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  Civiltà Ebraica

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Re: Civiltà Ebraica
#601
Sono certo di non sapere
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Raid Israele su Gaza, muore bimba 4 anni

Sferrati sei attacchi.

(ANSA) - TEL AVIV/GAZA, 24 DIC - Una bimba di 4 anni e' stata uccisa a Maghazi (Gaza), nel corso di un raid israeliano. E' la seconda vittima palestinese. Secondo fonti di Gaza, l'aviazione di Israele ha condotto sei raid dopo l'uccisione di un civile da parte di un cecchino palestinese. Per il ministro della difesa Moshe Yaalon, Hamas va considerato responsabile dell'attacco.




Cioè ma che cazzo di logica è? Israele attua SEI raid aerei uccide un bambina di 4 anni e la colpa non è la loro?

La vendetta è una brutta bestia! Offusca la ragione.
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Io non parlo come scrivo, io non scrivo come penso, io non penso come dovrei pensare, e così ogni cosa procede nella più profonda oscurità. Kepler
Inviato il: 24/12/2013 16:55
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Re: Civiltà Ebraica
#602
Sono certo di non sapere
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Citazione:
La vendetta è una brutta bestia! Offusca la ragione.


A me pare ci abbiano costruito uno stato su questo...
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Ezra Pound
Inviato il: 24/12/2013 17:31
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Re: Civiltà Ebraica
#603
Sono certo di non sapere
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La vendetta è una brutta bestia! Offusca la ragione.

Magari fosse solo quella, fra le varie spezie si possono notare idiozia e arroganza arrotolate in un salsicciotto che si impasta per imbastire...anche una data, un giorno dedicato all'abominevole vittimismo in salsa biblicamente hollivudiana.
Inviato il: 24/12/2013 19:51
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Re: Civiltà Ebraica
#604
Sono certo di non sapere
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Triste, ma vero...

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Ezra Pound
Inviato il: 25/12/2013 16:42
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Re: Civiltà Ebraica
#605
Sono certo di non sapere
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Minidoc sui trattamenti subiti dai minori palestinesi da parte dei militari israeliani...

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Ezra Pound
Inviato il: 15/2/2014 17:02
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Re: Civiltà Ebraica
#606
Sono certo di non sapere
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Segnalo questo blog che sembra fatto molto bene...

Richard Silverstein...

Citazione:
I’ve been writing Tikun Olam, one of the earliest liberal Jewish blogs, since February, 2003. It focuses on exposing the excesses of the Israeli national security state.
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Ezra Pound
Inviato il: 16/2/2014 19:14
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Re: Civiltà Ebraica
#607
Sono certo di non sapere
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La storia dei Palestinesi in un incontro casuale con un autostoppista

di Amira Hass







Durante il viaggio da Ramallah al checkpoint di Hashmonaim, un uomo rivela la spietata realtà che è routine per la maggior parte [dei Palestinesi].

È ancora buio nella via Al-Rukab a Ramallah. L’unico posto aperto è il piccolo negozio di libri e giornali di Ju’ebeh, e i giornali appena stampati aspettano di essere distribuiti nelle altre edicole della città. Fermo l’auto. L’uomo che ha alzato il braccio in cerca di un passaggio corre verso di me, mi guarda attraverso il finestrino con una certa sorpresa, ma apre la porta e sale in macchina.

Non c'è bisogno che lo dica lui- posso dire che è uno dei fortunati con un permesso di lavoro per entrare in Israele, in viaggio verso il checkpoint di Hashmonaim ( sulla terra che Israele ha rubato al villaggio palestinese di Ni’ilin). Anch’io mi sto dirigendo in quella direzione. Questa settimana la pavimentazione della piazza Arafat e le strade che vi arrivano sono state divelte di nuovo cosicché tutti i taxi che di solito trasportano i lavoratori da lì al checkpoint sono spariti. Così al mattino presto molti lavoratori stanno agli incroci sperando di avere un passaggio con altri mattinieri.

