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   Storia, Arte & Cultura
  Mozart fu un mito costruito?

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  •  Davide71
      Davide71
Mozart fu un mito costruito?
#1
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 8/7/2006
Da
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Ho appena avuto sottomano un libro di un certo Giorgio Taboga "L'assassinio di Mozart", ed. Akademos

In questo lavoro egli afferma, basandosi su biografie di autori recenti e sulle sue ricerche personali, che tutto quello che sappiamo su Mozart è frutto di una "truffa storiografica" ordita dalle allora autorità austriache (l'imperatore asburgico) e continuata tuttora per salvaguardare un mito che poco ha a che spartire con la realtà storica.

Sappiamo tutto su Mozart?

Assolutamente no. Non tutti gli autori hanno accesso all'archivio austriaco. Solo quelli austriaci...

Le fonti su Mozart sono tutte affidabili?

Per niente. In particolare il libro scritto dal secondo marito di Constanze (la moglie di Mozart) pare sia stato stranamente rimaneggiato.

Mozart fu veramente un genio?

Obiettivamente fu un bambino prodigio e un autore di talento, ma pare anche vero che alcune sue opere, come "Le nozze di Figaro", sono riadattamenti di opere di autori contemporanei, nel caso in questione Andrea Luchesi. Pare che allora, quando il committente acquistava un opera musicale, si arrogava anche il diritto di intestarla a se stesso o ad un autore di suo gradimento.
In ogni caso, alla data della sua morte, era niente più che una "promessa" della musica austriaca, ma godeva già di protettori potenti.

Mozart fu avvelenato da Salieri?

Assolutamente no! Salieri non ne aveva né il motivo né il potere per farlo. Era allora assai più famoso di Mozart, e qualcuno insinua che sarebbe stato più verosimile il contrario.
Inoltre non aveva, lui, il potere si "far sparire" il cadavere, come é effettivamente successo.

Allora cosa é successo?

Secondo la sua ricostruzione egli sarebbe stato ammazzato di botte da un marito geloso, tale Hofdemel.
In particolare la sua intenzione era solo di dargli una "sonora lezione", ma una brutta ferita alla testa (magari fatta cadendo per terra) si sarebbe rivelata fatale.
Le prove addotte sono una miriade e non sto ad elencarle tutte. Sta di fatto che il medico che ne constatò la morte si rifiutò di stilare un referto di morte naturale.
La teoria dell'avvelenamento fu messa in giro dalla moglie, ma questo implicherebbe che egli avrebbe dovuto stare molto male per tutti i mesi precedenti (secondo la biografia Mozart le aveva confessato di essere stato avvelenato 6 mesi prima con acqua di tofana), cosa che assolutamente non é.
Il medico (in ipotesi di avvelenamento) avrebbe dovuto saperlo ma, quando gli fu richiesto di andare a casa di Mozart, egli aspettò che fosse finito lo spettacolo a cui stava assistendo. Perché? Perché nessuno gli disse quanto era grave la situazione né le circostanze della sua "malattia".
Mozart stesso aveva minimizzato, nei 2 giorni precedenti, il suo stato di salute, per evitare lo scandalo.
Il cadavere fu occultato per le pressioni esercitate dalla corte asburgica, interessata a preservare l'onorabilità di Mozart. Oggi non avremmo nessuna difficoltà ad a accettare un'artista "genio e sregolatezza", ma allora un flirt fra un maestro di musica e una sua allieva sposata era roba da non uscire più di casa!
Una sua riesumazione avrebbe chiarito troppe cose! Nessuno seppe mai dove era stato sepolto Mozart, perché l'unico che aveva accompagnato il feretro era Van Swieten, funzionario di corte che pare sia il maggiore implicato nell'opera di insabbiamento.

Che cosa successe dopo?

