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  Tarantino, cinema & metavita

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  •  Calvero
      Calvero
Re: Tarantino, cinema & metavita
#61
Sono certo di non sapere
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Citazione:

Red_Knight ha scritto:
No, sono indubbiamente interventi inaccettabili.

A parziale difesa di Calvero però, che mi sta simpatico e che invito a leggere due volte i post altrui prima di rispondere, c'è da dire che è stato attaccato gratuitamente.

Che Calvero non capisca una fava di cinema (io non lo penso, anche se Tarantino mi fa cagare) potrebbe anche essere un'opinione lecita. Non è però molto cortese spuntare dal nulla e dirglielo brutalmente come se fosse un cane. Mi irriterei un tantino anche io al suo posto.

Detto questo, Calvè, te l'ho già detto: sii meno emotivo. Santaruina non si riferiva mica a te, ma a Quintino che, tanto per cambiare, è lo stesso solito simpaticone che tiene in ostaggio il sito da mesi. Se fossi meno impulsivo te ne saresti accorto.


Non sono fesso Red, a Quintino (forse a Captcha) ho mandato un pm. Ma per onestà io dò per scontato che un utente nuovo è un utente nuovo. E' una questione di principio. Se poi è il solito ingannatore... la merda è lui, no io. Visto che si accontenterebbe di poco.

Ti ringrazio per la tua critica, lo so che in fondo mi vuoi bene anche se mi detesti... mi pare deludente però che da teste che sono ben meno impulsive della mia o emotive, non si levi una presa di posizione onesta nei confronti della cause scatenanti e non dei sintomi. Sai di chi parliamo.

Quindi visto che la mentalità generale di quelli che ne sanno più di me (si legga Santaruina, e non sono sarcastico né ironico) è quella di essere trasversali, spero almeno che "qualcuno" si renda conto dei sobillatori e dei provocatori che non dicendo "niente" stanno veramente aizzando le persone qui dentro. Spero almeno che la mia dipartita richiesta possa far riflettere bene su cause ed effetti
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Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 24/5/2010 19:42
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Tarantino, cinema & metavita
#62
Sono certo di non sapere
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Da Fleed / Umon
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Citazione:


Per rispondere alla tua lecitissima domanda ecco quel che penso:

io credo che anche il più sciocco, il più decerebrato degli esseri abbia il sacrosanto diritto di palesare il suo pensiero, il suo acume acritico, la sua "grandezza".

Scripta manent...

scusate l'OT.


edit

... Abbidubbi ha votato

<< hai mai sentito una barzelletta al contrario? no? bene comincia a ridere >> è vecchia lo so, ma era una metafora ovviamente, caro abbidubbi ..chissà se sai fare 1+1


..soddisfatti anche tu i tuoi pruriti?

alla prossima votazione sbatti anche i piedi e frigna come un bambino già che ci sei

..poi Santa ti dà il lecca lecca
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Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 24/5/2010 19:48
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#63
Sono certo di non sapere
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Da Sud Europa
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Citazione:

abbidubbi ha scritto:



Per rispondere alla tua lecitissima domanda ecco quel che penso:

io credo che anche il più sciocco, il più decerebrato degli esseri abbia il sacrosanto diritto di palesare il suo pensiero, il suo acume acritico, la sua "grandezza".

Scripta manent...

scusate l'OT.


Ovviamente non si sta discutendo del "bannare" o "mandare via" chichessia (decisioni che non spettano agli utenti, vecchi o nuovi) questo dovrebbe essere chiaro.
La domanda era infatti chiara, e si riferiva al ritenere o meno lecito un modo di esprimersi, dal punto di vista di chi legge.
Non si parlava di persone, ma di modi di esprimersi.

A presto
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-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
Inviato il: 24/5/2010 19:56
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  •  abbidubbi
      abbidubbi
Re: Tarantino, cinema & metavita
#64
Mi sento vacillare
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Citazione:

Santaruina ha scritto:
Citazione:

abbidubbi ha scritto:



Per rispondere alla tua lecitissima domanda ecco quel che penso:

io credo che anche il più sciocco, il più decerebrato degli esseri abbia il sacrosanto diritto di palesare il suo pensiero, il suo acume acritico, la sua "grandezza".

Scripta manent...

scusate l'OT.


Ovviamente non si sta discutendo del "bannare" o "mandare via" chichessia (decisioni che non spettano agli utenti, vecchi o nuovi) questo dovrebbe essere chiaro.
La domanda era infatti chiara, e si riferiva al ritenere o meno lecito un modo di esprimersi, dal punto di vista di chi legge.
Non si parlava di persone, ma di modi di esprimersi.

A presto


Non credo sia facile prendere contromisure, altrimenti ci vuole poco ad arrivare al ban dopo il primo "cacca". Ognuno ha il suo modo di esprimersi e in fondo basta prendere il buono, se c'è, e ignorare il resto.
_________________
Io sto mentendo. (Eubulide, V secolo a.C.)
Inviato il: 24/5/2010 20:07
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Tarantino, cinema & metavita
#65
Sono certo di non sapere
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Da Fleed / Umon
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Citazione:


La domanda era infatti chiara, e si riferiva al ritenere o meno lecito un modo di esprimersi, dal punto di vista di chi legge.
Non si parlava di persone, ma di modi di esprimersi.

A presto


..magari qualche volta rifletti anche sul modo di provocare

A presto
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Inviato il: 24/5/2010 20:13
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  •  Floh
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#66
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Non vorrei attirarmi addosso sia l'ira di Calvero che quella dei suoi oppositori, ma sento la necessità di farvi notare che vi state focalizando su dettagli inutili, prendendo una minima cosa e ingigantendola fino a farla sembrare una montagna...
Se da una parte le critiche al 1' post di Calvero necessitavano delle argomentazioni più solide e meglio costruite, la reazione dell'autore del thread alla loro mancanza è stata spropositata.
Non mi riferisco all'etichetta, alla volgarità, non penso che qualcuno si sia scandalizzato di fronte ad essa, la quale per esprimere certi concetti con la giusta forza è necessaria, ma bensì al fatto che una reazione simile non può certo incoraggiare un'analisi del cinema Tarantiniano che già prima delle offese non era stata elaborata...
Insomma ragazzi, bisogna pori una domanda, intendiamo entrare nel merito della quastione o vogliamo continuare a battibeccare, a insultarci senza un fine ultimo se non il denigramento?
Faccio perciò una proposta.
Qualcuno ha esagerato, altri sono stati poco corretti, nulla di male, dimostriamo di essere intelligenti, e voltiamo pagina ricominciando la discussione concetrandoci sul vero argomento da dibattere: Tarantino.
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Inviato il: 24/5/2010 20:31
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  •  Red_Knight
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#67
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Citazione:
concetrandoci sul vero argomento da dibattere: Tarantino.


