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Indice del forum Luogocomune
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  L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere

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  •  toussaint
      toussaint
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2131
Sono certo di non sapere
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Da
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Ovviamente, i sindacati che si muovono contro Pizzirotti sono i sindacati collaborazionisti, ossia la Triplice i cui quadri guadagnano come un dirigente pubblico, ossia tra i 100 e i 150 milla euro l'anno.
En passant, io non ho mai visto una controparte istituzionale scendere in strada a parlare con i lavoratori; ricordo il caro Brunetta che non riceveva neanche le delegazioni, così come "lacrima" Fornero...
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"Siam del popolo le invitte schiere c'hanno sul bavero le fiamme nere ci muove un impeto che è sacro e forte morte alla morte morte al dolor. Non vogliamo più assassini non vogliamo più briganti come un dì gridiamo: avanti!" Arditi del Popolo 1921
Inviato il: 15/3/2013 11:23
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2132
Sono certo di non sapere
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Da Brignano G.D'Adda
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x Ivan:
Palle !! il paragone regge eccome !!
Se uno Yenkee fa un complimento all'M5S questo non vuol dire che lM5S deve corrispondere qualcosa !!!
E' qui il senso del mio paragone !
E, Come dice benissimo Sertes, tutti sono bravi a saltare sul carro del vincitore.
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Meglio un dubbio certo che una falsa certezza !!(Nisoli Damiano)
Da oggi chiamatemi Top Gun Su A320 !!

Il rispetto nasce dal rispetto
Inviato il: 15/3/2013 16:35
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  •  ivan
      ivan
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2133
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 22/7/2004
Da Bronx
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Stop unilaterale che non se ne puo' piu' di certe storie che ormai e' tutto palese e non vale la pena rimettere il dito nella piaga tanto la piaga del tubo catodico urlato non c'e verso che guarisca in questo paese, c'è solo da rassegnarsi e cercare di salvarsi in un qualche modo dai telepredicatori che hanno preso il sopravvento imponendosi nei posti chiave del paese.

-------------------


Cambiando argomento, diceva a Francois Cavanna in una sua opera (link A voi) "Tutti voi, che non potete sopportare di non essere altro che vermi di terra con un cervello ".

Pare proprio che siamo tutti, o meglio, che eravamo dei vermi di terra:

link Spartobranchus tenuis, quando eravamo solo dei vermi ... All'origine dei vertebrati ci sono assai probabilmente una sorta di vermi con uno stile di vita solitario. E' quanto ha permesso di stabilire l'analisi del fossile di Spartobranchus tenuis, un organismo vermiforme appartenente al phylum degli emicordati, che risale a 500 milioni di anni fa. Questa circostanza fa pensare che l'aggregazione in colonie, tipica di un'altra classe di emicordati, sia in realtà un'acquisizione filogeneticamente più recente ...
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La verità raramente è pura e non è mai semplice
Inviato il: 15/3/2013 21:07
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  •  ivan
      ivan
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2134
Sono certo di non sapere
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Citazione:

DjGiostra ha scritto:
x Ivan:
Palle !! il paragone regge eccome !!
Se uno Yenkee fa un complimento all'M5S questo non vuol dire che lM5S deve corrispondere qualcosa !!!
E' qui il senso del mio paragone !
E, Come dice benissimo Sertes, tutti sono bravi a saltare sul carro del vincitore.


link articolo su CDC su grillini e yankee "I ripetuti annunci americani favorevoli a Beppe Grillo e al Movimento 5 Stelle hanno suscitato diverse reazioni di comprensibile stupore e talvolta di sconcerto, sia a destra che a sinistra. Che sta succedendo? Perché gli Usa tendono la mano a Grillo?...."

"l’America paladina della democrazia ... " , ne sanno qualcosa in tanti nel mondo di quanto siano stati paladini della democrazia gli yankee.
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Inviato il: 15/3/2013 23:31
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  •  ivan
      ivan
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2135
Sono certo di non sapere
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link La triste parabola dell’informatica in Italia

Citazione:


Come cambia l’informatica con reti, comunicazioni mobili e cloud computing. Come far sopravvivere produzioni e lavoro in un’Italia che ha perduto l’Olivetti e quasi tutte le buone occasioni
Dopo la scomparsa della Olivetti, il declino dell’informatica italiana è stato accelerato dal contemporaneo emergere della tecnologia delle comunicazioni mobili e dal fenomeno della convergenza-integrazione di informatica, elettronica e telecomunicazioni. In Italia il risultato immediato di questo fenomeno è stato l’oscuramento della centralità delle tecnologie informatiche e soprattutto del software, leva operativa per tutti i settori in fase di convergenza, e la trasformazione dell’informatica in commodity, con il conseguente disinteresse per le attività di ricerca e sviluppo e per gli investimenti nell’innovazione. Questa disattenzione, che contraddistingue in modo negativo l’Italia rispetto agli altri paesi d’Europa, è anche conseguenza della debolezza della nostra industria e delle politiche pubbliche degli ultimi decenni.

...

