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  L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere

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  •  ivan
      ivan
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1891
Sono certo di non sapere
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link Il Canada rinuncia ai cacciabombardieri F-35: «Troppo cari e non all'altezza delle attese»

E non ha nè problemi di spread e nè di spending review.

"O burro o cannoni" si diceva una volta (e hanno all'uopo inventato la margarina) .

Da queste parti nonostante sti chiari di luna pare abbiano scelto "la seconda che hai detto".
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La verità raramente è pura e non è mai semplice
Inviato il: 13/12/2012 20:10
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1892
Sono certo di non sapere
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Ossignur !!!! Ivan e' stato contagiato dalla Alimenterite !!!!
CHIAMATE LA NEUROOOOOOOOOOOOOOOOO !!!
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Meglio un dubbio certo che una falsa certezza !!(Nisoli Damiano)
Da oggi chiamatemi Top Gun Su A320 !!

Il rispetto nasce dal rispetto
Inviato il: 14/12/2012 15:42
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  •  ivan
      ivan
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1893
Sono certo di non sapere
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Inviato il: 14/12/2012 21:51
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1894
Sono certo di non sapere
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Inviato il: 14/12/2012 21:52
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1895
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Grazie.
Inviato il: 14/12/2012 22:12
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1896
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Inviato il: 16/12/2012 2:22
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1897
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Se ne parla non bene Ilsole24ore vuol dire che il fatto è serio: link Windows 8 mi rende nervoso ...Sono quelli di Redmond che hanno perso la bussola....
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Inviato il: 16/12/2012 2:24
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1898
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... perche' internet sarebbe pericolosa...



"he who controls the spice controls the universe" - Dune

link La guerra di Internet
di CECILIA TOSI
Sembrava il regno che aveva abolito i confini. Invece alla conferenza mondiale dell’Onu sulle telecomunicazioni gli Stati Uniti difendono lo status quo e le loro net company. Mentre Russia e Cina vogliono trasferire il controllo della Rete in mano ai governi. Sul web torna la cortina di ferro ...


Citazione:

. Da quando Putin è tornato alla presidenza fa di tutto per togliere agli Stati Uniti quella supremazia tecnologica che, secondo il Cremlino, sarebbe finita insieme alla Guerra fredda. Putin ci ha già provato attaccando la Nato; ora va all’assalto di Internet, che considera ancora un’arma in mano all’Occidente. Si sono organizzati on line, infatti, gli inventori delle rivoluzioni arancioni che hanno sfidato i regimi filo russi in tutta l’ex Urss. E si riuniscono su internet anche i militanti della nuova opposizione russa, annientati in piazza ma ancora vivi in Rete.



-------------------

link spunti interessanti per il marketing

Citazione:

#7- “Sei facilmente influenzabile, ma io no”

Tutti ormai sappiamo quanto siano importanti le opinioni dei consumatori nel web. Quando dobbiamo fare un’acquisto ci catapultiamo subito sulle revisioni e sui commenti che gli utenti fanno di questo o quel prodotto.
Nonostante ciò, le persone continuano a dire di non essere così facilmente influenzabili. Questo concetto può essere riassunto con “l’effetto della terza persona”. Ma perché crediamo di essere meno influenzabili degli altri? La risposta è semplice, il processo di influenza avviene a livello totalmente inconscio, quindi noi non siamo in grado di poterlo controllare!


...

#9- Quando sei indeciso copi dagli altri

Quando ci troviamo davanti alla necessita di acquistare qualcosa, o di cercare un consiglio, andiamo subito sul web. Revisioni, punteggi, commenti, forum sono solo una parte dell’enorme quantità di informazioni sui prodotti che possiamo trovare. Recenti studi dimostrano che ci fidiamo di più dei commenti delle persone, anche sconosciute, che delle revisioni degli esperti. Le recensioni maggiormente apprezzate dagli internauti hanno delle caratteristiche ben precise:

Includono informazioni sulla persona che le scrive
Raccontano una storia sul prodotto usato
Sono scritte da “persone come noi” e non da esperti

..
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La verità raramente è pura e non è mai semplice
Inviato il: 16/12/2012 16:22
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1899
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link La fine del mondo? La macchina della paura esiste da sempre...