Ok, comincio io. Una domanda per gli estimatori di Quentin Tarantino: quanto e in che modo vi sentite arricchiti dopo la visione di un suo film? Io francamente ogni volta che ne vedo uno mi incazzo contro lo schermo.
Inviato il: 24/5/2010 20:34
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  •  Floh
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#68
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@ Calvero

Riguardo alla comparazione tra Tarantino e Ritchie mi trovo in totale disaccordo.
Si tratta doi registi i cui film si muovono su lunghezze d'onda differenti, auna velocità differente, Trantino è più lento e vi sono meno colpi di scena, inquadratue meno elaborate, personaggi meno grotteschi e più realistici, ma soprattutto ciò che li distanzia molto e la comicità che si riesce a percepire durante alcune scene dei film di Ritchie, a volte alcune sue scene fanno davvero ridere mentre in Tarantino la cosa non succede...
A mio vedere Ritchie se lo mangia Tarantino.
Che ne pensi?
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Inviato il: 24/5/2010 20:36
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  •  captcha
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#69
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Citazione:
...ma a Quintino che, tanto per cambiare, è lo stesso solito simpaticone che tiene in ostaggio il sito da mesi.

Però! Uno, nessuno e centomila.
Inviato il: 24/5/2010 20:37
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  •  Calvero
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#70
Sono certo di non sapere
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Citazione:

Red_Knight ha scritto:
Citazione:
concetrandoci sul vero argomento da dibattere: Tarantino.


Ok, comincio io. Una domanda per gli estimatori di Quentin Tarantino: quanto e in che modo vi sentite arricchiti dopo la visione di un suo film? Io francamente ogni volta che ne vedo uno mi incazzo contro lo schermo.


..io mi sento arricchito in primis dai film di Bergman, Thomas Anderson e Charlie Chaplin. Non da Tarantino. Dai film alla tarantino apprezzo l'arte cinematografica, né più né meno. Quel che ci tengo a sottolineare è che la capacità artistica di Tarantino nel sviscerare dagli attori stati emotivi che a tutti appartengono, fa egregiamente quello che certa Arte deve fare: provocare. I due episodi di Kill Bill spostano una lente di ingrandimento sulle banalità umane e le loro ridicolaggini, l'amore materno viene rivendicato attraverso la vendetta di una privazione. L'amore fraterno viene messo in gioco dall'onore. Le situazioni surreali si accalcano mettendoci in mostra quel che in maniera rara comunque avviene nella vita moderna, con tutte le sue assurdità.

Io amo la struttura e la forma e il linguaggio cinematografico che costruisce sequenze magiche e inanellate con grande capacità. In Jackie Brown e in Death Proof la componente psicologica della bassezza umana, nonché i momenti romantici, sono pochi ma toccanti.. così come lo sono nella vita.
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Inviato il: 24/5/2010 20:47
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  •  Calvero
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#71
Sono certo di non sapere
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Citazione:

Floh ha scritto:
@ Calvero

Riguardo alla comparazione tra Tarantino e Ritchie mi trovo in totale disaccordo.
Si tratta doi registi i cui film si muovono su lunghezze d'onda differenti, auna velocità differente, Trantino è più lento e vi sono meno colpi di scena, inquadratue meno elaborate, personaggi meno grotteschi e più realistici, ma soprattutto ciò che li distanzia molto e la comicità che si riesce a percepire durante alcune scene dei film di Ritchie, a volte alcune sue scene fanno davvero ridere mentre in Tarantino la cosa non succede...
A mio vedere Ritchie se lo mangia Tarantino.
Che ne pensi?


Tarantino non è più lento. Lento è Thomas Anderson. Tarantino carica le situazioni come con una fionda. Ritchie le ricalca più su personaggi stereotipati che gli sono cari, ma li ripete ciclicamente... mentre nella regia è più dinamico.

Tra il grottesco e il realistico, non vi è obiettivamente un fattore negativo o positivo da applicare. Altrimenti i quadri di Van Gogh sarebbero merda. Poi come sai il senso dello humor è diverso in ognuno di noi. Infatti, per fare un analogia, Ritchie sta a Tarantino (nel far ridere) come Black Edwards sta a Woody Allen..

...sono ironie che scavano diversamente nelle metafore cinematografiche.

Per il resto ho dato la mia opinione sopra a completamento tra i due autori. Ma non puoi nemmeno avvicinarti al realismo con Ritchie, come lo intendi tu, mi spiace (la questione splatter non è solo quella che identifica il realismo) poiché come si inanellano le situazioni nei film di Ritchie e le coincidenze che guidano i protagonisti, sono ben al di là della vita reale.

Ad esempio la struttura cronologicamente scorporata negli avvenimenti è perfezionata nel cinema di Tarantino e non in Snatch ad esempio, di cui ne è debitore ...nero su bianco
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Inviato il: 24/5/2010 20:55
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  •  Floh
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#72
Dubito ormai di tutto
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Tarantino non è più lento. Lento è Thomas Anderson.

Non dico che Trantino è lento, dico che lo è rispetto a Ritchie.

Ritchie le ricalca più su personaggi stereotipati che gli sono cari, ma li ripete ciclicamente...

Insomma, i personaggi sono sempre un po bizzarri, ma da qui a dire che sono ricalcati...le situzioni presentate nei suoi film, pur riguardando sempre l'ambiete della malavita, si evolvono segundo percorsi drasticamente differenti in cui si muovono personaggi ovviamente diversi.

mentre nella regia è più dinamico.

Chapeau

ra il grottesco e il realistico, non vi è obiettivamente un fattore negativo o positivo da applicare.

Ovvio, dipende il fine che vuoi raggiungere.

Dico solo che nelle le storie raccontate dai due registi (le quali nella linea conduttrice generale sia assomigliano), il grottesco di Ritchie contribuisce a sdrammatizzare la situazione rendendo la pellicola molto più leggera e meno opprimente.


Infatti, per fare un analogia, Ritchie sta a Tarantino (nel far ridere) come Black Edwards sta a Woody Allen..

il punto è che Tarantino non fa mai ridere (per lo meno a me), il paragone non regge... A sta a B come C non sta a D...

Ma non puoi nemmeno avvicinarti al realismo con Ritchie

Beh...dipende da che film prendi in considerazione...su Lock & Stock - Pazzi scatenati e The Snacht si...ma per Revolver e Rock'nRolla molto meno...