L’uomo lavora nell’edilizia,nella zona di Haifa. Prova a tornare a casa ogni giorno, anche se il permesso gli consente di dormire in Israele. È già nonno di sei nipoti e sta lavorando in Israele dal 1970 quando aveva 13 anni. Mi dice tutto questo mentre il cielo si schiarisce e si riescono a leggere gli slogan contrapposti scritti sul blocco di cemento all’uscita occidentale del villaggio di Dei Ibizi’a verso la “by pass road” tutta illuminata che isola i villaggi palestinesi e forma un lungo continuum in espansione di colonie. Qualcuno ha scritto sul cemento“ Morte agli arabi”. Poi qualcun altro è arrivato e ha sostituito “Ebrei” a “Arabi”. Poi qualcun altro ha scritto qualcos'altro sopra Arabi/Ebrei. Solo la parola "Morte" è ancora leggibile.

Abbiamo parlato di questioni d' attualità: del tempo, dei due ragazzi adolescenti che i soldati dell’IDF hanno ammazzato il giorno della commemorazione della Nakba, se veramente ci fosse stato un tentativo di rapimento a [un esponente di] una moshav. E allora improvvisamente lui dice: “Anch’io ho perso un figlio”. Per un po' sono rimasta senza parole e poi ho cominciato a fargli delle domande- quando, dove, come. È stato nell’autunno del 2002. Il ragazzo aveva 12 anni, era fermo in strada, non lontano da casa. Una raffica da un veicolo militare oppure da una postazione militare ( non ho chiesto dettagli). In seguito, dice, si sono scusati. Hanno ammesso che avevano sparato senza alcun motivo. Il ragazzo non stava mettendo in pericolo la sicurezza dei soldati , per non parlare di quella dello Stato di Israele. Non ho chiesto se aveva avuto un risarcimento. Ho chiesto cosa era successo dopo con il permesso di lavoro, e, come supponevo, siccome suo figlio era stato ucciso, Israele gli aveva anche tolto il permesso di lavoro e il suo mezzo di sostentamento. Dopo 10 anni con l’aiuto di un avvocato, è riuscito ad ottenere di nuovo il permesso, così ora può lavorare - 15 ore al giorno, compresi i viaggi, costruendo case per ebrei.

Al checkpoint mi sono scusata di non poterlo portare oltre. Il padre colpito da quel lutto mi ha ringraziato e ha raggiunto il resto dei lavoratori che stavano camminando verso il posto di controllo. In quanto ebrea israeliana sono passata al checkpoint senza alcun problema. In questo checkpoint (come in altri) i Palestinesi con cittadinanza israeliana subiscono un trattamento speciale che gli porta via del tempo. Sono indirizzati su un lato [del piazzale] e speciali macchinari ad aria sono utilizzati per controllare se i loro veicoli trasportano esplosivi. Vengono anche interrogati e le loro borse sono perquisite.Terroristi fino a prova contraria.

Questa è la routine dei Palestinesi, che non viene filmata o scritta, né trapela da un documento segreto. Una foto di una camera da presa dei servizi o della cinepresa di qualche attivista compare casualmente e mette in crisi il racconto ufficiale dominante che i media leali [al governo] riportano e che l’opinione pubblica israeliana accetta molto volentieri. Qualche volta è un documento interno che viene portato alla luce grazie alla legge sulla libertà di informazione, e riesce a rompere per poche ore il muro auto-assolutorio.

La crepa ci mostra il tutto. La testimonianza di un Palestinese, la storia della sua vita, il lavoro sul campo di giornalisti che è fondato su prove testimoniali e sulla verifica diretta, su milioni di “storie” simili- tutto questo non ha importanza. L’arabo mente fino a prova contraria e quando si è provato il contrario è presentato come un deplorevole e infrequente caso che richiede un’indagine, e viene rapidamente dimenticato. E anche se non viene dimenticato, non è mai percepito come l’anello di una catena di eventi, come parte di un continuum, come un dettaglio di un reale e consolidato schema di comportamento. Vediamo il risultato di questo modello negli abbondanti vigneti e nell’espansione delle colonie, e nei cartelli di avvertimento posti all’ingresso delle zone riservate[ai coloni], quelle parti della Cisgiordania dalle quali noi non siamo riusciti ad espellere i Palestinesi.

(traduzione di carlo tagliacozzo)
Inviato il: 1/6/2014 10:16
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Re: Civiltà Ebraica
#608
Sono certo di non sapere
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A quanto pare la Corte Suprema israeliana ha bandito un romanzo dopo la sua pubblicazione...

Tikun Olam...
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Ezra Pound
Inviato il: 13/6/2014 12:52
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Re: Civiltà Ebraica
#609
Sono certo di non sapere
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lo "specchio" funziona sempre! Io consigliai anche d'indossare la stella di davide gialla, di nazista memoria... anche perchè oltretutto, nessuno può dirsi più ebreo dei palestinesi.