Il marito omicida fu costretto al suicidio, ma prima sfregiò la moglie. Pare che la richiesta di vendetta provenisse direttamente da Constanze, sotto il ricatto di rivelare la reale dinamica della vicenda e la reale paternità delle opere del marito.
La moglie del suicida, peraltro forse coinvolta ingiustamente, fu "risarcita" con una pingue pensione vitalizia.
Molto meno pingue fu la pensione che alla fine ricevette Constanze (che peraltro si risposò)...
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Non date le perle ai cani e ai porci perchè non le mangeranno e vi si rivolteranno contro.
Inviato il: 7/9/2007 13:07
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  •  carloooooo
      carloooooo
Re: Mozart fu un mito costruito?
#2
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 9/7/2006
Da marca gioiosa et amorosa
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Citazione:
Obiettivamente fu un bambino prodigio e un autore di talento, ma pare anche vero che alcune sue opere, come "Le nozze di Figaro", sono riadattamenti di opere di autori contemporanei, nel caso in questione Andrea Luchesi.


Premetto che parlo per sentito dire, ma penso basti leggiucchiare qualche pagina di Lucchesi per capire che non era in grado di scrivere Le Nozze di Figaro.

E poi non esiste solo il teatro (anche se sarebbe da dire che Mozart non ha scritto solo Le Nozze di Figaro, ma un buon numero di altre opere di altissima qualità. Chi le avrebbe scritte?).

Mozart ha composto in ogni genere e forma non in quanto "autore di talento", ma in quanto vero genio.

Poi non ho capito che cosa sarebbe venuto in tasca agli Absburg dal mito di Mozart. L'expo delle sue palle?

Carlo
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Bicarlonato.
Inviato il: 7/9/2007 13:27
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  •  Davide71
      Davide71
Re: Mozart fu un mito costruito?
#3
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 8/7/2006
Da
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Ciao Carlo. Anch'io relata refero ma l'autore sostiene che "Nel 1785 Max Franz aveva convinto il fratello Giuseppe II ad affidare a Da Ponte e Mozart l'incarico di rielaborare il 'singspiel' di Grossmann- Luchesi, che da un anno circolava con successo in Germania, nell'opera italiana 'Le Nozze di Figaro'." pag. 80 op. cit.

Per quanto riguarda i guadagni e le perdite bisogna calarsi nella mentalità del tempo. Se gli Asburgo "pompavano" qualcuno e nelle altre corti si scopriva che quello "copiava" gli Asburgo ci perdevano la faccia, che allora contava qualcosa. Mica come oggi.
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Inviato il: 7/9/2007 14:30
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  •  carloooooo
      carloooooo
Re: Mozart fu un mito costruito?
#4
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 9/7/2006
Da marca gioiosa et amorosa
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Ciao Davide, effettivamente bisognerebbe intendersi bene su cosa si intenda con il termine "rielaborare", cioè sarebbe da prendere le due partiture e confrontarle per vedere quante e quali siano le differenze.

Ovviamente non sto negando che Luchesi fosse un valente musicista, se non altro perché nella Vienna e in generale nell'Austria di quel periodo si assistette ad un fiorire impressionante di valori musicali di primissimo piano, come mai forse si è assistito nella storia della musica, sollecitati da un pubblico estremamente esigente.

Il fatto che di quel periodo ci rimangano sostanzialmente solo tre nomi, Haydn, Mozart e Beethoven, è secondo me dovuto sia da esisgenze di semplificazione (d'altra parte anche negli altri ambiti artisti pur valenti rimangono conosciuti solo dagli addetti ai lavori), sia dal fatto che spesso, nello scrivere una storia della musica, si prende in considerazione anche l'importanza storica di un compositore, operazione che necessita di una visione esterna che solo in epoche successive si può costruire (ma questo forse vale in maggior ragione per Haydn e Beethoven: Mozart fu, più che un innovatore, un perfezionatore di prassi consolidate, come Bach e Palestrina).