Ps:
non ho ancora visto "Travolti dal destino" e "Sherlock Holmes" che non m'ispira per nulla...
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Inviato il: 24/5/2010 21:26
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  •  yarebon
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#73
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Diciamo che dare contro a Tarantino oramai è un pò anche una moda, capita a chi sale sulle luci della ribalta, non per dire che le critiche sono sbagliate.Comunque in questo caso voglio solo far parlare le immagini, con uno dei suoi personaggi più geniali e spassosi...

http://www.youtube.com/watch?v=8TLsYb4kDA0
Inviato il: 24/5/2010 21:28
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  •  soulsaver
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#74
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Uno dei pochi contributi che Quentino ha dato al cinema, per il resto mi associo al giudizio di paraculaggine estrema che credo sia il suo vero talento.

True Romance - Sicilians

Excerpt da True Romance, scritto da Quentino.
In inglese, quindi voi anglofoni gustatevi uno dei dialoghi migliori del cinema degli anni '90.

Could I have one of those Chesterfields now?

Sure.

You got a... match? No. Wait. No, no.

Don't bother. I got one.
- You're Sicilian, huh?

- Yeah. Sicilian.

[ Chuckling ]
You know... I read a lot, especially about things-- about history.
I find that shit fascinating. Here's a fact I don't know whether you know or not.
Sicilians were spawned by niggers.

Come again?

No, it's-- it's a fact.
Yeah. You see, uh, Sicilians have, uh,
black blood pumping through their hearts.
If you-- If you don't believe me, uh, you can look it up.
Hundreds and hundreds of years ago, uh, you see, um,
the Moors conquered Sicily. And the Moors are niggers.
You see, way back then, uh, Sicilians were like, uh,
wops from northern Italy.
They all had blond hair and blue eyes.
But, uh, well-- then the Moors moved in there, and...
well, they changed the whole country.
They did so much fucking with Sicilian women...
that they changed the whole bloodline forever.
That's why... blond hair and blue eyes became black hair and dark skin.
You know, it's absolutely amazing to me...
to think that to this day, hundreds of years later, that-- that Sicilians...
still carry that nigger gene.
Now, this-- No, I'm quoting history.
It's written. It's a fact. It's written.

- I love this guy.
- No.

Your ancestors are niggers. Huh?

Hey.

Yeah.
And-- And your great-great-great-great- grandmother... fucked a nigger.
Yeah. And she had a half-nigger kid. Now, if that's a fact, tell me, am I lying?
'Cause you-- you're part eggplant.
Huh? Hey, hey, hey.

You're a cantaloupe.

That's beautiful.
I haven't killed anybody...
since 1984 .
_________________
Free from the need to be free "Mommy what's a Funkadelic, George Clinton 1970"
Inviato il: 24/5/2010 23:54
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Tarantino, cinema & metavita
#75
Sono certo di non sapere
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Sarei anche lieto di vedere i segnali di questa "paraculaggine" di Tarantino: riuscirei così a comprendere molto più profondamente quel che ora starei difendendo in maniera errata.

La paraculaggine nel cinema è distinguibile quando si scimmiotta un CULT. Non solo, ma quando si prendono delle strutture stilistiche e gli si appiccicano sopra dei personaggi di serie zeta. Si crea uno spauracchio senza spessore, senza stile, senza copione, senza movente. Basta vedere gli scimmiottamenti dopo Matrix. O dopo il primo Rambo. Quelle sono paraculaggini.

La critica profonda richiede di saper distinguere tra termini i cui confini sono assai labili. Ma se non vogliamo cercarli, tanto vale che ci mettiamo a dire a me è piaciuto questo e questo no, questo mi sta sulle balle e questo no, questo mi fa ridere e questo no. Cose, queste, sacrosante... guai se mancassero! ma che devono giustamente essere messe da parte se vogliamo criticare alla sbarra un idea, un sogno, un film, una vicenda in maniera lecitamente tecnica e filosofica. Cose anche queste che fanno parte del gioco. E affatto pindariche, né tanto meno da quattro soldi o elitarie.

Lo snobbismo elitario centra un beato cazzo con questi discorsi. Lo snobismo elitario impone che il cinema d'autore è cinema. Punto. Tutto il resto è intrattenimento. Per fare solo un esempio. Cosa questa che non sostengo. Lo snobismo elitario o radical schic dei miei stivali ( che ne è per certi versi l'estremo opposto) impone che Blade Runner, criticato con questi canoni, dovrebbe essere elevato a simbolo di un cinema che deve ritornare o che rappresenta un incompresa opera che gli altri non vorrebbero comprendere. E nulla di tutto ciò è insito, neanche tra le righe, nel mio Topic originale. Ma và ben al di là...

Le storie d'amore, fondamentalmente sono assai banali nella loro psicologia: nel momento in cui però si è deciso di mettere a tavolino la cosa tra un richiedente e un altra persona, si sviscerano quei fattori psicologici e si cercano attinenze che solo sul piano personale possono avere sostanza. Non solo, ciò dimostra anche umiltà per mettere in piazza i propri panni e nulla ha a che vedere con il narcisismo, ma con una sana volontà di raccontarsi. Ognuno è libero di farlo come vuole ed è giusto che venga criticato nella sua argomentazione. Argomentando.

E' innegabile che come esiste il critico snob, esiste anche lo spettatore cafone. Opposti e simili. O vogliamo negarlo? Se ci si sforza di usare un linguaggio profondo, che si usa raramente, non significa volersi elevare a Dottori: significa cercare strade diverse per affrontare un tema che sin dall'inizio ha palesato un indirizzo metafisico e filosofico. Prendere e argomentare se si è interessati; o lasciare se non si è interessati. Gli sbadigli e i processi alle intenzioni sono OT, se non sono argomentati. Nonché provocazioni.

Arrivare al punto di sostenere metafore come con << i pompini a vicenda >> (cose che richiedono due persone), è una maniera elegante per ferire qualcuno con la consapevolezza che il Topic iniziale ha mostrato quantomeno un impegno per esaudire una richiesta altrui. In primis si è mancato di rispetto a Gronda e non a me. Eh.. già... quello dei << pompini a vicenda >> .. invece è un ottimo intervento per dare la giusta visione d'insieme e portare gli equilibri in un albero della discussione... Con gli eufemismi, poi, che ti dicono tra le righe che sei un coglionazzo radical shic (perché questa è l'accusa e lo sanno tutti) - io non rispondo certo a eufemismi. Queste moralizzazioni intellettuali dei miei coglioni, le tratto come vanno trattate. Io non ho accusato nessuno col mio Topic di fare parte della plebaglia, e la sottile offesa per cui non si ha dignità a condividere certe opinioni, porta i suoi frutti. La plebaglia esiste, intanto: ma certo entrare nei meccanismi di una riflessione filosofica cinematografica e intimista non significa disprezzare qualcun'altro. Io non l'ho fatto. Ha iniziato qualcun'altro a farlo, aprendo un processo veramente elitario, poiché basato su un concetto mai supportato e senza argomentare; facendo processi alle intenzioni gravi e denigratorie e sempre senza argomentarle coerentemente. Non ho aperto riflessioni dualistiche e non ho forzato nessuno sotto nessuna bandiera. IO. Poi, devo sentirmi dire che se chiedo scusa mi farebbe onore, quale onore?