Dopo la scomparsa dell’Olivetti le imprese informatiche italiane, ormai prevalentemente società di servizi di informatica, salvo poche eccezioni, hanno perso progressivamente peso economico e visibilità. Nel 2011, tra le prime dieci imprese del settore soltanto cinque erano di proprietà italiana. Le altre cinque imprese non italiane agiscono nel nostro paese come filiali delle rispettive case madri americane, senza investire in modo significativo nella ricerca e nell’attività manifatturiera, ma limitando le operazioni all’attività commerciale e all’esecuzione delle commesse.
...
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Inviato il: 15/3/2013 23:51
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      ivan
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2136
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Inviato il: 16/3/2013 19:10
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      ivan
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2137
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Inviato il: 17/3/2013 19:44
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2138
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Inviato il: 17/3/2013 21:24
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2139
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link La Sicilia abolisce le province


Abolite le Province regionali in Sicilia. L’Ars ha appena approvato un maxi-emendamento della maggioranza che sospende le elezioni previste a fine maggio; manca solo il voto finale al ddl. Gli enti saranno commissariati ed entro l’anno dovranno essere sostituiti, con una nuova legge, da liberi consorzi di comuni.


Non abolite tout court, ma sostituite dai "liberi consorzi di comuni".

Ossia come aumentare la confusione.

Siccome in campagna elettorale abolire le province era lo slogan che faceva piu' effetto, eccole per coerenza, una volta tanto, abolite giu' in Sicilia.

Il problema e' come porre rimedio al colpo inferto all'autogestione del territorio .

La patch trovata e' questa struttura dei "liberi consorzi dei comuni" su cui in pratica nulla si sa ancora.

Chi gestira' le cose gestite dalle province (acque reflue, discariche, emissioni in atmosfera, viabilita', formazione etc etc ) e come le gestira' per ora non e' dato saperlo.
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Inviato il: 18/3/2013 15:01
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      ivan
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2140
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"Perche' internet sarebbe pericolosa?" , di questo si discuteva alcuni post fa su questo 3ad

Leggiamo today


link Google e YouTube istigano al suicidio”
19/03/2013 - L'accusa di un'associazione russa ... L’accusa viene da Rospotrebnadzor, un’associazione russa a tutela dei diritti dei consumatori: Google e YouTube offrirebbero moltissimo materiale agli aspiranti suicidi e, pertanto, sia il motore di ricerca che la piattaforma di videosharing violerebbero la legge russa in materia di protezione dei minori. ...


Ci sono pure questi aspetti nell'infinito materiale che si puo' trovare sul web.

In sostanza o si hanno degli anticorpi culturali ben sviluppati o il web puo' rivelarsi insidioso e foriero di malenuove.
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Inviato il: 19/3/2013 21:12
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  •  ivan
      ivan
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2141
Sono certo di non sapere
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Incuriosito da questa notizia link XXXXX attacca YYYY i: scrive panzane su di me ho cercato l'origine dell stessa, che e' qui link YYYY distrugge l'Universo

Si legge in fondo all'articolo "Dio ce la mandi buona, ma con tutta sincerità temo il peggio se avremo nella stanza dei bottoni un governo che avrà come ideologia un videogioco di quel genere".

Pensando a quel che si legge in materia di videogiochi in un altro forum su questo sito non si puo' che condividere questa preoccupazione, non si puo' che essere preoccupati, non si puo' che avere dei brividi lungo la schiena, non si puo' che aver la pelle d'oca.

Che gli Dei ci assistano .
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La verità raramente è pura e non è mai semplice
Inviato il: 20/3/2013 4:44
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  •  Merio
      Merio
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2142
Sono certo di non sapere
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Penso che basti il primo commento al secondo articolo linkato per dare un giudizio alla cosa:

Citazione:
Io in questo articolo di bassa qualità vedo tutta la decadenza, l'arretratezza e l'ottusità del tipico vecchio Italiano medio, fermo ancora alla prima metà del 1900 nei migliori dei casi. La dimostrazione purtroppo è coerente con la realtà Italiana, un paese dove parlare di tecnologia e per di più di videogiochi è un'eresia. Dove chi gioca a videogames è considerato un bamboccio debosciato perditempo nei migliori dei casi o un pericoloso soggetto dedito ad azioni distruttive e quindi inadatto ad entrare nel mondo del lavoro o rivestire cariche importanti nella società. L'Italia farebbe bene ad entrare nell'era moderna ed incominciare a trovare altre forme di crescita economica investendo anche nello sviluppo dei videogames, visto che solo negli States è tra le prime industrie con 95 miliardi di dollari di fatturato annuo. Tornando a Casaleggio devo dire che almeno non gioca a Call of duty altrimenti avreste pensato che poteva progettare un attacco terroristico. Inviato da maspi il 20 marzo 2013 alle 16:14


Uhm... io giocavo ad Empire Earth, Age of Empires, Call of Duty, Medal of Honor, Need For Speed, God Of War una volta... dite che dovrei preoccuparmi?

Tra l'altro cito sempre dal secondo articolo:

Citazione:
Un mio amico di cui non farò il nome ha avuto occasione di pranzare recentemente con Casaleggio....


Mi sa che scriverò che un mio amico di cui non posso fare il nome era a cena con quelli del PD e ha sentito dire da un certo Rossanda:
Citazione:
caro amico di Merio di cui non possiamo fare il nome, i costi dell’euro, come dici, sono noti, tutti i manuali li illustrano. Li vedevano anche i nostri politici, ma non potevano spiegarli ai loro elettori: se questi avessero potuto confrontare costi e benefici non avrebbero mai accettato l’euro. Tenendo gli elettori all’oscuro abbiamo potuto agire, mettendoli in una impasse dalla quale non potranno uscire che decidendo di fare la cosa giusta, cioè di andare avanti verso la totale unione, fiscale e politica, dell’Europa.


