, il dialogo e la corresponsabilita' del lavoro da eseguire, la gerarchia "trema". Non lo so se questo rapportato in termini piu' ampi possa essere problematico quanto in un posto di lavoro.
Inviato il: 29/4/2007 22:34
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  •  bifidus
      bifidus
Re: Il rifiuto dell’autorità
#507
Ho qualche dubbio
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Lasciando da parte per un attimo le spiritosaggini e la tua "seconda pelle" (l' ironia), vorrei soffermarmi solo sulla "sostanza", in questa risposta al tuo ultimo post.
Sull' "elemento mancante":
Citazione:
"Io dico ancora di no, per il momento. Sorry."

Non condivido questo tuo modo di portare avanti (?) la discussione, ma naturalmente sei libero di operare come meglio credi. Per cui ti sarò grato se avrai la gentilezza di segnalarmi per PM quando riterrai che questo "asilo" sarà pronto per ricevere l' enunciazione in pompa magna di questo illuminante dettaglio.
Citazione:
"Va bene, ma poiché avevi detto: "una volta giunto al vertice della piramide", mi è venuto da guardare in alto."

Lo ammetto, sono stato subdolo. Era una duplice "trappola": 1) affermazione volutamente "all' ingrosso" che reclamava immediata e sonora "punzione"; 2) tentativo di incanalare la tua risposta verso l'esempio di UN qualcuno che è stato "al vertice della piramide" che non fosse stato "pazzo maniaco", per poi poterti con agio contestare che, siccome nel primo post proponi "rimedi" elevati a sistema, non si può certamente fare affidamento sulle virtù di UNA unica mente illuminata per realizzare ciò . Nel mio successivo post invece, ho preferito saltare i vari passaggi intermedi e "aiutarti" ad evitare esempi non accettabili.
Sintetizzando, di fronte a un tuo fumoso "In tempi storici ci sono stati un’infinità di contesti sociali " e a successiva mia richiesta di esempio circostanziato, ho infine ottenuto un molto tristemente realista: "...della prevaricazione tra uomini non credo sia prevista la dismissione a breve". E qui sta il grosso problema: nessun lodevole esempio storico citabile! (A proposito: qualcuno dice che nel 2012 o entro quell' anno qualcosa in questo senso accadrà. Stiamo a vedere, anche se personalmente non nutro particolari speranze )
Sui pregiudizi:
Citazione:
"Parlare con scontatezza assoluta di “capetti”, “leccaculo” e “lecchini” é pregiudizioso"

Vediamo: se una persona, con alle spalle un trauma fisico/psichico/emotivo dovuto a grave ed estesa ustione a causa di un incendio, dimostrasse di avere un qualche problema a "serenamente relazionarsi" con un accendino, affermeresti che questa ha un atteggiamento "pregiudizioso"? Io direi piuttosto che ha una "esperienza" del fuoco che fa si' che, per quanto possibile, cerchi di sottrarsi ad esso "rifiutando" un nuovo contatto. E siccome abbiamo tutti una qualche esperienza del mondo in cui l' abuso di potere si è più o meno pesantemente manifestato, c' è poco da meravigliarsi di fronte a un diffuso senso di "rifiuto dell' Autorità". Quindi, nonostante la gerarchie di per sè possano anche essere produttive e cooperative (es:orchestra), certe qualità umane fan si' che molte volte l' "autorità", per esperienza, possa essere recepita come negativa.
Non tornerò a riformulare questo mio pensiero che pensavo fosse sufficientemente chiaro sin dal mio primo intervento su questo thread, spirito poliglotta o meno (e seppur tardivamente: mi scuso per la mia "irruzione" nella discussione. Ma credimi, mi sono masticato ogni singolo intervento precedente al mio, per cui avevo piena consapevolezza del significato con cui era stato usato "ego ipertrofico". Per questo ho trovato da "ammonire" il modo "pregiudizioso" con cui supponevi la mia ignoranza in merito! )

In conclusione:
Non voglio naturalmente convincere nessuno (tanto meno te) a sposare le mie(?) idee e al di là delle discutibili posizioni SOGGETTIVE, una volta che avrai svelato il TUO arcano, prometto che ti "rivelerò" gli esatti motivi linguistici-semiologici che sono stati responsabili di tutto questo polverone alzato dal primissimo post !
Saluti
Inviato il: 30/4/2007 1:59
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#508
Mi sento vacillare
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Guarda, Bifidus, ho gradito la tua risposta.