Le strutture registiche portate da Tarantino possono essere criticate in maniera negativa, ci mancherebbe. Ma arrivare al punto di dire << Tarantino chi? >> è un esasperazione priva di ogni merito che una sana disamina non potrebbe ami accettare.

Sulla spina dorsale di un cinema in parte perduto (forse è anche giusto così) Tarantino ha evoluto situazioni nuove e messo in mostra anche l'inutilità di certi paradigmi passati. Che, sì, riguardandoli ci sentiamo come ritornare alle origini, ma che anche hanno fatto la fortuna di molti film di merda. Girandola come si vuole lo spessore artistico dei suoi film è degno di nota; piaccia o non piaccia il confezionamento di molte storie è frutto di rara maestria. Se qualcuno, prima di lui, è stato antesignano, chi mai lo ha messo in dubbio? io no. A suo volta quegli antesiniani hanno trovato motivo di evolvere e ispirarsi ad altre strutture. Fino ad arrivare al cinema delle origini con Griffith, Chaplin, e molti altri... ma dare colpe, in questo senso a chi è venuto dopo, è limitante nel momento in cui si vuole mettere a fuoco questa tematica. Lo stesso Chaplin devo molto al teatro Vaudville (non ricordo se si scrive così) e alle sue vicende personali.

La voglia di essere sorpresi ha fatto sì che si mancasse a saper gustare attentamente un certo cinema. La voglia di essere intrattenuti.
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#76
Dubito ormai di tutto
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Buongiorno a tutti,

mi permetto di intervenire visto che si parla di cinema:

Citazione:
La paraculaggine nel cinema è distinguibile quando si scimmiotta un CULT. Non solo, ma quando si prendono delle strutture stilistiche e gli si appiccicano sopra dei personaggi di serie zeta. Si crea uno spauracchio senza spessore, senza stile, senza copione, senza movente. Basta vedere gli scimmiottamenti dopo Matrix. O dopo il primo Rambo. Quelle sono paraculaggini.


Più che altro quelle sono operazioni commerciali abbastanza esplicite; la paraculaggine a mio avviso è ben altro. Quando ci si maschera dietro alla pretesa di una ricerca autoriale confezionando invece un'opera manieristica o un'esercizio di stile.

Credo che la paraculaggine venga dai registi professionisti più che dai beceri o dagli artigiani di mezza vigogna; da quelli cioè che meglio conoscono e sanno utilizzare e interpretare il mezzo cinematografico. Nello studio della narrativa e della sceneggiatura cinematografica così come nello studio del linguaggio dell'immagine ci sono tutti i trucchi, i clichè, le regole per ogni illusione si voglia trasmettere al pubblico e chi le padroneggia, può facilmente camuffare una paraculata da un'opera d'arte.

Chi per altro è un pò smaliziato, gli addetti ai lavori, chi insomma queste tecniche le conosce e ci lavora, sa certamente capire molto meglio dove sta il genio e dove sta il paraculo; il resto, sono tutte opinioni del pubblico.

Questa la mia modesta opinione.

Citazione:
Sarei anche lieto di vedere i segnali di questa "paraculaggine" di Tarantino


Potrebbe interessarti allora questa recensione a "Bastardi Senza Gloria":

Inglourious Fusil, ovvero del parlare d’altro

Apoteosi postdisneyana che affoga il cinema nella cinefilia, Inglourious Basterds è opera tematicamente blindata (la vendetta ebraica), esteticamente cingolata (cinemascope a colori Miramax) e teoricamente inattaccabile (il Cinema raddrizza i torti della Storia). Come raccontare allora la sensazione di rigidità, compiacimento ed estenuazione che ho provato a partire dal secondo capitolo di Bastardi senza gloria? Il modo più ovvio sarebbe quello di concentrarsi sui singoli aspetti del film che a mio avviso non funzionano (il più appariscente dei quali consisterebbe nella ventiseienne Mélanie Laurent, clone malriuscito di Uma), ma temo che questa strada mi porterebbe ad un goffo elenco di impressioni soggettive tanto meticolose quanto opinabili. No. Meglio parlare d’altro. Anziché lamentarmi inutilmente che Inglourious Basterds è talmente appannato dalla cinefilia (da Pabst a Schrader passando per Clouzot e Castellari in alta uniforme) da impedire al cinema di venire a galla, parlerò di un altro film. Un film del 1975 di Robert Enrico, regista e sceneggiatore francese attivo soprattutto negli anni ’60 e ’70, che presenta alcune analogie con quello di Tarantino.
Tradotto in italiano con un titolo di sublime demenzialità (Frau Marlene), Le Vieux Fusil è, mi si passi l’espressione, uno slasher bellico a tematica vendicativa: nella Francia del 1944 occupata dai nazisti, ad un chirurgo sensibile e coscienzioso (interpretato da Noiret) viene trucidata la famiglia (moglie e figlia) da una squadra di SS. Sconvolto dal dolore e stravolto dalla crudeltà del massacro (l’intero villaggio è stato sterminato), il pacifico chirurgo recupera il vecchio fucile del padre (donde il titolo originale) e si trasforma in una macchina da guerra eliminando uno dopo l’altro i responsabili dell’eccidio. Spazio chiuso (il castello di proprietà del chirurgo), presenza simultanea di tutti i colpevoli e trappola punitiva: le parziali assonanze con Bastardi senza gloria non possono non colpire. Ma non è tutto: anche ne Le Vieux Fusil compare la componente metafilmica (i nazi guardano un filmino vacanziero trovato nel castello) e la narrazione è intercalata da flashback che illustrano il passato della famiglia Dandieu. E, dulcis in fundo, la vendetta nei confronti del maggiore responsabile della carneficina è specularmente incendiaria: nascosto dietro un falso specchio, il chirurgo punta il lanciafiamme verso l’ufficiale delle SS posizionato di fronte a lui e lo investe con una vampata mortale, bucando la superficie riflettente. Curioso, nevvero?
Liberamente ispirato al massacro di Oradour-sur-Glane del 10 giugno 1944 (il più grande massacro di civili commesso in Francia dalle truppe naziste, costato la vita a 642 vittime e piuttosto simile alla strage di Marzabotto perpetrata in Italia), Le Vieux Fusil è un film di esasperato patetismo e ferocia fuori parametro. I flashback sbriciolano il muro del sentimentalismo con lacrimosa sfrontatezza (acuita dalla commovente bellezza di Romy Schneider che interpreta madame Dandieu) e la vendetta del chirurgo non conosce tentennamenti o esitazioni di sorta, degenerando in vero e proprio body count (i nazi vengono fatti fuori nei modi più svariati: dalle fucilate iniziali al lanciafiamme finale, passando per una testa fracassata su un lavandino e per un duplice annegamento nei sotterranei). Straordinario successo di pubblico in patria (3.400.000 spettatori), è inoltre il primo film francese in assoluto ad aver ricevuto il premio César (tre a dire il vero: Miglior film, Miglior attore – Philippe Noiret – e Miglior musica – François de Roubaix) e nel 1985 è stato addirittura insignito del prestigiosissimo César des Césars (unico film ad aver ricevuto tale riconoscimento insieme a Cyrano de Bergerac di Jean-Paul Rappenau del 1990). Trovate questo commento spudoratamente cinefilo, scarsamente incisivo e un po’ paraculo? È la stessa sensazione che ho provato io guardando Inglourious Basterds.