Citazione:


....
La macchina della paura esiste da sempre, la prima "fine del mondo", predetta con un documento certo, e rimasta inevasa, è descritta in una tavoletta assira del 2.800 avanti Cristo. Semmai nell'epoca della tecnologia e della rete la "macchina" ha imparato a fare soldi, con blog terrificanti e ignoranti, purtroppo seguiti anche da tante persone che poi vivono nell'ansia. Sono circa 3 milioni i link che si trovano con Google se si cerca "end of the world 2012" e la tecnica usata dagli imbonitori virtuali è banale: si attirano utenti con notizie inesistenti e si fidelizzano promettendo altre rivelazioni, facendo qualche soldo con la pubblicità, libri e un po' di merchandising.
....


Accade in Cina:

link Annunciano apocalisse Maya,
quattro arresti in Cina
La polizia cinese è stata molto severa a riguardo, affermando che coloro che diffondo notizie della fine del mondo vanno incontro a punizioni, dal momento che causano il disturbo dell'ordine sociali ...
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La verità raramente è pura e non è mai semplice
Inviato il: 16/12/2012 17:37
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1900
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link I Maya qualcosa hanno “visto”. Berlusconi e Grillo lo “sentono”

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...
Quindi Berlusconi deve aver saputo qualcosa anche dell’Apocalisse Maya. E tenta di comunicarcelo. Per responsabilità e per non scatenare il panico non può dirci tutto o forse non è in condizione, non è libero di dirci tutto. E’ come se fosse legato, rattenuto, quindi si muove a scatti, però è proprio con la sua agitazione apparentemente scomposta che comunica con noi. Il Berlusconi che dà di matto ma che ovviamente matto non è, il Berlusconi che fa il confuso ma che ovviamente confuso non è, è questo il “segno”. Segno sul quale riflettere: a prima vista uno vede Berlusconi e dice, almeno pensa, sia il caso e l’ora di chiamare gli infermieri. Chi invece sa “cogliere il segno” comincia a sospettare che i Maya non avessero tutti i torti con questa storia del dicembre 2012.

Anche perché di “segno” ce n’è un altro. Uno degli uomini più intelligenti del pianeta, uno che guarda lontano e già vede insieme al suo amico e fratello il futuro di Gaia dopo la guerra dei mondi. Uno che ha trovato la formula magica per abbattere capitalismo, dittature, globalizzazione, finanza e potere: gli fai “vaffanculo” e quelli crollano tutti come le mura di Gerico o si scansano come quando dici alle porte della caverna del tesoro “Apriti Sesamo”, uno così che si fa vedere si mostra furioso e furente per due, quattro, cento scalzacani che se non c’era lui neanche esistevano. Un Beppe Grillo che sappiamo astuto, abilissimo e preparatissimo che si fa ritrarre e riprodurre mentre sibila e tuona: “Sulla democrazia non rompetemi i coglioni, chi fa domande va fuori”, insomma la migliore imitazione finora del “Non sono io che son razzista, sono loro che sono meridionali”. Ma andiamo… se fa così è un “segno”. Anche lui deve aver saputo qualcosa, sentito qualcosa, non si vive nella Rete invano, senza sviluppare di queste sensibilità.

I Berlusconi e Grillo agitati “sentono” e segnalano qualcosa: non può che essere così. I due “sentono” i Maya? Il dubbio s’insinua, scuote, inquieta. Oppure può essere andata in un altro modo: 1.500 anni fa i Maya ebbero una visione del mondo e anche dell’Italia dicembre 2012, videro Berlusconi e Grillo e, sgomenti alquanto e un po’ pure increduli, si diedero di gomito dicendosi: “La fine del mondo!” Poi qualcuno studiando i Maya scambiò e confuse quella didascalia Maya giustapposta alla visione del dicembre 2012 italiano niente meno che con una profezia. Lassù sulla piramide i sacerdoti avevano solo visto Berlusconi alla presentazione del libro di Vespa e Grillo alla cacciata di Favia. Un flash, una fugace visione, per raccontarla alla loro gente i sacerdoti, volendo e dovendo mischiare risa e stupori, dissero in maya: cosa abbiamo visto? La fine del mondo!




