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  Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.

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  •  Manfred
      Manfred
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#91
Dubito ormai di tutto
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Da Osnabrück
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La maggiore responsabilità del fenomeno sta nel sistema di informazione e nell'esaltazione della perversione operata dai media. Perversione= seguire la versione il sentito dire, forse non è corretto ma io non seguo l'etimologia ufficiale. Un tempo esistevano a ragione i fatti inenarrabili ed i racconti che venivano fatti erano privi di descrizioni minuziose dei particolari più cruenti e morbosi.
Esempio: proviamo a paragonare la descrizione dello stupro fatta da Hemingway in "Per chi suona la campana" con le argomentazioni della dottoressa Susan Block, esperta in educazione sessuale sulla vittoria dello stupratore, postata da Calvero in una altra discussione.
<<La vittoria suprema di uno stupratore è la prova che la vittima ha "goduto". Nonostante egli irrompa in casa sua, distrugga, ammazzi magari i suoi cari, depredi i suoi beni; nonostante lui la umili e la terrorizzi, la picchi e la maltratti, le spezzi le ossa e le laceri la carne, versi il suo sangue, ferisca i suoi organi e la devasti sin nel profondo, se, durante lo STUPRO, tra le lacrime e il dolore, la sua vittima dovesse anche solo per un attimo e per una qualche ragione, sorridere o avvicinare un orgasmo, ecco che lo stupratore sarebbe REDENTO; persino eroico (nella sua mente)..>>
Penso per assurdo ma non troppo che anche senza conoscere il passo del romanzo di Hemingway
lo stile dell'esperta si possa ugualmente paragonare...

ciao
_________________
Manfred
Inviato il: 25/2/2010 0:57
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  •  Spiderman
      Spiderman
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#92
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

florizel ha scritto:
Spiderman, è venuto un colpo anche a me....




... ti facevo temprata alle brutture della "vita". A quelle però non ci si abitua mai, vero?
_________________
"Ogni giorno racconto la favola mia, la racconto ogni giorno chiunque tu sia, e mi vesto di sogno per darti se vuoi, l'illusione di un bimbo che gioca agli eroi. (Renato Zero)
Inviato il: 25/2/2010 8:12
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  •  Makk
      Makk
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#93
Mi sento vacillare
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Sinceramente sono un po' stupito che si parli di femminismo, malattia mentale e animalismo.

Fin dal primo post ho immaginato che non ci fosse niente del genere e mi sembrava che Calvero avesse anche lui dedotto questo, ma poi non ha dato seguito.

E' feticismo.

Un tizio con problemi sessuali che si fa calpestare da una "domina" in tacchi a spillo. Uno dei più banali fra i feticci. Paga per farsi fare quello e sogna l'apoteosi della sottomissione: morire di tacco a spillo.
Non può farsi uccidere davvero perché poi il gioco finisce, e allora fa quello che fanno i pornofili, che invece di scoparsi una gnoccolona da paura (a pagamento, costoso) guardano qualcuno scopare la gnoccolona e pagano (molto meno) per assistere.

Il feticista, se potesse, pagherebbe per masturbarsi davanti al filmato dello schiavo consenziente ucciso dai tacchi a spillo di una cattivona in latex, ma lo snuff film non verrebbe bene (se lo schiavo non è consenziente gli và a puttane la fantasia), e poi cazzo, gli snuff sono pericolissisimi e costosi.
E allora tira al risparmio e "si accontenta" della morte di un animale. Paga le tipe, che infatti sono vestite in tailleur e calze velate, prototipo della donna-manager-maledetta-troia-che-da-ordini-a-noi-maschi*-come-si-permette-chissà-quant'è-cattiva
Poi fa il filmatino e lo pubblica per vantarsi (come fanno i pescatori) con gli altri feticisti: io sono più estremo di tè ciccacicca.
Oppure lo commissiona e a tenere la telecamera c'è il pappone delle due escort (mo' si dice così).

[* come facciano questi a considerarsi "maschi", nel senso di machos non l'ho mai capito]


Niente contraddizione del principio "donna che dà la vita". Il denaro corrompe le donne, esattamente come gli uomini (al limite le femmine arrivano al nocciolo in fretta e se la raccontano di meno).
Niente "hai visto che le donne sono più violente". Sono attrici, recitano quello che tu (in questo caso "tu maschio") paghi.
Niente malattia mentale. Sono sane come pesci. No: sono sane come un piazzista della Novartis o un progettista di mine anti-uomo ValSella. Sanissime per i parametri moderni.
Niente "stupida moda", bullismo e balle: professionismo casomai.
Niente anti-animalismo: il cagnetto è nel luogo e tempo sbagliato, niente di personale cucciolo, è solo biznis.

Così come il secondo link di Spidey: quella tipa uccide tenerissimi cuccioli e posta le immagini nel suo blog. Perché le piace fare quelle cose????
Ma no!
E' solo PublicRelation a beneficio dei maniaci che cercano quelle immagini:
"ciao sono May Lin e ho il pelo sullo stomaco di recitare davanti a una camera qualsiasi tua fantasia su ordinazione. Scrivimi che ci accordiamo sul prezzo. Anche in FullHD, così ti masturbi a grandezza naturale sul tuo plasma da 50 pollici"

E' comune pornografia. May Lin è un'imprenditrice di se stessa che risponde ai bisogni dei consumatori. domanda-offerta
[edit: infatti è un po' stupita. Ma come! A chiudermi il blog è stata la Microsoft, i liberisti, non gli sporchi comunisti che governano il mio paese. Vergogna!]


La violenza...

... Quella che segue è personalissima opinione "di pancia":
Dove c'è il denaro c'è la violenza.

O ti fa schifo il denaro (anche se lo guadagni ti deve fare schifo) o non c'è limite a quello che faresti per procurartelo.
La questione è solo il quando il tuo spacciatore di denaro (una volta si diceva "padrone") deciderà di chiederti quel qualcosa in più.
E il quanto sarai distante dal denaro determinerà come reagirai quando lo farà. Saprai sfanculare tutto o compirai la missione?
Inviato il: 26/2/2010 13:19
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  •  florizel
      florizel
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#94
Sono certo di non sapere
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Makk
Citazione:
... Quella che segue è personalissima opinione "di pancia": Dove c'è il denaro c'è la violenza.


E dove c'è denaro facile, il fatto di creare sofferenza passa in secondissimo piano: è a questo che mi riferisco quando parlo di "malattia mentale".

Non nel senso accademico-medico del termine, evidentemente. Ma mi rifiuto di ipotizzare che bypassare le conseguenze di un gesto, la morte provocata a chicchessia per soldi, sia la "normalità".

Il femminismo, seppure sia forse il termine sbagliato, parlerei di genere femminile, c'entra; eccome. Come giustamente affermava Calvero, se anche chi è stato preposto, da che la storia dell'umanità esiste, alla salvaguardia dell'altro si è fatto trascinare in tale vortice, allora vuol dire che qualcosa ha preso il sopravvento, insinuandosi fin anche nelle pieghe più profonde di un'instintualità anche biologicamente strutturale.

Non a caso affermavo che un certo tipo di violenza si è resa più palese e disinibitamente espressa di pari passo con l'integrazione delle donne nel mondo culturale, politico e sociale.

