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  Articolo capolavoro di Miller

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  •  Dusty
      Dusty
Re: Articolo capolavoro di Miller
#61
Dubito ormai di tutto
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Da Mondo
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Sono più che d'accordo con Vincenzo.

Teoricamente questa era una delle idee della neonata "sezione economia" di LC che non ha mai preso il volo, ma con un po' di buona volontà si può anche cercare di arrivare almeno ad essere d'accordo sulle definizioni, da sistemare poi in qualche scheda una volta per tutte.
_________________
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-- Dal Vangelo Secondo Keynes, Capitolo 1, verso 1.
Il portico dipinto
Inviato il: 5/12/2007 14:56
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  •  sick-boy
      sick-boy
Re: Articolo capolavoro di Miller
#62
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 18/10/2006
Da Leith
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Citazione:

franco8 ha scritto:
sickCitazione:

...non abbiano NIENTE A CHE fare con i porci imprenditori, ladri!!

... ovvero (ammesso di aver capito quel che intendi ) non abbiano NIENTE A CHE fare con chi ha LAVORATO per produrre tutte quelle "belle cose"...

tertium datur? (**)

Comunque: No.. non hanno (o non avrebbero, se preferisci) niente a che fare con i "proprietari dei mezzi di produzione" (*)... a meno di partire dall'assunto-postulato della proprietà privata dei mezzi di produzione.
se questo postulato venisse meno, cadrebbe il senso del tuo "ladri!".

(*)(quello del "lavoro dell'imprenditore" sarebbe una bella "teoria"... personalmente la metterei, almeno momentaneamente, da parte insieme alle altre: la mano invisibile, la meritocrazia, ecc ecc, se ci volete mettere anche qualche teoria marxista coem quella del plusvalore, non vi do' naturalemente tutti i torti... )

(**) Che. se ci fate caso, si ricollega a questo punto:
- libera iniziativa economica (chi produce decide cosa produrre e quanto)
Già... ma CHI produce?! ... e CHI decide!? ...

P.S. Badate che se non rispondete alla mia domanda continuerò a tormentarvi... E' una minaccia !


Il mio post finiva ironicamente. Ciò che intendevo è che il tanto bistrattato sistema capitalista ha prodotto quel progresso materiale di cui porto alcuni esempi, laddove l'assetto della società è stato frutto anche di molti altri fattori.
Inviato il: 5/12/2007 14:57
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  •  sick-boy
      sick-boy
Re: Articolo capolavoro di Miller
#63
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 18/10/2006
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Citazione:

franco8 ha scritto:


P.S. Ma mi potreste rispondere alla domanda...?
C'è o no, secondo voi, 'sta divisione in classi di proprietari e la lavoratori?



Certo che c'è. come c'è tra bianchi e neri, alti e bassi, buoni e stronzi, furbi e fessi ecc ecc

Edit: e alla domanda sul romano quoto Pyter. Tra l'altro ho serissimi dubbi che un Romano ricco potesse comprarsi della terra. La libera compravendita di quest'ultima è storia molto recente.
Inviato il: 5/12/2007 14:59
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  •  franco8
      franco8
Re: Articolo capolavoro di Miller
#64
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 6/12/2005
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AshokaCitazione:

Non ho mai scritto che questo è "l'unico mondo possibile" ma lo stavo descrivendo.


ok. mi pare d'aver capito il tuo discorso.
Ma, giusto per puntualizzare, sta di fatto che se dove c'è capitalismo c'è risparmio-investimento , ma non vale il viceversa,
ovvero non è detto che dove c'è risparmio-invesimento ci sia sempre capitalismo.
.. Non solo, ma il concetto (che sia spiegato in modo terra-terra o meno) mi pare abbastanza diverso dal concetto di
"logica del profitto individuale " (*)

Quanto alla tua "divisione del lavoro"... Per chiarire:
la tua "divisione del lavoro" nel Capitalismo con la C maiuscola
corrisponde a quella carattersitica da definizione vetero-comunista del DeMauro di :
separazione dei produttori in classi detentrici dei capitali e classi lavoratrici.
?!
(Non so se sono chiaro)
------------------------
C'è o no, secondo voi, 'sta divisione in classi di proprietari e la lavoratori?
sick-boyCitazione:

...Certo che c'è. come c'è tra bianchi e neri, alti e bassi, buoni e stronzi, furbi e fessi ecc ecc

risposta archiviata.
Non te la prendere ma direi... : Grande profondità di analisi ! come dice Pax! ... non mi farà pagare i diritti d'autore spero!
Avrei preferito una risposta più concisa come quella di Pyter, ma grazie lo stesso.

Citazione:

...laddove l'assetto della società è stato frutto anche di molti altri fattori.

sicuramente d'accordo sul punto... Infatti avevo detto: "se capisco quel che intendi"... Forse non l'avevo capito.

Citazione:

Tra l'altro ho serissimi dubbi che un Romano ricco potesse comprarsi della terra.

Se non ricordo male Lestaat dovrebbe essere abbastanza ferrato sull'argomento. Vediamo se risponde su questo.

(*) il punto , carlo, è la parola "individuale"...
il cui presupposto, anche qui, è la proprietà privata.
_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 5/12/2007 15:23
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#65
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
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Non è per dire, ma nel link che avevo postato Mises spiega perché non ha senso parlare di classi à la Marx nel capitalismo, oltre naturalmente al fatto che nel Capitale il capitolo sulle classi manca.

Era solo una paginetta...
Inviato il: 5/12/2007 16:31
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  •  sick-boy
      sick-boy
Re: Articolo capolavoro di Miller
#66
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

franco8 ha scritto:

------------------------
C'è o no, secondo voi, 'sta divisione in classi di proprietari e la lavoratori?
sick-boyCitazione:

...Certo che c'è. come c'è tra bianchi e neri, alti e bassi, buoni e stronzi, furbi e fessi ecc ecc

risposta archiviata.
Non te la prendere ma direi... : Grande profondità di analisi ! come dice Pax! ... non mi farà pagare i diritti d'autore spero!
Avrei preferito una risposta più concisa come quella di Pyter, ma grazie lo stesso.




Beh, visto che le cose stanno così, dimmi cosa volevi dimostrare. Che i proprietari non lavorano e chi lavora non possiede niente? Se tu mi chiedi se esiste la divisione tra proprietari e lavoratori, in un mondo dove esistono proprietari e lavoratori, cos altro potevo risponderti?
Inviato il: 5/12/2007 18:06
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  •  Pyter
      Pyter
Re: Articolo capolavoro di Miller
#67
Sono certo di non sapere
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@Sick-boy:

Però secondo me dovremmo essere contenti di questo tipo di capitalismo
che abbiamo.
Pensa tu se esistesse il vero capitalismo...concorrenza e così via...
Invece di due aerei di stato che ci avvelenano con le scie chimiche
ne avremmo dieci che per concorrenza fanno a gara a chi fa la scia
più grossa. Come i cani che bisticciano per segnarsi il territorio
con le urine.
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"Nessuno ha il diritto di fare quel che desidera, ma tutto è organizzato per il meglio." (Antico decreto reale tolemaico)
Inviato il: 5/12/2007 18:26
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  •  sick-boy
      sick-boy
Re: Articolo capolavoro di Miller
#68
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e dieci rivenditori di missili terra aria per chi vuole tirarli giù no?

