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  Il rifiuto dell’autorità

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Re: Il rifiuto dell’autorità
#541
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Il bambino, comprendendo che le regole sociali hanno un valore pratico, è ormai un soggetto adulto e responsabile.

Pronto a subire la rapina fiscale. Ce ne e' voluto di tempo, sudore e costanza, ma se lo convinciamo anche a stipulare un mutuo, addestrera' la prole per un sempiterno ricambio di rapinati e contenti. L'applicazione (del tassator cortese) paga (lui).
Citazione:
persistenza di immaturità e ingenuità in un adulto e nei suoi comportamenti

Ovvero persistenza nel credere alle favole, quali lo stato siamo noi, le autorita' vogliono il tuo bene perche' sono l'espressione dello stato che siamo noi, e le leggi contro il possesso di armi da parte dei cittadini aumentano la sua sicurezza: adesso pero' sali sul vagone bestiame e non rompere.
Citazione:
il mondo fantastico dell'adolescente

Ma non si stava parlando di infanti e bambini? Fra un po' si arrivera' pure ai rimbambiti.
Citazione:
Si tratta di un processo non disgiunto da ansie ed incertezze che da’ luogo ad una serie di condotte regressive fisiologiche, quali:

Vediamo:
Citazione:
- stato di fusione emozionale (partecipazione appasionata ed improvvisa a gruppi religiosi o di altra natura).

Azione Cattolica, Partito Comunista, Ordine dei Giornalisti...
Citazione:
- attività frenetica con ricerca di sensazioni forti per riempire il vuoto causato dai sentimenti di perdita delle certezze e delle relazioni infantili.

Percorrere la Tangenziale Nord 2 volte al giorno (non rimane molto tempo per niente altro)
Citazione:
- orientamento all’azione più che all’uso del pensiero o del linguaggio verbale.

Credere, Obbedire e Combattere, come diceva un famoso anarchico...
Citazione:
- idealizzazione di personaggi dello spettacolo o dello sport, con cui identificarsi, ma nell’impossibilita’ di confrontarsi realmente.

Praticamente la schiacciante maggior parte di tutta la popolazione europea: saranno tutti teen-agers?
Citazione:
- l’instabilità emotiva, esibita nelle relazioni, le contraddizioni tra pensiero e sentimenti ed il passaggio apparentemente illogico tra una reazione e quella opposta

In pratica la politica democratica dell'alternanza.
Citazione:
Strettamente connessi a questi atteggiamenti, connotati dall’ambivalenza sono l’anticonformismo e l’atteggiamento ribelle, non scevri da dipendenza e sentimenti di colpa.

Vladimir Luxuria?
Citazione:
La svalutazione delle figure parentali può diventare un mezzo per distaccarsi da loro.”

Piu' svalutati che a Cogne?

Ecco un esempio di infantilismo:

Ecco come si presentano invece i cittadini maturati ed inseriti in un contesto propriamente e salubremente gerarchico:
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Inviato il: 6/5/2007 2:08
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  •  NERONE
      NERONE
Re: Il rifiuto dell’autorità
#542
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Pronto a subire la rapina fiscale. Ce ne e' voluto di tempo, sudore e costanza, ma se lo convinciamo anche a stipulare un mutuo, addestrera' la prole per un sempiterno ricambio di rapinati e contenti. L'applicazione (del tassator cortese) paga (lui).

Hai la "fissa" con le tasse, Linucs, ma vedi che hai sbagliato 3D, qui si parla di regole nel suo significato piu' ampio e non ristretto ad un mero "disappunto personale"
Inviato il: 6/5/2007 14:46
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Il rifiuto dell’autorità
#543
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Ce ne e' voluto di tempo, sudore e costanza, ma se lo convinciamo anche a stipulare un mutuo, addestrera' la prole per un sempiterno ricambio di rapinati e contenti. L'applicazione (del tassator cortese) paga (lui).


Senza dimenticare che nasce,oltre che con il peccato originale,anche con un debito pro-capite di 18.000 euro
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Inviato il: 6/5/2007 19:01
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#544
Sono certo di non sapere
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Da Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
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Citazione:
Hai la "fissa" con le tasse, Linucs

LINUCS???? E dire che dalle tue parti non hanno neanche il vino chinato
Citazione:
qui si parla di regole nel suo significato piu' ampio e non ristretto ad un mero "disappunto personale"

Sempre quando fa comodo, vedo. Disappunto personale di chi, la totalita' della popolazione, meno i governanti e gli infantili che si abbeverano con le favolette democratiche?
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Inviato il: 6/5/2007 23:37
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  •  franco8
      franco8
Re: Il rifiuto dell’autorità
#545
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 6/12/2005
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Citazione:
Non amo, in generale, le citazioni, ché rischiano di diventare un gioco infinito, e se posso le evito assai volentieri. Mi concedo un’eccezione che credo possa avere una sua utilità. Servirà un po’ di acume nella lettura per afferrarne l’attinenza (non di ogni parola ma di parecchi concetti) alla discussione fin qui svoltasi, ma confido non sia troppo oscura.


Come ha detto Pike non ci sono sordi, e la cosa non è affatto oscura.

E' chiaro (ma era chiaro fin dall'inizio) come l'adolescenza comporti un atteggiamento "ribelle", ma non è affatto chiaro il motivo per cui vorresti far passare l'idea "inversa", ovvero che ogni atteggiamento "ribelle" sia "adolescenziale"...
Specie se non se non si è ancora capito cosa è da considerarsi "autorità"...
(Cioè facendo un po' riferimento alle discussioni passate: mentre è naturale e forse un po' più chiaro il ruolo dei genitori, o se vogliamo, del "gruppo/comunità-naturale" non è affatto chiaro il ruolo delle istituzioni - soprattutto quando risultano non "riconosciute" e quando si creano dei rapportin per nulla reciproci nè paritari - )
(in ogni caso rimangono quelle contraddizioni di cui parlavamo prima che derivano dalla "auto-proclamazione" dell'autorità... - è l'autorità stessa che stabilisce le regole su sui si basa la sua autorità - Sono quelli che "contano" di più nella piramide sociale che hanno più potere ... ecc. ecc. -).

Anche perché, seguendo lo stesso schema, allora varebbe l'idea che: ogni tipo di riconoscimento e sottomissione ad una autorità è un atteggiamento infantile.

Soprattutto continua ad essere del tutto "campato in aria" o, meglio, non supportata da fatti, la tua originaria osservazione riguardo al "generalizzato e capillare" rifiuto dell'autorità...
Ovvero: S'è capito cosa intendevi , S' è capito cosa è... (o sarebbe). Ma DOVE è? Dove lo vedi?
Perché: generalizzato, capillare ecc...?
Per non parlare del "viscerale".... Ti è stato detto che ci sono miliardi di motivi razionali per "criticare il sistema" (comunque si intendi la cosa)... Motivi razionali, dati di fatto, che hanno poco o nulla a che vedere con le ideologie...
Tu (se ho capito bene) sostieni che i problemi non vengono dalla gerarchia... A me pare abbastanza sensato ritenere l'autorità e la gerarchia dei fattori negativi, dei problemi ulteriori... E i motivi sono stati detti e spiegati (vedi ad esempio l'esperimento citato da Pike, ma che avevo citato anche io in precedenza - riportato sulla puntata di Report sulla Enron - Quello sì che mostra un "viscerale" "rispetto dell'autorità")
Ammesso che esista il "viscerale rifiuto" ... forse allora ogni "rifiuto" è "viscerale"?!

Se la "critica" parte dalla semplice constatazione dei fatti e non da ideali e ideologie... Cosa c'entrano il "messianismo" e roba varia?!

Viceversa ne troviamo tantissime di "favolette", nell'indottrinamento atto a perpetrare lo statu quo (piramide sociale ecc ecc)...

--------------

Citazione:

Franco8, puoi precisare in che senso parli di “bisogno”? Intendi un “bisogno” legato a fattori come la sussistenza oppure come un’esigenza interiore del bambino o del pre-adolescente? Per favore, sviluppa un po’ la questione, ché mi sembra interessante

"bisogno" in entrambi i sensi.
Nel contesto era "bisogno dell'autorità" contrapposto a "rifiuto dell'autorità".

Il concetto è: lo sviluppo è un percorso che parte dalla dipendenza (in tutti i sensi e - quindi "bisogno di una guida") alla indipendenza e autonomia; attraverso una fase più o meno traumatica e più o meno incerta di "sistematica distruzione del vecchio". Fase necessaria e intermedia ma che non serve certo a ritornare al punto di partenza...
Esempio: la "svalutazione" delle figure genitoriali non è affatto una cosa negativa: si parte dalla visione infantile che vede i genitori quasi come delle figure onnipotenti... si passa alla fase adolescenziale di ribellione - che deriva anche dalla delusione ... per finire con la comprensione più profonda... ritrovandosi nello stesso ruolo e riconoscendo i limiti e i pregi.. così come si riconoscono i propri limiti...

Ma .. appunto.. questo c'entra poco o nulla con l'Autorità, la piramide sociale, le Istituzioni ecc ecc.

-------------

a completezza delle definizioni:
-------------
http://www.demauroparavia.it/67854


ma|tu|ri|tà
s.f.inv.
CO
1 l’essere maturo, condizione di completo sviluppo morfologico e fisiologico di un organo vegetale: m. di un frutto, di un seme
2a estens., periodo della vita umana compreso fra la giovinezza e la vecchiaia, caratterizzato dal completo sviluppo morfologico dell’organismo e dalla piena efficienza delle facoltà fisiche e intellettuali: l’età della m., nella m. si rivelò grande romanziere
2b fig., pieno sviluppo delle qualità intellettuali, morali, spirituali di un individuo; capacità di comportarsi, di agire, di giudicare in modo autonomo e adeguato alle circostanze: raggiungere la m., dimostrare m. nelle scelte, nelle decisioni
3 particolare accentuazione di una facoltà intellettuale, morale, spirituale, ecc.: m. artistica, m. poetica; nell’ultimo romanzo ha raggiunto la m. stilistica
4 avanzato livello raggiunto da un popolo nell’organizzazione civile e sociale e nella capacità di autogovernarsi: m. civile, sociale, politica
5 esame di maturità: dare, sostenere la m.; m. classica, tecnica, scientifica | il diploma ottenuto sostenendo tale esame: conseguire la m.
6 BU espletamento, realizzazione di un progetto, di un’idea, ecc.
7 TS geol., stadio morfologico nell’evoluzione della crosta terrestre, intermedio tra quello giovanile e quello senile
8 TS geol., petr., proprietà di un sedimento clastico di essere ricco di granuli selezionati e arrotondati non più alterabili


--------------
Quindi se sei "maturo" (e quindi "capace di comportarti, agire, giudicare in mondo autonomo") a qualcuno che volesse sostenere di dover giudicare, pensare al posto tuo, in vece tua, tu responsabilmente ti ribellii...
Altro che atteggiamento infantile o adolescenziale! E' tutto il contrario.

Riguardo alle regole.. il discorso è già stato toccato. Ma qui continui a fare confusione: nessuno sostiene o ha mai sostenuto che l'interazione sociale deve avvenire senza regole...
_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 7/5/2007 13:10
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#546
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Citazione:
E' chiaro (ma era chiaro fin dall'inizio) come l'adolescenza comporti un atteggiamento "ribelle", ma non è affatto chiaro il motivo per cui vorresti far passare l'idea "inversa", ovvero che ogni atteggiamento "ribelle" sia "adolescenziale"...

Non ci penso proprio per niente (e mi sa che l’ho anche già scritto).
I tratti che, in aggiunta al ribellismo, evocano prepotentemente l’adolescenza sono l’enfasi emotiva che trapela da moltissimi interventi, unitamente ad un certo tipo di espressività verbale (“WAKE UP, LOSER!” da questo punto di vista è semplicemente entusiasmante ) ed a una semplificazione nell’inquadrare le categorie sociali tale che io la trovo, per la fase adulta, semplicemente imbarazzante.
(A volte invidio davvero - e non mi riferisco a te, Franco8 - il semplicismo - che fa rima con infantilismo? - intellettuale di alcuni; bianco di qua, nero di là, e a posto così. E le sfumature? Oh, un’inutile e trascurabile complicazione, non ti preoccupare.
Eh, cacchio! Dev’essere proprio riposante.)


Citazione:
Specie se non se non si è ancora capito cosa è da considerarsi "autorità"...
(Cioè facendo un po' riferimento alle discussioni passate: mentre è naturale e forse un po' più chiaro il ruolo dei genitori, o se vogliamo, del "gruppo/comunità-naturale" non è affatto chiaro il ruolo delle istituzioni - soprattutto quando risultano non "riconosciute" e quando si creano dei rapportin per nulla reciproci nè paritari - )
(in ogni caso rimangono quelle contraddizioni di cui parlavamo prima che derivano dalla "auto-proclamazione" dell'autorità... - è l'autorità stessa che stabilisce le regole su sui si basa la sua autorità - Sono quelli che "contano" di più nella piramide sociale che hanno più potere ... ecc ecc )'

E’ un problema di crescita anche questo, solo del gruppo sociale anziché dell’individuo .
Si da il caso (si è dato piuttosto spesso, in passato ) che dei gruppi sociali superino la massa critica (la dimensione del “villaggio”(1), diciamo, dove tutti conoscono tutti e ognuno ha la possibilità di un rapporto diretto con le poche ed essenziali problematiche collettive) che ne consente un coordinamento semplice. Purtroppo, capita anche alle comunità migliori (2).

Ai fini quindi del funzionamento efficiente (3) dell’insieme si pongono dei problemi di organizzazione (per pietà, atteniamoci al problema in sé stesso, evitando per il momento le geniali considerazioni sulla “pressione fiscale” già lette; facciamola prima iniziare, ‘sta società complessa.): ad esempio, la ripartizione delle attività finalizzate al conseguimento delle finalità collettive, la specializzazione, il coordinamento, il controllo, ecc. ecc.
Si passa ad un livello di complessità che eccede le possibilità, di gestione come spesso anche di comprensione, del singolo (un po’ come la costruzione di un palazzo ). Bisognerebbe rendersi conto (e mi domando come sia possibile non averlo già fatto) che il “ciclo vitale” delle società e quello degli individui non coincidono, e che pur incrociandosi seguono percorsi diversi con diverse caratteristiche e priorità.