L'elemento "discordante" femminile (dare la vita è in contraddizione con il toglierla gratuitamente) che cozzava contro la logica mortifera del consumo di tutto, e a tutti i costi, è stato assorbito ed elevato ad "emancipazione".

Sul fatto che sia feticismo, concordo.
Ma non credo che anch'esso possa essere estromesso dalla categoria "malattia mentale".

Per definire ciò che può essere definito malattia, bisogna compararlo a ciò che si ritiene sia la "normalità". Ebbene, è nel ricorso alla violenza in cambio di "piacere" che a mio avviso risiede la malattia.

Spiderman

Citazione:
ti facevo temprata alle brutture della "vita". A quelle però non ci si abitua mai, vero?

Posso dirti che, purtroppo, ancora a troppo pochi è chiaro che abituarsi a qualcosa implica a volte anche riprodurlo.

Abbiamo "gloriosi" esempi di questo, ahinoi.

E diciamo pure che capire questo significa capire i meccanismi stessi su cui si fonda l'omologazione sociale.
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 26/2/2010 13:59
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  •  Spiderman
      Spiderman
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#95
Dubito ormai di tutto
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Citazione:




Posso dirti che, purtroppo, ancora a troppo pochi è chiaro che abituarsi a qualcosa implica a volte anche riprodurlo.

Abbiamo "gloriosi" esempi di questo, ahinoi.

E diciamo pure che capire questo significa capire i meccanismi stessi su cui si fonda l'omologazione sociale.



E' un meccanismo complesso, di non facile interpretazione e soluzione.
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Inviato il: 26/2/2010 18:31
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#96
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Comunque non sarebbe male prendere quelle due tizie e chiuderle per una mezz'oretta nel SUO recinto. Ci sarebbe proprio da ridere.. altro che tacchi a spillo: manco gli stivali chiodati potrebbero esser loro utili.

Cavolo.. sarebbe proprio da fare.
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«Goku è Verità. Io sono la Via, la Verità e la Vita. E risorgo quando mi pare.»
Inviato il: 26/2/2010 19:03
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  •  Makk
      Makk
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#97
Mi sento vacillare
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Citazione:

florizel ha scritto:
Makk
Citazione:
Dove c'è il denaro c'è la violenza.

E dove c'è denaro facile, il fatto di creare sofferenza passa in secondissimo piano: è a questo che mi riferisco quando parlo di "malattia mentale".

Rigetto la precisazione pur comprendendo lo sdegno che te la fa esprimere.
Per vari motivi:

Uno, non esiste il denaro facile o più facile.
IMHO esiste qualcosa di molto più radicale: 8 ore per lavorare, 8 per dormire e 8 che sono *mie*, intoccabili (ricorda qualcosa, immagino).
Le 8 ore in cui non dormo o lavoro sono per studiare, donare quel che posso a chi mi sta intorno, coltivare solidarietà, tolleranza, cultura, bellezza. In parole povere migliorare, per quel poco mi è possibile, il mondo.
Il porre il limite delle 8 ore non è solo per limitare lo sfruttamento, ha il significato di controbilanciare le 8 ore che sono costretto a dedicare all'egoismo forzato della sopravvivenza, con le 8 ore che posso scegliere di dedicare al progresso mio e dell'umanità.
Un compartimento stagno fra le due modalità (lavorare e progredire). Se accetti il compromesso col denaro non sai dove ti fermi.

Due, c'è da decidere se la logica del profitto sia anormale.
Citazione:
mi rifiuto di ipotizzare che [cut] la morte provocata a chicchessia per soldi, sia la "normalità".

Ti rifiuti? Però, chi lo dice che non lo è? Normale deriva da "norma". Vuol dire "conforme al progetto", "che rispetta le specifiche". Se (ad es.) privatizzare l'acqua a gente che ha a malapena di che sfamarsi significa "fare affari" allora le tipe di questa orrenda new sono "conformi".
Se no si deve mettere in discussione il sistema, perché di quel sistema loro sono semplice prodotto. E' malato il sistema. Le due tizie sono troppo dirette, ma forse questo è un pregio. Sono fin troppo coerenti: giù la maschera, è *questo* che siamo. Se accettiamo certe logiche.


Citazione:
L'elemento "discordante" femminile (dare la vita è in contraddizione con il toglierla gratuitamente) che cozzava contro la logica mortifera del consumo di tutto, e a tutti i costi, è stato assorbito ed elevato ad "emancipazione"

Sì. Soprattutto è cambiato il ruolo della donna. Da collante della struttura familiare contadina o industriale, a salariato di una "società di servizi" che ricatta gli altri impiegati accettando tutto in cambio dell'emancipazione fra virgolette: precarietà, bassi compensi, rinuncia a diritti.
Questo tipo di figura femminile è inoltre inutile come "fattrice", quindi anche la funzione di dare la vita diventa disvalore.
Sempre di soldi stiamo parlando.


Citazione:
Sul fatto che sia feticismo, concordo.
Ma non credo che anch'esso possa essere estromesso dalla categoria "malattia mentale".

Il feticismo, come la pornografia, la prostituzione e altre manifestazioni collegate alla sessualità, sono sempre esistiti, ma finché non è cominciata l'ottimizzazione estrema del guadagno correlato, non avevano espresso gli attuali livelli di esasperazione nell'ossessione. Secondo me la violenza è un portato dell'ossessività, non della devianza o della sessualità.
E l'ossessività è la stessa del martellamento di spot pubblicitari. Marketing. Che serve per fare quattrini.

Citazione:
Per definire ciò che può essere definito malattia, bisogna compararlo a ciò che si ritiene sia la "normalità". Ebbene, è nel ricorso alla violenza in cambio di "piacere" che a mio avviso risiede la malattia.

Se "norma" vuol dire aderente al progetto, normale è ciò che corrisponde a ciò che ci si aspetta da quella particolare "macchina".
A tal proposito, non sento fondamentalmente sano chi dà violenza freddamente, senza piacere, e malato quello che ne trae piacere. Credo che sia la violenza tout court (senza specifiche emozionali) qualcosa su cui lavorare per quanto riguarda la "macchina uomo".

En passant troverei più chiaro "salubrità" o "salute" come contrario di "malattia" e anormalità (o devianza) come coppia di "normalità". Sottilizzazione.
Inviato il: 27/2/2010 2:47
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  •  florizel
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#98
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Makk
Citazione:
Uno, non esiste il denaro facile o più facile. IMHO esiste qualcosa di molto più radicale: 8 ore per lavorare, 8 per dormire e 8 che sono *mie*, intoccabili


Makk, ammesso e concesso che le tipe in questione ricevano compensi per quei video, ma più in generale mi riferisco al giro di soldi intorno a tali "devianze", sono quelli i soldi facili.
Non solo perchè in un quarto d'ora magari qualcuno ci guadagna ciò che una colf guadagna in una settimana o un mese, ma anche perchè quel compenso viene raggiunto immediatamente.

Quindi concordo con te in questo passaggio:

"Il feticismo, come la pornografia, la prostituzione e altre manifestazioni collegate alla sessualità, sono sempre esistiti, ma finché non è cominciata l'ottimizzazione estrema del guadagno correlato, non avevano espresso gli attuali livelli di esasperazione nell'ossessione. Secondo me la violenza è un portato dell'ossessività, non della devianza o della sessualità. E l'ossessività è la stessa del martellamento di spot pubblicitari. Marketing. Che serve per fare quattrini."