Inviato il: 5/12/2007 18:32
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  •  Dusty
      Dusty
Re: Articolo capolavoro di Miller
#69
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Pensa tu se esistesse il vero capitalismo...concorrenza e così via...
Invece di due aerei di stato che ci avvelenano con le scie chimiche ne avremmo dieci che per concorrenza fanno a gara a chi fa la scia più grossa

Pagati da chi?
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Inviato il: 5/12/2007 18:48
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  •  Lestaat
      Lestaat
Re: Articolo capolavoro di Miller
#70
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

Se non ricordo male Lestaat dovrebbe essere abbastanza ferrato sull'argomento. Vediamo se risponde su questo.


I paragoni con l'antica roma sono sempre da prendere con le pinze e soprattutto ci sono "tante" antiche Roma dato che parliamo di quasi un millennio di storia.
Cmq si, era possibilissimo acquistare terreni, tanto che nei periodi particolarmente espansionisti di Roma, si generavano proprio i problemi di cui stiamo parlando.
Infatti sebbene le ricchezze generate con le conquiste erano in un certo senso ridistribuite (ci sarebbe da parlare per ore sui sistemi di ridistribuzione della ricchezza nelle varie epoche romane, ma non è argomento attinente), l'arrivo di grandi masse di schiavi (e anche qui ci sarebbe da discutere anche semanticamente sulla parola schiavo e sul senso completamente diverso che gli diamo noi rispetto al significato che aveva all'epoca) per lo più assegnati alla gerarchia militare vittoriosa insieme ad appezzamenti di terreno, generava quello che oggi chiameremmo sottoproletariato urbano. Molti contadini infatti non erano più in grado di sostenere la concorrenza dei "nuovi" mezzadri con manodopera a costo zero (gli schiavi appunto) e si trasferivano nelle città con la speranza di un lavoro migliore.
Lasciando la campagna, liberavano terreni agricoli già adattati all'agricoltura e tali terreni venivano acquistati a prezzi infimi da quelli che man mano divennero i latifondisti del tempo.
La totale differenza rispetto ad oggi non sta infatti nelle meccaniche economiche (che allora come oggi sono viziate dalla vita reale) ma dalle meccaniche sociali che erano (almeno in alcuni periodi, sia nella roma repubblicana che imperiale tra l'altro) del tutto indipendenti dalla ricchezza e dai possedimenti.
Nonostante dazi e tasse infatti, in quasi l'intera epoca romana, la qualità della vita delle popolazione non aumentava e diminuiva a seconda della ricchezza o della produttività dell'economia ma esclusivamente a seconda dei problemi legati agli eventi della vita, alle scoperte scientifiche, alla buona amministrazione...ecc.
La differenza sostanziale sta infatti nel semplice fatto che (sempre a seconda dei momenti storici) chi gestiva il potere aveva la "necessità" di soddisfare il cittadino sia per migliorarne il rendimento a lui necessario per l'esercizio del potere, sia, in alcuni casi, per vera e proprio paura di ritorsioni puramente fisiche.
Nei libri di storia siamo infatti abituati a pensare agli omicidi che avvenivano nel senato romano ad opera di antagonisti interni al potere stesso quando al contrario, la maggior parte dei morti tra chi amministrava il potere avveniva per mano dei cittadini durante un numero infinito di sollevamenti popolari.
Attenzione, non faccio un apologia della società romana, ci mancherebbe, ma trovo mostruosamente interessante il raffronto tra le dinamiche del potere di quelle epoche con quelle che poi gli sono succedute fino ad arrivare ad oggi.
Basta confrontare il senato romano con le camere di oggi.
Allora come oggi c'erano i profittatori ovviamente, ma mentre oggi un Casini o un Bertinotti o un D'Alema sono ne più ne meno come una sora Lella qualsiasi in quanto a preparazione sia morale che culturale e fanno parte di una elite di potere che ha la pretesa di essere la migliore rappresentanza del popolo, al tempo dei romani rappresentava davvero il ceto culturalmente più adatto alla guida della società.
Non che fossero tutti dei geni, non parlo di intelligenza, ma di preparazione.
Infatti la pur scarsa documentazione che ci è arrivata delle sedute del senato romano (con rare eccezioni) ci dimostra quanto fossero differenti rispetto ad oggi le discussioni che avvenivano all'interno del potere.
Questo per assurdo che sia, dipende soprattutto dal fatto che nessuno, nel senato romano, aveva un interesse economico personale (se hai tutto quello che vuoi non puoi volere altro), ma l'interesse era di tipo etico.
Far diventare l'impero in un modo piuttosto che in un altro, spingere la società a diventare così o colà, imporre la propria morale piuttosto che quella di un altro....
Ripeto che non sto dicendo che sia meglio o peggio, è però indubbiamente diverso.
Forse qualcosina dovremmo imparare guardando indietro, invece continuiamo ad adorarne il peggio.

PS
sulla questione del capitalismo invece:
non capisco dove sia il problema.
Se si può dire che il comunismo ha fallito, non funziona ed è un sistema disumano e criminale che ha causato morte e distruzione non vedo perchè non si possa dire altrettanto del capitalismo.
il comunismo è mai stato applicato?
non mi pare
Il capitalismo? nemmeno.
Siamo d'accordo, ma sarà che NON SI POSSONO REALIZZARE perchè il mondo non funziona come nei modelli economici?
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In nomine libertatis vincula edificamus.
In nomine veritatis mendacia efferimus.
Inviato il: 5/12/2007 19:46
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  •  Pyter
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#71
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Pagati da chi?

Non saprei. Difficile identificarli. Di solito sono senza insegne particolari.

E poi, nei momenti di pericolo, quando qualcuno ti sta uccidendo, non fai
tanto caso alle insegne.
Potrebbe essere capitalista o socialista, il risultato non cambia.
Defunto sei.
------------------------------------------------------------------------------------------------------
leestat:
Basta confrontare il senato romano con le camere di oggi.
Allora come oggi c'erano i profittatori ovviamente, ma mentre oggi un Casini o un Bertinotti o un D'Alema sono ne più ne meno come una sora Lella qualsiasi in quanto a preparazione sia morale che culturale e fanno parte di una elite di potere che ha la pretesa di essere la migliore rappresentanza del popolo, al tempo dei romani rappresentava davvero il ceto culturalmente più adatto alla guida della società.

