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  Questo cazzo di voto

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Autore Discussione
Re: Questo cazzo di voto
#4
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/6/2006
Da Bologna
Messaggi: 9236
Offline
Dunque Pispax, andiamo per gradi.

1) Non corriamo da un eccesso ad un altro: tu in relazione ai no-voters stai facendo sia discriminazione che strawman.
Li stai condannando perchè simili ad altre categorie dalle connotazioni negative, li etichetti, li tratti come se avessero tutti un idea preconcetta e stupida; e per smentirli stai usando delle argomentazioni deboli, create da te, o trasmesse dall'ultimo "no-voter" che hai incontrato, che essendo incapace di argomentare (pur di restare al centro dell'attenzione) riesce solo a fare settepostintreminuti, tutti ignobilmente privi di contenuti. Invece ti assicuro che c'è anche chi non vota e ti sa spiegare il perchè. Cioè, detto in altre parole: c'è ben di più nella scelta di non votare che quanto hai riportato nella triste scenetta che hai descritto.

2) Perchè non votare? Perchè se ad un gioco non ho possibilità di vincere non gioco. Tu giochi a tris Pispax? Al meglio che la giochi vai patta, quindi è una perdita di tempo.
Come aggravante coloro che voti possono arrogarsi il diritto di dire che votano "per consenso popolare", e sai chi glielo da il consenso popolare? Il fatto di aver vinto di +1% rispetto al secondo classificato, che magari è quello che voti tu.
Quindi chi non vota può almeno dire: "io non sono complice di questo sistema criminalmente artificiale"

3) Infine c'è il falso argomento dell'1%:
Citazione:
"Un parlamento eletto con l'1% dei votanti, cioè con il 99% di astensionismo, ha esattamente lo stesso valore di un parlamento eletto con l'80% dei votanti."

Stocazzo. Un parlamento che viene eletto con l'1% dei votanti vedrebbe subito comparire un figuro esterno che si sbatte per capire come rastrellare almeno il 2% dei voti. Cioè che andrebbe dalla gente a chiedere: ma perchè non avete votato? cosa vi manca? io vi prometto che ve lo faccio avere, se mi eleggete!
Quindi, per dirla alla Mazzucco, "voto: capovolgere prima dell'uso".
Cioè il politico si informa delle esigenze del popolo, poi si fa votare. Questa non sarebbe male, eh?

EDIT: pardon, ho corretto un inesattezza.
_________________
Quando dici le cose come stanno, stai sulle palle a tanta gente
Inviato il: 20/7/2010 20:51
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  •  Manfred
      Manfred
Re: Questo cazzo di voto
#3
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 3/11/2009
Da Osnabrück
Messaggi: 2094
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Inviato: 30/3/2010 20:54 Aggiornato: 30/3/2010 20:54
Mi sento vacillare

Re: Ha vinto chi non vota
Cit
A livello politico la mancanza di legittimazione costringerebbe i partiti politci a porsi il problema, dal momento che l'alternativa sarebbe dichiarare defunta la democrazia rappresentativa.

Così la proposta di elezione diretta del presidente della repubblica diventa di colpo il toccasana

In pratica come la storia dell'orso nero con le palle bianche e dell'orso bianco con le palle nere.

20/07/10

Cosa hanno proposto appena finite le elezioni?

La propaganda dell'elite continua.
Le infatuazioni sono tollerate in gioventù,perché attraverso gli errori si impara.
Poi basta.
_________________
Manfred
Inviato il: 20/7/2010 20:08
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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: Questo cazzo di voto
#2
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 31/10/2005
Da
Messaggi: 3121
Offline
Credo che l'errore fondamentale che commetti, mio buon Pispax, è attribuire ai "no-voters" (mi piace l'espressione) la presunzione di cambiare qualcosa col non-voto

Il non-voto è una mancata azione; può avere delle conseguenze, ma sono comunque le azioni a dover trovare motivazione, e non l'omissione delle stesse. Se la logica non è un'opinione (ma queste cose praticamente me le insegni tu, Pispax).

Per cui potrei rigirarti la domanda: cosa ottieni votando? Io, infatti, non penso di cambiare le cose non votando (sarebbe assurdo). Penso semplicemente che votare sia inutile e anche un po' controproducente.

Non sto contestando l'idea di votare il meno peggio: l'ho fatto anche io recentemente (alle regionali). E non credo che questo abbia minimamente a che vedere con l'essere pro o contro lo Stato in linea di principio.

Ma non riesco veramente a capire il senso del voto qui e adesso, nell'Italia del 2010. Abbiamo uno che controlla tutto ciò che gli interessa controllare, e le uniche persone che si possono votare sono uomini che fanno i suoi interessi in prima persona oppure, nella migliore delle ipotesi, gente comunque funzionale ai suoi interessi.

Tornando al non voto, sebbene fondamentalmente non si possa affermare logicamente che possa avere propriamente uno scopo, possiamo comunque analizzarne le conseguenze.

