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Indice del forum Luogocomune
   Crollo Torri WTC
  Una 'tesi alternativa'...

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  •  sigmatau
      sigmatau
Una 'tesi alternativa'...
#1
Mi sento vacillare
Iscritto il: 18/9/2007
Da Provincia di Piacenza
Messaggi: 705
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Cari amici di ‘luogocomune’
questo è il mio primo messaggio sul sito e, come si conviene, comincerò dalle ‘presentazioni’. Di professione sono ingegnere elettronico e ho dedicato gli ultimi trent’anni [gulp!… ] a dare un contributo nel campo della telefonia e delle comunicazioni. Uno dei lati [diciamo così…] ‘negativi’ della mia professione è la ‘ostinazione’ a voler fare in modo che tutto quello che affermiamo non lo affermiamo ‘tirando ad indovinare’, bensì corredandolo [quando ci riusciamo…] del maggior numero possibile di ‘riscontri effettivi’ in modo da poter sostenere una certa ‘tesi’ di fronte ad ogni tipo di interlocutore… o quasi…

Esattamente come la maggior parte di voi considero la ‘versione ufficiale’ sull’11 settembre non molto credibile e anzi in molti punti essenziali completamente priva di ogni ragionevole fondamento. Fedele al principio del ‘non tirare ad indovinare’, non è però che sottoscrivo a occhi chiusi qualsiasi ‘tesi’ per il semplice fatto che discorda dalla ‘tesi ufficiale’ ed è così che si diversi punti ho elaborato ‘ipotesi’ del tutto differenti sia da quelle dei ‘complottisti’ sia da quelle degli ‘anticomplottisti’. Una di queste mie ‘ipotesi’ è legata alla causa del ‘crollo’ delle Towers. Al riguardo le tesi contrapposte sono in sostanza le seguenti…

a) il crollo è avvenuto in modo ‘spontaneo’ e la causa è l’indebolimento della struttura causato dal ‘calore’ dell’incendio del cherosene di altro materiale combustibile che si trovava negli edifici

b) il crollo è stato causato da esplosivi di tipo chimico opportunamente piazzati in punti ‘nevralgici’ e fatti detonare secondo una precisa sequenza temporale in modo da produrre il ‘collasso’ delle strutture e la loro caduta ‘in verticale’

A mio modesto parere entrambe queste ‘teorie’, per differenti motivi sui quali si potrebbe certo discutere, trovano deboli elementi di supporto. E’ per questo che al riguardo mi sento di proporre una ‘tesi alternativa’ che sinora non ha goduto di molto credito ma che sarebbe meglio approfondire. Introdurrò il discorso al riguardo ponendo una domanda: chi di voi sa quando è stato usato per la prima volta il termine ‘ground zero‘?… Chi ancora non lo sa è probabile resti un poco ‘sorpreso’… il termine ground zero è stato usato per la prima volta sessantadue anni fa ed è legato alle seguenti fotografie aeree…



Le due foto mostrano la citta giapponese di Nagasaki prima e dopo l’esplosione della bomba Fatman al plutonio, avvenuta la mattina del 9 agosto 1945. Il termine ground zero indica l’epicentro dell’esplosione, i cui effetti entro il raggio rispettivamente di 1000 e 2000 metri sono assai evindenti. In particolare nel cerchio più interno negli istanti successivi all’eplosione si è sviluppata una temperatura dell’ordine dei 4000 °C e tutto ciò che resta è solo ‘polvere’, nel senso più letterale del termine. Osserviamo ora un’altra immagine, che riprende un’area situata poco al di fuori…



Anche qui sono ben visibili gli effetti della ‘vampa di calore’. Le parti in acciaio degli edifici sono state piegate e i segni del fuoco che ‘cova’ ancora sotto le macerie incenerite sono assai visibili. Ebbene, oltre mezzo secolo dopo immagini del tutto simili [salvo per il fatto che sono ‘a colori’…] si sono osservate in corripondenza di un altro ground zero, quello che ci è da anni ‘familiare’. Delle tante immagini disponibili nel web ho scelto le tre seguenti, secondo me assai ‘chiarificatrici’…







Esattamente come nelle foto di Nagasaki, sono nettamente visibili gli effetti di esposizione, sia pure per un ristretto lasso di tempo, a temperature dell’ordine delle migliaia di gradi. Non trovate anche voi che le immagini delle due località denominate ground zero abbiano più di un dettaglio in comune?…

--------------

... chè perder tempo a chi più sa più spiace... Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, III, 78
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… men of few words are the best men… William Shakespeare King Henry V
Inviato il: 18/9/2007 15:38
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  •  LaoTzu
      LaoTzu
Re: Una 'tesi alternativa'...
#2
Mi sento vacillare
Iscritto il: 1/2/2006
Da Prefettura di Ku stato di Chu provincia di Henan o forse Gouyang in Anhui o forse ...
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Unite al fatto che i contatori geiger in america dicono siano vietati ...

Lanciamissili e mitragliatrici no! i Geiger si ecchècheney! so' pericolosissimi.

Comunque le microcariche al plasma (non lcd) sono una realtà e verranno presto riutilizzate.
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Sto quieto a non far nulla, arriva la primavera e l'erba cresce rigogliosa.
FOTO
Inviato il: 18/9/2007 16:52
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  •  rivers
      rivers
Re: Una 'tesi alternativa'...
#3
Mi sento vacillare
Iscritto il: 30/11/2006
Da
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Citazione:

Non trovate anche voi che le immagini delle due località denominate ground zero abbiano più di un dettaglio in comune?…


Beh, anche un bombardamento a tappeto, un uragano e un all'ulluvione creano scenari di distruzione simili. Quelle foto non sono evidenze, senza contare che i livelli di radioattività sarebbero stati elevatissimi ("la febbre di ground zero" non ha nulla a che fare con esposizioni a livelli di radioattività).

Ti consiglio questa lettura:
Were “mini-nukes” used at the World Trade Center?
Inviato il: 18/9/2007 18:46
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  •  sigmatau
      sigmatau
Re: Una 'tesi alternativa'...
#4
Mi sento vacillare
Iscritto il: 18/9/2007
Da Provincia di Piacenza
Messaggi: 705
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Cari amici
devo confessare che questa mattina ho avuto una sorpresa non da poco scoprendo che questa notte un mio collega ‘so tutto’ [che qui ho appreso significa ‘debuttante’…] ha postato questo…

http://www.luogocomune.net/site/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=3825&forum=4

Purtroppo dalla postazione in cui sono ora non mi è possibile [causa i ‘filtri’…] osservare i video da lui segnalati, cosa che invece potrò fare questa sera a casa. In ogni caso sono lieto di sapere che dispongo di un ‘alleato’ e che potrò anche in seguito contare sul suo valido supporto…

Venendo alla prima delle ‘obiezioni’, rivers ha citato i ‘livelli elevatissimi di radioattività’, dando per assodato che questa [per altro valida…] ‘obiezione’ significhi la ‘messa a riposo’ di una certa tesi. Ebbene, come ogni ricerca ‘scientifica’, anche la ‘ricerca della verità’ non offre alcuna ‘garanzia certa di riuscita’ e tutto quello che si può fare è considerare ‘valida’ la tesi che rispetto alle altre offre più riscontri a favore e meno riscontri contrari. Questo mi è parso di capire è anche lo ‘spirito’ di luogocomune.net , ossia il privilegiare la discussione e la rinuncia ad ogni ‘posizione precostituita’. In questa ottica quindi propongo di esaminare uno per uno diversi ‘riscontri’ [sia a favore sia contro la ‘tesi alternativa’…] e così alla fine ognuno potrà convincersi della sua ‘validità’…

Uno dei ‘riscontri’ in questione riguarda un fenomeno che i report della ‘Commissione indipendente’ e della FEMA hanno inutilmente tentato di minimizzare: il rivenimento di metallo fuso sotto le macerie di ground zero anche alcune settimane dopo l’11 settembre. Tale ‘verità’ è avvalorata da troppi filmati e testimonianze perché possa ragionevolmente essere messa in discussione. So bene che la vostra conoscenza in merito è insuperabile e mi scuso fin da ora se il ‘materiale’ che esporrò ora è probabilmente ‘cotto e stracotto’. Tra i filmati uno dei più noti è probabilmente il seguente…

http://plaguepuppy.net/public_html/video%20archive/red_hot_ground_zero_low_quality.wmv

Per quanto riguarda le ‘testimonianze’, esse sono talmente numerose che vi è solo l’imbarazzo della scelta…

Peter Tully, presidente della Tully Construction, una delle ditte incaricate della ‘rimozione’ delle macerie: ‘… vi erano pozze di acciaio letteralmente fuso…’

Mark Loizeaux, presidente della Controlled Demolition Inc., altra ditta incaricata della ‘pulizia’ di ground zero: ‘… sono stati trovati hot spots di acciaio fuso in corrispondenza del fondo dei vani degli ascensori delle torri principali fino al settimo piano interrato…’

Leslie Robertson, ‘ingegnere strutturale capo’ per le Torri Gemelle. ‘… 21 giorni dopo l'attacco, gli incendi stavano ancora bruciando e l'acciaio fuso scorreva ancora…’

La giornalista del Knight-Ridder Jennifer Lin, citando Joe ‘Toolie’ O'Toole, un vigile del fuoco del Bronx che ha lavorato per molti mesi prestando soccorso e rimuovendo le macerie: ‘… gli incendi sotterranei hanno imperversato per mesi. O'Toole ricorda di aver visto, in febbraio, una gru sollevare verticalmente una trave d'acciaio dalle profondità delle catacombe di ground zero.Gocciolava acciaio fuso…’

Greg Fuchek, vice presidente del settore vendite della LinksPoint, Inc., ditta che ha fornito parte delle ‘attrezzature informatiche’ usate per identificare i resti umani ritrovati: ‘… a volte, quando un lavoratore estraeva una trave d'acciaio dalle macerie, dall'estremità gocciolava acciaio fuso… ’

Sarah Atlas, membro della New Jersey’s Task Force One Urban Search and Rescue : ‘… nessuno è sopravvissuto. Gli incendi continuavano e acciaio fuso colava nel cumulo di macerie che ancora si trovava sotto i miei piedi…’

Allison Geyh, del gruppo di ‘ricercatori della salute pubblica’ della Johns Hopkins: ‘… in alcune cavità che si stanno scoprendo ora si sta trovando acciaio fuso…’

Anche in questo caso i ‘testimoni’ sono ‘troppo numerosi’ e ‘troppo concordanti’ tra loro perché possano essere ignorati. Dal momento che non è ragionevole che l’incendio del cherosene degli aerei e del mobilio degli uffici delle Twin Towers abbia potuto produrre la quantità di calore che ha fuso tonnellate di metallo, è necessario fornire una adeguata risposta al riguardo, cosa che la ‘verità ufficiale’ accuratamente evita di fare: quale fonte di energia ‘convenzionale’ ha potuto produrre un così rilevante e persistente quantità di calore?…

Saluti!…

--------------

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… men of few words are the best men… William Shakespeare King Henry V
Inviato il: 19/9/2007 8:58
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Re: Una 'tesi alternativa'...
#5
Sono certo di non sapere
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Se n'era già parlato qui:

Bombe all' idrogeno?
Inviato il: 19/9/2007 10:43
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  •  rivers
      rivers
Re: Una 'tesi alternativa'...
#6
Mi sento vacillare
Iscritto il: 30/11/2006
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Sigma, ho letto la tua interessante analisi sui tempi di caduta ma questo post proprio non lo capisco. L'ipotesi della demolizione controllata ha perfettamente senso e non c'è bisogno di ricorrere a ordigni di tipo nucleare.