Questo, ovviamente, se diamo per scontato che a governarci siano
quelli che siedono alla Camera e al Senato.
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Inviato il: 5/12/2007 20:10
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  •  Ashoka
      Ashoka
Re: Articolo capolavoro di Miller
#72
Sono certo di non sapere
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Citazione:
ok. mi pare d'aver capito il tuo discorso.
Ma, giusto per puntualizzare, sta di fatto che se dove c'è capitalismo c'è risparmio-investimento , ma non vale il viceversa,
ovvero non è detto che dove c'è risparmio-invesimento ci sia sempre capitalismo.


Hai appena affermato che oggi non c'è il capitalismo... (infatti la logica odierna è quella della “produzione/consumo”).. quindi perché ogni volta che accade qualcosa è sempre colpa del capitalismo/mercato/liberismo etc.?

Sul fatto che la logica risparmio/investimento non sia proprietà privata del capitalismo siam tutti d'accordo (es. risparmi collettivi x investimenti collettivi) ma cosa c'entra?

Citazione:
.. Non solo, ma il concetto (che sia spiegato in modo terra-terra o meno) mi pare abbastanza diverso dal concetto di
"logica del profitto individuale " (*)


Io lavoro per il mio profitto individuale, ovvero per campare fino a fine mese. Non so tu. Qualche articolo in home dovrebbe chiarirti le idee a proposito :)


Citazione:
Quanto alla tua "divisione del lavoro"... Per chiarire:
la tua "divisione del lavoro" nel Capitalismo con la C maiuscola
corrisponde a quella carattersitica da definizione vetero-comunista del DeMauro di :
separazione dei produttori in classi detentrici dei capitali e classi lavoratrici.
?!
(Non so se sono chiaro)


Divisione del lavoro significa che il contadino fa il contadino e non si preoccupa di fare il pane perché ci sarà il panettiere a farlo.

Divisione del lavoro equivale a dire specializzazione.

Poi ogni tanto c'è qualche essere malvagio che investe i propri risparmi per comprare dei macchinari e produrre qualcosa. Lo fa perché pensa che riuscirà a vendere quel prodotto e riuscirà a guadagnarci qualcosa (logica del profitto).Per farlo assume dei lavoratori in modo che facciano funzionare quelle macchine e dà loro uno stipendio.

Domanda 1) Se il prodotto non vende che fine fanno l'imprenditore e tutti suoi dipendenti?

L'imprenditore fallisce ed i dipendenti se ne tornano a casa. E' interesse dell'imprenditore che il prodotto venda.

Domanda 2) Perché “i dipendenti” non si sono riuniti in una cooperativa ed hanno acquistato i macchinari diventando essi stessi imprenditorie rinunciando allo stipendio fisso per partecipare invece dei guadagni dell'impresa?

L'unica cosa che (in una società libera) impedisce ai lavoratori di associarsi ed aprire un'impresa è la mancanza di ricchezza (ma se credono nella cosa potrebbero rischiare e chiedere un finanziamento) oppure il preferire uno stipendio fisso ma sicuro ad un reddito potenzialmente alto ma volatile. Nel secondo caso è una scelta individuale mentre nel primo che vogliamo fare? Linciare tutti quelli con un patrimonio superiore a X?
Inviato il: 5/12/2007 20:18
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  •  Dusty
      Dusty
Re: Articolo capolavoro di Miller
#73
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Pagati da chi?

Non saprei. Difficile identificarli. Di solito sono senza insegne particolari.

E poi, nei momenti di pericolo, quando qualcuno ti sta uccidendo, non fai
tanto caso alle insegne.
Potrebbe essere capitalista o socialista, il risultato non cambia.
Defunto sei.

Già, ma una cosa sicuramente è diversa tra capitalista o socialista: in quest'ultimo caso le migliaia di aerei nel cielo sono pagati con il TUO lavoro e con i soldi rubati a TE, indipendentemente dalla tua volontà.

Nel caso capitalista sei invece tu che volontariamente pagheresti l'aereo per farti spruzzare sulla testa.

Lo faresti?

Io, e tutta la gente che conosco, no.

Sarebbero già diversi aerei in meno...
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Inviato il: 5/12/2007 20:30
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  •  Lestaat
      Lestaat
Re: Articolo capolavoro di Miller
#74
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Citazione:

Ashoka ha scritto:
Hai appena affermato che oggi non c'è il capitalismo... (infatti la logica odierna è quella della “produzione/consumo”).. quindi perché ogni volta che accade qualcosa è sempre colpa del capitalismo/mercato/liberismo etc.?


Perchè la logica produzione/consumo è un applicazione del modello capitalista.
capitalismo/mercato/liberismo sono MODELLI

Citazione:

Io lavoro per il mio profitto individuale, ovvero per campare fino a fine mese. Non so tu. Qualche articolo in home dovrebbe chiarirti le idee a proposito :)

Già, esatto.
E se per migliorare il tuo profitto individuale calpesti la vita di qualcuno per il modello capitalista NON E' UN PROBLEMA.
E' questo il punto, da una parte un modello economico che ha le sue regole, dall'altra la vita delle persone.

Citazione:

Domanda 1) Se il prodotto non vende che fine fanno l'imprenditore e tutti suoi dipendenti?

L'imprenditore fallisce ed i dipendenti se ne tornano a casa. E' interesse dell'imprenditore che il prodotto venda.

Palle!
L'imprenditore VENDE l'azienda o le sue parti mobili ed immobili rientrando del capitale mentre i lavoratori si attaccano a sto beneamato!
Viva il capitalismo.
Citazione:

Domanda 2) Perché “i dipendenti” non si sono riuniti in una cooperativa ed hanno acquistato i macchinari diventando essi stessi imprenditorie rinunciando allo stipendio fisso per partecipare invece dei guadagni dell'impresa?

Ma non c'era la meravigliosa "divisione del lavoro" ? La "specializzazione"?
Citazione:

L'unica cosa che (in una società libera) impedisce ai lavoratori di associarsi ed aprire un'impresa è la mancanza di ricchezza (ma se credono nella cosa potrebbero rischiare e chiedere un finanziamento) oppure il preferire uno stipendio fisso ma sicuro ad un reddito potenzialmente alto ma volatile. Nel secondo caso è una scelta individuale mentre nel primo che vogliamo fare? Linciare tutti quelli con un patrimonio superiore a X?