Con una minora affluenza infatti le percentuali saltano: meno gente vota per i grandi partiti, più grande è la fetta per le formazioni insignificanti. E quel giorno (anche se in pratica questo non accadrà mai) che il Partito degli amanti dello zucchero filato ottenessero, a parità di voti, una percentuale apprezzabile gli altri potrebbero cominciare a valutare l'idea di fare qualcosina di buono in più per tornare a mangiarsi la torta intera. Anche se questo è abbastanza utopico, devo ammetterlo, in linea di principio non è opinabile.
Ma, in ogni caso, un'opposizione come quella che ci ritroviamo, cioè un'opposizione comprata, rende un servizio peggiore rispetto all'assenza di opposizione. Prova a pensare cosa accadrebbe se il PD scomparisse fisicamente nel nulla domani mattina. Sul serio, pensaci.
Inviato il: 20/7/2010 19:32
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  •  Pispax
      Pispax
Questo cazzo di voto
#1
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/3/2009
Da
Messaggi: 4685
Offline
Ogni tanto spunta fuori la questione del "voto-non voto"


E' un po' una costante.
Una delle tante.

Quanto si affronta un qualunque tema storico o etico, anche se riguarda la preistoria, di solito arriva qualcuno a parlare dei sionisti e di Israele; quando si sta parlando di un qualunque problema economico di solito arriva qualcuno che la mena sul signoraggio; quando si sta parlando di un argomento qualsiasi, e sottolineo qualsiasi, di solito scappa fuori quello della teoria no-planes.


Allo stesso modo quando si parla di una qualunque cosa che riguarda la politica, fosse anche un commento al Congresso di Vienna del 1815, è abbastanza facile che se ne scappi qualcuno a "invitare" a non andare a votare.
I "no-voters".
Di solito il metodo scelto per "invitare" a non andare a votare è quello di considerare uno stupido chiunque ci vada.


Be', è un'opinione, per quanto espressa in modo fastidioso.



La cosa particolare è che l'insieme delle persone che "invitano" a non andare a votare è un insieme parecchio complicato.
Ci sono gli anarchici, che lo fanno per motivi "istituzionali" (scusate l'ossimoro).
Ci sono gli sfiduciati, i delusi e i disillusi veterocinici, e i malconsigliati.
Ci sono quelli che non vogliono che la gente voti per rovesciare il sistema in direzione ultracapitalista, e ci sono quelli che non vogliono che la gente voti per rovesciare il sistema in direzione ultrasocialista.






Oltre che per la (variabile) dose di supponenza, tutti costoro sono accumunati da un'altra caratteristisca: non spiegano MAI come e perché il non votare migliorerà le cose.


Questo è irritante.
Per me il migliorare le cose ha la massima priorità.
Se non ci confrontiamo su come migliorare le cose, su che dovremmo confrontarci?


Invece il massimo che si ottiene come risposta è un banalissimo "perché tanto è tutto uno schifo, e se te sei così coglione da andare a votare allora sei complice".
Con qualche variazione


D: "Ma perché tu non voti?"
R: "Perché tanto è tutto uno schifo, e se te sei così coglione da andare a votare allora sei complice".

D: "Ma in che modo non andare a votare migliorerà le cose?"
R: "Non bisogna andare a votare perché tanto è tutto uno schifo, e se te sei così coglione da andare a votare allora sei complice".

D: "Ma ti rendi conto che occorrono DECINE DI MILIONI di italiani che non vadano a votare per ottenere un minimissimo risultato?"
R: "Gli italiani vanno a votare nonostante sia tutto uno schifo perché sono condizionati dal Sistema Scolastico, e quindi sono tutti complici. Occorre cambiare la Scuola".

D: "Guarda, non ti chiedo neanche come perché ho paura della risposta. Però immagino che tu sappia che i cambiamenti nella scuola li stabiliscono i politici. Anche se decidono quelli che vuoi tu, da quando verranno introdotti a quando gli studenti avranno diritto di voto nel migliore dei casi passeranno 12 anni. E nel frattempo?"
R: "Se vuoi migliorare le cose non si deve andare a votare lo stesso perché tanto è tutto uno schifo, e se te sei così coglione da andare a votare allora sei complice".

D: "Si, ma COME miglioreranno?"
R: "Tanto è tutto uno schifo, e se te sei così coglione da andare a votare allora sei complice. Se invece non vai i politici si vergogneranno e si dimetteranno".



La chiusura, che è tipica, è un pezzo di comicità tristissima.
Questa forse è la maggiore differenza fra me e i "no-voters": loro hanno fondamentalmente una fiducia nella classe politica che io non ho.


Al politico infatti non importa un emerito tubo di venire eletto con 150 voti o con un milione e mezzo di voti. Anche se ne prende solo 150, la cosa importante per lui è che il suo avversario ne abbia presi non più di 149.
Il resto è secondario.