PS- Giusto un paio di osservazioni più centrate: la prima riguarda la bellicosa cerimonia di vestizione di Shosanna sulle note della “bowieschraderiana” Putting Out Fire. Girata come un video anni ’80 hitchockianamente predisposto (la scena nel foyer del cinema, con i suoi fastosi movimenti di macchina, non fa molto Notorious?), è la sola sequenza che mi pare comunicare limpidamente allo spettatore l’esaltazione tarantiniana che troppo spesso resta ingolfata. La seconda invece ha a che fare con una curiosità prettamente cinefila: per chi si domandasse dove diavolo sia Enzo Castellari, visto che di remake Bastardi senza gloria ha giusto il titolo originale (modificato), ebbene il più americano dei registi italiani interpreta un ufficiale in alta uniforme (bianca) che si vede nell'atrio del cinema di Shosanna. Si indovina una prima volta, leggermente fuori fuoco e in secondo piano, mentre Bridget von Hammersmark (Diane Kruger) confabula con Aldo Raine (Brad Pitt), Donny Donowitz (Eli Rth) e Omar Ulmer (Omar Doom). Poi, quando Landa (Christoph Waltz) si unisce al quartetto, Castellari è spesso al centro dell'inquadratura e legge il programma della serata, anche se rimane sempre in secondo piano. Se non vado errato, si scorge anche una cameriera che gli offre qualcosa da bere ma lui rifiuta gentilmente. Vado a memoria, sicché la descrizione della dinamica della sequenza va presa con beneficio d'inventario, ma quel personaggio è l’inconfondibile autore di Quel maledetto treno blindato.
Alessandro Baratti

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Re: Tarantino, cinema & metavita
#77
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Ciao Music-Band. Benvenuto nella ressa.

Intanto la tua modesta opinione è modesta quanto la mia Quindi partiamo da questo medesimo presupposto. Sia chiaro: ho difeso quello per cui mi hanno accusato, ma non ho difeso nessuna cattedra.

Peccato che tu, fondamentalmente, mi porti qui il pezzo di un altro e non esponi a parole tue il tuo pensiero. Avrei apprezzato lo sforzo. Fa una bella differenza profondersi in simili discorsi, e dopo si capisce come se li è sudati...

comunque, la critica è costruttiva e...

Citazione:


Più che altro quelle sono operazioni commerciali abbastanza esplicite; la paraculaggine a mio avviso è ben altro. Quando ci si maschera dietro alla pretesa di una ricerca autoriale confezionando invece un'opera manieristica o un'esercizio di stile.


Questo sarebbe vero se Tarantino avesse detto che lui è un autore fine a sé stesso. Lui si vanta di fare metacinema. Punto. Questo lo rende onesto. Che non significa che lo rende geniale, o meglio di chissà quanti altri, ma onesto ..né più né meno. Non solo lo dichiara ufficialmente e non, ma anche le citazioni sono volutamente esplicitate al pubblico nelle sue opere. Quindi non si può parlare neanche della paraculaggine così come la intendi tu. Senza contare che quelle che tu chiami operazioni commerciali non si esauriscono lì, ma lasciano una terreno fertile per far proliferare un cinema di paraculaggine... ed è vera paraculaggine, nonché patetica. E dietro a quelle operazioni commerciali ci sono registi, non ci sono automi; che comunque tentano l'arrampicata al successo disonestamente = paraculaggine


Citazione:

Potrebbe interessarti allora questa recensione a "Bastardi Senza Gloria":

Inglourious Fusil, ovvero del parlare d’altro

Apoteosi postdisneyana che affoga il cinema nella cinefilia, Inglourious Basterds è opera tematicamente blindata (la vendetta ebraica), esteticamente cingolata (cinemascope a colori Miramax) e teoricamente inattaccabile (il Cinema raddrizza i torti della Storia).

... CUT ...

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1) Allora prima di andare avanti, diciamo che qualcosa non è stato compreso del mio Topic originale di cui pare che molti abbiano letto chissà dove << Tarantino è IL genio del cinema? >>, mentre, lo ricordo, e scusa se è poco, il titolo è << Tarantino, cinema & metavita >>, giusto? . Grazie alla gratuità di qualcuno le cose interessanti che volevo sviscerare sono andate a puttane.

2) per me Inglorious Basterds non è il Film riuscito di Tarantino, anzi, a riprova che non lo dico per farmi bello, riporto quel che ho detto qualche Post fa:

..Citazione:
E anche lui, come Tarantino, con Sherlock Holmes inciampa in cadute di stile da paura, come tarantino con Bastardi Senza Gloria. Entrambi Film che hanno un notevolissimo spessore registico, ma che vengono ingoiati nell'epilogo in una dilatazione della loro stessa capacità registica.


3) Quanto sopra, l'ho scritto ieri. Quindi credo possa far riflettere abbastanza sul fatto che non sto difendendo a spada tratta nessuno. Ho anche scritto che Tarantino non mi arricchisce: lo fa Thomas Anderson al limite, e anche questo dovrebbe dire qualcosa su come mi sono sforzato di impostare il Topic. Ma pare che sia più l'odio verso Tarantino a muovere le parole, piuttosto di argomentare le mie riflessioni, che poi erano filosofiche in relazione al Cinema di Tarantino.. che era ed è altra cosa..