Eh no!
Davvero pensi che le cose vadano come nei libri?
Quello che impedisce ai lavoratori di associarsi ed aprire un impresa è innanzitutto l'impossibilità di ottenere non tanto il capitale necessario al funzionamento dell'impresa quanto il capitale NECESSARIO a prmuovere concorrenzialmente l'impresa per potersi inserire in un mercato dove i concorrenti hanno 100 volte il loro capitale.
Chiudono Mirafiori, i dipendenti dove diamine vanno a trovare il capitale necessario a fare concorrenza a FIAT, GM, RENAULT...ecc?
Non raccontiamoci le barzellette.
Quello che dici funziona, si, ma sui libri, dove l'azienda A produce il bene B e l'impresa C produce il bene B, poi nasce l'azienda D che produce il bene B anche lei ed entra in concorrenza.
Peccato che non funziona così il mondo.
O vuoi per caso delle "regole" che permettano a chiunque di entrare in concorrenza?
:D
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Inviato il: 5/12/2007 20:35
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#75
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O vuoi per caso delle "regole" che permettano a chiunque di entrare in concorrenza?

Veramente le regole ci sono, e sono proprio quelle ad impedire ai piccoli di entrare in concorrenza con i grossi, o di aprire e mantenere mercati alternativi.

E non è difficile capirlo, visto che chi scrive le regole, com'è noto, tende a scriverle favorendo i gruppi di pressione più potenti.
Inviato il: 5/12/2007 21:00
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  •  Lestaat
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#76
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Citazione:

Paxtibi ha scritto:
O vuoi per caso delle "regole" che permettano a chiunque di entrare in concorrenza?

Veramente le regole ci sono, e sono proprio quelle ad impedire ai piccoli di entrare in concorrenza con i grossi, o di aprire e mantenere mercati alternativi.

E non è difficile capirlo, visto che chi scrive le regole, com'è noto, tende a scriverle favorendo i gruppi di pressione più potenti.


Era ironia infatti, che hai accuratamente evitato togliendo lo smile, per poter reinquadrare di nuovo il discorso che ho fatto come pare a te.
Io non parlo delle regole.
Al di là delle regole.
Mi spieghi di grazia come si fa a fare concorrenza con un decimo del capitale (e mi tengo mostruosamente basso, le differenze reali sono ben più grandi)?
O per caso nel tuo mondo le concentrazioni di capitale non ci sono?
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Inviato il: 5/12/2007 21:05
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  •  Pyter
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#77
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dusty:
"Già, ma una cosa sicuramente è diversa tra capitalista o socialista: in quest'ultimo caso le migliaia di aerei nel cielo sono pagati con il TUO lavoro e con i soldi rubati a TE, indipendentemente dalla tua volontà."

Lo so, questo pensavo di averlo già capito.La differenza è indubbiamente
rilevante, oltre che fastidiosa al didietro.Però questa situazione purtroppo,
è reale, il resto è solo TEORIA.
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Inviato il: 5/12/2007 21:20
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  •  Dusty
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#78
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
il resto è solo TEORIA.

Sarà, ma la teoria del "non rubare al prossimo" a me continua a sembrare buona
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Inviato il: 5/12/2007 21:31
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  •  Lestaat
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#79
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Citazione:

dusty ha scritto:
Già, ma una cosa sicuramente è diversa tra capitalista o socialista: in quest'ultimo caso le migliaia di aerei nel cielo sono pagati con il TUO lavoro e con i soldi rubati a TE, indipendentemente dalla tua volontà.


No dusty.
Nel socialismo e nel capitalismo IDEALE lo fai solo se lo vuoi.
Mentre in entrambi i modelli REALI lo fanno indipendentemente dalla tua volontà.
Ho uno scoop!
Anche il socialismo sulla carta funziona!!!
Pensa che roba!
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Inviato il: 5/12/2007 21:34
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  •  sick-boy
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#80
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Lestat

a me risulta però che il capitalismo sia un'analisi, perlopiù storica, laddove il comunismo rimane una teoria.
Inviato il: 5/12/2007 21:51
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  •  Lestaat
      Lestaat
Re: Articolo capolavoro di Miller
#81
Dubito ormai di tutto
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No sick-boy
Pari sono.
Entambi modelli, entrambi economici, entrambi teorici.
Parlando si socalismo e non di comunismo.
Il comunismo è una dottrina politica e in quanto tale cambia con il tempo e a causa degli eventi.
Ma parlarne serenamente oggi è pressochè impossibile data la propaganda che ci offusca il giudizio, e a tutti, me compreso.
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  •  sick-boy
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#82
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Ma i limiti delle due sono ben diversi! Il comunismo è totalitario -economia=struttura. Il capitalismo è semplicemente nelle definizioni date da ashoka. E' il contorno che contribuisce a plasmare il resto. Se no finisci con l'attribuire ad un paio di modellini economici poteri che non hanno.
Comunque, se non lo conosci già, ti consiglio Karl Polanyi. Mi trova ora in disaccordo, ma a te dovrebbe piacere
Inviato il: 5/12/2007 22:15
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  •  Ashoka
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#83
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Prima di rispondere un inciso.
Non ho il tempo né la voglia di mettermi, ancora una volta, a discutere delle stesse cose, con le stesse persone che prendono quello che scrivo, lo girano come vogliono e poi rispondono stizziti per non dire di peggio.
Ashoka
***
Citazione:
E se per migliorare il tuo profitto individuale calpesti la vita di qualcuno per il modello capitalista NON E' UN PROBLEMA.
E' questo il punto, da una parte un modello economico che ha le sue regole, dall'altra la vita delle persone.

Mi spieghi come calpesto la vita di qualcuno col mio lavoro? Se calpesto la vita di qualcuno invece, in una società in cui sono riconosciuti i diritti di proprietà (in primis del proprio corpo e del proprio lavoro), allora commetto reato.
Citazione:
Palle!
L'imprenditore VENDE l'azienda o le sue parti mobili ed immobili rientrando del capitale mentre i lavoratori si attaccano a sto beneamato!

Ma se vende l'azienda allora c'è un altro malvagio capitalista che intende portare avanti l'impresa e quindi l'azienda non chiude, oppure il capitalista cerca di rientrare di parte dei costi che ha sostenuto nel mettere su la baracca
Se invece fallisce si attaccano tutti al beneamato. Ma tu stai parlando di altre cose, ovvero di rami d'azienda che vengono “esternalizzati” e chiusi con manovre illegali ed è un altro paio di maniche.

Domanda 2) Perché “i dipendenti” non si sono riuniti in una cooperativa ed hanno acquistato i macchinari diventando essi stessi imprenditorie rinunciando allo stipendio fisso per partecipare invece dei guadagni dell'impresa?

Citazione:
Ma non c'era la meravigliosa "divisione del lavoro" ? La "specializzazione"?