Ti ho linkato un video che fino ad ora sembra fornire la spiegazione più completa e plausibile sulle demolizioni. I commenti sono benvenuti.
Inviato il: 20/9/2007 6:29
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  •  sigmatau
      sigmatau
Re: Una 'tesi alternativa'...
#7
Mi sento vacillare
Iscritto il: 18/9/2007
Da Provincia di Piacenza
Messaggi: 705
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Purtroppo, come ho detto ieri, per poter osservare i filmati devo aspettare di far ritorno a casa. Ieri sera ho infatti potuto osservare il filmati segnalati da zeeb100… molto interessanti!… anche se non per tutto il materiale mostrato si può parlare di ‘novità’… In genere i filmati, anche quando sono realizzati da persone ‘professionalmente preparate’ [e sappiamo che non è sempre così…] costuiscono ‘reperti’ che da soli hanno validità abbastanza limitata. In altre parole ci sarà sempre qualche tipo ‘attivissimo’ che si inventerà le argomentazioni e i cavilli più strampalati pur di ‘far fumo’. Quindi se si deve valicare una certa ‘tesi’ ben vengano anche i filmati, purchè non ci si riduca solo a quelli. Nel mio caso quello che voglio porre alla vostra attenzione è una ‘tesi alternativa’ insieme con ‘elementi’ che possono suffragarla o anche smentirla. Pretendere di liquidare una ‘tesi’ come ‘infondata’ senza prima aver esaminato gli elementi di riscontro mi pare francamente un atteggiamento un poco da ‘so tutto’… o no?… spero quindi che non ne avrete a male se proseguo un poco la discussione che ho avviato…

Tempo fa mi è capitato di leggere un articolo in cui si parlava di ‘nubi piroclastiche’ prodotte dal crollo delle Twin Towers e di elevati casi di cancro riscontrati tra le persone che hanno lavorato a ground zero. Con un poco di pazienza sono riuscito a trovare l’articolo in questione e qui vi propongo le prime righe…

Dalle Twin Towers ‘nube piroclastica’,aumento dei linfomi ‘non-Hodging’…

Autore: Maurizio Blondet

Fonte: www.effedieffe.com

Un numero troppo alto di soccorritori che lavorarono sulle macerie del World Trade Center l'11 settembre soffrono oggi di linfoma ‘non-Hodgins’, una forma di cancro che è associato ad alti livelli di radiazioni ionizzanti, come all'esposizione a fughe di materiale nucleare. Dello stesso male soffrono, a tassi preoccupanti, i residenti di quell'area di Manhattan. Lo hanno riferito fonti della FEMA [Federal Emergency Management Agency, la protezione civile americana…] al nostro amico e investigatore Wayne Madsen, lui stesso ex agente della NSA, National Security Agency. Varie inchieste giornalistiche hanno confermato da tempo che i lavoratori di ground zero soffrono di disturbi respiratori per aver inalato l'enorme nube di detriti polverizzati. Il Mount Sinai Medical Center dice in un recentissimo rapporto che sette su dieci dei lavoratori [ben quarantamila, fra operai e pompieri, poliziotti, sanitari e volontari…] che hanno prestato la loro opera a ground zero hanno i polmoni deteriorati. E che le infermità ‘sono persistenti o permanenti in un'alta proporzione delle persone esaminate’, con ‘gravi e durevoli problemi di salute’. Ma la ricerca del Mount Sinai si limita alle affezioni respiratorie. La FEMA invece parla, anonimamente, anche di gravi danni al sistema immunitario. Wayne Madsen avanza l'ipotesi che la demolizione controllata di quel giorno, spettacolare come effetto visivo, sia stata ottenuta da micro-cariche nucleari… L'ipotesi mi sembra estrema e non necessaria. Lo suggeriscono altre rivelazioni delle ‘fonti’ FEMA citate da Madsen. Esse definiscono la finissima polverizzazione che caratterizzò i crolli come ‘piroclastica’. Molto significativo. ‘Piroclastiche’ sono le emissioni gassose che accompagnano le grandi eruzioni vulcaniche. Nubi ardenti, più pesanti dell'aria, che rotolano perciò velocissime lungo i fianchi del vulcano, uccidendo ogni forma di vita. Gli abitanti di Pompei, nel 72 dopo Cristo, furono sterminati appunto dalla nube piroclastica uscita dal Vesuvio. La nube che invase le strade di Manhattan l'11 settembre non era solo tossica, era ‘calda o [addirittura] ‘rovente’, come hanno detto tutti i presenti sopravvissuti. ‘Era come affogare in un mare d'acqua bollente…’, ha rievocato un lavoratore in un documentario della BBC. Gli informatori della FEMA rivelano oggi che parecchie auto parcheggiate nella zona occidentale del World Trade Center apparivano ‘fuse’ nel lato che dava verso le Torri. Il calore aveva saldato le portiere al corpo della carrozzeria…


Ipotesi ‘fantascientifica’ quella di Wayne Madsen?… Diciamo che è semplicemente una ‘ipotesi’ la quale può essere sia ‘accettata’ sia ‘respinta’ sulla base di una precisa ‘indagine’. Ebbene chi scrive, più che altro per curiosità, ha eseguito una sua modesta ‘indagine’ che ora riassumo nei suoi elementi essenziali…

Prima cosa che ho fatto è stata la ricerca di dati riguardanti il contenuto delle ‘polveri’ prelevate a ground zero. Siccome è anche vero che ‘chi cerca trova’, ecco che cosa ho trovato…

http://pubs.usgs.gov/of/2001/ofr-01-0429/chem1/WTCchemistrytable.html

Si tratta dell’analisi spettroscopica di campioni di polveri e detriti prelevati a ground zero dove sorgeva il Wtc1!… è si tratta di ‘dati ufficiali’ in quanto forniti da un ente governativo degli Stati Uniti… I dati si riferiscono a campioni di polveri prelevati ’outdoor’ [Wtc1-02,Wtc1-03,Wtc1-05, Wtc1-06,Wtc1-14,Wtc1-15,Wtc1-16,Wtc1-17,Wtc1-21,Wtc1-22,Wtc1-25, Wtc1-28,Wtc1-30,Wtc1-34], di detriti prelevati ’indoor’ [Wtc1-20,Wtc1-36] e di ‘rivestimenti di travature’ [Wtc1-08,Wtc1-09]. I dati sono espressi in ‘percento’ [%] per gli elementi più ‘abbondanti’ , in ‘parti per milione’ [ppm] per gli elementi più ‘rari’. Tra questi ultimi alcuni attirano l’attenzione in quanto si tratta di elementi ‘insoliti’ che di norma non fanno parte del materiale con il quale si costruiscono i grattacieli. Questi sono precisamente i seguenti: Uranio, Stronzio, Bario, Cerio, Lantanio, Torio. Con pazienza stiliamo una tabella a parte [in cui sono riportate le ‘parti per milione’…] per tutti questi…

Uranio

Wtc1-02: 3.92
Wtc1-03: 1.96
Wtc1-05: n.m.
Wtc1-06: n.m.
Wtc1-14: 2.89
Wtc1-15: 2.71
Wtc1-16: 2.3
Wtc1-17: n.m.
Wtc1-21: 3.16
Wtc1-22: 3.09
Wtc1-25: 3.78
Wtc1-27: 3.36
Wtc1-28: 3.27
Wtc1-30: n.m.
Wtc1-34: n.m.
Wtc1-20: 2.7
Wtc1-36: 3.23
Wtc1-08: 4.72
Wtc1-09: 7.57

Stronzio

Wtc1-02: 1000
Wtc1-03: 409
Wtc1-05: n.m.
Wtc1-06: n.m.
Wtc1-14: 643
Wtc1-15: 736
Wtc1-16: 3130
Wtc1-17: n.m.
Wtc1-21: 787
Wtc1-22: 710
Wtc1-25: 695
Wtc1-27: 701
Wtc1-28: 711
Wtc1-30: n.m.
Wtc1-34: n.m.
Wtc1-20: 706
Wtc1-36: 823
Wtc1-08: 444
Wtc1-09: 378

Bario

Wtc1-02: 765
Wtc1-03: 376
Wtc1-05: n.m.
Wtc1-06: n.m.
Wtc1-14: 461
Wtc1-15: 405
Wtc1-16: 3670
Wtc1-17: n.m.
Wtc1-21: 460
Wtc1-22: 452
Wtc1-25: 624
Wtc1-27: 470
Wtc1-28: 491
Wtc1-30: n.m.
Wtc1-34: n.m.
Wtc1-20: 390
Wtc1-36: 438
Wtc1-08: 317
Wtc1-09: 472

Cerio

Wtc1-02: 108
Wtc1-03: 50.9
Wtc1-05: n.m.
Wtc1-06: n.m.
Wtc1-14: 68.8
Wtc1-15: 64.9
Wtc1-16: 132
Wtc1-17: n.m.
Wtc1-21: 77
Wtc1-22: 72
Wtc1-25: 85
Wtc1-27: 77.7
Wtc1-28: 75
Wtc1-30: n.m.
Wtc1-34: n.m.
Wtc1-20: 61.6
Wtc1-36: 70.2
Wtc1-08: 202
Wtc1-09: 356

Lantanio

Wtc1-02: 51
Wtc1-03: 25.8
Wtc1-05: n.m.
Wtc1-06: n.m.
Wtc1-14: 34.8
Wtc1-15: 32.7
Wtc1-16: 69.9
Wtc1-17: n.m.
Wtc1-21: 38.6
Wtc1-22: 35.4
Wtc1-25: 43.5
Wtc1-27: 39.5
Wtc1-28: 38.4
Wtc1-30: n.m.
Wtc1-34: n.m.
Wtc1-20: 31.3
Wtc1-36: 35.6
Wtc1-08: 102
Wtc1-09: 175

Torio

Wtc1-02: 11.2
Wtc1-03: 5.56
Wtc1-05: n.m.
Wtc1-06: n.m.
Wtc1-14: 7.92
Wtc1-15: 7.3
Wtc1-16: 5.36
Wtc1-17: n.m.
Wtc1-21: 8.48
Wtc1-22: 8.5
Wtc1-25: 9.94
Wtc1-27: 9.14
Wtc1-28: 8.48
Wtc1-30: n.m.
Wtc1-34: n.m.
Wtc1-20: 7.25
Wtc1-36: 8.64
Wtc1-08: 17.9
Wtc1-09: 30.7

Domanda ovvia: perchè abbiamo scelto proprio questi elementi?… Per capirlo esaminiamo il secondo della lista: lo stronzio. Su Wikipedia leggiamo…

Lo stronzio è l'elemento chimico di numero atomico 38. Il suo simbolo è Sr. Appartiene al gruppo dei metalli alcalino-terrosi e si presenta come un metallo tenero, argenteo, bianco o leggermente giallo. Come gli altri elementi del suo gruppo, è estremamente reattivo. Si trova nella celestite e nella stronzianite…

Il principale impiego dell'ossido di stronzio è nella fabbricazione di vetri per i tubi catodici dei televisori a colori. Tra gli altri usi industriali e commerciali si hanno:

· la produzione di magneti di ferrite e la raffinazione dello zinco
· il titanato di stronzio, con il suo indice di rifrazione estremamente elevato ed il suo potere disperdente superiore a quello del diamante, viene usato in applicazioni ottiche.Viene usato anche come gemma, benché raramente perché fragile e facilmente soggetto ad abrasioni
· i sali di stronzio vengono impiegati per produrre fuochi d'artificio di colore rosso
· il cloruro di stronzio è a volte usato nella formula di dentifrici per denti sensibili
· la produzione di materiali termoplastici come la plastoferrite