Sul fatto che la "normalità" corrisponda oggi ad un sistema malato, mi pareva di averlo accennato nei post precedenti, quado scrivevo che la malattia sta nell'aver reso "normali" certe pratiche.

Scusa la stringatezza, ma mi interessava trovare punti in comune, piuttosto che divergenze.
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Inviato il: 27/2/2010 13:04
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  •  Makk
      Makk
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#99
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Citazione:

florizel ha scritto:
mi riferisco al giro di soldi intorno a tali "devianze", sono quelli i soldi facili.

era evidente che pensavi quello.
come era evidente cosa intendi con
Citazione:
la malattia sta nell'aver reso "normali" certe pratiche


L'obiezione mia non è che sono contrario alla critica alla società moderna.
E' che trovavo non soddisfacente (= si potrebbe esplorare di più) l'analisi che punta alla de-personalizzazione delle due protagoniste, sia nel senso che sono non-persone in quanto "altro da me" (il mostro) sia nel senso che lo sono in quanto prive di autonomia volitiva (malate: non mostri veri ma esseri incapaci di intendere).
Anche il filo logico "quello è malato ma siccome il sistema è malato allora il malato esprime normalità" lo ponevo come dubbio, non come risultato certo del ragionamento. E' per questo che mi distanziavo da te, non tanto per il gusto di dimostrarmi in disaccordo a qualsiasi costo.

In generale, e quindi non solo nei confronti dei tuoi interventi, l'emotività ci sta tutta (come si fa a rimanere intoccati da quelle immagini?), ma anche esecrare è un po' rimuovere, il rischio è di concentrare la razionalizzazione sulla mia voglia di condanna invece che sul quadro complessivo.
Il fatto stesso che ti chiedi se lo fanno per divertimento o per compenso (farebbe un mondo di differenza) non è forse un distogliere lo sguardo dall'abisso, un non volerne sapere più di X...!?


Insomma: io ritengo che l'abisso che questo episodio ci apre davanti potrebbe essere qualcosa di già esplorato... quando dico che quelle due sono normali quanto un informatore medico di BigPharma o come un dipendente di una fabbrica di armi, (o come un celerino della Diaz) tu pensi...?

Citazione:
Scusa la stringatezza, ma mi interessava trovare punti in comune, piuttosto che divergenze.

OK. Diciamo che è probabile che ci siano parecchi punti in comune.
Fine della discussione?
Se per te sta bene così, non insisto più e alla prossima
Inviato il: 28/2/2010 3:00
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#100
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Lo pubblico anche qua (per non aprire altri thread) oltre che in homepage:

Citazione:
Ciao a tutti,

vi informiamo che SABATO 27 marzo ci sarà una mobilitazione a livello nazionale per la RACCOLTA DI FIRME PER CHIEDERE L'ABOLIZIONE DELLA CACCIA. Questo sara' il primo di diversi appuntamenti che vogliamo organizzare per portare avanti questa grande meta, che speriamo, coinvolga via via sempre piu' associazioni e volontari. E' risaputo che la maggioranza degli italiani è contraria a questa pratica brutale e anacronistica. Non è più possibile permettere che alcune migliaia di persone decidano la sorte degli animali selvatici. La caccia ha già provocato irreparabili danni all'interno delle specie animali, ma anche a tutto l'ecosistema; è indispensabile far sentire la nostra voce e dimostrare che siamo in tanti affinchè i politici finalmente smettano di sostenere questa lobby.

Ci saranno tavoli per la raccolta firme nelle seguenti città:

TRENTO in Via Ossmazzurana dalle 10.00 alle 18.00
VERONA in Piazza BRA ( lungo marciapiede Liston lato via Roma) dalle 10.00 alle 18.00
MILANO in Piazza Cordusio dalle 9.00 alle 19.00
VARESE in Corso Matteotti dalle 9.00 alle 18.00 TORINO Via Roma, 9 (angolo piazza Castello) dalle 10.00 alle 19.00
FIRENZE in Piazza Stazione (lato Bata) dalle 09 alle 19.00
ROMA Largo Goldoni (via del Corso) dalle 10.00 alle 20.00
CHIETI Corso Marruccino (altezza piazza Gian Battista Vico) dalle 9.00 alle 21.00

Invitiamo tutti coloro che desiderano aderire e/o aiutarci concretamente ai tavoli durante la giornata a comunicarcelo al più presto. Se desiderate potete collaborare alla raccolta firme anche da casa vostra, raccogliendo consensi tra parenti, amici colleghi... potete scaricare la petizione sul nostro sito attraverso il seguente link: http://www.no-alla-caccia.org/downloads/nuovapetizionecontrolacaccia.doc e poi inviarcela tramite posta all'indirizzo indicato.

Per qualsiasi informazione potete scrivere a
mail: info@no-alla-caccia.org
oppure telefonare al numero
347 053 11 08

Grazie per l'attenzione.

Ufficio Stampa No alla Caccia
Floriana Saracino
www.no-alla-caccia.org
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Inviato il: 26/3/2010 10:45
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#101
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Citazione:

Decalagon ha scritto:

E' risaputo che la maggioranza degli italiani è contraria a questa pratica brutale e anacronistica.


fonte?
Inviato il: 26/3/2010 11:32
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#102
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Le fonti sono tante, ma se vuoi un esempio puoi guardare qua:

http://www.cacciailcacciatore.org/info/opposizione.html

E se non ti basta cerca su google.

°°°°°

Ma anche se così non fosse dove starebbe il problema?
La caccia è comunque da abolire.
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#103
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Ma anche se così non fosse dove starebbe il problema?
La caccia è comunque da abolire.


Assieme alle corse ciclistiche, naturalmente.
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E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
Inviato il: 26/3/2010 11:56
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#104
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Naturalmente.

°°°°

Nessuno è costretto a firmare: se lo si vuole fare benissimo, altrimenti amen.
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#105
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No! All’animalismo
di Manuel Giovannelli

Appunti di un veterinario scocciato

Ebbene sì, sono proprio inguaribile.
Di fronte alla massa di facezie e porcate vissute nella vita e nella “professione”, mi trovo una volta ancora a dovere scrivere un articolo acido e polemico, ed ahimè proprio so che non riuscirò mai ad uscire da questa mia prigione stilistica, fatta di attacchi ed improperi.
Provocati.

Dopo aver in altri articoli dato contro a diversi vomiti umani ed ideologici, ne aggredisco uno dei più nefandi e perniciosi che uno che si ritrovi ad avere a che fare con degli animali può incontrare nella vita: l’animalismo.

Non parlo qui solo dell’animalismo ideologico, di associazioni più o meno in buonafede che perseguono e propugnano idee/ideologie talvolta anche parzialmente condivisibili; parlo anche e soprattutto di quell’animalismo viscerale e strisciante che appartiene a chi crede di conoscere le bestie e vi proietta con totale trasporto la propria anima malata, arrivando a subordinare o a parificare la dignità di una qualsivoglia bestia con quella di un qualsivoglia essere umano.