Link -------------> L'uscita da...

Poi lo spedisco all'Espresso... la pubblicazione è g-a-r-a-n-t-i-t-a...

O forse no?
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La libertà di parola senza la libertà di diffusione è come un pesce rosso in una vasca sferica...
Ezra Pound
Inviato il: 20/3/2013 17:36
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2143
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Riguardo la data odierna ho raccolto un po' di informazioni dai siti più complottisti / più deliranti ed ecco cos'ho "scoperto":



Oggi è il 33 anniversario della posa delle Georgia Guidestones, le cosiddette "tavole della legge" dei dieci comandamenti dei satanisti, quella che propone di mantenere l'umanità sotto i 500 milioni di individui, ed è anche il giorno sacro per la società massonica Skull & Bones, quindi sono già in giro alcune deliranti teorie di complotto, peraltro molto specifiche a quanto leggo: Obama è in visita in Israele e salirà a Temple Mount, luogo sacro sia per l'ebraismo che per l'islamismo, e lì gli è stato organizzato un omicidio false-flag. Questo porterà Israele ad iniziare una guerra contro l'Iran, scatenando ovviamente la terza guerra mondiale. Alcuni collegano la data odierna anche alle profezie di Malachia e Nostradamus riguardo la distruzione di Roma e del Vaticano, insomma la profezia dell'ultimo papa e della fine del cattolicesimo (almeno questi sono riferimenti storici...). Altri infine dicono che dopo l'evento ci saranno i celebri "tre giorni di buio" ed infine verrà rivelato che Obama si è salvato per miracolo, il 25.
Che dire, se si vuole fare i complottisti, tantovale farlo bene, no?!
Buon venerdì a tutti... il mondo non finirà nemmeno oggi!
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Inviato il: 22/3/2013 8:03
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  •  NiHiLaNtH
      NiHiLaNtH
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2144
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Citazione:
e lì gli è stato organizzato un omicidio false-flag. Questo porterà Israele ad iniziare una guerra contro l'Iran, scatenando ovviamente la terza guerra mondiale. Alcuni collegano la data odierna anche alle profezie di Malachia e Nostradamus riguardo la distruzione di Roma e del Vaticano, insomma la profezia dell'ultimo papa e della fine del cattolicesimo (almeno questi sono riferimenti storici...). Altri infine dicono che dopo l'evento ci saranno i celebri "tre giorni di buio" ed infine verrà rivelato che Obama si è salvato per miracolo, il 25.


scusa ma tu che siti frequenti? io tutte ste stronzate non le ho mai sentite
Inviato il: 22/3/2013 10:31
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2145
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Beh io leggo un po' tutto di quello che è complottista, dal forum di davidicke, al sito di franceschetti, giù giù fino ai peggiori tipo wikipedia e il disinformatico

-Franceschetti parlò dei tre giorni di buio già nell'estate scorsa
-Le profezie di Malachia sull'ultimo papa e quelle di Nostradamus sulla fine della cristianità e della distruzione della città dei sette colli è in giro già da un po'
-Santaruina aveva fatto un articolo sulle georgia guidestones e comunque si trova parecchio anche su wikipedia
-che i due candidati alla presidenza Kerry e Bush fossero entrambi Skull&Bones è una verità risaputa, giusto per dire il potere e l'influenza che ha questa società segreta
-E le cose su "obama assassinato a temple mount, per dare inizio alla guerra, e poi si scopre che è sopravvissuto" vengono dal forum di david icke

...se fai il sunto di tutto esce quello!
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Inviato il: 22/3/2013 10:47
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  •  toussaint
      toussaint
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2146
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Questa è da spisciarsi dal ridere:
Sciopero di due giorni al Corriere della Sera

Ma come? Non siete per l'austerity? Per l'efficienza? Che tutto si deve reggere con le sue gambe? Che si possono licenziare tranquillamente le persone e mettere sul lastrico 350.000 esodati "perchè lo vuole l'Europa?"
ah ah ah
godo come un riccio sotto overdose di viagra...
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Inviato il: 22/3/2013 14:41
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  •  ivan
      ivan
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2147
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Da qui link source

Citazione:


SCUOLA
L'autonomia diventa arbitrio
COMMENTO - MARCO BASCETTA

Che i tagli alla scuola e all'educazione non fossero necessità economica ma politica, non una misura di risparmio ma di controllo della mobilità sociale, non principio di razionalità ma ideologia, è ormai un fatto. Cosicché quando di fronte al rovinoso crollo delle iscrizioni universitarie si manifestano allarmi e preoccupazioni, l'ipocrisia dilagante impedisce di rivelare che si tratta di un risultato voluto, di governo in governo e di riforma in riforma.