L’accumulo di esperienza di una società, per il differente arco temporale come per l’ampiezza intrinseca, è naturalmente diverso e maggiore di quello possibile all’individuo; quando questo si affaccia nel contesto sociale lo fa nell’ambito di un processo già in corso da tempo di cui, ovviamente, non possiede gli estremi ed è quindi naturale e facilissimo che non capisca il senso delle regole esistenti, e che di conseguenza le possa percepire come “vessatorie” a prescindere dalla loro sensatezza.

Non è che ci siano molte possibilità, a questo punto: o si rinuncia alla complessità o si accetta la priorità dei meccanismi sociali su quelle individuali, svincolandoli dalla (assurda, ai fini dell’efficienza) necessità di dovere ottenere, momento per momento e puntualmente, l’approvazione della totalità dei componenti. Qualcuno ha posto mi pare, nel corso della discussione, un riferimento alle riunioni di condominio; mi sembra un esempio abbastanza significativo per fare intuire l’idiozia dell’opzione “assemblea permanente”.

Servono invece meccanismi più pratici, di cui inevitabilmente autorità e gerarchia fanno parte; le contraddizioni che ne possono derivare sono parte non eludibile della questione e non costituiscono fattore sufficiente per negare la loro necessità.

Citazione:
Anche perché allora varebbe l'idea che ogni tipo di riconoscimento e sottomissione ad una autorità è un atteggiamento infantile.

Infatti non vale né l’una né l’altra.

Citazione:
Soprattutto continua ad essere del tutto "campato in aria" o, meglio, non supportata da fatti, la tua originaria osservazione riguardo al "generalizzato e capillare" rifiuto dell'autorità...
Ovvero: S'è capito cosa intendevi , S' è capito cosa è... (o sarebbe) Ma DOVE è? Dove lo vedi?
Perché: generalizzato, capillare ecc...?

Franco8, è vero che la percezione è soggettiva e tutto quello che vogliamo, ma io lo vedo dappertutto, nel mondo del lavoro come nella scuola, nella famiglia come nella società in generale: non appena qualcuno, a qualunque titolo, prova anche solo a ventilare una qualunque limitazione in qualunque direzione e per qualsiasi motivo alle azioni di chiunque, la prima generalizzata e veemente reazione è del tipo “E tu chi saresti per …” seguita subito dopo dall’appello alla “Sacra e Inviolabile Libertà dell’Individuo” (con tutte maiuscole) ecc. ecc.
Oppure sono io che soffro di allucinazioni?
D’altra parte l’accento è posto da decenni assai più sui diritti che sui doveri (diventati quasi una parolaccia, nel lessico comune). Mi piacerebbe pensare che ciò dipenda da una maturazione degli individui, da una loro maggiore coscienza di sé stessi e del mondo; purtroppo tale conclusione cozza in maniera estremamente violenta con la maggior parte dei comportamenti collettivi che si vedono ogni giorno e che non evidenziano purtroppo grandi segni di consapevolezza di massa.

Citazione:
Per non parlare de "viscerale".... Ti è stato detto che ci sono milirdi di motivi razionali per "criticare il sistema" (comunque si intendi la cosa)... Motivi razionali che hanno poco o nulla a che vedere con le ideologie...

Lo so da me, grazie. Ma quello che io vedo (qui come altrove) non è un’analisi che genera un rifiuto razionale, ma un’emotività che ricerca una giustificazione a sé stessa tramite un’apparenza di analisi (che infatti rimane assai grossolana e manichea).

Citazione:
Tu (se ho capito bene) sostieni che i prolemi non vengono dalla gerarchia... A me pare abbastanza sensato ritenere l'autorità e la gerarchia dei fattori negativi, dei problemi ulteriori... E i motivi sono stati detti e spiegati (vedi ad esempio l'esperimento citato da Pike, ma che avevo citato anche io in precedenza - riportato sulla puntata di Report sulla Enron - )
Ma allora .. che c'entra il "viscerale" ?

Vedi sopra.

Citazione:
Ammesso che esista il "viscerale rifiuto" ... forse allora ogni "rifiuto" è "viscerale"?!

No. Se è analitico non è viscerale.

Citazione:
Se la "critica" parte dalla semplice constatazione dei fatti e non da ideali e ideologie... Cosa c'entrano il "messianismo" e roba varia?!
Viceversa ne troviamo tantissime di "favolette", nell'indottrinamento atto a perpetrare lo statu quo (piramide sociale ecc ecc)...

Vedi sopra.

Citazione:
Citazione:
Franco8, puoi precisare in che senso parli di “bisogno”? Intendi un “bisogno” legato a fattori come la sussistenza oppure come un’esigenza interiore del bambino o del pre-adolescente? Per favore, sviluppa un po’ la questione, ché mi sembra interessante


"bisogno" in entrambi i sensi.
Nel contesto era "bisogno dell'autorità" contrapposto a "rifiuto dell'autorità".

Il concetto è: lo sviluppo è un percorso che parte dalla dipendenza (in tutti i sensi e - quindi "bisogno di una guida") alla indipendenza e autonomia; Passando da una fase più o meno traumatica e più o meno incerta di "sistematica distruzione del vecchio". Fase necessaria e intermedia ma che non serve non certo a ritornare al punto di partenza...
Esempio: la "svalutazione" delle figure genitoriali non è affatto una cosa negativa: si parte dalla visione infantile che vede i genitori quasi come delle figure onnipotenti... si passa alla fase adolescenziale di ribellione - che deriva anche dalla delusione ... per finire con la comprensione più profonda... ritrovandosi nello stesso ruolo e riconoscendo i limiti e i pregi.. così come si riconoscono i propri limiti...

Si. In teoria e se tutto va bene. Il dato però rilevato da moltissimi osservatori competenti (psicologi e sociologi innanzitutto, mica un Prealbe qualsiasi) è che nella nostra area culturale la fase adolescenziale si sta prolungando sempre di più fino ad invadere abbondantemente quella che in precedenza era l’età adulta. In realtà gli anagraficamente adulti contemporanei sono perlopiù ragazzoni smarriti e assolutamente privi di quelle caratteristiche di consapevolezza e affermatività che sarebbero gli attributi della fase adulta. Si può quindi ben dire che spessissimo gli mancano gli attributi.

Citazione:
Ma .. appunto.. questo c'entra poco o nulla con l'Autorità, la piramide sociale, le Istituzioni ecc ecc.

E invece si, perché naturalmente il primo contesto in cui si struttura il rapporto dell’individuo con l’autorità è quello familiare; l’impostazione che gliene deriva è quella che trasferirà anche nel sociale.

Citazione:
Quindi se sei "maturo" (e quindi "capace di comportarti, agire, giudicare in mondo autonomo") a qualcuno che volesse sostenere di dover giudicare, pensare al posto tuo, in vece tua, tu responsabilmente ti ribellii...
Altro che atteggiamento infantile o adolescenziale! E' tutto il contrario.

La maturità psicologica è cosa diversa dalla maturità sociale. Come dicevo prima, la società è cosa più ampia e complessa dell’individuo e richiede da parte di questi uno sforzo di superamento della propria sfera di singolo, una certa capacità di astrazione. La maturità psicologica è un semplice prerequisito della maturità sociale; per arrivare a quest’ultima è necessario un ulteriore percorso, necessariamente guidato, in cui l’individuo deve colmare il “gap” tra la sua dimensione individuale e quella sociale. Ricordando che l’insieme non è uguale semplicemente alla somma dei suoi componenti: se così fosse, la questione sarebbe assai più semplice.

Citazione:
Riguardo alle regole.. il discorso è già stato toccato. Ma qui continui a fare confusione: nessuno sostiene o mai sostenuto che l'interazione sociale deve avvenire senza regole...

Ok, buono a sapersi. Mi rimane un po’ oscura la parte attuativa, sperando (per rispetto dell’intelligenza dei qui presenti) che non si pensi di proporre di affidarsi allo spontaneismo dei singoli.


Prealbe


1 E comunque anche i villaggi non erano esenti dalla presenza di autorità e gerarchia.

2 Sarebbe il caso di tenere presente che nelle scelte di qualunque entità, collettiva così come singola, pesano anche fattori di pressione esterni ad essa che comportano a volte soluzioni “obbligate”. È pensiero (immaginazione?) invece tipicamente moderno e contemporaneo quello di supporre di potere pianificare “a tavolino” l’organizzazione sociale come se fosse sempre plausibile ripartire da zero a proprio piacere ignorando i fattori presenti e passati.

3 Riuscirà adesso il 3D, compresi i suoi iperproduttivi corrispondenti esteri, ad evitarsi un “pippone” sul significato di “efficiente”? Speriamo di si.
Inviato il: 8/5/2007 23:18
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  •  Pausania
      Pausania
Re: Il rifiuto dell’autorità
#547
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Si passa ad un livello di complessità che eccede le possibilità, di gestione come spesso anche di comprensione, del singolo. Bisognerebbe rendersi conto che il “ciclo vitale” delle società e quello degli individui non coincidono, e che pur incrociandosi seguono percorsi diversi con diverse caratteristiche e priorità.

Chiaro, ne consegue che: Citazione:
L’accumulo di esperienza di una società, per il differente arco temporale come per l’ampiezza intrinseca, è naturalmente diverso e maggiore di quello possibile all’individuo; quando questo si affaccia nel contesto sociale lo fa nell’ambito di un processo già in corso da tempo di cui, ovviamente, non possiede gli estremi ed è quindi naturale e facilissimo che non capisca il senso delle regole esistenti, e che di conseguenza le possa percepire come “vessatorie” a prescindere dalla loro sensatezza.

Ergo: Citazione:
Non è che ci siano molte possibilità, a questo punto: o si rinuncia alla complessità o si accetta la priorità dei meccanismi sociali su quelle individuali, svincolandoli dalla (assurda, ai fini dell’efficienza) necessità di dovere ottenere, momento per momento e puntualmente, l’approvazione della totalità dei componenti.

Quod erat demonstrandum.
Inviato il: 8/5/2007 23:35
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#548
Sono certo di non sapere
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un certo tipo di espressività verbale (“WAKE UP, LOSER!” da questo punto di vista è semplicemente entusiasmante )

Tifoso, eh? Be' la Giuve e il Mmilan c'erano gia' da prima che nascessi, percio' non sai perche', ma devi tifare. Comunque sappi che sia che loro vincano o perdano, TU hai sempre perso. Infantilismo manifesto.
Citazione:
- il semplicismo - che fa rima con infantilismo? - intellettuale di alcuni; bianco di qua, nero di là, e a posto così. E le sfumature? Oh, un’inutile e trascurabile complicazione, non ti preoccupare.

Stai parlando al riflessivo, vero? Infantile.
Citazione:
Si passa ad un livello di complessità che eccede le possibilità, di gestione come spesso anche di comprensione, del singolo

Percio' anche della tua - o sei automaticamente razza padrona?
Il tuo motto e' diventato percio': non capisco ma mi adeguo.
Citazione:
Ai fini quindi del funzionamento efficiente
Citazione:
Riuscirà adesso il 3D, compresi i suoi iperproduttivi corrispondenti esteri, ad evitarsi un “pippone” sul significato di “efficiente”?

Il pippone te lo tiri te, che ci sei abituato. Il concetto di efficienza e' legato a quello di scopo: se non sappiamo che funziona a fare, come facciamo a sapere che e' efficiente? Ah, me l'ha detto il capo: lui non e' un individuo, e' l'incarnazione della verita' sociale. Peccato che quasi mai i suoi scopi ed i tuoi siano lontanamente simili. Esempio di ragionamento puerile.
Citazione:
non possiede gli estremi ed è quindi naturale e facilissimo che non capisca il senso delle regole esistenti, e che di conseguenza le possa percepire come “vessatorie” a prescindere dalla loro sensatezza.

E chi decide che sono sensate? Infantilismo di ritorno.
Citazione:
o si rinuncia alla complessità o si accetta la priorità dei meccanismi sociali su quelle individuali

Ci dobbiamo ovviamente fidare sulla parola. O nella padella o nella brace. E' un trucchetto infantile che non funziona neanche all'asilo.
Ammettendo che i fascisti abbiano ragione (la seconda che dici), c'e' il piccolo particolare che l'a societa' e' un'astrazione - non esiste che nella testa di alcuni - e l'individuo l'ha fatto Dio: chi bisognerebbe sempre salvaguardare, le creature di Dio o i falsi idoli degli uomini?
Citazione:
non appena qualcuno, a qualunque titolo, prova anche solo a ventilare una qualunque limitazione in qualunque direzione e per qualsiasi motivo alle azioni di chiunque, la prima generalizzata e veemente reazione è del tipo “E tu chi saresti per …” seguita subito dopo dall’appello alla “Sacra e Inviolabile Libertà dell’Individuo” (con tutte maiuscole) ecc. ecc.

Quando e' successo? Succede sempre a te? Non e' che magari c'e' qualcosa in quello che dici o in come ti poni che suscita questa reazione?
Citazione:
In realtà gli anagraficamente adulti contemporanei sono perlopiù ragazzoni smarriti e assolutamente privi di quelle caratteristiche di consapevolezza e affermatività che sarebbero gli attributi della fase adulta. Si può quindi ben dire che spessissimo gli mancano gli attributi.

Ha parlato il nonno surgelato. Infantile e scontata: quando c'era lui caro lei avevamo due palle cosi'. Ma nel posto sbagliato: pronti a farsi mandare in macelleria ad obbedir tacendo. Rimbambimento nostalgico.
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  •  franco8
      franco8
Re: Il rifiuto dell’autorità
#549
Dubito ormai di tutto
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prealbeCitazione:

... ma io lo vedo dappertutto, nel mondo del lavoro come nella scuola, nella famiglia come nella società in generale: non appena qualcuno, a qualunque titolo, prova anche solo a ventilare una qualunque limitazione in qualunque direzione e per qualsiasi motivo alle azioni di chiunque, la prima generalizzata e veemente reazione è del tipo “E tu chi saresti per …” seguita subito dopo dall’appello alla “Sacra e Inviolabile Libertà dell’Individuo” (con tutte maiuscole) ecc. ecc.