4) Visto che citi un pensiero altrui, non vado a cercare un pensiero opposto. Non mi interessa giocare a Tennis, ma posto (non è mio stile) una critica altrui; una critica interessante:

La Memoria è diventata una sorta di esperienza audiovisiva collettiva”(1) ciò sarà sempre più evidente nelle prossime generazioni. Il Film trattato in questa sede sembra però prendere delle posizioni paradossali, esso ci mostra ciò che non è mai stato rappresentato,in quanto mai immaginato, cioè la rappresentazione di ciò che non è accaduto. Se in un certo senso lo strumento cinema si ritrova parzialmente limitato nel restituirci una memoria oggettiva, tuttavia ci dà una variante completamente stravolta, che paradossalmente tende quasi a voler sostituire le lacune dei precedenti propositi. Vediamo dunque che la riproduzione cinematografica può tutto. “La macchina da presa ha la capacità di riprodurre una realtà filtrata e trasformata, sia pur al di fuori di una psicologia tradizionale dall’altro lo schermo da un’evidenza inviolabile di ciò che è soltanto pensabile.”(2) Ma la presenza di quel rimosso incolmabile che l’audio-video non può restituire muta, per lo più si ribalta, nel movimento della leva del proiettore effettuato da Shosanna Dreyfus, il raggio di proiezione diventa una vera e propria arma. Cambiando quindi per ribaltamento, o quasi per contrappasso, la finalità dei perseguitati, che una volta mutata, si trasforma nell’attuazione della combustione dei nazisti sotto il fuoco della finzione. Nel loro personale campo di concentramento che è la sala del cinema. L’unica arma che risulta essere efficace.
L’esigenza di voler imprimere una memoria da parte dei bastardi contro i nazisti, arriva a tal punto da prendere lo scalpo del nemico morto e incidere il simbolo dell’eccidio sulla fronte del nemico che sopravviverà, perché potrà raccontarlo. In questo film lo schermo giustifica la moralità attuata dai bastardi attraverso la finzione. Come ad esempio, tra i nazisti del film che sembrano comprendere l’orrore, c'è un soldato, eroe di guerra, ingaggiato per interpretare la parte di se stesso in quanto eroe, un eroe in/di un film, egli oscilla tra una finzione diegetica ed una realtà extra diegetica che sembra riportare lo spettatore ai reali problemi del discorso, quelli legati ad una violenza rappresentata dal film, infatti la proiezione di questo film avviene in entrambe le sale, sia la nostra che la loro.
Il rapporto che s’instaura tra i due poli osservatore e osservato, si raddoppia; l’osservatore partecipa al destino dell’osservato, si muove sul suo stesso terreno, nello stesso campo di forze, ma intrecciando la sua esistenza con l’oggetto del suo sguardo finisce anche col perdere la sua posizione di vantaggio, fino a confondersi con quanto a di fronte.
Abbiamo in definitiva la riascrizione della storia, ma una storia che è possibile vedersi attuata solo all’interno di una sala cinematografica, sia sul piano diegetico che su quello extradiegetico, come a voler dire che in fondo il compito del cinema non è ancora terminato.


---==*==---

Dire che sia un << apoteosi Postdisneyana >> credo proprio che rientri nell'unica cosa giusta che ha lasciato intuire VIPER. Credo che questo tipo di critica sia mosso più dall'invidia. Credo che sia ancora da dimostrare quanto il citazionismo e il metacinema sia deleterio all'arte.. Non solo: se non si hanno amore e forza artistica, non si possono spostare neanche i sassolini di un certo cinema tanto ricercato.


Citazione:

PS- Giusto un paio di osservazioni più centrate: la prima riguarda la bellicosa cerimonia di vestizione di Shosanna sulle note della “bowieschraderiana” Putting Out Fire. Girata come un video anni ’80 hitchockianamente predisposto (la scena nel foyer del cinema, con i suoi fastosi movimenti di macchina, non fa molto Notorious?)


..oooohhh e quindi?? ottimo sofismo, nel dire una verità e poi dargli un valore negativo ..eh mmmhhhh.. su quale base di grazia? << girata come un video anni 80 >> e quindi? dov'è lo schifoso approccio registico? Invece è geniale come ha intassellato questi momenti e ha dato vita ad un ennesima partita a scacchi di cinema nel cinema: eccezionale.

Premettendo che la settima Arte è fatta di furti, citazioni, ispirazioni, tendenze, bisogna ammettere che il Cinema è di per sé paraculo e Tarantino ne sublima semplicemente la tendenza.

Chiudo il discorso dicendo che l'ultimo di Tarantino è il Film che mi è piaciuto meno, e che non è né un capolavoro né un cult. Il resto è scritto nel topic iniziale, quello su cui fondamentalmente non si è voluto ragionare.
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  •  soulsaver
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#78
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Citazione:
Soulsaver: Uno dei pochi contributi che Quentino ha dato al cinema, per il resto mi associo al giudizio di paraculaggine estrema che credo sia il suo vero talento.

Quindi non esprimo giudizi di sorta sul "regista" Tarantolato, affermo, dal basso della mia ignoranza cinematografica, la sua qualità principale: la paraculaggine.

Citazione:
Premettendo che la settima Arte è fatta di furti, citazioni, Calvero: bisogna ammettere che il Cinema è di per sé paraculo e Tarantino ne sublima semplicemente la tendenza.


Mi sbaglio o siamo più o meno d'accordo?!?
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#79
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Credo che tu abbia equivocato il mio post, Calvero:

il mio pensiero riguardo cosa è paraculaggine nel cinema era in risposta alla tua definizione di tale pratica e non riguardava nello specifico Tarantino.

Allo stesso modo, il riportarti la recensione di Baratti era in risposta alla tua domanda: "Vorrei capire dove sta la paraculaggine di tarantino"; recensione che ho fatto precedere da: "Potrebbe allora interessarti questa".

Non c'erano quindi allusioni al tuo primo post (che non ho letto essendo stato attirato da quello in cui esponevi tali domande e definizioni) nè tantomeno la voglia da parte mia di esprimere un mio giudizio su Tarantino con le parole di un altro.