Una volta ridotto lo spazio e le risorse destinate all'istruzione, una volta dichiaratala capitale del singolo e non patrimonio comune, l'intera discussione si disloca sul terreno dei criteri di selezione e sulla stucchevole retorica della meritocrazia.
Laddove l'ultimo velo della spending review cade lasciando libero il campo alla più spudorata ideologia oligarchica.
Era nell'ordine delle cose che filtri e barriere, esclusioni e respingimenti scendessero progressivamente di grado.
Dai mastodontici concorsi pubblici alle facoltà universitarie e ora dalle facoltà universitarie alle scuole medie con i primi tentativi di istituire il numero chiuso per l'accesso alla scuola superiore in pochi casi che rischiano però pericolosamente di moltiplicarsi.
Il grimaldello che consente di forzare i compiti costituzionali della scuola pubblica e la libertà di scelta dei singoli si chiama autonomia scolastica.
Espressione che sta ad indicare, nella realtà dei fatti, non già la partecipazione della cittadinanza alla gestione della scuola ma l'arbitrio dei dirigenti scolastici e delle burocrazie locali.
Dopo avere assistito alla stagione dei sindaci-sceriffi, quelli che di punto in bianco mettevano fuori legge panini e gelati, rimuovevano le panchine dai parchi per allontanare i senza casa, stabilivano graduatorie razziali e deliranti per l'accesso a sostegni e servizi, o proibivano i castelli di sabbia sulla spiaggia, stiamo entrando nel tempo dei presidi-sceriffi che, una volta stabilito l'"eccesso" di iscrizioni, stabiliranno i criteri e gli strumenti di valutazione secondo i quali scolari tredicenni verranno giudicati meritevoli di accedere alla loro scuola superiore: «Faremo come all'università, prova d'ammissione e numero chiuso» dichiara orgogliosa la preside di un istituto tecnico di Mantova ( ne riferisce ieri un articolo di Corrado Zunino su La Repubblica).
Il fatto che il fenomeno sia ancora sporadico e assolutamente circoscritto non ne sminuisce il significato né il suo collocarsi entro una tendenza e un quadro che si fa sempre più chiaro e circostanziato.
I tagli di stato tracciano i contorni di una scuola elitaria e selettiva, incoraggiano i giovani, e ora anche i giovanissimi, ad abbassare le pretese, scegliere la via dell'umiltà, rendersi "utili" a basso costo, mentre l'"autonomia" dei valvassori e dei valvassini stabilisce il dazio disciplinare e "meritocratico" per accedere ai propri istituti, ciascuno secondo il proprio estro e il proprio arbitrio, tutti invocando uno stato di necessità determinato dall'alto e probabilmente addirittura ben accetto.
I presidi-sceriffi e i loro consigli di istituto non si limiteranno, infatti, a sorvegliare l'ingresso: i test serviranno loro anche come "strumento per la formazione delle classi".
Di che cosa si tratta? Geni con i geni, mediocri con i mediocri? Discriminazioni "scientificamente" fondate? Che sappiamo, in alcuni casi, aver coperto e mascherato perfino pregiudizi razziali.
Fino a quando il motto "non c'è posto per tutti" ( per tutti gli studenti, per tutte le scuole, per tutte le università) continuerà a dominare su ogni ambito come una legge di natura qualsiasi arbitrio si sentirà legittimato e inattaccabile, la costosa e potente casta dei valutatori, dall'Anvur ai signori degli Invalsi, dalle baronie universitarie ai presidi delle superiori non cesserà di crescere e prosperare. Sempre meno istituzione formativa, sempre più organo giudiziario.

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La verità raramente è pura e non è mai semplice
Inviato il: 22/3/2013 20:55
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      ivan
Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2148
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O del fatto che ormai e' provato che siamo in periodo di decadenza:


link Come cambiano le emozioni nei libri del XX secolo

Citazione:


A giudicare dai testi letterari, nel corso degli ultimi cinquant'anni la nostra società sembra sempre meno interessata a comunicare le emozioni, con una sola eccezione: la paura. Questa sorta di "avarizia espressiva" è emersa dall'analisi della frequenza delle parole legate ai sentimenti che compaiono nei libri pubblicati nel secolo scorso, milioni dei quali sono oggi disponibili in forma digitale

Se la letteratura riflette in qualche misura il mondo in cui nasce, negli ultimi cinquant'anni la nostra società è diventata sempre meno capace o sempre meno interessata a esprimere emozioni. Con una vistosa eccezione: la paura. A scoprirlo è stata una approfondita analisi statistica sull'uso delle parole che veicolano stati emozionali, condotta su un'ampissima base di dati relativa ai libri pubblicati nel XX secolo, e illustrata in un articolo pubblicato sulla rivista “PLoS ONE".

Alberto Acerbi, attualmente all'Università di Bristol, e colleghi, hanno sfruttato il database Ngram di Google, che contiene la digitalizzazione di oltre cinque milioni di libri, prendendo in considerazione quelli pubblicati in Gran Bretagna e negli Stati Uniti fra il 1900 e il 2000. In questo sterminato mare di parole, sono andati alla ricerca delle parole che esprimono emozioni basandosi su elenchi di vocaboli – già applicati in precedenti studi – che permettono di classificarle in categorie come rabbia, disgusto, paura, gioia, tristezza e sorpresa.

Il primo risultato è stato l'emergere con grande chiarezza di periodi in cui è molto più frequente l'uso di espressioni che indicano felicità e di altri in cui invece prevale la tristezza, periodi che corrispondono a grandi eventi storici. Così, dopo la felice euforia espressiva degli anni venti del Novecento, si è avuto un picco di manifestazioni di tristezza in coincidenza con la grande depressione e con la seconda guerra mondiale, e un poi ritorno della felicità durante gli anni sessanta del baby boom.