I palestinesi devono essere fermati!

"Ne ho abbastanza di questi palestinesi. Credo che il mondo in generale si sia stufato di loro, in realtà. Si sono spinti troppo oltre nella demonizzazione degli israeliani, e devono essere fermati". Orwell, 1984. Palestina, oggi.







Ne ho abbastanza di questi palestinesi. Credo che il mondo, in generale, si sia stufato di loro. Devono essere fermati. La comunità internazionale deve agire immediatamente prima che sia troppo tardi e Israele venga cancellato dalle mappe, e una seconda tragedia dalle proporzioni storiche si abbatta sulla popolazione ebraica.

Tanto per cominciare, i palestinesi sono arrivati via terra, mare e aria in Israele, e hanno causato la dispersione e la fuga di oltre metà della popolazione israeliana, nel 1948. Provate a immaginare: migliaia di persone divenute profughe, costrette a vivere ancora oggi, dopo 66 anni, in squallidi campi situati spesso solo a poche ore di distanza dalla loro terra natia.

Nonostante i tentativi di combattere per il loro diritto al ritorno alle loro case, i rifugiati israeliani sono stati “irragionevolmente ragionevoli” accettando il proprio destino, e continuano pazientemente ad attendere il giorno in cui potranno tornare a casa, in Israele.

Questa tragedia umana è stata causata dai palestinesi, che continuano ancora oggi ad opprimere i cittadini ebrei di Israele con l’uso della forza e misure economiche che li strangolano, nel tentativo di incoraggiarli ad emigrare altrove, volontariamente.

I palestinesi sono gente violenta. Ogni singolo diplomato palestinese è costretto infatti alla leva obbligatoria: tre anni di servizio per i maschi e due per le femmine. Durante questo periodo, ad ogni cittadino palestinese vengono insegnati metodi di combattimento, e l’uso delle armi.

Molti palestinesi si vantano di come hanno brutalizzato gli ebrei israeliani durante il proprio servizio militare; alcuni hanno addirittura postato foto sui loro profili Facebook di loro insieme agli israeliani bendati che hanno fatto prigionieri.

I palestinesi rendono miserabile la vita degli israeliani. Hanno eretto checkpoint militari intorno e dentro le maggiori città israeliane: Tel Aviv, Haifa, Eilat. I soldati palestinesi fermano qualsiasi macchina israeliana, a volte anche per ore, lasciando le persone in attesa.

Quando un israeliano vuole lasciare Israele, deve necessariamente ottenere il permesso delle autorità palestinesi. E se un israeliano finisce sulle liste nere dei palestinesi, beh la possibilità che esca dal paese diventano nulle.

Immaginate di non avere la possibilità di viaggiare, di lasciare il vostro paese, o di poter uscire, ma non di poter tornare…

Anche quando un israeliano vuole viaggiare da una città all’altra, in Israele, incontra uno dei tanti checkpoint eretti dai palestinesi, che assomigliano alla frontiera tra Stati Uniti e Canada, con una sola differenza: il processo per passare oltre è umiliante, ed è più simile a quello del bestiame spinto dentro una gabbia che non a quello di viaggiatori che devono passare per una stazione.

Israele avrebbe grandi potenzialità per essere un centro economico turistico e commerciale, ma i palestinesi bloccano le sue capacità di sviluppo in ogni modo possibile (…).

Immaginate anche che questi palestinesi si rifiutano di liberare lo spazio aereo sopra Tel Aviv per gli israeliani! E ancora peggio: gli israeliani hanno trovato un vasto giacimento di gas in acque israeliane, nel mare di Tel Aviv, e i palestinesi si rifiutano di firmare il permesso per i palestinesi all’estrazione. E anche i pescatori israeliani sono quotidianamente colpiti quando pescano nel Mediterraneo.

E come se tutto questo non fosse abbastanza, negli ultimi 47 anni i palestinesi hanno lentamente fatto trasferire i propri cittadini nelle colline che circondano le città israeliane. Le colline vengono prima confiscate con la forza, poi Arafat prima e oggi Abbas, manda le forze di sicurezza palestinesi a proteggere la terra confiscata.