Sinceramente non capisco quest'ironia gratuita. Franco parlava di divisione tra classe di “proprietari” e classe di “lavoratori” ed io ho semplicemente posto una domanda, a cui ho anche risposto, sul perché dei lavoratori non possano diventare proprietari e gestori di un'azienda


Citazione:
Davvero pensi che le cose vadano come nei libri?
Quello che impedisce ai lavoratori di associarsi ed aprire un impresa è innanzitutto l'impossibilità di ottenere non tanto il capitale necessario al funzionamento dell'impresa quanto il capitale NECESSARIO a prmuovere concorrenzialmente l'impresa per potersi inserire in un mercato dove i concorrenti hanno 100 volte il loro capitale.
Chiudono Mirafiori, i dipendenti dove diamine vanno a trovare il capitale necessario a fare concorrenza a FIAT, GM, RENAULT...ecc?
Non raccontiamoci le barzellette.


Non per niente ho scritto (in una società libera). Oggi come oggi non potresti neanche fare un banchetto e vendere la limonata ai tuoi vicini di casa, figurati associarsi in un'impresa.
Inviato il: 5/12/2007 22:25
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  •  franco8
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#84
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sick-boyCitazione:
Beh, visto che le cose stanno così, dimmi cosa volevi dimostrare.

Nulla in particolare. Sinceramente mi turba la tua risposta, e questo paragonare le differenti condizioni di possidenti e nullatenenti con le differenza tra bianchi e neri e furbi e fessi ecc..
e non credo che questa fosse l'unica risposta possibile (*)
Mi turba un poco se è riferita alla situazione di un capitalismo "ideale"; mi turba molto se tu ti riferissi alla realtà.

Anche perché (e qui mi riferisco anche alla considerazione di Pax) io stavo parlando dei termini nel loro senso comune. non parlavamo nè di "coscienza di classe", nè di "conflitto di classe", ma una sostanziale differente condizione tra chi possiede e chi no.

Potrei anche starci nel sentirvi dire:
" in un capitalismo 'à la Mises' non avrebbe senso parlare di classi 'à la Marx' "...
Ma non è che la risposta mi soddisfi più tanto , mi pare più un evitamento della questione, visto che mi sto riferendo al significato comune del termine. Non so francamente come intendere la risposta: che le classi non esisterebbero?
non posso che essere d'accordo con Pyter e con Lestaat: nel senso che sulla carta anche il socialismo funziona (funzionerebbe).. Eh eh eh!

(*)Mi stavo sempre riferendo alle caratteristiche del capitalismo
dal De Mauro:

1) larga formazione e mobilità dei capitali,
2) proprietà privata dei mezzi di produzione,
3) ricerca del profitto individuale
4) separazione dei produttori in classi detentrici dei capitali e classi lavoratrici

E appunto voi, CVD, mi dite in pratica che le classi non esistono... O no?.

------------------------------------
Ashoka
Citazione:

Hai appena affermato che oggi non c'è il capitalismo...

Casomai non c'è il "tuo" Capitalismo con la C maiuscola. A dire il vero... ho detto solo che capivo il tuo discorso, non ho detto che lo condivido.
Nel senso comune del termine (vedi 4 caratteristiche sopra) non vedo come si possa negare che il sistema attuale è capitalista.
Citazione:

.. quindi perché ogni volta che accade qualcosa è sempre colpa del capitalismo/mercato/liberismo etc.?

Ma non è vero.
Al massimo si è detto che il capitalismo è un male. E si è detto che parlare di cooperazione in cui ciascuno si fa i cazzi proprio (vedi definizione di Mises - se non sbaglio) è un controsenso, o un paradosso.(Basta vedere il significato di "cooperare" e di "agire per un scopo")

Per quel che ho capito la differenza di condizioni e la separazioni in classi per te sarebbe (in teoria in questo Capitalismo con la "C" maiuscola) trascurabile... ovvero sarebbero condizioni non "stabili" (l'imprenditore potrebbe diventare lavoratore - domanda 1 - e il lavoratore diventerebbe anche imprenditore - domanda 2 - )
( A parte il fatto che ciò dovrebbe accadere continuamente, perchè non si possa parlare di "classi"... ma tant'è! mi pare che è stato già detto abbastanza al riguardo e sul fatto che la realtà che abbiamo davanti è ben divera)

Più che dire che le classi non esistono mi dite che .. "le classi non esisterebbero"..
Bello!... Ma, allora, attenendoci ai fatti come mai le classi esistono, allora...?
E la proprietà privata (su cui il capitalismo si fonda) è un elemento che favorisce o no (o quando sì e quando no) il amntenimento delle classi e dello status?

Per le domande concordo in linea di massima con le risposte di Lestaat...
Ma visto che te la prendi tanto.. non commento il resto del tuo post...
tranne un punto (che ci vuoi fare?!)
AshokaCitazione:

Nel secondo caso è una scelta individuale mentre nel primo che vogliamo fare? Linciare tutti quelli con un patrimonio superiore a X?

Storicamente è quello che a volte succede... (rivoluzioni e rivolte)
E' quel che accade quando si creano fortissimi squilibri, tanto che i proprietari devono applicare delle contromisure sempre più massicce per difendere la loro proprietà...
.. o attuare stati di polizia o reti mafiose di controllo del territorio.
(Questa è sostanzialmente e storicamente la Mafia: difesa del latifondo)
In ogni caso non mi pare che l'esproprio equivalga al linciaggio...
Vi dice nulla "riforme agrarie"?... che c'è stata forse una strage di latifondisti espropriati!?

DustyCitazione:

Sarà, ma la teoria del "non rubare al prossimo" a me continua a sembrare buona

In certe condizioni (non dipendonon da regole imposte) il diritto di porprietà illimitato comporta il potere arbitrario (di ricatto o altro) di un uomo su un suo simile (o peggio membro della stessa comunità).
In questo senso il diritto di proprietà (che è il fondamento del sistema capitalista sia ideale di cui parlate voi che reale - che voi non riconoscete come tale) non può essere illimita.
come ha scritto Lestaat :

Citazione:

E se per migliorare il tuo profitto individuale calpesti la vita di qualcuno per il modello capitalista NON E' UN PROBLEMA.

mentre si dice ... "non calpesti la vita di nessuno, quel qualcuno è libero di andarsene a lavorare .. da un'altra parte"...
Esiste sempre "un'altra parte".. come esistono infiniti datori di lavoro e infinite risorse.. realistico no?...
------------------------------
Ripeto ... non che non sia sensato o almeno non condannabile come idea..:
Ma perché mai .. con quale coerenza... attaccare una ideologia per difenderne un'altra?! Non riesco a capacitarmi!
_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 5/12/2007 23:13
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  •  Lestaat
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#85
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@sick-boy
Ancora.
Il comunismo è una cosa, non paragonabile al capitalismo in quanto uno è una dottrina politica l'altro un modello economico.
Il SOCIALISMO invece è un modello economico come il capitalismo e come tale dovrebbe essere trattato. Al contrario sia nella ex-unione sovietica che negli USA (prendo due paesi a caso, sul serio, non è importante quali siano) si è fatto di un modello economico un sistema di organizzazione sociale portando, come ovvio, al disastro la società.
Quanto alla dottrina comunista resta una dottrina politica che (come dottrina appunto) si pone come un punto di vista politico sull'organizzazione sociale. Ma questo è un altro discorso.