Per quanto mi riguarda, l'unico film di Tarantino che mi è piaciuto è stato: "Pulp Fiction" anche se non posso scrollarmi di dosso l'idea che il personaggio sia soltanto un becero con un talento nell'usare il mezzo cinematografico. Il linguaggio volgare ma anche spiritoso che utilizza mi sembra non sia un modo originale di scrivere dialoghi quanto la sua vera natura messa letteralmente in scena. Una natura mediocre e ignorante da ragazzotto americano cresciuto ad hamburger e filmetti di serie B. Sentirlo parlare nelle interviste, quando il massimo del suo linguaggio aulico per descrivere il cinema dei grandi che tanto ama è ridotto a sentirsi orgoglioso di urlare al direttore della fotografia: "Fammi un Sergio Leone" al posto di dire: "Fammi un primissimo piano", la dice lunga su cosa deve aver capito del cinema. Si è evidentemente fermato alla forma lasciando da parte la sostanza. Ecco allora che mi si spiega anche il lungo dialogo di pulp fiction in cui un John Travolta spiega orgoglioso come si chiama in Francia un hamburger al formaggio, specchio probabilmente di ciò da cui rimane colpito Tarantino e da ciò che riesce ad elaborare quando ha a che fare con quella che secondo lui dovrebbe essere la cultura.

Quindi può far sorridere vedere due personaggi che litigano sul concetto: "leccargliela a una troia non è lo stesso fottuto campo da gioco" ma in definiva ho la sensazione di assistere all'orrore di un film dei vanzina messo giù con una confezione più elegante, anzi no, direi mascherato da opera di metacinema, citazionistica con autocompiaciuti esercizi di stile visivo.

C'è da dire che la "forma" di tarantino nella narrazione a flashback che funziona bene per pulp, meno per gli altri, l'uso del revival nelle musiche, nelle situazioni, anche nel modo stesso di impostare certe sequenze colpisce sicuramente e funziona bene nel provocare deja-vu nel pubblico.

Ma appunto un talento per quanto riguarda la forma che non basta a mio parere a decretare Tarantino nuovo genio del cinema. L'impressione che mi rimane, è appunto quella del becero che vorrebbe mostrarsi acculturato ma non riesce a dire nulla di più intelligente di: "Fammi un Sergio Leone"
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Inviato il: 26/5/2010 13:10
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#80
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Grazie per la risposta. L'ho apprezzato. Ma come credo tu possa immaginare, non posso essere d'accordo sulla linea di quanto hai esposto. Non posso perché non è certo a simpatia che difendo la mia tesi...

Tu hai enfatizzato un aspetto reale del suo cinema, ma ne hai tralasciati molti altri.

Io credo che tu sappia benissimo, che quando qualcuno intervista Tarantino (come per altri ma soprattutto per lui, per ovvi motivi, e soprattutto in Italia) il 95% delle domande sono preconfezionate. Credo che le risposte di Tarantino siano nel Cinema e non nelle interviste, che non sono interviste poi ma code promozionali.

Negli inserti speciali di Star Wars c'è un passaggio in cui George Lucas parla ai suoi tecnici e dice che se Sergio Leone ha fatto fare il duro a Fonda, noi lo possiamo farlo fare a Yoda. Estrapolando questo passaggio si può dire tanto e anche quasi niente...

Mi spiace se ho equivocato in parte il tuo post, ma la linea generale che abbraccia è quella per cui ti sei avvicinato al nocciolo della questione. A me le frasi << non sono lo stesso fottuto campo da gioco >> non mi fanno neanche sorridere, ma in quel tipo di sequenza invece ci vedo la descrizione di un degrado suburbano messo sotto una lente di ingradimento surreale. Ci vedo un percorso artistico intelligente che se è una furbata, allora ogni percorso artistico è una furbata a modo suo. Mi spiace ma proprio non mi trovo d'accordo su questa ghettizzazione dei ruoli. Trovo romanticissimo il personaggio di Travolta e delicato quello della Thurman. Magico e quasi inafferrabile quello di Walken e dolcissima la carica emotiva trascinata dal bambino fino all'evoluzione adulta di Butch: il tutto inserito in passaggi Noir e grotteschi, dove la ricerca di una vendetta, qualsiasi essa sia dà vigore e pathos alla violenza e alla struttura delle vicende. Tutto questo è opera di un grande cineasta con un preciso senso della misura dei tempi emotivi e di quelli del montaggio. Ogni ghettizzazione si inabissa ed è soltanto fumosa in questo senso.

Il "processo" al Tarantino bambino che gioca ai B Movie, è una questione di pelle, che, giustamente, può infastidire lo spettatore come no: in ogni caso è un sintomo psicologico perché si conosce l'autore anche come personaggio eclettico e infantile, ma non legittima né delegittima ..l'autorevolezza di un percorso stilistico.

In Jackie Brown si ha una prova matura di fermare - come in un frame - una città dove i personaggi sono incastonati con rigore. Quasi al rallentatore, ma con il dinamismo del copione perfetto. Se lui ha la peculiarità di inquadrare quel mondo e di esprimerlo anche con un tipo di metacinema, non mette valori negativi sulla sua capacità artistica. Avoglia a cantare "la Ida": di riuscire a costruire racconti del genere bisogna essere capaci e innamorati, che non significa paraculi e fissati.

<< Le jene >> ha rinnovato un genere trasformando le strutture del classico << La Rapina >> immettendo quello che secondo me è stato il suo vero e unico PULP. La denigrazione della "forma" sulla "sostanza" e/o viceversa, nel Cinema è un errore psicologico se così la si vuole criticare. Non c'è nessuna pretesa super-intimista nel cinema Tarantiniano e la forma è maestra e nel produrre questa forma bisogna essere registi di classe. La forma nel Cinema spesso trascende alla sostanza o viceversa. Hitchcock era altalenante anche lui in queste tematiche. Kusturica stesso potrebbe non aver detto mai nulla....

Il problema della critica a Tarantino a mio vedere è inquinata dalla massa ignorante che lo ha elevato a qualcosa che non è. Anche in Death proof c'è una tenerissima metafora sociale che palesa una anacronistica visione della vita nella società moderna. Questa simbiotica relazione nelle due parti del film è anche fotografata dal personaggio di Russel, che si brucia nella sua stessa verità di vendicatore perché debole, frustrato. La morte delle ragazze nello scontro con l'autovettura di Russel non è una parte Trash... è quell'ineluttabile sensazione che è presente anche nella vita, che la morte può essere impersonale senza senso. Quasi senza movente. Nella lettura di questo cinema si trasfigura un passaggio che scotta della nostra società. Una imbarazzante realtà fatta di eccezioni, che Tarantino accomuna attraverso un linguaggio metacinematografico. Qualcosa di bello, romantico e genuinamente nostalgico.
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Inviato il: 26/5/2010 15:32
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#81
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Per rispondere correttamente alle tue affermazioni perentorie e un pò arbitrarie dovrei farti una completa analisi testuale su Pulp Fiction; ma in tutta onestà non ne ho molta voglia, è una cosa che mi porterebbe via troppo tempo e potrebbe facilmente degenerare in una discussione su chi è più approfondito o ne sa di più di cinema.

