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  L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere

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  •  ohmygod
      ohmygod
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1711
Sono certo di non sapere
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@Toussaint
Ohmygood, mi riferivo al post 1705 di ivan. In che senso avrei sbagliato thread?

Ecco spiegato l'arcano.
Non essendoci citazione ed avendolo postato sotto l'ultimo di Ivan ho creduto
che il tuo fosse una risposta al #1707.
Ora lo leggo
Inviato il: 21/9/2012 12:06
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  •  ohmygod
      ohmygod
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1712
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 16/10/2007
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#Toussaint
Vietata la manifestazione davanti alla Grande Moschea a Parigi, indetta per protestare contro le vignette antiMaometto pubblicate dal settimanale satirico Charlie Hebdo.
"Dobbiamo difendere la liberttà d'espressione", così il Ministro dell'Educazione Vincent Pellion ha motivato la decisione presa dal Governo francese.
No comment, siamo al teatro dell'assurdo...

Effettivamente è assurdo.Non mi meraviglia che nessun media abbia raccolto
il dire "biforcuto" dell'uomo franco Pellion.

#Ivan
In ogni caso bene hanno fatto le autorità francesi a vietare la manifestazione contro la vignetta, ma perdavvero secoli di libertà di parola e di pensiero conquistati a duro prezzo devono volatilizzarsi perchè qualcuno si punge con così poco e se anada a raccogliere fichi d'india, allora che faceva ?

Le autorità francesi avrebbero fatto altrettanto bene a vietare lo scatto di Hebdo.

Ps Ps.Di ieri parte di un dire di fra me e lo specchio.
Perchè spedire vignette?
Già sai che ciò mi ferisce.Un pò come dire a loro"vile tu uccidi un uomo morto" e loro non sono rinati ai loro occhi e tu lo sai.
Cui prodest questo modo di subdolo di interferire? Già l'opinione pubblica.

Nello specchio Maometto e non manometto:Arabia un coitus interruptus.
Inviato il: 21/9/2012 13:20
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  •  ohmygod
      ohmygod
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1713
Sono certo di non sapere
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USA, a New York nelle fermate della metro apparirà una pubblicità anti-jihadista e filoisraeliana

Inizialmente il governo della città di New York si era opposto alla sua diffusione in quanto conteneva “un linguaggio inammissibile.”

Tuttavia la società responsabile per la campagna pubblicitaria “iniziativa per la protezione delle libertà americane” ha fatto una causa contro le autorità cittadine e ha vinto.

Il controverso slogan pubblicitario che aveva fatto irritare le autorità recita quanto segue:

“Nella guerra tra il mondo civile e quello selvaggio, sostieni la civiltà. Sostieni Israele. Batti la jihad.”

A partire dal 23 settembre i cartelloni pubblicitari appariranno nelle stazioni della metropolitana di New York i cui nomi non sono stati resi noti.


Sembrano i tre giorni delle assurdità.Volendo sperare nel numero 3.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=52181
Inviato il: 21/9/2012 16:47
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  •  ivan
      ivan
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1714
Sono certo di non sapere
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Citazione:

toussaint ha scritto:
Ivan, mi sembra chiaro quale sia l'assurdo, e il fatto che tu non te ne renda conto mi preoccupa ancor più.


A me non sembra per nulla chiaro quindi se charaisci è meglio.

Citazione:


Una manifestazione non fa parte della "libertà di espressione"? Perchè mai si dovrebbe privilegiare la libertà di espressione di Charlie Hebdo e non quella di un musulmano (ma anche di un salafita se è per questo)?



Siccome nel mondo negli tempi non è successo niente, anzi è stato tutto tranquillo, allora...



Citazione:

Se mi tiri fuori la questione di ordine pubblico, allora vale anche per Charlie Hebdo.


Non mi risulta che sia mai giunta notizia che degli scalmanati di Charlie Hebdo ultimamente abbiano...

Ma mi risulta che Charlie Hebdo punge da una vita con la sua satira ma non per questo chi si è punto ha mai iniziato a dare in escandescenze, al massimo si è fatto una risata.

------------

Un articolo in merito qui:
link Giustizia e libertà (d’Egitto)
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La verità raramente è pura e non è mai semplice
Inviato il: 21/9/2012 20:31
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  •  ivan
      ivan
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1715
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Da qui

link


l pranzo dei deputati?
Metà lo paga la Camera
Un "regalo" che costa 3,5 milioni all'anno. I questori: non ce lo possiamo più permettere. Ma si cambierà solo nel 201. Montecitorio vara il bilancio preventivo: nel 2013-2015 risparmio di 50 milioni


Controaltare:

link


Arrestato lo spacciatore di settant'anni .... "I 400 euro di pensione non mi bastano"
L'uomo, un ex muratore milanese, ha consegnato ai carabinieri in borghese un sacchetto con 50 grammi di cocaina. "Pensavo foste le persone alle quali dovevo dare questa roba" ..."Non sono uno spacciatore, cerco di campare con 400 euro di pensione".


La domanda sorge spontanea: in tempi di vacche magre come questi, con 3,5 milioni di euro all'anno a quanti pensionati si potevano dare 100 euro di pensione in piu' ?