Veniamo dunque a sapere che si tratta di un metallo ed è usato per impieghi un poco ‘particolari’. Perché però stupisce tanto la sua presenza nelle polveri di ground zero?… Il fatto è che, se osserviamo la tabella del sito indicato, scopriamo che precede in classifica elementi assai più ‘comuni’ come zinco, piombo, rame, nichelio, cromo e argento. Non è strano?… Andando a leggere sempre su Wikipedia scopriamo però un dato ‘interessante’ su un particolare isotopo di questo elemento chimico…

Sono noti 16 isotopi instabili, tra i quali il più importante è 90Sr, con la sua emivita di 29 anni. 90Sr è un sotto-prodotto delle esplosioni nucleari ed è presente nel fallout [le polveri che ricadono sulla superficie dopo un'esplosione…]. È pericoloso per la salute perché tende a sostituirsi al calcio delle ossa e quindi a permanervi per lungo tempo, provocando tramite la sua radioattività l'insorgere di forme tumorali. 90Sr è uno dei più longevi emettitori noti di raggi beta ad alta energia ed è allo studio per poter essere impiegato in sistemi ausiliari di produzione di energia elettrica [Systems for Nuclear Auxiliary Power, SNAP…] utilizzabili dove è richiesta una fonte di energia elettrica leggera, compatta e durevole…

Uhm!!!… qualche ‘sospetto’ comincia ad insorgere e allora andiamo a vedere l’altro elemento chimico che abbiamo messo in evidenza: il bario. Sempre da Wikipedia…

Il bario è l'elemento chimico di numero atomico 56. Il suo simbolo è Ba. È un elemento metallico di colore argenteo, tenero e molto tossico. Fa parte del gruppo dei metalli alcalino-terrosi e fonde a temperatura molto elevata. Il suo ossido è detto baryta e si trova soprattutto nel minerale barite.Il bario non si trova mai puro in natura a causa della sua forte reattività con l'acqua e con l'ossigeno dell'aria. Composti di bario si usano in piccole quantità nelle vernici e nella produzione del vetro.

Il bario è usato soprattutto in candele per motori a scoppio, fuochi d'artificio e lampade fluorescenti. Inoltre:

· come ‘getter’ in tubi a vuoto
· come ricoprimento sotto forma di ossido assieme agli ossidi di stronzio e calcio, dei catodi nei tubi a vuoto
· il solfato di bario è permanentemente bianco ed è usato come pigmento per vernici e nella fabbricazione del vetro
· la barite è usata diffusamente nei pozzi di petrolio per appesantire i fluidi di trivellazione e nella produzione della gomma
· il carbonato di bario è un utile derattizzante e si usa anche per fabbricare vetro e mattoni, mentre il nitrato di bario e il clorato vengono usati per fabbricare fuochi d'artificio di colore verde
· il solfuro di bario impuro è fosforescente dopo essere stato esposto alla luce
· i sali di bario, soprattutto il solfato, sono impiegati a volte come mezzo di contrasto, somministrati oralmente o per via rettale per aumentare il contrasto degli esami medici radiografici del sistema digestivo
· il lithopone, un pigmento che contiene solfato di bario e solfuro di zinco, ha un buon potere coprente e non si scurisce se viene esposto a solfuri
· come magnete in alcuni tipi di altoparlanti per auto


Anche qui non ci sarebbe tanto da soprendersi… se non fosse per il fatto che nella ‘classifica’ precede non solo gli elementi prima indicati, ma anche lo stesso stronzio. Andando a vedere su Wikipedia scopriamo qualcosa riguardo ai suoi isotopi…

In natura il bario è una miscela di sette isotopi stabili. Esistono ventidue isotopi noti di tale elemento, ma la maggior parte sono molto radioattivi e hanno emivita che va da pochi millisecondi ad alcuni minuti: la sola eccezione è il 133Ba con emivita di 10,51 anni…

Dunque, dunque!… il bario ha dunque un solo isotopo radioattivo, relativamente stabile sul medio periodo, di peso atomico pari a 133… Teniamo a mente questo e andiamo a vedere il terzo ‘elemento misterioso’ che abbiamo isolato: il cerio. Sempre da Wikipedia…

Il cerio è l'elemento chimico di numero atomico 58. Il suo simbolo è Ce. Il cerio è un elemento metallico, argenteo, appartenente al gruppo dei lantanidi. Utilizzato in alcune leghe a base di terre rare, per colore e lucentezza somiglia al ferro ma è più tenero, duttile e malleabile. All'aria si ossida rapidamente. Fra gli elementi delle terre rare, solo l'europio è più reattivo del cerio.
È attaccato rapidamente da soluzioni alcaline e da acidi, sia diluiti sia concentrati, mentre si decompone lentamente in acqua fredda e rapidamente in acqua bollente. Il metallo puro può facilmente prender fuoco se graffiato con una lama…

Utilizzi del cerio:

· il cerio è utilizzato nella produzione delle leghe di alluminio e di alcuni acciai
· l'aggiunta di cerio alle fusioni in ferro evita la grafitizzazione e consente la produzione di ferro malleabile.
· negli acciai, può aiutare a ridurre solfuri ed ossidi inoltre consente la degasazione.
· viene utilizzato nella produzione degli acciai inossidabili come agente indurente per precipitazione.
· nelle leghe di magnesio, una percentuale di cerio fra il 3 ed il 4%, insieme allo 0,2-0,6% di zirconio, aiuta a ridurre la granularità e consente la realizzazione di fusioni di forme complesse, aumentando inoltre la resistenza al calore.
· viene utilizzato in leghe per magneti permanenti.
· è un componente del Mischmetal, abbondantemente utilizzato nella produzione di leghe piroforiche per accendisigari
· il cerio è anche utilizzato nelle lampade ad arco voltaico, particolarmente nell'industria del cinema.
· il solfato cerico è ampiamente utilizzato come agente ossidante volumetrico nell'analisi quantitativa.
· composti di cerio sono utilizzati nella produzione del vetro, sia come componenti sia come decoloranti.
· composti di cerio sono anche utilizzati per produrre smalti colorati.
· composti del cerio(III) e cerio(IV) hanno un utilizzo come catalizzatori nella sintesi di composti organici…

In natura il cerio è composto di tre isotopi stabili e uno radioattivo; 136Ce, 138Ce, 140Ce e 142Ce, di cui il 140Ce è il più abbondante [abbondanza naturale 88.48%]. L'emivita dell'isotopo radioattivo naturale 142Ce è di 5x1016 anni. Sono stati creati in laboratorio altri 26 radioisotopi. I più stabili fra essi sono 144Ce con emivita di 284,893 giorni, 139Ce con 137,640 giorni e 141Ce con 32,501 giorni. Tutti gli altri radioisotopi hanno emivite di meno di 4 giorni, e la gran parte di essi non arriva a 10 minuti. Questo elemento ha anche due stati meta. Gli isotopi del cerio hanno peso atomico che va da 123 amu (123Ce) a 152 amu (152Ce)…


Che dire?… anche il cerio non è che sia un ‘elefante bianco’, tuttavia nella famosa ‘classifica’ precede elementi molto più ‘familiari’ come cromo, nichelio e argento. Non è strano?… Andando avanti troviamo un altro emerito ‘sconosciuto’: il lantanio. Sempre da Wikipedia…

Il lantanio è l'elemento chimico di numero atomico 57. Il suo simbolo è La. È un elemento leggero, metallico, di colore bianco-argento, malleabile e duttile: è anche molto tenero, tanto che si può tagliare con un coltello. In reazione con l'acqua rilascia idrogeno gassoso. Ignifugo. Reagisce con gli ossidanti. Appartiene al gruppo 3 della tavola periodica e spesso viene considerato uno dei lantanidi. Si trova in alcuni minerali di terre rare, di solito in combinazione con il cerio e altri lantanidi. È uno dei più reattivi metalli delle terre rare: reagisce direttamente con carbonio, azoto, boro, selenio, silicio, fosforo, zolfo, e con gli alogeni. Si ossida rapidamente se esposto all'aria o all'acqua calda, mentre in acqua fredda il processo è molto rallentato…

Usi del lantanio:

· illuminazione a carboni, soprattutto nell'industria cinematografica per l'illuminazione di teatri di posa e proiezione di pellicole.
· l'ossido di lantanio (La2O3) migliora la resistenza del vetro all'attacco degli alcali ed è usato nella manifattura di speciali vetri ottici, come il etro assorbente gli infrarossi e lenti per fotocamere e telescopi, per via dell'alto indice rifrattivo e della bassa dispersione dei vetri alle terre rare.
· piccole quantità di lantanio aggiunte all'acciaio ne migliorano la malleabilità, la duttilità e la resilienza.
· piccole quantità di lantanio aggiunte al ferro aiutano a produrre perlite.
· piccole quantità di lantanio aggiunte al molibdeno diminuiscono la durezza e la fragilità di questo metallo e la sua sensibilità agli sbalzi di temperatura.
· il mischmetal, una lega piroforica usata per esempio nelle pietre per accendini, contiene dal 25% al 45% di lantanio.
· l'ossido e il boruro sono usati nelle valvole in elettronica.
· la produzione di leghe che fungono da ‘spugne di idrogeno’. Sono leghe capaci di adsorbire reversibilmente fino a 400 volte il loro volume di idrogeno gassoso.
· catalizzatori per il cracking del petrolio.
· mantelli per lanterne a gas.
· composti per la lucidatura di vetri e marmi.
· datazione (lantanio-bario) di rocce e minerali.
· il nitrato di lantanio trova uso in vetri speciali, catalizzatori e trattamento delle acque.

Il lantanio in natura è composto di un isotopo stabile (139La) e uno radioattivo (138La) con emivita di 1,05&volte;1011 anni; il 139La è il più abbondante dei due (99,91%). Sono stati creati altri 38 radioisotopi, di cui il più stabile è il 137La con emivita di 60.000 anni. Tutti gli altri isotopi sono radioattivi, con emivite di meno di 24 ore, e anzi la maggioranza di questi hanno emivite di meno di un minuto. Questo elemento ha anche tre stati meta. Gli isotopi di lantanio hanno peso atomico che va da 117 amu (117La) a 155 amu (155La)…


Che dire di questo elemento, posizionato nella ‘classifica’ subito dopo il cerio?… Come mai è presente in quantità del genere nelle polveri di ground zero?… Terminiamo questa ‘escursione’ con un elemento assi particolare: il torio. Sempre da Wikipedia…

Il torio è l'elemento chimico di numero atomico 90. Il suo simbolo è Th. Il torio è un metallo reperibile in natura, leggermente radioattivo. Se puro e in forma metallica, è di colore bianco argenteo che si mantiene lucido per molti mesi; però se viene contaminato con il suo ossido si annerisce lentamente all'aria diventando prima grigio e poi nero. L'ossido di torio (ThO2), detto anche toria, ha uno dei più alti punti di ebollizione di tutti gli ossidi (3300°C). Quando vengono scaldati all'aria, i trucioli metallici di torio prendono fuoco e bruciano con una brillante luce bianca…

Applicazioni del torio:

· reticelle per luci a gas portatili. Queste reticelle rilucono di una luce bianca abbagliante quando vengono scaldate nella fiamma del gas.
· in leghe di magnesio, cui conferiscono grande durezza e resistenza alla fatica ad alte temperature.
· il torio è usato per rivestire i fili di tungsteno negli apparecchi elettronici.
· il torio è stato usato in elettrodi per saldatura e ceramiche resistenti al calore.
· il suo ossido è usato per controlare la dimensione della grana del tungsteno usato nei filamenti delle lampadine elettriche.
· il suo ossido è usato per crogioli da laboratorio per alte temperature.
· l'ossido di torio aggiunto al vetro permette di creare vetri con alto indice di rifrazione e dispersione molto bassa. Perciò trova applicazione in lenti di alta qualità per macchine fotografiche e strumenti scientifici.
· l'ossido di torio è stato usato come catalizzatore per la conversione di ammoniaca in acido nitrico, nel cracking del petrolio, nella produzione di acido solforico.
· il rapporto uranio-torio è stato usato per datare fossili di ominidi.
· come materiale fertile per produrre combustibile nucleare. In particolare il progetto proposto di reattore ad amplificazione di energia dovrebbe impiegare torio. Poiché il torio è più abbondante dell'uranio, i progetti delle cupole dei reattori nucleari incorporano il torio nel loro ciclo del combustibile nucleare.
· il diossido di torio (ThO2) era l'ingrediente attivo del Torotrasto, che era usato nella diagnostica medica a raggi X. Questo uso è però stato abbandonato per via della carcinogenicità di tale composto.