@Ashoka
Citazione:

Ashoka ha scritto:
Prima di rispondere un inciso.
Non ho il tempo né la voglia di mettermi, ancora una volta, a discutere delle stesse cose, con le stesse persone che prendono quello che scrivo, lo girano come vogliono e poi rispondono stizziti per non dire di peggio.
Ashoka
***

Lascio l'inciso perchè è interessante.
Citazione:

Mi spieghi come calpesto la vita di qualcuno col mio lavoro? Se calpesto la vita di qualcuno invece, in una società in cui sono riconosciuti i diritti di proprietà (in primis del proprio corpo e del proprio lavoro), allora commetto reato.

Se possiedo un azienda con due unità produttive, una delle quali pur essendo produttiva, ho la volontà di chiuderla perchè è economicamente conveniente smantellarla e comprare quel prodotto già finito altrove per distribuirlo, sono nel pienissimo diritto di farlo giusto?
Mi pare anche giusto tra l'altro.
E nessuno ti viene a dire che sei cattivo.
E' SACROSANTO che tu lo possa fare.
Resta però il fatto che i dipendenti di quel reparto produttivo si ritrovano per strada.
Oppure.
Grazie al fatto che sono un bravo imprenditore mi ritrovo con un plus-valore di, facciamo 30 milioni di monete d'oro (che se scrivo euro scoppia il finimondo che tocca sta attenti a scrive).
Facciamo che potrei (come non ricordo più chi in qualche post più su insegna) reinvestire questi 30 milioni per aprire un nuovo comparto produttivo per produrre un altro bene per un ritorno economico di un 25% in più di fatturato totale.
Ammesso e non affatto concesso che ci sia mercato per quei prodotti, scopro che con quei 30 milioni potrei comprare e smantellare l'azienda di un mio concorrente ed aumentare la produzione della mia azienda, quella che già ho, del 30%.
Che faccio?
Citazione:

Ma se vende l'azienda allora c'è un altro malvagio capitalista che intende portare avanti l'impresa e quindi l'azienda non chiude, oppure il capitalista cerca di rientrare di parte dei costi che ha sostenuto nel mettere su la baracca
Se invece fallisce si attaccano tutti al beneamato. Ma tu stai parlando di altre cose, ovvero di rami d'azienda che vengono “esternalizzati” e chiusi con manovre illegali ed è un altro paio di maniche.

Nemmeno per idea. Parlo di smantellare l'azienda. Vendere macchine e magazzino materie prime per CONVENIENZA per poi reinvestire in altro.
Succede di continuo e non si viola nessuna legge.
Anche le esternalizzazioni sono tutt'altro che illegali. Se un pezzo del mio prodotto viene prodotto da una azienda ad un prezzo migliore (per bravura dell'altro imprenditore o per una preparazione migliore della manodopera) ho tutto il diritto di esternalizzare quel che mi pare. A meno di non VIETARLO per legge è sacrosanto diritto dell'imprenditore scegliere la soluzione economicamente vantaggiosa, anche perchè se non lo fa, magari rischia di chiudere perchè non compete con il prezzo o con la qualità degli altri.

Citazione:

Sinceramente non capisco quest'ironia gratuita. Franco parlava di divisione tra classe di “proprietari” e classe di “lavoratori” ed io ho semplicemente posto una domanda, a cui ho anche risposto, sul perché dei lavoratori non possano diventare proprietari e gestori di un'azienda

L'ironia non era affatto gratuita, ma dovuta alla tua banale semplificazione nella risposta che hai dato.
La tua risposta è pura retorica, dato che, non funziona così l'economia.
E rimane il fatto che mentre il lavoratore, se chiude l'azienda magari anche per incapacità dell'imprenditore, rimane sul lastrico, l'imprenditore ha acora un capitale da far fruttare.
Citazione:

Non per niente ho scritto (in una società libera). Oggi come oggi non potresti neanche fare un banchetto e vendere la limonata ai tuoi vicini di casa, figurati associarsi in un'impresa.

Ancora!
Non c'entra nulla la società libera. Io di quella sto parlando. Di una società assolutamente LIBERA ma capitalista.
Anche in una società libera si verificano domini nel mercato (non a caso, anche nelle analisi economiche del modello capitalista si affronta il problema degli oligopoli, e NEL MODELLO....quindi in quello IDEALE eh!!!), e quando un elemento nel mercato c'è e funziona il suo capitale aumenta, aumentato il capitale diventa IMPOSSIBILE per un capitale inferiore stare al passo.
Se tu, in una società libera, hai 60 anni e da 40 produci telefoni, hai una posizione nel mercato che io magari 20enne ma con un capitale 10 volte inferiore al tuo, non riuscirò mai a conquistarmi una fetta di mercato, anche in presenza di capacità maggiori e un prodotto migliore.
E' perfettamente inutile che continui a specificare "in una società libera"....io di quella ti sto parlando.
A meno che come dicevo già qualche post fa non parli solo di una società capitalistica libera, ma di una società dove la comunicazione è accessibile a chiunque liberamente, dove la pubblicità è onesta e disinteressata, il consumo è ponderato e cosciente, l'accesso alle infrastrutture gratuito per tutti e dove ogni volta che mi siedo alla mia scrivania in ufficio trovo inginocchiata sotto Angelina Jolie che mi fa un sorriso, mi dice che mi ama e rende piacevole la prima mezzora di lavoro tutti i giorni.
La risposta stizzita non è che viene così per caso. Viene spontanea quando si tratta da idioti chi legge pensando che la pensano diversamente perchè non capiscono o per partito preso.
Il capitalismo sulla carta funziona, si, come modello economico però, non come modello sociale. E solo sulla carta.
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Inviato il: 5/12/2007 23:38
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#86
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Citazione:
Se possiedo un azienda con due unità produttive, una delle quali pur essendo produttiva, ho la volontà di chiuderla perchè è economicamente conveniente smantellarla e comprare quel prodotto già finito altrove per distribuirlo, sono nel pienissimo diritto di farlo giusto?
Mi pare anche giusto tra l'altro.
E nessuno ti viene a dire che sei cattivo.
E' SACROSANTO che tu lo possa fare.
Resta però il fatto che i dipendenti di quel reparto produttivo si ritrovano per strada.


Avranno un contratto di lavoro questi dipendenti, no? Libertà non significa che puoi fare tutto il cazzo che ti pare.