Forse metti insieme i fatti e interpretazioni dei fatti.
.. Nel senso che.. piuttosto che interpretabile solo come "generalizzata e immatura ribellione" è almeno anche da unire a questa una generalizzata e (altrettanto immatura?... il pesce puzza dalla testa) prevaricazione da parte delle autorità o di chi a uno qualsiasi tipo di straccio di "potere materiale" in mano (e disprezzo delle "regole" che sanciscono diritti e doveri, mansioni e responsabilità ecc ecc e anche limitano non solo la libertà individuale ma anche l'autorità e i poteri decisionali).

Per cui (ammesso che la tua osservazione sia corrispondente a dati di fatto): ci sarebbe un generalizzato e irrazionale rifiuto dell'autorità? Dipende! Ma non è che... per caso... c'è una generalizzata e insensato perdita del rispetto dello spirito delle leggi (*) anche e soprattutto da parte delle "autorità"?!... per cui quel "e tu chi saresti per..." non sia diventato una quasi automatica difesa contro abusi non giustificati (**)?... (magari, te lo concedo, usato a volte a sproposito).
Ma il "e tu chi saresti per..." può essere senz'altro un richiamo a quelle regole...

(*)(Qualunque cosa sia il fantomatico "spirito delle leggi" che è a monte delle regole e riconosciuto dalla "comunità" nella sua interezza... perdonatemi il termine ipotetico.. Di certo quando l'autorità crede di essere lei a dover dettare le regole contro il senso comune lo scollamento si attua.. Vedi ad esempio certe direttive della chiesa cattolica: negare la comunione ai divorziati e le altre cui i "fedeli" sono in buona parte in disaccordo)

(**)(intendo: abusi secondo lo "spirito", ma solo formalmente giustificate prendendo a pretestp cose come "efficienza", "superiori necessità" o altro...)

In ogni caso, come dicevamo sin dall'inizio nessuno ti ha detto che non puoi avere certe impressioni, ma appunto:
1) dal momento che altri hanno impressioni diverse... perché non fai riferimento a fatti più concreti? Finora non mi pare tu l'abbia fatto malgrado gli inviti.
2) Mi va bene la tua osservazione per come l'hai presentata adesso (nel senso una tua opinione, se vogliamo una tua osservazione anche se non la condivido non c'è molto da obiettare se non facendo presente altre idee) Ma in precedenza non l'avevi presentata in questi termini... ma piuttosto com evidente e innegabile fatto che solo per "accecamento ideologico" gli altri non vedevano... o almeno questo arrivava.

La mia modesta e ristretta osservazione della realtà (soggettiva quanto vuoi) vede invece l'individuo sempre meno maturo e più "addomesticato". Incapace non solo di "ribellarsi" doveroso ma anche di "farsi carico" delle scelte che competono a tutti e a ciascuno.
Disinteresse per le "cose comuni", alimentato da chi le "cose comuni" le considera ormai "roba proria"...
Immaturo, per esempio star lì a chiedere, ad "elemosinare" aiuti, lavoro, dallo Stato o dall' Impresa... Ma chi alimenta questa "immaturità" Cui prodest?
Immaturo e utopistico, ad esempio, credere ad un lavoro che "realizzi la personalità di ciascuno". MA chi lo alimenta? Forse la scuola, i media ecc... (Ma non sono questi proprio derivazioni delle istituzioni autorevoli?) E allora... Cui prodest?

Esempio pratico : condominio. (Non so come va a voi, ma la mia impressione e questa)
Tutti o quasi sono lì a preoccuparsi se sono "in regola" o no coi pagamenti...
...Visi inespressivi davanti al "non è questo il problema!"
A nessuno o quasi viene in mente di andare a controllare puntualmente come vengono spesi i soldi... Tutti vogliono solo evitare "rogne".
Tutti lì ad aver bisogno di una "autorità" di cui potrebbero benissimo fare a meno.
Non sono (non siamo) capaci di autoorganizzarci...perché siamo immaturi...
Il riconoscere un'autorità rende forse più maturi? No affatto. Tutto il contrario.
Si demanda a qualcuno... Paghiamo.. pensa a tutto lui... Rende "efficiente" il tutto? Mah?!
Risultato: abbiamo il "professionista" dell'amministrazione del condominio pagato (non chissàchè, è vero, ma pur sempre spese evitabili - ma basterebbe organizzarsi un pochino... )

"Assemblea permanete" sarebbe improponibile? E perché mai?
Ma è gà così, almeno sulla carta,.. le decisioni le deve prendere l'assemblea (Ci sarebbe qualcosa da ridire sulla "plutocrazia"...) ma di fatto nel condominio, l'autorità , legalmente E' l'assemblea.
Da che derivano le difficoltà dell'assemblea? Ma dall'immaturità, ovviamente. No c'è nessun impedimento materiale, nè nessuna necessità di un amministratore esterno (potrebbe esser fatto a turno, o altro.. non è una cosa impossibile)

E analogamente abbiamo i "professionisti" della politica (funzionari di partito, rappresentanti del consiglio di quartiere, comune, provincia, regione, parlamento nazionale, parlamento europeo ec hi più ne ha più ne metta...
risultato: più sei "rappresentato" e meno conti...

Lo stesso vale per la "complessità"... Il più delle volte non necessaria ma alimentata dai soliti interessi...

Citazione:

Ma quello che io vedo (qui come altrove) non è un’analisi che genera un rifiuto razionale, ma un’emotività che ricerca una giustificazione a sé stessa tramite un’apparenza di analisi (che infatti rimane assai grossolana e manichea).

Puoi fare degli esempi?
Sulla "grossolanità", a volte, delle analisi, posso essere anche d'accordo (dopo tutto qualsiasi tentativo di dare una descrizione genererale implica delle generalizzazioni e delle semplificazioni....)
Sulla emotività mi sembra di essere del tutto in disaccordo... Ovvero mi sembra una tua interpretazione. Diventa poi impossibile separare l'emotività, non si può metterla in soffitta o pretendere una asettica esposizione dei fatti. L'importante avere un certo grado di collegamento con la realtà.

Non può, ad sempio, non suscitare un certo... non saprei . Questa tua:
Citazione:

L’accumulo di esperienza di una società, per il differente arco temporale come per l’ampiezza intrinseca, è naturalmente diverso e maggiore di quello possibile all’individuo; quando questo si affaccia nel contesto sociale lo fa nell’ambito di un processo già in corso da tempo di cui, ovviamente, non possiede gli estremi ed è quindi naturale e facilissimo che non capisca il senso delle regole esistenti, e che di conseguenza le possa percepire come “vessatorie” a prescindere dalla loro sensatezza.

una "società" (soggetto) (Eccolo di nuovo!) che accumula esperienza !?
Anche qui:Citazione:

E’ un problema di crescita anche questo, solo del gruppo sociale anziché dell’individuo .

...Citazione:
...il “ciclo vitale” delle società ..


Hai davanti quindi una specie di "super-organismo" in cui gli individui sono solo cellule... ?!
Non si può essere indifferenti a certe conclusioni (Vedi anche il post di Pausania)

Perché mai l'individuo non dovrebbe capire il senso delle regole esistenti?!
Se non le capiscono gli individui... Chi le capisce?
Voglio dire: il non capire pienamente il senso delle regole esistenti (che ripetiamo è cosa un po' diversa dal discorso "autorità") deve essere l' eccezione non la regola, il transitorio non la condizione stabile.

Citazione:

Si. In teoria e se tutto va bene.

Beh... basterebbe questo.... Perché allora,poi dovresti spiegarci perché "in pratica" non è così.
E perché in pratica, la società dovrebbe essere composta da una massa di eterni bambini bisognosi di guida... Oppure, se le cose vanno male.. Perchè vanno "male"?!
Citazione:

Il dato però rilevato da moltissimi osservatori competenti (psicologi e sociologi innanzitutto, mica un Prealbe qualsiasi) è che nella nostra area culturale la fase adolescenziale si sta prolungando sempre di più fino ad invadere abbondantemente quella che in precedenza era l’età adulta. In realtà gli anagraficamente adulti contemporanei sono perlopiù ragazzoni smarriti e assolutamente privi di quelle caratteristiche di consapevolezza e affermatività che sarebbero gli attributi della fase adulta. Si può quindi ben dire che spessissimo gli mancano gli attributi.

E agli osservatori competenti risulta un generalizzato rifiuto delle autorità? E quando pongono questo "rifiuto"? Quando chiedono il "reddito di cittadinanza"? Oppure chi... gli ambiziosi in carriera?
Che genere di ribellioni? Cose come il movimento No-TAV?!
Poi, comunque, se i gli osservatori competenti sono gli stessi che dicono "i trentenni non vogliono andarsene di casa"... io qualche dubbio l'avrei... perchè a me pare più che sensato immagginare che il dato non sia che "non se vogliono andare", ma il più delle volte con non possono andarsene (In ipotesi cioè, per una serie di motivi, cioè, la situazione è vissuta come una necessita e non come una scelta "libera").

Gli anagraficamente adulti contemporanei sono per lo più ragazzoni smarriti...? Già ma, ammesso che sia vero e completo.. Perché accadrebbe ciò? Siamo nel campo delle interpretazioni dei fatti, naturalmente, ma non è forse in gran parte colpa proprio dell'indottrinamento subito, dal sistema di valori creato da scuola, televisioni ecc.. ovvero dalle autorità?

Ma appunto gli "attributi" servono per assumersi le proprie responsabilità, compreso il ribellarsi quando serve, non certo per accettare una qualsiasi autorità di cui non si comprende l'utilità (o, meglio, la si comprende bene, purtroppo).

"ribellarsi responsabilemente" vuol dire saper rifiutare gli svantaggi e i vantaggi... costruire l'indipendenza...

Citazione:

Ricordando che l’insieme non è uguale semplicemente alla somma dei suoi componenti: se così fosse, la questione sarebbe assai più semplice.

Assolutamente sì.
Ma, infatti, il punto è questo : sei tu che la fai troppo semplice!
_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 9/5/2007 13:48
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#550
Mi sento vacillare
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Prealbe Citazione:
... ma io lo vedo dappertutto, nel mondo del lavoro come nella scuola, nella famiglia come nella società in generale: non appena qualcuno, a qualunque titolo, prova anche solo a ventilare una qualunque limitazione in qualunque direzione e per qualsiasi motivo alle azioni di chiunque, la prima generalizzata e veemente reazione è del tipo “E tu chi saresti per …” seguita subito dopo dall’appello alla “Sacra e Inviolabile Libertà dell’Individuo” (con tutte maiuscole) ecc. ecc.


Forse metti insieme i fatti e interpretazioni dei fatti.

Si. In effetti usa così, nelle discussioni.

Citazione:
.. Nel senso che.. piuttosto che interpretabile solo come "generalizzata e immatura ribellione" è almeno anche da unire a questa una generalizzata e (altrettanto immatura?... il pesce puzza dalla testa) prevaricazione da parte delle autorità o di chi a uno qualsiasi tipo di straccio di "potere materiale" in mano (e disprezzo delle "regole" che sanciscono diritti e doveri, mansioni e responsabilità ecc ecc e anche limitano non solo la libertà individuale ma anche l'autorità e i poteri decisionali).

Per cui (ammesso che la tua osservazione sia corrispondente a dati di fatto): ci sarebbe un generalizzato e irrazionale rifiuto dell'autorità? Dipende! Ma non è che... per caso... c'è una generalizzata e insensato perdita del rispetto dello spirito delle leggi (*) anche e soprattutto da parte delle "autorità"?!... per cui quel "e tu chi saresti per..." non sia diventato una quasi automatica difesa contro abusi non giustificati (**)?... (magari, te lo concedo, usato a volte a sproposito).
Ma il "e tu chi saresti per..." può essere senz'altro un richiamo a quelle regole...

(*)(Qualunque cosa sia il fantomatico "spirito delle leggi" che è a monte delle regole e riconosciuto dalla "comunità" nella sua interezza... perdonatemi il termine ipotetico.. Di certo quando l'autorità crede di essere lei a dover dettare le regole contro il senso comune lo scollamento si attua.. Vedi ad esempio certe direttive della chiesa cattolica: negare la comunione ai divorziati e le altre cui i "fedeli" sono in buona parte in disaccordo)

(**)(intendo: abusi secondo lo "spirito", ma solo formalmente giustificate prendendo a pretesto cose come "efficienza", "superiori necessità" o altro...)

Franco8, c’è senza dubbio una coesistenza di fattori; per cui, come dicevo, ci sono moltissimi elementi concreti cui agganciare il proprio ribellismo, ma questi continua ad avere nella stragrande maggioranza dei casi una causa emotiva e non analitica. Perché sostengo ciò? Con le tue parole:
Citazione:
La mia modesta e ristretta osservazione della realtà (soggettiva quanto vuoi) vede invece l'individuo sempre meno maturo e più "addomesticato". Incapace non solo di "ribellarsi" doveroso ma anche di "farsi carico" delle scelte che competono a tutti e a ciascuno.

E infatti il ribellismo “adolescenziale” di cui parlo io si coniuga a perfezione con l’immaturità, che appunto porta a dirigerlo verso obiettivi sbagliati, trasferendo impropriamente le manchevolezze degli attori di QUESTO contingente sistema ai meccanismi quali autorità e gerarchia, di per sé stessi biologicamente normali e socialmente funzionali (anzi necessari). Si confonde cioè superficialmente (mi verrebbe da dire “stupidamente”, ma non voglio offendere nessuno) tra lo strumento e chi lo adopera. Per carità, è psicologicamente comprensibilissimo, ma razionalmente rimane un errore.
Detto in altre parole e per farti capire che non siamo così in disaccordo (almeno su questo punto ): gli elementi necessari e sufficienti a motivare una ribellione ci sono tutti.
Ma non sono quelli alla base dell’atteggiamento che indico io: alla base di quest’ultimo c’è piuttosto la stessa spinta che sostenta il movimento consumistico in generale, cioè l’affermazione infantile del proprio ego che rifiuta ogni e qualunque limitazione a sé stesso (che si manifesta pari pari in certe convinzioni ideologiche che non sto qui a precisare meglio ).