Benché mi sia in realtà un po’ stufato di questa discussione - per certi toni più che per il livello di certi contenuti (che mi aspettavo con certezza assoluta) - proseguo e - anche per Arturo - provo a chiarire più esplicitamente (anche se gli elementi ci sono più o meno tutti da un pezzo; c’era solo da unire i puntini).


La questione complessiva è, a mio modo di vedere, di una semplicità assoluta.

L’attuale, diffusissimo (ai limiti della capillarità), rifiuto (inteso come estrema insofferenza personale) dell’autorità (e della sua “sorella” gerarchia) è fondato su una base emotiva e corrisponde né più né meno al ribellismo adolescenziale. È un atteggiamento mentale - ampiamente promosso culturalmente, tra l’altro - che cerca in un secondo momento (e naturalmente trova, visto che comunque la realtà è sempre interpretabile a piacere) una giustificazione concreta a sé stesso.

Le giustificazioni che trova sono comunque, per sorte, assai consistenti: gli attuali sistemi in cui siamo inseriti sono effettivamente profondamente spregevoli e radicalmente umilianti. Ma non in quanto gerarchici, ché nessun sistema sociale umano potrebbe non esserlo. Qui sta il sostanziale malinteso. Sono spregevoli e umilianti perché propongono un sistema di vita e di valori (si fa per dire) che é quanto di più lontano (o addirittura opposto) all’uomo e alla sua reale natura.

In questo, tuttavia, è parente di altre brillanti ideologie da tavolino che numerose si sono manifestate concretamente dal XIX secolo in poi e che brillano per la loro intelligentissima stupidità, mentre almanaccano serissime sul meccanismo sociale perfetto partendo però da un’ipotesi di uomo che purtroppo semplicemente non esiste né è mai esistito (né mai esisterà, se tanto mi da tanto) e che è, rispetto a tali concezioni, contemporaneamente molto “di meno” e molto “di più”; cioè un’altra cosa.

Infatti, se proprio dovessi indicare l’aspetto più profondamente “malato” di questi tempi, direi che consiste esattamente nella irrealistica cognizione dell’uomo che praticamente tutti (almeno a livello di massa) condividono e che, oltre a causare l’attuale disastroso corso delle cose, contemporaneamente disinnesca anche “ab ovo” la possibilità di un’opposizione significativa all’esistente, dirottando le imponenti e potenzialmente risolutive risorse intellettuali e umane che potrebbero costruire un’alternativa a sciuparsi vanamente nell’inseguimento di inafferrabili miraggi umani e sociali.

Non a caso mi inchino con tale pedissequa insistenza a qualche millennio di storia passata - che ci racconta dell’uomo e della sua natura cose del tutto diverse dagli attuali fantastici ritratti sociologici - e insisto tanto sull’arroganza intellettuale che caratterizza le teorie che pretendono invece - in nome di una indimostrata superiorità etico/razionale- di superare d’un balzo aspetti culturali che hanno invece caratterizzato la vita sociale dell’essere umano dall’alba dei tempi fino praticamente all’altrieri.

E quali aspetti culturali ritroviamo in un intervallo così lungo? Tanti e diversissimi, naturalmente. Alcuni curiosamente sembrano però essere una costante: forte e consolidato sistema di valori, struttura gerarchica del corpo sociale, rispetto per l’autorità e per le tradizioni (1), prevalenza delle istanze della comunità su quelle del singolo, religiosità.