E chissà quante cose negate ai pazienti degli ospedali - link - si potevano ottenere con questi soldi qua:
link


CASO LAZIO
Trenta milioni in due anni
Ecco le cinque delibere scandalo
Il sacco inizia nella primavera 2010. La XXXXX fa salire da uno a 5 milioni il fondo per i gruppi. È XXX XXXX i, capo del trattamento dei consiglieri, a chiedere di allargare la dote di 8,5 milion
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Inviato il: 21/9/2012 20:36
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      ivan
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1716
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Dal corriere on line - link


Sassoon, lascio la Casaleggio Associati
Sui blog calunnie razziste
«Su decine di siti, da quelli nazifascisti a certi Meet Up
di Grillo, torna "il complotto pluto-giudaico-massonico"»
...
Il secondo motivo è ben più grave e si sostanzia in una valanga apparentemente inarrestabile di diffamazioni e calunnie di violenta intensità, basate su ancor più farneticanti teorie del complotto, che sono apparse e continuano ad apparire in blog e siti di diversa connotazione: da quelli di ispirazione esplicitamente nazi-fascista a quelli di tendenza diametralmente opposta (come i Meet Up di supporto a Grillo) passando per una varietà di blog e siti di varia natura che vanno dai circoli vegetariani a club politici o territoriali delle più diverse tendenze. In questi luoghi la teoria assume i toni foschi del complotto pluto-giudaico-massonico di memoria zarista e hitleriana. L'attribuzione di rappresentante dei poteri forti origina da qui, per assumere contorni decisamente deliranti e razzisti.
...


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La verità raramente è pura e non è mai semplice
Inviato il: 23/9/2012 16:44
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      ivan
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1717
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Citazioni:

Si fa fatica ad arrivare in fondo agli articoli di cronaca che raccontano lo sperpero di soldi pubblici, che insistono sulla volgarità dei comportamenti dei consiglieri governati dalla presidente del Lazio, Renata Polverini. A leggere i particolari della corruzione, le richieste assillanti di denaro, il sistema delle fatture false, il dettaglio dei diecimila euro per i tre giorni in albergo del capogruppo del Pdl si resta tramortiti, soprattutto se si hanno davanti agli occhi gli operai dell'Alcoa aggrappati alla torre.
Fanno ancora più impressione quei trentamila euro netti di stipendio mensile del consigliere Fiorito, l'ufficiale pagatore della famelica famiglia berlusconiana della Pisana. Trentamila più i centomila l'anno per la cosiddetta "attività politica" sua e di ogni singolo consigliere regionale, di maggioranza o di opposizione. Un fiume di denaro autorizzato, legale, di fronte al quale la malversazione è quasi una conseguenza scontata. E del resto sono soldi necessari per ripagare in qualche modo i costi di un'elezione allo scranno consigliare. Soldi, tanti, per farsi eleggere, soldi per mantenere il posto. Come la cosa più naturale del mondo.
L'altra sera negli studi di Piazza Pulita (La7) è stata proprio Renata Polverini a dichiarare, senza vergogna, senza ritegno, senza rispetto anche nei confronti dei suoi elettori, di aver speso dai sei agli otto milioni di euro per diventare presidente della regione, tanto è costata la sua campagna elettorale (un milione quella di Emma Bonino). Anzi era seduta davanti alle telecamere (prossimamente l'aspettiamo per la gran festa a Ballarò, il suo trampolino di lancio) come una Giovanna d'Arco pronta a infilzare il drago del malaffare. Che non si sarebbe dimessa era evidente, come il fatto che per non affondare sarebbe rimasta a galla dando in pasto al popolo una manciata di briciole (abolizione di qualche commissione).
Di fronte allo spettacolo da basso impero è miracoloso che non esploda una protesta NORMA RANGERI
22.09.2012
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Si fa fatica ad arrivare in fondo agli articoli di cronaca che raccontano lo sperpero di soldi pubblici, che insistono sulla volgarità dei comportamenti dei consiglieri governati dalla presidente del Lazio, Renata Polverini. A leggere i particolari della corruzione, le richieste assillanti di denaro, il sistema delle fatture false, il dettaglio dei diecimila euro per i tre giorni in albergo del capogruppo del Pdl si resta tramortiti, soprattutto se si hanno davanti agli occhi gli operai dell'Alcoa aggrappati alla torre.
Fanno ancora più impressione quei trentamila euro netti di stipendio mensile del consigliere Fiorito, l'ufficiale pagatore della famelica famiglia berlusconiana della Pisana. Trentamila più i centomila l'anno per la cosiddetta "attività politica" sua e di ogni singolo consigliere regionale, di maggioranza o di opposizione. Un fiume di denaro autorizzato, legale, di fronte al quale la malversazione è quasi una conseguenza scontata. E del resto sono soldi necessari per ripagare in qualche modo i costi di un'elezione allo scranno consigliare. Soldi, tanti, per farsi eleggere, soldi per mantenere il posto. Come la cosa più naturale del mondo.
L'altra sera negli studi di Piazza Pulita (La7) è stata proprio Renata Polverini a dichiarare, senza vergogna, senza ritegno, senza rispetto anche nei confronti dei suoi elettori, di aver speso dai sei agli otto milioni di euro per diventare presidente della regione, tanto è costata la sua campagna elettorale (un milione quella di Emma Bonino). Anzi era seduta davanti alle telecamere (prossimamente l'aspettiamo per la gran festa a Ballarò, il suo trampolino di lancio) come una Giovanna d'Arco pronta a infilzare il drago del malaffare. Che non si sarebbe dimessa era evidente, come il fatto che per non affondare sarebbe rimasta a galla dando in pasto al popolo una manciata di briciole (abolizione di qualche commissione).
Di fronte allo spettacolo da basso impero è miracoloso che non esploda una protesta popolare (populista?). Anche se quando parli con il barista le parole non sono lievi («bisognerebbe andarli a prendere sotto casa con i forconi, tutti nessuno escluso»). Quei forconi si materializzeranno se non nelle piazze (e non è detto: la crisi sta peggiorando), certamente nelle urne. Gli effetti elettorali della corruzione saranno dirompenti. Predicare contro il populismo, chiedere il rispetto delle istituzioni, esortare a distinguere tra chi è al governo e chi ne è fuori, è come cercare di svuotare il mare con il secchiello. Perché se è vero che dal sistema Formigoni al sistema Polverini, è della catastrofe berlusconiana che stiamo parlando, è altrettanto provato che a sollevare il velo del malcostume politico non è stato il principale partito di opposizione (vogliamo dimenticare il caso Penati?), ma, in Lombardia come nel Lazio, il piccolo drappello dei radicali con la loro inesausta battaglia sulla trasparenza (la chiamano anagrafe) degli eletti.
Nulla in questi mesi di governo tecnico è stato fatto dai partiti sui costi della politica. Nessuna riforma del finanziamento pubblico, nessuna riforma della legge elettorale (e quella che si intravede potrebbe essere addirittura peggiore dell'attuale), neppure un'assunzione di responsabilità per il pauroso arretramento della morale pubblica. Credono o sperano di usare la prossima campagna elettorale come un lavacro propagandistico di tutti i peccati. Non vedono che, per la profondità della crisi, andremo alle urne nelle condizioni peggiori di sempre, senza il pane e tantomeno le rose.