In natura il torio si presenta con un unico isotopo, 232Th, che è il più stabile dei 25 isotopi conosciuti, la cui massa atomica è compresa tra 212 e 236. 232Th ha un'emivita di oltre 14 miliardi di anni, seguono in ordine di stabilità decrescente 230Th (75380 anni), 229Th (7340 anni) e 228Th (1,92 anni). Tutti gli altri rimanenti isotopi hanno emivite comprese tra i 30 mesi e 25 ore. Del torio è noto anche un metastato…


Bene!… per il momento ci fermiamo qui e ci teniamo bene a mente i dati che il governo degli Stati Uniti ci ha messo gentilmente a diposizione… Prossimo passo sarà quello di sottoporre questi dati ad appropriata ‘elaborazione’ per vedere di ripondere a qualche ‘dubbio’ che sicuramente ora alberga nella nostra mente…

saluti!…

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Inviato il: 20/9/2007 11:21
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Re: Una 'tesi alternativa'...
#8
Ho qualche dubbio
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A me qualche dubbio mi viene, non saprei davvero escludere l'uso di qualche ordigno nucleare...E poi cavolo, per polverizzare due giganti come le due torri in una decina di secondi dove l'hanno presa la tremendous energy necessaria? Dagli incendi (ormai spenti) degli aerei?
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Inviato il: 21/9/2007 1:00
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  •  Teba
      Teba
Re: Una 'tesi alternativa'...
#9
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 14/9/2007
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Hmmm, questo potrebbe spiegare la polverizzazione di computers, archivi e tutti gli oggetti.

Non saprei sinceramente ma, domanda: esiste un'impresa di demolizione che è in grado di lavorare e pianificare un crollo di due edifici così imponenti usando ordigni del genere?
Inviato il: 21/9/2007 9:26
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  •  sigmatau
      sigmatau
Re: Una 'tesi alternativa'...
#10
Mi sento vacillare
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E‘ chiaro che, di fronte al pensiero che chi ha ordito la terribile macchinazione dell’11 settembre abbia usato ordigni nucleari [e poi non si capisce il perché avendoli non li avrebbe dovuti usare…] ‘domande’ e ‘dubbi’ sono più che legittimi. A tutto questo cercheremo di dare risposta ma per il momento direi di procedere con i [cosiddetti…] ‘piedi di piombo’. Nell’ultimo post si è un poco ‘indagato’ sulla presenza a ground zero di alcuni ‘elementi singolari’ che di solito non compaiono nella nostra ‘vita di tutti i giorni’. In particolare abbiamo trovato i seguenti elementi presenti in quantità insolitamente elevata: uranio, stronzio, bario, cerio, lantanio, torio. In realtà sono andato un poco di fretta e nell’elenco ne ho dimenticato uno: l’ittrio. Rimedio subito a questa mia disattenzione presentando i dati relativi a questo elemento tratti dal sito già segnalato…


Ittrio

Wtc1-02: 58.9
Wtc1-03: 30.2
Wtc1-05: n.m.
Wtc1-06: n.m.
Wtc1-14: 46.5
Wtc1-15: 46.1
Wtc1-16: 31.4
Wtc1-17: n.m.
Wtc1-21: 54.5
Wtc1-22: 47.6
Wtc1-25: 61.6
Wtc1-27: 54.9
Wtc1-28: 53.8
Wtc1-30: n.m.
Wtc1-34: n.m.
Wtc1-20: 44.1
Wtc1-36: 52.6
Wtc1-08: 134
Wtc1-09: 243

Per saperne di più su quest’altro ‘sconosciuto’ [presente però in quantità non trascurabile al punto che in ‘classifica’ sta davanti a cromo, nichelio e argento ed ugualia quasi rame e zinco…] andiamo ancora su Wikipedia…

L'ittrio è l'elemento chimico di numero atomico 39. Il suo simbolo è Y. È un metallo di transizione dall'aspetto argenteo, è comune nei minerali delle terre rare e due suoi composti sono usati per produrre i fosfori rossi dei televisori a colori…

L'ittrio è un metallo dall'aspetto argenteo e lucente, relativamente stabile all'aria, possiede una reattività chimica simile a quella dei lantanidi. Gli sfridi e i trucioli di questo metallo bruciano all'aria quando la loro temperatura supera i 400°C. In forma di polvere fine può incendiarsi spontaneamente. Il suo stato di ossidazione tipico è +3.

L'ossido di ittrio è il suo composto più importante, impiegato per produrre i fosfori YVO4-Eu e Y2O3-Eu usati per generare il colore rosso nei tubi catodici dei televisori. Tra gli altri usi si annoverano i seguenti...

· l'ossido di ittrio è usato per produrre granati di ittrio e ferro, efficaci filtri di microonde
· i granati a base di ittrio, ferro, alluminio e gadolinio (ad esempio Y3Fe5O12 e Y3Al5O12) hanno interessanti proprietà magnetiche. Il granato di ittrio e ferro è un efficiente trasduttore di energia acustica; il granato di ittrio e alluminio ha una durezza di 8,5 ed è usato anche come gemma (diamante sintetico)
· piccole quantità di ittrio (tra lo 0,1% e lo 0,2%) sono usate per ridurre la granulometria del cromo, del molibdeno, del titanio e dello zirconio; è anche usato per rinforzare le leghe di alluminio e magnesio
· è usato come catalizzatore della polimerizzazione dell'etilene
· il granato di ittrio e alluminio, il fluoruro di ittrio e litio e il vanadato di ittrio sono usati insieme ad agenti droganti quali il neodimio o l'erbio nella produzione di laser infrarossi
· viene usato per disossidare il vanadio ed altri metalli non ferrosi

L'ittrio è stato preso in considerazione come nodulizzante per ottenere ghisa nodulare, più duttile (la grafite forma noduli compatti invece di fiocchi, perciò è inutile nella ghisa nodulare). Potenzialmente, l'ittrio si può usare in formulazioni di ceramiche e vetri speciali, perché l'ossido di ittrio ha un punto di fusione molto alto e conferisce loro resistenza agli urti e basso coefficiente di espansione termica…

L'ittrio in natura si compone di un solo isotopo, Y89. I radioisotopi più stabili sono Y88, con un'emivita di 106,65 giorni e Y91, la cui emivita è di 58,51 giorni. Tutti gli altri suoi isotopi hanno un tempo di dimezzamento inferiore alle 24 ore, eccezion fatta per Y87, che si dimezza in 79,8 ore. La principale modalità di decadimento degli isotopi più leggeri di Y87 è la cattura elettronica cui segue un decadimento beta. Dell'ittrio sono stati identificati altri 26 isotopi instabili. Y90 esiste in equilibrio con il suo isotopo genitore, Sr90, prodotto nelle esplosioni nucleari…


L’ultima riga è interessante e merita di essere nuovamente riprodotta…

… Y90 esiste in equilibrio con il suo isotopo genitore, Sr90, prodotto nelle esplosioni nucleari

E’ chiaro che a questo punto occorre saperne di più sulla cosiddetta ‘fissione nucleare’. Dal momento che la scoperta di questo ‘fenomeno’ risale a quasi settant’anni fa [Hahn e Stassmann, Berlino 1938…] si dovrebbe supporre che si tratti di un ‘argomento’ al quale è facile ‘accedere’. Essendo però la conoscenza della fissione nucleare strettamante legata al concetto di ‘arma nucleare’, di fatto ancora oggi tutte le informazioni al riguardo accessibili al ‘pubblico’ sono parziali, incomplete e spesso contraddittorie. Dei due elementi fissili più ‘noti’ [U235 e Pu239…] il primo è quello di cui si conosce di più. Alcuni meccanismi di fissione ‘possibili’ [ve ne sono parecchi…] dell’elemento U235 che danno luogo a ‘reazione a catena’ sono i seguenti…

U235+n=Xe143+Kr93+3n

U235+n= Ba144+Kr89+3 n

U235+n= Ba142+Kr92+2n

U235+n= Xe140+Sr92+2n

Ciascuna di queste reazioni è ‘attivata’ da un neutrone e vengono prodotti 2 o 3 neutroni. Si ha dunque ‘moltiplicazione di neutroni’ , fattore necessario per attivare la reazione a catena. Gli elementi prodotti dalle reazioni di fissione sopra elencate non sono stabili e col tempo ‘decadono’. I due cicli principali di decadimento sono i seguenti…

Xe -> Cs -> Ba -> La -> Ce -> Pr -> Nd

Kr -> Rb -> Sr -> Y -> Zr

A eccezione degli ‘elementi finali’ neodimio e zirconio [che sono stabili…], tutti gli altri sono isotopi instabili con tempi di dimezzamento più o meno elevati. Xeno, cesio, praseodimio, kripto e rubidio hanno tempi di dimezzamento brevi e pertanto ‘sopravvivono’ per poco tempo. Tempi più lunghi si hanno per bario, lantanio, cerio, stronzio e ittrio, così che in pratica questi sono gli ‘ingredienti’ che si trovano sul luogo dove si è avuta fissione di U235. Come già detto quelle indicate in alto sono solo alcuni dei possibili ‘meccanismi di fissione’ di fissione dell’elemento U235. Alcuni di questi non producono neutroni e pertanto non contribuiscono alla ‘reazione a catena’. Il più noto di questi è il seguente…

U235+n= He4+Th232

Nella reazione vengono prodotti due isotopi. Il primo di essi è di un gas nobile [elio] che decade abbastanza rapidamente mentre l’altro è un ‘elemento pesante’ chiamato torio. Tra i ‘prodotti’ di fissione è dunque presente anche il torio. Infine una certa percentuale [non meno del 4 per cento…] di U235 non viene raggiunto da alcun neutrone ed è presente anch’esso ‘non fissionato’ tra i prodotti della reazione. Per concludere questa breve rassegna [ma torneremo a parlarne più in dettaglio…] gli ‘elementi caratteristici’ che si trovano nei residui della fissione di U235 sono tipicamente i seguenti: uranio, torio, stronzio, bario, cerio, lantanio, ittrio… tutti presenti in quantità ‘anamala’ nelle polveri e nei resti di ground zero

Arrivati a questo punto è obbligatorio prevenire che il lettore giunga a conclusioni premature. Una breve riflessione è sufficiente per capire che la pura e semplice ‘presenza’ di sangue non significa che in un certo luogo si sia commesso un omicidio. E’ necessario che alcuni dettagli siano ‘coerenti’ con l’ipotesi fatta. Nel nostro caso se ipotizziamo che gli ‘elementi anomali’ rinvenuti a ground zero siano i prodotti di una esplosione nucleare, per validare o meno l’ipotesi è necessario dimostrare che le quantità di tali elementi siano tra loro correlate. Per fare un esempio lo strumento più semplice in un supermercato per valutare la ‘statistica dei furti’ consiste nel verificare la ‘correlazione’ tra quantità di una certa merce non più presente nei banchi e ammontare degli scontrini di cassa. Seguendo questa linea esaminiamo nuovamente i dati relativi agli ‘elementi sospetti’ contenuti nei 19 ‘campioni’ prelevati a ground zero. Cominciamo in particolare dai due ‘elementi sospetti’ presenti in maggiore quantità: stronzio e bario. Detto per inciso sono anche i due ‘elementi complementari’ più comuni dell’uranio [‘complementari’ nel senso che la somma dei pesi atomici dei due è circa uguale a quella dell’uranio, di modo che sono in pratica le due parti nelle quali un atomo di uranio è stato ‘fissionato’…]. Ecco di nuovo le tabelle…