L’uomo che ne risultava era un individuo intimamente connesso alla sua comunità da legami estremamente concreti, profondi e significativi, la cui assunzione del sistema di valori esistente, non soggiacendo di sicuro allo spirito di relativismo culturale che permea l’uomo contemporaneo, costituiva un costante e solidissimo fondamento esistenziale al suo sentire ed agire (2).

Stante dunque il forte specchiamento che la comunità offriva ai propri componenti, ognuno di essi trovava agevole riconoscersi negli altri membri (di cui, partecipando convintamente allo stesso sistema di usanze e valori, gli erano familiari motivazioni ed espressioni); poteva così agevolmente sussistere la dinamica dell’identificazione psicologica del singolo col suo prossimo (cioè il rivedere sé stesso negli altri) che, come è noto, è il meccanismo che meglio di qualunque altro favorisce un’interazione positiva tra individui (3), visto che comporta l’estensione ad altri delle stesse cure che si rivolgono a sé stessi.

Ciò mostra che la via alla costruzione di un contesto sociale capace di tutelare il più possibile i propri membri è, piuttosto che affidarsi ad astratti principi e razionali automatismi, quella di strutturarlo appoggiandosi ai meccanismi profondi di funzionamento dell’essere umano, cercando di stimolare ed incentivare quelli che lo inducono alla cura e tutela del proprio prossimo. Ma ciò comporta inevitabilmente “esprimere una scala di valori, e su tale base relazionarsi con i propri membri, dirigendo, decidendo, interferendo, premiando e punendo.”. Ogni scelta alternativa, per la sua lontananza dall’essenza umana, è destinata, per quanto ottimamente intenzionata, a produrre solo di peggio.


Prealbe


1 Mentre oggi furbescamente si fa della rottura costante, non dico con le tradizioni ma anche con i precedenti cinque minuti, il marchio e il vanto della modernità. Bisogna cambiare, se no ci si annoia, che diamine; bisogna “evolvere”, eh! Perciò, se è “nuovo”, è bello anche se è brutto.

2 Non stiamo certamente parlando della “coscienza etica” che può discendere dalla lettura scolastica del sussidiario di educazione civica o dalla fruizione saltuaria degli spot marcati “Pubblicità Progresso” ; si manifesta viceversa in questo approccio un’altra delle assolute imbecillità contemporanee: la pretesa di avere solide ed affidabili prestazioni civiche ed etiche a fronte di sistemi di valori assolutamente vacui e frammentari se non semplicemente inesistenti, confidando in un senso morale astrattamente innato nell’essere umano che dovrebbe spontaneamente agire e prevalere a prescindere dall’assenza di educazione. O, meglio, di un’educazione di segno opposto, quale quella veicolata da praticamente tutto l’apparato massmediologico.

3 In pratica l’esatto opposto di quanto avvenga oggi che, per la mancanza dei fattori descritti, si vive in un mondo di persone che ci sono sconosciute non per una mera ignoranza dei loro estremi anagrafici ma proprio perché non sappiamo nulla di loro, delle loro motivazioni e valori, del loro “mondo”; non sono “estranei”, sono “alieni” con cui identificarsi è semplicemente impossibile per mancanza di elementi comuni per noi significativi. Da qui l’atomizzazione sociale di cui parlavo nell’apertura del 3D.
E il continuo velocissimo variare di tutte le manifestazioni esteriori del vivere (dagli abiti alla musica agli stili espressivi agli oggetti d’uso quotidiano) e la coesistenza residuale di un’infinità di stili di vita non fanno altro che generare continue fratture fra le persone, che vedono diminuito ai limiti dell’inesistenza il background in comune con gli altri membri della propria comunità, ormai ridotta ad un disomogeneo agglomerato di micro-nicchie di individui ognuna con “storia” a sé. A questa tendenza già di per sé stessa perniciosa, la promozione della società multietnica ha dato l’ultimo fatale sprint. La mitica “integrazione” di cui tanto si dice in proposito è una pura assurdità per il semplice motivo che non esiste più alcun “tessuto sociale” in cui chicchessia, immigrato come indigeno, possa integrarsi.
Inviato il: 2/5/2007 21:23
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  •  NERONE
      NERONE
Re: Il rifiuto dell’autorità
#509
Mi sento vacillare
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Da
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si vive in un mondo di persone che ci sono sconosciute non per una mera ignoranza dei loro estremi anagrafici ma proprio perché non sappiamo nulla di loro, delle loro motivazioni e valori, del loro “mondo”; non sono “estranei”, sono “alieni” con cui identificarsi è semplicemente impossibile per mancanza di elementi comuni per noi significativi.