Forconi ? Ma quali forconi .. luci della ribalta invece sorgono spontanee.

In pratica costoro sono ospiti dei salotti buoni televisivi, non c'è sera che non appaia uno di costoro.

E mentre questi se la spassano presentandosi come star sui media, agll'altra metà del cielo gli accorcia la vita:

link

Citazione:


Per i bianchi poveri si torna alla media degli anni '50 Pesa il minor ricorso a cure mediche. Gli americani hanno perso in 48 mesi il 10% di reddito. Per le donne senza diploma l'aspettativa di vita è diminuita di 5 anni

Negli Stati uniti i bianchi poveri li chiamano con un nome niente affatto carino: white trash. Ma negli ultimi anni l'espressione sta assumendo un significato meno metaforico: nel senso che la società sta buttando costoro nella pattumiera della storia. Uno studio pubblicato il mese scorso da Health Affairs e ripreso ieri dal New York Times rivela infatti che per le donne bianche senza diploma superiore la speranza di vita è diminuita di ben 5 anni tra il 1990 e il 2008: da 78,5 a 73,5 anni; mentre i maschi bianchi senza diploma devono aspettarsi di vivere 67,5 anni, tre di meno che nel 1990. Sono numeri schiaccianti: secondo un esperto «il calo di cinque anni nelle donne bianche Usa fa il paio con il catastrofico crollo di sette anni nella speranza di vita degli uomini russi subito dopo il collasso dell'Unione sovietica».
Siamo davvero al "postmoderno" e alla fine del "progresso", non solo della sua ideologia. Eravamo soliti considerare ineluttabile l'allungarsi della vita media, e invece no. La gigantesca redistribuzione del reddito a favore dei ricchissimi si è mangiata i progressi degli ultimi 60 anni in termini non solo di denaro, ma di vita nuda e cruda: le/i bianche/i poveri di oggi sono tornati a quel che negli Usa era la vita media degli anni '50.
Certo, i dati vanno presi con le molle, perché nel 1990 senza diploma era il 22% dei bianchi, mentre ora sono la metà (il 12%): cioè, oggi senza diploma restano solo i disperati. E però. La speranza di vita dei bianchi (uomini e donne) senza diploma si avvicina ormai a quella dei neri senza diploma, mentre si allontana sempre di più da quella dei bianchi con almeno una laurea breve: le bianche con diploma vivono 10,4 anni di più (83,9 anni) delle bianche senza, e il gap cresce tra i bianchi laureati che vivono 12,9 anni di più (80,4) dei bianchi senza diploma. Peggio di questi ultimi stanno solo i neri senza diploma che possono sperare di vivere solo 66,2 anni, 14,2 in meno dei bianchi laureati. Certo, è terribile pensare che il divario di reddito, di classe e di razza ti porta via più di 14 anni di vita nel paese più potente e più ricco del mondo.
E nel corso degli anni questi distacchi sono cresciuti. L'altra America di cui parlava Michael Harrington nel 1962 è sempre più altra. Con alcune novità: tra i gruppi etnici, gli ispanici si rivelano i più longevi, sia donne che uomini, sia nella popolazione generale che tra i senza diploma: anzi latine/i senza diploma vivono sempre più a lungo, mentre bianche/i muoiono sempre prima.
Tra le cause di questo crollo, c'è in primo luogo il minor ricorso a cure mediche: tra gli adulti in età lavorativa senza un diploma di scuola superiore, nel 1993 non era coperto da un'assicurazione sanitaria il 35%, mentre 13 anni dopo la percentuale era salita al 43. Su questi dati la riforma di Obama sembra non avere ancora inciso: dal 2008 al 2011 nel gruppo tra i 19-25 anni la copertura assicurativa è salita al 71,8% (+ 2,3) perché una parte ha potuto essere coperta sull'assicurazione dei genitori, ma tra i 26-29 è scesa dal 72,3 al 70,3%.
Nel frattempo sono peggiorati tutti gli altri indici: il reddito mediano (è mediano il reddito per cui la metà delle famiglie guadagna di più di esso e l'altra metà guadagna meno di esso) è passato da 53.759 dollari (in dollari costanti del 2011) a 55.039 nel 2007 a 50.502 nel 2011. In 4 anni gli americani hanno perso il 10% di reddito e sono più poveri anche rispetto a 10 anni prima: sono tornati agli anni '90. Gli statunitensi che vivono sotto la soglia di povertà sono ormai 48,5 milioni su una popolazione di 303,8 milioni, cioè il 15,9%: nel 2007 il 13,0% e nel 2001 erano il 12,1 %. Per i minori sotto i 18 anni i dati sono ancora più pesanti: oggi il 22,2% (cioè 16 milioni di minori) vive sotto la soglia di povertà, contro il 17,6 nel 2007 e il 16,4 nel 2001.
Tutto ciò ci dice due cose. La prima è che la crisi sta scavando un solco sempre più profondo tra le due Americhe e che le "soluzioni" adottate sono sempre più punitive per gli strati più disagiati. La seconda è che la presidenza Obama ha fatto molto poco per contrastare questo trend.