Se invece l'azienda è fallita che cosa deve fare questo imprenditore per non andare all'inferno? Mantenere un'azienda in perenne perdita? (*)

Il secondo esempio (pagare 30 milioni di monete d'oro x smantellare l'azienda del rivale) mostra un investimento veramente improduttivo. Hai speso tutto il tuo utile x smantellare un'azienda rivale ed ora che farai quando ne spunterà un'altra?

Citazione:
Nemmeno per idea. Parlo di smantellare l'azienda. Vendere macchine e magazzino materie prime per CONVENIENZA per poi reinvestire in altro.


Evidentemente c'è qualcuno che quelle macchine vuole impiegare da qualche altra parte (se te le compra).

Citazione:
Anche le esternalizzazioni sono tutt'altro che illegali. Se un pezzo del mio prodotto viene prodotto da una azienda ad un prezzo migliore (per bravura dell'altro imprenditore o per una preparazione migliore della manodopera) ho tutto il diritto di esternalizzare quel che mi pare.


Ma i contratti sono da rispettare e non puoi scaricare tutti i tuoi debiti sull'azienda esternalizzata come qualcuno qui nella mia zona ha fatto.

Citazione:
E rimane il fatto che mentre il lavoratore, se chiude l'azienda magari anche per incapacità dell'imprenditore, rimane sul lastrico, l'imprenditore ha acora un capitale da far fruttare.


Qui però parli di “un'ingiustizia divina” che ha fatto di Tizio il figlio di un ricco imprenditore e Caio lavoratore dipendente. Come suggerisci di rimediare alla situazione? (**)

Citazione:
Anche in una società libera si verificano domini nel mercato (non a caso, anche nelle analisi economiche del modello capitalista si affronta il problema degli oligopoli, e NEL MODELLO....quindi in quello IDEALE eh!!!), e quando un elemento nel mercato c'è e funziona il suo capitale aumenta, aumentato il capitale diventa IMPOSSIBILE per un capitale inferiore stare al passo.


E questo cos'è se non un dogma? Smentito tra l'altro più volte nella storia? Esistono monopoli/oligopoli stabili che non siano garantiti da licenze governative?

Citazione:
A meno che come dicevo già qualche post fa non parli solo di una società capitalistica libera, ma di una società dove la comunicazione è accessibile a chiunque liberamente, dove la pubblicità è onesta e disinteressata, il consumo è ponderato e cosciente, l'accesso alle infrastrutture gratuito per tutti e dove ogni volta che mi siedo alla mia scrivania in ufficio trovo inginocchiata sotto Angelina Jolie che mi fa un sorriso, mi dice che mi ama e rende piacevole la prima mezzora di lavoro tutti i giorni.


Non esistono pasti gratis, pubblicità onesta e disinteressata è un ossimoro, ad Angelina Jolie, in questo momento, preferisco Kristen Bell (eresia!) e soprattuto direi che la cosa che ci differenzia di più è che tu hai un lavoro :)

Ashoka

(*) può sempre andare a piangere dal governo e se ha abbastanza contatti può farsi fare leggi e leggine ad hoc che gli parino il culo quando le cose van male (facendo pagare il costo a tutti quanti ovviamente)

(**) dopo pensa al fatto che c'è qualche miliardo di persone che sta peggio di Caio. Bisogna livellare anche x loro oppure non valgono? Non è un problema da poco ed io non ho una soluzione “che valga per tutti”. Posso solo immaginare di fare il possibile, da parte mia e liberamente, per cercare di dare una mano a chi sta peggio.
Inviato il: 6/12/2007 0:11
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#87
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Citazione:

Ashoka ha scritto:
Avranno un contratto di lavoro questi dipendenti, no? Libertà non significa che puoi fare tutto il cazzo che ti pare.

La discussione potrebbe già fermarsi qui, ma siccome sono convinto che non ti sei accorto di quello che hai appena fatto vado avanti.
Allora adesso mi spieghi due cose:
1- C'è libertà di mercato oppure no? No perchè sto contratto mi devi spiegare da dove è uscito. Se il mercato è libero, sono LIBERO di chiudere una parte della mia azienda se è conveniente o no?
2- Sto contratto chi e come l'ha scritto? Chi ha deciso e come (sempre nel tuo mondo LIBERO) quali sono i diritti di un lavoratore?
Citazione:

Se invece l'azienda è fallita che cosa deve fare questo imprenditore per non andare all'inferno? Mantenere un'azienda in perenne perdita? (*)

Bello mettere in bocca cose non dette?
Io non ho MAI detto che ha fallito. Ho detto che è ECONOMICAMENTE CONVENIENTE SMANTELLARLA
Citazione:

Il secondo esempio (pagare 30 milioni di monete d'oro x smantellare l'azienda del rivale) mostra un investimento veramente improduttivo. Hai speso tutto il tuo utile x smantellare un'azienda rivale ed ora che farai quando ne spunterà un'altra?

Ora siamo arrivati a fare l'ideologia del bravo imprenditore e del pessimo imprenditore.
A parte il fatto che uno può benissimo essere un demente e non scegliere la cosa migliore, il mio esempio, che era innanzitutto un semplice ESEMPIO, era del tutto diverso da quello che paventi perchè l'investimento NON E' AFFATTO IMPRODUTTIVO.
E' produttivo eccome. Produrre e vendere il 30% con l'azienda che già si ha è MOSTRUOSAMENTE più produttivo che aprirne una nuova per aumentare del 25% il fatturato totale. Sia perchè non rischi una ceppa (non ti arrischi in un nuovo buissness ma consolidi quello in cui già ti muovi), sia perchè qumentare la produzione del 30% non vuole affatto dire assumere il 30% in più di dipendenti o di macchinari ma riorganizzare o ammodernare quel che si ha già con guadagno non solo del miglior fatturato ma anche di una qualità aumentata data dall'ammodernamento, e probabilmente spesso, anche di un abbassamento dei costi di produzione.
Citazione:

Evidentemente c'è qualcuno che quelle macchine vuole impiegare da qualche altra parte (se te le compra).

Si magari in Alaska per produrre GELATI.
I dipendenti saranno ben contenti di seguire i macchinari.
Ah già, immagino che verranno riassunti da qualcun altro, ho capito, magari degli operai specializzati, che ne so, programmatori di torni elettronici....che magari ora trovano lavoro in un maglificio. Ah no....altro esempio sbagliato....aspetta fammi pensare....magari vengono riassunti da un altra azienda nello stesso ruolo. Si giusto sarà così! No aspetta, e quelli che hanno magari 50 anni? Saranno riassunti anche quelli? No dai, loro restano a casa e lasciano i posto ai figli. Tanto ormai son ricchi che han partecipato all'aumento di capitale dell'imprenditore.....ehm....no....o meglio si, hanno partecipato, ma di capitale è aumentato solo quello dell'imprenditore.
Vabbe dai, s'arrangeranno in qualche modo. (strana la vita reale eh?)