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Lo stesso fenomeno:

link Grillo/Berlusconi sbatti i Duce in prima pagina. Gli fai un baffo, ai loro piace

Citazione:

di Lucio Fero

ROMA – Beppe Grillo fa il Duce, mento in alto e pancia in fuori e La Repubblica gli sbatte in prima pagina l’epiteto che dovrebbe sgambettarlo, quello appunto di “Duce”, cioè Mussolini, cioè altro che democrazia, cioè il lupo travestito da agnello. Non funziona, non va: anche se sbatti in prima pagina Beppe Grillo con le mani nella marmellata “ducesca”, di danno politico e di immagine a Beppe Grillo capo di 5Stelle gliene fai meno di un baffo. Non funziona, non va, non è solo La Repubblica, sono un po’ tutti i giornali perché un po’ sono maledettamente i fatti a dire che Grillo “duceccia”. Quel suo gridare “attenti a non rompermi i coglioni”, quel suo “chi non è con me, quella è la porta…”. Prove di “Duce” ci sono, almeno forti indizi. Però esporle non intacca l’aureola di Grillo. Grillo fa il Duce? Ammesso che sia così, ai “suoi” piace. Gli fai vedere una foto di Grillo dal “balcone”? I “suoi” replicano con un embè!
...
Sulla prima pagina dell’altro grande quotidiano italiano, il Corriere della Sera, Ernesto Galli della Loggia espone una tesi sempre ardita anche se non proprio inedita: qualunque critica a Berlusconi lo rafforza, i suoi avversari, fossero intelligenti, dovrebbero astenersi dal dargli “aiuto”. Aiuto a Berlusconi è secondo Galli della Loggia ogni parola contro Berlusconi che venga dall’Europa, dalla Germania, da Obama, dalla Confindustria, dal Vaticano, dai giornali stranieri e non sia mai…da una Corte di Giustizia. L’editorialista del Corriere argomenta: esiste un’Italia che “è tentata di dare ascolto anche alle più sballate promesse che da qui a febbraio il Cavaliere saprà escogitare”. Quindi? Quindi “la Sinistra dovrebbe trovare il modo di avvertire il Financial Times, l’Economist, Barroso, Schultz, il Parlamento europeo, l’Europa che ogni loro bordata contro Berlusconi lo fa apparire come coraggioso paladino”.
Non si legge nell’articolo cosa dovrebbe fare il Ppe, Partito Popolare Europeo di cui il Pdl fa parte e che ha già “aiutato” Berlusconi avvertendolo pubblicamente che quanto lui va dicendo e inventando sull’euro, l’Europa, la Germania e la Merkel non è compatibile con l’unione, la federazione, la casa europea di tutti i partiti che si dicono e sentono moderati e di centro. Secondo la logica di Della Loggia il Ppe dovrebbe tacere per far “danno” a Berlusconi o parlare per “aiutarlo”? Non si sa. Si intuisce però che la logica del “non fate il gioco del nemico” dottamente esposta ha una qualche familiarità con la battuta, greve in verità, che ci si scambiava ai tempi della scuola. Ci si raccontava di “non agitarsi quando il nemico…fai solo il suo gioco”. Ma era una battuta, greve, tra i banchi di scuola. Ora è editoriale di stampa importante. Editoriale e tesi che assumono anche un po’ della logica secondo la quale se uno ti stupra meno ti muovi e meglio è.

Eppure, nonostante poggi su una logica storta e contorta, nonostante spacci il paradosso come empirica ovvietà e viceversa, in una cosa Galli della Loggia ha ragione: dimostri che tutti o quasi al mondo hanno fondato timore di quel che Berlusconi può fare, allinei i sudori freddi e le mani nei capelli che alla sua ricomparsa viaggiano da Washington a Bruxelles, dalla destra alla sinistra americana ed europea, i brividi che fa venire alla Chiesa e al mondo delle industrie, lo sconforto che semina nel mondo della finanza e del lavoro e, anche a Berlusconi come a Grillo, di fronte ai “suoi” non gli fai un baffo. Anzi, fai i “suoi”, anzi i “loro”, perché sono due, Berlusconi e Grillo, più convinti e determinati che il loro uomo è quello giusto, giusto anche un po’ santo, di sicuro martire.