Questo non toglie però che anche compositori oggi definiti minori siano stati in grado di scrivere pagine splendide, e che magari anche i "grandi" non abbiano sempre brillato in tutte le loro opere. Ciò prendendo in considerazione il fatto che i concetti di "ispirazione" e "genio creativo", che ancora oggi riteniamo componente necessaria (e spesso sufficiente!) della produzione artistica, sono stati formulati in epoca romantica, diciamo a partire da Beethoven, mentre fino a quel momento - Mozart incluso - il mestiere, l'"artigianato artistico", era un elemento essenziale della composizione (basti pensare a una fuga di Bach, in cui il momento ispirativo praticamente si esaurisce nella definizione del soggetto iniziale - spesso costituito di poche note -, mentre il resto è quasi esclusivamente frutto di una maestria artigianale sovrumana). Ne è una prova, autografi a parte, che l'attribuzione delle opere sia un problema che riguarda Haydn e Mozart e non Beethoven o i romantici, salvo casi minori.

Per questo a mio parere un compositore va valutato non tanto per le due o tre opere più riuscite, ma nello standard, ossia nella qualità media delle sue opere. Ed è per questo che probabilmente Mozart è da ritenersi superiore ai coevi.

Sicuramente poi attorno alla figura non priva di misteri di Mozart si è creato tutto un contorno, spesso finalizzato ad un ritorno economico, che provoca la reazione uguale e contraria di studi finalizzati (magari esagerando, ma si dovrà pur vendere!) a sminuirne la grandezza.

Carlo
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Bicarlonato.
Inviato il: 7/9/2007 15:43
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  •  Davide71
      Davide71
Re: Mozart fu un mito costruito?
#5
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Per questo a mio parere un compositore va valutato non tanto per le due o tre opere più riuscite, ma nello standard, ossia nella qualità media delle sue opere. Ed è per questo che probabilmente Mozart è da ritenersi superiore ai coevi.


Purché quelle opere le abbia scritte lui. A Mozart sono attribuite 626 opere. Ma é morto a 35 anni! Un altro mistero...
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Inviato il: 26/9/2007 15:09
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  •  hi-speed
      hi-speed
Re: Mozart fu un mito costruito?
#6
Sono certo di non sapere
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Inviato il: 27/9/2007 11:39
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  •  Davide71
      Davide71
Re: Mozart fu un mito costruito?
#7
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 8/7/2006
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Grazie hi-speed.
Grande contributo.

Per chi lo leggesse, esiste un'altra teoria che spiega le improvvise necessità economiche di Mozart negli anni precedenti la sua morte.
Mozart si sarebbe indebitato per comprare le opere di Luchesi!
Nel libro si spiegano anche le ragioni del suo successo postumo, e sono attribuite a una manovra mediatica degli Asburgo.
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Inviato il: 27/9/2007 12:31
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Re: Mozart fu un mito costruito?
#8
Mi sento vacillare
Iscritto il: 2/6/2004
Da MMMMMMonza
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Salve a tutti,
Conoscevo anch'io la storia della strana relazione musicale Mozart - Lucchesi (l'avevo letta su episteme.org del prof. Bartocci), ma il discorso, a mio parere è un pochino più complesso.
Per esempio, sui limiti quantitativi potrei ricordarvi che Gioacchino Rossini smise virtualmente di comporre a 40 anni, dedicandosi a tutt'altro per il resto della vista. Questo dopo aver prodotto in quasi 30 anni di carriera una smisurata quantità di opere.
Su Mozart, ferma restando la qualità di enfant prodige, bisogna anche dire che gran parte del mito fu costruita dagli spin doctors dell'epoca. Pure la morte (avvenuta per febbri, secondo la pietosa dizione dell'epoca) sarebbe dovuta alle ferite conseguenti di qualche marito "cornificato"...
Insomma, di carne al fuoco ce n'è... Poi magari Polidoro ci scrive sopra qualche libro freg....a sui falsi miti

Saludos
Kolza
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http://kolza.blogspot.com
Inviato il: 30/9/2007 16:33
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  •  hi-speed
      hi-speed
Re: Mozart fu un mito costruito?
#9
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/12/2004
Da preda lunga
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Mozart e Rossini avevano tutti e due l'ulcera



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Inviato il: 17/5/2013 11:02
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  •  Nomit
      Nomit
Re: Mozart fu un mito costruito?
#10
Dubito ormai di tutto
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Adoro questo genere di argomenti e sto cominciando a sbavare. Mi ero fatto delle domande su Mozart ma non avevo trovato niente in rete e invece guarda te.