Il secondo dato, più sorprendente, è la diminuzione generale, sempre più netta e progressiva, dell'uso di parole relative a stati d'animo, una diminuzione che non è un riflesso della pubblicazione, per esempio, di un maggior numero di libri tecnico-scientifici perché si manifesta anche quando si considerano solo le opere di narrativa e critica letteraria.

All'interno di questa generale flessione, l'emozione che sembra diventare maggiormente “fuori moda” è il disgusto, mentre l'espressione della paura, dopo essere diminuita anch'essa per gran parte del XX secolo, a partire dagli anni settanta aumenta notevolmente, in controtendenza rispetto al costante declino degli altri stati d'animo.

I ricercatori hanno osservato anche una progressiva diversificazione geografica: oggi, al contrario di quanto accadeva un tempo, gli autori americani esprimono più emozioni di quelli britannici. Questa inversione di ruoli, pur facendo parte di una più generale differenziazione stilistica fra inglese britannico e inglese americano, è iniziata negli anni sessanta per esplodere dagli anni ottanta, in coincidenza – osservano gli autori - con l'aumento di sentimenti narcisisti e “poco sociali” nei testi delle canzoni popolari degli Stati Uniti, rilevato da un'altra recente ricerca.

Questo aumento di espressioni di contenuto emozionale appare però improntato a un intimismo al limite dell'egocentrismo, come evidenzia l'impennata dei pronomi di prima persona singolare (come, “io”, “me”, “mio”), a scapito di parole che indicano interazioni sociali (come “amico”, “parlare”, "noi", “bambino”).




L' aumento di espressioni di contenuto emozionale non e' casuale, e' una conseguenza delle tecniche di marketing: se non vi sono emozioni forti al limite del disdicevole collegate ad un film, ad un fumetto, ad un racconto, ad movimento politico, in sintesi ad una merce, non si riesce ad ottenere l'attenzione del pubblico e quindi a piazzare la merce.

Cosa comporti questo sul lungo periodo lo si inizia già a percepire dalle cronache di ogni giorno.
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
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Su CDC c'è un articolo link ARMI DI DISTRAZIONE DI MASSA

A corredo c'è una foto, questa: link img

Mi auguro, spero che sia solo un fake.

Se non e' un fake di pessimo gusto allora c'è solo da piangere perche' siamo entrati in un brutto incubo se perdavvero ci sono cartelli come questo.

Dice l'articolo "Cambiare l'Italia e gli italiani è diventato l'unico obiettivo (che è fondamentale, ripeto, anche per me!)."

Se il cambiamento e' del genere palesato dall'immagine a corredo, no grazie, non voglio nessun cambiamento di questo genere, per cortesia desistete dal cambiare.
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2152
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ivan

Quale é la terribile offesa che ti é stata fatta?

E' offensivo fare una cena privata?
E' offensivo non volere sconosciuti ad una cena privata?
E' offensivo non volere giornalisti ad una cena privata?

Dove é in quella foto il "cambiamento" che tanto ti turba?
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2153
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E con queste premesse pretendo se non il governo i servizi segreti e la rai .

Siamo a posto .
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Inviato il: 24/3/2013 17:06
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2154
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A parte che non hai chiarito le mie perplessità sul tuo intervento ma tanto ci sono abituato con te... ma tu non hai mai fatto una cena privata?

Comunque da quello che scrivi sembra che prima del 5 stelle andava tutto a meraviglia.

Poi ivan, smettila di fare lo scandalizzato, il "non ci sono parole" "oddio! a detto cacca!" e queste scenette pietose. E' roba per bambini. E poi tanto qui non serve a niente. Non te ne sei accorto che sei l'unico che si scandalizza perché Grillo a detto cacca?
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
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Citazione:
Non te ne sei accorto che sei l'unico che si scandalizza perché Grillo a detto cacca?


Ma Grillo non aveva detto "merda"?
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
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#2157
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invisibile ha scritto:
E' roba per bambini.

Merda é per gli adulti.
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2159
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Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere
#2160
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Alla fine anche questo nuovo fenomeno a cui abbiamo il discutibile piacere di assistere nostro malgrado non e' nulla di nuovo sotto il sole, e' solo il marketing spostato dal mondo dei film e fumetti a quello della politica. E' ormai un fenomeno pluridecennale che si e' rivelato, purtroppo per noi, efficace per chi lo ha usato.

Una disamina del fenomeno:

link source

Citazione:


Su uno sfondo naturale spoglio, simboleggiante l'alba della politica, sta semidistesa la figura giovane e atletica di Beppe Grillo, il quale, privato da indumenti a causa della fallimentare biowashball, si trova su un pendio erboso, quasi sul ciglio di un abisso, egli fa per sollevarsi da terra, tendendo un braccio verso il Casaleggio, che si avvicina in volo entro un nimbo grillino. Casaleggio, con la veste purpurea, è circondato, secondo la tradizione del Movimento, da un gruppo di attivisti, ma al posto degli stereotipati serafini e cherubini, l'Anonimoconiglio rappresentò delle figure reali, impegnate in uno sforzo come per sollevare la grossa intelligenza manipolatrice del Ubiquo e composte in varie attitudi e atteggiamenti trolleschi. Il gruppo grillino è inserito in un grande manto violento, gonfio di rabbia, che abbraccia il Casaleggio e gli attivisti con una curva dinamica, che ricorda una conchiglia (qualcuno ci ha letto la forma di un cervello umano, che sottolineerebbe al concetto di "idea" divina, ma è probabile che l'Anonimoconiglio volesse simboleggiare l'idea di cozza, intessa come sinonimo di cesso, fucina di troll). - fonte Wikipedia.