Non gli dai un baffo né un graffio a Grillo se dimostri che la democrazia non è nei suoi usi e costumi, potresti perfino dimostrare che la democrazia è proprio e soprattutto quelle istituzioni che Grillo chiama “casta”. Ma lasciamo queste finezze e sottigliezze, sono i confini e i connotati della nostra civiltà ma non facciamolo sapere ai cultori della democrazia diretta, hai visto mai uno choc? Beppe Grillo non è il Duce, non è Mussolini redivivo e di esserlo neanche se lo sogna. Non è neanche un fior di democratico, la democrazia come volontà popolare, delega, equilibrio dei poteri e quindi nulla a che fare con la volontà generale non saprebbe nemmeno spiegarla. Però se gli gridi “Duce” ai “suoi” sta bene. E se tutto il mondo avverte che Berlusconi potrebbe sfasciare l’Europa e l’euro, ai “suoi” di Berlusconi sta bene.
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Inviato il: 17/12/2012 4:01
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
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link Sotto la superficie di miliardi di siti che possiamo navigare, ce ne sono molti di più dove nessuno sa cosa accade.

Citazione:


...

È stato un amico, che frequenta un giro di hacker, a darmi la dritta giusta: "Lo sai che esiste un'altra Internet?". Il pensiero è andato subito alle recenti rivoluzioni in Egitto e in Tunisia e al 2009 della rivolta degli iraniani sedata nel sangue: già allora si parlava di una rete parallela dove gli attivisti potevano comunicare senza essere intercettati dalle forze di polizia. È fondamentale, questa Internet parallela, perché essere individuati vuol dire essere torturati e uccisi. Per questo lo scorso giugno l'amministrazione Obama ha deciso di finanziare con due milioni di dollari un progetto chiamato "Internet in a suitcase", una rete parallela a disposizione dei dissidenti di tutto il mondo.
...
La vera cosa da fare per navigare l'altra Internet è installare sul proprio computer Tor: un software gratuito che consente l'accesso a una rete parallela, impossibile da sorvegliare. Inizialmente fu sviluppato, a partire dal 1995, come un progetto della Marina degli Stati Uniti per impedire che le conversazioni governative fossero intercettate dal nemico. Con questa protezione nessuno può sapere chi sta parlando con chi. Le reti di questo tipo si chiamano "reti a cipolla", onion routing, infatti il simbolo di Tor è una cipolla. E molti siti di questo universo parallelo invece di finire con il suffisso punto it o punto com, hanno il punto onion.

Il progetto Tor è tutt'altro che velleitario: nel 2004 è stato finanziato dalla Electronic Frontier Foundation, uno dei baluardi della libertà sul web; nel 2007 da Human Rights Watch; e persino da Google dal 2007 al 2011. Quest'anno, accanto a una misteriosa organizzazione non governativa americana che ha donato oltre un milione di dollari, il sostenitore più importante è la BBG, Broadcasting Board of Governors, agenzia federale che rappresenta emittenti come Radio Free Europe, Voice of America, Office of Cuba Broadcasting. Insomma, dietro Tor non c'è una gang di terroristi. Perché Tor è uno strumento per diventare invisibili: lo puoi usare per la libertà. Oppure per vendere cocaina e bombe.
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Inviato il: 17/12/2012 5:09
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1902
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Internet è uno strumento... pertanto può essere usato sia per compiere azioni negative che positive... se qualcuno volesse esplorare un po' il deep web, o come si chiama, consiglio il TOR project... però essendo che fra gli sponsor compare la DARPA, qualche dubbio mi sorge...

Senza dire nulla di più nella Hidden wiki è possibile trovare... tante cose...
alcune inquietanti... sarà che sono impressionabile...

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non avevo letto che avevi già citato Tor Ivan... me ne dolgo...
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La libertà di parola senza la libertà di diffusione è come un pesce rosso in una vasca sferica...
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Inviato il: 18/12/2012 19:16
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1903
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ivan ha scritto:
La vera cosa da fare per navigare l'altra Internet è installare sul proprio computer Tor: un software gratuito che consente l'accesso a una rete parallela, impossibile da sorvegliare.


Ancora con la stronzata di Tor!

Guardate cos'è successo ad un genio che ha creduto alla pubblicità di Tor:

Citazione:
Tu mi licenzi? Io ti cancello i dati
L’incredibile storia di un dipendente italiano che ha violato il sistema informatico della sua ex-azienda eliminando tutti i dati dai server

Hacker per scelta. E’ questa la frase che meglio di tutte sintetizza la vicenda di un italiano che si è vendicato della sua ex-azienda in un modo molto particolare. L’uomo ha violato i server dell’azienda hackerando la rete che egli stesso utilizzava per lavorare per poi cancellarne tutti i dati presenti nel database. L’azienda è stata costretta a chiudere per 15 giorni, durante i quali i dipendenti sono stati messi in cassa integrazione temporanea con danni per diverse centinaia di migliaia di euro. Con l’attacco informatico l’hacker è riuscito a distruggere tutto: dai dati societari a quelli su clienti e prodotti fino ai contratti di lavoro.