In sintesi siamo in periodo di decadenza , gli indicatori ci sono tutti .
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Inviato il: 23/9/2012 22:40
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  •  Merio
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1718
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Video un poco offensivo per i cristiani...

E secondo voi ragazzi??
Una clip come questa potrebbe scatenare una bella rivolta cristiana??

Pace a tutti ii credenti

edit----------------

notare con attenzione il primo commento al video(dragnet53)
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Inviato il: 23/9/2012 23:25
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1719
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Germania: la Chiesa esce allo scoperto

In Germania la Chiesa, in seguito al crollo dei versamenti dell’8×1000, esce allo scoperto in un modo che sfiora il grottesco.

D’ora in poi se volete considerarvi cristiani dovete pagare. Altrimenti non avrete diritto ai sacramenti, neppure in caso di morte. Infatti chi non dimostra di aver barrato l’opzione in favore della chiesa nella dichiarazione dei redditi non potrà alla sua morte avere un funerale cristiano.

Ma Cristo non aveva detto che anche i più poveri e diseredati erano comunque figli di Dio?

Da quando per essere tali occorre la patente fiscale?

hi non versa l’8 per mille alla Chiesa non è più cattolico e non puo’ avere accesso ai sacramenti, compreso il funerale religioso: è la dura presa di posizione assunta dalla Conferenza episcopale della Germania con l’avallo del Vaticano in risposta alla fuga dei cattolici tedeschi dal pagamento del contributo. A partire da lunedì prossimo chiunque dichiarerà la sua uscita dalla comunita’ ecclesiastica di appartenenza, risparmiandosi così il pagamento dell’8 per mille, si porrà al di fuori della Chiesa cattolica.

Nel documento reso noto a Berlino si sottolinea che l’uscita formale dalla Chiesa costituisce “una grave mancanza nei riguardi della comunità ecclesiale”. “Chi per qualunque motivo dichiara davanti all’autorità civile la propria uscita dalla Chiesa”, e’ scritto nel documento, “viene meno all’obbligo di appartenenza alla comunità ecclesiastica e a quello di consentire alla Chiesa con il suo contributo finanziario di assolvere alle proprie mansioni”.

Continua
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"Ogni giorno racconto la favola mia, la racconto ogni giorno chiunque tu sia, e mi vesto di sogno per darti se vuoi, l'illusione di un bimbo che gioca agli eroi. (Renato Zero)
Inviato il: 24/9/2012 10:57
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1720
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In più tanto per far capire di che razza di organizzazione stiamo parlando:

E pure i bambini australiani hanno ricevuto l'"amore" cattolico...
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Inviato il: 24/9/2012 12:09
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1721
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Ivan, quale punto della frase "libertà di espressione" ti risulta oscuro? Ad esempio, sei d'accordo sull'arresto e condanna in Austria a tre anni di carcere inflitti a David Irving solo per aver sostenuto le sue tesi sulla Shoà? Te lo chiedo in quanto antifascista convinto ma anche convinto che tale condanna sia un assurdo etico e giuridico.
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"Siam del popolo le invitte schiere c'hanno sul bavero le fiamme nere ci muove un impeto che è sacro e forte morte alla morte morte al dolor. Non vogliamo più assassini non vogliamo più briganti come un dì gridiamo: avanti!" Arditi del Popolo 1921
Inviato il: 24/9/2012 13:02
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  •  ivan
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1722
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Due o piu' torti non fanno una ragione.