Non esistono limiti numerici nella Costituzione. Un parlamento eletto con l'1% dei votanti, cioè con il 99% di astensionismo, ha esattamente lo stesso valore di un parlamento eletto con l'80% dei votanti.

Tutto il resto è lasciato alla buona volontà dei politici, e alla loro coscienza.

E quindi si arriva al paradosso: io non mi fido per niente dei politici perché li considero solo dei parassiti attaccati alla poltrona, semplici burattini nelle mani del potere economico, e proprio per questo non ho la minima intenzione di votarli; PERO' mi fido del fatto che abbandoneranno la loro amatissima (e assolutamente legittima) poltrona di loro spontanea volontà, senza essere costretti da nessuno, solo per il fatto che non li ho votati.

Oltretutto chi la pensa così parte dalla convinzione che i politici siano "semplici burattini nelle mani di qualche potere economico", quindi a maggior ragione se ne sbattono del numero di voti che ottengono: gli basta la percentuale, gli basta essere legittimati in qualunque modo. Eppure dovrei fidarmi del fatto che si dimettano "per la vergogna".

A me sembra un po' strana come teoria, però a quanto pare ci credono in molti.






Visto che fino a questo momento nessuno è mai riuscito a spiegarmi perché il non andare a votare dovrebbe migliorare le cose, allora provo a iniziare io spiegando perché a votare io ci vado.
Chissà che non si sblocchi il discorso.


Intanto esaminiamo il meccanismo elettorale.
Dal punto di vista formale il meccanismo democratico che abbiamo in Italia è abbastanza sicuro, persino con il Porcellum (che riguarda solo l'attribuzione dei seggi). E' parecchio difficile truccare le elezioni: tocca pagare la gente, rubare la famosa scheda (vedi "Sud", se non sbaglio di Salvadores).
C'è la ragionevole certezza che se io voto il partito X il mio voto venga attribuito al partito X.
Non è così scontato. Comunque in Italia questa roba funziona abbastanza bene.

Il Porcellum entra in campo dopo, con sbarramenti percentuali, attribuzioni dei voti "di minoranza" ecc.
Però sono abbastanza certo che se io voto il politico Rossi i conteggi che porteranno alla sua elezione verranno fatti correttamente.



Questo comunque non mi dice niente sull'on. Rossi.
Mentre dal punto di vista formale il sistema funziona bene, dal punto di vista sostanziale questo meccanismo invece non mi mette al riparo dai Bari della politica.
Perché la politica è come un tavolo da gioco clandestino: ci sono i Polli, ci sono i Giocatori Normali e, purtroppo, ci sono i Bari.
A volte i Bari sono in largamaggioranza.

In effetti non c'è nessun tipo di meccanismo costituzionale che possa farlo: per ottenere questo risultato in modo ottimale servono una stampa e delle tv indipendenti, con dentro un sacco di giornalisti investigativi.

Il primo problema non è quello di sapere cosa farà l'on. Rossi se viene colto con le mani nella marmellata: il problema principale è di SAPERE che l'on.Rossi ha messo le mani nella marmellata.
Il resto è conseguenza.

Ok, si può lottare per ottenerli. Non è un obiettivo impossibile.




Visto che il MIO problema sono solo i bari e non il meccanismo democratico stesso, il fatto di non avere dei media indipendenti mi rende la vita MOLTO più faticosa, ma comunque non impossibile.
Mi tocca stare più attento, ricordarmi più cose, fare più collegamenti, parlare molto di più.

Difficile combattere contro Minzolini e il TG1, il TG4, il TG5, quasi tutto il TG2, una parte del TG3 e Studio Aperto, accompagnati da circa l'80% della stampa "libera" italiana. Per non parlare del web e persino dei varietà televisivi.


E quindi vado a votare.

Vado a votare con una informazione, per quanto possibile, non manipolata.

Sono anche consapevole che se non vado a votare, mi limito a rendere il gioco più facile alla Cricca della Propaganda e dell'Informazione Manipolata.



E allora, qualcuno può spiegarmi chi me lo fa fare di andare al mare?









N.B. Sia chiaro che qui nessuno è verginello.
Anch'io ho passato una decina di anni a non votare, quando si doveva votare DC perché non vincessero i comunisti o si doveva votare PCI perché non vincessero i democristiani. Contando che all'epoca si votava più o meno ogni anno, è come restare 50 anni senza votare oggi.

E anch'io, sotto sotto, covavo la convinzione che il non voto potesse portare miglioramenti.

Poi però il tempo passava, e invece dei miglioramenti arrivavano i peggioramenti.
E allora ho capito come funziona il gioco e ho ricominciato a votare. E anche a darmi da fare.

Però non voglio mettermi come Termine di Paragone Universale.
Qualcuno può illustrarmi come il suo non-voto abbia migliorato la situazione?
Inviato il: 20/7/2010 18:47
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