Citazione:
In ogni caso, come dicevamo sin dall'inizio nessuno ti ha detto che non puoi avere certe impressioni, ma appunto:
1) dal momento che altri hanno impressioni diverse... perché non fai riferimento a fatti più concreti? Finora non mi pare tu l'abbia fatto malgrado gli inviti.

Franco8, ai miei occhi la cosa riveste una tale evidenza che non mi soffermo più sui singoli fatterelli; così all’impronta mi sovviene l’ultima che ho notato: la ribellione dei genitori di fronte alla, ragionevolissima, proposta di vietare l’uso dei cellulari in classe. Ma cose del genere non si contano più e sono osservabili a qualunque livello. Ad esempio io, pur da maschio con livelli ormonali nella norma , mi sono abbondantemente stufato di subire in ogni occasione l’osservazione obbligata delle mutande delle infinite sgallettate che circolano; non me ne importa una sega dal punto di vista morale, mi sembra semplicemente un’espressione di cattivo gusto e stupidità. Ma se si prova a dirlo, immediatamente partono le invocazioni alla “Libertà di Espressione dell’Individuo” con sullo sfondo il fantasma della “Violazione dei Diritti Umani”, delle dittature del XX° secolo e, perché no, anche dell’Imperatore dell’Universo. O no?
(E adesso, su questo passaggio, aspettiamo pazientemente qualche imprevedibile commento idiota da parte di qualche imprevedibile soggetto; chi sarà? )

Citazione:
2) Mi va bene la tua osservazione per come l'hai presentata adesso (nel senso una tua opinione, se vogliamo una tua osservazione anche se non la condivido non c'è molto da obiettare se non facendo presente altre idee) Ma in precedenza non l'avevi presentata in questi termini... ma piuttosto com evidente e innegabile fatto che solo per "accecamento ideologico" gli altri non vedevano... o almeno questo arrivava.

Molti, molti post fa ho scritto: “Per quanto riguarda il rifiuto dell'autorità è una mia (mia = soggettiva) valutazione.”; ma nel caso specifico tra “soggettivo” e “campato in aria” c’è parecchio divario.

Citazione:
La mia modesta e ristretta osservazione della realtà (soggettiva quanto vuoi) vede invece l'individuo sempre meno maturo e più "addomesticato". Incapace non solo di "ribellarsi" doveroso ma anche di "farsi carico" delle scelte che competono a tutti e a ciascuno.
Disinteresse per le "cose comuni", alimentato da chi le "cose comuni" le considera ormai "roba proria"...
Immaturo, per esempio star lì a chiedere, ad "elemosinare" aiuti, lavoro, dallo Stato o dall' Impresa... Ma chi alimenta questa "immaturità" Cui prodest?
Immaturo e utopistico, ad esempio, credere ad un lavoro che "realizzi la personalità di ciascuno". MA chi lo alimenta? Forse la scuola, i media ecc... (Ma non sono questi proprio derivazioni delle istituzioni autorevoli?) E allora... Cui prodest?

L’importante, per il momento, è concordare che tale immaturità ci sia; e fissare il concetto che “immaturità” e “consapevolezza” non possono accompagnarsi l’una all’altra, e che quindi il ribellismo corrente non é frutto di consapevolezza.

Citazione:
Esempio pratico : condominio. (Non so come va a voi, ma la mia impressione e questa)
Tutti o quasi sono lì a preoccuparsi se sono "in regola" o no coi pagamenti...
...Visi inespressivi davanti al "non è questo il problema!"
A nessuno o quasi viene in mente di andare a controllare puntualmente come vengono spesi i soldi... Tutti vogliono solo evitare "rogne".
Tutti lì ad aver bisogno di una "autorità" di cui potrebbero benissimo fare a meno.
Non sono (non siamo) capaci di autoorganizzarci...perché siamo immaturi...
Il riconoscere un'autorità rende forse più maturi? No affatto. Tutto il contrario.
Si demanda a qualcuno... Paghiamo.. pensa a tutto lui... Rende "efficiente" il tutto? Mah?!
Risultato: abbiamo il "professionista" dell'amministrazione del condominio pagato (non chissàchè, è vero, ma pur sempre spese evitabili - ma basterebbe organizzarsi un pochino... )

Ma non lo si fa; il fatto rimane questo.

Citazione:
"Assemblea permanete" sarebbe improponibile? E perché mai?
Ma è già così, almeno sulla carta,.. le decisioni le deve prendere l'assemblea (Ci sarebbe qualcosa da ridire sulla "plutocrazia"...) ma di fatto nel condominio, l'autorità , legalmente E' l'assemblea.
Da che derivano le difficoltà dell'assemblea? Ma dall'immaturità, ovviamente. No c'è nessun impedimento materiale, nè nessuna necessità di un amministratore esterno (potrebbe esser fatto a turno, o altro.. non è una cosa impossibile)

Tralasciando per il momento di insistere sull’improponibilità dell’assemblea permanente, ti quoto nuovamente sull’immaturità, ribadendo le considerazioni precedenti.

Citazione:
E analogamente abbiamo i "professionisti" della politica (funzionari di partito, rappresentanti del consiglio di quartiere, comune, provincia, regione, parlamento nazionale, parlamento europeo e chi più ne ha più ne metta...
risultato: più sei "rappresentato" e meno conti...

Lo stesso vale per la "complessità"... Il più delle volte non necessaria ma alimentata dai soliti interessi...

Franco8, però, non neghiamo l’evidenza: non ci sarà grande complessità a decidere il nuovo colore di un palazzo, ma gestire un contesto sociale complesso è un’altra storia, decisamente complessa.


Citazione:
Citazione:
Ma quello che io vedo (qui come altrove) non è un’analisi che genera un rifiuto razionale, ma un’emotività che ricerca una giustificazione a sé stessa tramite un’apparenza di analisi (che infatti rimane assai grossolana e manichea).


Puoi fare degli esempi?

Pike e Florizel.

Citazione:
Sulla "grossolanità", a volte, delle analisi, posso essere anche d'accordo (dopo tutto qualsiasi tentativo di dare una descrizione generale implica delle generalizzazioni e delle semplificazioni....)
Sulla emotività mi sembra di essere del tutto in disaccordo... Ovvero mi sembra una tua interpretazione. Diventa poi impossibile separare l'emotività, non si può metterla in soffitta o pretendere una asettica esposizione dei fatti. L'importante avere un certo grado di collegamento con la realtà.

E’ quello che dico anch’io. E’ una questione di misura. E in molti casi il collegamento con la realtà è molto labile e l’emotività assolutamente preponderante.

Citazione:
Non può, ad esempio, non suscitare un certo... non saprei . Questa tua:
Citazione:
L’accumulo di esperienza di una società, per il differente arco temporale come per l’ampiezza intrinseca, è naturalmente diverso e maggiore di quello possibile all’individuo; quando questo si affaccia nel contesto sociale lo fa nell’ambito di un processo già in corso da tempo di cui, ovviamente, non possiede gli estremi ed è quindi naturale e facilissimo che non capisca il senso delle regole esistenti, e che di conseguenza le possa percepire come “vessatorie” a prescindere dalla loro sensatezza.


una "società" (soggetto) (Eccolo di nuovo!) che accumula esperienza!?
Anche qui:
Citazione:
E’ un problema di crescita anche questo, solo del gruppo sociale anziché dell’individuo.

Citazione:
...il “ciclo vitale” delle società ..


Hai davanti quindi una specie di "super-organismo" in cui gli individui sono solo cellule... ?!
Non si può essere indifferenti a certe conclusioni (Vedi anche il post di Pausania)

Franco8, mannaggia! Come vedi ti rispondo con rispetto, però certe considerazioni...
Il soggetto rimane sempre l’uomo, per forza! Come potrebbe essere altrimenti?
Però alla mia osservazione
Citazione:
Ricordando che l’insieme non è uguale semplicemente alla somma dei suoi componenti: se così fosse, la questione sarebbe assai più semplice.

tu rispondi:
Citazione:
Assolutamente sì.

quindi tu stesso comprendi e confermi che in un certo senso (non alla lettera, si capisce; ma c’è bisogno di specificarlo, santo Dio?!?) si, la società è un organismo di cui gli individui sono “anche” (non “solo”!!!) le cellule. Che significa? Significa semplicemente che nel suo insieme la società possiede funzioni e processi che non sono presenti a livello del singolo (e viceversa).

Citazione:
Perché mai l'individuo non dovrebbe capire il senso delle regole esistenti?!
Se non le capiscono gli individui... Chi le capisce?
Voglio dire: il non capire pienamente il senso delle regole esistenti (che ripetiamo è cosa un po' diversa dal discorso "autorità") deve essere l' eccezione non la regola, il transitorio non la condizione stabile.

Franco8, la trasmissione di regole che riguardano la sfera dei rapporti umani non è esattamente come il manualetto tecnico di una lavatrice, ma è cosa un pizzico più complessa.
Ma è davvero necessario chiarire concetti del genere? E, scusami tanto, tu davvero sei convinto che tutti possano comprendere allo stesso modo?

Citazione:
Citazione:
Si. In teoria e se tutto va bene. Il dato però rilevato da moltissimi osservatori competenti (psicologi e sociologi innanzitutto, mica un Prealbe qualsiasi) è che nella nostra area culturale la fase adolescenziale si sta prolungando sempre di più fino ad invadere abbondantemente quella che in precedenza era l’età adulta. In realtà gli anagraficamente adulti contemporanei sono perlopiù ragazzoni smarriti e assolutamente privi di quelle caratteristiche di consapevolezza e affermatività che sarebbero gli attributi della fase adulta. Si può quindi ben dire che spessissimo gli mancano gli attributi.


E agli osservatori competenti risulta un generalizzato rifiuto delle autorità? E quando pongono questo "rifiuto"? Quando chiedono il "reddito di cittadinanza"? Oppure chi... gli ambiziosi in carriera?
Che genere di ribellioni? Cose come il movimento No-TAV?!
Poi, comunque, se i gli osservatori competenti sono gli stessi che dicono "i trentenni non vogliono andarsene di casa"... io qualche dubbio l'avrei... perchè a me pare più che sensato immagginare che il dato non sia che "non se vogliono andare", ma il più delle volte con non possono andarsene (In ipotesi cioè, per una serie di motivi, cioè, la situazione è vissuta come una necessita e non come una scelta "libera").

Gli anagraficamente adulti contemporanei sono per lo più ragazzoni smarriti...? Già ma, ammesso che sia vero e completo.. Perché accadrebbe ciò? Siamo nel campo delle interpretazioni dei fatti, naturalmente, ma non è forse in gran parte colpa proprio dell'indottrinamento subito, dal sistema di valori creato da scuola, televisioni ecc.. ovvero dalle autorità?

Da queste autorità.

Citazione:
Ma appunto gli "attributi" servono per assumersi le proprie responsabilità, compreso il ribellarsi quando serve, non certo per accettare una qualsiasi autorità di cui non si comprende l'utilità (o, meglio, la si comprende bene, purtroppo).

"ribellarsi responsabilemente" vuol dire saper rifiutare gli svantaggi e i vantaggi... costruire l'indipendenza...

Come sopra: “immaturità” e “ribellione responsabile” non vanno d’accordo.

Citazione:
Ma, infatti, il punto è questo : sei tu che la fai troppo semplice!

E non direi proprio.


Prealbe
Inviato il: 11/5/2007 1:21
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  •  franco8
      franco8
Re: Il rifiuto dell’autorità
#551
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

Forse metti insieme i fatti e interpretazioni dei fatti.
Si. In effetti usa così, nelle discussioni.

Beh .. Intendevo dire: Perchè non provi allora a separare le due cose prima della discussione, almeno dentro di te?
Citazione:

L’importante, per il momento, è concordare che tale immaturità ci sia; e fissare il concetto che “immaturità” e “consapevolezza” non possono accompagnarsi l’una all’altra, e che quindi il ribellismo corrente non é frutto di consapevolezza.

L'immaturità generalizzata la vedo. Non vedo molto "ribellismo" (irresponsabile o responsabile che sia).
Io vedo al contrario un generalizzata e spesso immotivata incapacità di "fare a meno" di una autorità esterna... (o modelli di riferimento.. quello che vuoi) , incapacità di pensare con la propria testa.
Il ribellismo che c'è, poi, sarà, frutto di un complesso di fattori... non mi pare tu possa generalizzare in questi termini.
Citazione:

.. Perché accadrebbe ciò? Siamo nel campo delle interpretazioni dei fatti, naturalmente, ma non è forse in gran parte colpa proprio dell'indottrinamento subito, dal sistema di valori creato da scuola, televisioni ecc.. ovvero dalle autorità?

Da queste autorità.

E' vero.
Ma come sarebbero fatte le altre ipotetiche autorità che non fanno propaganda per giustificare e rafforzare sè stesse?
Citazione:
...mi sovviene l’ultima che ho notato: la ribellione dei genitori di fronte alla, ragionevolissima, proposta di vietare l’uso dei cellulari in classe. Ma cose del genere non si contano più e sono osservabili a qualunque livello. Ad esempio io, pur da maschio con livelli ormonali nella norma , mi sono abbondantemente stufato di subire in ogni occasione l’osservazione obbligata delle mutande delle infinite sgallettate che circolano; non me ne importa una sega dal punto di vista morale, mi sembra semplicemente un’espressione di cattivo gusto e stupidità. Ma se si prova a dirlo, immediatamente partono le invocazioni alla “Libertà di Espressione dell’Individuo” con sullo sfondo il fantasma della “Violazione dei Diritti Umani”, delle dittature del XX° secolo e, perché no, anche dell’Imperatore dell’Universo. O no?

Ma è "ribellismo"? A me pare piuttosto.. come dire... l'adeguarsi a modelli, è il bisogno di rispondere ad "altre" autorità...
conformismo alla stato puro (Vabbè, lasciami passare l'espressione esagerata.. non sarà esattamente così ma è per dare l'idea)
Francamente...(punti di vista) non ci vedo il "rifiuto dell'autorità" come concetto... L'immaturità sì, ma non il ribellismo...
E' , quello che a cui ti riferisci, un richiamarsi ad un concetto "vuoto" di libertà... è libertà solo di nome...
Citazione:

Franco8, la trasmissione di regole che riguardano la sfera dei rapporti umani non è esattamente come il manualetto tecnico di una lavatrice, ma è cosa un pizzico più complessa.