Una volta pronta, i palestinesi investono un mucchio di soldi che i donatori gli hanno fatto ricevere non certo per costruire scuole o sistemi di sanità migliori..no! Per costruire case e abitazioni dentro queste enclaves militari intorno alle città israeliane, per poi spingere i cittadini di Ramallah e Hebron a spostarsi a Tel Aviv o in altre città.

Questo non è solo contrario al diritto internazionale, ma sfida addirittura il buon senso. Come possono i palestinesi insistere a dire di volere la pace con gli israeliani quando continuano a rubare sempre più terra spingendo la popolazione a migrare?

Credete che non possa andare peggio di così? Beh, vi sbagliate.

Fino ad oggi i palestinesi hanno rapito oltre 5mila israeliani dalle loro stesse case, di cui 200 sono bambini che hanno meno di 18 anni, e li hanno chiusi dentro le loro carceri. Carceri controllate dai palestinesi e costruite in territorio palestinese, sia in Cisgiordania che a Gaza.

Quando una madre israeliana vuole andare a visitare il figlio detenuto, ad esempio, deve ottenere il permesso dalle forze di sicurezza palestinesi. Centinaia di questi 5mila prigionieri sono stati arrestati senza accusa: i palestinesi chiamano questo sistema “detenzione amministrativa”.

Potreste pensare che il mondo condanni queste pratiche: eppure sono decenni che vanno avanti, e non è mai successo niente. Ecco perché è arrivato il momento che questi palestinesi vengano fermati, una volta e per tutte.

Gli israeliani non possono pensare di vivere così per sempre. Qualcosa deve essere fatto immediatamente per fermare questi palestinesi e renderli responsabili delle atrocità che commettono ogni giorno contro l’umanità. Gli israeliani sono persone pacifiche e amorevoli. Vengono da una religione che resta uno dei pilastri della giustizia sociale. Quello che viene fatto loro va al di là dell’immaginabile.

Ecco perché la società civile israeliana ha fatto appello al mondo perché si disinvesta dalla Palestina.

Gli israeliani di ogni appartenenza politica cercano di raccontare cosa accade, e di convincere altri ebrei a boicottare la Palestina, come fu fatto con successo verso il regime razzista di Apartheid in Sud Africa.

Gli ebrei stanno puntando tutto sul fatto di essere sempre stati dalla parte giusta della storia, così come fece il movimento per i diritti civili in America. Stanno chiedendo al mondo di agire per fermare la Palestina, prima che sia troppo tardi.

E’ arrivato il momento di boicottare la Palestina, disinvestire dalla Palestina, applicare serie sanzioni alla Palestina, finché non sarà rimosso il regime di occupazione militare che sta mettendo in ginocchio gli israeliani.

Ora, per far funzionare questo pezzo semplicemente invertite “Israele/israeliani” con “Palestina/palestinesi”.



*Sam Bahour è un consulente economico palestinese e lavora a Ramallah. Ha scritto questo post ispirandosi al romanzo di Orwell "1984". Questo è il suo blog. La traduzione in italiano è a cura di Cecilia Dalla Negra.





25 Giugno 2014
di:
Sam Bahour*
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Inviato il: 10/7/2014 5:22
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Re: Civiltà Ebraica
#610
Sono certo di non sapere
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Inviato il: 14/7/2014 18:50
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Re: Civiltà Ebraica
#611
Sono certo di non sapere
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Vattimo

Appena dici la verità ti sbranano.
Inviato il: 17/7/2014 13:01
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Re: Civiltà Ebraica
#612
Sono certo di non sapere
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Le richieste dei TERRORISTI!!!!


lunedì 21 luglio 2014




Le richieste di Hamas (da un articolo di Gideon Levy)




…- il ritiro delle Forze di Difesa Israeliane per permettere agli agricoltori di lavorare la loro terra fino alla recinzione;

- la liberazione di tutti i prigionieri liberati nello scambio con Gilad Shalit che sono stato nuovamente arrestati.