Ahimè doppio: sappiamo bene che esistono molti animali, in primis cani, che dal punto di vista “morale” possono insegnare molte cose alle persone, come pure è pressoché scontato che molti animali non umani meriterebbero una ben migliore sorte e maggior rispetto, soprattutto considerando la loro diversità rispetto a quella scimmia feroce e predatrice che è l’ Homo sapiens sapiens; ma è pur vero che la maledetta scimmia feroce siamo noi, accidenti agli animalisti, e che ogni specie del pianeta, checché se ne voglia dire, tutela in primis se stessa.

Ammetto che molti animali domestici, in primis – mi ripeto – cani, spesso non lo fanno, arrivando a porre la scimmia feroce al di sopra, spesso, del proprio interesse e incolumità: ma è anche vero che questi animali così commoventi li abbiamo sagomati noi, così, e sono così teneri e commoventi proprio perché siamo stati noi, millenni addietro, che li abbiamo costretti, tramite selezione, a diventare così, stanchi di vederci derubare delle derrate alimentari e sbranare bambini e adolescenti dai lupi (sì, perché i lupi le persone, anche se non sono rabidi, le attaccano, se costretti, vedi il bellissimo “lupi” di Barry Lopez) stanchi di doverci procurare da mangiare non in sinergia ma in concorrenza con loro.

Capita purtroppo, però, di doversi confrontare spesso con animalisti, siano essi “ideologici” (a volte, stranamente, i più raziocinanti), siano essi “viscerali”, i peggiori; e se parlando di loro spesso sconfinerò nell’offesa, onestamente me ne sbatto, e per un motivo molto semplice: tramite gli aneddoti che racconterò, capirete che gli animalisti la vita me l’hanno spesso resa più brutta, senza che io sia un mangiatore di gatti o un torturatore di cuccioli…accidenti a loro.

Passi per la mia prima “ fidanzata seria”, animalista convinta, egoista e rompicoglioni di professione, ma almeno dotata di intelletto e raziocinio oltre la media; ma tutti gli altri animalisti veri e camuffati in cui un veterinario (ma spesso, ahimè, specie quelli camuffati sono proprio colleghi, accidentaccio a loro) deve ritrovarsi ad inciampare, sono delle vere e proprie teste di legno. A dispetto del fatto che spesso son colleghi (a e ancor più spesso, ahimè, colleghe).

Prima di raccontarvi alcuni amari aneddoti, vissuti dolorosamente in prima persona, vorrei passare a confutare rapidamente alcuni assunti ideologici in cui molti, troppi animalisti, ideologici o viscerali, credono come i crociati credevano ai vangeli.
E lo faccio con la rabbia e la delusione di ex animalista e vegetariano pentito, anzi pentitissimo, quale ero.

Uno degli assunti fondamentali è che l’essere umano, Homo sapiens sapiens, non debba mai mangiare carne. Non solo per motivi ideologici, ma scientifici: non saremmo fatti cioè per mangiare nessun tipi di carne mai.

Stupidaggine.
E’ verissimo che troppa carne fa male. E’ verissimo che gli allevamenti intensivi contribuiscono a danneggiare l’ambiente (probabilmente non così tanto come si penserebbe, ché equiparare le emissioni di un camion a quelle di una vacca mi sembra un poco lezioso); ma affermare che una scimmia, derivata filogeneticamente da esseri insettivori, debba annoverare nella dieta solo proteine vegetali, a fronte dell’ assenza non solo di un breve intestino da carnivoro ma anche di un lungo intestino da erbivoro, è pura favola.

Probabilmente non siamo “fatti” per mandare giù una bistecca al giorno, ché altrimenti non creperemmo così spesso di infarto, qui in Occidente. Senza dubbio.

Ma nemmeno siamo fatti per evitare di nutrirci di creature superiori, visto che nella dieta di ogni scimmia qualche bestiola ci rientra sempre – e non c’è bisogno di essere un esimio naturalista per capirlo. Basta vedere Quark ogni tanto per sapere che una gazzella madre non è così contenta se nei paraggi del figlio c’è un branco di babbuini affamati. O no? E quei babbuini, quando hanno squartato e divorato il tenero gazzellino, non si contorcono certo di dolore per aver ingoiato del veleno. Si limitano, anzi, a digerirlo in pace all’ombra di un’acacia.

Un’altra cosa allegra degli animalisti è che pensano di salvare il mondo se non mangiano carne: ammirevole, ma sbagliano. Anche quando credono di essere ragionevoli e dicono/pensano: “mica credo di salvare il mondo, ma almeno contribuisco ( a salvarlo)”: che è lo stesso, la stessa identica e patetica scipitaggine. Perché, se anche pensavi di salvarlo davvero…cambiava qualcosa? Ma chi credi di essere, Mazinga Zeta? Scemo! (scusate gli anacoluti sui sostantivi. Sono voluti, in quanto tali)

Se sono “latto - ovo – vegetariani”, il motivo della loro idiozia è lampante: per quanto la legislazione sul benessere animale sia più restrittiva che in passato, e quindi, per fare un esempio, sarà presto per legge bandito l’allevamento di galline ovaiole stipate in batterie, un Latto – ovo – vegetariano contribuisce bellamente alla morte e alla innaturale sofferenza di molti altri animali: macellati, ché le ovaiole che gli donano le uova inevitabilmente finiscono nel brodo. E non solo: anche le vacche per fornirgli il buon latte e i sapidi latticini che gustano debbon fare un vitello…e il vitello che fine fa? E la vacca, quando il latte finisce di farlo, dove va?

La soluzione (degli animalisti) sarebbe di non ammazzare quegli animali “in surplus”. Certo, e dove li mettiamo? Dopo i cani randagi dovremmo sorbirci pure i polli e i vitelli randagi? Già non c’è una lira per i canili comunali, ve l’immaginate il pollaio comunale (non che molte amministrazioni già non somiglino a dei pollai, però…).


Più coerenti, e, ammetto, ammirevoli, i vegan: coloro che rifiutano qualsiasi cosa che provenga dallo sfruttamento animale, sa pure incidentale: un vegan (integralista, ovvio) neanche indossa non dico un parka con bordo di pelliccia, ché sarebbe ovvio: ma nemmeno una camiciola anche solo lontanamente sospetta di essere stata tinta con colorante animale.

Ribadisco: costoro sono ammirevoli, un po’ come i frati Trappisti. Ma sbagliano.
Non è sufficiente evitare di usare carne, grasso, pelle, zoccoli, corna, coloranti animali: occorrerebbe , per ridurre veramente al minimo l’impatto della scimmia feroce sulle altre bestie, che la scimmia feroce tornasse a livelli di vita del paleolitico, ché già le epoche successive ci han visto esercitare una tirannia spietata sulle altre bestie, anche solo con mazze e zagaglie di legno.

Tornare quindi a un epoca in cui per nutrire una famiglia ci vogliono ettari, un epoca in cui si campa fino a 35 anni e si muore per l’influenza, un epoca in cui si mangia quel che si raccoglie, senza colture né allevamento; un epoca in cui una donna è una mera bestia da riproduzione ed è anche giusto che sia così, visto che sui quindici figli che una donna può mettere al mondo dai 12 - 13 anni della pubertà ai 35 anni della vita naturale di un Homo sapiens ne sopravvivono una percentuale ridicola; un epoca in cui anche l’uomo in quanto maschio è una mera bestia da riproduzione, un dispenser di lavoro da muscolatura e sperma obbligato a scannarsi con le altre fiere e con gli altri sapiens per dimostrare di esser degno di propagare la sua stirpe.