E questo vale anche e sopratutto per il politichese.
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Inviato il: 24/9/2012 19:35
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  •  Spiderman
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
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  •  ivan
      ivan
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1724
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Citazione:

La governatrice del Lazio ha rassegnato le dimissioni. Tanto doverose quanto insufficienti per sanare una democrazia ferita. Al punto che l'idea stessa di rappresentanza suona ironica. Oggi la casta è sinonimo di separatezza, oltre che di corruzione. Nei suoi comportamenti si manifesta la malattia terminale di un sistema politico in sfacelo. Fallimentare sul piano dei risultati materiali e impresentabile sul terreno morale e «antropologico».
È un fenomeno talmente grave, che il discorso morale non basta più. Talmente organico che ricondurlo al solo profilo (im)morale dei protagonisti sarebbe riduttivo. Assodata l'esigenza di punire il malaffare, restano aperte altre questioni. Se l'impressione che in Italia la corruzione politico-amministrativa abbia passato il segno ha fondamento, occorre riflettere su due fattori: la qualità della «classe politica» e le occasioni che le vengono offerte di abbandonarsi a comportamenti indecenti. Si tratta di aspetti connessi perché nessuna tentazione potrebbe fare breccia in un incorruttibile e perché gran parte di quelle tentazioni sono generate in piena autonomia da quanti ad esse cedono. Come dire che qui Sant'Antonio è il diavolo stesso.
Le tentazioni sono troppe. Per cui «fare politica» è ormai, per molti, una carriera: il mezzo per conquistare uno status e fare bella vita, tra case di lusso e vacanze pagate, vitalizi e tesoretti in banca. Quanto alla classe politica, la sua scadente qualità ha cause oggettive. La politica - l'insieme delle istituzioni rappresentative in primis - non attrae più la parte migliore del paese, la più colta, la più capace, la più sana. Non vi riesce più perché è sempre meno il luogo della sovranità. La quale è migrata verso le tecnocrazie e le burocrazie (sempre meno nazionali, sempre più europee e «globali») e verso i mercati (il Senato virtuale dei detentori di capitali finanziari e i signori delle imprese transnazionali).
In sintesi, l'élite va dove si comanda. La politica, marginale, è lasciata a figuranti, e trovarli è facile, considerate le tentazioni di cui stiamo dicendo. Le quali svolgono un ruolo sistemico. Qui un primo cerchio si chiude. La corruzione è il costo dell'emarginazione delle funzioni rappresentative. La classe politica ha accettato la propria riduzione a mansioni subordinate in cambio di vantaggi materiali.
Che in tale situazione la politica attragga tanti mediocri e qualche mascalzone non è motivo di sorpresa.
Ma in questo discorso la subordinazione delle istituzioni rappresentative non è solo un dato di partenza, è anche un obiettivo. E la corruzione di politici e amministratori pubblici non è solo conseguenza della subordinazione delle assemblee elettive, è anche uno strumento per perfezionarla. Qui si apre un secondo cerchio, il più importante.
Rispetto alla Prima repubblica, lo svuotamento di sovranità delle assemblee elettive è già enorme. Le leggi le fanno i governi, a loro volta vincolati dalle direttive comunitarie. L'agenda politica è in buona misura stabilita in sedi sottratte al controllo democratico. I nostri rappresentanti non ci rappresentano nel processo di formazione delle decisioni perché ne sono esclusi o vi svolgono ruoli subordinati, di ratifica formale. Ma questo processo non è ancora concluso.
Le funzioni di ratifica non sono eseguite sempre in modo efficiente. La classe politica spesso alza il prezzo, talora tenta di interferire nelle direttive superiori. Per non dire che potrebbe ribellarsi e rivendicare autonomia. Insomma, il processo dev'essere portato a compimento, magari attraverso una drastica selezione censitaria (a questo servirebbe abolire il finanziamento pubblico dei partiti).
Qui entra in gioco l'opinione pubblica e la corruzione assume così un ruolo decisivo. Fino a Tangentopoli, era una faccenda perlopiù segreta. Di tanto in tanto scoppiavano scandali. Ci lasciò le penne persino un presidente della Repubblica (Leone, per l'affare Lockheed). Ma è all'inizio degli anni novanta che la corruzione diventa una componente strutturale del discorso pubblico. La concomitanza di questo fenomeno con l'implosione della Prima repubblica (la fine della centralità del parlamento e dei partiti di massa) e la nascita della Seconda (bipolarismo coatto e spostamento del baricentro sul governo) .....
La governatrice del Lazio ha rassegnato le dimissioni. Tanto doverose quanto insufficienti per sanare una democrazia ferita. Al punto che l'idea stessa di rappresentanza suona ironica. Oggi la casta è sinonimo di separatezza, oltre che di corruzione. Nei suoi comportamenti si manifesta la malattia terminale di un sistema politico in sfacelo. Fallimentare sul piano dei risultati materiali e impresentabile sul terreno morale e «antropologico».
È un fenomeno talmente grave, che il discorso morale non basta più. Talmente organico che ricondurlo al solo profilo (im)morale dei protagonisti sarebbe riduttivo. Assodata l'esigenza di punire il malaffare, restano aperte altre questioni. Se l'impressione che in Italia la corruzione politico-amministrativa abbia passato il segno ha fondamento, occorre riflettere su due fattori: la qualità della «classe politica» e le occasioni che le vengono offerte di abbandonarsi a comportamenti indecenti. Si tratta di aspetti connessi perché nessuna tentazione potrebbe fare breccia in un incorruttibile e perché gran parte di quelle tentazioni sono generate in piena autonomia da quanti ad esse cedono. Come dire che qui Sant'Antonio è il diavolo stesso.
Le tentazioni sono troppe. Per cui «fare politica» è ormai, per molti, una carriera: il mezzo per conquistare uno status e fare bella vita, tra case di lusso e vacanze pagate, vitalizi e tesoretti in banca. Quanto alla classe politica, la sua scadente qualità ha cause oggettive. La politica - l'insieme delle istituzioni rappresentative in primis - non attrae più la parte migliore del paese, la più colta, la più capace, la più sana. Non vi riesce più perché è sempre meno il luogo della sovranità. La quale è migrata verso le tecnocrazie e le burocrazie (sempre meno nazionali, sempre più europee e «globali») e verso i mercati (il Senato virtuale dei detentori di capitali finanziari e i signori delle imprese transnazionali).