Secondo me bisogna chiedersi se tutti i documenti che riteniamo prodotti da Mozart (composizioni e lettere private) siano davvero suoi o non siano stati prodotti sucessivamente per cavalcare il suo mito.

Lo stesso vale per altri personaggi stra-inflazionati, Leonardo Da Vinci e Cristo in primis. Libri, documentari, film, musei e altro che riguardano personaggi del genere devono essere un bel giro d'affari e quello che salta fuori su di loro potrebbe essere stato prodotto da falsari per fare soldi.

Per esempio, c'è chi sostiene che il famoso Adagio di Albinoni sia stato scritto dal musicologo Remo Giazotto che sosteneva di averlo ricostruito partendo dai frammenti della presunta composizione originale sopravvissuti al Bombardamento della biblioteca di Dresda.

O che Per Elisa sia stata scritta in pieno '800 partendo da poche battute dell'originale composizione di Beethoven mai completata.

-

Comunque, riguardo all'articolo di Comedonchisciotte, se davvero fu Mozart a comporre
Le Nozze Di Figaro
Il Dongiovanni
Il Flauto Magico
il Dies Irare
il Rex Tremendae Maiestatis
il Lacrimosa e altri parti del requiem

allora non credo che lo si possa sminuire togliendoli l'attribuzione di opere mediocri. Sempre che sia esistito, Mozart.
Inviato il: 22/5/2013 14:40
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  •  Davide71
      Davide71
Re: Mozart fu un mito costruito?
#11
Dubito ormai di tutto
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Ciao Nomit,

la storia della musica è meravigliosa, anche se la conosco poco.
Gli Storici che fanno un lavoro serio scoprono le cose più incredibili. In particolar modo le relazioni tra gli artisti e i circoli esoterici dell'epoca! Peraltro questo vale per la maggior parte degli artisti, ma non sperare che a scuola ti dicano alcunché. Dante, Shakespeare, ma gli stessi Beatles sono legati a giochi di potere occulti e palesi. Devo anche ammettere che, alle volte, ci si trova di fronte a cose mal documentate e raffazzonate, a mezze verità scambiate per verità intere e tanti giochi politici dietro la vita e l'opera degli artisti più famosi.
Perciò, secondo me, la prima regola è la meraviglia di fronte alla bellezza di tante opere del passato; dopo bisogna cercare di scandagliare il terreno, rendendosi sempre conto che non sarà mai possibile capire del tutto come sia stato possibile creare le opere di Mozart, o di Beethoven, o la Divina Commedia, o Shakespeare, o il ciclo arturiano, o gli stessi Vangeli!
L'altra cosa che secondo me non bisogna fare è condannare radicalmente gli errori del passato. Innanzi tutto occorre capire le motivazioni che hanno spinto certe azioni. Nel caso di Mozart la lotta politica passava necessariamente attraverso il predominio culturale (anche oggi è così. Hollywood ha fatto per gli USA molto più che il suo potentissimo esercito!), e io preferisco sempre una lotta "culturale" (con qualche colpo basso, sicuramente) a quella militare.
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Inviato il: 23/5/2013 10:41
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  •  Nomit
      Nomit
Re: Mozart fu un mito costruito?
#12
Dubito ormai di tutto
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Questo articolo, Jupiter tra illuminatismo e classicismo viennese, parte dal descrivere l'ordine degli illuminati per poi trattare dell'operazione che avrebbero compiuto per far prevalere la scuola viennese allo scopo di assumere il controllo di arte e musica, ritaglio alcuni pezzi.