Ci vogliamo tornare veramente al paleolitico? E vogliamo credere veramente che, stante la tecnologia attuale, non si debba mai e assolutamente mai attingere e in nessun modo al mondo animale per soddisfare dei bisogni umani? Chi scrive non pensa che Homo sapiens sia superiore al resto delle specie. Semplicemente, chi scrive E’ un Homo sapiens (spero).

Magari, sarebbe bene affidarsi, se proprio vogliamo superare questa impasse, alla scienza, che proprio in quanto non infallibile per definizione, proprio in quanto basata su un metodo di prova ed errore, può aiutarci a trovare anche – e sottolineo anche – soluzioni, più o meno parziali, ai problemi pratici ed etici degli animalisti e dell’umanità tutta.

E finiamo qui a toccare un altro caposaldo animalista: la sperimentazione animale, cosiddetta vivisezione. Da abolire, per loro, tutta, subito, sempre.

Da sostituire tutta, subito, sempre con non ben precisati “metodi alternativi”.

Alcuni “metodi alternativi” magari sarebbero pure buoni: se uso un manichino per simulare un incidente stradale, anziché una scimmia, ottengo risultati validi (di più non dico, parlo di cose non verificate da me personalmente – ma immagino sia così).

Ma vogliamo veramente immaginare che sia sempre e comunque così?
Vogliamo veramente immaginare, ad esempio, che sia ugualmente possibile e facile ottenere una tot quantità di reali pazienti per un esperimento clinico, andandoli a cercare in giro per una regione x, rispetto al fatto di utilizzare dei modelli sperimentali, tutti assieme ed in un singolo laboratorio?
La risposta degli animalisti a questo punto è banale e scontata: “ Non sarà facile, ma è giusto”.

E allora gli rispondo io: falla tu la ricerca, dimostrami tu quanto vai argomentando, e vedi se alla fine dei giochi, anche quando me lo avrai dimostrato, non penserai pure :” mannaggia, però quanto tempo in più, quanti soldi in più, quanta fatica in più ho buttato…”.

Nella ricerca, nella scienza, quella tot fatica, quel tot tempo e quel tot denaro buttati significano molto: non stiamo parlando di bruscolini. Parliamo di vite, spesso. Umane.

Per non parlare poi del fatto che se devo fare ricerca in medicina veterinaria mi verrebbe un po’ difficile non usare modelli sperimentali animali…fare ricerca in traumatologia equina con modelli sperimentali umani, sai che spasso? Nemmeno Mengele ci avrebbe pensato.

E pur vero che di ostacolo alla scienza ci sono anche ben altri nemici, più o meno in tonaca, più o meno in camice, più o meno padroni di tecnologie obsolete ma remunerative (tipo l’industria dell’automobile): ma mettetevi anche voi animalisti a tirare la giacca, sai che palle…! Come se non bastassero quegli altri…da cui tralaltro pensate di essere diversi se non antagonisti.

E passiamo agli aneddoti, da me vissuti in prima persona. Non sono divertenti, ma solo illustrativi –spero. Mi spiace che in essi figurino solo donne, si vede che sono un omosessuale mascherato, chi lo sa.

Uno: L’amica animalistissima e vegetariana che si sente male anche solo a vedere un pesce rosso in una vasca, anche solo a immaginare un leone in un recinto. E che tiene i propri cani talmente tanto iperprotetti che le bestiole, oltre che isteriche, viziatissime e stupide, oltre che maleducate e a volte – in quanto maleducate – pericolosamente aggressive con la gente, sono anche mostruosamente obese.

Due. La studentessa di veterinaria che storce il naso e rompe i coglioni ogni volta che deve interagire con te perché è convinta che tu sia un macellaio per via dei tuoi metodi non-animalisti (quindi corretti, nota mia) e che schiuma rabbia quando vede che gli animali del “macellaio” (io), oltre che sani e vivaci, sono anche infinitamente più belli dei suoi (nel caso specifico si trattava di un furetto). La stessa studentessa che quando vede un Ricercatore prendere a calci un cavallo ci ride su e lo blandisce, perché lui è un Ricercatore e tu sei solo un neolaureato, beninteso. E lei è un animalista e una schifosa leccaculo.

Tre. La cliente, proprietaria di cane, che corre subito a riferire (spero che muoia, quella cliente.. Non devo dirlo? E chi se ne frega?) al tuo principale, mettendoti in cattiva luce, che con te non vuole aver più a che fare, non perché gli hai picchiato il cane o glielo hai ammazzato con una terapia sbagliata, ma semplicemente perché, a differenza dei tuoi colleghi della clinica in questione, non baci il culo del suo cane e non gli gridi “cucci - cucci”.

Quattro. La gattara (altra categoria che vi raccomando) maleducata e analfabeta, che si permette, senza conoscerti né averti mai visto, di metterti anch’essa in cattiva luce (e qui c’è scappato il licenziamento: e anche qui auguro a quell’emerita cretina le peggiori cose) solo perché quando ti si è rivolta in modo maleducato, apostrofandoti come se fossi un bambino di tre anni e non un medico tu ti sei permesso – permesso! NON di risponderle per le rime, di insultarla o di andartene: No! Ti sei permesso…di rimanere basito, a bocca aperta.

Del resto, che venisse un colpo anche a quei colleghi lì, che mi han licenziato per una idiozia del genere, ma ormai la medicina è un commercio e il cliente è sempre sacro, no? Neanche io fossi un commesso di un negozio di vibratori.

Tutto il rispetto per i commessi dei negozi di vibratori, e magari sono anche consapevole di non essere il miglior veterinario del pianeta ( ma certamente, e lo ribadisco: certamente non il peggiore): ma vivaddio (l’espressione che mi viene alla bocca non è propriamente questa), che schifo di persona sei se preferisci buttare in strada un collega, laureato da anni, tranquillo ed educato, magari solo un po’ introverso, solo perché è rimasto a bocca aperta di fronte a una gattara maleducata? Forse la soddisfazione di far tremare i muri con un poderoso Vaffanculo me la dovevo togliere sul serio, visto come è andata. Se tanto mi dà tanto…

Cinque. La collega che inorridisce e ti mette alla gogna se dai un ceffone a un cane viziato che ti morde senza motivo (lo stavo accarezzando).
E che fa lo stesso quando un cane la morde perché lei gli sta rompendo i coglioni da mezz’ora per un suo capriccio (un test completamente inutile).

Sei. L’altra collega che inorridisce se prendi un gatto o un cagnetto per la collottola (io li prendo così, mettendogli però anche una mano sotto il sedere). Peccato sia la stessa cosa che fanno le loro mamme per tenerli buoni; e peccato che la collega li prendesse abitualmente da sotto le ascelle, cosa che è risaputa essere fastidiosa per ogni quadrupede, per via dell’assenza o della diversa conformazione della clavicola rispetto alla nostra.

E la finisco qua.

Tutti questi malsani aneddoti mettono in luce non solo quanto l’animalismo, ideologico o viscerale che sia, sia deteriore in sé ma quanto esso spesso e volentieri si accompagni, al contrario di quanto molti animalisti pretenderebbero, alla scarsa, anzi scarsissima, considerazione dell’essere umano.

Aneddoti che ci rivelano bene in quali tempi stiamo precipitando a capofitto.