Claro che sì
Citazione:

Ma è davvero necessario chiarire concetti del genere?

E perché no?
Citazione:

E, scusami tanto, tu davvero sei convinto che tutti possano comprendere allo stesso modo?

Ebbene sì .. ho provato a spiegarlo nei due precedenti...
Tutti (a meno di deficienze congenite o altro, e una volta raggiunta un certa "maturità minima") possono comprendere allo stesso modo (potenzialmente) quel che è necessario comprendere. E questo per me vale fino a prova contraria... (E questo non vuol dire che siamo tutti uguali ci sarà chi capisce prima e più degli altri... ma non vuol dire che non tutti possono e debbono capire i fondamenti del funzionamento...)
Sono accidenti o altro che impediscono questa comprensione...
Viceversa lo stabilire in partenza (a livello di regole) che una certa notevole percentuale (la base della piramide) è destinata a non capire e a subire.. diventa causa del fatto che questi non arriveranno mai a capire...
Il punto è: Quanti pensi dovrebbero "comprendere" .. che percentuale?
Citazione:

Franco8, mannaggia! Come vedi ti rispondo con rispetto, però certe considerazioni...
Il soggetto rimane sempre l’uomo, per forza! Come potrebbe essere altrimenti?

Che te devo di'... già gli hai tolto la libertà... gli togli pure la comprensione delle regole... che gli rimane?
Citazione:

Significa semplicemente che nel suo insieme la società possiede funzioni e processi che non sono presenti a livello del singolo (e viceversa).

D'accordo. Ma appunto, bisogna veder ciò cosa comporta... O si fanno dei distinguo importanti... oppure certe conclusioni sono davvero inquietanti....
Citazione:

Come sopra: “immaturità” e “ribellione responsabile” non vanno d’accordo.

a rigori sì. Ma, a parte il fatto che non vedo la ribellione... come nello sviluppo di ogni persona adulta, la fase adolescenziale "ribelle" è una tappaper la maturità. La speranza è che una fase di "ribellione poco responsabile" possa essere la strada per una fase più matura e consapevole...
Citazione:

-citazione-
Ma, infatti, il punto è questo : sei tu che la fai troppo semplice!
E non direi proprio.

Vabbè... era una battuta.
Citazione:

Puoi fare degli esempi?
Pike e Florizel

Vabbè.. s'era capito! Ma intendevo qualcosa di più (come dire?) "circostanziato"...
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#552
Mi sento vacillare
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Franco8
Citazione:
Citazione:
L’importante, per il momento, è concordare che tale immaturità ci sia; e fissare il concetto che “immaturità” e “consapevolezza” non possono accompagnarsi l’una all’altra, e che quindi il ribellismo corrente non é frutto di consapevolezza.

L'immaturità generalizzata la vedo. Non vedo molto "ribellismo" (irresponsabile o responsabile che sia).
Io vedo al contrario un generalizzata e spesso immotivata incapacità di "fare a meno" di una autorità esterna...
Il ribellismo che c'è, poi, sarà, frutto di un complesso di fattori... non mi pare tu possa generalizzare in questi termini.

Boh! Avanza tu qualche spiegazione alternativa.

Citazione:
Citazione:
Citazione:
.. Perché accadrebbe ciò? Siamo nel campo delle interpretazioni dei fatti, naturalmente, ma non è forse in gran parte colpa proprio dell'indottrinamento subito, dal sistema di valori creato da scuola, televisioni ecc.. ovvero dalle autorità?

Da queste autorità.

E' vero.
Ma come sarebbero fatte le altre ipotetiche autorità che non fanno propaganda per giustificare e rafforzare sè stesse?

Intanto questa tua stessa domanda presuppone la malafede implicita da parte di qualunque autorità, cioè dai per scontato che chiunque rivesta l’autorità sia necessariamente truffaldino.
Vorrei sapere cosa pensi di ciò che ho scritto qualche post fa sullo “specchiamento”.

Citazione:
Citazione:
...mi sovviene l’ultima che ho notato: la ribellione dei genitori di fronte alla, ragionevolissima, proposta di vietare l’uso dei cellulari in classe. Ma cose del genere non si contano più e sono osservabili a qualunque livello. Ad esempio io, pur da maschio con livelli ormonali nella norma , mi sono abbondantemente stufato di subire in ogni occasione l’osservazione obbligata delle mutande delle infinite sgallettate che circolano; non me ne importa una sega dal punto di vista morale, mi sembra semplicemente un’espressione di cattivo gusto e stupidità. Ma se si prova a dirlo, immediatamente partono le invocazioni alla “Libertà di Espressione dell’Individuo” con sullo sfondo il fantasma della “Violazione dei Diritti Umani”, delle dittature del XX° secolo e, perché no, anche dell’Imperatore dell’Universo. O no?

Ma è "ribellismo"? A me pare piuttosto.. come dire... l'adeguarsi a modelli, è il bisogno di rispondere ad "altre" autorità...
conformismo alla stato puro (Vabbè, lasciami passare l'espressione esagerata.. non sarà esattamente così ma è per dare l'idea)
Francamente...(punti di vista) non ci vedo il "rifiuto dell'autorità" come concetto... L'immaturità sì, ma non il ribellismo...

E’ tutte e due le cose. Adesso ti rivelo un segreto: anche il “ribellismo” può essere adottato per conformismo. Come i pantaloni a vita bassa, i tatuaggi, il piercing. O come (spessissimo) le ideologie. O come il rifiuto dell’autorità.

Citazione:
E' , quello che a cui ti riferisci, un richiamarsi ad un concetto "vuoto" di libertà... è libertà solo di nome...

Esatto!!! E non è il solo. Guarda, Franco8, tu me ne chiedi tante di precisazioni; adesso te ne chiedo una io: precisami (dettagliatamente ) il tuo concetto di libertà.

Citazione:
Citazione:
Franco8, la trasmissione di regole che riguardano la sfera dei rapporti umani non è esattamente come il manualetto tecnico di una lavatrice, ma è cosa un pizzico più complessa.

Claro che sì

Allora ne siamo convinti in due.

Citazione:
Citazione:
Ma è davvero necessario chiarire concetti del genere?

E perché no?

Ritiro la domanda.

Citazione:
Citazione:
E, scusami tanto, tu davvero sei convinto che tutti possano comprendere allo stesso modo?

Ebbene sì .. ho provato a spiegarlo nei due precedenti...
Tutti (a meno di deficienze congenite o altro, e una volta raggiunta un certa "maturità minima") possono comprendere allo stesso modo (potenzialmente) quel che è necessario comprendere. E questo per me vale fino a prova contraria... (E questo non vuol dire che siamo tutti uguali ci sarà chi capisce prima e più degli altri... ma non vuol dire che non tutti possono e debbono capire i fondamenti del funzionamento...)

Franco8, però...
...anche volendo prendere per buono quello che dici, significa che, seppure a parità di potenzialità di ognuno, in ogni dato momento si avrà - per diversità di velocità oltre che di età ed esperienza - una disomogeneità costante (nel senso che sarà sempre presente) di comprensione - cioè di consapevolezza, cioè di “maturità sociale” - da parte dei componenti il gruppo sociale, e che quindi sussiste perfettamente il presupposto della differenziazione di responsabilità (in proporzione alla maturità) e quindi ecco a Voi la... (rullo di tamburi) “piramide sociale”.
Quod erat demonstrandum.

Citazione:
Sono accidenti o altro che impediscono questa comprensione...
Viceversa lo stabilire in partenza (a livello di regole) che una certa notevole percentuale (la base della piramide) è destinata a non capire e a subire.. diventa causa del fatto che questi non arriveranno mai a capire...
Il punto è: Quanti pensi dovrebbero "comprendere" .. che percentuale?

Esattamente lo 0,00000001667%, naturalmente! Non di più! Cioè 1 su 6 miliardi, cioè IO, unico e solo futuro Imperatore dell’Universo! Orsù, adoratemi, SCHIAVI!!!
A Franco8, macchennesò! Sarei ben contento se fosse una percentuale elevatissima. La totalità, comunque lo escludo.

Citazione:
Citazione:
Franco8, mannaggia! Come vedi ti rispondo con rispetto, però certe considerazioni...
Il soggetto rimane sempre l’uomo, per forza! Come potrebbe essere altrimenti?

Che te devo di'... già gli hai tolto la libertà... gli togli pure la comprensione delle regole... che gli rimane?

Intanto IO non gli ho tolto nessuna libertà ; è il contesto di interazione che di per sé stesso comporta delle limitazioni reciproche. Ma questo è un tributo che si paga per soddisfare il proprio bisogno di socialità e come il perseguimento di qualunque altro vantaggio, è soggetto ad una valutazione del rapporto costi-benefici.
In secundis, anche la comprensione delle regole da parte dei singoli non ricade sotto la mia discrezionalità ; intelligenza e stupidità esistono e continueranno ad esistere a prescindere da qualunque formula si ritenga di adottare per regolare (o non regolare) la comunità, e io temo di potere influire ben poco; comunque, mi auguro di stare lavorando nella direzione dell’intelligenza.

Citazione:
Citazione:
Significa semplicemente che nel suo insieme la società possiede funzioni e processi che non sono presenti a livello del singolo (e viceversa).

D'accordo. Ma appunto, bisogna veder ciò cosa comporta... O si fanno dei distinguo importanti... oppure certe conclusioni sono davvero inquietanti....

Sono certamente “inquietanti” se automaticamente ci si appiccicano connotazioni inquietanti...

Citazione:
Citazione:
Come sopra: “immaturità” e “ribellione responsabile” non vanno d’accordo.

a rigori sì. Ma, a parte il fatto che non vedo la ribellione... come nello sviluppo di ogni persona adulta, la fase adolescenziale "ribelle" è una tappa per la maturità. La speranza è che una fase di "ribellione poco responsabile" possa essere la strada per una fase più matura e consapevole...

Se parliamo di “speranza” va bene tutto, però (e mi pare che tu te ne accorga benissimo) la situazione non sembra promettere bene per niente. E io aggiungo che finché non si imparerà a rilevare correttamente i problemi veri anziché quelli fittizi non si arriverà da nessuna parte e anzi si rimane funzionali al mantenimento dello status quo.

Citazione:
Citazione:
Citazione:
Ma, infatti, il punto è questo : sei tu che la fai troppo semplice!

E non direi proprio.

Vabbè... era una battuta.

Franco8, stai migliorando.
Ti interessa un posto da vice Imperatore dell’Universo?

Citazione:
Citazione:
Citazione:
Puoi fare degli esempi?

Pike e Florizel

Vabbè.. s'era capito! Ma intendevo qualcosa di più (come dire?) "circostanziato"...

Sono circostanziatissimi. Leggiti qualche loro post in questo 3D. Vanno bene quasi tutti.
Comunque poi te ne indicherò qualcuno specifico.


Prealbe


P.S. Hai notato? Siamo tornati padroni assoluti del 3D.
Inviato il: 11/5/2007 20:09
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  •  NERONE
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#553
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.S. Hai notato? Siamo tornati padroni assoluti del 3D.

Caro Prealbe, può diventare "antipatico" doverti dare sempre ragione.
Quello che se mai è "soprendente" è la latitanza di chi con tanta veemenza ostaggiava il tuo pensiero. Io mi limito oramai a leggerti e devo dire che apprezzo e non poco la partecipazione di franco8, che è degna di rispetto , se non altro per l'onestà di proseguire il confronto di idee.
Per chi ha osteggiato e si è poi defilato, posso solo dire che è arduo combattere la logica della realtà con i proclami del surreale in cui il rifiuto del reale ha relegato la responsbilità del vivere.
So che non è popolare quello che ho detto. ma oramai è diventato anticonformista solo chi ha una visione reale della realta'.
I veri conformisti sono quelli che si ribellano (magari dietro ad un PC) ma poi....come è che vivono la loro vita ?

ciao Prealbe, è stato un onore parlare con te
Inviato il: 11/5/2007 21:19
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#554
Sono certo di non sapere
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> "Hai notato? Siamo tornati padroni assoluti del 3D."

> "Caro Prealbe, può diventare "antipatico" doverti dare sempre ragione."
Inviato il: 11/5/2007 22:45
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  •  NERONE
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#555
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intelligenza e stupidità esistono e continueranno ad esistere a prescindere da qualunque formula si ritenga di adottare per regolare (o non regolare) la comunità,



eh si.....è fin troppo evidente
Inviato il: 11/5/2007 22:50
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  •  prealbe
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#556
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Paxtibi, questa non era male!

Ti offro una birra.


Prealbe
Inviato il: 11/5/2007 22:50
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Il rifiuto dell’autorità
#557
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troppo buono Pax,vediamo se me la offrono anche a me la birra!
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 13/5/2007 10:05
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  •  florizel
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#558
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prealbeCitazione:
Ma quello che io vedo (qui come altrove) non è un’analisi che genera un rifiuto razionale, ma un’emotività che ricerca una giustificazione a sé stessa tramite un’apparenza di analisi (che infatti rimane assai grossolana e manichea).


NERONECitazione:
Quello che se mai è "soprendente" è la latitanza di chi con tanta veemenza ostaggiava il tuo pensiero. (...)

Pensiero...?
Citazione:
Per chi ha osteggiato e si è poi defilato, posso solo dire che è arduo combattere la logica della realtà con i proclami del surreale in cui il rifiuto del reale ha relegato la responsbilità del vivere.

"Logica"?!
Citazione:
I veri conformisti sono quelli che si ribellano (magari dietro ad un PC) ma poi....come è che vivono la loro vita ?

Ora verrebba da dire: ma te, che cazzo ne sai?
Citazione:
ciao Prealbe, è stato un onore parlare con te

"Baciamo le mani".
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 14/5/2007 2:22
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  •  NERONE
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#559
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Ora verrebba da dire: ma te, che cazzo ne sai?


Ma si dai..... è stato un onore anche parlare con te.
Inviato il: 14/5/2007 7:46
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  •  prealbe
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#560
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Mi sembra che sia opportuno in attesa del prossimo post IT.