In sintesi, l'élite va dove si comanda. La politica, marginale, è lasciata a figuranti, e trovarli è facile, considerate le tentazioni di cui stiamo dicendo. Le quali svolgono un ruolo sistemico. Qui un primo cerchio si chiude. La corruzione è il costo dell'emarginazione delle funzioni rappresentative. La classe politica ha accettato la propria riduzione a mansioni subordinate in cambio di vantaggi materiali. CONTINUA|PAGINA15
Che in tale situazione la politica attragga tanti mediocri e qualche mascalzone non è motivo di sorpresa.
Ma in questo discorso la subordinazione delle istituzioni rappresentative non è solo un dato di partenza, è anche un obiettivo. E la corruzione di politici e amministratori pubblici non è solo conseguenza della subordinazione delle assemblee elettive, è anche uno strumento per perfezionarla. Qui si apre un secondo cerchio, il più importante.
Rispetto alla Prima repubblica, lo svuotamento di sovranità delle assemblee elettive è già enorme. Le leggi le fanno i governi, a loro volta vincolati dalle direttive comunitarie. L'agenda politica è in buona misura stabilita in sedi sottratte al controllo democratico. I nostri rappresentanti non ci rappresentano nel processo di formazione delle decisioni perché ne sono esclusi o vi svolgono ruoli subordinati, di ratifica formale. Ma questo processo non è ancora concluso.
Le funzioni di ratifica non sono eseguite sempre in modo efficiente. La classe politica spesso alza il prezzo, talora tenta di interferire nelle direttive superiori. Per non dire che potrebbe ribellarsi e rivendicare autonomia. Insomma, il processo dev'essere portato a compimento, magari attraverso una drastica selezione censitaria (a questo servirebbe abolire il finanziamento pubblico dei partiti).
Qui entra in gioco l'opinione pubblica e la corruzione assume così un ruolo decisivo. Fino a Tangentopoli, era una faccenda perlopiù segreta. Di tanto in tanto scoppiavano scandali. Ci lasciò le penne persino un presidente della Repubblica (Leone, per l'affare Lockheed). Ma è all'inizio degli anni novanta che la corruzione diventa una componente strutturale del discorso pubblico. La concomitanza di questo fenomeno con l'implosione della Prima repubblica (la fine della centralità del parlamento e dei partiti di massa) e la nascita della Seconda (bipolarismo coatto e spostamento del baricentro sul governo) non è casuale. Da questo momento, della corruzione politica si parla con insistenza sui giornali. La si serve quotidianamente al banchetto delle passioni pubbliche. Dei risentimenti e della rabbia di una società sempre più spaventata. Conquista l'immaginario collettivo proprio mentre si comincia a trasformare il sistema politico in senso oligarchico-tecnocratico. Se si considera questa concomitanza, si comprende la funzione della corruzione e del discorso pubblico sulla corruzione come vettori di un cruciale processo di trasformazione.
Pensiamo all'irresistibile successo del best-seller di Sergio Rizzo e Gianantonio Stella. Quel libro sta dentro un triangolo del quale è un vertice: c'è la politica corrotta (la «casta»), c'è l'opinione pubblica, e c'è la stampa, a cominciare dagli autori della denuncia, cavalieri senza macchia e senza paura. Il tutto dà vento alle vele della transizione post-democratica. Il partito degli antipartito miete consensi travolgenti. Il parlamento appare luogo di mercimonio, culla di una «partitocrazia» parassitaria e proterva, come non si stanca di lamentare un partito che su questa campagna lucra fortune identiche a quelle di ogni altro. Vista così, la corruzione non è più tanto una malattia. È essa stessa un soggetto politico, un protagonista della transizione. Non ci fosse, bisognerebbe inventarla.
Proviamo a trarre qualche conclusione. La prima è che i corrotti fanno parte a buon diritto di quanti fustigano la casta, reclamano la gogna, si appellano all'élite per un repulisti meritocratico. E, finalmente, invocano il passaggio organico alla sovranità dell'esecutivo nel nome della «tecnica». Rizzo, Stella, Grillo, Scalfari e Monti - tra loro assai più prossimi di quanto non confessino o sospettino - dovrebbero concedere ai vari Lusi e Fiorito la tessera onoraria del Partito dei rottamatori della Repubblica costituzionale. Il loro contributo alla transizione nel nome del merito, dell'austerità e della governabilità (a ciascuno il suo feticcio) è d'inestimabile valore.
La seconda osservazione riguarda i gruppi dirigenti. Se quanto abbiamo detto ha un senso, la politica non è stata avvelenata più di quanto non si sia distrutta con le proprie mani. Su chi gravano le principali responsabilità, se non sui capi dei partiti, a cominciare dai maggiori, che prima hanno modificato le regole della rappresentanza in modo da ridurre il parlamento a un bivacco di obbedienti manipoli, poi hanno intasato le Camere di lacchè, ai quali non pare vero di essere ricoperti di soldi in cambio di un'impune obbedienza?
La terza e ultima osservazione riguarda noi, spettatori nauseati e incolleriti di tanto schifo. Ci avviciniamo a elezioni pericolosissime. Può succedere letteralmente di tutto. E in questo scenario il combinato antipolitica-tecnocrazia gioca da protagonista: l'una denuncia le vergogne dell'ignobile casta politica, l'altra trae dalla pubblica indignazione legittimità per la macelleria sociale e per la protezione delle nobili caste sociali, di cui nessuno parla. Noi, in mezzo, dovremmo capire che da questo gioco abbiamo tutto da perdere. Perdiamo dalla mortificazione del parlamento, che non offre resistenza alla distruzione di quanto resta dei diritti sociali e del lavoro. E perdiamo dalla strumentale crociata anticorruzione, che porta acqua al mulino delle forze che una classe politica asservita favorisce.
C'è forse un terzo che possa sottrarci a un gioco in pura perdita? Diciamo che ci sarebbe, se esistesse davvero una sinistra - unico virtuale presidio della Costituzione - e non un accrocchio di forze litigiose e impotenti, per ciò stesso oggettivamente colluse con la regressione in atto. Come dire che nemmeno la sinistra, nemmeno noi che non riusciamo a imporre un'inversione di tendenza, possiamo dirci estranei al gioco al massacro sulla pelle della democrazia italiana