Posso condividere, anzi, condivido, ma c'è un significativo cambiamento nei rapporti interpersonali. La società che tu descrivi non contempla il "popolo mediatico". Nella società dei forum , dei blog, del web sta accadendo forse l'esasperazione di cio' che tu descrivi. Comunicazione virtuale. Non importa chi sei, l'importante che, ovunque tu sia, la pensi come me. Salvo poi, "pensarla come te" diventi per me l'unico modo di "comunicare". Allontanamento dalla realtà perchè chiede responsabilità e spesso questa responsabilità non è "pagante" anzi è avvilente, rifiuto di gerarchie e regole della realtà, ma accettazione di gerarchie e regole al limite dell'assurdo di luoghi non luoghi, di condivisione con altri del proprio "rifiuto" tutto per avere "una possibilità" di appartenenza ad un "qualcosa", l'importante che sia di "rottura" con la realtà .
Credo che questa faccia della stessa medaglia , stessa ma indubbiamente diversa, esuli dalla tua tesi.
Inviato il: 2/5/2007 21:52
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#510
Sono certo di non sapere
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Citazione:
provo a chiarire più esplicitamente

Vale a dire ripetere gli stessi slogan, saltando a pie' pari gli interrogativi posti dall'intervento di Bifidus, in quanto scomodi.
Citazione:
La questione complessiva è, a mio modo di vedere, di una semplicità assoluta.

Ma no, e perche' allora centinaia di post per "unire i puntini"?

Non e' semplice solo perche' la affronti semplicisticamente.

In ogni caso ai miei tempi gia' al liceo, per capire se un brano era unicamente propagandistico o portasse qualche evidenza, lo si sottoponeva ad una semplice ma illuminante prova, sostituendo le parole d'ordine con altre opposte: se il brano aveva ancora una compiutezza logica, allora si trattava di mera propaganda politica e veniva cestinato fra il gaudio degli astanti (non saro' mai abbastanza grato al mitico professor Masera, latinista eccezionale e leggendario, Monarchico che non si e' mai evitato una mischia e zuffa, ma con un gran rispetto per tutte le idee e tutte le persone, anche coloro che ha malmenati)

Esempio:


L’attuale, diffusissimo (ai limiti della capillarità), rifiuto (inteso come estrema insofferenza personale) della libertà (e della sua “sorella” anarchia) è fondato su una base emotiva e corrisponde né più né meno alla gerarchia del branco adolescenziale ed alla dipendenza infantile dagli adulti. È un atteggiamento mentale - ampiamente promosso culturalmente, tra l’altro - che cerca in un secondo momento (e naturalmente trova, visto che comunque la realtà è sempre interpretabile a piacere) una giustificazione concreta a sé stesso.

Le giustificazioni che trova sono comunque, per sorte, assai inconsistenti: gli attuali sistemi in cui siamo inseriti sono effettivamente profondamente spregevoli e radicalmente umilianti. E sono tali in quanto gerarchici, ché tutti i sistemi sociali umano potrebbero non esserlo. Qui sta il sostanziale malinteso. Sono spregevoli e umilianti perché propongono un sistema di vita e di valori (si fa per dire) che é quanto di più lontano (o addirittura opposto) all’uomo e alla sua reale natura.