- la fine dell'assedio e l'apertura dei valichi

- l' apertura di un porto e di un aeroporto in gestito dalle Nazioni Unite

- l'espansione della zona di pesca

- la supervisione internazionale del valico di Rafah;

-un impegno israeliano per 10 anni di cessate il fuoco e la chiusura dello spazio aereo di Gaza per gli aerei israeliani;

-il permesso per i residenti di Gaza di visitare Gerusalemme e pregare alla moschea di Al-Aqsa -un impegno israeliano a non interferire nella politica interna palestinese, come il governo di unità nazionale,

- aprire una zona industriale di Gaza…

da qui
Inviato il: 23/7/2014 3:02
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Re: Civiltà Ebraica
#613
Sono certo di non sapere
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Nuovo record dei giornalisti del "corriere della sera": scompare dalla prima pagina online il genocidio dei palestinesi.
La cosiddetta informazione sull'argomento, è trasferita nella pagina interna "esteri" ma è impossibile postare commenti.
Come volevasi dimostrare: il miglior alleato dei nazisti è la comunicazione.
Inviato il: 23/7/2014 8:18
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Re: Civiltà Ebraica
#614
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Non si vede il link...
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Ezra Pound
Inviato il: 23/7/2014 19:49
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Re: Civiltà Ebraica
#615
Sono certo di non sapere
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cecchini israeliano sparano su civile palestinese e lo deridono

Un trafiletto molto lontano dalla prima pagina su "il fatto quotidiano", niente sul corriere.

Provate a immaginare se fosse accaduto il contrario...
Inviato il: 14/8/2014 16:26
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Re: Civiltà Ebraica
#616
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Ieri su repubblica online le notizie su gaza erano al 25mo posto, poi si arrabbiano se gli dici che sonoun giornale sionista, anzi direi che haaretz e' meglio...
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"Siam del popolo le invitte schiere c'hanno sul bavero le fiamme nere ci muove un impeto che è sacro e forte morte alla morte morte al dolor. Non vogliamo più assassini non vogliamo più briganti come un dì gridiamo: avanti!" Arditi del Popolo 1921
Inviato il: 17/8/2014 13:52
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Re: Civiltà Ebraica
#617
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Inviato il: 30/8/2014 18:59
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Re: Civiltà Ebraica
#618
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Articolo (penso vecchio) su CDC:

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=10717

Interessanti i commenti.
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Inviato il: 10/11/2014 22:22
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Re: Civiltà Ebraica
#619
Mi sento vacillare
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Da L'Ape Raria
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tratto dal forum consulenzaebraica.forumfree.it
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un tale heim così scrive:

Per come la vedo la questione “Palestina” va inquadrata così:

1 – I Palestinesi sono considerati dei paria da tutte le altre nazioni arabe. Nessuno ha accettato di riceverli e offrirgli una sistemazione. E’ ancora il concetto “la mia tribù è meglio della tua”. Il massimo che riescono a fare è dargli dei soldi che finiscono in terrorismo. Non esiste un orgoglio nazionalista arabo. Non sanno neanche cosa possa essere.

2 – Hamas è il braccio armato di un sentire ostile verso Israele, e più questo va avanti e prospera, più questo sentire si incancrenisce. Può sembrare puerile ma il sub-strato è l’invidia, il livore di vedere un paese che si dà da fare mentre loro sono dei buoni a nulla.

3 – Hamas, finchè “combatte” ha motivo di esistere, se arriva ad una pace, sparisce. E nessun politico al mondo si taglia i gioielli da solo, politicamente parlando. Inoltre riceve danaro da mezzo mondo questuando sulla pelle dei poveracci palestinesi ammazzati.

4 – Qui si parla di guerra. In guerra non si fa filosofia, o si vince o si perde. Chi vince detta le nuove regole alla politica.

5 – Israele non può fare la pace tout court con “lo stato palestinese” perchè è assurdo solo pensare che un paese possa avere relazioni con un altro che ha, nella propria carta costituzionale, un articolo che parla della distruzione di Israele. Hashem non c’entra per niente, non mischiamo D-o in questo lurido mercato.

6 – Impossibile uno stato federale Israele – Palestina. Non è la svizzera. I Palestinesi pretenderebbero di vivere a scrocchio, pronti a ricominciare appena qualcosa non gli garba, sarebbe come dire di accogliere nella propria casa l’amante della moglie per quieto vivere.

7 – I Palestinesi devono ricevere un pezzo di terra dove stare, gli altri paesi arabi se ne devono fare una ragione. L’arabia Saudita, per esempio, è enorme come kmq, così come l’Egitto. Insomma si cercassero un posto dove stare e la finiscano di minacciare il mondo sulla pelle degli Israeliani.