Citazione:

Ma i contratti sono da rispettare e non puoi scaricare tutti i tuoi debiti sull'azienda esternalizzata come qualcuno qui nella mia zona ha fatto.

Ancora sti contratti.
Non puoi scaricare i dipendenti come ti pare. Bene. Quindi sei COSTRETTO a rinunciare a qualcosa di più produttivo. Quindi devi limitare le tue capacità imprenditoriali. Ah ecco.
Cmq anche qui ritiri fuori debiti e problemi di azienda che io non ho nemmeno lontanamente immaginato. Io non ho detto che scaricano i loro debiti sull'azienda esternalizzata. Io sto parlando di una azienda IDEALE e PRODUTTIVA in un mercato LIBERO.
Intanto già siamo un po' meno liberi a quanto pare.
Poi mi spieghi anche, insieme alla storia dei contratti di cui sopra, come, chi e perchè qualcuno deve aver scritto da qualche parte che io, anche se mi conviene, e posso aumentare produttività e qualità del mio prodotto in questo modo, non posso farlo.
Citazione:

Qui però parli di “un'ingiustizia divina” che ha fatto di Tizio il figlio di un ricco imprenditore e Caio lavoratore dipendente. Come suggerisci di rimediare alla situazione?

Nessuna ingiustizia divina.
Parlo di un imprenditore IDEALE e anche MOLTO bravo che però dopo 30 anni si è ritrovato a produrre un bene che semplicemente NON VA PIU'. E' stato poco lungimirante certo, ma nella vita CAPITA, NELLA VITA REALE, uno può sbagliare, anche con le migliori intenzioni. Non cercare di mettere in dubbio che io stia parlando della società LIBERA che intendi tu. Nono, parlo proprio di quella sai? Ma la vita resta la vita, e gli errori restano errori. Così come resta il fatto che l'imprenditore rientra del capitale, magari non intero per carità, ma può comunque riinvestire e far fruttare di nuovo, mentre il 50enne operaio specializzato che fa?
E non è, ripeto, ingiustizia divina, è semplicemente ingiustizia IMPLICITA del modello capitalista che non a caso "è fondato sullo sfruttamento della classe operaia" diceva SACROSANTAMENTE qualcuno quando lo criticava. (mo guarda come mi becco del comunista eh....)
Citazione:

E questo cos'è se non un dogma? Smentito tra l'altro più volte nella storia? Esistono monopoli/oligopoli stabili che non siano garantiti da licenze governative?

Questo dimostra quanto facilmente si può controbattere qualcuno senza controbatterne le argomentazioni. E' una tecnica retorica.
Ho citato gli oligopoli parlando del MODELLO capitalista perchè, come a quanto pare non sai, gli oligopoli è, in un capitalismo completamente libero, la naturale evoluzione del modello stesso. Perchè? Per quell'esempio che ho fatto ad esempio. Se io sono un imprenditore più bravo, converrai che naturalmente conquisto una posizione dominante nel mercato.
Ma non è questo il problema. Il problema viene POI.
Un azienda si evolve sia per motivi tecnologici (vedi dai telegrafi ai cellulari ad esempio), che per motivi sociali (i lustrascarpe son sempre meno, oppure le case chiuse che vengono appunto, chiuse per un cambio di moralità, almeno così dicono, ma poco importa, è solo un esempio). In questa evoluzione mi ci ritrovo anche io, grande imprenditore. I tempi cambiano, il mercato evolve ed io ci sono in mezzo. Producevo sturalavandini. Ora tutte le case hanno il tritarifiuti e non servono più. Bene. Solo che fino a ieri vendevo il 30% degli sturalavandini del mercato e sono sfondo di capitale da investire. Facciamo 300 milioni di patacche. Apro un azienda di mouse ottici (che si muovono seguendo lo sguardo :D). Sono una novità per il mercato. Chi sarà in grado di farmi una seria concorrenza con 300 milioni sotto al culo?
Citazione:

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Ashoka

Eh lo so. Il problema è che non esisterebbero nemmeno in una società LIBERA perchè siamo soltanto degli esseri umani, per fortuna, aggiungo.

Il punto è, Ashoka, che purtroppo ti sei messo a difendere l'indifendibile. Il capitalismo è SOLTANTO un modello economico. E con modello intendo prprio.... MODELLO....come i modellini.....cioè un ideale da studiare per comprenderne i meccanismi. Niente di più.
E non può essere giusto un mondo dove ad essere più importante è il capitale rispetto alla capacità produttiva sia fisica che mentale di una persona, è questo l'ingiustizia IMPLICITA nel capitalismo.

Poi va bene tutto, libero mercato, libero scambio...ai voglia....certo che mi piace, certo che lo voglio....è libero..non posso non volerlo, ma non funziona lasciato a se stesso, ti ripeto, nemmeno sulla carta ha questa capacità.

PS
Quanto ai contratti e alla possibilità di fare quel che gli pare ti invito a riflettere bene su cosa significhi avere delle regole scritte da qualcuno, da qualche parte. Sai com'è, somiglia tanto al capitalismo che già abbiamo?

PS
Kristen Bell..ma quale eresia....si chiama GNOKKA, e di razza pure!
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Inviato il: 6/12/2007 1:10
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#88
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E non è, ripeto, ingiustizia divina, è semplicemente ingiustizia IMPLICITA del modello capitalista che non a caso "è fondato sullo sfruttamento della classe operaia" diceva SACROSANTAMENTE qualcuno quando lo criticava.

Un qualcuno che poi, stranamente, si è dimenticato di scrivere il capitolo in cui avrebbe dovuto spiegare cosa sono le classi sociali...

Ma nonostante ciò, c'è ancora chi se lo beve (evidentemente senza averlo letto).
Inviato il: 6/12/2007 7:59
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#89
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Ma secondo voi le teorie di Mises e Rothbard ai Morgan, Rothschild, Baring, Lazard, Erlanger, Warburg, Schroder, Selingman, Speyers, Mirabaud, Mallet, Fould ... dispiacciono!?

E comunque è inutile che vi arrabbattiate troppo, presto arriverà L'Amero, che il dollaro nun ya fa plus, seguirà l'Afro e infine forse L'Asio ... resta da definire la posizione dell'Oceania ... farà la Svizzera del mondo o si fà l'Eurasio con l'Inghilterra e Taipei!?
Inviato il: 6/12/2007 9:09
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#90
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Ma secondo voi le teorie di Mises e Rothbard ai Morgan, Rothschild, Baring, Lazard, Erlanger, Warburg, Schroder, Selingman, Speyers, Mirabaud, Mallet, Fould ... dispiacciono!?

Quanto può piacere a dei sostenitori di un governo mondiale onnipotente e onnipresente chi ha dimostrato che l'intervento statale in economia provoca invariabilmente morte e miseria?
Inviato il: 6/12/2007 10:27
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