L’azienda, per procedere al recupero dei file, ha contattato la Yarix, società che si occupa di sicurezza informatica su ampia scala. Tra i suoi progetti ci sono diverse collaborazioni con Microsoft per la quale ha realizzato l’Osservatorio Nazionale per la Sicurezza Informatica per risolvere le criticità che possono esservi durante la navigazione web in azienda. “Da gennaio a giugno del 2012 i computer crimes sono aumentati dell’800% - ci dice Mirko Gatto, CEO di Yarix - al punto da far pensare di essere dinanzi alle prima guerra mondiale cibernetica. Chi si occupa di sicurezza informatica è chiamato a lavorare per governi di tutto il mondo per questo gli strumenti che usiamo sono coperti da segreto industriale perché usati da forze governative e militari, per esempio uno dei nostri partner ha fornito il software per l'analisi di tutti i reperti sequestrati nella famosa cattura di Bin Laden”. Nel caso specifico si è riusciti a risalire all’hacker nonostante fosse stata usata la famosa rete anonima TOR, un caso veramente particolare e forse unico.

La notizia del dipendente che per vendicarsi cancella i dati di un’azienda non ha sorpreso la Yarix: “Per quanto riguarda l’Italia, la principale minaccia è rappresentata proprio dai dipendenti infedeli che mettono KO le aziende per vendette personali o per spionaggio informatico – prosegue Garro - i nostri laboratori di ricerca e sviluppo solo quest'anno hanno ideato tecnologie per la sicurezza informatica registrando 18 brevetti internazionali. Inoltre in Italia ritengo che la Polizia Postale sia tra i reparti specialistici più preparati al mondo, nonostante la carenza di strumenti e infrastrutture e i tagli che il governo continua ad attuare in reparti strategici”.

Bisogna tener presente che la cancellazione di file da computer e server aziendali è reato. Nel marzo di quest’anno la Cassazione ha applicato la 635 bis del Codice Penale per respingere il ricorso di un impiegato che aveva cancellato e danneggiato i computer dell’azienda per la quale lavorava, rendendo nullo il successivo ripristino ad opera di tecnici. Ecco cosa recitava la sentenza: “Ebbene, nel gergo informatico l’operazione della cancellazione consiste nella rimozione da un certo ambiente di determinati dati, in via provvisoria attraverso il loro spostamento nell’apposito cestino o in via “definitiva” mediante il successivo svuotamento dello stesso. L’uso dell’inciso contenuto nella norma sul danneggiamento per evidenziare il termine “definitiva” è dovuto al fatto che neppure tale operazione può definirsi davvero tale, in quanto anche dopo lo svuotamento del cestino i files cancellati possono essere recuperati, ma solo attraverso una complessa procedura tecnica che richiede l’uso di particolari sistemi applicativi e presuppone specifiche conoscenze nel campo dell’informatica”.

“Il processo penale e l'accertamento dei reati, informatici e non – ha commentato Aldo Benato, avvocato penalista del Foro di Treviso esperto di analisi forense e criminalità informatica nonché legale dell'azienda interessata dall'attacco - stanno conoscendo un delicato momento di transizione in cui, nonostante la vita reale si intrecci e confonda sempre più con la virtualità dei dati informatici e della rete web, non vigono ancora regole certe sulle modalità di acquisizione dei dati informatici ai fini della loro utilizzabilità processuale.”

Molto si deve agli esperti della Polizia Postale che, negli anni, si sono formati in materia parallelamente agli sviluppi della scena hacker e criminale. “Gli Agenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni costituiscono uno dei migliori reparti al mondo – ha commentato Gino Balbinot, segretario del SAP (Sindacato Autonomo Polizia) - il know how acquisito in questi decenni non ha confronti con nessun altro reparto delle forze dell’ordine, oltre ad essere particolarmente capillarizzato in tutto il territorio nazionale. Nonostante le carenze di strumenti informatici adeguati, emerge che le diverse divisioni hanno sempre fornito risposte pronte e adeguate alle esigenze della Magistratura”.