Stronzio

Wtc1-02: 1000
Wtc1-03: 409
Wtc1-05: n.m.
Wtc1-06: n.m.
Wtc1-14: 643
Wtc1-15: 736
Wtc1-16: 3130
Wtc1-17: n.m.
Wtc1-21: 787
Wtc1-22: 710
Wtc1-25: 695
Wtc1-27: 701
Wtc1-28: 711
Wtc1-30: n.m.
Wtc1-34: n.m.
Wtc1-20: 706
Wtc1-36: 823
Wtc1-08: 444
Wtc1-09: 378

Bario

Wtc1-02: 765
Wtc1-03: 376
Wtc1-05: n.m.
Wtc1-06: n.m.
Wtc1-14: 461
Wtc1-15: 405
Wtc1-16: 3670
Wtc1-17: n.m.
Wtc1-21: 460
Wtc1-22: 452
Wtc1-25: 624
Wtc1-27: 470
Wtc1-28: 491
Wtc1-30: n.m.
Wtc1-34: n.m.
Wtc1-20: 390
Wtc1-36: 438
Wtc1-08: 317
Wtc1-09: 472

Il primo dato che balza all’occhio nella prima tabella è che dell’elemento stronzio non sono state trovate tracce nei campioni etichettati come Wtc1-05,Wtc1-06,Wtc1-17,Wtc1-30, Wtc1-34. Dalla lettura della seconda tabella si osserva che nei medesimi campioni e solo in quelli non sono state trovate tracce neppure dell’elemento bario. Questo è già un fatto notevole ma lo diviene ancora di più se si osserva che la stessa cosa [ossia la totale assenza di tracce in quegli stessi campioni e solo in quelli…] vale pere tutti gli altri ‘elementi sospetti’. Uhm!... niente fretta e andiamo avanti. Secondo dato che balza all’occhio nella prima tabella è il valore insolitamente elevato di stronzio rilevato nel campione etichettato come Wtc1- 16: 3130 ppm. Si tratta di un valore all’incirca cinque volte superiore alla media… Se andiamo a vedere la tabella del bario in corrispondenza allo stesso campione si trova un valore pari a 3670 ppm… otto volte circa la media!… Se andiamo ad osservare le altre tabelle in corrispondenza alla etichetta Wtc1-16 osserviamo valori relativamente ‘oltre la media’ [non però come nei due casi ora visti…] per l’elemento cerio e l’elemento lantanio. Relativamente ‘normale’ invece il contenuto all’etichetta Wtc1-16 per uranio, torio e ittrio. Al momento non siamo in grado di fornire una spiegazione ‘ragionevole’ a questo fatto e pertanto ‘archiviamo’ provvisoriamente [escludendoli per il momento dalla ‘statistica’…] i dati etichettati come Wtc1-16 per ritornarci sopra quando avremo le idee più chiare. Vediamo ora gli altri dati delle due tabelle relative a stronzio e bario. La prima e più ovvia cosa che si può fare è rappresentarli su una coppia di assi cartesiani…



Beh… già ad una occhiata ‘superficiale’ è possibile vedere un certa correlazione tra le due grandezze, se non altro per il fatto che al crescere della x in media ‘cresce’ la y. E’ già qualche cosa, ma esistono tecniche che consentono una stima assai più precisa. La più nota di queste tecniche è chimata in statistica ‘stima con la retta dei minimi quadrati’. Chi di voi è interessato ai dettagli tecnici può consultare i testi specializzati. Qui daremo solo i risultati. La retta dei minimi quadrati per i dati di stronzio e bario è disegnata in rosso nel diagramma seguente…



Per essa si sono calcolati i coefficienti seguenti: a0=26, a1=.65. La retta disegnata in blù passa invece per l’origine ed ha pendenza pari a .65. La correlazione tra le due grandezze appare a prima vista assai stretta, anche se la presenza di una componente ‘media’ di stronzio pari a 26 ppm indipendente dalla presenza di bario sembra suggerire uno ‘scenario’ un poco più complesso. In sostanza il lavoro non è finito ma è certo che siamo sulla buona strada. Per non mettere troppa carne al fuoco per ora ci fermiamo qui…

saluti!…

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Inviato il: 21/9/2007 10:16
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  •  sigmatau
      sigmatau
Re: Una 'tesi alternativa'...
#11
Mi sento vacillare
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Prima di procedere nel discorso mi permetto di consigliare, per farsi una sia pur grossolana idea sulla complessità della fissione nucleare, la lettura seguente…

http://hyperphysics.phy-astr.gsu.edu/hbase/nucene/u235chn.html

Alla pari della maggior parte di voi [suppongo…] chi scrive non ha specifiche conoscenza dei ‘meccanismi’ della fisica nucleare… anzi devo confessare molti suoi ‘concetti’ ancora oggi non riescono a ‘fissarsi’ bene nella mia testa…

A titolo di esempio sapevo fin dai [lontani ahimeh!…] anni del liceo che la scoperta più ‘devastante’ di Enrico Fermi [‘scoperta’ che si è ‘concretata’ poi nella bomba atomica e che con grande ‘entusiasmo’ lo stesso Enrico Fermi non esitò a ‘vendere’ agli Stati Uniti poco prima dello scoppio del conflitto mondiale… ben sapendo che essa avrebbe potuto un giorno essere usata contro l’Italia…] è avvenuta negli anni ’30 a Roma. Bombardando con neutroni l’elemento chimico conosciuto come uranio, Fermi e i suoi collaboratori scoprirono tracce di un nuovo elemento che più tardi venne chiamato ‘plutonio’. La reazione in sé è assai ‘semplice’…

U238 + n= U239 -> Np239 -> Pu239

Dall’elemento uranio [numero atomico 92…] si passa da prima al nettunio [numero atomico 93…] e quindi al plutonio [numero atomico 94…]. Quello che per molto tempo ha faticato ad entrarmi in testa è il ‘meccanismo’ in base quale un elemento può trasformarsi ‘spontaneamente’ in un altro avente lo stesso peso atomico ma numero atomico ‘più alto’ [il che implica che uno o più neutroni del nucleo, privi di carica elettrica, divengono protoni, aventi carica positiva…]. Poi ho imparato che questo fenomeno non è limitato al solo uranio ma a tutta una serie di isotopi di altri elementi ed noto col nome di decadimento beta. Lo stesso fenomeno causa la ‘trasformazione’ della maggior parte degli elementi prodotti di una reazione di fissione nucleare in altri di numero atomico sempre maggiore fino a che non si arriva ad un elemento ‘stabile’. Nel caso dell’uranio le ‘vicissitudini’ delle due ‘famiglie’ più numerose [non sono però le uniche…] di elementi prodotti dalla fissione sono le seguenti…

Xe -> Cs -> Ba -> La -> Ce -> Pr -> Nd

Kr -> Rb -> Sr -> Y -> Zr

La prima ‘famiglia’ è composta di elementi aventi peso atomico da 140 a 146 e l’elemento finale ‘stabile’ è il neodimio. La seconda ‘famiglia’ è composta di elementi aventi peso atomico da 90 a 96 [più ‘leggeri’ dunque…] e l’elemento finale ‘stabile’ è lo zirconio. Ciascun elemento delle due famiglie è caratterizzato da un proprio ‘tempo di dimezzamento’ [ossia il tempo nel quale la ‘popolazione’ si riduce della metà in conseguenza del decadimento…]. Più lungo è questo tempo, più un certo elemento sarà presente. I due elementi più ‘longevi’ di ciascuna famiglia sono rispettivamente bario e stronzio e di essi abbiamo esaminato in dettaglio la ‘presenza‘ in una serie di campioni di polveri e rivestimenti di travature prelevate dai detriti della ‘Torre nord’. Osserviamo di nuovo il diagramma della analisi spettroscopica dei campioni e della mutua correlazione…



La correlazione rilevata è evidente e già questo è un chiaro indice di avvenuta reazione nucleare. Vi sono tuttavia alcuni punti non chiari che necessitano di ulteriore esame e sono…

a) i valori assolutamente ‘anomali’ di concentrazione di bario e stronzio presenti nel campione Wtc1-16 [rispettivamente 3670 e 3130 ppm…]
b) i valori relativamente ‘anomali’ di concentrazione di bario e stronzio presenti nei campioni Wtc1-08 e Wtc1-09 [sono campioni non di polveri bensì di ‘rivestimenti di travatura’…]
c) l’assenza completa di dati su neodimio e zirconio, gli elementi finali delle due catene

Per quanto riguarda i punti a) e b), in [temporanea…] assenza di ipotesi altrettanto valide, ipotizziamo che i valori anomali siano dovuti al fatto che tali campioni sono stati analizzati anteriormente agli altri. In tal caso il naturale ‘decadimento’ può essere la causa dei valori ‘anomali’ riscontrati [come può essere stato causa del resto di ‘dispersione statistica’ anche nei rimanenti campioni di polveri…]. Per quanto riguarda il punto c) al momento non siamo in grado di fornire una valida spiegazione e per il momento il problema è ‘accantonato’. Ripetendo l’esame della correlazione tra bario e stronzio escludendo i campioni Wtc1-08,Wtc1-09 e Wtc1-16 si ottiene il seguente diagramma…



Come si può ben constatare la correlazione in tal caso è notevolmente aumentata. Sempre escludendo i campioni Wtc1-08,Wtc1-09 e Wtc1-16 sono state rilevate la correlazione tra cerio e lantanio [appartenenti ai ‘prodotti pesanti’ della fissionie…] e la correlazione tra stronzio e ittrio [appartenenti ai ‘prodotti leggeri’ della fissione…]. I risultati sono compendiati nei due diagrammi seguenti…





La correlazione tra cerio e lantanio è praticamente ‘perfetta’. Meno buona ma assai significativa è la correlazione tra stronzio e ittrio. Questi per il momento sono le conclusioni ricavabili dai dati che abbiamo raccolto nel sito governativo indicato a suo tempo. Fermo restando il fatto che alcuni punti debbono essere ‘chiariti’, essi appaiono comunque ‘avvaloranti’ il fatto che nel crollo della ‘Torre nord’ [e non solo ovviamente…] ha avuto luogo una reazione di fissione nucleare. Prossimo step sarà quello di cercare [se ci sono…] altri ‘elementi avvaloranti’ la ‘tesi’ che mi sono proposto di esaminare…

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Inviato il: 24/9/2007 10:56
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Re: Una 'tesi alternativa'...
#12
Mi sento vacillare
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cari amici
prima di andare avanti nel discorso intercaliamo una breve ‘lezione’ [si fa per dire naturalmente…] di Fisica nucleare. Torniamo un attimo ad alcune immagini riprese a ground zero subito dopo la ‘catastrofe’…







In aggiunta mettiamoci l’ormai arcinoto ‘Reperto B’ che abbiamo stabilito [sia pure con fatica…] essere stato ripreso una mezz’ora circa dopo il crollo della ‘Toore nord’…