Source:
link articolo
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1725
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E' morto Brando Giordani.

Molti diranno: e chi è?

Brando Giordani

Secondo il tg1, Giordani era un "genio creativo".

Perchè?

Ma lo dice lo stesso tg ...


"era un genio creativo... pensate che ha ideato programmi come Pronto Raffaella, Piacere Raiuno, Carramba che sorpresa e carramba che fortuna."


"Carramba che sorpresa" avranno detto Pasolini, Truffaut, Fassbinder, Newton, Leonardo da Vinci, Enzo Biagi e Sandro Paternostro quando se lo sono visti arrivare sulla nuvoletta dei grandi geni della storia.
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1726
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Citazione:

Pyter ha scritto:
...
Secondo il tg1, Giordani era un "genio creativo".
....



Il corriere ci dà notizia di un fatto curioso ad personam

link =>
XXXX andrà in pensione a 50 anni con vitalizio da 4mila euro al mese
Grazie ad un emendamento proposto dallo stesso XXX e approvato nel dicembre scorso



Anchi'io sarei sorridentee e felice se potessi ...

Invece mi tocca questa prospettiva: link Meno di 1000 euro di pensione per i giovani dipendenti
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Inviato il: 27/9/2012 3:16
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      Pyter
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1728
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poliziotti picchiano un collega infiltrato
Le immagini mostrano gli agenti che picchiano un incappucciato fintanto che questi non si fa riconoscere

La clip mostra un uomo debitamente incappucciato che viene preso a manganellate dai celerini, fintanto che non grida: «C...o sono un vostro collega». Un altro uomo, anch'egli a viso coperto, si avvicina agli agenti e conferma. Questi smettono e l'infiltrato ( a questo punto si può definire tale) li invita a "darsi una calmata".

Corriere
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1729
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1730
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1731
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sertes, è pazzesco, semplicemente pazzesco. quelle persone necessiterebbero di un TSO urgente, con annesso lungo ricovero e terapia anti-dipendenza. Come hanno fatto a creare tali masse di robot, siamo veramente così poca cosa, noi esseri umani? Un giocattolino da poter comandare a piacere, mandando ora un impulso, ora un altro?
E' questo che mi sconforta enormemente, mi fa pensare a volte che non ci sia scampo.
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1732
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Bisognerebbe segnalarlo a Grillo e metterlo nel programma.

Mettere più punti vendita all'interno del Centro: si snelliscono le lunghe file e allo stesso tempo si incentiva l'occupazione.
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1733
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Sono le stesse scene che Carl Barks immortalava nel 1943 nelle vignette incentrate su Daisy Duck ("oh cielo, una svendita di cappelli!"). So che è un brutto spettacolo, ma non è un buon motivo per assumere toni da Signora Lovejoy.
Inviato il: 28/9/2012 13:29
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  •  toussaint
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1734
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scusa red, ma 729 euro me la chiami "svendita dei cappelli"? Non si tratta affatto di una corsa al saldo tipo Harrod's, ma di una smania incoercibile di possedere per primi il nuovo I-Phone da mostrare agli amici il giorno dopo. Se fosse per pagarlo meno, m'indignerei ma molto meno. In realtà, è una corsa a pagarlo di più, visto che tra 6 mesi, quando presumibilmente uscirà l'I-Phone 6 (che presa per i fondelli!), il 5 costerebbe meno.
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1735
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A proposito di cose economiche apprendiamo da Il mattino di una curiosa iniziativa di stamapre carta monta locale: link esordisce «Napo» la moneta stampata dal Comune

ANche se l'iniziativa appare lodevole, almeno per come è descritta, alla fine però non è chiaro chi paga il 10 % di sconto, ossia su chi ricade l'onere, se ricade o meno su Pantalone o su qualcun altro che a questo punto non si capisce perchè non faccia direttamente lo sconto ai clienti saltando i passaggi intermedi.
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1736
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Citazione:

L'importante è essere sui binari giusti : link Il sottosegretario regionale che intasca il vitalizio per inabilità al lavoro Una pensione di invalidità di 7 mila euro oltre allo stipendio Ma Sarra presiede convegni e inaugura strade

Miracoli della medicina moderna.