Un caso veramente particolare, forse unico...
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Inviato il: 18/12/2012 19:38
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
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1.
Da le Scienze:

link Un periodo di astensione da computer e smartphone, che costringono il cervello a un continuo impegno di multitasking, consente di alleviare la cosiddetta fatica attenzionale e di migliorare del 50 per cento le capacità di problem solving, stimolando l'individuazione di soluzioni creative ai problemi (red)

2.
Su repubblica c'è un articolo su altri aspetti ("hot") della dipendenza da Internet ma sorvoliamo (l'articolo in sintesi dice ciò che diceva il poeta in uno stornello "E dà l' assuefazione! Dà: perdita della memoria, perdita dei riflessi, poca voglia di lavorar ..." - ultimamente hanno poca fantasia lì nella fabbirca delle notizie visto che pescano nella letteratura degli anni 70 ).

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@Sertes

Aldilà del caso che hai appena citato converrai che ci sono molte facce del poliedro "web": sicuramente ci sono aspetti positivi riassumibili in "attingere all'intelligenza collettiva" ma ci sono anche aspetti negativi come la dipendenza in primis e così via tanti altri.

Come già dicevo per navigare nel mare del web bisogna essere appunto navigati perchè le ingenuità possano costare care.

saluti.
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1905
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Ma usare parole tue senza link no vero ?!?!
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Inviato il: 19/12/2012 3:39
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  •  ivan
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1907
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Apprendiamo da un post su un ben noto sito che link L'IMU sfianca anche per via dei moduli da compilare quando si deve versare il dovuto.

A questo punto bisogna essere coerenti andare fino in fondo alla faccenda ed abolire anche altre cose che sfiancano e creano noiose allergie: per esempio si potrebbero abolire le quote condominiali e tutte le ricevute in genere che son semrpe difficli da compilare accidenti.

Come al solito un cult i commenti.
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Inviato il: 19/12/2012 3:48
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  •  Spiderman
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1908
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Sei in: Il Fatto Quotidiano > Emilia Romagna > Sanità, dirett... Sanità, direttore generale dell’ospedale si assegna 23 mila euro di premio

Nonostante l'anno terribile del settore, al Sant'Anna di Ferrara, Gabriele Rinaldi si è firmato un assegno come regalo di natale. Beneficiati per aver raggiunto gli obiettivi "di gestione" anche il direttore sanitario Andrea Gardini (17.430,50 euro) e il direttore amministrativo Ivan Cavallo (20.916,51 euro)

La sanità ferrarese è al collasso ma gli obiettivi sono stati raggiunti. Tanto che il direttore generale del Sant’Anna si stacca un assegno premio da oltre 20mila euro. Per i risultati di gestione ottenuti nel 2011 Gabriele Rinaldi ha provveduto da solo al proprio regalo di natale. Firmando di suo pugno la delibera 256 del 13/12/2012 con la quale si assegna un compenso aggiuntivo di 22.223,79 euro. Un bel presente arriva anche nelle tasche del direttore sanitario Andrea Gardini (per lui 17.430,50 euro) e del direttore amministrativo Ivan Cavallo (20.916,51 euro). Cifre che non cambieranno la vita dei tre dirigenti, che nel 2011 macinavano stipendi rispettivamente da 145mila, 116mila e 99mila euro, ma che in tempi di ristrettezze economiche possono magari far storcere il naso ai più.

E il tutto per aver raggiunto gli obiettivi di gestione. Parliamo della gestione 2011. Già, l’anno terribile della sanità ferrarese. Quello, per intenderci, che ha visto il doppio flop del trasloco dell’ospedale giusto un anno fa, con conseguente inchiesta parlamentare per chiarire le responsabilità dei disagi e costi aggiuntivi per la collettività. Quello che ha visto la morte di una paziente per legionella in reparto. Quello che ha dato il via alla fuga di specialisti dal nosocomio che doveva essere un polo di eccellenza per la sanità regionale. È vero che l’ospedale di Cona ora è sistemato, ma qualche pallina al suo albero di natale ancora manca. Pannelli che crollano, infiltrazioni, viabilità da circo equestre, collegamenti – per usare un eufemismo – perfettibili (la metropolitana di superficie che doveva collegarlo la città è ancora lontana dalla realizzazione, nonostante l’assessore Peri avesse comunicato addirittura la data di apertura più di un anno fa).