Ahinoi.
Inviato il: 26/3/2010 12:11
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
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Nessuno è costretto a firmare

Certamente, anche perche' non serve a niente: a caccia e le corse ciclistiche sono da abolire in ogni caso, firme o non firme. Anche se non si raccogliessero firme dove starebbe il problema? La caccia e' da abolire comunque, tu m'insegni...
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#108
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Bellissimo articolo captcha, in puro stile Piero Angela, dove l'etichetta non viene risparmiata e si spara a zero su tutti, perfino su coloro che decidono di non mangiar carne per motivi etici, con la grossisima stronzata del "cambiare il mondo". Non ho parole per descrivere l'immensa stupidità, ignoranza e superficialità di chi ha scritto quella spazzatura.

°°°°°°°

Citazione:
Certamente, anche perche' non serve a niente: a caccia e le corse ciclistiche sono da abolire in ogni caso, firme o non firme. Anche se non si raccogliessero firme dove starebbe il problema? La caccia e' da abolire comunque, tu m'insegni...


Si anche se il domani è l'oggi di ieri e l'elefante rosa va al mercato per comprare il topolino che alla fiera mio padre comprò.
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#109
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L'animalismo teorico è nemico della ragione (e degli animali)
Il filosofo del diritto Francesco D’Agostino spiega i paradossi di chi non riconosce la verità dell’uomo

Roma. Nella Spagna di Zapatero che si accinge a legiferare in base al Progetto Grande Scimmia, nato dall’animalismo come filosofia e programma politico, è l’inizio di una rivoluzione che vuole riscrivere il significato del termine “diritto”? Francesco D’Agostino, che è filosofo del diritto e presidente onorario del Comitato nazionale di bioetica, dice al Foglio che “prima di tutto va distinto un animalismo che definirei ‘spontaneo’, sempre più diffuso nel buon senso comune, e un animalismo dottrinale e teorico: è quest’ultimo a essere davvero pericoloso e, direi, addirittura ripugnante. Il primo è il semplice atteggiamento di chi vede negli animali creature del buon Dio. Quando, a livello di esperienza comune, sentiamo esprimere dolore per un animale domestico morto che magari ha tenuto compagnia per anni a una persona, dobbiamo pensare che questo atteggiamento è un fortissimo antidoto contro la crudeltà”.

Non è da esso che dobbiamo aspettarci uno svilimento dell’umano, dunque, “semmai una diminuzione della crudeltà, un desiderabile riconoscimento delle sofferenze altrui. L’animalismo che chiamerei ‘del buon senso comune’ è un ottimo antidoto alle pulsioni di crudeltà, che possono essere smussate quando si ha un rapporto con un animale domestico. E’ la ragione per cui ai bambini fa bene avere un animale, sotto il controllo dei genitori. Un bambino che si abitua ad aver cura di un animale ne ha sicuramente ottimi benefici, perché entra in rapporto con un essere di cui impara che non è una macchina e verso il quale impara anche a essere responsabile. Se si accetta l’antico precetto, ‘prenditi cura di tutto’, dunque di te stesso, degli altri esseri umani, del mondo, perché non anche degli animali?”.

Dal punto di vista appena descritto, prosegue D’Agostino, “non solo l’animalismo ha dimensioni positive, ma sarebbe giusto addirittura incrementarle, in un mondo in cui purtroppo è facile, al contrario, vedere aumentare l’indifferenza e il sadismo a tanti livelli. Fatta questa premessa, tutt’altra cosa è l’animalismo dottrinale e teorico, che è preoccupante e, come dicevo, ripugnante per varie ragioni. E’ ottuso dal punto di vista filosofico, perché si ostina a non voler prendere atto di una verità che sta sotto gli occhi di tutti e che tutti i filosofi, prima di Singer e colleghi, hanno saputo mettere a fuoco. E cioè che per quanta somiglianza ci sia tra noi e gli animali, la dissomiglianza è sempre maggiore”. Questo significa che “anche se tra noi e gli animali, e soprattutto gli animali superiori, ci possono essere molti elementi di somiglianza, addirittura innumerevoli, gli elementi di dissomiglianza rimangono comunque prevalenti”.

Una constatazione che, del resto, non scoraggia Singer e i suoi epigoni. Essi apertamente rimproverano alla specie umana il peccato di “specismo”, termine coniato a metà degli anni Settanta per descrivere l’asserita ultima frontiera di discriminazione dopo il razzismo e il sessismo. Gli esseri umani tendono a favorire gli esseri umani, e a Singer la cosa non piace. Non gli piace l’idea stessa di “appartenenza” all’umanità, un’appartenenza che diventa colpevole se in suo nome si “discriminano” gli animali: “La più imperdonabile colpa degli animalisti teorici – spiega ancora D’Agostino – è infatti quella di negare la differenza, di perdere il senso della diversità umana, per appiattire il rapporto uomo-animale in chiave ‘sensista’: anche gli animali soffrono, quindi siamo uguali. L’imperativo diventa evitare la sofferenza, sia per gli animali sia per l’uomo”, da cui una serie di corollari ai quali Singer è molto affezionato. Detto con parole sue: “Anche con la più assidua assistenza possibile, alcuni neonati gravemente ritardati non potranno mai raggiungere il livello di intelligenza di un cane… La sola cosa che distingue il neonato dagli animali, agli occhi di chi vuole attribuirgli un ‘diritto alla vita’, è il fatto che esso sia biologicamente un membro della specie homo sapiens, laddove scimpanzé, cani e maiali non lo sono. Ma usare questa differenza come base per garantire un diritto alla vita del neonato e non agli altri animali è, naturalmente, puro specismo” (“Liberazione animale”, Mondadori).

Commenta D’Agostino: “Il dramma di questo animalismo, alla fine, è che invece di accrescere la nostra conoscenza della realtà animale, impoverisce la nostra conoscenza della realtà umana. Facendo una filosofia degli animali, Singer fa una pessima antropologia e contribuisce a destrutturare la riflessione antropologica. Una perdita secca su due fronti”. Una perdita che può portare a soluzioni assurde, come quelle avallate da certe scelte in tema di ricerca. Raccontava proprio sul Foglio Assuntina Morresi che un progetto finanziato dal VI programma quadro dell’Unione europea (si chiama Reprotect, vi partecipano trentacinque tra università, centri di ricerca e industrie) prevede l’uso di cellule staminali embrionali umane, anziché di cavie animali, per effettuare test di tossicità sulle sostanze usate nei cosmetici. Secondo D’Agostino “è solo uno dei paradossi inaccettabili ai quali porta il rovesciamento di prospettiva che privilegia l’animale rispetto all’umano. In Italia, per esempio, la legge consente l’obiezione di coscienza sulla sperimentazione animale. Qualunque tecnico di laboratorio può rifiutarsi, ed è coperto dalla legge, di fare sperimentazione sugli animali, ma se il direttore di ricerca gli chiede di fare sperimentazioni sull’uomo non può rifiutarsi”.