Se Casaleggio è il creatore, Grillo il figlio che scende verso il basso per metterci la faccia e il Blog lo strumento attraverso cui diffondono il loro messaggio, allora il M5S non è altro che una associazione ecumenica. E non è un caso se la parola ecumenico è stata usata dallo stesso messia Grillo nell'affanno di convertire i fascisti di CasaPound al Movimento: "Questo movimento è ecumenico". L'unica differenza è che al posto di amen, dicono fanculo.

George Carlin, noto satiro statunitense, disse in un suo spettacolo che la scelta della Chiesa Cattolica di avere 10 comandamenti al posto di 7, 9 o 11 era una scelta legata al marketing. 10 è un numero tondo, ispira rispetto. In sostanza, per Carlin la Chiesa fu una delle prime associazioni che fece uso di pratiche di marketing per controllare le persone. Ecumenicamente parlando.

Avevo già accennato nel post scorso che se esiste un partito in Italia che applica tecniche di marketing nuove, quello è il Movimento 5 Stelle, e il risultato di queste elezioni mi ha dato qualche conferma al riguardo. È da circa un mese che ho scritto gli appunti su cui è basato questo articolo.

Premessa: Sfatare i miti


Vi avverto, questo post parte da poche premesse oggettive, ma arriva a conclusioni di tutt'altro genere. Sono convinto che dietro la macchina politica creata da Casaleggio e Grillo non c'è nessuna democrazia dal basso, ma azioni di marketing elettorale mirate. Forse è il caso di de-costruire alcuni miti e analizzare lo strano rapporto comunicativo del M5S, sopratutto in relazione ai Mass Media tradizionali. In breve questi sono i punti chiave, su cui ci dilungheremo più avanti:

Il M5S non è nato spontaneamente dal basso: Esso è un prodotto ben ragionato. Il M5S ha sede in un blog proprietario che appartiene a Beppe Grillo, gestito dalla Casaleggio associati, possiamo addirittura consideralo un luogo-virtuale-azienda, a dimostrazione del fatto che non è istituzionale ma privato il sito è pieno di pubblicità. Inoltre il M5S è "cliente" di piattaforme private e a pagamento come Meetup.

Il M5S non ha vinto grazie al passaparola in rete, ha vinto come qualunque altro partito ancora grazie ai mass media tradizionali che hanno letteralmente rincorso Beppe Grillo, procurandoli estrema visibilità.

Il M5S ha una struttura verticale. A tale conclusione ci si arriva partendo dal loro Statuto: in base al punto numero 3 Grillo detiene il copyright del contrassegno e nome del movimento, lui, e soltanto lui, ha il potere di vietarne l'uso a chi vuole. Quindi non esiste il "uno vale uno" al suo interno, e siccome tale Statuto è stato scritto da Grillo e Casaleggio, entrambi verranno posizionati al vertice.

Il M5S va distinto dal vertice, ma è impossibile distinguere la base. A Giugno dell'anno scorso scrissi che, per quanto sia difficile, bisognerebbe distinguere tra i volontari del Movimento 5 Stelle - di cui non metto in discussione la buona volontà - e Grillo e Casaleggio. Ciò che è impossibile è distinguere la "base", al suo interno c'è di tutto, ed è qui dove si trovano le contraddizioni latenti che la retorica "destra e sinistra sono uguali" potrà coprire fino a un certo punto.

Segnalo che pochi giorni fa, Dino Amenduni ha condiviso delle interessantissime slide in cui spiega il successo del M5S. A mio parere il meglio si trova nei punti 2 e 5, ma non concordo in quel che lui considera il "capolavoro" politico del M5S.

A mio avviso, il "capolavoro" è comunicativo e non politico. Il processo messo in atto dai vertici del M5S prevede una disintermediazione (lo scavalcare tv e media), e tutto ciò rientra nel frame che accomuna i giornalisti con la casta. Ma il vero grimaldello comunicativo di Casaleggio è l'essere riuscito a dettare le condizioni comunicative ai mass media tradizionali imponendo ai propri attivisti – nel modo più autoritario possibile - di non dialogare coi media, e riuscendo allo stesso tempo a convincere gli stessi che tale scelta è una faccenda di democrazia dal basso.

In sostanza, ciò che funge da collante e nasconde le contraddizioni all'interno del movimento non sono le posizioni di destra e sinistra insieme, ma l'utilizzare Beppe Grillo, sia come portavoce e quindi come leader esterno, sia come parafulmine, in modo da eclissare qualunque altra voce all'interno del M5S. Mi spiegherò più avanti .


Personalizzazione in politica

Oggigiorno, per vincere un elezione democratica nei paesi occidentali, vengono applicate tecniche di marketing politico. Anche quando un politico ci sembra spontaneo e autentico è molto probabile che dietro si nasconda un piano comunicativo ben curato. A meno che non si parli di Gasparri, lui è così e non ci può fare niente poverino.