Eppure, carte alla mano, la verifica da parte della Regione dei risultati amministrativi e di gestione è positiva. Lo conferma a chiare lettere la giunta regionale con atto n. 1915 del 10 dicembre 2012. E allora il direttore generale dell’azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara, chiamato nella città estense proprio per portare a termine la grande incompiuta di Cona, ha tutto il diritto di prendersi il meritato premio. Una somma che, come ricorda la delibera, corrisponde al 18% dello stipendio annuale riconosciuto al manager (l’incremento massimo stabilito per legge è pari al 20%) ridotto del 15% a titolo di contributo volontario di solidarietà. Ed ecco sbucare fuori i 22mila euro. Obiettivo raggiunto.

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Inviato il: 20/12/2012 9:05
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1909
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Rullo di tamburi....



LE DONNE E IL FEMMINICIDIO, FACCIANO SANA AUTOCRITICA. QUANTE VOLTE PROVOCANO?

Proseguiamo nella nostra analisi su quel fenomeno che i soliti tromboni di giornali e Tv chiamano "femminicidio". Aspettiamo risposte su come definire gli aborti: stragi? Notoriamente, l'aborto lo decide la donna in combutta col marito e sono molti di più dei cosiddetti femminicidi. Una stampa fanatica e deviata, attribuisce all'uomo che non accetterebbe la separazione, questa spinta alla violenza. In alcuni casi, questa diagnosi può anche essere vera. Tuttavia, non è serio che qualche psichiatra esprima giudizi, a priori e dalla Tv, senza aver esaminato personalmente i soggetti interessati. Non sarebbe il caso di analizzare episodio per episodio, senza generalizzare e seriamente, anche per evitare l'odio nei confronti dei mariti e degli uomini? Domandiamoci. Possibile che in un sol colpo gli uomini siano impazziti e che il cervello sia partito? Non lo crediamo. Il nodo sta nel fatto che le donne sempre più spesso provocano, cadono nell'arroganza, ...

... si credono autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni esistenti.

Bambini abbandonati a loro stessi, case sporche, piatti in tavola freddi e da fast food, vestiti sudici e da portare in lavanderia, eccetera... Dunque se una famiglia finisce a ramengo e si arriva al delitto (FORMA DI VIOLENZA DA CONDANNARE E PUNIRE CON FERMEZZA), spesso le responsabilità sono condivise.

Quante volte vediamo ragazze e anche signore mature circolare per la strada in vestiti provocanti e succinti?

Quanti tradimenti si consumano sui luoghi di lavoro, nelle palestre, nei cinema, eccetera?

Potrebbero farne a meno. Costoro provocano gli istinti peggiori e se poi si arriva anche alla violenza o all'abuso sessuale (lo ribadiamo: roba da mascalzoni), facciano un sano esame di coscienza: "forse questo ce lo siamo cercate anche noi"?

Basterebbe, per esempio, proibire o limitare ai negozi di lingerie femminile di esporre la loro mercanzia per la via pubblica per attutire certi impulsi; proibire l'immonda pornografia; proibire gli spot televisivi erotici, anche in primo pomeriggio. Ma questa società malata di pornografia ed esibizionismo, davanti al commercio, proprio non ne vuol sapere: così le donne diventano libertine e gli uomini, già esauriti, talvolta esagerano.

Bruno Volpe

Fonte
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1910
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1911
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Grazie gronda!
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1913
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EDIT:
ora c'è il video con l' audio originale
così si capisce molto meglio
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1915
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link Debiti universitari: gli Usa collassano

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L’immagine in primo piano ritrae giovani laureandi in giacca e cravatta, tutti maschi, in una vecchia foto in bianco e nero. Il titolo dell’articolo, invece, è il seguente: Non è più com’era, “Not how it used to be”. Il senso dell’articolo de The Economist è presto detto: l’istruzione negli Stati Uniti è in pessima salute, dice l’articolo. Peggio ancora: l’università americana, l’illuminata musa delle politiche universitarie globali è al collasso, e l’Economist le canta il requiem

...

Negli Usa gli studenti sempre più spesso arrivano alla laurea talmente indebitati da essere costretti a rivolgersi alle mense per i poveri. I danni sono tali che nelle ultime settimane è nato negli Stati Uniti un movimento: il no college movement. Ispirato a Zuckerberg e Steve Jobs, il movimento guidato da Benjamin Goering sostiene che sia tempo di abbandonare l’istruzione terziaria tout court. Retto tutto da argomentazioni opinabili come “ci sono miliardari che non hanno mai studiato, dunque perchè dovresti farlo tu?” e “non c’è bisogno di una laurea per avere successo”, l’anti-college movement fa leva su un’argomentazione semplice: studiare costa tanto e non serve a nulla.