Prealbe
Inviato il: 14/5/2007 21:59
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  •  NERONE
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#561
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inizio OT


un intervallo senza pecore NON è un intervallo degno del nome


fine OT
Inviato il: 14/5/2007 22:28
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  •  florizel
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#562
Sono certo di non sapere
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Citazione:
è stato un onore anche parlare con te.

Riserva questo tipo di convenevoli alle "autorità", che sembra gratificarti di più.
Citazione:
un intervallo senza pecore NON è un intervallo degno del nome

Si suppone, quindi, che ora il thread debba popolarsi di tutti i grandi estimatori del Potere e di quanti sostengono la naturale propensione umana all'obbedienza all'autorità.
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Inviato il: 15/5/2007 0:27
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  •  NERONE
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#563
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Come a volte le pecore hanno il pelo del lupo! basta una piccola esca!
Ahhhh la tentazione, che brutta bestia....puo' far scoprire il vero pelo.
Inviato il: 15/5/2007 0:35
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  •  florizel
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#564
Sono certo di non sapere
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Eh?

Stupisce come si stia scambiando LC per un sito incline ad un divertissement a metà strada tra il bar sotto casa ed i circoletti "intellettuali", in barba agli innumerevoli tentativi di rendere noto che qui si cerca di produrre un minimo di informazione, possibilmente basata su confronti franchi, esenti da metaforiche allusioni e gare a chi riesce a tendere "tranelli" e trabochetti in cui far "cadere" gli utenti.

Non è questo il luogo preposto a tali giochini, NERONE.
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Inviato il: 15/5/2007 1:41
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  •  NERONE
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#565
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Dai Florizel, lo sai bene che questo 3D non è di –informazione- , ma piuttosto di –opinione- e si sai anche che le opinioni non possono essere uniformi : ognuno ha la sua.
Quando si dibatte di un argomento come questo, a metà strada tra il filosofico ed il sociologico , puo’ capitare che si vada OT, poiche’ è facile percorrere altre vie, perche' è evidente che non solo le opinioni non sono universali, ma anche il pensiero di ciascuno non è statico. Anche un filo di ironia, ogni tanto non guasta, tanto per non rendere il tutto "troppo pesante".
La mia non era “un’esca” come l’hai intesa tu, ma una “provocazione”. Certo che quando si è prodighi nel dispensare provocazioni, poi non ci si puo’ impennare se se ne riceve una.
Ma tu, stranamente, con questo commento hai riportato il 3D clamorosamente, dopo un po’ di frizzi e lazzi, IT.
Infatti il tuo è un richiamo alle regole del sito.
Inviato il: 15/5/2007 7:20
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  •  franco8
      franco8
Re: Il rifiuto dell’autorità
#566
Dubito ormai di tutto
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prealbeCitazione:

Boh! Avanza tu qualche spiegazione alternativa.

Posto che siamo d'accordo sul fatto che le cose sono sicuramente più complicate di quel che possiamo analizzare o descrivere qui..
Mi pare di aver già provato a dare qualche spiegazione (senza nessuna pretesa, ovviamente):
L'immaturità generalizzata è alimentata dall'autorità stessa...

Comunque, non ho bisogno, o se preferisci, penso di non aver bisogno, di spiegazioni alternative per dire che la tua generalizzazione cui mi riferisco (ammesso che ci siamo compresi) non è valida.
Ovvero tu dici:
“immaturità” e “consapevolezza” non possono accompagnarsi l’una all’altra, e che quindi il ribellismo corrente non é frutto di consapevolezza. .
A pate il fatto che, torno a dire, sul "ribellismo corrente" non abbiamo convenuto... Gli esempi che hai portato (mi fa piacere che concordi in parte sul punto) son in gran parte frutto di conformismo.
E allora.. si potrebbe dire : "conformismo" e "ribellismo" non possono accompagnarsi l'un l'altro... quindi...

p.Citazione:

-citazione-Citazione:

E' , quello che a cui ti riferisci, un richiamarsi ad un concetto "vuoto" di libertà... è libertà solo di nome...

Esatto!!! E non è il solo. Guarda, Franco8, tu me ne chiedi tante di precisazioni; adesso te ne chiedo una io: precisami (dettagliatamente ) il tuo concetto di libertà.

tempo addietro avevo fatto riferimento alla definizione del dizionario...
Non mi pare molto utile al comunicare che ciascuno attribuisca un suo personale significato ai termini...
Tra l'altro... nel caso specifico, mi pare ovvio che un scelta "conformista" non può dirsi pienamente "libera" (ovvero consapevole e autonoma)...

p.Citazione:

..questa tua stessa domanda presuppone la malafede implicita da parte di qualunque autorità, cioè dai per scontato che chiunque rivesta l’autorità sia necessariamente truffaldino.

Un tuo punto di vista estremamente soggettivo.
Una qualunque autorità che riveste un ruolo di cui si potrebbe benissimo fare a meno (dall'amministratore di condomino alla schiera di "rappresentati" cui facevo cenno prima) ha una componente, nei fatti, "truffaldina" (anche se naturalmente il termine è troppo pesante se riferita al caso) ... Per dare l'idea: è la creazione di bisogni fittizi: sarà pure onesto e in buona fede chi la "riveste" quell'auotorità, ma nei fatti priva la comunità di qualcosa, e ricavando principalemte qualcosa di utile a giustificare il proprio ruolo ...
Non credo quindi sia un "presupposto" o un pregiudizio...
(Comunque in questo modo hai evitato la domanda, mi pare...)

p.Citazione:

...anche il “ribellismo” può essere adottato per conformismo. Come i pantaloni a vita bassa, i tatuaggi, il piercing. O come (spessissimo) le ideologie. O come il rifiuto dell’autorità.

Personamente non mi quadra... perché il conformismo in questo caso rifiuta una autorità per far riferimento ad un'altra... ( o se vuoi a dei "modelli" auotorevoli) Quindi sul rifiuto della "idea" o del "concetto" di autorità... non ci siamo proprio. (Come sopra)

p.Citazione:

...presupposto della differenziazione di responsabilità (in proporzione alla maturità) e quindi ecco a Voi la... (rullo di tamburi) “piramide sociale”.
Quod erat demonstrandum.

Scusa ma non la considero molto seria come risposta.
La "piramide sociale" vien fuori solo se "qualcuno" decide di stabilire se e quanto "meritano" (o sono "maturi") gli altri...
Non c'è, non esiste fino a prova contraria, un "in proporzione alla maturità" perché non c'è una "misura della maturità"... ma una persona è matura. (Punto)...
(vedi definizione di maturità)
Così come non c'è una reale (o anche solo lontanamente "oggettiva" ) misura di "intelligenza e stupidità"..
Anzi, non c'è nemmeno una definizione unica dell'intelligenza... è un numeroso insieme di capacità ...
p.Citazione:

...La totalità, comunque lo escludo.

Non vorrei ripetere quello che ho scritto nel precedente...
Mi pareva abbastanza chiaro
Tutti (a meno di deficienze congenite o altro, e una volta raggiunta un certa "maturità minima") possono comprendere allo stesso modo (potenzialmente) quel che è necessario comprendere. E questo per me vale fino a prova contraria...
Non significa che siamo tutti uguali o fatti con lo stampo, ma che:
Il fatto che uno sia più intelligente di un'altro non significa assolutamente nulla di quello che sembri dedurre tu. Non rende l'altro "meno maturo". Non dà (non gustifica teoricamente) nessun potere dell'uno sull'altro. Non giustifica teoricamente le "piramidi sociali" anche se (per assurdo) fossero basato su tali valori di maturità e intelligenza...
Pure avevo scritto:
Perché mai l'individuo non dovrebbe capire il senso delle regole esistenti?! Se non le capiscono gli individui... Chi le capisce?
...il non capire pienamente il senso delle regole esistenti deve essere l' eccezione non la regola, il transitorio non la condizione stabile.


p.Citazione:

Intanto IO non gli ho tolto nessuna libertà ; è il contesto di interazione che di per sé stesso comporta delle limitazioni reciproche. Ma questo è un tributo che si paga per soddisfare il proprio bisogno di socialità e come il perseguimento di qualunque altro vantaggio, è soggetto ad una valutazione del rapporto costi-benefici.

Non ti seguo. Limitazioni vuol dire zero libertà?
/punto non secondario, poi, è che, dal complesso di cose che hai detto le limitazioni non risulterebbero affatto reciproche ...


Citazione:

In secundis, anche la comprensione delle regole da parte dei singoli non ricade sotto la mia discrezionalità ; intelligenza e stupidità esistono e continueranno ad esistere a prescindere da qualunque formula si ritenga di adottare per regolare (o non regolare) la comunità, e io temo di potere influire ben poco; comunque, mi auguro di stare lavorando nella direzione dell’intelligenza.

Intelligenza e stupidità che (possiamo pensarla diversamente ma) NON E' MISURABILE.
La discrezionalità insidiosa sta nel volerla misurare e di voler far derivare qualcosa da questa improbabile misura.

p.Citazione:

-citazione-Citazione:

-citazione-Citazione:

Significa semplicemente che nel suo insieme la società possiede funzioni e processi che non sono presenti a livello del singolo (e viceversa).

D'accordo. Ma appunto, bisogna veder ciò cosa comporta... O si fanno dei distinguo importanti... oppure certe conclusioni sono davvero inquietanti....

Sono certamente “inquietanti” se automaticamente ci si appiccicano connotazioni inquietanti...

..ergo sono e restano inquietanti... e parecchio.
----------------
NERONECitazione:

La mia non era “un’esca” come l’hai intesa tu, ma una “provocazione”.
Cambia molto la cosa?

NERONECitazione:

Infatti il tuo è un richiamo alle regole del sito.

... o alla maturità? (di cui sopra)
_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 15/5/2007 10:15
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  •  florizel
      florizel
Re: Il rifiuto dell’autorità
#567
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Dai Florizel, lo sai bene che questo 3D non è di –informazione- , ma piuttosto di –opinione- e si sai anche che le opinioni non possono essere uniformi : ognuno ha la sua.

E chissà poi perchè molti si lamentano sostenendo che "qui" vigerebbe una linea unica di pensiero.
Citazione:
Anche un filo di ironia, ogni tanto non guasta, tanto per non rendere il tutto "troppo pesante".

Quindi, tu definisci "ironia" la provocazione, ammesso che essa abbia raggiunto il suo puerile scopo.
E stai implicitamente affermando che io ne starei lanciando. Bene, ne prendo atto.
Citazione:
Infatti il tuo è un richiamo alle regole del sito.

Il mio, come ha già affermato franco8, è un richiamo al tuo senso di responsabilità e alla tua capacità di relazionarti agli utenti senza doverti tirare addosso eventuali richiami. Ma, si sa, sono gli irresponsabili ad esigere e giustificare l'intervento dell'autorità e del potere. In genere, socialmente e politicamente parlando, sono i viziosi comportamenti "truffaldinalmente" complici e funzionali al "potere" ad assicurarne l'intervento, anche su chi non merita di subirlo.
_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 15/5/2007 12:29
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#568
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Guarda, Franco8, mi sa che mi piacciono solo i tuoi post dispari. Questo doveva essere pari.

Citazione:
prealbeCitazione:
Boh! Avanza tu qualche spiegazione alternativa.

Posto che siamo d'accordo sul fatto che le cose sono sicuramente più complicate di quel che possiamo analizzare o descrivere qui..
Mi pare di aver già provato a dare qualche spiegazione (senza nessuna pretesa, ovviamente):
L'immaturità generalizzata è alimentata dall'autorità stessa...

Comunque, non ho bisogno, o se preferisci, penso di non aver bisogno, di spiegazioni alternative per dire che la tua generalizzazione cui mi riferisco (ammesso che ci siamo compresi) non è valida.
Ovvero tu dici:
“immaturità” e “consapevolezza” non possono accompagnarsi l’una all’altra, e che quindi il ribellismo corrente non é frutto di consapevolezza. .
A parte il fatto che, torno a dire, sul "ribellismo corrente" non abbiamo convenuto... Gli esempi che hai portato (mi fa piacere che concordi in parte sul punto) sono in gran parte frutto di conformismo.
E allora.. si potrebbe dire : "conformismo" e "ribellismo" non possono accompagnarsi l'un l'altro... quindi...

Si potrebbe dire. Ma sarebbe sbagliato. Lo spiego un po’ più sotto.

Citazione:
Citazione:
Citazione:
E' , quello che a cui ti riferisci, un richiamarsi ad un concetto "vuoto" di libertà... è libertà solo di nome...

Esatto!!! E non è il solo. Guarda, Franco8, tu me ne chiedi tante di precisazioni; adesso te ne chiedo una io: precisami (dettagliatamente ) il tuo concetto di libertà.

tempo addietro avevo fatto riferimento alla definizione del dizionario...
Non mi pare molto utile al comunicare che ciascuno attribuisca un suo personale significato ai termini...

Auspichi l’oggettività del linguaggio? Eh, magari! Ma naturalmente il linguaggio non è oggettivo, Franco8, lo sai da te. Per cui, precisare il senso che tu dai al termine ‘libertà’ (termine per di più astratto e quindi ancora maggiormente interpretabile soggettivamente) sarebbe esattamente utile al comunicare.

Se invece intendi attenerti strettamente alla “definizione del dizionario”, abbiamo già visto - qualche centinaio di post fa - che “libertà” (“piena autonomia di pensiero e azione”, mi pare, in base al dizionario) e “interazione” (implicita nel contesto sociale) sono mutuamente esclusivi.

Citazione:
Tra l'altro... nel caso specifico, mi pare ovvio che un scelta "conformista" non può dirsi pienamente "libera" (ovvero consapevole e autonoma)...

Per quanto esposto poco fa, “pienamente libera” è espressione priva di senso reale; se ti degnassi viceversa di relativizzare (calandola nel concreto) la definizione di “libertà” si potrebbe invece forse valutare diversamente ciò che dici.

In mancanza, l’utilizzo in ciò che scrivi del termine “libertà”, a qualunque titolo (se non per negarne l’applicabilità) e coniugato in qualsiasi forma, ne invalida automaticamente il valore come argomentazione.

Citazione:
Citazione:
...questa tua stessa domanda presuppone la malafede implicita da parte di qualunque autorità, cioè dai per scontato che chiunque rivesta l’autorità sia necessariamente truffaldino.