D’Agostino aggiunge una buffa spigolatura: “Faccio parte di una commissione che esamina i film. Nell’ultimo ‘Resident Evil’, il rappresentante animalista nella commissione ha chiesto di tagliare le scene con due cani zombie cattivissmi, uccisi dalla protagonista, Milla Jovovich, mentre nulla aveva da obiettare sui massacri tra umani, più o meno zombie”. E’ l’animalismo teorico che lavora concretamente a un declassamento dell’umano? D’Agostino non ritiene che “esista un progetto subdolo con questo obiettivo. Credo piuttosto che siamo sempre meno in grado di pensare seriamente a chi è davvero l’uomo. Questo favorisce la nascita di pseudo-antropologie: una è quella dei ‘diritti degli animali’. L’altra è quella dei cyborg. ‘I robot hanno diritti?’, sentiamo chiedere. Se elaboro un’antropologia illuministica e infantile, che riduce l’uomo alla capacità di ragionare, devo concludere che un robot computer vale più di un uomo qualsiasi. Ma il valore umano non può essere ridotto a un razionalismo calcolante e nemmeno alla dialettica piacere-dolore”.
Inviato il: 26/3/2010 12:35
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Anche i complottisti sono tutti stronzi perché ne è saltato fuori uno che dice che gli aerei che colpirono le due torri non sono mai esistiti, e anche i debunkers sono tutti dei coglioni perché uno di loro accusa i complottisti di affermare che le torri non sono mai crollate. Ed è ovvio che tutti coloro che rispettano la vita e difendono i diritti degli animali siano da annoverare fra gli "animalisti", ovvero una sottospecie di bigotti rompicoglioni che devono infastidirsi e stracciare le balle per dei cani-zombie usati in un film splatter.

E poi.. pensa te.. si arriva alla feccia del pianeta: coloro che difendono i diritti umani, e nel loro estremismo ideologico, più o meno in buonafede che persegue e propugna idee/ideologie talvolta anche parzialmente condivisibili, rompono i coglioni se torturi qualcuno, se violenti un bambino, una donna.. se uccidi una vecchia per la pensione.. se chiami "negro" un extracomunitario.. se rinchiudi una persona in un sottoscala e ne abusi per 20 anni tenendola inchiodata al muro. Pensa te, questi coglioni.
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Inviato il: 26/3/2010 12:44
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
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Gli animalisti contro Obama: «Pietà anche per le mosche»

Il gruppo Peta critica il presidente dopo il filmato in cui lo si vede uccidere l'insetto. E invia alla Casa Bianca una macchinetta che consente di catturarli senza sopprimerli

Ci mancavano solo loro. Dopo il filmato che ha fatto il giro del mondo, quell'immagine in cui il presidente americano Barack Obama, senza esitazioni, uccide una mosca, anche gli ambientalisti hanno deciso di dire la loro. E di protestare, ovviamente. Il gruppo animalista Peta ha criticato Mister Obama («Bisogna avere passione per tutti gli animali, anche per le mosche», ha affernato il portavoce Bruce Friedrich) e ha poi inviato alla Casa Bianca una macchinetta che consente di catturare gli insetti senza sopprimerli.
Da senatore, Obama aveva ricevuto gli elogi degli animalisti per la sua condanna degli abusi verso gli animali. «Ma la mosca schiacciata in tv ci ha mostrato che anche Obama non è perfetto in materia», ha osservato Friedrich.
Il New York Times ha approfondito oggi i rapporti tra la Casa Bianca e le mosche concludendo che si tratta di un altro problema che Obama ha ereditato dalla precedente amministrazione. Più volte Obama è stato notato dare la caccia alle mosche nello Studio Ovale usando come arma cartelline arrotolate a forma di cilindro. In diversi uffici della Casa Bianca sono state installate luci speciali anti-insetti. Ma, per andare sul sicuro, i dipendenti della famosa residenza sono stati dotati anche di uno strumento meno sofisticato: una paletta schiaccia-mosche.
Inviato il: 26/3/2010 13:41
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
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Ho capito, sei OneTimePad.
Buona vita, trollino.
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Inviato il: 26/3/2010 13:42
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#113
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Ma veniamo al famoso principio di sensibilità, quello secondo cui la capacità di provare dolore darebbe a tutti gli esseri sensibili la dignità di enti morali e di soggetti di diritto. Perché questa capacità dovrebbe dare a chi la possiede questa la dignità? Dovrebbe darla perché decidiamo che chi ha la sensibilità deve essere, ipso facto, soggetto di diritto? Certo, si può sostenere una cosa simile, ma si possono sostenere, con pari e migliori ragioni, anche cose diverse, ad esempio che il semplice fatto di vivere o anche solo di esistere è sufficiente per essere considerati soggetti di diritto ed enti morali. In fondo la vita vegetativa viene prima di quella senziente e l’esistere è prioritario rispetto al vivere: per poter provare dolore devo esistere e devo vivere. Gli animalisti come i non animalisti fanno delle discriminazioni nella natura, ma ogni discriminazione deve affrontare un problema fondamentale: dove passa il confine fra gli enti che si discriminano? Perché il confine tra chi è e chi non è soggetto di diritto deve collocarsi al livello degli enti senzienti? Perché non collocarlo al livello degli enti semplicemente viventi o a quello degli enti tout court? Se la facoltà di provare dolore dà ad un topo la dignità di soggetto di diritto perché la facoltà di crescere non dovrebbe dare ad un abete una pari dignità? E perché il semplice fatto di esserci, di esistere da migliaia di anni non dovrebbe conferire la stessa dignità alla vetta innevata del Monte Bianco? Se è razzista privilegiare la vita intelligente rispetto alla vita semplicemente senziente perché non dovrebbe essere razzista privilegiare la vita senziente nei confronti della vita vegetale, o privilegiare ciò che è vivo rispetto a ciò che non lo è? Molti animalisti chiedono polemicamente perchè si debba attribuire tanto valore all’intelligenza, la domanda è legittima, ma con altrettanta legittimità si può chiedere perché mai si debba attribuire tanto valore alla sensibilità. C’è quasi da sospettare che sotto sotto i super amici degli animali siano un po’ antropocentrici: privilegiano orsi, gatti e topi perché condividono con l’uomo qualcosa di importante, perché li sentono più vicini, si sentono, da uomini, attratti da loro. Questa però, se valgono le categorie dell’animalismo estremista, è una forma di razzismo.