Ai nostri giorni il politico diventa un prodotto da vendere, il cittadino viene visto come un consumatore - cosa già accennata nel post scorso - e il suo voto viene considerato la moneta con cui acquisterà il candidato.

La prima tecnica utilizzata è la costruzione e vendita del candidato politico, anche chiamata «packaging». Per vincere l'elezioni il fattore personale è più efficace. E solo le persone possono essere trasformati in personaggi mediatici.

Cos'è un personaggio mediatico? Colui che ha fama e celebrità, e gode quindi dell'attenzione dei media. Inutile dire che chi è già celebre parte avvantaggiato.
Facciamo qualche esempio:

Ronald Reagan, famoso attore, diventato presidente negli anni 80 negli USA
Berlusconi, imprenditore proprietario di canali di televisione e giornali in grado di garantirgli attenzione mediatica, diventato premier nel 1994 in Italia, con tecniche molto simili a quelle usate da Reagan nel 84.
Beppe Grillo, attore e comico famoso, personalità mediatica che in questa campagna elettorale ha fatto un tour di dimensioni enormi (come quelle che ha fatto Berlusconi nel '94), riempendo piazze grazie al suo carisma.

Perché le democrazie occidentali hanno preso questa piega?
Perché le persone suscitano reazioni emotive. Gli elettori trovano nei candidati il punto di riferimento con cui si fanno un opinione del partito. I soggetti sono meno astratti di programmi, ideologie e simboli, ed è il motivo per cui chi vota il PD ha in mente Bersani, chi vota SEL ha in mente Vendola, chi vota il PDL ha in mente Berlusconi. È la politica che si è adeguata alla logica dei media.

Da tale logica non è esento il M5S, anzi, è il partito che più ne fa uso, e chi lo vota ha sempre in mente Beppe Grillo, un soggetto, una persona che «vende» meglio del logo e il Movimento.


È chiaro che quando arriviamo alla figura del leader del movimento ci troviamo come sostiene Giuliano Santoro - autore di Un Grillo Qualunque -, nel paradosso del paradosso.


In Principio fu il verbo


Siccome Grillo non è un candidato, pur restandone il leader, il potere viene pilotato da un punto esterno al parlamento. Gli attivisti grillini sono subalterni a Grillo o comunque eclissati da lui.

Perché? Perché il potere e lo status di leader in Grillo derivano dalla sua condizione di portavoce. Nel marasma contraddittorio le decisioni aspetteranno a colui che scriverà sul suo blog proprietario il da farsi, mettendo tutti, apparentemente, d'accordo.

Eclissando la base debole e numerosa, il vertice del M5S possiede il controllo della parola, e si sa, in principio fu la parola.

C'è solo un ostacolo a questa situazione, l'articolo 67 della Costituzione. Esso garantisce libertà di vincolo al parlamentare, e quindi gli toglie potere. Ma ciò non sarà un grosso problema finché il vertice M5S riuscirà a rilasciare i suoi dittami oscurando la base.

Grillo continuerà ad eclissare gli altri come ha fatto finora, la sua condizione di portavoce esterno e non candidabile fa sì che l'attenzione si concentri su di lui facendolo diventare un parafulmine di critiche.


Conseguenze del Leader Parafulmine

Ricapitolando, la condizione di Grillo è triplice. Qual è la conseguenza della sua natura di portavoce esterno » leader » parafulmine? A mio avviso questa:

Qualunque attacco a Beppe Grillo risulterà nullo per l'immagine del M5S verso il suo elettorato.

Nel momento in cui Giannino viene accusato di non avere un master e una laurea, la sua credibilità scende a picco pari passo a quella del suo partito "Fare", proprio perché il suo partito era basato su una credibilità derivata dalla competenza in materie economiche e oggigiorno dire "ho un master in economia" per l'opinione pubblica è credibile. In sostanza, l'attacco all'immagine di Giannino segna il destino del suo partito. Succede lo stesso con Grillo? No.

L'elettore che sa che lui non finirà in parlamento non se ne preoccupa. Eppure, In che modo il M5S si è procurato copertura mediatica? Grazie alla fama e al personaggio di Grillo. Grazie alla copertura mediatica ottenuta chi non conosce il M5S ne viene a conoscenza.

Quindi il detto "si parli male o bene purché se ne parli" vale ancora più che nel caso di Berlusconi.

Anzi, è importante che la personalizzazione in politica venga concentrata nell'immagine del Leader esterno: I pregi di Grillo favoriranno l'immagine del movimento, i difetti verranno addossati solo a lui.

Più personali saranno le critiche che riceverà e meno effetto negativo sortiranno verso l'immagine del M5S, sopratutto verso il suo elettorato. Anzi, appellandosi alle critiche personali Grillo potrà fare la parte della vittima sacrificale, colui che ci mette la guancia e rincasa i colpi. Casaleggio perdonali per quello che fanno. Ciò che bisogna sottolineare è che tale dinamica concede alla creatura di Casaleggio una garanzia senza precedenti.

La regola niente TV

Il successo dell'immagine del M5S in Tv e media tradizionali deriva dalla ferrea regola imposta dal vertice Grillo e Casaleggio di non partecipare a trasmissioni televisive o interviste.