In tutte si nota con grande evidenza una strana e inquietante ‘luce blu’ diffusa un po’ ovunque. Tale ‘fenomeno’ è durato per alcune ore e nei giorni successivi si è molto ridotto fino a sparire del tutto. Di che cosa si tratta?… Dovendo fornire una ‘spiegazione plausibile’ mi azzarderò a fare una ipotesi che vale quanto un'altra e che ognuno di voi può benissimo smentire, a patto naturalmente che porti una valida ipotesi alternativa. La luce blù diffusa è la cosiddetta Radiazione di Cherenkov… e che razza di diavoleria è mai questa?…

La radiazione di Cherenkov è prodotta ogni volta che una particella carica elettricamente attraversa un mezzo materiale con velocità v superiore a v_t, la velocità della luce nel mezzo stesso. La particella carica polarizza al suo passaggio le molecole del mezzo e dopo che è passata queste ritornano nel loro stato ‘normale’ emettendo ciascuna un fotone. La luce emessa forma un fronte d’onda coerente se v è maggiore di v_t. Qualcosa di analogo accade con il noto fenomeno del ‘bang’ supersonico. Negli anni ‘30 il fisico russo Cherenkov ha descritto il fenomeno in termini quantitativi [cosa che gli è valso il premio Nobel…] ed ha stabilito che l’intensità della radiazione emessa è inversamente proporzionale alla lunghezza d’onda. Per questa ragione essa appare nel visibile di colore blù. In un reattore nucleare i prodotti di fissione emettono radiazione beta, costituita da elettroni ad elevata velocità e proprio la misura dell’intensità della radiazione di Cherenkov emessa è utilizzata in pratica sia per monitorare la reazione nucleare sia per stimare il grado di radioattività residua in un reattore ‘spento’. Una bella immagine di un reattore nucleare moderato ad acqua è illustrata qui. Notare la caratteristica 'luce blù' prodotta dalla radiazione di Cherenkov…



Tutto chiaro ragazzi!… bene!... non scaldatevi troppo però poichè tutto quello che si è fatto per il momento è servito solo a dare una ‘spiegazione plausibile’ alla strana ‘luce blù’ che compare in molte fotografie di ground zero scattate nelle ore successive alla ‘catastrofe’, quando doveva essere ancora alta l’emissione beta prodotta da [eventuali] ‘prodotti di fissione’ di una [eventuale] reazione nucleare… Dato il tempo di vita medio della maggior parte di tali prodotti [da ‘alcune ore’ ad ‘alcuni giorni’…], è presumibile che nello spazio di qualche giorno il fenomeno si sia ‘esaurito’. Certo a questo punto una domanda ovvia da parte vostra sarebbe: ma nessuno ha pensato di misurare l’emissione beta dei detriti di ground zero?… La risposta è ovviamente ‘sì’ e i risultati li mostreremo tra non molto… un poco di pazienza ragazzi…

saluti!…

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Inviato il: 1/10/2007 14:34
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Re: Una 'tesi alternativa'...
#13
Mi sento vacillare
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cari amici
come vi ho promesso il prossimo step sarà osservare le analisi effettuate sulle polveri e i detriti di ground zero. I dati in questione sono stati pubblicati nel luglio 2002 su…

http://www.ehponline.org/members/2002/110p703-714lioy/lioy-full.html

Le analisi che più ci interessano sono state eseguite da C. Schopfer del Environmental and Occupational Health Sciences Institute [EOHSI] di Piscataway [NJ] e sono relative ai ‘radionuclei’…

Riportiamo per prima cosa un dato importantissimo, quello relativo ai campioni esaminati e alla data del loro prelievo. Dall’originale in inglese…

The explosion and collapse of the World Trade Center [WTC] was a catastrophic event that produced an aerosol plume impacting many workers, residents, and commuters during the first few days after 11 September 2001. Three bulk samples of the total settled dust and smoke were collected at weather-protected locations east of the WTC on 16 and 17 September 2001. These samples are representative of the generated material that settled immediately after the explosion and fire and the concurrent collapse of the two structures…

Veniamo così a conoscere un primo importante dettaglio che nel nostro caso ha una importanza fondamentale: il prelievo dei campioni da analizzare è stato eseguito nei giorni 16 e 17 settembre, vale a dire cinque-sei giorni dopo gli eventi. Il report non specifica poi la data esatta nella quale i campioni sono stati esaminati e ciò introduce ulteriore elemento di incertezza. Se si trattasse di elementi chimici ‘convenzionali’ la ‘datazione’ dei reperti non avrebbe grande importanza. Nel caso di isotopi radioattivi invece, come vedremo, la loro ‘datazione’ in rapporto agli eventi è un dato di importanza essenziale. Rimandando ogni ‘spiegazione’ ad un secondo momento osserviamo che cosa si dice nel report della procedura di misura adottata e della classificazione dei reperti…

Radionuclides. We analyzed the gamma spectrum of the samples using an EG&G/Ortec high-purity Ge detector [50% relative efficiency] gamma counter [EG&G/Ortec Instruments, Inc., Oak Ridge, TN]. We analyzed approximately 50 peaks based on statistical significance [counting/lack of interferences]. These included thorium, uranium, actinium series, and primordial radionuclides. Liquid scintillation analyses were conducted for emissions on the total dust and smoke samples using a Packard Tri-Carb Model 2770 TR/SL [Packard Instrument, Meriden, CT]. The MDA for alpha radioactivity was 0.30 DPM [0.14 pCi] based on a NIST-traceable 226Ra standard [National Institute of Standards and Technology, Gaithersburg, MD]. When placed in the liquid scintillation fluid, the WTC samples are somewhat darker than the backgrounds and calibration standard, which may cause slight underreporting of the beta activity due to quenching and standard-to-sample efficiency bias…

Il report dunque afferma senza ombra di dubbio che si sono rivelati picchi di ‘rilevanza statistica’ in corrispondenza di torio, uranio, attinidi e ‘radionuclei primordiali’… in sostanza gli elementi chimici ‘anomali’ di cui abbiamo parlato in precedenza. La presenza di tali elementi è chiaramente visibile anche nella seguente tabella allegata al report…



Come ben si può vedere anche qui compaiono in concentrazione decisamente ‘elevata’ gli elementi Stronzio e Bario che abbiamo visto sono prodotti abbastanza ‘longevi’ della fissione dell’U235. Nella tabella compaiono poi, sia pure in concentrazione ‘modesta’, due elementi cui prima abbiamo solo ‘accennato’: Cesio e Rubidio. Ricordando la sequenza di decadimento delle due famiglie di prodotti della fissione…

Xe -> Cs -> Ba -> La -> Ce -> Pr -> Nd

Kr -> Rb -> Sr -> Y -> Zr

… osserviamo che i due elementi ‘nascono’ nei primi istanti dopo l’esplosione conseguenza del ‘decadimento’ di Xeno e Kripto [i ‘prodotti primari’ della fissione dell’U235, destinati però a ‘scomparire’ assai presto…]. Se ora torniamo su…

http://pubs.usgs.gov/of/2001/ofr-01-0429/chem1/WTCchemistrytable.html

… scopriamo che anche lì Cesio e Rubidio erano presenti, sia pure in quantità più limitata rispetto agli elementi che abbiamo esaminato per primi. Rimedio subito alla mia precedente ‘dimenticanza’ stilando la tabella a anche per loro…

Cesio

Wtc1-02: .73
Wtc1-03: .76
Wtc1-05: n.m.
Wtc1-06: n.m.
Wtc1-14: .88
Wtc1-15: .78
Wtc1-16: .87
Wtc1-17: n.m.
Wtc1-21: .76
Wtc1-22: .78
Wtc1-25: .83
Wtc1-27: .77
Wtc1-28: .76
Wtc1-30: n.m.
Wtc1-34: n.m.
Wtc1-20: .72
Wtc1-36: .78
Wtc1-08: .18
Wtc1-09: .22

Rubidio

Wtc1-02: 21.2
Wtc1-03: 23.7
Wtc1-05: n.m.
Wtc1-06: n.m.
Wtc1-14: 25.2
Wtc1-15: 21.6
Wtc1-16: 21.6
Wtc1-17: n.m.
Wtc1-21: 21
Wtc1-22: 21.1
Wtc1-25: 24
Wtc1-27: 21.7
Wtc1-28: 22.5
Wtc1-30: n.m.
Wtc1-34: n.m.
Wtc1-20: 18.9
Wtc1-36: 21.1
Wtc1-08: 8
Wtc1-09: 8.2

Penso proprio che il lettore sia in grado di valutare ‘ad occhio’ la stretta correlazione dei due dati tra loro e rispetto ai dati degli altri elementi senza bisogno della ‘retta dei minimi quadrati’… il che naturalmente rafforza ancora di più la nostra ‘tesi alternativa’…

Terminata la ‘divagazione’ torniamo ora al report relativo ai ‘radionuclei’ per dare risposta al dato che a molti sta a cuore: e la radioattività?… Anche se può sembrare strano a questo ‘dettaglio di secondo piano’ sono dedicate le poche righe che seguono, poste all’inizio del report…

We found only background levels of alpha radionuclide activity by liquid scintillation counter analysis of all three samples. Beta activity was slightly elevated, but not more than twice the background level. There were no levels of gamma activity > 1 Bq/g except for naturally occurring potassium-40…

A scanso di equivoci traduciamo…

Mediante l’analisi di ‘scintillazione liquida’ si sono riscontrati in tutti e tre i campioni livelli di attività alfa comparabili con la ‘radiazione di fondo’. Si è riscontrata attività beta leggermente [slightly] elevata , tuttavia non più alta di due volte la ‘radiazione di fondo’. Non si sono riscontrati livelli di attività gamma superiori a 1 Bq/g, tranne che per il ‘naturalmente attivo’ potassio-40…

Dopo la lettura sommaria di queste poche righe il ‘cittadino onesto americano’ deve essersi sentito alquanto sollevato… in sostanza di radioattività a ground zero non ce n’era proprio… Che di spazio per essere ‘ottimisti’ in realtà ce ne sia poco lo si potrebbe capire semplicemente da una lettura un minimo più attenta. Il report in sostanza afferma che l’unica sorgente di radioattività ‘fuori della norma’ registrata sui reperti di ground zero è stata l’attività beta, guarda caso quella che identifica il decadimento dei prodotti di reazioni nucleari. A far sì che l’attività beta sia a livello ‘alto’ oppure ‘basso’ intervengono poi due elementi fondamentali e precisamente…

a) la ‘quantità originaria’ di U235
b) il tempo intercrorso tra la ‘esplosione’ e la misura eseguita sui campioni

Un poco di pazienza e vedremo di far luce su entrambi questi aspetti… anche se non sarà proprio tutto ‘elementare’…

saluti!...

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Inviato il: 3/10/2007 10:45
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Re: Una 'tesi alternativa'...
#14
Mi sento vacillare
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Ciao Sigmatau i tuoi post mi incuriosiscono molto ma mi sorgono alcune domande: se è stata utilizzata una bomba nucleare essa ha generato una nube piroclastica non molto calda visto che chi ne è stato investito direttamente non è morto ne è stato ustionato. Inoltre il fatto che gran parte del core è rimasto in piedi in tutti e due i casi per poi crollare per ultimo indica che questa bomba ha agito molto localmente ai piani alti. Quanto questo scenario è compatibile con una bomba nucleare? Una ipotesi alternativa sarebbe che essa ha agito in un modo diverso da quello che ci si apetta cioè non tipo Hiroshima ma in modo molto più controllato. Ma quanto questo è possibile per una reazione nucleare?
Che ne pensi?