In quanto tale il principio di sensibilità non giustifica un bel niente. Si può stabilire che questo principio deve essere decisivo ma si può anche stabilire il contrario. Ciò che rende per alcuni plausibile il principio di sensibilità non è il principio in quanto tale, è il fatto concreto del dolore. Si vede un agnello che sanguina e soffre, un cervo colpito dal proiettile di un cacciatore che stramazza al suolo, si è colpiti dallo spettacolo della sofferenza e si stabilisce che questa deve essere bandita. Non si deve far soffrire nessuno, neppure un topo perchè la sofferenza è ripugnante, disumana. Se le cose stanno così però il principio di sensibilità può al massimo giustificare la richiesta di non infliggere troppe sofferenze agli animali, non di non ucciderli. Se davvero la capacità di provar dolore dovesse costituire il discrimine fra chi è degno di rispetto morale e chi no, fra chi è e chi non è soggetto giuridico le conseguenze sarebbero devastanti e paradossali. Se è la capacità di provare dolore quella che dà ad un ente la dignità morale e la soggettività giuridica la massima immoralità che si può commettere è quella di arrecare dolore a qualcuno. Se valesse il principio di sensibilità la norma morale fondamentale non dovrebbe essere: “non uccidere” ma : “non provocare dolore”. Uccidere un bambino nel sonno, senza causargli dolore alcuno dovrebbe essere un atto non contrario alla morale, (forse Singer sarebbe d'accordo..) un killer molto abile che ti uccidesse di sorpresa in un centesimo di secondo con un colpo di pistola alla nuca non farebbe nulla di riprovevole. I sostenitori del principio di sensibilità si trovano in un bel dilemma. O sostengono tale principio indipendentemente dal fatto del dolore e della repulsione che in quanto uomini proviamo verso il dolore, ed allora non possono giustificarlo in alcun modo, possono solo affermarlo ma la loro affermazione non ha più valore che un pugno sbattuto sul tavolo. Oppure possono difendere tale principio basandosi sul fatto del dolore ed allora devono ammettere che ogni crimine che non implichi dolore per le vittime non è un crimine. Se una bomba atomica distrugge istantaneamente la vita di centomila persone, le uccide tutte e le uccide senza farle soffrire, (cosa che le atomiche possono fare) allora sganciare quella bomba non deve essere considerato moralmente sbagliato.
Inviato il: 26/3/2010 15:39
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#114
Sono certo di non sapere
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Hai ragione in fondo. Infatti, come giustamente dici, bisogna emergere da questo multiculturalismo che distrugge la semantica della intersoggettività, la quale sempre più ineludibilmente ci conferisce l'atto di poter capire paradigmi sempre nuovi rispetto a quella che una volta era la costellazione del dualismo poliedrico. Bisogna saperlo interpretare, perché nel mezzo di queste metamorfosi emergenti della collettività interculturale che sembra quasi obbligarci a riflettere sulla caratterizzazione di questa miserevole ontologia postmetafisica, la quale non sempre ci permette di riuscire a raggiungere l'obiettivo prefissato dalla sfera cognitiva del subconscio. Infatti è noto da anni che la sfera neurale delle sinapsi umane non può uscire dal limite della glocalizzazione naturale, secondo la parapsicologia postmoderna.
Detto questo si può facilmente giungere alla conclusione che sei un buffone.
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«Goku è Verità. Io sono la Via, la Verità e la Vita. E risorgo quando mi pare.»
Inviato il: 26/3/2010 16:07
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#115
Mi sento vacillare
Iscritto il: 23/3/2010
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Citazione:
Detto questo si può facilmente giungere alla conclusione che sei una testa di cazzo.

Detto questo si può facilmente giungere a... QUALUNQUE conclusione, nessuna esclusa. È proprio questo il fascino del razionalismo filosofico d'accatto che sta dietro ad un sacco di pensiero (?) contemporaneo da quattro soldi (come l'animalismo che propagandi tu). La semplice verità è solo che ci sono un sacco di imbecilli che, avendo imparato si e no a risolvere le addizioni, pretendono per questo di avere la competenza di discutere tranquillamente di matematica superiore. Senza accorgersi, poveri idioti, di stare invece riducendo tutto alle quattro sommerelle in croce che, faticosamente, sono riusciti a farsi entrare in testa. Idioti, appunto. Anzi (visto che sembri gradire l'espressione): "teste di cazzo".
Inviato il: 26/3/2010 16:50
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#116
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 22/8/2009
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Non mi spreco nemmeno a sottolineare quanto sei poverello, tanto non servirebbe a niente.. avresti sempre ragione tu. È inutile discutere con un imbecille che si mette a polemicare e a scrivere simili scemenze solo per una petizione contro la caccia. In ogni caso la gente come te non potrà mai capire cosa provano coloro che con il cuore e l'anima lottano quotidianamente per difendere i diritti di chi non può difendersi, solo per tentare di restituire a costoro la dignità e il diritto di vivere che tutti gli esseri viventi si meritano in quanto tali. A loro basta questo, non se ne fanno niente delle tue ridicolaggini inventate sul comportamento e sulla psicologia degli "animalisti".
Continua pure a fare quello che fai, ma stai attento che un membro del CICAP non ti veda o potrebbe citarti per plagio. Comunque ti devo ringraziare, perché oggi ho scoperto che se provo a fare qualcosa per aiutare un animale o una pianta sono un "animalista testa di cazzo ipocrita stronzo deficente che-si-lamenta-per-i-cani-zombie-in-resident-evil."

Citazione:
Anzi (visto che sembri gradire l'espressione): "teste di cazzo".


Alla fine mi sono corretto e ho messo "buffone", visto che "testa di cazzo" era troppo pesante. D'altronde non è colpa tua se non capisci certe cose.
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Inviato il: 26/3/2010 17:32
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  •  Floh
      Floh
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#117
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 13/12/2009
Da Milano
Messaggi: 1056
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Non so se qualcuno l'ha già segnalato, ma ci sono davvero tantissimi commenti non li ho letti tutti, e mi scuso se sarò ripetitivo.

E'stata aperta una petizione per chiedere il massimo della pena per le due sadiche aguzzine:
http://www.firmiamo.it/ilmassimodellapenaalledueassassine
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Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia (William Shakespeare, da Amleto)
Inviato il: 26/3/2010 20:38
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Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#118
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 22/8/2009
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Grazie mille per la segnalazione Floh.
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Inviato il: 26/3/2010 20:54
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  •  Dacazzogon
      Dacazzogon
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#119
So tutto
Iscritto il: 29/4/2010
Da
Messaggi: 24
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"Non ho parole per descrivere l'immensa stupidità, ignoranza e superficialità di chi ha scritto quella spazzatura."

(So che il forum non è aperto alle polemiche, ma spero che gli admin mi permettano di replicare agli insulti di chi scrive qui. Con permesso...)

Ebbene, Decalogon, se in un modo o in un altro volevi provocare ci sei riuscito. Ti rammento fin da subito, poi, che sei andato fuori tema, per non dire che hai sporcato un po' fuori del vasino, dato che nei forum non si possono insultare le persone, e tu con me l'hai fatto, non limitandoti a dire cose civili e ad esprimere un sano e circostanziato disaccordo (non so se ne sei capace).
Peraltro, tu ti celi dietro un nick, io vengo insultato direttamente, visto che nell'articolo il mio nome e cognome CI SONO, e il sommo Patcha li ha riportati nel suo post.

Chi ti sta replicando è infatti l'autore di quell'articolo; mi firmo Dacazzogon per fare l'unica cosa sana che un uomo normale possa fare con te, cioè sfotterti, e sono ovviamente piccato dalla arroganza di quanto proferisci, peraltro (ho letto altri tuoi interventi) con quella tua insopportabile aria professorale e pseudodubitativa che è tipica di chi vuole affermare a tutti i costi quanto pensa fingendo di dubitar di tutto.

Potrei mettermi ad argomentare, ma sinceramente non credo vi sia tempo da perdere con te; ti rammento però che in un articolo non si può approfondire più di tanto; non stiamo, infatti, parlando di un trattato di filosofia morale.

Forse sei un membro storico del sito, e mi pare di sì, o addirittura un amministratore, e quindi ti senti in diritto/ dovere di fare il papetto della situazione, sparlando ed insultando.

Ho solo una cosa da dirti, quindi: VERGOGNATI
Inviato il: 30/4/2010 9:13
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  •  JeffMonile
      JeffMonile
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#120
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 28/4/2010
Da
Messaggi: 37
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Decazzogon...

la fantasia al potere!
Inviato il: 1/5/2010 11:41
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