Sono confronti che sinceramente non mi interessano, ti lascio volentieri e giustamente le tue idee; ho voluto esprimerti la mia opinione generale su tarantino dato che sembravi interessato a conoscerla.

Grazie delle risposte
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Inviato il: 26/5/2010 23:57
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#82
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Citazione:


Per rispondere correttamente alle tue affermazioni perentorie e un pò arbitrarie


perentorie perché credo in ciò che dico?? l'impegno messo per cercare di rendere chiaro quel che penso non lo trovo arbitrario, neanche un po'

Citazione:

dovrei farti una completa analisi testuale su Pulp Fiction; ma in tutta onestà non ne ho molta voglia, è una cosa che mi porterebbe via troppo tempo e potrebbe facilmente degenerare in una discussione su chi è più approfondito o ne sa di più di cinema.


sono d'accordo, anzi sono il primo a dire che in questi termini, la cosa sarebbe dovuta partire da un altra prospettiva..

Citazione:

Sono confronti che sinceramente non mi interessano, ti lascio volentieri e giustamente le tue idee; ho voluto esprimerti la mia opinione generale su tarantino dato che sembravi interessato a conoscerla.

Grazie delle risposte


beh, non mi pare che abbiamo parlato di aria fritta, d'accordo o meno, credo che se qualcuno abbia seguito con interesse questi ultimi passaggi in qualche modo ha certamente avuto una visione di insieme corroborante sulla faccenda.


Ti ringrazio anch'io per la pazienza
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Inviato il: 27/5/2010 0:35
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#83
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SANTARUINA: "Un'altra cosa per tutti coloro che seguono luogocomune, magari da qualche anno. Vi sembrano accettabili certi interventi nel nostro sito (mi riferisco al commento 44)? Una sorta di sondaggio interno."

Proprio tu che conosci luogocomune da molti anni, dovresti sapere che in casi del genere chiedo di essere avvisato immediatamente da parte di chi viene insultato.

Perchè non lo hai fatto, invece di lanciare addirittura un "sondaggio interno" sulla questione?

***

AVVISO PER TUTTI:

DA QUESTO MOMENTO CHIUNQUE FARA' COMMENTI PERSONALI DI QUALUNQUE TIPO, SARA' SOSPESO SENZA PREAVVISO. QUESTO VALE PER TUTTI GLI UTENTI, E PER TUTTI I FORUM DEL SITO.

MASSIMO MAZZUCCO
Inviato il: 27/5/2010 2:47
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#84
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... a discernimento di questo RESET e riprensione anche personale, con la speranza che altri agenti provocatori (non solo in questo Topic e Mazzucco credo sappia di chi parlo) vengano redarguiti come meritano in valore di quel << TUTTI >> che Massimo ha citato,

... chiedo scusa a Santaruina

se vuole accettarle; se non volesse farlo, per me non perdono la sincerità con cui le ho chieste
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Inviato il: 27/5/2010 11:09
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#85
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Citazione:

Redazione ha scritto:
SANTARUINA: "Un'altra cosa per tutti coloro che seguono luogocomune, magari da qualche anno. Vi sembrano accettabili certi interventi nel nostro sito (mi riferisco al commento 44)? Una sorta di sondaggio interno."

Proprio tu che conosci luogocomune da molti anni, dovresti sapere che in casi del genere chiedo di essere avvisato immediatamente da parte di chi viene insultato.

Perchè non lo hai fatto, invece di lanciare addirittura un "sondaggio interno" sulla questione?



Hai ragione Massimo, avrei dovuto.
Se fosse stato qualcun altro ad avere ricevuto tali epiteti e mi ci fossi imbattuto ti avrei avvistato, ma essendo io il destinatario mi sembrava di fare come i bambini che corrono dalla maestra perchè gli hanno rubato la merenda.

Avrei dovuto comunque avvisarti perchè la questione riguardava sopratutto il sito, non solo me.

Per quanto mi riguarda, le scuse di Calvero le accetto senza problemi.

A presto
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Inviato il: 27/5/2010 13:59
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#86
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CALVERO, SANTARUINA: Ottimo.

Grazie a tutti, allora, e ... adelante!
Inviato il: 28/5/2010 1:43
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#87
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parliamo di cinema
partiamo dagli anni 80
vorrei conoscere un non paraculo (uno che non si è ispirato a qualcuno)
e partiamo dagli anni 80, non da prima

dedicato a chi non ha letto il mio intervento in risposta a redazione su "perché esisteva bach e noi abbiamo fiorello"
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non puoi vincere
non puoi pareggiare
non puoi nemmeno ritirarti
Inviato il: 28/5/2010 1:58
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  •  Calvero
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#88
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Citazione:


vorrei conoscere un non paraculo (uno che non si è ispirato a qualcuno)


categoricamente non è possibile asserirlo, credo

Citazione:

e partiamo dagli anni 80, non da prima


..a mente così, al volo, personalmente sosterrei che per stilismo ed evoluzione artistica credo che << Shining >> e << 1997 Fuga da New York >> (un po' meno però, quest'ultimo) ..rappresentino quello a cui ci vogliamo riferire.

Rimanendo in ambito di Film che fanno appello a un richiamo non intellettuale... altrimenti con con quelli cerebrali non se ne esce vivi
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#89
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1997 Fuga da New York


...che figata di film, cazzo!
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Re: Tarantino, cinema & metavita
#90
Mi sento vacillare
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Da Barcelona
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Citazione:
vorrei conoscere un non paraculo (uno che non si è ispirato a qualcuno)


Molto difficile, il cinema è una forma d'arte costituita da influenze

Quando Calvero all'inizio del thread citava Leone e Peckinpah riferendosi al cinema di Tarantino non lo faceva certo per dare un tono intrellettuale a quello che stava dicendo, come qualcuno ha sostenuto.
Nel cinema chi arriva "dopo" è sempre influenzato, nelle scelte stilistiche o di linguaggio cinematografico, da qualche maestro che lo ha preceduto.
Il buon critico, diciamo quello preparato, cerca di tracciare un "filo conduttore" che dall'opera di cui sta parlando, si possa collegare ad autori del passato.

Citazione:
e partiamo dagli anni 80, non da prima ..a mente così, al volo, personalmente sosterrei che per stilismo ed evoluzione artistica credo che << Shining >> e << 1997 Fuga da New York >> (un po' meno però, quest'ultimo) ..rappresentino quello a cui ci vogliamo riferire.


1981 - 1997 Fuga da New York (John Carpenter)

1979 - The Warriors (Walter Hill)

Potremmo proseguire così fino ai fratelli Lumiere...
Inviato il: 28/5/2010 9:51
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