Un tuo punto di vista estremamente soggettivo.
Una qualunque autorità che riveste un ruolo di cui si potrebbe benissimo fare a meno (dall'amministratore di condomino alla schiera di "rappresentati" cui facevo cenno prima) ha una componente, nei fatti, "truffaldina" (anche se naturalmente il termine è troppo pesante se riferita al caso) ... Per dare l'idea: è la creazione di bisogni fittizi: sarà pure onesto e in buona fede chi la "riveste" quell'autorità, ma nei fatti priva la comunità di qualcosa, e ricavando principalmente qualcosa di utile a giustificare il proprio ruolo ...
Non credo quindi sia un "presupposto"...
(Comunque in questo modo hai evitato la domanda, mi pare...)

Alt! Fermi tutti! Cancelliere, scriva: “Alle ore 10.15 del 15 maggio 2007 il signor Franco8 qui convenuto ha positivamente riconosciuto che chi riveste l’autorità può essere onesto e in buona fede.”. Sia messo definitivamente agli atti!
(Franco8, questa il comitato ideologico - che naturalmente NON esiste - non te la perdona di sicuro; hai voglia a fare pubblica autocritica!
Vado un attimo a mettere in fresco lo champagne; torno subito.)

Eccomi qui. Veniamo al merito del resto che hai scritto.

Quand’anche fosse che la funzione di una specifica autorità potrebbe essere tecnicamente svolta da chi le è soggetto, rimane però tutto da dimostrare che costoro ne abbiano anche l’attitudine e/o la volontà; mantenendo l’esempio del condominio, non è affatto detto - e nei fatti è vero il contrario nella stragrande maggioranza dei casi - che i condomini (dati tutti per capaci, cosa da dimostrare) aspirino e vogliano fare da soli anziché affidarsi all’amministratore. In tutti i casi in cui ciò non sia, capisci da te che il bisogno che la figura dell’amministratore soddisfa, ancorché - diciamo - “psicologico” più che “tecnico”,non è né fittizio né tantomeno creato dall’amministratore.
Ciò risponde alla tua osservazione originale che era:
Citazione:
Ma come sarebbero fatte le altre ipotetiche autorità che non fanno propaganda per giustificare e rafforzare sè stesse?

In soldoni: se l’autorità soddisfa, onestamente e in buona fede (sufficientemente, non assolutamente; continuiamo a lasciare da parte il fatato mondo di Walt Disney), dei bisogni esistenti non ha bisogno di fare nessuna propaganda per giustificarsi e rafforzarsi.

Citazione:
Citazione:
...anche il “ribellismo” può essere adottato per conformismo. Come i pantaloni a vita bassa, i tatuaggi, il piercing. O come (spessissimo) le ideologie. O come il rifiuto dell’autorità.

Personalmente non mi quadra... perché il conformismo in questo caso rifiuta una autorità per far riferimento ad un'altra... ( o se vuoi a dei "modelli" autorevoli) Quindi sul rifiuto della "idea" o del "concetto" di autorità... non ci siamo proprio. (Come sopra)

Franco8, cercherò di esplicitare un concetto che mi pare ti sia particolarmente oscuro: le idee con cui intellettualmente spesso ci si balocca non hanno necessariamente una corrispondenza nel reale. Si può pensare di sé stessi le cose più fantasiose e mirabolanti ed essere invece tutt’altra cosa. Cerchiamo di acquisire questo elementare concetto; è psicologia di base. Visto che ti interessi di esperimenti in campo psicologico, penso tu possa facilmente verificare quanto dico, e anzi ti invito a farlo.

Ne discende che “sentirsi ribelli” (aborrendo l’autorità) non significa esserlo. Così come “zoccoleggiare” nell’abbigliamento non significa essere Messalina. Quindi “ribellismo” e “conformismo” possono fare coppia. Assolutamente e con la massima tranquillità.

Citazione:
Citazione:
...presupposto della differenziazione di responsabilità (in proporzione alla maturità) e quindi ecco a Voi la... (rullo di tamburi) “piramide sociale”.
Quod erat demonstrandum.

Scusa ma non la considero molto seria come risposta.

Ti scuso, ma ti sbagli. E’ serissima (e anche logicamente rigorosa). Solo la forma è scherzosa.

Citazione:
La "piramide sociale" vien fuori solo se "qualcuno" decide di stabilire se e quanto "meritano" (o sono "maturi") gli altri...

A me sembra per la verità assai più irrealistico e disumano (nel senso di “non umano”) prospettare questa assenza di giudizio, questo distacco “zen” nei confronti del proprio prossimo. E dubito molto che tu stesso lo applichi così come lo proponi.

Citazione:
Non c'è, non esiste fino a prova contraria, un "in proporzione alla maturità" perché non c'è una "misura della maturità"... ma una persona è matura. (Punto)...
(vedi definizione di maturità)

E come no: ON/OFF. Guarda, Franco8, quello che dici é completamente staccato dalla esperienza corrente di chiunque (compresa certamente la tua): ma quando mai si pensa la realtà in termini binari? Sei tu il primo ad usare - nel post cui ti sto rispondendo - le espressioni ‘più complicate’, ‘pienamente "libera"’, ‘una certa "maturità minima"’, ‘Il fatto che uno sia più intelligente di un'altro’, ‘zero libertà’, che implicano tutte una misura (cioè una misurazione) dei termini (“complicatezza”, “libertà”, “maturità”, “intelligenza”) che contengono. Suvvia, cerchiamo di mantenere un minimo di aderenza al concreto, per cortesia: non è certo ignorandolo che il concreto smetterà di sussistere.

Citazione:
Così come non c'è una reale (o anche solo lontanamente "oggettiva" ) misura di "intelligenza e stupidità"…
Anzi, non c'è nemmeno una definizione unica dell'intelligenza... è un numeroso insieme di capacità...

E chissenefrega, Franco8. Se si fosse stati ad aspettare l’oggettività prima di “muovere foglia”, l’umanità non avrebbe neanche iniziato la sua storia e si sarebbe già estinta. Dell’oggettività (ammesso che sia invece conseguibile in qualsiasi altro ambito) non c’è assolutamente primaria necessità in un contesto umano, formato da entità che sono fondate su una percezione soggettiva della realtà (qualunque cosa vogliamo intendere con questo termine).


Citazione:
Citazione:
...La totalità, comunque lo escludo.

Non vorrei ripetere quello che ho scritto nel precedente...
Mi pareva abbastanza chiaro
Tutti (a meno di deficienze congenite o altro, e una volta raggiunta un certa "maturità minima") possono comprendere allo stesso modo (potenzialmente) quel che è necessario comprendere. E questo per me vale fino a prova contraria...
Non significa che siamo tutti uguali o fatti con lo stampo, ma che:
Il fatto che uno sia più intelligente di un'altro non significa assolutamente nulla di quello che sembri dedurre tu. Non rende l'altro "meno maturo". Non dà (non giustifica teoricamente) nessun potere dell'uno sull'altro. Non giustifica teoricamente le "piramidi sociali" anche se (per assurdo) fossero basato su tali valori di maturità e intelligenza...

Franco8, però...
“potenzialmente” vuol dire che “ha la possibilità di manifestarsi”; io prendo atto della tua cieca (non uso il termine a caso) fiducia nelle facoltà ipotetiche dell’essere umano, ma non è quello che l’esperienza quotidiana mostra. O posti da un universo parallelo a me sconosciuto e molto diverso da quello da cui posto io oppure stai improvvisando “a braccio” su un tema ideologico. Opto per la seconda.

Citazione:
Citazione:
Intanto IO non gli ho tolto nessuna libertà; è il contesto di interazione che di per sé stesso comporta delle limitazioni reciproche. Ma questo è un tributo che si paga per soddisfare il proprio bisogno di socialità e come il perseguimento di qualunque altro vantaggio, è soggetto ad una valutazione del rapporto costi-benefici.

Non ti seguo. Limitazioni vuol dire zero libertà?

No. Appunto. Sarebbe ora che se ne prendesse atto.

Citazione:
/punto non secondario, poi, è che, dal complesso di cose che hai detto le limitazioni non risulterebbero affatto reciproche...

Dipende dal significato che vuoi attribuire a “reciproche”. Dovresti ampliare il concetto.

Citazione:
Citazione:
In secundis, anche la comprensione delle regole da parte dei singoli non ricade sotto la mia discrezionalità ; intelligenza e stupidità esistono e continueranno ad esistere a prescindere da qualunque formula si ritenga di adottare per regolare (o non regolare) la comunità, e io temo di potere influire ben poco; comunque, mi auguro di stare lavorando nella direzione dell’intelligenza.

Intelligenza e stupidità che (possiamo pensarla diversamente ma) NON E' MISURABILE.
La discrezionalità insidiosa sta nel volerla misurare e di voler far derivare qualcosa da questa improbabile misura.

Vale quanto detto poc’anzi sull’oggettività. Per quanto riguarda la discrezionalità, essa è sempre insidiosa; è il suo fascino, direi. Ma soprattutto è intrinseca a qualsiasi scelta umana. Vogliamo prenderne atto e andare oltre questo aspetto inevitabile, concentrandoci magari su come ridurne costruttivamente l’insidiosità?

Citazione:
Citazione:
Citazione:
Citazione:
Significa semplicemente che nel suo insieme la società possiede funzioni e processi che non sono presenti a livello del singolo (e viceversa).

D'accordo. Ma appunto, bisogna veder ciò cosa comporta... O si fanno dei distinguo importanti... oppure certe conclusioni sono davvero inquietanti....

Sono certamente “inquietanti” se automaticamente ci si appiccicano connotazioni inquietanti...

..ergo sono e restano inquietanti... e parecchio.

Quest’ultima osservazione, se intendeva essere logicamente conseguente a quelle che la precedono (come quel “ergo” farebbe supporre), lo fa in un modo che mi rimane indecifrabile.


Prealbe
Inviato il: 16/5/2007 0:01
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  •  franco8
      franco8
Re: Il rifiuto dell’autorità
#569
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

Auspichi l’oggettività del linguaggio? Eh, magari! Ma naturalmente il linguaggio non è oggettivo, Franco8, lo sai da te.

Le cose non sono solo bianche o nere. il linguaggio è insieme soggettivo e oggettivo ( se vogliamo dirla tutta...)
Volevo solo dire che non serve una esplicitazione del significato di "libertà" per dire che una scelta che si fa per "conformismo", ovvero per adeguarsi certi schemi, non può dirsi autonoma.
Il termine "libero" ad esser precisi, andrebbe usato sempre specificando "in relazione a cosa". Per esempio, nel caso specifico, si può intendere "libero da condizionamenti".

Comunque, mi sfugge qualcosa del tuo discorso... Mi sembrerebbe che dovresti allora non utilizzare per nulla la parola, visto che non significa nulla...

Non capisco poi perché inisisti tanto sul discorso di "libertà" e "piena autonomia" che dovrebbe esser chiaro... E, ti ripeto, per me era chiara sin dall'inizio.
Ti è sfuggita l'osservazione che la "reciproca limitazione" nella tua visione non è affatto "reciproca"!? Ma (nella tua visione) c'è chi la libertà ce l'ha e chi no (ovvero chi è meno condizionato di altri).

Citazione:

Alt! Fermi tutti! Cancelliere, scriva: “Alle ore 10.15 del 15 maggio 2007 il signor Franco8 qui convenuto ha positivamente riconosciuto che chi riveste l’autorità può essere onesto e in buona fede.”. Sia messo definitivamente agli atti!
(Franco8, questa il comitato ideologico - che naturalmente NON esiste - non te la perdona di sicuro; hai voglia a fare pubblica autocritica!
Vado un attimo a mettere in fresco lo champagne; torno subito.)


molto divertente! Ma il punto dovrebbe essere più che chiaro (evidentemente non lo è): è il ruolo che conta più che la persona nella determinazione del comportamento nel contesto sociale. (Tanto più vero quanto più in alto si và)

Ruolo: fondamentalmente "truffaldino" (nel senso spiegato)...
Persona: può credersi onesta e può credere di fare gli intessi di tutti.
Ma pure Craxi (per dirne uno, ma altri attuali son certamente peggio ) - pace all'anima sua - pensava di essere onesto...
(attualmente credo che siano più che altro incapaci oltre che disonesti e bugiardi)

Tanto per essere ancora più chiari: lui può credersi o anche (in un certo senso) essere onesto, nel senso di "rispettoso delle regole", .. ligio... ma sono le regole ad esser "truffaldine".


Citazione:

...se l’autorità soddisfa, onestamente e in buona fede (sufficientemente, non assolutamente; continuiamo a lasciare da parte il fatato mondo di Walt Disney), dei bisogni esistenti non ha bisogno di fare nessuna propaganda per giustificarsi e rafforzarsi.

Non farà nulla per rendere "indipendenti" i "dipendenti"... non "emanciperà" mai nessuno.. come si dice "fornirà i pesci e non la canna da pesca" e ciò per istinto di conservazione del ruolo che la persona copre.
(istinto di conservazione... Ti ricorda qualcosa? ).
Ammettendo che il ruolo "autoritario" fosse lì per un "fine comune"... (o si giustificasse in questi termini)... Se il "fine" fosse raggiunto... sparirebbe il "ruolo", il potere, la gratificazione, e tutto il resto.. per cui il "fine" non viene mai raggiunto.
("fine" ... Non ti ricorda qualcosa anche questo? )

Citazione:

Suvvia, cerchiamo di mantenere un minimo di aderenza al concreto, per cortesia: non è certo ignorandolo che il concreto smetterà di sussistere.

Se però accade che un concetto non sussista più, una volta che venga ignorato... cosa vorra dire?
Che sussisteva solo per "convenzione"?

Citazione:

Franco8, però...
“potenzialmente” vuol dire che “ha la possibilità di manifestarsi”; io prendo atto della tua cieca (non uso il termine a caso) fiducia nelle facoltà ipotetiche dell’essere umano, ma non è quello che l’esperienza quotidiana mostra.