Credo che se di "rivoluzione" bisogna parlare, questa non è di tipo politico, ma di tipo comunicativo, e consiste nell'aver costretto i media a seguirli, a rincorrerli letteralmente, facendo in modo di controllare mezzo e forma comunicativa grazie ad internet.
"io non rispondo alle vostre domande - dice Grillo ai giornalisti - io ho il mio blog, scrivo lì"
Nel momento in cui Grillo si rifiuta di andare in televisione, è la Televisione ad andare da lui. Dopotutto i mass media hanno bisogno di procurare informazione ai suoi spettatori. Lo fanno sia per motivi legali - par condicio - sia per motivi di interesse in termini di share.

La posizione verso i media, e in particolare verso la televisione italiana, è molto subdola e ipocrita. Quando i media non parlano del M5S si urla al complotto e si accusa tv è giornalisti di essere servi del sistema, ma se i media concentrano l'attenzione sul M5S vengono ignorati sostenendo che nessuno gliel'ha chiesto, comunicando attraverso i propri mezzi internet e facendosi inseguire costantemente. (Esclusi ovviamente i media stranieri poiché hanno un'influenza e una risonanza minore sull'opinione pubblica italiana, e perché fanno fare bella figura all'estero.)

Il problema è che rincorrendo Beppe Grillo i media si limiteranno a trasmettere solo e soltanto il suo monologo senza contraddittorio.

È un fattore estremamente importante perché così facendo le contraddizioni e le critiche che troviamo in rete a proposito del M5S non verranno riportate quasi per niente dai media. In un paese come l'Italia ciò significa che una grossa fetta di popolazione riceverà soltanto il messaggio che il vertice del M5S vuole che riceva. Ricordiamo in proposito che secondo la ricerca del Istituto Cattaneo il 71% degli elettori di Grillo si informa principalmente in TV.

lo zelo con cui si custodisce questa regola di "non dibattiti televisivi" si vede nella fine che hanno fatto le persone che hanno infranto la regola. Grillo le ha vietato l'uso del contrassegno di sana pianta, ad esempio Favia e Federica Salsi. Il zelo si vede nel codice di comportamento parlamentare, "Evitare la partecipazione ai talk show televisivi".

Come far si che l'imperativo risulti "ragionevole" per gli attivisti? Il vertice del Movimento include giornalisti e stampa all'interno della fantomatica “casta”, dove vengono raggruppati i colpevoli della situazione attuale.

In realtà è imprescindibile, per il vertice aziendale M5S, di non avere altra immagine all'infuori di Grillo. Permettere che un candidato minore vada in Televisione comporta una perdita di controllo e il rischio di mettere in luce le incredibili contraddizioni che ha il M5S stesso.

Il fatto è che così come Berlusconi piombò nel '94 con il suo modo di fare politica "nuovo" per il sistema italiano, e costrinse ai partiti avversari ad adeguarsi al suo format politico-televisivo, ho ragione di credere che allo stesso modo Grillo costringerà agli altri partiti a rapportarsi coi nuovi media in un modo diverso. Ad adeguarsi allo standard imposto da Grillo. Ed è anche uno dei motivo per cui scrissi, più di un anno fa, che Grillo è il "nuovo" Berlusconi.

Il Nuovo che è avanzato

Tuttavia, di "nuovo" in politica, c'è ben poco. Ad iniziare per il discorso post-ideologico di cui già due anni fa avevo accennato le similitudini qualunquiste, simili al pragmatismo del fascismo, ancora più vecchie del discorso di Hitler che va tanto in voga in questi giorni (di cui non si è capito se sia un fake).

Nonostante i contenuti di sinistra, il movimento utilizza modi di destra, come hanno già fatto notare i Wu Ming, il vertice M5S porta avanti dei frame - degli schemi di pensiero - che attribuiscono la colpa delle disuguaglianze a un capro espiatorio, in questo caso: la casta.


È così che il vertice M5S genera la contrapposizione "noi" e "loro", dove "loro" sono il male, i servi del potere, da attaccare con rabbia, da mandare a casa, mentre "noi" siamo il bene che prenderà il loro posto per una nuova era, "il M5S cambierà il mondo" ha detto il messia Grillo alla BBC pochi giorni fa.

Trovo che non ci sia retorica più pericolosa di quella populista in nome di un cambiamento epocale che parte da premesse fascistoidi.

Antidoti?


Non sono bravo a offrire soluzioni. Forse, per combattere la retorica ecumenica della Chiesa a 5 Stelle dovremmo essere molto "pagani". Dovremmo chiederci, di volta in volta, quanto sia efficace criticare il personaggio di Grillo e concentrare le attenzioni su di lui. Dubito che Zeus butti le sue saette verso i parafulmini degli edifici. È molto probabile, invece, che punti alle fondamenta, che trovi qualche contraddizione interna e la metta allo scoperto.

Non possiamo sapere con certezza come farà il vertice del Movimento a controllare la base. Forse la pressione che di solito fanno i media, che tanto il M5S ha attaccato, provocherà l'apertura del vaso di Pandora, e molti potrebbero ricevere la sorpresa di trovare soltanto la speranza, sola e disperata.

E magari a quel punto chi ha votato il M5S si renderà conto di essere stato fregato, si rimprovereranno l'uno l'altro e si scorderanno di averlo votato.


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