Il quartier generale degli illuminati era Monaco di Baviera, nome in codice Atene. Anche alle città erano attribuiti nomi segreti ad esempio Vienna era Roma, il caput mundi. Ingolstadt era Efeso o Eleusi. Un nome in codice era dato anche agli stati e ai mesi dell'anno (novembre era Abenmeh); nei loro scritti utilizzavano sistemi numerici e geroglifici per non farsi scoprire. [...]

Altri messaggi però si possono cogliere dagli scritti di Weishaupt e dalle opere pubblicate nella tipografia clandestina del barone De Bassus di Poschiavo: il razzismo nei confronti degli ebrei, il desiderio di rivalsa del popolo germanico contro la "mollezza del Mezzogiorno" e in campo musicale
la volontà di creare una tradizione austriaca e tedesca da contrapporre alla moda italiana, imperante a quel tempo in tutte le corti d'Europa. […]

Di questo contesto, vogliamo analizzarne una parte, relativa agli illuminati, che ambivano a controllare i mezzi di comunicazione d'allora, soprattutto la musica teatrale, considerata, come oggi il cinema o la televisione, uno strumento essenziale di potere e d'educazione delle masse. Anche la musica, come la letteratura, la poesia, di pertinenza dei Sacerdoti Minervali, ognuno esperto d'un settore, doveva servire al trionfo di Vienna (cosiddetta "Roma", il nuovo caput mundi) contro lo strapotere dei musicisti italiani. […]

Il mito della scuola viennese va ridimensionato e inserito nel giusto contesto dell'anacronismo politico degli illuminati, che vollero restaurare in epoca moderna l'età dell'oro perché predominasse Jupiter, cioè l'Aquila imperiale austriaca.[…]

Queste attribuzioni improprie provano un'operazione, che potremmo battezzare "Jupiter", e che profittava della mancanza dei diritti d'autore per esaltare la scuola viennese. […]

Negli anni Ottanta Mozart cominciò pure a tenere un elenco delle sue opere, delle quali parla a volte in terza persona, dicendo che a lui hannno fatto bella impressione, e cercando il giudizio di altri, o confessando di non ricordarne neppure una nota.
Cambiò improvvisamente stile, cosa che i biografi in genere gli riconoscono, e iniziò a comporre con cantabilità tutta italiana, nella quale si sentono anticipazioni d'un linguaggio beethoveniano. [...]

A proposito di Mozart, Johann Simon Mayr, suo contemporaneo e pure illuminato, non aveva una grande considerazione. Mayr conferma "che non sempre quello che primo stampa, delle cose pubblicate è il primo Autore". […]

"Mozart - scrive Mayr - fu "un grande genio Allemanno, quasi sconosciuto alla sua stessa patria, mentre vivea, le di cui produzioni drammatiche si resero note, e vennero apprezzate nel Paese ... soltanto dopo un corso di 30 anni. Mozart fu, se non il vero creatore, certamente quello, che formò lo stile armonico ... per via delle copie e della stampa delle sue opere drammatiche" (Rossini, scritto autografo di Mayr, 1821-22, Biblioteca Angelo Maj, Salone 9-6/1, Bergamo).
Per Mayr, Mozart non fu un "vero creatore" come lo fu il musicista Paër. Mozart, per lui, s'attenne pedissequamente al modello italiano che l'aveva preceduto. […]

A proposito di Mozart invece sentenziò nello Zibaldone che il Salisburghese è
"uno solo nel suo Requiem" (Zibaldone, p.19). Il Requiem infatti è stato scritto a più mani, ma soprattutto da altri e non da Mozart![...]

Proprio dall'archivio di Bonn, detta in codice segreto "Stagira" (nella Provincia detta "Etiopia", nella Regione detta "Macedonia"),
covo di illuminati e centro di potere, fu Neefe a curare con altri l'inventario del fondo del Maestro di Cappella Andrea Luchesi di Bonn, profittando della sua assenza.
Inviato il: 24/5/2013 14:31
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