L'esperienza mostra principalmente quello che ciascuno vuol vedere (Non ti ricorda qualcosa pure questo? )
Per certi versi la pensiamo in misura radicalmente diversa, ma per altri non ci comprendiamo... qui come in altri punti sopra (nel senso che: potresti fare anche qualche sforzo in più! ... dati i miei "limiti comunicativi" )
Ma non è affatto "fiducia cieca"... è un punto di partenza, valido fino a prova contraria.

Io dicevo: le norme che regolano la comunità dovrebbero essere (possiamo dire: "è naturale" , "è funzionale"...non saprei) comprese da tutti. Ovvvero, anche : Non c'è nessuna ragione per cui si dovrebbe imporre a qualcuno qualcosa che non capisce.
Ovviamente ciò non succede sempre e comunque. (Ma, ripeto per l'ennesima volta, quella è l'eccezione e non la regola)
Tu dici, in pratica: ma non siamo tutti uguali e non tutti possono compredere in misura diversa. Ma quale misura? misura di cosa?
Uno più intelligente capirà prima degli altri, avrà una visione più ampia, non vuol dire che quello meno intelligente non potrà capire... solo ci metterà più tempo o avrà bisogno di aiuto.
Ma una data cosa o la capisci o non la capisci (termine binario)...
Altri esempi di capcità: tutti potenzialmente sanno andare in bicicletta, sanno nuotare, sanno leggere e scrivere, sanno contare.

Ovviamente ciò non vale per la "totalità"...ci sarà il deficiente, ci sarà il poveretto senza gambe ecc.. ma tutti (chiaro cosa intendiamo per "tutti") hanno la capacità di fare queste cose...
O uno le sa fare o no le sa fare (binario). Se non le sa fare.. può imparare...

(Ti basta come risposta a:
Citazione:

E come no: ON/OFF. Guarda, Franco8, quello che dici é completamente staccato dalla esperienza corrente di chiunque (compresa certamente la tua): ma quando mai si pensa la realtà in termini binari?
? )

... la cosa fondamentale è (in termini binari) saper fare o no saper fare: saper nuotare, saper leggere e scrivere ecc ecc. Anche se poi (ovviamente) ci sarà quello più bravo e quello meno bravo, l'acrobata, il romanziere, l'atleta, il genio ecc.
In ogni caso (Mi sono davvero stancato di ripeterlo) QUESTO NON IMPLICA CERTO UN POTERE DI UNO SULL'ALTRO.
(ma che cazzo!)

Oltre a affibbiarmi della "cecità ideologica" non mi hai dato nessuna "prova contraria" a quel mio punto di partenza. Nè mi hai provato quello che pretendi di aver provato con quella risposta che tu dici "serissima (e anche logicamente rigorosa)" che tira fuori dal cappello, semi-seriamente le "piramidi sociali" e via dicendo...

Citazione:

..ergo sono e restano inquietanti... e parecchio.

Quest’ultima osservazione, se intendeva essere logicamente conseguente a quelle che la precedono (come quel “ergo” farebbe supporre), lo fa in un modo che mi rimane indecifrabile.

tutto sta a interpretare soggettivamente quel tuo "automaticamente"...

In pratica tu hai detto: "Non sono inquietanti; siete voi che vi "inquietate" "... E che cambia? che significa "inquietante"?

Citazione:

Vogliamo prenderne atto e andare oltre questo aspetto inevitabile, concentrandoci magari su come ridurne costruttivamente l’insidiosità?

Credo sia inutile se continuano a sfuggirti i motivi dell' "inquietidine" e la natura delle insidie..
_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 16/5/2007 11:20
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#570
Mi sento vacillare
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Due post pari consecutivi. Straordinario.

Citazione:
Le cose non sono solo bianche o nere. il linguaggio è insieme soggettivo e oggettivo ( se vogliamo dirla tutta...)
Volevo solo dire che non serve una esplicitazione del significato di "libertà" per dire che una scelta che si fa per "conformismo", ovvero per adeguarsi certi schemi, non può dirsi autonoma.
Il termine "libero" ad esser precisi, andrebbe usato sempre specificando "in relazione a cosa". Per esempio, nel caso specifico, si può intendere "libero da condizionamenti".

Anche così, non vuole dire niente.

Mi spiace, Franco8, non sto “impallinando” ciò che scrivi per amore di puntiglio. E’ che esponi idee che messe a confronto con la realtà non hanno consistenza. L’unico modo per fare emergere la cosa è non consentirti di rifugiarti costantemente nella vaghezza. I condizionamenti (come tante altre cose) sono sempre presenti. Inevitabilmente. L’unica cosa sensata e concreta che si può dire in proposito è in quale misura essi siano accettabili e in quale siano eccessivi. Se continui ad evitare tali precisazioni, continui semplicemente a sfuggire il dialogo a favore della pura chiacchiera.

Citazione:
Comunque, mi sfugge qualcosa del tuo discorso... Mi sembrerebbe che dovresti allora non utilizzare per nulla la parola, visto che non significa nulla...



Citazione:
Non capisco poi perché inisisti tanto sul discorso di "libertà" e "piena autonomia" che dovrebbe esser chiaro... E, ti ripeto, per me era chiara sin dall'inizio.

Leggi sopra e vedrai che lo capisci: é una grande opportunità di attuare il detto “Volere è potere!” (e “NON volere è… fuuuurrrbo!” ).

Citazione:
Ti è sfuggita l'osservazione che la "reciproca limitazione" nella tua visione non è affatto "reciproca"!? Ma (nella tua visione) c'è chi la libertà ce l'ha e chi no (ovvero chi è meno condizionato di altri).

Franco8, fra “c'è chi la libertà ce l'ha e chi no” e “chi è meno condizionato di altri” concretamente ci passa un mare; nel non rilevare o non considerare tale enorme, sostanziale, fondamentale differenza sta l’inconsistenza di quanto proponi. Per l’ennesima volta ti invito a scendere nel concreto con i tuoi enunciati. Se non temi di farti troppo male.

Citazione:
Citazione:
Alt! Fermi tutti! Cancelliere, scriva: “Alle ore 10.15 del 15 maggio 2007 il signor Franco8 qui convenuto ha positivamente riconosciuto che chi riveste l’autorità può essere onesto e in buona fede.”. Sia messo definitivamente agli atti!
(Franco8, questa il comitato ideologico - che naturalmente NON esiste - non te la perdona di sicuro; hai voglia a fare pubblica autocritica!
Vado un attimo a mettere in fresco lo champagne; torno subito.)

molto divertente!

Vero? Trovo anch’io. Mi vengono così.

Citazione:
Ma il punto dovrebbe essere più che chiaro (evidentemente non lo è): è il ruolo che conta più che la persona nella determinazione del comportamento nel contesto sociale. (Tanto più vero quanto più in alto si và)
Ruolo: fondamentalmente "truffaldino" (nel senso spiegato)...
Persona: può credersi onesta e può credere di fare gli intessi di tutti.

Ok. Capito. La persona non conta nulla di nulla.

Citazione:
Ma pure Craxi (per dirne uno, ma altri attuali son certamente peggio ) - pace all'anima sua - pensava di essere onesto...



Citazione:
(attualmente credo che siano più che altro incapaci oltre che disonesti e bugiardi)

…………

Citazione:
Citazione:
...se l’autorità soddisfa, onestamente e in buona fede (sufficientemente, non assolutamente; continuiamo a lasciare da parte il fatato mondo di Walt Disney), dei bisogni esistenti non ha bisogno di fare nessuna propaganda per giustificarsi e rafforzarsi.

Non farà nulla per rendere "indipendenti" i "dipendenti"... non "emanciperà" mai nessuno.. come si dice "fornirà i pesci e non la canna da pesca" e ciò per istinto di conservazione del ruolo che la persona copre.
(istinto di conservazione... Ti ricorda qualcosa?).

Ah, già. “Homo homini lupus”.

Citazione:
Ammettendo che il ruolo "autoritario" fosse lì per un "fine comune"... (o si giustificasse in questi termini)... Se il "fine" fosse raggiunto... sparirebbe il "ruolo", il potere, la gratificazione, e tutto il resto.. per cui il "fine" non viene mai raggiunto.
("fine" ... Non ti ricorda qualcosa anche questo? )

Franco8, ci sono dei “fini”, relativi ad esigenze che sono costanti, che non si esauriscono. L’istruzione, ad esempio. La sanità. Praticamente tutta l’organizzazione sociale è di questo tipo. E’, il tuo, un argomento sbagliato.

Citazione:
Citazione:
Suvvia, cerchiamo di mantenere un minimo di aderenza al concreto, per cortesia: non è certo ignorandolo che il concreto smetterà di sussistere.

Se però accade che un concetto non sussista più, una volta che venga ignorato... cosa vorra dire?
Che sussisteva solo per "convenzione"?

Ne riparliamo quando accadrà che non sussista più, va bene? Fino a quel momento è pura astrazione. Cioè fantasia.

Citazione:
Citazione:
Franco8, però...
“potenzialmente” vuol dire che “ha la possibilità di manifestarsi”; io prendo atto della tua cieca (non uso il termine a caso) fiducia nelle facoltà ipotetiche dell’essere umano, ma non è quello che l’esperienza quotidiana mostra.

L'esperienza mostra principalmente quello che ciascuno vuol vedere (Non ti ricorda qualcosa pure questo?)

E la fuga continua…

Citazione:
Per certi versi la pensiamo in misura radicalmente diversa, ma per altri non ci comprendiamo... qui come in altri punti sopra (nel senso che: potresti fare anche qualche sforzo in più!... dati i miei "limiti comunicativi" )
Ma non è affatto "fiducia cieca"... è un punto di partenza, valido fino a prova contraria.

Rispetto al monte di “prove contrarie”, l’Everest è un mucchietto di terra. Gracile e striminzito.

Citazione:
Io dicevo: le norme che regolano la comunità dovrebbero essere (possiamo dire: "è naturale" , "è funzionale"...non saprei) comprese da tutti. Ovvero, anche: Non c'è nessuna ragione per cui si dovrebbe imporre a qualcuno qualcosa che non capisce.

Perché?

Citazione:
Ovviamente ciò non succede sempre e comunque. (Ma, ripeto per l'ennesima volta, quella è l'eccezione e non la regola)

Toh! Avrei detto il contrario.

Citazione:
Tu dici, in pratica: ma non siamo tutti uguali e non tutti possono comprendere in misura diversa. Ma quale misura? misura di cosa?

Delle calzature, si capisce.

Citazione:
Uno più intelligente capirà prima degli altri, avrà una visione più ampia, non vuol dire che quello meno intelligente non potrà capire... solo ci metterà più tempo o avrà bisogno di aiuto.

Macchestaiadì!!! A Fra’! E basta un po’! Ho capito che sei affezionato a questa teoria ma la sperimentazione sul campo non la conforta. Finiamola di dire stupidaggini. Ci sono concetti e/o attività che persone più intelligenti e/o capaci capiscono e padroneggiano; quegli stessi concetti e/o attività sono per persone meno intelligenti e/o capaci semplicemente fuori portata, a prescindere dal tempo e dall’aiuto. “Potenzialmente” tutti possono essere degli Einstein o dei Valentino Rossi, col tempo e con un aiutino? Nei fatti lo sono quei due e non altri. Questo è quanto. Il resto sono e restano chiacchiere.

Citazione:
Ma una data cosa o la capisci o non la capisci (termine binario)...



Citazione:
Altri esempi di capacità: tutti potenzialmente sanno andare in bicicletta, sanno nuotare, sanno leggere e scrivere, sanno contare.

Pertinentissimo nonché esaustivo, parlando di una scuola elementare con annessa palestra; un po’ meno in relazione all’organizzazione sociale di una società complessa. A parte le precedenti considerazioni sull’onnipresente “potenzialmente”.

Citazione:
Ovviamente ciò non vale per la "totalità"...ci sarà il deficiente, ci sarà il poveretto senza gambe ecc.. ma tutti (chiaro cosa intendiamo per "tutti") hanno la capacità di fare queste cose...
O uno le sa fare o no le sa fare (binario). Se non le sa fare.. può imparare...

Perché lo dici tu?…

Citazione:
Ti basta come risposta a:
Citazione:
E come no: ON/OFF. Guarda, Franco8, quello che dici é completamente staccato dalla esperienza corrente di chiunque (compresa certamente la tua): ma quando mai si pensa la realtà in termini binari?

?)

Mi basta e mi sovrabbonda.

Citazione:
... la cosa fondamentale è (in termini binari) saper fare o no saper fare: saper nuotare, saper leggere e scrivere ecc ecc. Anche se poi (ovviamente) ci sarà quello più bravo e quello meno bravo, l'acrobata, il romanziere, l'atleta, il genio ecc.

Il bello è che le scrivi seriamente, ‘ste cose…

Citazione:
In ogni caso (Mi sono davvero stancato di ripeterlo) QUESTO NON IMPLICA CERTO UN POTERE DI UNO SULL'ALTRO.
(ma che cazzo!)

In un contesto non finalizzato, senz’altro. Non è il nostro caso, purtroppo.

Citazione:
Oltre a affibbiarmi della "cecità ideologica" non mi hai dato nessuna "prova contraria" a quel mio punto di partenza. Nè mi hai provato quello che pretendi di aver provato con quella risposta che tu dici "serissima (e anche logicamente rigorosa)" che tira fuori dal cappello, semi-seriamente le "piramidi sociali" e via dicendo...

No, infatti.

Citazione:
Citazione:
Citazione:
..ergo sono e restano inquietanti... e parecchio.

Quest’ultima osservazione, se intendeva essere logicamente conseguente a quelle che la precedono (come quel “ergo” farebbe supporre), lo fa in un modo che mi rimane indecifrabile.

tutto sta a interpretare soggettivamente quel tuo "automaticamente"...
In pratica tu hai detto: "Non sono inquietanti; siete voi che vi "inquietate" "... E che cambia? che significa "inquietante"?

Aiutatemi.

Citazione:
Citazione:
Vogliamo prenderne atto e andare oltre questo aspetto inevitabile, concentrandoci magari su come ridurne costruttivamente l’insidiosità?

Credo sia inutile se continuano a sfuggirti i motivi dell' "inquietidine" e la natura delle insidie..

Quello che mi sfugge al momento (con anguillesca ostinazione) sei solo tu.


Prealbe
Inviato il: 16/5/2007 18:20
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