In questo, tuttavia, è parente di altre brillanti ideologie da tavolino che numerose si sono manifestate concretamente dal XIX secolo in poi e che brillano per la loro intelligentissima stupidità, mentre almanaccano serissime sul meccanismo sociale perfetto partendo però da un’ipotesi di uomo che purtroppo semplicemente non esiste né è mai esistito (né mai esisterà, se tanto mi da tanto) e che è, rispetto a tali concezioni, contemporaneamente molto “di meno” e molto “di più”; cioè un’altra cosa.

Infatti, se proprio dovessi indicare l’aspetto più profondamente “malato” di questi tempi, direi che consiste esattamente nella irrealistica cognizione dell’uomo che praticamente tutti (almeno a livello di massa) condividono e che, oltre a causare l’attuale disastroso corso delle cose, contemporaneamente disinnesca anche “ab ovo” la possibilità di un’opposizione significativa all’esistente, dirottando le imponenti e potenzialmente risolutive risorse intellettuali e umane che potrebbero costruire un’alternativa a sciuparsi vanamente nell’inseguimento di inafferrabili miraggi umani e sociali.

Non a caso mi inchino con tale pedissequa insistenza a qualche millennio di storia passata – che ci racconta dell’uomo e della sua natura cose del tutto diverse dagli attuali fantastici ritratti storico-psicologici - e insisto tanto sull’arroganza intellettuale che caratterizza le teorie che pretendono invece - in nome di una indimostrata superiorità etico/pragmatica- di superare d’un balzo aspetti culturali che hanno invece caratterizzato la vita sociale dell’essere umano dall’alba dei tempi fino praticamente all’altrieri.

E quali aspetti culturali ritroviamo in un intervallo così lungo? Tanti e diversissimi, naturalmente. Alcuni curiosamente sembrano però essere una costante: forte e consolidato sistema di valori, struttura cooperativa del corpo sociale, rispetto per l’altro e per le tradizioni, salvaguardia delle istanze della comunità e di quelle del singolo, moralita’.

L’uomo che ne risultava era un individuo intimamente connesso alla sua comunità da legami estremamente concreti, profondi e significativi, la cui assunzione del sistema di valori esistente, non soggiacendo di sicuro allo spirito di relativismo culturale che permea l’uomo contemporaneo, costituiva un costante e solidissimo fondamento esistenziale al suo sentire ed agire.

Stante dunque il forte specchiamento che la comunità offriva ai propri componenti, ognuno di essi trovava agevole riconoscersi negli altri membri (di cui, partecipando convintamente allo stesso sistema di usanze e valori, gli erano familiari motivazioni ed espressioni); poteva così agevolmente sussistere la dinamica dell’identificazione psicologica del singolo col suo prossimo (cioè il rivedere sé stesso negli altri) che, come è noto, è il meccanismo che meglio di qualunque altro favorisce un’interazione positiva tra individui, visto che comporta l’estensione ad altri delle stesse cure che si rivolgono a sé stessi.

Ciò mostra che la via alla costruzione di un contesto sociale capace di tutelare il più possibile i propri membri è, piuttosto che affidarsi ad astratti principi e razionali automatismi, quella di strutturarlo appoggiandosi ai meccanismi profondi di funzionamento dell’essere umano, cercando di stimolare ed incentivare quelli che lo inducono alla cura e tutela del proprio prossimo. Ma ciò comporta inevitabilmente “esprimere una scala di valori, e su tale base relazionarsi con i propri membri, partecipando, decidendo, non interferendo, asserendo e difendendosi.”. Ogni scelta alternativa, per la sua lontananza dall’essenza umana, è destinata, per quanto ottimamente intenzionata, a produrre solo di peggio.


PROPAGANDA= nel cestino.

Avanti la prossima (il Prof. Masera esprimeva il suo disappunto in questi casi fumando la pipa - in classe - col fornello rivolto verso il basso e rimboccandosi le maniche, che non sembrava un buon auspicio).
_________________
Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
Inviato il: 3/5/2007 8:39
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