Ciao
Inviato il: 3/10/2007 14:08
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      sigmatau
Re: Una 'tesi alternativa'...
#15
Mi sento vacillare
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A scanso di equivoci ho affermato fin dal primo momento che la mia intenzione era semplicemente quella di sondare una ‘tesi alternativa’. Se tutti gli aspetti del crollo delle Towers e del Building seven fossero ‘assolutamente evidenti’ non staremmo qui a discuterne. E’ anche chiaro che, parlando di ordigni nucleari, ci si muove su un terreno insidioso sul quale non è che si sappia molto. Dal 1945 ad oggi [oltre sessant’anni…] è certo che la tecnologia delle armi nucleari non è rimasta la stessa e ordigni come quelli che hanno distrutto Hiroshima e Nagasaki sono, per chi possiede da tempo arsenali nucleari, oggetti risalenti alla ‘età della pietra’…

Per quanto poi riguarda l’affermazione secondo la quale ‘gran parte del core rimasto in piedi in tutti e due i casi per poi crollare per ultimo indica che questa bomba ha agito molto localmente ai piani alti…’ la prenderei con un poco di cautela. Ad esempio la sequenza di fotogrammi che si può vedere qui è assai ‘esplicativa’…



Quello che per pochi attimi ‘è rimasto in piedi’ del core della ‘Torre nord’ dopo il crollo lo si vede nel primo fotogramma… che cosa ne resta pochi secondi dopo lo si vede nell’ultimo… Da notare che si stà parlando di un struttura in acciaio che potete vedere qui al tempo della costruzione del complesso…



Come ho detto in precedenza la ‘ricerca’ che si è intrapresa è solo all’inizio… e ho la sensazione che salteranno fuori chissà quali ‘soprese’… pazienza ragazzi… pazienza…

saluti!…

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Inviato il: 3/10/2007 15:28
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Re: Una 'tesi alternativa'...
#16
Mi sento vacillare
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Come intermezzo prima di riprendere il discorso tre immagini assai significative…



Questa immagine [il cui ‘effetto’ non ha bisogno di essere rimarcato…] illustra la ‘fase finale’ del crash della ‘Torre nord’. In primo piano si vede il Wtc7. Si notano distintamente parti del core in acciaio non completamente ‘fuse’ dal calore che tentano di restare in piedi. Dopo pochi secondi anch’esse saranno annichilite…





In queste due immagini, riprese non molto tempo dopo il crollo della ‘Torre nord’, è chiaramente visibile la ‘luminescenza blù’ chiamata ‘Radiazione di Cherenkov’ , indizio inconfondibile di intensa attività beta in atto. Nelle ore successive, col progredire del ‘decadimento’ dei prodotti della fissione nucleare, tale fenomeno si ridurrà sempre di più fino a sparire quasi del tutto pochi giorni dopo l’11 settembre…

saluti!…

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Inviato il: 3/10/2007 16:43
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Re: Una 'tesi alternativa'...
#17
Mi sento vacillare
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Quando parlavo del core che crolla per ultimo intendevo le foto di Aman Zafar che trovi linkate su molti siti
Link guarda la foto 43.
Inviato il: 3/10/2007 20:43
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Re: Una 'tesi alternativa'...
#18
Sono certo di non sapere
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citaz: Si notano distintamente parti del core in acciaio non completamente ‘fuse’ dal calore che tentano di restare in piedi. Dopo pochi secondi anch’esse saranno annichilite…

cadendo verticalmente perchè sono state danneggiate in modo del tutto uniforme!

Complimenti Sigmatau, lavoro molto interessante...mi aspetto delle sorprese.
Inviato il: 3/10/2007 20:57
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Re: Una 'tesi alternativa'...
#19
Sono certo di non sapere
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Quando parlavo del core che crolla per ultimo intendevo le foto di Aman Zafar che trovi linkate su molti siti
Link guarda la foto 43.


È la stessa parte che si vede nella foto postata da Sigmatau, solo ripresa dal basso.
Inviato il: 4/10/2007 0:43
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Re: Una 'tesi alternativa'...
#20
Sono certo di non sapere
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Scusate l'OT

Ma và.. Zafar non ha i negativi delle foto. Purtroppo gli si sono incollati!!

Fine OT

Hi-speed
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Cosa Sta Succedendo? Madre, madre Ci sono troppi di voi che piangono Fratello, fratello, fratello Ci sono troppi di voi che stanno morendo Sai che dobbiamo trovare una maniera Per portare un pò di amore qui oggi
Inviato il: 4/10/2007 13:47
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Re: Una 'tesi alternativa'...
#21
Mi sento vacillare
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cari amici
prima di avventurarci in analisi ‘affidabili’ dei dati inerenti le analisi dei reperti di ground zero due parole sui ‘decadimento’ dei prodotti della fissione nucleare. Il ‘decadimento radioattivo’ è un fenomeno che caratterizza alcuni elementi che, avendo la struttura del nucleo intrinsecamente ‘instabile’, si trasformano ‘spontaneamente’ in altri elementi emettendo particelle dotate di grande energia. Tali elementi ‘instabili’ sono detti radioisotopi e la loro,scoperta di deve ai coniugi francesi Pierre e Marie Curie. La ‘trasformazione’ può produrre altri elementi che a loro volta possono essere ‘stabili’ oppure andare incontro anch’essi a decadimento. Il ‘tempo’ impiegato in questa ‘metamorfosi’ è diverso a seconda dei casi e può andare da milionesimi di secondo a miliardi di anni. Dal punto di vista quantitativo si può definire il fenomeno in maniera esatta se si conosce il ‘tempo di emivita’, vale a dire il tempo in cui una data quantità di radioisotopi si riduce della metà per effetto del decadimento. L’equazione che caratterizza il fenomeno e una curva tipica di decadimento sono illustrati nella figura seguente…



Esistono in natura tre diversi tipi di decadimenti radioattivi, che si differenziano dal tipo di particella emessa a seguito del decadimento…

a) decadimento alfa
b) decadimento beta
c) decadimento gamma

Il più comune di essi [e quello che interessa ai fini del discorso…] è il decadimento beta e lo descriviamo con maggiore dettaglio. Il fenomeno consiste nell’emissione da parte di un nucleo di peso atomico A e di numero atomico Z di un elettrone e di un ‘neutrino’. Il nucleo originario si trasforma in un nucleo di numero atomico Z+1 e dello stesso peso atomico A. Un esempio ‘classico’ è il decadimento del Cobalto-60 in Nichel-60…

Co60 -> Ni60 + e + ne + energia

Il decadimento beta è una reazione nucleare di tipo esotermico, vale a dire comporta il rilascio di energia sia ‘cinetica’, sia irraggiata, sia ‘convertita in calore’. Quest’ultimo aspetto, come vedremo, giocherà un ruolo decisivo quando si tratterà di ‘spiegare’ il perché nelle fondamenta di ground zero si è rinvenuto acciaio fuso anche diverse settimane dopo l’11 settembre. Il decadimento beta è poi una reazione ‘in salita’, vale a dire produce un elemento di numero atomico maggiore di quello originario… in altre parole ad ogni step di avanza di una ‘posizione’ nella ‘tavola periodica degli elementi che vedete qui sotto rappresentata…



Volendo fare un esempio consideriamo l’isotopo dello Xeno [che allo stato naturale è un ‘gas nobile’…] con numero atomico 54 e peso atomico 140. Tale isotopo è uno dei prodotti della fissione dell’elemento U235 ed è instabile con tempo di emivita pari a 14 s. Il ciclo di decadimento cui è soggetto è il seguente…

Xe140 [te=14 s] -> Cs140 [te=64 s] -> Ba140 [te=13 d] -> La140 [te=40 h] -> Ce140 [stabile]

L’elemento Xe140 nasce dall’ U235 in seguito alla seguente reazione di fissione…

U235+n -> Xe140 + Sr94+ 2n

Vale la pena di esaminare un poco in dettaglio questo decadimento nucleare poichè illustra assai bene alcuni concetti basilari. Dalla formula matematica che descrive il decadimento radioattivo è immediato verificare che tanto più piccolo è il tempo di emivita tanto più intensa è la radiazione emessa. Essendo ad esempio il rapporto tra i tempi di emivita di Ba140 e Cs140 pari a 13d/64s= 17750 si deduce che, per la reazione sopra illustrata, la radioattività nei primi minuti dopo l’esplosione è stata assai elevata per ridursi di un fattore di parecchie migliaia dopo che la totalità del Cs140 è ‘decaduta’ a Ba140. In base a questa semplice considerazione si comincia comprendere il perché i ‘cinque giorni’ intercorsi tra gli eventi e l’esame delle polveri prelevate a ground zero possono giocare un ruolo ‘depistante’ decisivo…

Arrivati a questo punto il lettore potrebbe anche pensare che siamo vicini alla soluzione del nostro ‘enigma’ … purtroppo però non è così per un motivo assai semplice. La reazione sopra illustrata è solo una delle miriadi di reazioni che avvengono nel corso di una esplosione nucleare. In pratica il ‘ventaglio’ è talmente elevato che lo si affronta con metodi statistici sulla base del diagramma qui riportato…



Arrivati a questo punto, per rispondere in modo ‘convincente’ al nostro ‘dubbio amletico’, vale a dire se per abbattere le Towers sono stati usate o no cariche di demolizione nucleari, non resta altro da fare che munirsi di buona volontà e fare un esame accurato sulla base della ‘statistica a gobba di cammello’ che vedete sopra. Non è un problema da prima elementare ovvio… non è neanche però come scalare L’Everest per cui… mai dire mai!…

saluti!...

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Inviato il: 5/10/2007 15:48
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Re: Una 'tesi alternativa'...
#22
Mi sento vacillare
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Ma se è veramente stato un autoattacco, il che è la cosa più ovvia, per quale motivo avrebbero dovuto distruggere le torri con degli esplosivi o simili che rilasciassero radiazioni (cioè prove)?

Volevo inoltre far notare che su wikipedia c'è scritto sul cerio:
"Il metallo puro può facilmente prender fuoco se graffiato con una lama" Questo mi ha fatto pensare a uno spettacolare modo di far esplodere cariche senza detonatori.

Devo dire che non sono un esperto ma se volessi fare uno spettacolo come quello del 9/11 io sfrutterei un materiale con queste caratteristiche.

Aspetto ancora notizie sigmatau!
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Un'affermazione soggettiva non ha alcun valore se argomenta menzogne.
A. R.
Inviato il: 6/10/2007 16:31
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Re: Una 'tesi alternativa'...
#23
Sono certo di non sapere
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Ma se è veramente stato un autoattacco, il che è la cosa più ovvia, per quale motivo avrebbero dovuto distruggere le torri con degli esplosivi o simili che rilasciassero radiazioni (cioè prove)?

forse perchè con sistemi meno sofisticati di quelli che hanno utilizzato, avrebbero lasciato tracce ancora più evidenti?
Inviato il: 6/10/2007 21:43
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Re: Una 'tesi alternativa'...
#24
Mi sento vacillare
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Scusate tanto ma volevo rimangiare le mie parole:

Citazione:

Ciaolo ha scritto:
Volevo inoltre far notare che su wikipedia c'è scritto sul cerio:
"Il metallo puro può facilmente prender fuoco se graffiato con una lama" Questo mi ha fatto pensare a uno spettacolare modo di far esplodere cariche senza detonatori.

Devo dire che non sono un esperto ma se volessi fare uno spettacolo come quello del 9/11 io sfrutterei un materiale con queste caratteristiche.


Il fatto che il cerio sia un elemento di transizione della fissione dell'uranio non ne fa assolutamente un materiale che sia stato usato nel set (permettetemi di chiamarlo così) del 9/11.