8 – Magnanimità ? Umanità ? Stiamo parlando di uno stato in guerra che, se non sbaglio, non gode della “simpatia” della intellighentia del resto del mondo, “intellighentia” con il culo pesante che pontifica fra una tartina e uno champagnino, a New York, a Londra, a Parigi....e vorrei vedere se qualcuno di loro salta per aria se non mostrano il loro vero volto.

La “forza” dei palestinesi deriva dalla nostra vigliaccheria , dal nostro egoismo di volere preservare il nostro orticello senza scosse. La vita è una battaglia, prima ce ne convinciamo e meglio è.

Shalom, se è possibile.
_________________
Con alleati come Obama, non hai bisogno di nemici.
Inviato il: 10/11/2014 23:02
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Re: Civiltà Ebraica
#620
Sono certo di non sapere
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Puttana merda da accapponare la pelle!
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Re: Civiltà Ebraica
#621
Dubito ormai di tutto
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...il problema è il titolo..non esiste nessuna civiltà ebraica È UNA TRUFFA...gli ebrei son litigiosi e diffidenti...di madre? Sefardita? Sionista? Che TOPIC di merda!

Slobbando
Inviato il: 10/11/2014 23:37
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Re: Civiltà Ebraica
#622
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faccio mio un post di incredulo:



In alcuni paesi (Austria, Belgio, Germania) è reato la negazione del genocidio del popolo ebreo, mentre in altri (Israele, Portogallo, Francia e Spagna) viene punita la negazione di qualsiasi genocidio. Norme antinegazioniste sono state introdotte anche nella legislazione di Australia, Nuova Zelanda, Svezia, Lituania, Polonia Repubblica Ceca, Slovacchia, e Romania.
In genere è prevista come pena la reclusione, che in alcuni paesi può arrivare fino a dieci anni. Nel 2007 le Nazioni Unite hanno approvato una risoluzione statunitense che "condanna senza riserve qualsiasi diniego dell'Olocausto e sollecita tutti i membri a respingerlo, che sia parziale o totale, e a respingere iniziative in senso contrario".
Anche l'Ungheria, il Liechtenstein, il Lussemburgo e la Svizzera puniscono il negazionismo, così come i Paesi Bassi lo includono nella categoria dei "crimini d'odio" mentre altri paesi legiferano su altre forme di negazionismo, l'Ucraina, ad esempio, punisce il negazionismo dei crimini sovietici quale l'Holodomor.
Alcuni negazionisti propugnano l'idea per la quale esista un complotto per il quale gli storici siano succubi del "credo olocaustico", difeso in molti paesi con la forza della legge, eterodiretta dai poteri forti.




e di AL2012

Nemmeno i martiri di Charlie Hebdo sono stati immuni - in vita - dall'impatto con le regole.
Licenziarono in tronco una loro vecchia firma, il caricaturista Siné, per via di una sua blanda vignetta che alludeva a una conversione all'ebraismo per convenienza da parte del figlio di Sarkozy: violava il codice deontologico della rivista sul razzismo.
Raffigurare invece profeti e divinità a culo nudo o mentre subivano trattamenti sessuali estremi, per tutti gli altri casi, non era razzismo.
La libertà sceglieva dunque le sue strade nello Scontro di Civiltà. E in certi casi si costringeva a regole e ragionamenti di opportunità.

Tratto da un ottimo articolo di Pino Cabras

#CharlieHebdo - È l'Impero del Caos che bussa, non l'Islam
Inviato il: 10/1/2015 9:16
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Re: Civiltà Ebraica
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Inviato il: 15/5/2015 14:46
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Re: Civiltà Ebraica
#624
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I bambini palestinesi stanno tutti bene, sopratutto se la balia sono i soldati di sion. Garantisce l'ONU.
http://reteitalianaism.it/public_html/index.php/2015/06/09/lonu-disdegna-i-bambini-palestinesi/

Grazie a Peonia per la segnalazione
Inviato il: 15/6/2015 12:33
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Re: Civiltà Ebraica
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ERRORE!!!!!