C'è da migliore però il reparto di oculistica dell' opposizione e di altri entità preposte al controllo ...

Speriamo che pure lì la medicina moderna faccia miracoli.

Non solo, la mentre la tecnologia applicata fa miracoli nel concedere vitalizi in settori come quello di cui sopra, nel settore del lavoro dipendente succedono miracoli all'incontrario:
link il messaggero

Citazione:

Pensioni, scoppia il caso ricongiunzioni:
costano troppo, grana per Fornero


di Giusy Franzese


ROMA - A Laura hanno portato un conto di 265.763 euro pagabile in comode rate mensili da 2.169,90 euro l’una. Gianna dovrebbe sborsare 215.362 euro. Nicola è più fortunato: la sua quota è di circa 70.000 euro. Laura, Gianna e Nicola non devono comprare casa. E non fanno parte di quella cricca di politici che spendono patrimoni pubblici in megavacanze e feste private. ....


link il quotidiano

Citazione:

Fasano, a 12 anni ha un debito con Equitalia per la tassa su un'auto


FASANO - Antonio ha solo 12 anni ma ha già un debito di 1.138,77 euro nei confronti di Equitalia per non aver pagato la tassa di possesso di un'auto nel 1997, cioè tre anni prima di essere nato ...
....
La sanzione - secondo quanto riportato dal quotidiano - va pagata, secondo la società di riscossione tributi.
...



Il buon senso sembra non abitare piu' nel belpaese ...
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1737
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A leggere qui link 06/10/2012 - In India è arrivata la polizia del pensiero la famigerata macchian delal verità, che in tanti films abbiamo visto, pare essere realtà.

Ora non so se la storia raccontta dall'articolo sia o meno vera, però sorgono alcune questioni che possono essere così riassunte: come si esercita il diritto alla difesa in questo caso?

E' ovvio e va da se' che il 99.99 % della popoalzione nulla sa di questa macchinetta e quindi come fa a difendersi un malcapitato quando gli mettono i 30 elettrodi in testa ?

Che garanzia ha che la amcchientta sia affidabile, che siano affidabili i risultai della prova etc etc ?

In sostanza qui mi pare che saimo di nuovo di fronte ad un potere che abusa della sua autorità nel silenzio dei media a cui che nemmeno sfiora l'idea che ci sia un diritto inalienabile chiamato diritto alla adifesa : ora basta che ci sia un macchinetta che disegna un pò di macchie colorate e non hai piu' scampo.

La vedo nera per gli avvocati ... altro che mitiche filippiche in aula:

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Inviato il: 7/10/2012 8:46
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1738
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Si sa che la coerenza non è il pezzo forte dei politici, perlomeno non quando ci sono in ballo interessi economici non da poco.

Dopo il ben noto referendum sull'acqua quale bene non privatizzabile, ecco un esempio di coerenza da parte di chi si appresta a divenatre governo:

link il fatto q.

citazione:

Acqua, da gennaio a Padova e Trieste non sarà più un bene pubblico
La scorsa settimana i due Comuni – entrambi guidati da giunte di centrosinistra – hanno approvato la fusione per incorporazione di Acegas-Aps, la multiutility che si occupa di acqua, rifiuti ed energia, al colosso emiliano Hera. Con la benedizione di Sel e Idv. Il Comitato: "Privatizzazione strisciante"

...

A destare scandalo infine c’è l’ipotesi dell’imbottigliamento – e dunque della commercializzazione – di quella stessa acqua che bevono i padovani e i giuliani. “E’ inaudito: una cosa del genere non si è mai verificata – tuonano comitati locali – E la cosa ridicola è che una delle garanzie chieste e ottenute da Sel è che le bottiglie che, verranno riempite con la nostra acqua, siano di vetro anziché di plastica”.

....


Rileggiamo: " l’ipotesi dell’imbottigliamento – e dunque della commercializzazione – di quella stessa acqua che bevono i padovani e i giuliani. "

Da Space Baller "Perri-air":



Gratis alla fontanina no, imbottigliata e a pagamento si.

In sintesi questo è il futuro che ci stanno prospettando.

E la cosa curiosa è che pretendono che il popolo crei moneta dal nulla, visto che la tendenza del mondo del lavoro è l'abolizione del salario ...
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1739
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MMT, Barnard: “le banche non hanno grandi colpe e nemmeno fanno grossi utili”

http://www.stampalibera.com/?p=53666
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
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Premessa:apprezzo Barnard quando "appioppa" alle persone o alle "cose" il loro vero nome.MMT:nè fautore nè detrattore in quanto non posseggo i requisiti per una corretta valutazione.

Premessa:a te i requisiti non mancano dato che da sempre sei contro Barnard e la sua MMT.

Non riesco a trovare la stessa notizia letta giorni fa altrove.Alcuni utenti hanno definito falsa questa notizia dato che loro erano presenti a Padova e tu?

Falsa nel senso giornalistico di fare notizia:Ahmadinejad-Memri-Repubblica.
Sarebbe stato interessante che wwwstampalibera oltre a regalare il suo parere avesse fornito un video del summit così da poter comparare articolo e video.
Inviato il: 9/10/2012 11:35
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