Volevo inoltre far notare come le radiazioni potessero (e lo hanno fatto, credo) uccidere i testimoni oculari, come in una battuta che ho sentito spesso:
"gli mando una bomba all'antrace, così se non l'ammazza la bomba, l'ammazza l'antrace".
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A. R.
Inviato il: 9/10/2007 18:59
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Re: Una 'tesi alternativa'...
#25
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In altro spazio l’utente baciccio a proposito dell’analisi delle polveri rinvenute a Ground zero così ha scritto…

Sul libro ‘Zero’ di Giulietto Chiesa, nel capitolo ‘Un’analisi scientifica del crollo degli edifici del World Trade Center’ redatto da lui stesso, descrive i risultati dell’esame scientifico su un campione di polvere dei crolli delle due torri. Polvere che egli ha raccolto al quarto piano di un appartamento che distava ad un centinaio di metri dalla torre più vicina. Dice il prof. Jones: ‘Il componente di polvere ricco di ferro è stato analizzato in dettaglio dal microscopio a scansione elettronica e dallo spettroscopio ai raggi X a dispersione d’energia. Ho scoperto che gran parte della polvere ricca di ferro era in gran parte composta da particelle approssimativamente sferiche… microsfere. La presenza di microsfere metalliche comporta che tali metalli fossero una volta fusi, in modo che la tensione superficiale abbia attirato le goccioline in una forma approssimativamente sferica , oltre a diverse informazioni chimiche… Poi le goccioline fuse si sono solidificate nell’aria, custodendo l’informazione che una volta erano fuse. Il ferro fonde a 1.538 °C. per cui la presenza di numerose sfere ricche di ferro implica una temperatura molto elevata. Troppo elevata, a dire il vero, per gli incendi degli edifici del Wtc, in quanto il carburante aereo,la carta, i mobili di legno e altri materiali da ufficio non possono raggiungere le temperature necessarie a liquefare il ferro o l’acciaio…’. ‘… ovviamente lo zolfo elementare riscontrato nella termate può abbassare la temperatura di fusione dell’acciaio…’. ‘… nella reazione termite/ termate, si producono solitamente molte goccioline fuse che nel raffreddarsi all’aria formano delle sfere. Esse sono composte soprattutto da ferro metallico mescolato ad altri elementi presenti nella termite o nelle sostanze analoghe utilizzate. Per esempio, usando una miscela di polvere di alluminio, ferro e zolfo, troviamo delle piccole sfere prodotte nella reazione della termate. Si è osservato che le sfere della reazione della termate [usando metodi a raggi X EDS] contengono forti picchi di alluminio,ferro e zolfo. Da notare che le sfere di ferro-alluminio-zolfo dell’appartamento della signora Mac Kinlay contenevano scarse quantità di calcio, e pertanto è evidente che lo zolfo non proviene dal gesso, un comune materiale edile. Questa è la firma della termate, e metteremo a confronto le sfere generate dalla termate con le sfere trovate in abbondanza nella polvere del Wtc…

Pare di capire che l’analisi condotta dal prof. Jones abbia riguardato campioni di polveri rinvenuti nell’appartamento di una certa ‘signora McKinlay’, situato ‘un centinaio di metri dalla torre più vicina’. Quello che si può affermare è che campioni prelevati in un unico luogo non sono più di tanto significativi, tanto più che nel già citato sito…

http://pubs.usgs.gov/of/2001/ofr-01-0429/chem1/WTCchemistrytable.html

… sono disponibili analisi di campioni prelevati in diciannove diversi luoghi intorno a Ground zero. Dal momento che la reazione chimica patrocinata dal prof. Jones coinvolge ferro, alluminio e zolfo [quest’ultimo con funzione di ‘catalizzatore’…] riportiamo le concentrazioni percentuali di questi tre elementi trovate nei diciannove differenti siti…

Ferro

Wtc1-02: 4.13
Wtc1-03: 2.16
Wtc1-05: 1.41
Wtc1-06: 1.42
Wtc1-14: 1.87
Wtc1-15: 1.87
Wtc1-16: 1.92
Wtc1-17: 1.71
Wtc1-21: 1.49
Wtc1-22: 2.78
Wtc1-25: 1.33
Wtc1-27: 1.72
Wtc1-28: 1.8
Wtc1-30: 1.85
Wtc1-34: 1.45
Wtc1-20: 1.25
Wtc1-36: 1.38
Wtc1-08: 1.25
Wtc1-09: .55

Alluminio

Wtc1-02: 4.13
Wtc1-03: 2.75
Wtc1-05: 2.75
Wtc1-06: 2.73
Wtc1-14: 2.86
Wtc1-15: 2.59
Wtc1-16: 2.27
Wtc1-17: 2.3
Wtc1-21: 2.73
Wtc1-22: 2.78
Wtc1-25: 3.28
Wtc1-27: 3.05
Wtc1-28: 2.95
Wtc1-30: 3.59
Wtc1-34: 2.98
Wtc1-20: 2.55
Wtc1-36: 2.86
Wtc1-08: 2.92
Wtc1-09: 3.56

Zolfo

Wtc1-02: 1.33
Wtc1-03: .87
Wtc1-05: n.m.
Wtc1-06: n.m.
Wtc1-14: 4.32
Wtc1-15: 5.40
Wtc1-16: 3.68
Wtc1-17: n.m.
Wtc1-21: 5.1
Wtc1-22: 3.7
Wtc1-25: 4.03
Wtc1-27: 4.29
Wtc1-28: 4.56
Wtc1-30: n.m.
Wtc1-34: n.m.
Wtc1-20: 5.51
Wtc1-36: 5.77
Wtc1-08: 1.39
Wtc1-09: 1.23

Per stabilire se esiste o no correlazione tra i dati tracciamo da prima il diagramma della correlazione tra alluminio e ferro…



Anche ad un semplice ‘esame a vista’ la correlazione tra le concentrazioni di alluminio e ferro sembra essere bassa. In altre parole la percentuale di alluminio sembra essere quasi del tutto indipendente dalla percentuale di ferro. Esaminiamo ora il diagramma della correlazione tra zolfo e ferro…



La correlazione tra zolfo e ferro pare chiaramente essere bassa, inferiore in particolare a quella tra alluminio e ferro. L’analisi eseguita ora pare porre più di un significativo dubbio sulla teoria del prof. Jones, secondo la quale nella ‘demolizione’ delle Towers e del Building seven è stato fatto uso di termite. L’analisi condotta ora non è però stata inutile, in quanto ha svelato interessanti dettagli riguardo l’elemento zolfo che in precedenza erano sfuggiti. In che cosa consistano questi ‘dettagli’ lo esamineremo la prossima settimana…

saluti!…

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Inviato il: 26/10/2007 16:44
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Re: Una tesi alternativa...
#26
Mi sento vacillare
Iscritto il: 6/10/2007
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Bravo Sigmatau, è così che si deve condurre una ricerca, non scrivendo: "c'era questo materiale e anche quest'altro, quindi è stata la termate". Bisogna analizzare i dati e confrontarli con formule e regole standard per trovare risultati che nessuno sarà in grado di confutare.

Aspetto i tuoi prossimi post!
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A. R.
Inviato il: 27/10/2007 17:32
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  •  sigmatau
      sigmatau
Re: Una tesi alternativa...
#27
Mi sento vacillare
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Ringrazio naturalmente Ciaolo per i ‘complimenti’ che ha voluto tributarmi ma devo avvertire lui ed altri che la strada per arrivare a qualche risultato ‘affidabile’ è ancora lunga. Per intanto però andiamo avanti spiegando al lettore in che cosa consiste la ‘singolarità’ da me riscontrata riguardo all’elemento chimico denominato Zolfo. Per prima cosa riportiamo le concentrazioni [espresse in ‘percento’…] rilevate nei campioni prelevati nei 19 siti intorno a Ground Zero

Zolfo

Wtc1-02:1.33
Wtc1-03:.87
Wtc1-05:n.m.
Wtc1-06:n.m.
Wtc1-14:4.32
Wtc1-15:5.40
Wtc1-16:3.68
Wtc1-17:n.m.
Wtc1-21:5.1
Wtc1-22:3.7
Wtc1-25:4.03
Wtc1-27:4.29
Wtc1-28:4.56
Wtc1-30:n.m.
Wtc1-34:n.m.
Wtc1-20:5.51
Wtc1-36:5.77
Wtc1-08:1.39
Wtc1-09:1.23

Che cosa c’è di ‘singolare’ in questi dati che in un primo tempo mi era sfuiggito?… semplice: nei siti Wtc1-05, Wtc1-06, Wtc1-17, Wtc1-30 e Wtc1-34 non è stata rilevata presenza di zolfo. Il fatto in sé non soprenderebbe più di tanto se non fosse che la stessa cosa si è verificata per stronzio, bario e gli altri elementi della ‘lista sospetta’ . Ecco ad esempio le tabelle di stronzio e bario…

Stronzio

Wtc1-02: 1000
Wtc1-03: 409
Wtc1-05: n.m.
Wtc1-06: n.m.
Wtc1-14: 643
Wtc1-15: 736
Wtc1-16: 3130
Wtc1-17: n.m.
Wtc1-21: 787
Wtc1-22: 710
Wtc1-25: 695
Wtc1-27: 701
Wtc1-28: 711
Wtc1-30: n.m.
Wtc1-34: n.m.
Wtc1-20: 706
Wtc1-36: 823
Wtc1-08: 444
Wtc1-09: 378

Bario

Wtc1-02:765
Wtc1-03:376
Wtc1-05:n.m.
Wtc1-06:n.m.
Wtc1-14:461
Wtc1-15:405
Wtc1-16:3670
Wtc1-17:n.m.
Wtc1-21:460
Wtc1-22:452
Wtc1-25:624
Wtc1-27:470
Wtc1-28:491
Wtc1-30:n.m.
Wtc1-34:n.m.
Wtc1-20:390
Wtc1-36:438
Wtc1-08:317
Wtc1-09:472

Dal momento che difficilmente si può credere che ciò sia avvenuto ‘per caso’, riproduciamo su un diagramma le concentrazioni di stronzio e zolfo…



Escludendo i dati relativi ai siti Wtc1-02 e Wtc1-16 che già in precdenza abbiamo classificato come ‘anomali’, la retta dei minimi quadrati è stata tracciata per i dati degli altri 17 siti. Si può chiaramente vedere ‘ad occhio’ che, anche se presente su scala cento volte maggiore, la concentrazione di zolfo e quella degli ‘elementi sospetti’ risultano correlate tra loro. Ciò porta a sospettare che l’elemento zolfo abbia svolto un proprio preciso ruolo nella ‘demolizione’ delle Towers, ma non nella maniera ipotizzata dal prof. Jones. Il ‘mistero’ dunque si infittisce e per cercare di ‘svelarlo’ non resta che procedere nelle ‘indagini’… Certo che a questo punto un ‘aiutino’ da parte del Tenente Colombo ci starebbe proprio bene!

saluti!…

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Inviato il: 29/10/2007 11:48
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  •  edo
      edo
Re: Una tesi alternativa...
#28
Sono certo di non sapere
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...sempre più interessante...come l'altro tuo thread.
Aggiungo i miei complimenti a quelli di Ciaolo
Inviato il: 29/10/2007 21:18
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Re: Una tesi alternativa...
#29
Mi sento vacillare
Iscritto il: 6/10/2007
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Ehm, scusate tutti l'ignoranza, ma...
Come può essere sfruttato lo zolfo? Mica in forma di fiammiferi! (O si ?)
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A. R.
Inviato il: 2/11/2007 20:32
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Re: Una tesi alternativa...
#30
Sono certo di non sapere
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citaz. ciaolo: Come può essere sfruttato lo zolfo?

accontentati di questa approssimativa spiegazione: thermite+zolfo=thermate ergo più efficacia calorica
Inviato il: 2/11/2007 21:57
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