Israele, esercito uccise 4 bambini sulla spiaggia di Gaza. Inchiesta: ‘Fu un errore’

Ismail, Mohammed, Zakaria, Ahed, tutti tra i 10 e gli 11 anni, morirono il 16 luglio 2014 nel bombardamento di un container davanti agli hotel dove era alloggiata la stampa internazionale. Le tv di tutto il mondo avevano ripreso i loro corpi mentre venivano caricati sulle ambulanze. Secondo gli investigatori dell’Israel Defence Force, si trattò di un errore di identità: i militari li scambiarono per miliziani di Hamas. Nessun colpevole, nessun processo, solo delle morti “tragiche”
di Cosimo Caridi | 16 giugno 2015

“Le figure che correvano sulla spiaggia non erano state identificate come bambini” che giocavano a pallone, ma erano state scambiate per miliziani armati di Hamas. Con queste parole gli investigatori dell’esercito israeliano, dopo mesi di indagini, hanno archiviato la morte dei quattro cugini Bakr. Nessun colpevole, nessun processo, solo delle morti “tragiche” ha detto il colonello Peter Lerner, portavoce dell’Idf (Israel Defence Force).


Il 16 luglio 2014, dopo una settimana dall’inizio dei bombardamenti di Margine Protettivo, l’operazione militare israeliana su Gaza, si contavano già oltre 200 morti palestinesi. Nel pomeriggio i quattro ragazzini, tre fratelli e un cugino, si trovavano sulla spiaggia davanti agli hotel dove era alloggiata tutta la stampa internazionale. La prima esplosione ha colpito un container, uno dei bambini muore sul colpo, gli altri tre corrono verso le terrazze degli alberghi. L’aviazione lancia un secondo razzo. Ismail, Mohammed, Zakaria, Ahed, tutti tra i 10 e gli 11 anni, muoiono prima che arrivino i soccorsi. Le televisioni di tutto il mondo avevano ripreso i loro corpi mentre venivano caricati sulle ambulanze. Pochi giorni dopo la strage avvenuta sulla spiaggia anche la casa della famiglia Bakr, che si trova a pochi passi dal porto, viene bombardata dall’aviazione. A settembre, dopo forti pressioni internazionali, l’esercito israeliano apre un fascicolo sulla morte dei quattro bambini.


Secondo la ricostruzione degli investigatori dell’Idf il container vicino al quale si trovavano i cugini Bakr era “in un’area utilizzata esclusivamente dai miliziani”. Dopo aver identificato i bambini come militanti di Hamas è stata presa “la decisione di colpire il container, sono state chieste le autorizzazioni ed è stato fatto un controllo per garantire che non ci fossero civili nell’area”. Chiuse le indagini la polizia militare ha archiviato per “un errore d’identità”, non perseguibile penalmente.


La procura militare israeliana ha annunciato di aver aperto altre tre inchieste per altrettanti incidenti avvenuti nella Striscia di Gaza la scorsa estate durante Margine Protettivo. Due di queste indagini sono nate dalle dichiarazioni rese da alcuni soldati a Breaking the Silence, associazione di ex militari che denunciano i soprusi dell’esercito nei confronti dei civili palestinesi. In entrambi i casi presi in considerazione dalla corte militare israeliana un ufficiale avrebbe ordinato di sparare su obbietti casuali “per uccidere il più possibile”. Il comando sarebbe stato dato per ricordare dei commilitoni morti dei quali si stava celebrando il funerale. La terza indagine si occupa invece del bombardamento di una caffetteria a Khan Younis, seconda città della Striscia, nella quale stavano trasmettendo una partita della Coppa del Mondo. Nove persone persero la vita in quell’offensiva e secondo il magistrato “è ragionevole pensare che l’attacco sia stato portato avanti senza l’osservanza delle regole d’ingaggio dell’Idf”.


Da gennaio anche la Corte penale Internazionale sta conducendo un’inchiesta per accertare se a Gaza sono stati commessi crimini di guerra. In questo caso sul banco degli imputati ci saranno anche Hamas e altri gruppi palestinesi, responsabili del lancio di razzi sulle città israeliane. Nei bombardamenti di Margine Protettivo sono morti quasi 2200 palestinesi, 1400 erano civili, di cui 500 bambini. Le vittime israeliane del conflitto sono state 72, di questi 66 erano soldati.


@cosimocaridi
Inviato il: 17/6/2015 1:37
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Re: Civiltà Ebraica
#626
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A qualcuno Bergoglio non piace.
Io giudico dai risultati: Chi altri oltre al vaticano, riconosce lo stato palestinese?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/26/vaticano-riconosce-lo-stato-palestinese-firmato-laccordo-israele-delusione/1817727/
Inviato il: 27/6/2015 9:24
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