...
Insomma, il prestito d’onore, quel dispositivo nato per dare ossigeno all’università pare oggi la causa stessa del collasso del sistema universitario statunitense. Una storia non bella, dunque, ma importante anche in Italia. Mentre negli Stati Uniti questo dibattito rimbalza dalle pagine del New York Times al Washington Post, Obama si esprime contro l’aumento delle tasse universitarie e da più parti emerge una rinnovata sensibilità rispetto alle finalità sociali e collettive – non private – dell’istruzione pubblica, Ichino e Terlizzese, dalle colonne del Corriere della Sera, hanno un’idea. Come ridare ossigeno ai nostri atenei? Semplice, prestiti d’onore e tasse più alte. Chi glielo dice che cos’è successo?
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1916
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link Debiti universitari: gli Usa collassano

Citazione:


L’immagine in primo piano ritrae giovani laureandi in giacca e cravatta, tutti maschi, in una vecchia foto in bianco e nero. Il titolo dell’articolo, invece, è il seguente: Non è più com’era, “Not how it used to be”. Il senso dell’articolo de The Economist è presto detto: l’istruzione negli Stati Uniti è in pessima salute, dice l’articolo. Peggio ancora: l’università americana, l’illuminata musa delle politiche universitarie globali è al collasso, e l’Economist le canta il requiem

...

Negli Usa gli studenti sempre più spesso arrivano alla laurea talmente indebitati da essere costretti a rivolgersi alle mense per i poveri. I danni sono tali che nelle ultime settimane è nato negli Stati Uniti un movimento: il no college movement. Ispirato a Zuckerberg e Steve Jobs, il movimento guidato da Benjamin Goering sostiene che sia tempo di abbandonare l’istruzione terziaria tout court. Retto tutto da argomentazioni opinabili come “ci sono miliardari che non hanno mai studiato, dunque perchè dovresti farlo tu?” e “non c’è bisogno di una laurea per avere successo”, l’anti-college movement fa leva su un’argomentazione semplice: studiare costa tanto e non serve a nulla.

...
Insomma, il prestito d’onore, quel dispositivo nato per dare ossigeno all’università pare oggi la causa stessa del collasso del sistema universitario statunitense. Una storia non bella, dunque, ma importante anche in Italia. Mentre negli Stati Uniti questo dibattito rimbalza dalle pagine del New York Times al Washington Post, Obama si esprime contro l’aumento delle tasse universitarie e da più parti emerge una rinnovata sensibilità rispetto alle finalità sociali e collettive – non private – dell’istruzione pubblica, Ichino e Terlizzese, dalle colonne del Corriere della Sera, hanno un’idea. Come ridare ossigeno ai nostri atenei? Semplice, prestiti d’onore e tasse più alte. Chi glielo dice che cos’è successo?
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Inviato il: 22/12/2012 8:26
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1917
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Lui che offrì la faccia al vento la gola al vino e mai un pensiero non al denaro, non all'amore né al cielo.

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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1918
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bubu7 ha scritto:
the manchurian candidate


Me la vedo la scena col povero cristo: "dai mettiti quì, ricorda che sei un ferocissimo capo talebano che poi nel montaggio finale della pubblicità ci mettiamo il dentifricio e le scritte in sovrimpressione, io vado laggiù per riprenderti da lontano ok?"

------------------------------------BUM

Ed ecco un nuovo eroe fresco di giornata.
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Chuang Tzu
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#1919
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A proposito di scene, sceneggiate e montaggi, , wired propone una carrelata delle foto a suo dire piu' importanti di sempre: link gallery

Su alcune nulla da dire, altre sono di una implausibilità unica.

Questa è l'era della fiction non c'è che dire.

Sempre wired propone le foto di 50 luoghi che hanno ispirato grandi idee .
Fa tristezza la foto d'apertura dedicata all'Olivetti che ormai non c'è piu' cosi' come quelle dedicate a Marconi che dovette andare a far fruttare le sue idee, che si che avrebbero cambiato il mondo, in altri lidi.
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
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"Ogni giorno racconto la favola mia, la racconto ogni giorno chiunque tu sia, e mi vesto di sogno per darti se vuoi, l'illusione di un bimbo che gioca agli eroi. (Renato Zero)
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